LOSE YOURSELF
CAPITOLO XI:
FORTUNA
IMPERATRIX MUNDI
/Poichè
la sorte abbatte I forti con I colpi del suo dado/
-
Il tempo non esiste, è solo una dimensione dell'anima . Il
passato non esiste in quanto non è più, il futuro
non
esiste in quanto deve ancora essere, e il presente è solo un
istante inesistente di separazione tra passato e futuro -
La
voce di Yan era fanciullesca e melodiosa, una sorta di cantilena
dettata da una mente che viaggia in mondi remoti ove nessuno
può
raggiungerla.
Aveva
tanto fatto finchè aveva vinto. Era riuscita a trascinare
tutto il gruppo in un pic nic nel Bosco Sacro. Non era molto saggio
ma con Kinkaid al fianco potevano affrontare qualunque mostro e
pericolo…non perché lui li sconfiggesse
sicuramente o perché
li facesse sentire sicuri, solo perché lui era
l’essere più
pericoloso in circolazione, dopo Jago e, avendoci a che fare in
continuazione, certamente qualunque cosa poteva essere sopportabile
al confronto.
Stephan
aveva cucinato diversi manicaretti posati tutti in un cestino, come
aveva sempre sognato fare, su suggerimento della madre adottiva Yan,
con la quale andava perfettamente d’accordo.
Tutti
seduti sulla coperta stesa sul prato litigavano amabilmente per ogni
sciocchezza. Ma sotto sotto erano felici e contenti ….molto
sotto!
Non
si capiva bene in quale personalità fosse calata Yan, ma la
sua mente sempre poco affidabile snocciolava frasi ad effetto molto
strane che lasciavano i ragazzi increduli. Profonde e belle senza
dubbio…se lei fosse stata normale. Dal momento che non lo
era si
chiedevano chi fosse in realtà e come facesse a dire certe
cose. Magari aveva poteri preveggenti o cose simili. Tipici di una
sacerdotessa insomma…magari era una lontana parente della
precedente ora scomparsa!
-
Cerca il possibile nell'impossibile...seguilo impassibile, scoprirai
un mondo incredibile.-
Stephan
rapito dalle perle di saggezza della bella donna, quel giorno
appariva sereno e limpido, più del solito. Nessuna lacrima o
minaccia di terrore acuto lo sporcava.
Stava
bene.
Poi
lei si alzò e cominciò a camminare girovagando a
caso.
Sembrava innocua, non credevano di doverla seguire attentamente.
Aveva gli occhi dorati dalle pupille tipiche dei gatti mentre
guardavano al buio, totalmente dilatate. Ma sapevano che non vedeva
nulla. Per l’occasione indossava uno dei suoi sexy mini abiti
borchiati stile lady dark.
I
capelli le erano cresciuti parecchio rispetto alla
“rapata” con
cui l’avevano vista la prima volta.
Non
dava pensiero.
Ne
erano convinti e si dedicarono ai loro discorsi insulsi.
Non
si accorsero che la voce adolescenziale dell’adulta
canticchiava
frasi sconnesse sempre più lontano.
-
Trasformazione interiore
Volo
del subconscio
Nel
bagliore dei campi di fuoco
Nella
distanza di prati di nebbie
Dove
l’anima della ragione è stata avvolta nella notte
completa
L'evanescenza
dell’amore, vita e luce -
Note
uscivano dalla sua gola e le labbra nere e lucide protese verso
l’alto in un canto baciato all’aria, in
ringraziamento agli
elementi della natura.
-
fuoco vendetta. Ghiaccio morte e sacrificio. Luce vita. Ibrido
rinascita. Lacrime pace. -
Elementi
naturali un po’ strani, o profezie altrettanto insolite. Che
udirono e non udirono, ma che sarebbe stato importante imprimere
nelle loro menti.
-
gioia per tutti
Nessun
controllo!
Libertà
per tutti
Corpo
e anima! -
Un
attimo. In un attimo la fortuna può girare, cambiare,
marcire,
ammazzare.
Una
persona può avere nelle sue mani le redini di questa
fortuna,
eppure senza essere forte, intelligente ed importante nel gioco della
ruota del fato. Se la persona è uno stolto accade
l’inevitabile, la maledizione, l’antecedenza
all’apocalisse.
Sale
sulla ferita.
-
La nebbia si fa densa, l'oscurità cala, il male dorme, la
foresta chiama-
Un
mormorio inconsulto, inudibile, sussurrato appena. La voce non
cantava più e la luce della pazzia si fece densa cambiando
in
tetra e cupa pericolosità palpabile.
La
nebbia calò nella mente di Yan che vide l’essere a
pochi
metri da se.
Flash.
Passato.
Ultimi
attimi di sanità mentale.
Violenza.
Intimità
e purezza sconsacrata, strappata, calpestata per il piacere sessuale
e carnale di un lurido maiale.
E
il tutto che torna nei dettagli, con dolore, come rivivesse ogni
singolo attimo.
Occhi
azzurri senza pupilla. Pelle bianca. Una razza maledetta.
-
le emozioni scorrono profonde come un oceano che esplode -
Il
violentatore. Il padre del suo bambino assassinato e annegato da lei.
La
fonte del suo dolore.
E
le spalle che si fecero carico dei peccati creduti suoi. Solo suoi.
In realtà di un essere sporco senz’anima quale
l’anonimo
cacciatore era.
-
Sconsacrata dall'infernale
Siamo
catturati per sempre
Dall'abbraccio
della morte -
Yan
si lasciò cadere in ginocchio,schiacciata dal peso e dal
dolore di quei peccati che gravavano sulla sua anima. Acuto e
lancinante.
Le
gambe e la sua femminilità che tornavano a pulsare. Lacrime
che scendevano sui suoi occhi, pupille scomparse in un dorato troppo
grande per essere contenuto. O troppo piccolo per orbite
così
aperte.
Mani
nei capelli, sulle tempie, ai lati del viso, sopra le orecchie.
Capelli strappati dal capo. Ciocche che volavano
via….via…fino a
raggiungere un gruppo di persone amiche.
E
il rialzarsi in piedi, la voce che non riesce ad essere altro che un
sussurro. Avvicinarsi a lui immobile che ancora non riconosce o non
ricorda.
Posare
le mani ai lati del volto dell’uomo, visi attaccati. Occhi
negli
occhi.
Il
lampo nitido della pazzia che viene trasmesso a lui. Lui che urla.
Lei che non fa nulla se non toccarlo, se non trasmettergli i suoi
pensieri e le sue sensazioni, il suo dolore. Lui che non regge e
urla. Urla e urla facendo arrivare di corsa Kinkaid e gli altri.
Assistere alla scena inermi, senza capire, senza sapere.
Sensazione.
E
un sussurro profondo, cavernoso, come una maledizione, una voce
interna piena di odio, nero potere, pericolosità concreta.
-
ti maledico cacciatore. Te e la tua razza che peccate e sporcate il
mondo. Che la mia morte ricada sulla tua testa e su quella dei tuoi
simili. Cacciatori e Osservatori insieme hanno contribuito alla
decadenza e pagheranno tutti quando i 5 angeli della profezia saranno
pronti. La morte accoglierà voi come ora accoglie me. -
Non
era sua, quella voce, non erano sue quelle parole. Era una voce
maschile tenebrosa terribile spaventosa.
Brividi
in tutti gli ascoltatori. E non loro gli unici spettatori alla scena.
Altri occhi azzurri.
Un
Jago nascosto nella boscaglia fitta che sentiva pur sapendo il peso
di quelle parole.
Stolto
ignorante dalla piccola mente, era la causa di quella pazzia, di
quella maledizione.
Yan
si staccò lasciando ancora tutti impietriti. Si
voltò
come cambiasse ancora persona, come se il demone che si era
impossessato di lei e dei suoi occhi dorati, mutati in bianchi privi
di iridi e pupille, se ne fosse andato lasciandola tornare alla
normalità.
Svanire.
Prima con la mente, poi con l’anima, poi col corpo.
E
solo un ultima frase. Solo due ultime frasi.
-
non c'é nessun paradiso di splendente gloria e nessun
inferno
in cui i peccatori bruciano
Qui
e adesso é il tuo giorno di tormento!
Qui
e adesso é il tuo giorno di morte! -
-
La vita fugge, non cercare dunque più di quanto ti offre la
gioia del momento e affrettati a goderla -
E
ancora, si avvicinò camminando stanca, pesante, sfinita. Le
lacrime non scendevano più.
Lasciò
il cacciatore, che corse via terrorizzato.
Lei
andò dai 4 ragazzi; diede una carezza ciascuna sulle loro
guance come una madre, infine mormorò serena, ma con la luce
della pazzia viva in lei:
-
Continuate a splendere anche per me così anche voi alla fine
potrete gridare orgogliosi che nella sfida più grande
chiamata
vita voi c'eravate e l'avete vinta. -
Poi
sparì. Il nulla, come solo lei sapeva fare.
Corse
via, alla velocità della luce con i poteri tipici
Osservatori.
In un lampo non fu più visibile.
Dove
stava andando? Presentimento vivo non solo in Stephan, ma in tutti.
Vivo, palpabile e concreto.
Paura
per qualcuno, un senso di fuggevolezza, qualcosa che volava via dalle
proprie mani. Mancanza…mancanza ed incompletezza.
Consapevolezza,
ma ostinazione nel non ammettere quello che stava per accadere.
Kinkaid
strinse gli occhi e scattò, veloce come un fulmine, nessuno
riuscì a stargli dietro ma lo videro andare in una direzione
che permise di non perdersi. Quel Bosco lo conosceva solo lui, e
senza ci sarebbero voluti secoli. Ma seguendo la sua aura potevano
evitare di perderlo.
E
il rosso seguiva a sua volta l’energia vitale di Yan, la scia
della
sua pazzia impressa nella foresta al suo passaggio.
"Gabriel.
Uno
dei miei pochi ricordi belli e dolci.
Il
suo abbraccio gentile e caldo.
Il
suo corpo avvolgente sul mio pieno d'amore per lui. Noi che ci
univamo in un unico essere meraviglioso. Sentire ogni parte di noi
stessi.
Che
visione stupenda mi è tornata alla mente. Un’unica
volta
abbiamo potuto unirci così, lui era strano non so cosa gli
fosse accaduto, ma aveva bisogno di me; ricordo che era stralunato e
in una condizione pietosa sotto la pioggia, era venuto da me tutto
disordinato.
Io
era scappata dal controllo dei miei nuovi quattro amici ed ero
tornata nel bosco sola a danzare sotto la pioggia. Era così
bello quella volta. Non sentivo nulla, né le gocce che
cadevano fredde su di me, né la mia mente stessa che cercava
la ragione rintanata in qualche angolo. Facevo quel che volevo
sorridendo. Stavo bene mi sentivo libera.
Poi
vidi Gabriel. Il capo degli osservatori, tipo sempre serio,
controllato e tutto d'un pezzo era davanti a me fradicio. Sembrava un
pulcino. Mi faceva una tenerezza infinita e la consapevolezza che ci
eravamo amati tanto e che eravamo stati addirittura promessi sposi
prima che io fossi stata contaminata dal peccato, mi fece venir
voglia di abbracciarlo e cancellare ogni angoscia dal suo cuore.
Il
mio amore stava male ed io non potevo far altro che vivere quel
momento che la mia mente mi concedeva di vivere come desideravo.
Quanti baci ci siamo scambiati quella notte in segreto. Ogni cosa
sapeva di magia...magia misteriosa, noi stessi ne eravamo pieni, noi
che come due adolescenti alla prima cotta scappavamo da tutto e tutti
per poter stare insieme. E' stato bellissimo: lui, io, la pioggia,
l'atmosfera. Gabriel più fragile che mai. Baci, carezze,
mani,
braccia forti, cuori che battevano all'unisono, respiri affannati. Ed
è stato fantastico, perché non mi è
tornata alla
mente quel maledetto cacciatore e la sua violenza, il suo peccato.
Quella
notte i miei occhi si illuminarono quando con aria pensosa aggiunsi:
ci incontreremo ancora, e senza l’ingombro dei nostri corpi
umani.
Ma
adesso l'amore mio non c'è ed io ho paura. Paura
perchè
al posto di rivedere Gabriel ho rivisto la fonte del mio peccato.
Quel
cacciatore.
Ed
ho paura, paura perchè solo ora mi rendo conto che sono un
impura che non ha ancora pagato per i suoi peccati. Devo pagare. Mi
dispiace farlo senza Gabriel a guardarmi. Ma sono forte e mi
purificherò da sola. La mia mente combatte contro la mia
volontà, ma vincerà quest'ultima...devo
prepararmi per
la purificazione eterna finale. Mi toglierò come quella
volta
ogni traccia di contaminazione. Nuda sarò. Solo io e la
morte,
la mia salvatrice. In alto, in alto devo salire, devo raggiungere il
più possibile la salvatrice che mi renderà pulita
e
pura come un tempo quando ero promessa sposa del mio unico amore
Gabriel."
Era
la Quercia, nella radura Sacra ove Riti Sacri, Iniziazioni, Profezie
e quant’altro di importante si compiva.
Il
Centro della Foresta. Il mezzo preciso, il punto di massima
sacralità.
La
Quercia Sacra era il punto più alto del Bosco, cadendo dal
vertice della somma non si sopravviveva.
In
mano teneva un coltello e lentamente gli abiti le si scioglievano
addosso come vivi e indipendenti. Sguardo vuoto, corti capelli lisci
e morbidi che carezzavano un collo fine.
Il
suo bellissimo corpo adulto, dalle curve capaci di far impazzire un
uomo, era nudo. Completamente. Sembrava una specie di rito, dalla
solennità del suo sguardo e dei suoi movimenti.
Yan,
la pazza osservatrice stava sola, nuda, alla sommità
dell’albero. E nella mente un oceano le si muoveva.
“Perché
andare avanti?”
Io…
“rispondimi…perché
continuare a vivere dopotutto?”
…ecco…
“rifletti…trovi
subito un motivo valido, grande e forte che ti permette di andare
avanti in questo modo?”
Non
lo so…devo espiare le mie colpe, no?
“E
credi di poterlo fare vivendo?”
Si…cioè…no…non
lo so…è solo che la morte è
così pura che è
troppo per una peccatrice come me…per questo devo vivere
questa
vita dura…per espiare e purificarmi almeno un po’.
“non
pensi che invece sia il contrario? È la vita che
è
troppo peccaminosa e ti sporca sempre più, se vuoi pulirti
espiando le tue colpe non lo puoi fare vivendo così. Non
è
questo il modo.”
Ma
cosa devo fare? Io non capisco…
“E’
stata la vita a renderti peccatrice, non sei stufa di esserlo e
quindi di soffrire?”
Io…si
…sono stufa di soffrire…ma è con la
sofferenza che mi
purifico…
“Non
pensi di aver sofferto abbastanza?”
Si,
ma io mi sento ancora peccatrice, incontrando quell’uomo che
mi ha
violentata e messa incinta trasmettendomi il peccato eterno me ne
sono ricordata…io non sarò mai abbastanza pura
per la morte,
non posso far altro che vivere così…
“Visto
che vivendo non riesci a purificarti dovresti mettere la parola fine
al dolore che provi con la vita…ricordi che hai detto? La
morte
libera…non solo depura…la morte è
migliore di questo mondo
di oscenità. La morte è la via e la vita invece
è
un sogno su questa via. Perché non giungi a questa
beatificazione?”
Dici
che così finalmente mi toglierei queste macchie
d’impurità?
Starei bene? Sarei degna?
“Si…non
puoi continuare a soffrire inutilmente”
Ma
a me ora piace vivere…ho trovato degli amici…
“
E pensi che per
loro tu conti
qualcosa? Sei solo un peso per loro, libera anche loro se è
vero che li ami così tanto. Glielo devi
dopotutto…”
E’
vero…gli do molto lavoro, sono un peso…ma mi
vogliono bene e non
mi manderebbero mai via.
“Non
ho detto che non ti vogliono bene, ma non puoi negare che sei un
peso, e se vuoi bene a loro dovresti liberarli dalle tue
catene.”
Ma
io…non riesco a separarmi da loro…
“
Non essere
egoista!”
E’
vero, lo sono…e soffro per questo, perché essere
egoisti è
essere peccatori…non devo esserlo più. Io voglio
bene a
Stephan, a Zefiro, a Kinkaid, ad Astrid, anche a Jago e
Yari…amo
Gabriel…e devo essere generosa con loro che sono tanto buoni
con
me.
“Brava…allora
vedi qual è la cosa giusta da fare?”
Si,
la conosco…è solo che…non
so…
“
Se non puoi stare
più coi
tuoi amici, cosa ti rimane? L’hai visto anche tu che il
peccato è
ancora in te, quel cacciatore te lo ricorderà per il resto
dei
tuoi giorni infliggendoti una sofferenza tale da essere
insopportabile. Perché andare avanti? Hai espiato abbastanza
vivendo e non è servito a nulla. Basta soffrire. Non hai
motivo di andare avanti.”
Non
ho motivo. Sono sola perché non posso pesare ancora sui miei
amici. Soffro perché sono peccatrice e questa vita non mi fa
espiare le mie colpe, mi sporca. Non ho motivo di andare avanti, devo
farla finita fino in fondo, perché continuare
così non
è giusto per nessuno. È tempo di arrivare alla
fase
finale di questa purificazione. È arrivata la mia ora. Quel
cacciatore mi ha fatto ricordare che posso illudermi di meritare una
vita normale ma che in realtà non sarò mai pura.
Sono
solo una povera illusa che macchia i suoi amici. Vivendo con loro
sono una presuntuosa. Non va bene, è questa la
verità.
Non devo fingere di essere normale. Dal mio corpo è uscito
il
peccato ed io sono ancora viva. Non ho ancora rimediato.
Ora
è tempo di farlo con la morte. Perché questo
mondo mi
sporca, questa vita dura mi peggiora.
Addio
mondo crudele.
Addio
amici miei cari.
Vivete
anche per me puri come siete.
Ricordatemi.
Vivrò
dentro di voi.
Io
non ho scelta, devo fare cose che vanno fatte.
Non
piangete per me, nella morte finalmente sarò pulita e non
soffrirò più.
Addio.
-Addio
mondo crudele
Oggi
me ne vado
Addio
Addio
Addio
Addio
a voi tutti
Non
c 'è niente che possiate dire
Che
possa farmi cambiare
Idea
Addio-
Mi
guardano tutti, sono andata da loro, sono presenti tutti, so che mi
sentono, dal primo all’ultimo, persino Jago, nascosto fra
quelle
fronde. Sento molte presenze e molti occhi. Non capisco
perché
mi guardino in quel modo. Sono come terrorizzati.
Sono
io, Yan. Privata d’ogni segno e simbolo distintivo. Il mio
corpo
nudo, i miei capelli ormai cresciuti in un taglio maschile normale,
priva di trucco e di piercing, priva di ogni cosa. Non sembro nemmeno
io. Sono qui sopra questa alta Quercia Sacra. Mi siedo tranquilla
usando qualche potere che mi permette di stare come su un cuscino
morbido e con un’espressione che non riesco ad immaginare,
come se
mi apprestassi a fare un sonnellino qualunque, stringo il coltello.
Prima
di farlo ho un’ultima cosa da compiere. È
importante. Sono
tutti qua. Gabriel che mi guarda inerme mormorando parole. Gli altri
Osservatori e Cacciatori sono lontani, nascosti nelle loro case,
inorriditi dallo spettacolo che offro. Poi Kinkaid, Astrid, Zefiro,
il piccolo e dolce Stephan…e Jago da lontano. Loro sono ai
piedi
della Quercia, mi guardano, gridano di non farlo, di scendere,
Kinkaid sta salendo ma in qualche modo è l’albero
stesso
vivo ad impedirglielo. Assiste.
Così
ad alta voce intono l’ultimo canto.
-
O Fortuna
velut
luna
statu
variabilis,
semper
crescis
aut
decrescis;
vita
detestabilis
nunc
obdurat
et
tunc curat
ludo
mentis aciem,
egestatem,
potestatem
dissolvit
ut glaciem.
Sors
immanis
et
inanis,
rota
tu volubilis,
status
malus,
vana
salus
semper
dissolubilis,
obumbrata
et
velata
michi
quoque niteris;
nunc
per ludum
dorsum
nudum
fero
tui sceleris.
Sors
salutis
et
virtutis
michi
nunc contraria,
est
affectus
et
defectus
semper
in angaria.
Hac
in hora
sine
mora
corde
pulsum tangite;
quod
per sortem
sternit
fortem,
mecum
omnes plangite-
"O
fortuna, se mutevole come il corso della luna cresci e cali senza
sosta; la vita odiosa che mi imponi ora snerva ed ora guazza la mia
mente col gioco alterno della sorte che dissolve come neve ricchezza
e povertà"
"Tu,
sorte crudele e volubile, ruota che gira sempre, cattiva condizione e
vana prosperità sempre fuggevole, oscura e velata incombi su
di me che espongo il dorso nudo al capriccio dei tuoi colpi"
"La
sorte mi è contraria e non mi concede né gioia
né
successo, ma mi opprime sempre con tormenti e privazioni. Ora, senza
esitare, toccate le corde della cetra e tutti con me piangete,
poiché
la sorte abbatte i forti con i colpi del suo dado"
La
lama è fredda e la porto al mio collo caldo dopo averla
baciata.
Questo
mio corpo di donna matura è stato sporcato.
Pagherà
finalmente, e finalmente la morte mi abbraccerà come
è
giusto che sia liberando me e tutti quanti.
Spingo
la lama affilata sulla carne che lenta ma inesorabile si lacera senza
provocarmi dolore e sentimento… pare che mi stia
accarezzando la
falce dolce e malefica dell’Angelo Oscuro Della Morte.
Il
sangue, lo sento sgorgare lungo il coltello e sulla mia pelle, le
spalle, la schiena, i miei seni pieni. Esce mentre la lama separa i
lembi di carne fino in profondità.
Non
capisco che succede…ma non sento suoni, non sento Kinkaid
urlare,
Stephan piangere, Astrid imprecare, Zefiro maledire, Jago e il suo
silenzio. Non sento nulla di tutto ciò.
Spero
solo che quella notte unica d’amore fra me e Gabriel rimanga
viva
nei suoi ricordi….in questo mio corpo è cresciuto
il peccato
ma ora cresce anche la cosa più pura del mondo. Il risultato
dell’amore fra me e Gabriel.
Questa
piccola creatura mi accompagnerà, o magari questo mio corpo
strano che ha poteri altrettanto strani di guarigione
renderà
possibile almeno la sua salvezza.
Non
sento nulla. Il dolore è un ricordo lontano. Mi porto una
mano
al grembo e le forze mi abbandonano. Mi lascio cadere giù da
questa grande altezza. E mentre volo c’è la
separazione.
È…tutto…un…ricordo…meraviglioso…terribile…ricordo…la
fine…questa…è…la…fine…si…mia…bella…amica…la…meravigliosa…eterna…seducente…fine…di…tutti…i..sogni…che...sono…che..
erano…che…dovevano…essere…e…che…non…
saranno…mai…aspettami…figlio…mio…la..
tua…mamma…ti…raggiunge…e…nella…morte…lo..
sento…vedo…chi..
c’è…accanto…a…Jago…laggiù…un..
bimbo….piccolo…che..
sta…in…piedi…e….mi…fissa…
cadere…vedo…lacrime…ovunque…lacrime…
da…occhi…
e…da…cuori…e…
amatemi…per..
sempre…lacrime…di…sangue…”
-addio…ricordatemi…amatemi…accettatemi…piangetemi…ridetemi…vivetemi…Kin…Ste…As…Zef…Jago…Gabry…e…tutti…vi…porterò…nel…mio…cuore…-
Abbandono.
Morte.
Mentre
lei si tagliava la gola con tutti impossibilitati a qualunque azione
contraria se non la passibile assistenza visiva, il sangue le bagnava
il corpo meravigliosamente nudo.
Carezze
rosso scuro che vive come le foglie che turbinavano intorno a lei in
un incanto d’agitazione e fine, avvolgevano la sua pelle
finendo
sui rami che l’abbracciavano, andarono sul tronco e il verde.
L’immagine fu terribile, presagio di morte comune per tutti
gli
abitanti del Bosco Sacro.
La
Quercia Sacra bagnata dal sangue di un innocente quale per la
verità
era Yan.
Si
lasciò cadere mentre la vita usciva dal suo corpo sotto
forma
di spirito e andava nella mente di ognuno a sussurrare parole come:
…la
danza è una poesia in cui ogni parola è un
movimento…
...Per
me l'unica gente possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di
vita, pazzi per parlare, pazzi per essere salvati, vogliosi di ogni
cosa allo stesso tempo, quelli che mai sbadigliano o dicono un luogo
comune, ma bruciano, bruciano, bruciano...
…ogni
lacrima una preghiera…
…luce
è vita perché senza esiste il buio portatore di
oblio,
dimenticanza e nulla…
…non
temere mai la morte poiché dona pace, è un lusso
del
quale pochi possono attingere a piene mani e chi lo agogna con tutto
se stesso lo sognerà per l’eternità e
oltre…
Infine
per tutti:
…vivere
non è peccare. Morire non è peccare. Amare non
è
peccare. Sporcarsi non è peccare. Peccare è
credere di
avere potere sulla vita degli altri e credere che il peccato sia
morte. L’unico peccato è non saper
perdonare…
Fu
così che la luce della purezza si spense andando in un posto
migliore, ottenendo il benessere eterno chiamato pace.