LOSE YOURSELF

CAPITOLO XI:

FORTUNA IMPERATRIX MUNDI

/Poichè la sorte abbatte I forti con I colpi del suo dado/

- Il tempo non esiste, è solo una dimensione dell'anima . Il passato non esiste in quanto non è più, il futuro non esiste in quanto deve ancora essere, e il presente è solo un istante inesistente di separazione tra passato e futuro -
La voce di Yan era fanciullesca e melodiosa, una sorta di cantilena dettata da una mente che viaggia in mondi remoti ove nessuno può raggiungerla.
Aveva tanto fatto finchè aveva vinto. Era riuscita a trascinare tutto il gruppo in un pic nic nel Bosco Sacro. Non era molto saggio ma con Kinkaid al fianco potevano affrontare qualunque mostro e pericolo…non perché lui li sconfiggesse sicuramente o perché li facesse sentire sicuri, solo perché lui era l’essere più pericoloso in circolazione, dopo Jago e, avendoci a che fare in continuazione, certamente qualunque cosa poteva essere sopportabile al confronto.
Stephan aveva cucinato diversi manicaretti posati tutti in un cestino, come aveva sempre sognato fare, su suggerimento della madre adottiva Yan, con la quale andava perfettamente d’accordo.
Tutti seduti sulla coperta stesa sul prato litigavano amabilmente per ogni sciocchezza. Ma sotto sotto erano felici e contenti ….molto sotto!
Non si capiva bene in quale personalità fosse calata Yan, ma la sua mente sempre poco affidabile snocciolava frasi ad effetto molto strane che lasciavano i ragazzi increduli. Profonde e belle senza dubbio…se lei fosse stata normale. Dal momento che non lo era si chiedevano chi fosse in realtà e come facesse a dire certe cose. Magari aveva poteri preveggenti o cose simili. Tipici di una sacerdotessa insomma…magari era una lontana parente della precedente ora scomparsa!
- Cerca il possibile nell'impossibile...seguilo impassibile, scoprirai un mondo incredibile.-
Stephan rapito dalle perle di saggezza della bella donna, quel giorno appariva sereno e limpido, più del solito. Nessuna lacrima o minaccia di terrore acuto lo sporcava.
Stava bene.
Poi lei si alzò e cominciò a camminare girovagando a caso. Sembrava innocua, non credevano di doverla seguire attentamente. Aveva gli occhi dorati dalle pupille tipiche dei gatti mentre guardavano al buio, totalmente dilatate. Ma sapevano che non vedeva nulla. Per l’occasione indossava uno dei suoi sexy mini abiti borchiati stile lady dark.
I capelli le erano cresciuti parecchio rispetto alla “rapata” con cui l’avevano vista la prima volta.
Non dava pensiero.
Ne erano convinti e si dedicarono ai loro discorsi insulsi.
Non si accorsero che la voce adolescenziale dell’adulta canticchiava frasi sconnesse sempre più lontano.
- Trasformazione interiore
Volo del subconscio
Nel bagliore dei campi di fuoco
Nella distanza di prati di nebbie
Dove l’anima della ragione è stata avvolta nella notte completa
L'evanescenza dell’amore, vita e luce -
Note uscivano dalla sua gola e le labbra nere e lucide protese verso l’alto in un canto baciato all’aria, in ringraziamento agli elementi della natura.
- fuoco vendetta. Ghiaccio morte e sacrificio. Luce vita. Ibrido rinascita. Lacrime pace. -
Elementi naturali un po’ strani, o profezie altrettanto insolite. Che udirono e non udirono, ma che sarebbe stato importante imprimere nelle loro menti.
- gioia per tutti
Nessun controllo!
Libertà per tutti
Corpo e anima! -
Un attimo. In un attimo la fortuna può girare, cambiare, marcire, ammazzare.
Una persona può avere nelle sue mani le redini di questa fortuna, eppure senza essere forte, intelligente ed importante nel gioco della ruota del fato. Se la persona è uno stolto accade l’inevitabile, la maledizione, l’antecedenza all’apocalisse.
Sale sulla ferita.
- La nebbia si fa densa, l'oscurità cala, il male dorme, la foresta chiama-
Un mormorio inconsulto, inudibile, sussurrato appena. La voce non cantava più e la luce della pazzia si fece densa cambiando in tetra e cupa pericolosità palpabile.
La nebbia calò nella mente di Yan che vide l’essere a pochi metri da se.
Flash.
Passato.
Ultimi attimi di sanità mentale.
Violenza.
Intimità e purezza sconsacrata, strappata, calpestata per il piacere sessuale e carnale di un lurido maiale.
E il tutto che torna nei dettagli, con dolore, come rivivesse ogni singolo attimo.
Occhi azzurri senza pupilla. Pelle bianca. Una razza maledetta.
- le emozioni scorrono profonde come un oceano che esplode -
Il violentatore. Il padre del suo bambino assassinato e annegato da lei.
La fonte del suo dolore.
E le spalle che si fecero carico dei peccati creduti suoi. Solo suoi. In realtà di un essere sporco senz’anima quale l’anonimo cacciatore era.
- Sconsacrata dall'infernale
Siamo catturati per sempre
Dall'abbraccio della morte -
Yan si lasciò cadere in ginocchio,schiacciata dal peso e dal dolore di quei peccati che gravavano sulla sua anima. Acuto e lancinante.
Le gambe e la sua femminilità che tornavano a pulsare. Lacrime che scendevano sui suoi occhi, pupille scomparse in un dorato troppo grande per essere contenuto. O troppo piccolo per orbite così aperte.
Mani nei capelli, sulle tempie, ai lati del viso, sopra le orecchie. Capelli strappati dal capo. Ciocche che volavano via….via…fino a raggiungere un gruppo di persone amiche.
E il rialzarsi in piedi, la voce che non riesce ad essere altro che un sussurro. Avvicinarsi a lui immobile che ancora non riconosce o non ricorda.
Posare le mani ai lati del volto dell’uomo, visi attaccati. Occhi negli occhi.
Il lampo nitido della pazzia che viene trasmesso a lui. Lui che urla. Lei che non fa nulla se non toccarlo, se non trasmettergli i suoi pensieri e le sue sensazioni, il suo dolore. Lui che non regge e urla. Urla e urla facendo arrivare di corsa Kinkaid e gli altri. Assistere alla scena inermi, senza capire, senza sapere.
Sensazione.
E un sussurro profondo, cavernoso, come una maledizione, una voce interna piena di odio, nero potere, pericolosità concreta.
- ti maledico cacciatore. Te e la tua razza che peccate e sporcate il mondo. Che la mia morte ricada sulla tua testa e su quella dei tuoi simili. Cacciatori e Osservatori insieme hanno contribuito alla decadenza e pagheranno tutti quando i 5 angeli della profezia saranno pronti. La morte accoglierà voi come ora accoglie me. -
Non era sua, quella voce, non erano sue quelle parole. Era una voce maschile tenebrosa terribile spaventosa.
Brividi in tutti gli ascoltatori. E non loro gli unici spettatori alla scena. Altri occhi azzurri.
Un Jago nascosto nella boscaglia fitta che sentiva pur sapendo il peso di quelle parole.
Stolto ignorante dalla piccola mente, era la causa di quella pazzia, di quella maledizione.
Yan si staccò lasciando ancora tutti impietriti. Si voltò come cambiasse ancora persona, come se il demone che si era impossessato di lei e dei suoi occhi dorati, mutati in bianchi privi di iridi e pupille, se ne fosse andato lasciandola tornare alla normalità.
Svanire. Prima con la mente, poi con l’anima, poi col corpo.
E solo un ultima frase. Solo due ultime frasi.
- non c'é nessun paradiso di splendente gloria e nessun inferno in cui i peccatori bruciano
Qui e adesso é il tuo giorno di tormento!
Qui e adesso é il tuo giorno di morte! -
- La vita fugge, non cercare dunque più di quanto ti offre la gioia del momento e affrettati a goderla -
E ancora, si avvicinò camminando stanca, pesante, sfinita. Le lacrime non scendevano più.
Lasciò il cacciatore, che corse via terrorizzato.
Lei andò dai 4 ragazzi; diede una carezza ciascuna sulle loro guance come una madre, infine mormorò serena, ma con la luce della pazzia viva in lei:
- Continuate a splendere anche per me così anche voi alla fine potrete gridare orgogliosi che nella sfida più grande chiamata vita voi c'eravate e l'avete vinta. -
Poi sparì. Il nulla, come solo lei sapeva fare.
Corse via, alla velocità della luce con i poteri tipici Osservatori. In un lampo non fu più visibile.
Dove stava andando? Presentimento vivo non solo in Stephan, ma in tutti. Vivo, palpabile e concreto.
Paura per qualcuno, un senso di fuggevolezza, qualcosa che volava via dalle proprie mani. Mancanza…mancanza ed incompletezza.
Consapevolezza, ma ostinazione nel non ammettere quello che stava per accadere.
Kinkaid strinse gli occhi e scattò, veloce come un fulmine, nessuno riuscì a stargli dietro ma lo videro andare in una direzione che permise di non perdersi. Quel Bosco lo conosceva solo lui, e senza ci sarebbero voluti secoli. Ma seguendo la sua aura potevano evitare di perderlo.
E il rosso seguiva a sua volta l’energia vitale di Yan, la scia della sua pazzia impressa nella foresta al suo passaggio.

"Gabriel.
Uno dei miei pochi ricordi belli e dolci.
Il suo abbraccio gentile e caldo.
Il suo corpo avvolgente sul mio pieno d'amore per lui. Noi che ci univamo in un unico essere meraviglioso. Sentire ogni parte di noi stessi.
Che visione stupenda mi è tornata alla mente. Un’unica volta abbiamo potuto unirci così, lui era strano non so cosa gli fosse accaduto, ma aveva bisogno di me; ricordo che era stralunato e in una condizione pietosa sotto la pioggia, era venuto da me tutto disordinato.
Io era scappata dal controllo dei miei nuovi quattro amici ed ero tornata nel bosco sola a danzare sotto la pioggia. Era così bello quella volta. Non sentivo nulla, né le gocce che cadevano fredde su di me, né la mia mente stessa che cercava la ragione rintanata in qualche angolo. Facevo quel che volevo sorridendo. Stavo bene mi sentivo libera.
Poi vidi Gabriel. Il capo degli osservatori, tipo sempre serio, controllato e tutto d'un pezzo era davanti a me fradicio. Sembrava un pulcino. Mi faceva una tenerezza infinita e la consapevolezza che ci eravamo amati tanto e che eravamo stati addirittura promessi sposi prima che io fossi stata contaminata dal peccato, mi fece venir voglia di abbracciarlo e cancellare ogni angoscia dal suo cuore.
Il mio amore stava male ed io non potevo far altro che vivere quel momento che la mia mente mi concedeva di vivere come desideravo. Quanti baci ci siamo scambiati quella notte in segreto. Ogni cosa sapeva di magia...magia misteriosa, noi stessi ne eravamo pieni, noi che come due adolescenti alla prima cotta scappavamo da tutto e tutti per poter stare insieme. E' stato bellissimo: lui, io, la pioggia, l'atmosfera. Gabriel più fragile che mai. Baci, carezze, mani, braccia forti, cuori che battevano all'unisono, respiri affannati. Ed è stato fantastico, perché non mi è tornata alla mente quel maledetto cacciatore e la sua violenza, il suo peccato.
Quella notte i miei occhi si illuminarono quando con aria pensosa aggiunsi: ci incontreremo ancora, e senza l’ingombro dei nostri corpi umani.
Ma adesso l'amore mio non c'è ed io ho paura. Paura perchè al posto di rivedere Gabriel ho rivisto la fonte del mio peccato.
Quel cacciatore.
Ed ho paura, paura perchè solo ora mi rendo conto che sono un impura che non ha ancora pagato per i suoi peccati. Devo pagare. Mi dispiace farlo senza Gabriel a guardarmi. Ma sono forte e mi purificherò da sola. La mia mente combatte contro la mia volontà, ma vincerà quest'ultima...devo prepararmi per la purificazione eterna finale. Mi toglierò come quella volta ogni traccia di contaminazione. Nuda sarò. Solo io e la morte, la mia salvatrice. In alto, in alto devo salire, devo raggiungere il più possibile la salvatrice che mi renderà pulita e pura come un tempo quando ero promessa sposa del mio unico amore Gabriel."


Era la Quercia, nella radura Sacra ove Riti Sacri, Iniziazioni, Profezie e quant’altro di importante si compiva.
Il Centro della Foresta. Il mezzo preciso, il punto di massima sacralità.
La Quercia Sacra era il punto più alto del Bosco, cadendo dal vertice della somma non si sopravviveva.
In mano teneva un coltello e lentamente gli abiti le si scioglievano addosso come vivi e indipendenti. Sguardo vuoto, corti capelli lisci e morbidi che carezzavano un collo fine.
Il suo bellissimo corpo adulto, dalle curve capaci di far impazzire un uomo, era nudo. Completamente. Sembrava una specie di rito, dalla solennità del suo sguardo e dei suoi movimenti.
Yan, la pazza osservatrice stava sola, nuda, alla sommità dell’albero. E nella mente un oceano le si muoveva.

Perché andare avanti?”
Io…
rispondimi…perché continuare a vivere dopotutto?”
ecco…
rifletti…trovi subito un motivo valido, grande e forte che ti permette di andare avanti in questo modo?”
Non lo so…devo espiare le mie colpe, no?
E credi di poterlo fare vivendo?”
Si…cioè…no…non lo so…è solo che la morte è così pura che è troppo per una peccatrice come me…per questo devo vivere questa vita dura…per espiare e purificarmi almeno un po’.
non pensi che invece sia il contrario? È la vita che è troppo peccaminosa e ti sporca sempre più, se vuoi pulirti espiando le tue colpe non lo puoi fare vivendo così. Non è questo il modo.”
Ma cosa devo fare? Io non capisco…
E’ stata la vita a renderti peccatrice, non sei stufa di esserlo e quindi di soffrire?”
Io…si …sono stufa di soffrire…ma è con la sofferenza che mi purifico…
Non pensi di aver sofferto abbastanza?”
Si, ma io mi sento ancora peccatrice, incontrando quell’uomo che mi ha violentata e messa incinta trasmettendomi il peccato eterno me ne sono ricordata…io non sarò mai abbastanza pura per la morte, non posso far altro che vivere così…
Visto che vivendo non riesci a purificarti dovresti mettere la parola fine al dolore che provi con la vita…ricordi che hai detto? La morte libera…non solo depura…la morte è migliore di questo mondo di oscenità. La morte è la via e la vita invece è un sogno su questa via. Perché non giungi a questa beatificazione?”
Dici che così finalmente mi toglierei queste macchie d’impurità? Starei bene? Sarei degna?
Si…non puoi continuare a soffrire inutilmente”
Ma a me ora piace vivere…ho trovato degli amici…
E pensi che per loro tu conti qualcosa? Sei solo un peso per loro, libera anche loro se è vero che li ami così tanto. Glielo devi dopotutto…”
E’ vero…gli do molto lavoro, sono un peso…ma mi vogliono bene e non mi manderebbero mai via.
Non ho detto che non ti vogliono bene, ma non puoi negare che sei un peso, e se vuoi bene a loro dovresti liberarli dalle tue catene.”
Ma io…non riesco a separarmi da loro…
Non essere egoista!”
E’ vero, lo sono…e soffro per questo, perché essere egoisti è essere peccatori…non devo esserlo più. Io voglio bene a Stephan, a Zefiro, a Kinkaid, ad Astrid, anche a Jago e Yari…amo Gabriel…e devo essere generosa con loro che sono tanto buoni con me.
Brava…allora vedi qual è la cosa giusta da fare?”
Si, la conosco…è solo che…non so…
Se non puoi stare più coi tuoi amici, cosa ti rimane? L’hai visto anche tu che il peccato è ancora in te, quel cacciatore te lo ricorderà per il resto dei tuoi giorni infliggendoti una sofferenza tale da essere insopportabile. Perché andare avanti? Hai espiato abbastanza vivendo e non è servito a nulla. Basta soffrire. Non hai motivo di andare avanti.”
Non ho motivo. Sono sola perché non posso pesare ancora sui miei amici. Soffro perché sono peccatrice e questa vita non mi fa espiare le mie colpe, mi sporca. Non ho motivo di andare avanti, devo farla finita fino in fondo, perché continuare così non è giusto per nessuno. È tempo di arrivare alla fase finale di questa purificazione. È arrivata la mia ora. Quel cacciatore mi ha fatto ricordare che posso illudermi di meritare una vita normale ma che in realtà non sarò mai pura. Sono solo una povera illusa che macchia i suoi amici. Vivendo con loro sono una presuntuosa. Non va bene, è questa la verità. Non devo fingere di essere normale. Dal mio corpo è uscito il peccato ed io sono ancora viva. Non ho ancora rimediato.
Ora è tempo di farlo con la morte. Perché questo mondo mi sporca, questa vita dura mi peggiora.
Addio mondo crudele.
Addio amici miei cari.
Vivete anche per me puri come siete.
Ricordatemi.
Vivrò dentro di voi.
Io non ho scelta, devo fare cose che vanno fatte.
Non piangete per me, nella morte finalmente sarò pulita e non soffrirò più.
Addio.
-Addio mondo crudele
Oggi me ne vado
Addio
Addio
Addio
Addio a voi tutti
Non c 'è niente che possiate dire
Che possa farmi cambiare
Idea
Addio-
Mi guardano tutti, sono andata da loro, sono presenti tutti, so che mi sentono, dal primo all’ultimo, persino Jago, nascosto fra quelle fronde. Sento molte presenze e molti occhi. Non capisco perché mi guardino in quel modo. Sono come terrorizzati.
Sono io, Yan. Privata d’ogni segno e simbolo distintivo. Il mio corpo nudo, i miei capelli ormai cresciuti in un taglio maschile normale, priva di trucco e di piercing, priva di ogni cosa. Non sembro nemmeno io. Sono qui sopra questa alta Quercia Sacra. Mi siedo tranquilla usando qualche potere che mi permette di stare come su un cuscino morbido e con un’espressione che non riesco ad immaginare, come se mi apprestassi a fare un sonnellino qualunque, stringo il coltello.
Prima di farlo ho un’ultima cosa da compiere. È importante. Sono tutti qua. Gabriel che mi guarda inerme mormorando parole. Gli altri Osservatori e Cacciatori sono lontani, nascosti nelle loro case, inorriditi dallo spettacolo che offro. Poi Kinkaid, Astrid, Zefiro, il piccolo e dolce Stephan…e Jago da lontano. Loro sono ai piedi della Quercia, mi guardano, gridano di non farlo, di scendere, Kinkaid sta salendo ma in qualche modo è l’albero stesso vivo ad impedirglielo. Assiste.
Così ad alta voce intono l’ultimo canto.

- O Fortuna
velut luna
statu variabilis,
semper crescis
aut decrescis;
vita detestabilis
nunc obdurat
et tunc curat
ludo mentis aciem,
egestatem,
potestatem
dissolvit ut glaciem.
Sors immanis
et inanis,
rota tu volubilis,
status malus,
vana salus
semper dissolubilis,
obumbrata
et velata
michi quoque niteris;
nunc per ludum
dorsum nudum
fero tui sceleris.
Sors salutis
et virtutis
michi nunc contraria,
est affectus
et defectus
semper in angaria.
Hac in hora
sine mora
corde pulsum tangite;
quod per sortem
sternit fortem,
mecum omnes plangite-

"O fortuna, se mutevole come il corso della luna cresci e cali senza sosta; la vita odiosa che mi imponi ora snerva ed ora guazza la mia mente col gioco alterno della sorte che dissolve come neve ricchezza e povertà"

"Tu, sorte crudele e volubile, ruota che gira sempre, cattiva condizione e vana prosperità sempre fuggevole, oscura e velata incombi su di me che espongo il dorso nudo al capriccio dei tuoi colpi"

"La sorte mi è contraria e non mi concede né gioia né successo, ma mi opprime sempre con tormenti e privazioni. Ora, senza esitare, toccate le corde della cetra e tutti con me piangete, poiché la sorte abbatte i forti con i colpi del suo dado"

La lama è fredda e la porto al mio collo caldo dopo averla baciata.
Questo mio corpo di donna matura è stato sporcato. Pagherà finalmente, e finalmente la morte mi abbraccerà come è giusto che sia liberando me e tutti quanti.
Spingo la lama affilata sulla carne che lenta ma inesorabile si lacera senza provocarmi dolore e sentimento… pare che mi stia accarezzando la falce dolce e malefica dell’Angelo Oscuro Della Morte.
Il sangue, lo sento sgorgare lungo il coltello e sulla mia pelle, le spalle, la schiena, i miei seni pieni. Esce mentre la lama separa i lembi di carne fino in profondità.
Non capisco che succede…ma non sento suoni, non sento Kinkaid urlare, Stephan piangere, Astrid imprecare, Zefiro maledire, Jago e il suo silenzio. Non sento nulla di tutto ciò.
Spero solo che quella notte unica d’amore fra me e Gabriel rimanga viva nei suoi ricordi….in questo mio corpo è cresciuto il peccato ma ora cresce anche la cosa più pura del mondo. Il risultato dell’amore fra me e Gabriel.
Questa piccola creatura mi accompagnerà, o magari questo mio corpo strano che ha poteri altrettanto strani di guarigione renderà possibile almeno la sua salvezza.
Non sento nulla. Il dolore è un ricordo lontano. Mi porto una mano al grembo e le forze mi abbandonano. Mi lascio cadere giù da questa grande altezza. E mentre volo c’è la separazione.
È…tutto…un…ricordo…meraviglioso…terribile…ricordo…la fine…questa…è…la…fine…si…mia…bella…amica…la…meravigliosa…eterna…seducente…fine…di…tutti…i..sogni…che...sono…che.. erano…che…dovevano…essere…e…che…non… saranno…mai…aspettami…figlio…mio…la.. tua…mamma…ti…raggiunge…e…nella…morte…lo.. sento…vedo…chi.. c’è…accanto…a…Jago…laggiù…un.. bimbo….piccolo…che.. sta…in…piedi…e….mi…fissa… cadere…vedo…lacrime…ovunque…lacrime… da…occhi… e…da…cuori…e… amatemi…per.. sempre…lacrime…di…sangue…”
-addio…ricordatemi…amatemi…accettatemi…piangetemi…ridetemi…vivetemi…Kin…Ste…As…Zef…Jago…Gabry…e…tutti…vi…porterò…nel…mio…cuore…-

Abbandono.
Morte.

Mentre lei si tagliava la gola con tutti impossibilitati a qualunque azione contraria se non la passibile assistenza visiva, il sangue le bagnava il corpo meravigliosamente nudo.
Carezze rosso scuro che vive come le foglie che turbinavano intorno a lei in un incanto d’agitazione e fine, avvolgevano la sua pelle finendo sui rami che l’abbracciavano, andarono sul tronco e il verde. L’immagine fu terribile, presagio di morte comune per tutti gli abitanti del Bosco Sacro.
La Quercia Sacra bagnata dal sangue di un innocente quale per la verità era Yan.
Si lasciò cadere mentre la vita usciva dal suo corpo sotto forma di spirito e andava nella mente di ognuno a sussurrare parole come:
la danza è una poesia in cui ogni parola è un movimento…
...Per me l'unica gente possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vita, pazzi per parlare, pazzi per essere salvati, vogliosi di ogni cosa allo stesso tempo, quelli che mai sbadigliano o dicono un luogo comune, ma bruciano, bruciano, bruciano...
ogni lacrima una preghiera…
luce è vita perché senza esiste il buio portatore di oblio, dimenticanza e nulla…
non temere mai la morte poiché dona pace, è un lusso del quale pochi possono attingere a piene mani e chi lo agogna con tutto se stesso lo sognerà per l’eternità e oltre…
Infine per tutti:
vivere non è peccare. Morire non è peccare. Amare non è peccare. Sporcarsi non è peccare. Peccare è credere di avere potere sulla vita degli altri e credere che il peccato sia morte. L’unico peccato è non saper perdonare…

Fu così che la luce della purezza si spense andando in un posto migliore, ottenendo il benessere eterno chiamato pace.