TRA I DUE LITIGANTI...
Il corpo di Shaka era morbido sotto le mani ruvide di Ikki, la pelle
serica scorreva piacevolmente sotto i polpastrelli che toccavano il custode
della sesta casa con ben poca delicatezza; neanche una cicatrice di
battaglia solcava il candido e puro corpo del Gold Saint, in uno splendido
contrasto con la figura del Bronze.
I loro corpi si muovevano in sintonia, fondendosi come luce e tenebra al
crepuscolo. I gemiti di Shaka, così dolci in un momento così intimo, furono
presto smorzati dalle labbra di Ikki in un bacio appassionato: Phoenix amava
la voce carezzevole del proprio partner, il modo in cui quelle dita sottili
si stringevano al suo corpo per non distaccarsene… amava il semplice essere
in lui, così caldo e piacevole.
E Shaka, d’altro canto, non aveva mai provato una simile passione per
qualcuno che riuscisse ad attrarlo a sé così facilmente, inducendolo a
ricercare sempre più spesso la compagnia del Bronze e a donarsi totalmente a
lui.
“Questa si chiama calunnia!”
“Non oso immaginarti nudo… che schifo…”
“Non ti toccherei nemmeno con un bastone lungo un metro, Phoenix.”
I due di cui sopra si scrutarono in cagnesco davanti ad un computer
portatile aperto sul tavolo, sul cui schermo faceva bella mostra di sé un
racconto di fantasia recuperato su internet – ‘un’invenzione orribile’, a
detta di Shaka.
“Che razza di gente guarda due persone distruggersi a vicenda ed immagina
questa roba? Che… che schifo!”
“E dire che ti ho preso in braccio per far colpo su tuo fratello.”
Il che, ai due Saint, ricordò di riprendere a fare qualcosa di molto più
urgente: Shun, piazzato tra di loro, tornò ad essere strattonato a turno da
entrambi.
Aveva deciso, per convincerli a riappacificarsi, di provare a mostrare ad
ognuno gli aspetti positivi del carattere dell’altro: li aveva fatti uscire
insieme (dopo nemmeno mezz’ora si erano divisi per dedicarsi ad altro),
aveva provato a lasciarli soli per un paio d’ore (trovando l’uno
addormentato e l’altro in meditazione – ai lati opposti della camera) ed
aveva persino finto una febbre talmente forte da costringerli a stare
insieme per assisterlo.
Nulla di tutto ciò aveva funzionato.
Così, il povero Shun aveva tentato l’impossibile ed aveva recuperato una
fanfiction su internet: aveva costretto i due a leggere di come un’autrice
aveva scritto di loro e di come era riuscita a coniugare due caratteri tanto
diversi. Per diversi capitoli, Ikki e Shaka avevano letto quasi con
interesse, fino alla scena cruciale – le speranze di Shun si erano
sgretolate alla parola ‘calunnia’.
“Non osare toccare mio fratello!”
“Appunto, tuo fratello! Il che significa che per me potrebbe essere ben
altro!”
“Non ci penso nemmeno, lui è mio!”
Disposto persino a soprassedere sul modo in cui i due lo trattavano, Shun
sospirò rassegnato e lasciò che i due litigassero ancora una volta, ormai
certo che nulla avrebbe mai potuto metterli d’accordo su una simile
questione. Il Saint di Andromeda non si sarebbe mai sognato neanche alla
lontana di accompagnarsi a qualcuno che se lo contendeva come se non fosse
libero di scegliere per se stesso, ma non aveva ancora deciso di farlo
presente ai due litiganti.
Proprio per quel motivo, a dire il verso, Shun aveva scelto di
frequentare una persona che non lo forzasse e si fidasse delle sue decisioni
Così, strattonato da una parte all’altra, il Bronze sorrise pensando a Mu
che pazientemente lo attendeva per consolarlo.
Fine