CAPITOLO XIII:
LA PREGHIERA

/ Prego tu sia i nostri occhi, e che ci proteggi lungo il cammino
che ci aiuti ad essere prudenti quando siamo insicuri
lascia questa essere la nostra preghiera, quando perdiamo la strada
conducici alla meta, guidaci con grazia
in un posto dove staremo al sicuro
La luce che tu dai
prego che troveremo la tua luce
Nel cuore resterà
e la terremo nei nostri cuori
A ricordarci che
quando splendono le stelle ogni notte
L'eterna stella sei
Nella mia preghiera
lascia che questa sia la nostra preghiera
Quanta fede c'è
quando l’oscurità riempie il nostro giorno
conducici alla meta
guidaci con grazia
dacci fede cosi saremo salvi
Sogniamo un mondo senza più violenza
Un mondo di giustizia e di speranza
Ognuno dia una mano al suo vicino
Simbolo di pace e di fraternità
La forza che ci dai
chiediamo a questa vita di essere gentile
E desidero che
e di proteggerci da lassù
Ognuno trovi amor
speriamo che ogni anima troverà
Intorno e dentro se ve
un’altra anima da amare
lascia che questa sia la nostra preghiera
proprio come ogni bambino
che ha bisogno di trovare un posto
guidaci con grazia
dacci fede cosi saremo salvi
E la fede che hai acceso in noi
Sento che ci salverà /


/Per Stephan/
Un richiamo.
Una per me, Stephan...i miei occhi non ce la fanno più a vedere distruzioni, ancora distruzioni...per quanto andranno avanti le ingiustizie? Perchè ci devono essere queste morti? Non servono a far capire ai cechi la loro stupidità, i loro sbagli...e allora basta....quanti peccati dovranno essere puniti ancora con la morte? Straziante...è stato straziante avere il cadavere di quella dolce e innocente creatura fra le braccia, dovermi occupare di lei da solo perchè erano tutti presi dalla furia e dal dolore...e per vendicare si sono dimenticati della causa di tutto...di Yan...l'hanno lasciata in quelle condizioni a terra sporca di sangue e fango...ma non poteva rimanere così, in mezzo agli osservatori dove l'aveva lasciata Kinkaid prima di andarsene...qualcuno la doveva ripulire e far bella come lo era prima e come lo sarà sempre. Nessuno ha pianto tutti erano schokkati e intimoriti...tutti, ma non Gabriel, nessuno l'ha visto, solo io perchè piangevo come lui e ancora non so smettere...le calde gocce di lacrime salate mi corrono sulla pelle accaldata. E l'unica cosa che so fare è suonare Fur Elise come se potesse essere una canzone di pace capace di calmare gli animi e far tornare il controllo a tutti. Li richiamo uno ad uno, hanno tutti bisogno di tutti.
Arriva Astrid seguita da Zefiro. Inizio a suonare di nuovo da capo per lei, anima irrecuieta, chissà se ha ucciso, se si è liberata, se sta meglio...non apro gli occhi, non ne ho bisogno per saperlo, per sapere che non sta bene, che nel cuore ha ancora un peso che non riesce a togliersi, come tutti gli altri. Devono solo accettarlo, ma è dura. Allora dobbiamo stare insieme e accettare ciò che è accaduto con la consapevolezza che Yan starà maglio.
Un'altra è per Zefiro, forte ma bisognoso di affetto puro, anche ora si sente solo, ha freddo, sento il suo cuore vuoto, non sa come curare la ferita, si siede e guarda Astrid danzare sulle mie note tristi, non so che fa, non apro gli occhi, non li aprirò ancora. Le cicatrici si stanno formando lentamente e lievi, devono solo lasciar fare inermi, per una volta nessuno può fare nulla...e chissà se capiranno che la forza fisica, che la guerra, le battaglie, l'odio e la distruzione non servono a nulla, non fanno sfogare, non danno sollievo, non curano, non rimarginano le ferite. Io credo fermamente che la musica possa guarire le mie e aiutare almeno in parte gli altri che pian piano trovano una loro via di benessere lontano, perché è anima e spirito, l’arte, l’unica cosa libera dell’essenza delle persone, è pace. Richiamo anche Kinkaid usando le note malinconiche. Lo chiamo, nella speranza che la ragione sia ancora in lui. Arriva lo sento, lento e distante ma arriva.
E' qua. Suono per lui adesso. Quanto bisogno d'amore ha questo ragazzino. Un bisogno infinito. Il cuore sanguina, la ferita è aperta come quella degli altri. So che ognuno di loro ha perso il controllo esagerando così per ricordi loro che appartengono a passati che noi non conosciamo. Kinkaid so che in Yan ha rivisto suo fratello e ha rivissuto una seconda volta tutto la sua tragedia. Sarebbe stato più sensato andare a fare fuoco e fiamme dai cacciatori invece che dagli osservatori, ma lui ritiene la sua razza i colpevoli primi di tutto per la disciplina severa che inculca ad ognuno dei discendenti, nessuno di essi è libero e temono il peccato più della morte. Lui li odia per questo, e li odierà sempre, ma l'odio sarà la sua rovina...avrà di nuovo perso il sottile barlume di ragione che lo teneva saldo nella sua coscienza, nella sua testa...spero di riuscire a farglielo recuperare in questo modo. Solo il nostro calore, e non quello del suo fuoco, lo può aiutare. Deve lasciar fare a ciò che ha intorno, lasciare aperto per un attimo il suo cuore. Ora sta meglio, le immagini del suo passato sono svanite, sta tornando piano in se.
Ora ne manca solo una di dedica. Le note struggenti e malinconiche di questo piano verranno suonate per una creatura piena di vita dentro di se.
Per Yan.
Creatura innocente, pura, timorosa del peccato credevi di esserne piena e che l'unica soluzione fosse la morte, ma non era così...non era così...perchè la vita è crudele e tutti lo hanno sempre saputo, ma per te lo è stata ancora di più, perchè tu eri come l'angelo della purezza che tu non sapevi scorgere in te. Senza accorgertene ci hai insegnato cosa volesse dire vivere, amare, gioire, essere sereni, ridere per un nonnulla...ci hai insegnato a volare...e non ci sei riuscita perchè eri veramente pazza, ma perchè eri un dono, il dono del Dio che sta lassù per tutti noi, un dono che solo noi abbiamo saputo accogliere....così ti hanno ringraziato la gente ignorante e ceca...come facciamo noi senza di te? Forse per gli altri tre eri semplicemente un amica cara, ma io ho visto la tua purezza, il dono che portavi anche nel nome, la vita che amavi, il tuo significato....tu dovevi venire fra noi per aiutarci ad essere semplici.
Ci sei riuscita, con la tua morte o no, non ha importanza come, ma sappi che ci sei riuscita, e se le razze che ti hanno conosciuta non hanno saputo ringraziarti, noi lo sapremo fare. E' poco, ma è tutto quello che possiamo fare noi 4 per te.
Grazie Yan.
Ci rivedremo nel mondo della rinascita."

/Per Astrid/
Un richiamo.
Una per me.
È lieve e lontano, una melodia che sulle prime note non riesco a distinguere. Mi concentro su di essa perché non vorrei mantenere la testa piena di cose strane che non mi fanno capire cosa sento e cosa sentii e sentirò. Mi concentro su questa melodia leggera con tutta me stessa per riorganizzare la mente e i sensi. Credo che mi stia seguendo Zefiro, è stato con me per tutto il tempo…tutto il tempo in cui…bè, non so esattamente cosa ho fatto, non vorrei ricordare poiché non ne sono soddisfatta, se lo fossi starei bene ed invece il vuoto che ho dentro non so come colmarlo, per questo mi concentro su una melodia libera.
È un pianoforte. I tasti vengono schiacciati piano piano, camminando le note diventano sempre più vive e forti, le seguo senza spiegarmene il motivo, mi sembra familiare il modo con cui viene suonata questa composizione, non solo la musica in se ma anche l’anima che esce dal suonatore, qualcosa che si comunica da se e arriva fino a me.
Lo conosco.
È una persona gentile che per ogni lacrima fa una preghiera.
Questa volta accompagnerà le preghiere di lacrime ad una canzone, Fur Elise, triste e malinconica, sto tornando in me, si…arrivo alla palestra di danza dove mi alleno di solito, è il mio posto preferito, dove portavamo Yan a sfogarsi…lei ballava con me mentre Stephan e Zefiro cantavano…e poi coinvolgevamo perfino Kinkaid, mi divertivo, si…non mi sentivo sola, era questo il punto. Ci siamo messi in ‘società’ con questi due quasi per caso e ad unirci veramente è stata quella donna folle e viva ed io non mi sono più sentita sola. Non so se possiamo chiamarci amici però da sola non voglio più rimanere, ci sono stata a lungo ma ora mai più, no. È difficile essere certi di qualcosa, sono una persona che non conosce le sue origini, è diversa ed è sempre stata indicata da tutti come diversa, disabile, handicappata per via dei miei occhi inumani, chissà quale sindrome avrà, quella ragazza strana? Lo pensavano tutti ed io sono cresciuta da sola, non ho mai, mai, mai avuto bisogno di qualcuno, me la sono sempre cavata eppure a volte mi sentivo così insicura, proprio io! Colpa dell’amore, è stato così distante da me quando ero piccola, distante e oscuro. Poi è arrivato Zefiro, la luce…e mi ha fatto scoprire qualcosa di diverso, mi ha dato l’inizio di una cura, proseguita poi in compagnia di persone simili a me poiché diverse nello stesso modo in cui lo sono io. E penso di essere guarita dalla malattia della solitudine e dell’oscurità del tutto quando ho conosciuto Yan, mi ha insegnato molto e ho capito che io, confrontata a lei, sono stata felice.
Non l’ho mai capita, lo ammetto. Per me quella donna è stata di un incomprensibilità allucinante ma io che sono sempre stata giudicata, non giudicherò mai. L’ho accettata e ho visto che era piana di amore e di vita, purezza…come una mamma, un amica, una sorella, una figlia.
Stancava moltissimo ed esauriva ma non mi ha mai fatto pensare: a volte vorrei mollare…proprio mollare…
Non l’ho mai pensato da quando ero con lei mentre prima si ed ora…ora anche!
Non so cosa fa Zefiro, entrati nella palestra vedo nella sala ampia Stephan al piano che suona, credo stia piangendo silenzioso, almeno uno che sa piangere per la morte di una innocente.
Io non ci capisco nulla di quelle regole e razze, perché Kinkaid se l’è presa in quel modo con loro…io ho fatto quello che mi sono sentita e non voglio entrarci nei loro affari anche se lo posso capire, mi ha fatto paura e se il piccoletto l’ha fermato è degno di tutta l’ammirazione possibile!
Ricordo quella volta che siamo venuti qua con Yan, lei mi ha portato al centro così e si è messa a ballare con me, non aveva molta grazia ma cantava molto bene, facemmo così.
Senza rendermene molto conto comincio a muovermi, mantengo gli occhi chiusi ricostruendo quel bel ricordo dove lei era felice e lucida, qualcosa di vero, dove non ho pensato…potrei ancora mollare, perché oppongo resistenza? Perché ballo ancora? A volte è già abbastanza dura aver a che fare con la vita reale, perché nascondermi in un mondo di note e passi? Solo perché volo?
Era da tanto che non lo pensavo e quella volta ho solo ballato per il gusto di farlo, per farmi trasportare dalle note del piano di Stephan e dalla voce di Zefiro.
È stato bello.
I capelli mi vanno sul volto sciogliendosi, sono in disordine eppure non mi controllo, non sono scatenata, ballo la musica del cuore, del classico basilare, quello che mi hanno insegnato i primi anni in cui ho imparato a danzare. Era pulito, semplice, grazia, eleganza, stare sostenute, salgo sulle punte e penso di riuscire a toccare il cielo, un vento caldo mi trasporta muovendo i miei passi leggeri, come se stessi facendo un saggio di danza classica.
Non sento altro.
Non sono abbastanza sentimentale per pregare o credere negli spiriti delle persone morte. Sono solo una persona ignorate che sa ballare e lo fa per regalare quella stessa felicità ad una persona che ha sofferto molto. Perché ora se penso di fare qualcosa mi viene da vomitare ma se ballo sto in piedi, in me, salda e forte. Quindi per non crollare ballo, perché riesco a fare solo questo.
E non penso che nel bosco non sono riuscita a fare un bel nulla se non pestare quel Cacciatore maledetto, non penso che non ho pianto e dovrei, non penso che sono bloccata e che non ci riesco, non penso che per me le lacrime sono dei pesi e il non liberarle mi fa illudere di essere giunta ad un buon punto della mia vita.
Ora basta davvero.
Non è tempo per pensare ma solo per lasciare spazio all’unica cosa pure del mondo che lascia la pace. L’arte che esce dall’essenza delle persone.
Non è tempo per molte cose e forse non lo è per noi, non credo che lo sarà mai.
Mi sento male…perché sono viva?
Vorrei che non mi avessero mai raccolta, eppure così non avrei potuto conoscere alcune persone…e non saprei danzare e volare.
Volo ora come ho volato con l’animo leggero accanto ad una persona vera che ora non c’è più.
Non so di preciso cosa mi ha insegnato e cosa ha rappresentato Yan per me, ma sento di dover fare una cosa che non ho fatto quasi mai.
Grazie.
Solo questo.
Basta.”

/Per Zefiro/
Un richiamo.
Una per me.
Seguo Astrid poiché l’unica cosa che so fare ora è solo starle accanto. Non ho fatto nulla di concreto nemmeno prima ed ora come sempre non so molte cose quando invece dovrei saperle, quando servirebbe che io le sappia. So che non è la fine che conta, è il viaggio e allora perché oggi Yan è morta?
E muoiono tante persone che non devono morire?
Le persone e queste stesse razze vivono in nome di un Dio, dov’è questo Dio?
Io non ho il tipo di intelligenza religioso e non so comunicare con chi ha creato tutto questo, ma se esistesse ora dovrebbe mostrarsi, sarebbe corretto.
Eppure non l’ha mai fatto e non lo farà ancora.
Il pianoforte rimanda una sonata a me nota, una dedica che riparte una volta che finisce, penso sia per ognuno che ha bisogno di risollevarsi. Giungiamo all’origine di questo e sapevo che poteva esistere solo una persona in grado di trasformare cuore, anima e dolore in melodia, porgerlo ad ascoltatori inermi e avvolgerli come una calda coperta. Stephan sembra più fuoco di Kinkaid a volte. È fuoco gentile e mi chiedo lontanamente consapevole: come fa ad esistere uno contraddittorio e strano come lui?
Io non ho poteri e non leggo nel pensiero ma le sue lacrime che rigano il suo volto magro le invidio.
Non pioverà per sempre, mi auguro che il cielo non cadrà sempre eppure anche se la notte sembra lunga, guardando quello che è accaduto oggi, le tue lacrime non cadranno in eterno, vorrei potesse essere una promessa ma probabilmente rimarrà una preghiera per qualcuno, una speranza per noi. Le persone lo criticano molto perché piange troppo senza problemi, a volte mi da’ anche a me sui nervi, ma altre lo invidio, vorrei riuscirci anche io e donare qualcosa a Yan, lei che cantava la fortuna delle persone e del loro destino.
Ebbene non c'è fortuna in questi dadi truccati ma se persone come Stephan, Astrid e perfino Kinkaid immagino, si danno ancora una possibilità, possiamo tutti incartare i nostri vecchi sogni, le nostre vecchie vite e trovare un posto dove il sole brilla di nuovo. Perché notiamo che la vita deve continuare nonostante cose come i suicidi.
Mi siedo appoggiando la schiena a alla bassa gamba del pianoforte dove è seduto Stephan a suonare, di fronte a me Astrid balla con una grazia struggenti che richiamano lacrime giuste, ma prima voglio solo trovare un po' di tempo per essere assolutamente onesto, perché c'è un sacco di roba che mi tengo dentro che fa male nel profondo dell'anima. Come ci si libera di certe cose?
Vivendole…si dice così. Accetta e vivi.
Come ho fatto con mio fratello quando si è tolto la vita davanti ai miei occhi, non avevo diritto di fermarlo, era sua la vita. Oggi se avessi potuto…avrei fermato Yan?
Non lo so, lei non ne era cosciente e si è uccisa per qualcosa che credeva vero ma che in realtà non lo era. Se fosse stata in se chissà come sarebbero andate le cose?
E le domande tutti siamo bravi a porcele, di risposte non ne ho e non ne avrò mai comunque.
Diciamo che siamo i figli di mezzo della storia, senza scopo ne posto. Non abbiamo la grande guerra ne la grande depressione. La nostra grande guerra è spirituale, la nostra grande depressione è la nostra vita.
Quindi appoggio la testa all’indietro sul legno, mi riempio lo sguardo, gli orecchi e l’animo di una musica nostalgica e di un ballo espressione esteriore di un ringraziamento ad una persona che ha vissuto regalandosi.
Io da parte mia posso donare un silenzio che penso sia giusto, non dono perle di saggezza e frasi giuste al momento giusto.
Finirò le parole e mi abbandonerò ad un grazie. Poi aspetterò che tutte le ferite diventino preziose cicatrici.
Arriverà la fine.
Così grazie, Yan.
Taccio.”

/Per Kinkaid/
"Un richiamo.
Una per me.
Sento una voce nella mia testa e una melodia conosciuta ma triste...l'accompagna una voce altrettanto conosciuta, sta cercando di far tornare me, Kinkaid, alla realtà, vuole restituirmi la mia volontà, la ragione, il sangue freddo che non ho mai avuto...che suono straziante, ma perchè esistono composizioni così tristi? La seguo anche se in realtà non so cosa sto facendo e perchè, sono senza forze in questo momento e mi lascio fare senza pormi domande. Non ho ancora pensato da quando è accaduto tutto. Dove saranno gli altri? Perchè sento questa morsa che mi opprime il petto e non riesco a capire che voglia dire? Il posto è conosciuto...si è conosciuto...ma non riesco a mettere nulla a fuoco, voglio solo arrivare dalla madre di queste note insistenti che non terminano più, mi battono nel cervello tirandomi con seduzione sottile. Entro, non mi rimane che entrare, forse così recupererò la mia anima persa insieme all'esplosione delle mie fiamme di prima.
Febbrile mi guardo intorno, dove sono? Chi sono queste persone? Forse le dovrei conoscere...credo di conoscerle, si...c'è una ragazza dai lunghi capelli di fuoco che danza sulle note struggevolmente malinconiche, danza con altrettanta tristezza nel cuore, esprime ciò che ha dentro, un ragazzo seduto per terra che guarda e ascolta e...non so che sta facendo...sono Astrid e Zefiro....si ricordo tutto quel che è accaduto, come è possibile che la mia mente mi abbia fatto cancellare ciò che era appena successo? Lo straziante scempio che abbiamo vissuto? Che abbiamo dovuto vedere coi nostri occhi? Forse perchè la furia e la pazzia si sono impadronite di me togliendomi per un istante quel filo sottile che mi lascia al di qua della follia, per un momento si dev'essere nuovamente rotto quel filo sottilissimo che mi mantiene nella realtà...forse perchè ho ricordato ancora una volta tutto...Thomas...Oskar...ed ora Yan, anime pure ed innocenti, sempre loro devono pagare per me...perchè?
Le note della melodia libera che mi hanno attirato fino a qua riprendono dall'inizio, come una macchina che si è rotta e non sa come fermarsi, ma non è una macchina...al piano nero dell'enorme palestra di danza c'è Stephan che suona, ha gli occhi chiusi e piange, lacrime trasparenti corrono lungo le sue guance cadendo sui tasti bianchi che lui sfiora e tocca lieve e delicato, le sue mani sono bianche quasi come quei tasti. Non so esattamente che suona, ma l'ho già sentita spesso, io non mi intendo di musica classica, ma questa mi arriva al cuore, mi sta sussurrando parole tristi e struggenti, non capisco perchè riinizia da capo quando finisce, perchè non smette o non cambia....forse perchè una volta è per se, una per Astrid, una per Zefiro... e una...per me....se questa è la mia credo che quello che sento dentro possa definirsi, l'effetto della sua musica. Quando ho camminato fino ad arrivare al pianoforte? Non me ne sono accorto, mi appoggio col busto allo strumento fino ad adagiare la testa sul legno freddo, i miei capelli mi ricadono sugli occhi che chiudo...qualunque cosa succeda ora non ha importanza, non mi interessa nulla ora. Questa è la melodia di Yan, per lei e solo lei. Nessun altro e io non mi sento in grado di fare più nulla finchè queste note non cesseranno. Mi sento stanco, senza forze, una delle uniche volte nella mia vita in cui non ho più energie. Ma perchè l'egoismo degli esseri che vivono su questo mondo deve prendersi la vita di creature che non avevano fatto nulla di male? Io mi meritavo la morte più di lei, io me la merito da sempre la morte, sono io l'essere maledetto e non lei...allora perchè diavolo è morta lei? Ancora una volta la razza che porta il mio stesso sangue ha colpito indirettamente, peccatrice si sentiva ed ha preferito estirpare il peccato in questo modo, è quello che le hanno insegnato dalla nascita. Ma perchè tutto questo? Era necessario forse? Perchè quel maledetto Dio lassù ha voluto che entrasse a far parte di noi, della nostra vita impura? Per darci momenti di pace e serenità? Di sorrisi e allegria? Per insegnarci a vivere? Per insegnarci cosa sia la vita e cosa noi ci stavamo perdendo, cosa io mi stavo perdendo? Per farmi capire che la vendetta non mi darà mai sollievo? Ma perchè parlo così ora? Sarà la magia di questa melodia che mi apre l'anima sporca e macchiata che ho dentro. Non mi importa nulla di me stesso...so solo che chi non deve morire muore e che chi deve morire vive...e so anche che sono troppo stufo di questo. Quando la falce della morte mi porterà con se come è giusto che sia? Non mi interessa vivere in questo modo.
Lascia libero il tuo cuore, sta sanguinando sta gridando che vuole piangere...non trattenerlo, non puoi comandargli cosa fare. Liberati. Piangi per te stesso. Ne hai un bisogno immenso.’
Nella testa la voce di Stephan che mi parla, non aspetto molto, non ci penso nemmeno, so bene qual è la mia risposta. Purtroppo la conosco, ormai.
Sai perchè non riesco più a piangere per me…non chiedermelo più che non ci riesco. Non ne sono più capace.’ Glielo comunico disilluso, piatto, silenzioso quasi, qualcuno che non sono io. So che Astrid mi sente ma non mi importa.
Basta.
Devo mettere la parole fine a questa storia il più presto possibile."

/Per Yan/
Scappò piangendo dal suo sogno infranto
Si svegliò comprendendo che mai più sarebbe stato
Si preparò senza che nessuno avesse sentito
Respirò e la calma fu ma non subito
Cantò una canzone perché ormai freddo si era fatto
Sperò che regole d’altri le risa avrebbero soffocato
Cercò la pace nel cuore annegato
Visse come se un bimbo fosse in lei cresciuto
Smarrì in amici la speranza d’ascolto
Donò carezze, amore, novità e conforto
Lasciò anime amiche che della morte avevano sgomento
Esplose attraverso l’azzurro cielo il suo commiato