Behind Blue Eyes
CAPITOLO
II:
OBSCENITY
/Give
me a kiss before you tell me goodbye/
-
ci pensi tu ai piatti?
-
neanche morta, Lex! È il tuo di turno!
Mio
fratello fa una smorfia scocciata e si rosicchia lievemente il labbro
inferiore. Sorrido, guardandolo. Trovo sensuale ogni cosa di lui,
ogni più piccolo movimento, ogni espressione, ogni parola.
Copro
bene il collo con i miei capelli che ho lasciato sciolti, stasera.
Non mi va che Lex si accorga del segno che mi ha lasciato Miles. Non
so dire perché. Non ne sarebbe geloso, non farebbe battutine
stupide, non farebbe niente. Farebbe finta di non accorgersi. Ed
è
questo che mi infastidisce e mi intristisce di più. Non si
accorge neanche di quanto mi fa stare male.
Una
manina bianca mi tira per la maglia insistentemente e mi volto.
Selene mi guarda con il musetto indispettito. Le scompiglio i suoi
bellissimi capelli ricci e lei scansa la mia mano. Guarda malissimo
sia me che Lex e poi incrocia le braccia al petto fino, sporgendo
all’infuori il labbro.
-
non pensateci neanche! – urla
-
a far cosa?
-
a farmeli lavare a me i piatti, solo perché voi due siete
vecchi e scansafatiche! – io e Lex ci guardiamo, complici e
sghignazziamo.
-
Manco morta!!! – Selene sale in piedi sullo sgabello,
arrampicandosi neanche fosse una montagna e ci punta con un dito
–
non potete sfruttarmi così, vigliacchi!
Lex
ride, con la sua solita risata sensualissima e si passa una mano tra
i corti capelli – oh si che possiamo! Ed ora vieni qui,
microbo!
La
nostra piccola sorellina comincia a correre per casa, urlando insulti
come è nel suo carattere. Io invece rimango qui, seduta su
questa fredda sedia, nella desolata cucina di una casa che odio,
guardando i miei fratelli rincorrersi, lui che prende la bambina
sulle spalle di peso, mentre lei lo picchia in testa. La fa sedere
sul davanzale della cucina e le mette tra le mani una spugna,
dicendogli di rendersi utile! Poi si volta, passandomi accanto. Lieve
la sua grande mano rassicurante si posa sulla mia spalla
fragile…
ho un tonfo al cuore, ma spero solo la mia espressione non lo
trasmetta anche a lui. mentire… devo solo riuscire a mentire
anche
a me stessa e cercare di porre termine a questa ossessione.
-
bada tu a lei, io ho da studiare. Buona notte – annuisco e mi
trattengo dal girarmi e guardargli ancora le spalle. Da un
po’ di
tempo non riesco a vedere che quelle, di lui. che se ne sia accorto?
Che si sia reso conto di tutto? Ho un tremito. No… non
è
possibile. Neanche lui potrebbe rimanere indifferente a una
simile…
oscenità. È così che tutti la
chiamano, no?
-
Zena? – la vocina di Selene mi sveglia.
-
Dimmi
-
Perché sei sempre triste?
Incrocio
quei suoi profondissimi e innocenti occhi, così simili ai
nostro solo molto più onesti. E ho la sensazione che se non
distolgo lo sguardo scoppierei a piangere. Ne ho davvero voglia
–
non lo sono affatto, Selene – sono davvero un mostro. Riesco
a
mentire anche alla persona alla quale io e Lex teniamo di
più
– sono solo un po’ stanca… tanto stanca
– stanca di tutto.
Stanca di questa situazione. Stanca di me.
Voglio
liberarmi di tutto.
L’ennesimo
fulmine risplende e mi raggomitolo nelle coperte. Giunge il tuono e
balzo in piedi. Non ce la faccio più, dannazione! Ci sono
solo
due cose che mi spaventano in questo mondo, tenendo da parte il mio
amore… i capperi nel cibo e i temporali! Molto
intriganti…
surreali e a volte creano delle belle atmosfere per
Halloween… ma
mi domando solo chi diavolo è l’idiota che li
ammette in
altre giornate!
Di
nuovo il tuono e io lancio un urletto isterico. Mi sembra di essere
una mocciosetta piagnucolona… io che non ho pianto come una
fontana
neanche la matrimonio di Brad Pitt che corro in camicia da notte,
scalza per i corridoi di casa facendo casino neanche ci fosse la
bambina dell’esorcista del mio letto!
Mi
faccio davvero pena… sono ridotta in questo stato infantile
per un
temporale.
Tuono.
Urlo.
Merda.
Guardo
la camera da letto dei miei, vuota. Fanno la natte anche
oggi…
niente coccole protettive da papà. La camera di Selene.
Figurarsi… quella piccola Nikita mi caccerebbe a scarpate
dicendo
che sono una fifona. Ebbene si, lo sono!
Corro
in bagno e chiudo la porta. Faccio appena in tempo ad accendere la
luce che un nuovo tuono mi fa saltare. Apro l’acqua e mi
sciacquo
il viso. Sono pallida, con i capelli scombinati che mi coprono quasi
tutta la faccia, scivolando ricci fino ai fianchi. Sono un
po’
sudata e la camicia da notte aderisce al mio corpo. Ho i piedi
gelidi. Tutto sommato… mi sento uno schifo. Bevo un sorso e
chiudo
il rubinetto.
Esco
dal bagno, lasciando la luce accesa così non mi pianto
contro
un muro come sicuramente succederebbe, asciugandomi il volto con la
manica, un po’ grossolanamente.
Tuono.
Urlo
e mi raggomitolo a terra.
Che
scema che sono. Guardo la mia stanza, buia e solitaria. Non ce la
faccio a restare da sola e ho veramente bisogno di dormire se no
domani la verifica col cavolo che la faccio. Già…
e con le
occhiaie e la faccia da Neandertal che mi troverei dopo una nottata
di insonnia e urli nessun ragazzo avrebbe il coraggio di passarmi il
compito.
Mi
rimane un'unica possibilità. Mi rialzo e faccio un lungo
sospiro, prima di entrare nella sua stanza.
Non
vedo molto, ma me lo immagino benissimo. Lex, con i capelli ancora
inumiditi dalla doccia serale, che dorme tranquillo girato di lato.
Il suo respiro è lieve e ha una espressione rilassata, di
completo abbandono. Bellissimo, sensuale, innocente. Non ha la minima
idea di quanto vorrei essere sua, completamente.
Sposto
appena le coperte e mi faccio spazio accanto a lui. mi copro fino al
naso e, dopo un altro tuono, decido di lasciar perdere la distanza e
mi allaccio a lui, come un koala. Lo abbraccio, circondandogli il
petto con le braccia, attaccando le gambe alle sue, nascondendomi
nella sua spalla. Sento bene il suo profumo di sapone, che mi
inebria. Ho già dimenticato il temporale, tutti i miei sensi
sono concentrati su di lui.
-
che c’è? – dice. La sua voce, in questa
strana posizione,
mi fa venire la pelle d’oca. Erano anni che non eravamo di
nuovo
così vicini. Qualcosa, dentro di me si sta sciogliendo. Un
liquido caldo scorre in me e le mie gote sono in fiamme. Passione,
solo questo.
-
Paura… temporale – balbetto, impacciata. Lui
sospira forte, ma
non mi dice niente. Anzi, deposita un leggero bacio sulla mia testa e
mi abbraccia a sua volta, circondandomi i fianchi con un braccio e
il collo con l’altro – va meglio così,
fifona? – riesco
solo ad annuire, lentamente.
Lo
amo. Lo amo in un modo assoluto. In modo eterno. Lo amo come forse
non è possibile amare altrimenti. Lo amo al punto di
uccidermi
per lui, al punto di arrivare a diventare a impazzire. Ma forse lo
sono già. Sono già folle.
È
a petto nudo e senti distintamente i suoi muscoli guizzare sotto il
tocco delle mie mani tremanti. Spero solo che stia già
dormendo, che non si accorga del mio fremere, della mia
pura… del
mio desiderio. Con le gambe accarezzo le sue e mi faccio più
vicina. Aspiro a fondo il suo odore e lo faccio mio, me ne inebrio.
Le mie carezze si fanno più forti, forse lo sto graffiando,
ma
lui non fiata. Non sento neanche il suo respiro. Non capisco, forse
lo sta trattenendo. Ma no… sta dormendo. Singhiozzo
silenziosamente. Non ce la faccio più. Lo amo…
Lo
amo.
Voglio
anche solo un briciolo del suo amore.
Passo
il naso sul suo petto e le mie mani non smettono di accarezzarlo, in
un modo talmente ansioso che non credevo fosse possibile. Lo amo.
Mi
alzo leggermente senza smettere di accarezzarlo con una mano, ma con
l’altra scorro i tratti duri e seri del suo bel volto. Lieve
sento
il pungere della barba tagliata, ma anche questo in lui sta bene. I
suoi capelli sono seta morbida, senza gel per una volta. Come vorrei
che aprisse gli occhi, così che io possa perdermi
completamente in quel mondo di preziosi diamanti.
Dio,
ti prego se esisti… fallo dormire.
Lievi
le mie labbra da puttana… si posano sulle sue, le sfiorano.
Tremo.
Non ci bado. Lo rifaccio. La mia lingua disegna quel perfetto
contorno… ha una sapore incredibile, non avrei mai detto
fosse
talmente buono.
Ancora…
ancora un bacio. Lieve… è solo uno strofinarsi di
labbra. Lo
amo. Dischiudo appena le labbra… cerco le sue… lo
amo.
Una
lacrima mi scivola dal viso e cade sul suo. Scatto. Ma non mi
allontano da lui. dovrei… ma non ce la faccio. A questo
punto…
non mi importa più di niente. Mi
odierà… non mi vorrà
più vedere. Ma ancora un bacio.
E
la sua mano preme sulle mia nuca, mi tira verso di lui. e trovo le
sue labbra, dischiuse. La sua lingua che accarezza la mia…
le sue
mani tra i miei capelli, come ho sempre sognato.
Basta.
Vorrei
morire così.
***
I
tuoni mi cullano il sonno, come se la pioggia scrosciante fosse la
melodia armoniosa e i fulmini il ritmo incessante di una batteria
altisonante che mai si fermerà...almeno fino all'indomani.
Notte di note. Adoro le notti di temporali come queste, mi sento a
mio agio più di quando c'è il sole, questo tempo
oscuro
rispecchia il mio animo solitario che dorme nel profondo del mio
essere, un animo che dorme e che rimane nascosto a chiunque, solo io
riesco a sentirlo....chissà se qualcuno lo
sentirà
prima che sarà troppo tardi? Il richiamo ogni volta
è
sempre più forte, il richiamo verso la dannazione, verso
l'oscenità, verso il peccato....il richiamo verso l'amore
proibito...verso Zena.
La
porta si apre lentamente e sempre lentamente si richiude lasciando
entrare una figurina silenziosa dal fiato corto. So già chi
è.
Con questo temporale può essere solo una persona...Selene no
di sicuro visto che quella teppistella non ha paura di nulla e quando
dorme nemmeno i cannoni la svegliano. Non mi giro, non accendo la
luce, non faccio nulla, non ce n'è bisogno. Un lampo
illumina
la sagoma di una ragazza alta e slanciata avvolta solo dalla sua
camicia da notte, una ragazza i cui lunghi capelli mossi ricadono
fino alla vita sottile. Non credo che sospetti che io la stia
guardando, non credo che abbia il tempo di sentire il mio cuore che
non mi ubbidisce più. Deve essere presa dal suo terrore. Fin
da piccola ha avuto paura dei temporali e puntualmente mi capitava in
camera e mi si infilava nel letto...come sta facendo ora. Silenziosa
e mite come solo una bambina saprebbe essere. Ma lei non è
più
una bambina, è questo il punto. Non è
più una
bambina e questa mia voce che cerco sempre di far tacere me lo ripete
nella mente mentre il rombo del tuono arriva frastornando entrambi.
Ed eccola che mi si avvinghia come un koala. Una scena solita che non
rivivevo da tempo, una scena che mi mancava e solo ora capisco il
perchè. Senza pensarci su molto parlo per non ascoltare i
miei
sensi troppo acuti per la sua vicinanza.
-
che c'è?- sussurro con questa mia voce roca per il sonno
interrotto. Sonno non poi tanto profondo visti i pensieri volati a
ricordi distanti nel tempo. Sussulta impercettibilmente, o forse sono
io che sono troppo attento ad ogni suo singolo respiro. Tremava
prima, ma ora sembra come se avesse preso un sedativo. Calma. Le
faccio questo effetto?
-
paura...temporale- mormora incerta e terrorizzata ancora. Mi lascio
sfuggire un sospiro che fungerebbe da sorrisetto ironico o magari
rassegnato. Come ai vecchi tempi...lei che arrivava nel mio letto e
impaurita mi si avvinghiava addosso, io che ridacchiavo un po' e che
le baciavo la fronte per poi abbracciarla a mia volta. Mi veniva
automatico una volta, ma ora ho quasi timore di farlo,
perchè
ora è tutto diverso, noi siamo diversi, lei è
diversa,
io lo sono e i miei sentimenti verso di lei. Zena non è
più
la mia dolce sorellina da proteggere, è una donna....una
donna
da amare bisognosa di attenzioni diverse rispetto a quelle che
richiede una bimba...o una sorella. Attenzioni che io non mi sento
più di rifiutarle. Automaticamente le bacio la
fronte...verrei
ringraziarla per essere in fondo sempre quella di prima, di cercarmi
ancora quando ha paura...ma me ne sto zitto e mi limito a girarmi e
abbracciarla circondandole la vita con un braccio e passando l'altro
intorno al suo collo caldo e nudo.
-
va meglio così fifona?- domando in tono controllato per
nulla
alterato. Sono ancora perfettamente in me...per ora....non so per
quanto ancora lo sarò in questa posizione. Zena, mi sei
troppo
vicina, il movimento impercettibile del tuo capo in segno di
affermazione mi fa venire i brividi, brividi che non svaniscono
più.
Quanto siamo vicini. Non sento i tuoni assordarmi gli orecchi, il
sonno non mi occupa la mente e i miei sensi prima offuscati ora sono
così attenti da non riuscire più a trattenerli
così
bene. Perché accidenti dormo a torso nudo?
Imparerò a
dormire con una camicia addosso, almeno ora non dovrei sentire queste
sue dita, questo suo corpo sul mio, ha i piedi gelidi, li incrocia
coi miei, io non faccio nulla, lascio che si scaldi per bene.
Penserà
che io dorma....spero di si perchè è la cosa
migliore.
Lei crederà di stare con il suo solito fratellone che la
culla
nel mondo dei sogni...ed io mi inebrierò i sensi almeno per
una notte, fino ad imprimermi indelebilmente ogni goccia di questa
mia ossessione. Se lei sta ferma riesco ancora a controllarmi. Non
è
mai successo per me di perdere il controllo davanti a lei. Non deve
succedere. Ma perchè non dorme? Si muove lentamente, il suo
fiato sul mio collo, quelle sue dita affusolate che percorrono la mia
pelle. Non devo far nulla. Non devo muovermi. Non devo pensare. Non
devo...vedermela come la donna che amo da tanto. Zena non è
il
mio amore proibito. Non è la linfa che mi fa andare avanti
in
questa menzogna solo per proteggerla. Non è tutto
ciò
che desidero. Non è nessuno per me, è solo mia
sorella,
la mia gemella che si sta staccando sempre più da me. Zena
non
è una donna fragile, che sa essere dolce e forte solo con
me,
non è quella donna meravigliosa piena di difetti che io
adoro.
Zena è... tutto questo.
Le
sue labbra arrivano a toccare le mie. Cos'è questo timido
tocco? Forse mi sono addormentato, ma se è un sogno non
voglio
svegliarmi. Continua piccola mia. Il suo profumo sul mio. Siamo
entrambi caldi, il mio respiro è calmo, come se stessi
ancora
dormendo. È corretto fare tutto questo? Non lo è,
ma la
domanda da pormi è: è vero? Tengo gli occhi
chiusi,
vorrei accendere la luce e vedere questa mia donna darmi quello che
ho sempre chiesto. Un altro silenzioso bacio a fior di labbra. Sto
bene. Sto troppo bene. Cosa ci sta succedendo? Qualcuno ci deve
fermare perchè il mio autocontrollo leggendario sta
scemando,
se ne è andato via da un bel po' a dire il vero. Non ce la
faccio. Non so più dove sono, ho perso la cognizione del
tempo
e dello spazio so solo che qua c'è la mia Zena e che la
desidero più di me stesso. Non so più nulla. Da
qui in
poi sarà il buio del mio egoismo.
Affondo
la mano fra i suoi capelli, non andartene, ti prego, l'attiro a me e
faccio l'unica cosa sensata in questo momento allucinato. Unisco le
mie labbra alle sue, gliele apro e infilo la mia lingua nella sua
bocca danzando con lei. Questa è la sensazione che cercavo,
l'unica cosa in grado di sciogliermi.
L'amore
di questa donna.
Questa
donna.
Donna.
Zena.
Le
sue mani corrono. Corrono su di me. Sulla mia schiena, sul mio
torace, sul mio ventre, si infilano dentro i miei pantaloni. Non la
fermo. Non sono più in me. Non mi controllo...e non sopporto
non controllarmi, ma dov'è la mia volontà?
Mio
Dio che sto facendo?
Ti
sto facendo del male.
Non
voglio vedere la sofferenza nei suoi occhi a causa mia. Non voglio.
Apro
gli occhi.
Torno
in me.
L'allontano.
Respiro.
Devo respirare. No, me ne dimentico. Non mi sento bene,
dov'è
il gelo che sento sempre? Me lo ha sciolto. Sono come liquefatto.
Voglio il freddo.
Mi
alzo dal letto di scatto, apro la luce per interrompere
l'incantesimo, mi guardo intorno. I suoi occhi mi fissano. Siamo
stralunati entrambi. Che abbiamo fatto? Voglio continuare. No, non
posso. Non devo. Per lei. Solo per lei. Ho perso il controllo e non
mi piace, è una sensazione terribile, non riesco ad
afferrare.
Sono questi gli occhi che non volevo vedere, Zena. Credo di essere un
mostro per aver tirato fuori da te quello sguardo indescrivibile. In
un nano secondo mi infilo solo dei jeans e le mie scarpe. Voglio del
freddo. Voglio uscire. Voglio andarmene. Voglio ritrovarmi. Mi sono
perso. Sto male. Non ce la faccio. Devo darmi delle risposte. Non so
cosa devo fare.
Dio.
Per
la prima volta non so cosa devo fare.
Esco
dalla camera di corsa senza dir nulla. Devo avere un aria stravolta,
odio avere questa faccia. Dove vado? Piove, ecco comincio a risentire
i tuoni. Sono forti. Il vento. Ed io non mi sono vestito
completamente. Fa freddo. Ma era questo che cercavo. Il freddo. Dove
vado? Che faccio? Non ho un posto dove tornare. Zena la devo
dimenticare, Zena ha il potere di trasformarmi.
Zena...
...le
sue labbra calde e morbide...
...toglimi...
...le
sue mani piccole...
...dalla...
...i
suoi meravigliosi capelli...
...tua...
...il
suo minuto corpo snello...
...testa...
...la
sua lingua agganciata alla mia...
...o...
...il
suo profumo incantatore...
...impazzirai...
...la
donna da amare...
...non...
...le
sue gambe incrociate alle mie...
...puoi...
...i
suoi seni premuti contro il mio petto...
...essere...
...io
che mi perdo in lei.
...mia.
Una
casa a me conosciuta, la mia coscienza decide di tornare a me. Tutto
quello che faccio lo faccio per te. Spero che lo capirai un giorno,
perchè di me non me ne frega nulla, ma non devono toccare
te.
E tu non immagini quanto soffrirai con me. Perché
è un
oscenità questo nostro amore. Perché non potremo
mai
essere felici. Tu non lo sarai mai con le dita d'accusa contro di te.
Perché tu non riesci ad ignorare. Tu ci soffri. Tu non sei
come me. Io ti devo proteggere come ho sempre fatto. Dimenticandomi
di me. Così è sempre stato. E così
sarà
sempre.
Ora
sono tornato Alexander Kendall.
Ma
ancora per un po' vorrei essere egoista, solo per poche ore, in
solitudine. Solo per poco.
La
porta si apre rivelando il volto subito sorpreso dell'unica persona
che considero amico mio.
-
Lex...?- mormora Erik come ad accertarsi che sia veramente io quello
stravolto che ha davanti. Devo avere un aspetto pietoso sotto la
pioggia. Ma poco importa. Non sento nemmeno freddo pur essendo a
torso nudo e solo i jeans appiccicati alle mie gambe. I capelli sulla
fronte. Le gocce che mi percorrono il volto inespressivo. È
questo che spaventa di più Erik?
-
posso entrare?-
Senza
dir nulla apre di più la porta facendosi da parte. Ed entro.
Casa sua è calda e piccola, un buco d'appartamento, vive
solo
a quel che ne so. Non fa domande. Lo adoro per questo quel ragazzo.
Si limita a fare le cose più sensate nel modo più
semplice. Con un misto di dolcezza e di serietà assoluta mi
da
degli asciugamani e del ricambio completo. Sento mettere su del the
mentre io faccio una doccia calda...e smetto di pensare,
perchè
se penso risento il suo profumo, il desiderio di averla con me
ancora, di baciarla, di...no, basta. Tutto questo deve finire. Ma
ancora per questa notte voglio cullarmi con questo unico dolce
ricordo...l'unico, credo, della mia fredda vita.
Esco
dal bagno vestito e asciutto, solo i miei capelli sono bagnati ancora
e tutti spettinati, un asciugamano bianco e piccolo intorno al mio
collo. I vestiti di Erik mi vano a pennello, abbiamo circa la stessa
taglia. Ha preparato una coperta su una poltroncina, quella dove mi
siedo sempre ogni volta che vengo a trovarlo. Fortuna che nemmeno lui
cambierà mai. Grazie di esistere, permettimi di aggrapparmi
a
te in queste ore dove il mio cuore vaga per conto suo. Per domani
sarò quello di sempre. Solo domani. Gli trasmetto questo
muto
messaggio con uno scambio di sguardi significativo per entrambi. Mi
avvolgo nella coperta, sento freddo dentro di me. Mi adagio
comodamente nella poltroncina semplice e lui mi mette una tazza di
the fumante fra le mani.
-
è un vecchio rimedio ma sempre efficace!- dice col suo tono
tranquillo e amichevole. Dovrei accennare ad un mezzo sorriso a
questo punto ma proprio non ci riesco. Non ancora. Me ne sto zitto e
so che Erik come sempre capirà anche questo di me. Mi
starà
accanto silenzioso per tutta la notte, semplice e tenero,
gentilmente, come un amico vorrei che facesse. Mi conforta sapere di
avere qualcuno che mi capisce sempre e comunque. Io ho lui...ma Zena
chi ha? Questo mi spaventa. Zena chi ha? Nessuno. Sarà sola,
fragile e disperata per questo mio rifiuto incomprensibile.
Finalmente è riuscita a mostrare i suoi sentimenti,
sentimenti
che mai avrei pensato fossero tali...no, non è vero, devo
essere onesto con me stesso come lo sono sempre. Avevo sentito una
sorta di file elettrico che ci univa...più di come due
semplici gemelli sono uniti. Avrei dovuto immaginarlo, saperlo,
prevederlo...e non farla mai entrare nel mio letto questa notte. Ho
sbagliato tutto, è stata colpa mia, e lo sarà
anche ora
per quel che avverrà da qui in poi. Perché spero
che la
sua mente rimanga salda e che non faccia sciocchezze. Ma fra i due
quello forte sono sempre stato io. Calmo pacato, freddo, semplice,
eccentrico, nessuno mai mi comprende e nemmeno lei...solo Erik mi
comprende infatti non mi guarda nemmeno più. Spero che per
questa volta la sua mente non scappi, perchè se no la perdo
e
non voglio. Ma del resto devo farmi odiare da lei, altrimenti
verrà
scoperta, disprezzata, odiata, ripudiata, indicata come una creatura
blasfema ed oscena perchè è facile fermarsi alle
apparenze e giudicare....come odio la superficialità, eppure
ne è piena la gente. Io non posso far molto...solo farmi
odiare dalla mia piccola Zena, far si che mi dimentichi e che non le
succeda nulla di male, nulla per la quale lei poi crollerebbe
definitivamente. Ti darei la mia vita se servisse a qualcosa, ma in
questo momento non posso far assolutamente nulla. Devi trovare la
forza da sola in te. Io non ci sarò per sempre...acanto a
te....ma...oh, come vorrei fosse possibile. Ma due fratelli che
stanno insieme amandosi come verremmo hanno un destino pieno di
sofferenza a causa della gente che deve sempre giudicare come osceno
l'amore che non comprendono, giusto o sbagliato...puro e osceno,
molti credono di avere la risposta a questi quesiti. Ma in
realtà
nessuno ce l'ha. Io però non voglio che la mia piccola Zena
soffra per il resto della sua vita venendo additata come blasfema.
Perché tutti non ci vedrebbero come due ragazzi normali che
stanno assieme, ma come due fratelli maledetti e dannati, schifosi
che si amano. Certo, un ossessione...sarebbe solo un ossessione il
nostro amore...quanto è ignorante la gente. Il loro amore
verso chi amano non è ossessione perchè non hanno
legami e loro sono sempre nel giusto, ma se si tratta di qualcosa che
qualcuno che non hanno mai conosciuto dice che è sbagliato
allora non capiscono e elargiscono morte e giudizi sulle nostre
teste. Povera gente stupida....nata solo con la sua piccola
testa...morirà sempre sola con la sua piccola testa senza
capire mai il significato delle cose più grandi di loro.
Perché l'amore non può essere uguale per loro?
Non è
sempre amore? Amore che lega un uomo e una donna?
No.
Zena. Io e te saremo solo destinati a soffrire. Tu specialmente
perchè tu non riesci ad ignorare, non è vero? Non
voglio vedere i tuoi occhi pieni di qualcosa che non posso
cancellare. Non voglio che ti sporchino con le loro sporche parole.
Per proteggerti da tutto questo dobbiamo stare lontani.
-
Erik...conosci tu la differenza tra giusto e sbagliato? Tra bene e
male? Tra osceno e puro? Tra amore vero e amore ossessivo....o
falso?-
la
mia voce è poco più che un sussurro. Ma lui mi
sente e
riflettendo su ciò che ho chiesto capisce il punto di tutto
quanto. Con la sua voce sfumata e calda risponde:
-
non c'è differenza...ogni cosa è giusta e
sbagliata
insieme, il bene e il male sono sulla stessa linea, l'osceno e il
puro non si possono distinguere, solo qualcuno lassù ne
è
in grado forse, e ogni amore è vero, ma anche
ossessivo...invece quello falso non esiste. Siamo tutti uguali
secondo questa logica. Solo che certa gente ignora mentre altra apre
gli occhi.-
avevo
bisogno di questa risposta e sapevo che potevi darmela solo tu.
Grazie.
-
ma perchè non sono tutti come te, Erik?-
sospira...
-
perchè molti sono egoisti troppo presi da se stessi per solo
provare ad aprire la loro mente ristretta. Tutti hanno la risposta e
la verità alle tue domande, ma molti la fanno tacere per
paura
di molte cose senza capire che la giustizia non esisterà mai
finchè qualcuno crederà di poter decidere
ciò
che va premiato e ciò che va punito. Mettersi nei panni di
qualcuno cancellano la propria mentalità è
difficile e
faticoso, meglio continuare a vedere coi propri occhi di terreni.
Lex...gli uomini sono così imperfetti...ne fai parte anche
tu,
io Zena...ma per quanto facciano soffrire con questa loro
imperfezione sono tutti liberi...di decidere che fare col tempo a
nostra disposizione, liberi di soffrire e far soffrire, di subire o
di non subire, di farsi influenzare o no, di accusare o venire
accusati....insomma la libertà è
infinita...esisterà
fino oltre l'esistenza dell'uomo stesso. Se ci si aggrappa ad essa
diventiamo immortali tutti. Non credi che pensando in questo modo la
visione della vita, della gente e delle cose cambia completamente?
Quelli che ti sono sembrati impossibili da abbattere, diventano
subito piccoli ostacoli insignificanti. Non credi?-
non
credo di dover ringraziare nessuno...non l'ho mai fatto
perchè
non credo nella grazia o che esista veramente qualcuno da ringraziare
per questa vita che conduciamo io e Zena. Ma l'unico che si merita
questa mia parola che mai è uscita dalle mie labbra
è
lui. Perché lui non può essere un semplice umano.
Ma è
di lui che ho bisogno io e che avrebbe bisogno anche Zena per capire
molte cose.
-
grazie- solo questo posso dirgli. Era questo che volevo sentire. Che
mi ricaricherà. Grazie di essere sempre dalla mia parte e di
avere sempre le parole giuste al momento giusto. - amico mio.-
per
la prima volta capisco anche il vero significato di questo
nome...amico...già. ma Zena da chi mai le potrà
sentire
queste parole?
Sono
preoccupato.
***
ho
caldo?
Ho
freddo?
Cos’è
questa sensazione? Io non la conosco… non la capisco. Come
si
chiama? Da dove proviene? Perché sto sentendo…
questo?
CHE
DIAVOLO E’, DANNAZIONE!
Mi
prendo la testa tra le mani. Mi fa male, batte… come se un
centinaio di tamburi suonassero dentro essa. Non mi sono mai sentita
così. Mi sento male.
Mi
guardo un attimo intorno. Come ci sono arrivata in camera di Lex?
Cosa…
Ed
è un attimo.
Mani
tra i miei capelli, a lisciarli e ad accarezzarli.
Gambe
accanto alle mie, massicce e calde.
Bacino
contro il mio, a muoversi appena sciogliendomi qualcosa dentro.
Petto
robusto di giovane maschio a premere piacevolmente contro i miei
seni.
Respiro
leggermente affannoso sul mio viso.
Labbra
sotto le mie, a baciare avide e saporite. Un bacio incredibilmente
bello. Passione… tanta.
Occhi.
Blu.
Capisco.
E urlo.
Perché?
Perché? Perché? Perché?
Perché mi ha
lasciato fargli quello? Perché ha lasciato che lo baciassi,
che lo toccassi così avidamente? E poi…
perché non mi
ha respinta subito, ma mi ha voluta tenere accanto a se per qualche
splendido attimo… abbracciandomi, accarezzandomi…
baciandomi come
solo lui può fare?
Eri
un po’ eccitato, fratellone? Ti annoiavi ma ce lo avevi
eretto e
hai ben pensato a come ci si deve sentire a sfondare tua sorella?!
No… lo sto incolpando di qualcosa che non è suo.
Lui… non
è così. Lo so bene. Sono io qui la puttana.
Cazzo…
Io
stanotte non avrei fatto l’amore con Lex. Io
l’avrei scopato.
E
mi sarei fatta scopare, godendo spudoratamente.
Avrei
graffiato, avrei urlato, avrei morso e sarei stata capace di fare di
tutto. DI TUTTO! Dio, che egoista. E non l’avrei fatto per
lui. ma
solamente per me. perché io sono stanca di tutto questo. Del
nostro fingere. Io volevo davvero, desideravo solo provare un
maledetto orgasmo per merito suo, e non per allucinogeni e
l’immagine
di Lex sovrapposta a quella di altri.
Mi
sarei fatta volentieri sventrare.
Mi
prende un conato e corro in bagno a vomitare. Vengo scossa da
violenti attacchi e continuo a tossire. Crepa puttana…
crepa, ti
prego!
Prima…
ero disposta a tutto. Avevo spento completamente il cervello, mi ero
liberata di tutto e di tutti, anche di quelli a me più cari.
Aveva smesso di importarmi degli altri, di mamma e
papà…
perfino di Selene. E, per quanto mi faccia rabbia questa
cosa… io
ero felice. Come non lo ero mai stata. Ma… Dio! Mio
fratello… il
mio gemello… e pensavo solo a come sarebbe stato bello
sentire il
suo orgasmo dentro di me. per sporcarmi del tutto. Ma di gioia,
questa volta. Solo di gioia. Volevo solo sentire quel suo splendido
membro vicino… volevo godere con lui. volevo… Lex.
PUTTANA!
Quasi
mi affloscio davanti allo specchio, ma riesco a scorgere la mia
faccia. È tutta impiastricciata di lacrime e sono
pallidissima. Ho gli occhi grandi, allucinati, rossi e profonde
occhiaie. Le mie labbra sono state morsicate a sangue, da
me… lo
so… e un po’ di bile mi cola ancora dal mento.
Guardo appena il
rubinetto per lavarmi. Ma poi mi passo una mano tra i capelli e li
sento sconvolti, arricciati e pieni di nodi. E mi rendo conto che non
me ne può fregare di meno.
Improvvisamente
sento una grande calma dentro di me. Sospiro e mi avvio alla porta.
So bene che non è normale, passare da una fase
così
violenta a una calma talmente placida, ma non ci sto molto a pensare.
Non
indosso ne le scarpe ne qualcosa per uscire, anzi resto solo con
questa camicia da notte larga, rovinata e mezza slacciata e non mi
preoccupo neanche dell’ombrello, tanto i tuoni neanche li
sento
più.
-
Zena? - la vocina di Selene mi fa appena girare verso di lei. Sta
sull’entrata con il suo pigiamino di Kenshiro e un pupazzetto
dell’Uomo Tigre penzolante tra le mani. Si strofina
l’occhio
assonnata e sbadiglia. Sorrido appena, ma mi volto – dove
stai
andando?
-
a fare un giro… - bisbiglio e chiudo a chiave la porta alle
mie
spalle.
Vedo
la mia faccia riflessa in una pozzanghera. Alzo un sopracciglio. E la
uccido, saltandoci sopra e proseguendo. La pioggia cade e fa aderire
il leggero abito al mio corpo e i capelli, completamente fradici mi
si appiccicano al viso cupo. Ho la sensazione di poter apparire come
un spettro. Macchè… sono così
sbagliata che non avrei
alcuna possibilità di farlo, all’aldilà.
Penso
a un attimo da quanto tempo cammino. Il tempo è volato, e io
neanche me ne sono accorta. Alzo le spalle – tanto meglio
–
sussurro tra me e me.
E
poi lo vedo, stagliarsi davanti a me.
È
un piccolo parchetto come tanti altri in questo quartiere.
Ma
a me piace ugualmente. Non ha niente di particolare in se,
tutt’altro
è piuttosto vecchio e malconcio. Ma in se custodisce tutti i
ricordi della mia amata infanzia. Quanto mi manca quel periodo di
giochi spensierati e risa entusiaste per un nonnulla. Cammino
finchè
non riesco a sedermi su una vecchia altalena, un po’ stretta
per
me. appoggio la testa alla corda e mi dondolo un po’. Ricordo
che
da piccola ci salivo sempre e che Lex mi spingeva in alto
“più
su, fratello… voglio andare più in alto! Forse
poi riesco a
salutare un angelo!” e lui mi sorrideva innocentemente e
rideva
“prendila, Zena… portami una nuvola che poi ne
farò tesoro
e te la regalerò!”
Allungo
un braccio verso l’alto. Ora il cielo lo sento
così lontano…
-
mi dispiace, Lex… non avrai mai la tua nuvola… -
Dio…
abbandonami.
Il
sole non è tornato anche se è giorno…
piove ancora
più forte e c’è vento, ma non ci bado.
Guardo un
secondo i miei piedi, sono pieni di fango e sangue perché mi
sono tagliata un paio di volete. Mi scappa da ridere perché
non sento dolore. Poi rialzo lo sguardo e continuo a camminare
imperterrita seguendo la mia strada. ho deciso che non mi va di
rinunciare. Per una volta… io voglio lottare! Voglio
dimostrare che
i miei sentimenti per quanto terribili sono sinceri e puri come una
qualunque altra forma d’amore.
-
signorina… tutto bene? – sorrido sorniona alla
anziana signora
all’angolo e passo avanti, senza degnarla di molta
considerazione.
Sono solo un altro paio i passanti che si curano della mia
situazione, i restanti mi ignorano semplicemente. È strano
che
ciò non mi provochi rabbia, dopotutto io ho sempre detestato
non essere al centro dell’attenzione, fin
dall’asilo. Ma si sa
com’è… una volta che si viene lasciati
dalla persona più
importante… tutto il resto perde la sua importanza.
Finalmente
mi trovo davanti all’edificio scolastico. La pioggia non
smette di
scendermi dal viso, sento il mio respiro affannoso e immagino il mio
aspetto sia spettrale. Ma, davvero… non me ne sbatte un
cazzo!
Qualche
compagno mi riconosce e mi si fa intorno. Parlano… ma non li
capisco… sembra quasi parlino una lingua a me sconosciuta.
Quasi un
brusio nel mio cervello. Scorgo la ragazzina di ieri, che mi pare si
chiami Elizabeth, portarsi le mani sulla bocca, placando un urlo. Le
faccio ciao con la mano e lei sbianca, quasi come se fosse un morto a
salutarla. Ridacchio. Divertente. Miles mi si avvicina con un
ombrello e una faccia scocciata – che diavolo fai cretina,
sei
impazzita? Ti sembra il modo di arrivare? – lo guardo appena,
togliendomi una ciocca di capelli dal viso. E gli sputo in faccia.
Vado
avanti ma credo dietro di me l’intera squadra di football si
stia
raccogliendo introno al proprio capitano, neanche fosse su punto di
morte. Non che la cosa sia poi differente per me.
Poi
sento il rombo di una moto e lo vedo arrivare. Mi volto e vedo Erik
con lui, che si toglie il casco e smonta dalla sella. Mi guarda e
sbarra gli occhi. credo bisbigli il mio nome ma non gli do retta. I
miei occhi cadono subito su di lui. Lex se ne sta seduto sulla moto,
con uno sguardo altero, il casco tra le mani e non si preoccupa
affatto neanche lui della pioggia.
Io
sorrido – ciao, Lex – lui non dice una parola, il
suo sguardo non
muta, non si muove. Sembra una statua. E improvvisamente risento i
brividi di questa notte, il gelo… e la follia di tutto
– avevi
detto che mi avresti sempre protetta! – urlo, portandomi le
mani
tra i capelli, tirando – avevi detto che sono la cosa
più
importante per te! Sei un bugiardo! Sei un maledetto vigliacco!
–
urlo questa ultima parola con tutta la voce che ho, mi esce un tono
roco… strozzato e le lacrime cominciano a scendere copiose
–
perché mi hai lasciata sola, ieri notte? – sembra
quasi che
ci siamo solo io e lui, nel cortile… tutti gli altri non
sono che
ombre – perché mi hai tenuta in quel modo per poi
respingermi? Sei un bastardo! Io credevo in te! Io… voglio
credere
in te… io non voglio separarmi da te… tu sei
tutto per me –
biascico. Erik mi si avvicina e mi afferra per un braccio tentando di
placarmi, ma lo scaccio via con una manata e ricomincio a parlare,
avvicinandomi a mio fratello – Lex… ti prego non
lasciarmi… -
non mi importa di sembrare pietosa… non mi importa di
dimostrarmi a
tutti per quello che sono in verità… -
Lex… - singhiozzo.
Mio
fratello però mi guarda e non dice una parola. Io tendo una
mano verso il suo viso… ma lui… mi uccide
– non toccarmi –
due parole… due soltanto. Ed è come se mi
avessero
martoriato l’anima.
Non
riesco a dire nulla, boccheggio inutilmente. Lex afferra Michelle,
accanto a lui e la bacia, profondamente. Io ho un sussulto ma non
faccio ancora nulla.
-
non mi importa di te, Zena… - dice lui – avevo
solo voglia, punto
e basta - no no no no no no no no no no no no – tu non mi fai
alcun
effetto… non sei buona neanche come buco… - no no
no no no no no
no no
lui
continua a stringere Michelle a se, lei voluttuosa lo abbraccia
stretto… come ieri facevo io. Lui la accarezza
tutta… come aveva
fatto a me… le loro lingue spudorate giocano…
come ieri avevamo
fatto noi…
-
SMETTILA! SMETTILA!
Lui
alza solo un sopracciglio, si infila il casco e fa salire Michelle
sulla moto – sparisci – sibila e parte sgommando.
Sento
solo qualcosa che va definitivamente in frantumi.
E
poi tutto si fa buio.
***
Così.
Così.
Così.
Ecco
fatto. È stato facile, come ogni cosa che faccio. Non ci
è
voluto nulla, in fondo, come al solito è bastato circondare
il
mio cuore con il mio ghiaccio consueto e fare il bastardo.
Perchè
è da una vita che lo faccio e a questo punto è
l'unica
cosa che sono in grado di fare bene. Il bastardo con tutti. E
vincere. Anche quello mi riesce bene.....ma ora non mi sento un
vincente. Ora mentre corro via a tutta velocità sulla moto
con Michelle dietro che mi si stringe, non mi sento un vincente.
Quello che mi sento ora dopo aver abbandonato mia sorella in quelle
condizioni là, dopo averle detto quelle parole ciniche, dopo
essermi fatto odiare da Zena, averla rifiutata e disprezzata come
volevo per proteggerla...quello che mi sembra di essere ora non
è
un vincente perchè ho fatto quello che mi ero
prefissato....mi
sembra di essere solo un perdente....per la prima volta in vita mia.
Perchè senza di lei io sono solo questo. Un perdente.
Ma
l'importante è che io sia sempre gelido, che mi controlli e
che faccia quello che è da fare.
Mia
piccola Zena....non capirai...lo so...anzi, spero che un giorno
riuscirai ad odiarmi come è giusto che sia...ma questo
è
l'unico modo che mi rimaneva per proteggerti. Perchè tu non
riesci ad ignorare come faccio io. Perchè tu sei umana, io
invece ormai non lo sono più da tempo. Prima quando ti ho
visto in quelle condizioni avrei voluto solo abbracciarti e scaldarmi
col mio corpo caldo. Sentirti su di me....avrei voluto cancellare
quella tua espressione. Perchè sei venuta a scuola davanti a
tutti? Così forse questo sacrificio di farmi odiare da te
sarà
vano lo stesso....perchè quella a venire disprezzato non
sarò
io ma tu. E io non voglio vedere questo. Non voglio.
Basta
lacrime sul tuo volto.
Basta
occhi blu oscurati dal velo.
Basta
sconvolgimenti della sua espressione.
Basta
pietosità sul tuo corpo.
Basta
umiliarsi in quel modo.
Non
dovrai più farlo.
Ti
proteggerò ancora. E ancora e ancora.
È
l'ultimo modo che ho per farlo.
Accelero
il motore arrivando ad una velocità mai avuta...Michelle mi
grida qualcosa che non sento. Questa donna....sarà con lei
che
il mio animo tornerà completamente quello di sempre. Altero,
freddo, staccato, amante delle sfide. Tornerò un vincente.
Anche
se in realtà so di non amare questa donna, so che quello che
voglio veramente non lo raggiungerò mai con lei, con
Michelle....lo farò lo stesso....perchè devo
sfogarmi e
solo un corpo di donna in questo momento può darmi questo
sfogo di cui ho bisogno.
Ora
e subito.
Guarda
Zena....guarda quanto ti odio....quanto sono bastardo....prova
repulsione per me...allontanati.....non avvicinarti più....e
sii felice senza di me....perchè solo separati potrai
esserlo.
Perchè
oltre ad amarci siamo fratello e sorella di sangue....e tu nella
società soffrirai se starai con me mentre gli altri ti
additeranno condannandoti.
Arrivo
a casa sua e freno lasciando un notevole segno di gomme sull'asfalto
bagnato....per poco non cadiamo entrambi. Continua a piovere
forte...per quanto ancora pioverà? Per quanto? Scendo dalla
moto insieme a lei, ci togliamo il casco e senza dir nulla le prendo
la mano ed entro in casa. Lei vive sola in una appartamento molto
costoso, la sua famiglia ha abbastanza soldi per darle tutto quello
che vuole....e siccome le serviva un posto dove stare da sola e fare
la puttana ogni tanto, non ha esitato a chiedere i soldi per viverci
da sola. Non fa un colpo, questa qua....solo farsi sbattere da me. Ma
è questo che voglio fare anche oggi. È questo che
voglio fare sempre...trovare uno sfogo in un buco e poter chiudere
gli occhi e credere di riuscire a sciogliermi fra le braccia della
donna che amo veramente. Immaginare di poter essere con Zena.
Siamo
bagnati entrambi e quello che voglio fare è talmente chiaro
che lei non si perde in chiacchere....è questo che mi piace
di
Michelle...che nel momento del bisogno, quando deve farsi sbattere da
me se ne sta zitta e si fa fare ogni cosa....potrei anche ucciderla
in quei momenti che lei goderebbe lo stesso solo perchè sono
le mie belle mani a donargli l'oblio eterno.
É
bella Michelle...un corpo adulto e maturo che gli uomini sognano
sempre. I suoi boccoli neri come la pece dai riflessi rossi arrivano
fino a metà schiena, sono pieni d'acqua e gocciano sul
pavimento come i nostri abiti strafondi. I respiri sono corti.
Facciamo in tempo ad arrivare in camera sua senza azzardare mezza
parola, poi l'afferro con forza per i polsi attirandola a me.
Profuma...la sua pelle bagnata e lucida profuma piacevolmente,
m'inebria....si....è quello che devo volere. Ho bisogno di
scaricarmi...questo corpo è adatto, è solo un
corpo,
uno splendido corpo, il corpo più bello della
città,
non solo il suo....siamo i due bastardi più splendidi e
desiderati del nostro quartiere....invidiati e ammirati...rispettati
perchè averci come nemici è terribile...avere me
come
nemico è terribile. Siamo adatti noi due....devo convincermi
di questo, perchè è lei che DEVE essere il mio
futuro.
DEVO cancellare l'altro...quello che sarebbe potuto essere con
lei....con la mia piccola...fragile...meravigliosa...Zena.
Al
suo nome affondo la mano fra i capelli bagnati di Michelle portando
il suo viso al mio e con rabbia la bacio, una rabbia che arriva dalla
viscere, la bacio con gli occhi aperti perchè devo vederla,
devo rendermi conto che è Michelle e non colei che vorrei
fosse. L'altra mano la faccio correre sulla sua schiena arrivano al
suo sedere sodo, stringo con forza tirando anche i capelli, giochiamo
con la lingua, lei non sorride più...non è il
solito
modo spento di baciarla, questo...se ne è accorta....questa
è
rabbia....rabbia per me stesso, per la gente che non capisce e che
giudica, rabbia per la vita che ci è stata assegnata, rabbia
perchè la puttana che stringo fra le braccia con troppa
forza
non è quella che vorrei fosse. I miei occhi rimarranno
aperti
per tutto il tempo in cui me la scoperò. Perchè
con lei
riesco a fare solo questo.
Rabbia
e foga, forza, durezza, gelido ma infiammato. Comincio a spogliarla,
le tolgo la camicetta sottile che indossa strappandole i bottoni,
prendo fra le mani i suoi seni pieni circondati dal reggiseno di
pizzo nero, sensuale come tutto il suo corpo. Li alzo schiacciandoli,
mentre esco con la lingua dalla sua bocca aperta e scendo sul collo
liscio, bevo l'acqua della pioggia che trovo sul mio percorso arrivo
alle spalline del reggiseno e coi denti gliele abbasso. Vedo la sua
pelle color pesca, il suo collo sottile, il suo petto prosperoso
alzarsi e abbassarsi, è già eccitata? Febbrile mi
toglie la maglia attillata che avevo e mi accarezza con le sue unghie
lunghe le spalle e la schiena dai muscoli tesi. Infilo la mano sotto
la sua gonna corta, la sua immancabile gonna corta. Ha le
autoreggenti e gli slip in coordinato con il reggiseno donandole quel
tocco di adulto che comunque non le mancherebbe. Mentre la stimolo
come solo io riesco a farle, osservo la sua espressione già
abbandonata. Quella espressione la vorrei vedere solo su un
persona...vorrei dare queste sensazioni solo ad una persona, vorrei
che me le trasmettesse a sua volta solo una persona. Quella persona
che ora per colpa mia soffre e odia. Pensando a lei la mia rabbia si
ingigantisce e affondo le dita in Michelle con forza strappandole un
grido soffocato. Alzo l'altra mano libera e la infilo fra le sue
labbra e lei comincia a succhiare....brava...come una cagna in
calore...la butto nel letto separandomi brevemente da lei, mi spoglio
del tutto da solo poi vado su di lei e faccio lo stesso col suo
corpo. Per me è solo quello.
Un
corpo da usare per i miei istinti.
Per
rito la bacio, non le ho ancora staccato gli occhi di dosso...come
è
diversa da Zena....mi accarezza il corpo con le sue mani mentre
intreccia le gambe alle mie. Schiaccio il suo bel corpo con il mio
fino a sentire ogni sua parte a contatto. Mi bacia il collo, scende
giù, il petto. Scende ancora...si...da brava....arriva a
toccarmi con la sua lingua da puttana in ogni parte. Non riesce...non
riesce ad eccitarmi come lo ero ieri sera...come quando erano le mani
di Zena ad accarezzarmi, come quando era la sua lingua a giocare con
la mia, come quando avevo lei fra le mie braccia. Non le provo le
stesse sensazioni.
Con
gesti secchi privi di delicatezza la spingo sul materasso di nuovo
facendola stendere. La immobilizzo sotto di me e con aria
pericolosa, un espressione che non dovrebbe comparire negli occhi di
un uomo che sta per far sua una donna, entro in lei con forza e
violenza. Non li chiudo nemmeno ora gli occhi, la vedo soffrire, le
escono le lacrime e grida....le tappo la bocca con la mai bocca
succhiandole avidamente la lingua, poi vado sui suoi occhi bagnati e
lecco le sue lacrime salate. Non mi trasmette nulla. Si abitua a me e
comincia a provare piacere, io mi muovo in lei senza sentire nulla,
solo una grande rabbia dentro perchè non è
lei....non è
lei che voglio, ma invece è solo lei che posso
avere....maledizione è solo lei che posso permettermi di
avere, un contenitore vuoto, un buco che non mi attrae. Ma allo
stesso tempo un buco che permette di sfogarmi quel che basta per
continuare a mantenere il controllo di me.
Quel
che faccio lo faccio sempre e solo perchè lo desidero....non
dirò mai:
'non
volevo....' perchè invece voglio sempre....
la
penetro, esco e torno ad entrare, occhi sul suo corpo femminile, un
rito che non mi dice nulla.
Non
sento.
Non
sento nulla.
Non
provo quello che vorrei.
Non
mi basta.
Non
è quello che ho sentito e che potrei sentire con lei.
Non
è lei.
Non
mi basta.
Non
mi aiuta.
Non
mi sfoga.
Sono
troppo pieno di lei.
Sono
troppo ossessionato dall'amore che sento per quella donna.
Sono
troppo allucinato.
Sono
troppo freddo.
Sono
troppo logico.
Non
provo sensazioni per questa troia che mi sto scopando.
Non
c'è....non c'è nulla.
Lei
gode nella mia violenza, lei gode a vedermi così tormentato
e
furente, lei gode nel farsi sbattere così da me. Lei gode ad
avermi e a non darmi agli altri. Lei gode nella sua illusione. Lei
non capisce, è per questo che gode. Lei è stupide
e
vuote e gode. Io non ci riesco. Perchè? Perchè tu
non
sei lei? Perchè non puoi darmi almeno un millesimo di quello
che mi da lei? Perchè non riesci a scaricarmi.
Veloce....sempre di più....sempre di
più....ancora e
ancora.
Ti
piace? Bene....imprimiti nella memoria ogni singolo atto di questo
sesso vuoto perchè non ne avremo altri.
Mi
graffia la schiena avvinghiandosi a me con tutte le sue forze.....le
piace....senti la sua voce.....la vedo....la vedo così presa
da me e in me.....che mi fa senso...riesco a dare delle cose
così
forti che non capisco. È colpa di tutta la gente come te che
le basta questo, che le basta la superficie, che ama giudicare, che
pensa che l'amore non esista e che ossessione e amore siano due cose
distinte.....è colpa di gente come te, Michelle se io e Zena
saremo destinati a stare lontani. Due anime separate che mai potranno
ricomporsi.
Addio
anima unica.
Addio
anima mia.
Torna
a casa tua, ti aspetterà un altro che forse
riuscirà a
renderti felice ma mai quanto sarei riuscito a farlo io.
E
Michelle gode, persa in me, chiede di più, dice che non ce
la
fa....lo vuole ancora.....ed io glielo do.....troia esaltata,
disprezza la gente pura, macchiata come sei non vivrai mai veramente.
Non soffri, tu, eh? Non capisci cosa sento dentro. Fai del sesso con
me e su di me ma non sai mandar via quel che sento, non sai darmi
quel che voglio, non sai calmarmi, non sai che cosa sento. Forse un
giorno ci sarà uno scambio naturale di energie e quella
rabbia
che c'è nel cuore delle persone diventerà forse
amore.....ma non fermarlo mai.....mai....questo sentimento di
rivalsa, di odio, di energia, di rabbia....non fermare mai quello
che sento.....non fermare mai quello che senti, Zena.....provale
sempre, qualunque cosa tu abbia dentro....continua a vivere anche
senza di me, non fermarti mai.....non fermarlo mai l'amore che senti,
non farlo mai.....oh...mai...
Veloce
e forte, entro ed esco....violento, aggressivo, pieno di un qualcosa
che non so definire. Con gli occhi aperti la vedo soffrire e non
più
godere...a fatica apre gli occhi e mi vede....non mi riconosce
più....non sa chi sono...è spaventata.....non mi
vuole
più....nelle mie labbra, nei mie occhi legge un altro nome,
un
altra donna, un altro amore finito ma vero.
Chi
sono?
Non
lo so nemmeno io.
Forse
sono solo un bastardo che odia e che infliggerà ancora dure
lezioni e sconfitte a tutti per l'odio che sente.
Addio.
Ho
perso il cuore tempo fa....molto tempo fa....quando mi sono reso
conto di amare Zena....
Finalmente
mi fermo. Ansimiamo e lei piange.....io non sono pentito
perchè
quello che mi muoveva era odio....odio perchè Michelle
sarà
una di quelle che disprezzerà Zena fino a darle della
puttana....ma la vera puttana è lei, non la mia piccola
Zena.....l'odio verso tutti e me stesso per primo...perchè
nelle vene ho il mio stesso sangue.
Perchè
ancora una volta ho pensato a lei e sono uscito di me non
controllandomi più. Avrei potuto uccidere Michelle sapendo
quello che pensa di Zena e non me ne sarei mai pentito....nemmeno ora
me ne pentieri.
-
Cosa ti è preso? Cosa?-
piange
ed è terrorizzata.
Io
mi alzo e prendo a vestirmi. Torno in me. Freddo e glaciale, ironico
e vincente. Indifferente alla vita. Con un unico obiettivo.
Proteggere
Zena.
Michelle
non mi riconosce e grida sconvolta:
-
tu....cosa è successo ieri sera? Perchè prima
è
venuta tua sorella e ha fatto quella scenata di gelosia? E tu
perchè
hai fatto così? Perchè hai detto quelle cose?
Chi
credi che io sia per trattarmi così?-
Io
ormai sono pronto, non ho ascoltato bene quello che ha detto....per
me lei è nulla....mi giro e la fisso dritto negli occhi con
questo sguardo diretto e penetrante che fa sempre troppo male.
Composto e per nulla turbato rispondo:
-
una puttana.-
lei
rimane colpita, come se l'avessi schiaffeggiata. Poi si alza e
arrabbiata mi tira uno schiaffo.
-
tu e tua sorella siete pazzi....blasfemi....osceni....siete
osceni....fate schifo....-
a
me può dire quello che vuole, non me ne importa ma di Zena
non
deve dire assolutamente nulla.
L'afferro
per i polsi mettendoci troppa forza, le faccio male e la fisso freddo
con due lame blu al posto degli occhi. Dietro a queste lame blu cosa
c'è? Cosa si può leggere? Solo Zena è
riuscita a
leggerci.
-
non dirlo mai di lei....non azzardarti...se lo ripeterai ti
ucciderò...-
questa
non è solo una minaccia. Lei impallidisce e tutta la sua
rabbia scema in un terrore senza fondo...deve aver provato a leggere
dietro a questi miei occhi blu....e deve avervi trovato
l'oscurità
che mi sta mangiando. Oscurità che senza Zena
diventerà
sempre più grande.
La
mollo e lei crolla a terra.
Per
un po' se ne starà buona.
Senza
aggiungere o fare altro esco di casa e sulla mia moto corro gelido
come prima per la città.
Non
mi interessa nulla di me.
Basta
che non tocchino lei....o saranno finiti.