CAPITOLO XIV:
UNA SPECIE DI MAGIA

/Sfida le porte del tempo/


- Sai bene che è da eleggere una nuova sacerdotessa… o sacerdote… con tutto il rispetto per quanto accaduto alla precedente e quella prima ancora! -
- Abbiamo fatto un errore la volta precedente. Avremmo dovuto fare la stessa cosa che facemmo per Swami, eleggere il secondo eletto, un sacerdote che in caso di disgrazia sostituisse il primo… la prima in quel caso. -
- Si ma si rivelò inutile comunque visto che Samuel morì prima di Swami e quando lei fu punita per quel che fece ci trovammo ugualmente senza sacerdoti. È per questo che con Yan abbiamo ritenuto inutile fare la stessa cosa… -
- Yan non era ancora una sacerdotessa, sappiamo tutti di chi è la colpa se proprio quando aveva quasi finito il suo percorso di formazione per diventarlo, la sua mente degenerò e… -
- Si, appunto, sappiamo tutti di chi è la colpa. Non si può imputare certamente solo ad una persona di una sola razza, non trovi? -
- è un discorso inutile adesso. -
- Come vuoi, Gabriel… come al solito eviti abilmente le conversazioni scomode. -
- Ethan. Penso sia il caso tornare al discorso principale. Dobbiamo trovare uno nella nostra tribù e una nella vostra che sia adatto a quel ruolo, poi fra i due verrà scelto dal Dio Sole, tramite il rito definitivo, il nuovo Sacerdote. -
- Questa volta proporrei di far fare la formazione a tutti e due lo stesso, come facemmo con Swami e Samuel. Lui non diventò mai un sacerdote ma lo sarebbe stato se Jago… bè, se non accadde quel fatto. -
- Non possiamo prendere in causa gli esempi passati. Punterei come dici tu in due eletti fra i quali uno otterrà il grado maggiore rispetto all’altro. Qualunque cosa succeda non ci troveremo impreparati di nuovo… -
- Mi complimento con te Gabriel. Sei diventato più freddo di anni fa. Si vede che l’esperienza insegna. Il segreto è non legarsi, vero? Non più… -
- Non legarsi e farsi sempre le faccende proprie… -
- Mpf… afferrato il concetto. Su, diamoci da fare, dobbiamo trovare i due eletti. -
- Affidiamoci al rito di scelta. Sono certo che selezionandoli noi non ne troveremmo nemmeno uno di adatto! -
- Così risparmiamo tempo. -
La Radura della Foresta Sacra, proprio davanti alla Quercia principale, la stessa su cui Yan si era tolta la vita bagnandola della sua linfa vitale che era ancora indelebile sul suo tronco, era ancora una volta protagonista di uno dei riti che avrebbe visto in collaborazione le due razze, i Cacciatori e gli Osservatori.
I capi delle due tribù erano insieme al centro di quel piccolo spiazzo d’erba, non v’era nessun’altro.
Esistevano regole generiche di cui si dovevano occupare insieme, quali il Sacerdote o la Sacerdotessa che sopra tutti era l’unica persona che poteva contattare e parlare col Dio Sole, una sorta di segretaria. Doveva essere pura e giusta, separata intimamente dai radicati modi di fare dei popoli. Soprattutto doveva essere innocente. Un tempo era facile trovare persone così, ora…ora era praticamente impossibile. Per questo si affidavano ad un rito di scelta ove la luna selezionava per loro.
Si misero l’uno davanti all’altro in un posa neutra, chiusero gli occhi e concentrandosi pronunciarono le parole d’invocazione della luce argentea affinché illuminasse i due eletti, uno fra i Cacciatori e uno fra gli Osservatori. Loro avrebbero visto i volti con gli occhi della mente.
I due capi erano diametralmente diversi sia fisicamente che caratterialmente. Gabriel era maturo, serio, coscienzioso, ossessionato dalla legge, dalla sicurezza e dal puro e peccato, era un tipo silenzioso e contenuto, aggraziato quasi come una donna, come la sua bellezza delicata aiutata dai lunghi capelli dorati come gli occhi dalla pupilla allungata a punta, incredibili. Ethan era un omaccione grande, grosso, muscoloso e possente ma non bello, nemmeno nella punta dei capelli, pur lui essendo il fratello di Jago, non si somigliavano poi molto, solo per il colore dei capelli…in quanto al carattere…beh, duro, severo, burbero, acido, velenoso, col pallino del fare il suo dovere, cosa intendesse per suo dovere era meglio lasciar perdere! Non era né aggraziato, né gentile, né contenuto, era capace di azioni meschine apertamente e non gli interessava mascherarle come invece si preoccupava di fare Gabriel. Ma del resto ognuno aveva i suoi metodi!
Quando le parole furono pronunciate nella lingua antica conosciuta dai capi e dagli eletti, la luna cominciò a muoversi e ingrandirsi fino ad illuminarsi del tutto, era piena e più brillante di sempre. Fino a che una luce non partì da essa dividendosi in due scintille schizzandole veloci e invisibili all’occhio umano, una andò nella Foresta Sacra dalla parte dei Cacciatori, mentre l’altra verso una parte più neutra della suddetta.


Immersi nel verde del bosco ormai perfettamente conosciuto da Kinkaid, i quattro che non avrebbero mai ammesso di essere amici tranne Stephan che lo ripeteva in continuazione, erano non solo insieme come in effetti ultimamente accadeva spesso, bensì erano campeggiati in una tenda da 4 per passare la notte sotto le stelle in mezzo agli animaletti che terrorizzavano tanto il piccolo Stephan. Nessuno ancora dormiva e svegli intorno ad un piccolo fuoco voluto da uno a caso, si raccontavano diverse storie di paura per spaventare sempre quell’uno a caso che ormai non si fidava più di Kinkid, per proteggersi dalla paura aveva trovato un nuovo difensore più sicuro del precedente: Zefiro!
Non si poteva certo dire che era scemo se si attaccava a lui!
Dopo l’ennesimo urlo del piccoletto e l’ennesimo stritolare il collo del bel biondo a torso nudo, il fuoco era decisamente caldo e a volte coprirsi era un peccato, e il conseguente eccitamento innocente dell’innocente, fu proprio Zefiro a chiedere di smettere per pietà della sua salute, anche se ammetteva che tutto quello era molto divertente!
Passarono un lungo momento in silenzio, stavano bene ed era da molto che non accadeva, dopo il fatto di Yan avevano un po’ cominciato a rivalutarsi anche se c’erano ancora molte cose che non piacevano l’uno dell’altro, come in ogni gruppo.
Questo avvicinamento mescolato all’atmosfera notturna creata in quel momento, stimolò il lato riflessivo e profondo del piccolo(in realtà aveva la stessa età di Astrid……….) che desideroso di tirare su il morale al burbero e sempre incazzoso Kinkaid, si sedette accanto a lui abbandonando a malincuore la postazione vicino a Zefiro. La luce del fuoco ormai cominciava ad essere sempre più fioca e mentre si spegneva piano piano, i grando occhi sinceri di Stephan si illuminavano di quel verde così in sintonia del bosco. Erano belli i suoi occhi perché non possedevano a nessuna razza particolare ma soprattutto perché erano puliti ed innocenti. Ormai era difficile trovare occhi come i suoi…..una persona come lui.
E sfruttando lo sguardo che invece vedeva di Kinkaid, a lui piacevano terribilmente i suoi occhi pur essendo sempre tormentati, minacciosi e tristi, disse illuminato da un pensiero che poteva conoscere solo lui….e chi glielo leggeva coi suoi poteri!
- L’anima di una persona è nascosta nel suo sguardo, per questo abbiamo paura di guardarci negli occhi.-
Sentenziò così il moretto cercando di giustificare come mai nessuno riusciva mai a guardarlo veramente negli occhi fino in fondo, si chiedeva sempre come mai quasi tutti distogliessero lo sguardo in fretta dal suo, ma lui in prima persona non poteva capirlo per l’umiltà di cui era padrone. Non poteva immaginare che lo facevano per la carica di purezza che possedeva, nessuno l’aveva, per questo non si riusciva a sostenere il suo sguardo.
- Il solito sentimentale….io non ho certo paura di te e del tuo sguardo!-
Borbottò brusco Kinkaid allontanandosi dall’amico, lo faceva istintivamente con tutti, non gli piaceva troppo la vicinanza…a me no che non dovesse pestare qualcuno!
- Lo so, tu no, ma i tuoi occhi dicono ben altro!-
Il rosso digrignò i denti e la prima vena sul collo cominciava a gonfiarsi, aveva un potere assurdo quel tipo: innervosirlo anche se respirava solamente…figurarsi quando parlava!
- E cosa dicono, sentiamo?-
Fu felice e per nulla impaurito, Stephan, di avere il via libero sulla sua analisi psicologica, gli piaceva farlo, intanto gli altri li fissavano un po’ divertiti e un po’ annoiati, mentre il sonno lento cominciava a calare su di loro.
- Tu non odi il mondo per quello che ti ha fatto ma solo perché è sbagliato. Ma ricordati che contiene esseri come te…-
Qua la risposta fu lampante e decisa, non dovette nemmeno spremere il suo neurone:
- Appunto, più sbagliata di così!-
Stephan lo fissò contrariato, poi si avvicinò ‘sculettando’ sull’erba e senza perdere speranza, continuò con aria ispirata e romantica guardando il cielo stellato, che ora si vedeva meglio visto il fuoco ormai spento.
- Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo avrebbe una goccia in meno.-
Anche qua fu presto detto, Kinkaid non si smentiva mai, ma nemmeno l’altro.
- E sarebbe più pulito!-
Sentenziato ciò sempre più grugnante si allontanò di nuovo infastidito da quell’angioletto che gli si appiccicava di nuovo, era stato così contento che durante la serata fosse stato attaccato all’altro fenomeno divino ed ora era di nuovo fra i piedi, fedele come un cagnolino!
- Sbagli. La natura non fa mai nulla di inutile!-
- No, sei tu che sbagli, ha fatto te, la cara natura!-
Tuttavia nemmeno questo fece perdere d’animo il moro, che riprese la sua avanzata verso l’amico riavvicinandosi.
- Non pentirti di qualcosa che hai fatto se quando l’hai fatto eri felice!-
Pensava di aver trovato la chiave per sciogliere il suo duro cuore di pietra, ma ancora una volta fu smentito da un Kinkaid con tutte le vene del collo e della fronte gonfie e pulsanti di rabbia e fastidio:
- E se quando l’ho fatto non ero felice? Io non mi pento mai delle cose che faccio ma non sono mai felice di farle. Anche se rido sul momento non significa nulla…cosa significa, questo, genio?-
Stephan rimase un attimo fermo a pensarci e il rosso approfittò della distrazione per allontanarsi ancora, poi finalmente l’altro sconfitto trovò risposta:
- Che il tuo cuore è da cercare col lanternino!-
Quasto lasciò di sasso l’interlocutore quanto gli ascoltatori che ridacchiarono per la bella risposta!
Aveva detto molte cose belle e poetiche che avevano fatto pensare sia Zefiro che Astrid, ma ciò che aveva colpito maggiormente era stato Kinkaid. Sapevano quanto marcio fosse ma non pensavano così tanto. Veramente, forse, stava più male di quanto desse a vedere e loro stessi fossero disposti a notare. Tuttavia preferirono non intromettersi, erano stanchi e non avevano voglia di litigare, discutere o che altro, vista l’energia inesauribile con cui la torcia umana non si fermava mai!


Il secondo raggio di luce arrivò dritto nel territorio dei Cacciatori, ma non sul villaggio, bensì in un luogo isolato e poco frequentato, era sempre deserto tranne che per una persona che stava sempre lì da solo. Era un tipo selvatico, un Cacciatore diverso dalla sua razza, non seguiva il gruppo, non aveva capi e le uniche leggi a cui sottostava erano le proprie, quelle della natura. Una sorta di Mowgli solo biondo e bianco!
Quando la luce lo investì sollevandolo in aria, era un lupo bianco maestoso e selvatico, tuttavia la scintilla che lo avvolse gli fece riprendere le sue sembianze reali.
Era un ragazzino nudo dai lunghissimi capelli lisci ed ingarbugliati, mai pettinati, che ricoprivano il corpo esile, snello ed agile, pelle bianca ma sporca, di chi non si lava da molto, occhi da lupo per forma e ferocia ad eccezione del colore: azzurro chiaro senza pupilla. Lineamenti molto selvatici, non bello nel classico senso del termine, ma selvaggio e aggressivo, ricordava un lupo sia per fattezze che per modi di fare, infatti la posa in cui lo si poteva trovare anche da umano era accucciata sul ramo di un albero.
Quando nella mente del capo della sua razza fu chiara la sua scelta, la luce della luna argentea svanì nel nulla lasciandolo lì sospeso per pochi istanti, mentre perdeva i sensi e cadeva a terra di testa. Qualcuno fermò il suo volo impedendogli di rompersi il collo, due forti braccia adulte avvolte in abiti neri e attillati, lunghi capelli neri come la notte e lisci che si spostavano dalla schiena alle spalle e poi sul volto levigato di ghiaccio, due occhi gelidi dei Cacciatori, un’espressione priva di inclinazioni ed emozioni.
- Sei stato scelto, Chase…-
Mormorò la sua voce bassa e roca più comunemente definibile come ‘da linea erotica’.
Così dicendo se lo sistemò fra le braccia e si incamminò verso il centro della Foresta Sacra, per raggiungere la così chiamata dalle razze, Radura Sacra.
Fu il primo ad arrivare, rispetto a chi conduceva Stephan. Ethan e Gabriel lo guardarono con aria cupa e contenuta, un espressione molto tirata di chi si prepara al peggio per avere a che fare con una persona come quella. Ethan sembrava più contrariato e adirato mentre Gabriel severo e gelido più del solito.
Il cacciatore posò il corpo ancora privo di sensi, lo stese sull’erba fresca e ignorando la sua completa nudità gli sistemò i lunghi capelli che all’impiedi potevano arrivargli fino alle caviglie, mai tagliati dalla nascita, quindi si alzò e con la sua solita aria indecifrabile ed una specie di mezzo sorriso agli angoli delle labbra, di chi sa che nessuno potrà mai fargli nulla, di chi sente i brividi di terrore carezzare la schiena di chi ha davanti, disse:
- Chase è l’eletto per i Cacciatori. Ma sapete entrambi molto bene chi è l’unica legittima erede al titolo di Sacerdotessa. Il sangue del sangue della precedente e vera Sacerdotessa. Da voi bandita.-
Fu subito fermato con fare aggressivo dal moro:
- Non proseguire oltre, Jago! Non voglio nemmeno sentirne parlare!-
Ethan non era un gran conversatore e preferiva tagliare i problemi sul nascere in quel modo, al contrario di Gabriel che riusciva tranquillamente a sostenere dialoghi di un certo livello con tagliente intelletto. Infatti intervenne mostrando una certa superiorità nello sguardo che sembrava ci fosse impressa a forza per non soccombere davanti alla persona sbagliata.
- Se lei fosse la legittima erede come tu sostieni, il rito di scelta avrebbe colpito lei. Così non è stato.-
Ora Gabriel non era contento delle scelte effettuate, ma non lo era nemmeno dell’idea che una come colei che insinuava Jago potesse essere ammessa al titolo e quindi fra le razze…tanto meno era contento della presenza di quell’uomo fra loro.
- Sai bene perché non è stata scelta da quel rito. Perché è designato in modo che prenda solo chi è o Cacciatore o Osservatore, al massimo sceglie ibridi fra umani e Osservatori. Non può scegliere un ibrido fra Cacciatore e Osservatore.-
Gabriel avrebbe voluto rispondere ma pur provandoci non avrebbe mai trovato risposte adatte. Per cui ripiegò sull’arrivo degli accompagnatori di Stephan.
- Vattene prima che ti veda qua, scoppierebbe l’inferno, ora come ora. -
Jago non si voltò ma sorrise gelido, altri brividi e poi disse tagliente e quasi maligno:
- Già…un inferno di fuoco e fiamme…un giorno devo provare a farlo scatenare, non oso immaginare come si ridurrebbe l’amata Foresta Sacra!-
Dopo la provocazione si godette l’espressione che si adirava di entrambi i capi e senza attendere altro svanì con un frusciò fra gli alberi neri della notte lsciando sospesa nell’aria solo una frase mezza udita e mezza immaginata:
- …e con il Signore delle fiamme arriva anche l’unica legittima erede Sacerdotessa…-
In quel momento arrivò Kinkaid che trasportava Stephan seguito da Zefiro e Astrid.
Gabriel sospirò di sollievo e facendo correre i bellissimi occhi di corvo sul ragazzo muscoloso che sosteneva il corpo esile del nuovo eletto, l’osservò silenzioso e assorto. Aveva i capelli rosso mogano legati in una coda un po’ alta per impedire che stessero troppo selvaggiamente dispersi sul suo capo, con quella pettinatura e i ricci un po’ più domati, l’Osservatore trattenne il fiato impercettibilmente e con malinconia pensò che in alcuni momenti Kinkaid sembrava la versione cresciuta di Thomas.
- Il suo gemello defunto, Thomas, sarebbe stato l’ideale come Sacerdote…non sarebbe nemmeno servito un rito di scelta…-
Disse infatti a fior di labbra come pensasse ad alta voce, Ethan lo sentì e con un’espressione ironicamente pesante, come di scherno e derisione, rispose:
- Già…peccato che sia morto, vero? È un mistero come il fato possa essere beffardo e crudele…-
Ad esterni questa sarebbe solo sembrata una frase qualunque ma solo chi sapeva la storia poteva capire la cattiveria di quelle parole, infatti Gabriel non le gradì e l’ammonì con un solo sguardo gelido e tagliente:
- Non andare oltre. Sappiamo chi è stato ad ucciderlo…-
L’altro non si fece intimorire e stupidamente continuò:
- Si, come sappiamo il motivo reale per cui è morto, no? -
- Silenzio, sta arrivando Kinkaid, non voglio che ci senta parlare di suo fratello, soprattutto che scopra adesso come andarono le cose e ciò che si cela dietro la morte del suo amato gemello. Lo ignora e deve continuare a lungo.-
Questa volta non ammise repliche e il Cacciatore chiuse il discorso con un sorriso più beffardo di prima. Gli Osservatori in realtà erano solo purezza apparente, lo disgustavano dal primo all’ultimo!


è dura aprire gli occhi dopo che ti sei perso nei meandri del tuo cervello, con delle urla assurde negli orecchi, un mal di testa allucinante e qualcuno che ti sbalottola di qua e di là!
Non ricordo bene cosa sia successo ma devo aver perso i sensi quando…si…mentre li riprendo con uno shock psicofisico non indifferente me lo ricordo: sono stato investito da una luce argentata che mi ha fatto sentire strano, come se non poggiassi più da nessuna parte e fossi sospeso nel nulla…poi ho pensato di essere finito nel classico tunnel, quindi di essere stato colpito da un fulmine e di star per morire, ma siccome non sentivo dolore ed anzi stavo piuttosto bene, non ho avuto una paura eccessiva, ho pensato di essere quindi già morto e di star dirigendomi verso il paradiso. Ero felice perché potevo vedere gli angeli e non sentire più dolore e paura, però ero anche triste perché mi separavo dai miei amici e da Kinkaid, avrei voluto fare ancor qualcosa insieme a Zefiro, vedere come finiva la cosa fra Astrid e Kinkaid e far entrare del sale nella zucca di quel testone…ma soprattutto avrei voluto convincere Jago che in realtà era buono. Poi non ricordo bene, so che ho continuato a viaggiare in quella bella luce, come se fosse un mare luminoso…finchè non ho sentito queste urla isteriche ormai fin troppo riconoscibili!
Kinkaid non cambierà mai!
Apro gli occhi a fatica e frastornato mostro tutta la mi contrarietà alla situazione: sono a terra tenuto seduto dal mio caro amico che litiga con…Gabriel mi sembra e nel frattempo mi scuote come se avesse lui fra le mani e non me! Faccio roteare gli occhi mentre un senso di nausea mi stritola lo stomaco salendo vertiginosamente, con la coda dell’occhio vedo anche il capo dei Cacciatori, forse il mondo va definitivamente al contrario, e Astrid e Zefiro in disparte che si premono le mani sugli orecchi meditando di scappare…ah, ecco cos’è lo sguardo di quell’omccione grande, grosso e brutto: sta uccidendo con lo sguardo la nostra Astrid! No, non farlo….l’ultima cosa che noto prima dell’inevitabile è un ragazzino nudo e sporco, nonché puzzolente, steso a terra svenuto come lo ero io. Non lo conosco proprio ma mi fa già pena!
Cos’è l’inevitabile?
Il rigetto della cena di stasera!
Insomma, vomito e lo faccio proprio addosso a Kinkaid che mi spreme in questo modo tutto arrabbiato!
Penso di stare per morire di nuovo ma forse questa volta finirò all’inferno per aver fatto una brutta azione come il vomitare addosso al mio più caro amico!
Il suo ennesimo urlo d’ira pura mi invade i timpani e un secondo getto di vomito mi fa ripiegare su me stesso.
- SMETTILA DANNATO!-
Per lo sforzo mi vengono le lacrime agli occhi ed escono prepotenti, oddio forse questa volta non ce la faccio, mi brucia tutta la pelle, la testa pulsa e sembra che il cervello voglia uscirmi dal cranio, sudo freddo ed infine un rimescolio confuso di sensazioni terribili mi fanno cessare la mia attività di nausea, infine guardo con il mio tipico sguardo, Kinkaid che mi fissa a sua volta col fuoco negli occhi:
- Ma Kiiiin! Mi buttavi di qua e di là come se ti avessi fatto qualcosa di male! Stavo morendo…-
La risata di Zefiro e Astrid mi invade e mi tira su di morale!
Ci vuole un po’ per ristabilire l’ordine e Gabriel ci impiega un po’, questa volta.
Ci vuole pazienza: che ci facciamo noi qua con il capo degli Osservatori e quello dei Cacciatori con un altro di questa razza steso a terra?
Lo realizzo solo ora spalancando gli occhi: ma Astrid è qui ed è la prima volta che incontra altri della sua razza, eccezione per Jago e Yari! Chissà come si sente e cosa prova, se non fossi così spossato proverei a leggerle dentro o a utilizzare i miei poteri empatici ma non penso sia il caso.
Ethan, mi pare si chiami così il capo degli altri, la sta guardando proprio male e non viene approvata nemmeno da Gabriel, non vorrei la cacciassero. Kinkaid non se ne cura, pensa a pulirsi e ad imprecare, nemmeno a lui piace trovarsi qui, lo so, ma c’è poco da fare, non è colpa mia…vero? Dimmi che non lo è…ops, mi sorge il dubbio che invece lo sia!
Cerco Zefiro con lo sguardo mentre sembra che la situazione sia destinata a degenerare, ho bisogno di forza e coraggio, per questo lo cerco, faccio un giro di sguardo per vederti, mi sembra anche troppo affollato ora come ora, questo posto, ci sono delle emozioni sempre più chiare e crescenti, sono per lo più di Astrid, le fa uno strano effetto conoscere questa gente, invece per i capi è odio e allarme, la rifiutano, non la vogliono qui, penso si chiedano perché l’abbiano lasciata in vita, è l’infrazione della massima legge delle 2 razze del Dio Sole. Me lo chiedo anche io ma certe cose non posso e non voglio saperle. Definire tutti quanti guardinghi è sminuire la realtà!
Mi dico fra me e me che mi serve del coraggio e penso inconsciamente che il suo sguardo potrebbe darmelo, poi come se fossi vittima di un sogno o magari di un ricordo mi sento libero di chiedertelo apertamente: dammi il coraggio, eppure non lo pronuncio, non ne ho abbastanza ancora.
- Come sicuramente non saprai – Dice poco paziente Gabriel diretto a Kinkaid, l’unico purosangue della sua razza in questo posto: - Yan era la prescelta per diventare la nuova Sacerdotessa, aveva quasi completato la sua formazione ma poi è morta. – Ricordare questo è molto triste e sento la rabbia di Kin crescere ancora in sé, normale, no? Gli poso una mano sul braccio cessando la mia ricerca di Zefiro. Calmati Kinkaid. Glielo dico con la mente e forse mi ascolta visto che non salta alla gola dell’altro. – Quindi ora serve un nuovo Sacerdote o Sacerdotessa. Il rito di scelta a cui ci siamo affidati ha selezionato loro due, Stephan e Chase. Devono avere determinati requisiti: essere puri d’animo, nobili dentro, innocenti e sinceri. Ora avrà luogo un secondo rito, ove verranno a loro volta scelti per diventare il primo Sacerdote e il secondo Sacerdote, il primo sarà quello ufficiale e il secondo colui che in caso di disgrazia dovrà subentrare al primo. I Sacerdoti hanno un compito importante, conversare col Dio Sole e comunicare le sue leggi e i suoi voleri alle razze, per diventarlo però c’è un corso al termine del quale sarà investito ufficialmente di quella carica. Dovrà imparare tutte le lingue esistenti fra le nostre razze, la Sua, imparare le Arti Pure quali la Danza, la Musica e il Canto ed infine altre capacità che gli saranno insegnate. Si dovrà purificare al Fiume Sacro ogni giorno ove passerà gran parte del suo tempo visto che è l’unico posto in cui può comunicare con Lui. Questo è tutto quello che dovete sapere.-
Terminato ciò mi rendo conto che ho trattenuto il fiato e che lo fissavo come fosse un nonno che racconta le fiabe, solo dopo mi accordo che questa questione fuori dal tempo e dallo spazio segue un disegno preciso alla luce della vita, che cammina attraverso un ponte verso le ombre della notte…e che coinvolge me in prima persona…ecco che inizio a tremare di paura!
Lo torno a dire mentalmente: dammi il coraggio e so bene a chi lo chiedo, non a Kinkaid come ho sempre fatto, che si mette a ridere non credendo a quanto sentito, ma a Zefiro perché la sua luce interiore mi dà serenità e tutto quel che mi manca, mi attira sempre di più e non me ne rendo nemmeno conto appieno. Mi pare come di sentire voci nella notte che hanno l’intenzione di scacciare i demoni attraverso uno specchio, mi sembra di sentire queste cose eppure so che non c’è nulla ed è solo la paura a farmi pensare questo.
Perché io?
Le scelte di vita che ognuno fa nei sogni e nei giorni si riscuotono in questo momento. Non riesco nemmeno ad alzarmi, mi giro cercando comprensione e finalmente lo trovo, più vicino a me, che sicuro e stupito nello stesso tempo, mi guarda sapendo che sarò io il prescelto. Una consapevolezza che ha dell’incredibile!
Parli? Vorrei ascoltare ciò che diresti e vorrei poterti chiamare…non so…amore? Cerco il significato di questo mio pensiero veloce in un attimo di confusione e panico, un pensiero che a dire il vero mi dà più forza, mi ci aggrapperei ma lo vedo solo come un errore in un attimo di debolezza. Vorrei che fosse il mio lui e mi stesse al fianco dandomi il suo coraggio, che a me manca da sempre. Non riuscirò a fare quello che chiedono, lo so. Io non sono nessuno per riuscirci e non ho la presunzione di essere quello che cercando. Non posso.
Vero, Zefiro?
Mi perdo nei suoi bellissimi occhi azzurri che sono sempre sicuri, sempre suoi, coscienti e giusti. Vorrei essere come lui. È un umano eppure mi sembra così forte.
Posso credere in te solo per la tua presenza accanto alla mia, troverei le risposte che cerco se le leggessi e tu leggi nei miei occhi terrorizzati che si posano sui tuoi.
Qualche volta è necessario ascoltarsi a vicenda e appoggiarsi a qualcuno per andare avanti, ma io lo faccio sempre e lampante ho il desiderio di farcela da solo, questa sarebbe l’occasione giusta, però so di non essere così puro e giusto come la loro tradizione vuole, non posso essere io quel Sacerdote e parlare con il loro Dio. Chi sono io per poterlo fare?
L’unica cosa che quindi mi dice, comprendendo al volo il mio stato d’animo pur essendo l’unico a non avere potere alcuno è:
- Coraggio è fare quel che hai paura di fare. Non c'è coraggio se non sei spaventato. –
Non ha nemmeno idea di quello che significa per me questa frase, io faccio sempre ciò che ho paura di fare perché ho paura di tutto, anche di vivere e vivendo mostro quindi…quello che ho invocato dalla nascita…mostro coraggio…se quello che mi dice è vero…però rispondo per non sembrare grande come lui mi sta facendo apparire con questa affermazione:
- Il coraggio non mi manca. È la paura che mi frega…dici che è la stessa cosa?-
Ho una voce sottile e fine, mi stupisco a riuscire a parlare. Lui mi fissa un po’ sorpreso poi sorride apprezzando la mia fatica di non scappare e soprattutto di sdrammatizzare in un momento per me così importante.
Ad interromperci è Kinkaid che smettendo di ridere sbotta incomprensibile a tutti noi:
- Devi farlo, provaci, no? Tanto non ti succede nulla, pensa: se fossi quel coso che dicono loro li fregheresti tutti: ti hanno sempre sottovalutato e disprezzato, sarebbe la tua rivincita…non che me ne importi…-
Mi sorprende questa sua affermazione certa al cento per cento, mi fido delle sue intuizioni però titubante gli dico:
- Lo pensi davvero?- Che sembra più un: sopravviverò? E come se mi leggesse questo lui con un ghigno sadico esclama:
- Stai tranquillo…sopravviverai…- Così non mi rimane che asserire tremante:
- Promesso?-
Ridacchia…e lui ridacchia…è la persona più sadica e priva di sentimento che io conosca! Si sta divertendo un mondo dimenticando con chi abbiamo a che fare!
Poi ricordo che c’è anche Astrid che se ne sta in disparte seccata e poco convinta di tutto quello, come se covasse un odio innato per quelle razze, lo stesso che cova Kinkaid per motivi precisi…mah…che strani che sono!
Del resto però io ora mi renderei utile se lo fossi veramente…forse non è così male, dimostrerei qualcosa, come diceva il simpaticone. Ci proverei…si…
- Va bene…-
Questa frase detta con apparente leggerezza ha in realtà un gran peso per me e solo Kinkaid probabilmente sa cosa significa…che io accetto le mie origini, una cosa che non ho mai fatto completamente in vita mia!”

Gli occhi di Chase si aprirono di scatto e nello stesso momento il ragazzino saltò accovacciato in una posa tipica di un lupo sulla difensiva, le mani artigliate all’erba dove la terra si infilava sotto le unghie insieme ad altra vecchia, i capelli biondi pieni di nodi si sparpagliarono lunghissimi sul suo corpo ricoprendolo del tutto, una sorta di coperta per la nudità che pareva non pesargli. I denti digrignati e un espressione minacciosa di chi sta per attaccare, al minimo cenno di pericolo sarebbe scattato e li avrebbe sbranati nel senso letterale del termine.
Stephan saltò in braccio a Zefiro che per non cadere dovette far appello a tutta la sua forza, Astrid si posizionò all’incirca nella stessa posa del Cacciatore, per riflesso incondizionato, i due capi non fecero una piega ed infine chi reagì in modo incosciente senza mai smentirsi fu, indovinate? Kinkaid!
Si piazzò proprio davanti a Chase mettendosi a gambe divaricate, mani ai fianchi, mento alzato in segno di sfida e con aria sadica si mise a ridere da signore delle Tenebre, poi fra le risa disse con fare in effetti antipatico:
- Abbiamo anche Tarzan, no aspetta, forse è Mowgli…è che d’aspetto sembra il signore scimpanzè ma come modi di fare e posa sembra il tizio dei lupi! Che ne pensate, voi?-
Un gocciolone calò sulle loro teste e fissandolo come se avessero a che fare con un caso senza speranza, cosa in effetti vera, scossero i capi lasciandolo al loro destino, Zefiro ci provò mentre continuava a sostenere il fuscello chiamato Stephan:
- Ehm…Pollyanna, io se fossi in te starei attento, poi non so…-
Kinkaid fece un gesto col braccio come se scacciasse una mosca e borbottando un sicuro:
- Sciocchezze!-
Portò la stessa mano sui capelli del ragazzino e tirandoli per vedere meglio il viso vi rimase ingarbugliato in mezzo, così per districarsi cominciò a strattonare più di prima, questo provocò la reazione del biondo….la pericolosa reazione del pericoloso biondo selvatico!
In realtà c’è poco da dire: Chase saltò all’attacco e aggrappandosi coi denti al collo del rosso ottuso cominciò a mordere e ad affondare nella dura carne che cominciava a surriscaldarsi, Gabriel si premette le mani sul volto come se disperarsi servisse a qualcosa, Astrid si appiattì a terra imitata da Zefiro che coprì col suo corpo Stephan, tutti e tre preparati all’esplosione della bomba atomica, Ethan che non conosceva bene l’Osservatore esagerato, impaziente e precipitoso, non fece nulla pensando solo che fosse il solito cagnone che abbaiava ma non mordeva mai! Errore!
Oddio…oddio oddio oddio…e adesso che faccio? Ora esplode!”
Solo questo penso Stephan nel manico mentre fra l’erba e il corpo forte di Zefiro non sapeva se sentirsi al sicuro, eccitato o in pericolo!
Infine l’inevitabile accadde: dal corpo di Kinkaid uscì un forte fiammata che investì chiunque nel raggio di qualche metro…chiunque fosse in piedi e non si fosse riparato prontamente! Tuttavia la conseguenza non fu un Chase arrostito bensì una nuvola di vento che si scatenava a più non posso investendo a sua volta sempre i soliti in piedi nel raggio di qualche metro, in breve nacque niente meno che una piccola tromba d’aria fatta di vento, foglie, erba, terriccio e fiamme!
Un risultato spaventoso e a dir poco caotico che nessuno potè evitare, tuttavia fu divertente, quando tutto cessò, vedere i resti del mini tornado: Gabriel sempre elegante e composto tutto spettinato e a terra così come Ethan che era finito a testa in giù mentre Kinkaid e Chase, le due cause, erano uno tutto bruciato e uno tutto scompigliato, con i capelli prima legati in una coda ora tutti disfatti ed i ricci incolti per aria a mo’ di cespuglio mal tagliato! Fu una scenetta divertente per Astrid e gli altri due ragazzi, che permise alla finta rossa di rilassarsi pur essendo in compagnia dei capi delle razze di sua appartenenza…coloro che sicuramente avrebbero potuto spiegarle la sua storia e chi fosse in realtà. Ma capì che quella sera non era il tempo, qualcosa glielo diceva!
Ad ogni modo fu difficile ristabilire l’ordine anche perché l’istinto dei due protagonisti fu quello di accapigliarsi a vicenda, a fermarli arrivò in picchiata Zefiro pregato da Stephan a placcare come a football americano Kinkaid, ed insieme lo stesso piccoletto che si piazzò in ginocchio davanti all’altro per essere alla sua altezza, infatti il ragazzino era accovacciato tutto curvo come un lupo coi soliti capelli sugli occhi, il moretto quindi congiunse le mani come in una preghiera, avvicinò il volto a quello dell’altro che era ancor più inselvatichito e sorridendo semplice e sincero, con una spontaneità disarmante, disse solo:
- Ciao, sono Stephan!-
Mai più due persone più diverse si incontrarono in un faccia a faccia così ravvicinato! Era una scena esternamente buffa grazie alla quale, miracolosamente, il lupacchiotto si calmò e decise di non sbranare quello scricciolo che sembrava un bambino…che in realtà era diciottenne!
- Mmm!-
Mugugnò in una specie di ringhio di pace. Al che il focoso amico da sotto la presa ferrea del non molto amato amico biondo, riuscì a rimbeccare odiosamente:
- Urca, conosce la nostra lingua, vedi se sa anche parlarla, Ste!-
Per questo si beccò una gomitata in pieno collo, proprio sotto la nuca, questo lo mise KO per un attimo, il necessario per il capo degli Osservatori di riprendere possesso di tutto.
Toccò ad Ethan questa volta spiegare a Chase cosa succedeva, lo fece nella loro lingua, quella dei Cacciatori che solo Gabriel poteva comprendere ma che stranamente capì nche Astrid, senza spiegarsene personalmente il motivo.
Dopo di chè, curandosi che l’impiccione combinaguai non fosse di nuovo in mezzo a tirarne fuori una delle sue, fecero mettere, contro la volontà di Chase, i due prescelti al centro della Radura, in un punto ritenuto ovviamente Sacro anche quello, si misero in piedi in un posa neutra e dietro di essi i due Capi.
C’era da dire che nessuno era felice della situazione: né i due capi che pur essendo nemici primi dovevano collaborare per certe alcune faccende importanti, né per Kinkaid che avrebbe voluto ammazzare quel rompiscatole di Ethan insieme all’altro della sua razza e dato che c’era buttarci dentro pure Gabriel, né per Astrid che per quante parole e storie avesse ascoltato da Stephan non riusciva di immaginare quali fossero le sue vere origini, la verità su di lei, dove fossero i suoi genitori e cose del genere, con una stranezza inaudite dentro di sé doveva solo sopportare quella situazione e aspettare che arrivasse il momento giusto, non era felice nemmeno Stephan che doveva sottoporsi a quel rito e rischiare chissà quante cose ma soprattutto di essere sopravvalutato quando non andava fatto, Chase semplicemente odiava indiscriminatamente tutti e voleva tornare alla sua vita di prima, separato dagli altri, come un selvaggio a seconda delle leggi della natura, Zefiro…bè, a lui non faceva né caldo né freddo la situazione ma diciamo che gli sembrava una grande pagliacciata, lui che aveva il pallino per la razionalità e le cose scientificamente dimostrabili, certo non sempre ma in linea di massima era un cervellone cresciuto così dai suoi genitori!
Tuttavia si capiva che per le razze del Dio Sole era una cosa importante, quel rito e quelle scelte, per cui nessuno si trovò nella posizione di poter scegliere, anche se in effetti ormai mancava poco all’esplosione di Kinkaid, non lo fece solo perché lì presenti non erano i suoi genitori e Jago!
Gabriel e Ethan si concentrarono chiudendo gli occhi, nel silenzio della foresta persino i rumori notturni si interruppero, un atmosfera cristallina si impresse in quell’attimo che sapeva subito di speciale e mentre le voci adulte di chi presiedeva il rito finale per il ruolo di Sacerdote pronunciavano le parole in lingua antica, nella mente di Astrid, sempre con questo modo inspiegabile che lei stessa non capì e la innervosì, si trasmisero le traduzioni a quello che dicevano:
Dalle mani prenderà vita una forma e dalla forma l’uso. Fummo creati per creare, quindi ora chiediamo al Dio Sole di mandare in questa notte oscura un segno della sua luce che ci faccia comprendere il suo volere. Che porti queste due anime con sè, che lo sentano o no ne avranno paura poiché mostrerà loro lo spirito del Dio che vive in essi.”
E meravigliosamente un istante invase il tempo avvolgendo di luce i due ragazzi.

Una specie di magia. È una specie di magia, un sogno, forse, non lo so, però sembra tutto intriso di magia e di spirito, sono sicuro che tutto quello che ci accade ha uno scopo, qual è ora? Mi guardo lento intorno e sento accanto a me anche lui, questo strano ragazzo che sulla difensiva si comporta come un animale selvatico messo in gabbia, mi fa tenerezza perché capisco come si prova, lo sento attraverso le sue emozioni che scorrono libere in me ma ora non so bene a cosa dare più attenzione, continuo a girarmi su me stesso ma oltre a lui non c’è altro, solo luce e bianco, un bianco che scema in un piccolo baluginino dorato, lo vede anche lui e il suono che emette la sua gola è simile ad un guaito, sembra un cucciolo impaurito, penso che non potrei batterlo, improvvisamente lo so perché io ora non ho paura. È strano ma è così. Io qua sto bene, sto troppo bene. Così dimentico il motivo per cui sono qua e gentile gli prendo la mano, senza forzarlo, lui sulle prima la strattona d’istinto ma notando come quella scintilla di prima diventa subito due e si avvicina, me la riprende, lui invece non sta bene, non so cosa abbia passato e quale sia la sua storia ma penso che si senta a suo agio solo fra la natura e non imbevuto di luce, io invece sono diverso. Sento che quello che mi sta per accadere è giusto. Lo sento. Così è lui a riprendermi la mano e titubante a stringersi dietro di me, come se si nascondesse, si appallottola contro la mia schiena e anche se è più alto di me nonostante ha l’aria di un ragazzino.
Appare così un raggio di luce che mostra la via, così infondendo un po’ della mia tranquillità che non pensavo di riuscire a possedere, mi faccio forza e vado verso di lui, incontro a quelle due scintille sempre più grandi.
Sento che nessun mortale può vincere in questo giorno, è una sensazione sempre più inspiegabile, mi ripeto le parole di coraggio di Zefiro e pensando a lui non mi perdo in me stesso. Ho passato e passerò momenti molto peggiori, non devo mollare ora perché questo posto mi piace, non si sente altro se non la paura di Chase e la pace che io prego ogni giorno arrivi per il mondo in cui vivo. Questo forse è il paradiso che sogno, dove finiremo un volta morti, se è così mi sta bene, vorrei rimanere ancora, ma non a lungo perché voglio rivedere Kinkaid e Zefiro e Astrid…e anche Jago!
E’ una sorta di campana che suona nella mente, chiudo gli occhi e quando li riapro eccoli maestosi coloro che vedevo in lontananza. Una è donna molto bella, Osservatrice: pelle abbronzata, simboli antichi tatuati su metà corpo avvolto da un kimono viola con fantasie floreali dorate, capelli lunghissimi e neri acconciati in un modo molto strano ed indefinito sul capo, ha un corpo adulto e maturo e i suoi occhi di corvo mostrano la saggezza e la pace ma anche la risolutezza, so che sono puri. Sono bellissimi.

L’altro è uomo, un Cacciatore: alto, fisico asciutto avvolto in un kimono azzurro con fantasie indefinite color blu, stesso colore sono i suoi incredibili capelli mossi e lunghi, azzurri, ed i suoi occhi quasi bianchi, tipici della sua razza, non sembrano di ghiaccio come quelli di Jago o maligni come quelli della sua razza, sembrano d’acqua, l’impressione che mi dà questo ragazzo è di un lago profondo dalla bellezza e purezza inestimabile, limpido come nessuno mai al mondo. E vero. Quello che attira la mia attenzione è lo stesso tatuaggio che ha sull’occhio Jago, lui ce l’ha sullo stesso occhio destro. Chissà, forse erano amici.
Parlare con loro è come sfidare le porte del tempo. Devono essere antichi, non li ho mai conosciuti, non so chi siano, devo chiedere a Gabriel anche se non mi piace molto quell’uomo. Mi inchino d’istinto e finalmente loro parlano, è lei con una voce che mi ricorda qualcuno…e a pensarci bene non solo la voce, anche i lineamenti…una persona che conosco.

- Ti saluta la tua mamma adottiva, piccolo uomo. -
Lo dice in mi direzione e nonostante il suo tono sia risoluto è gentile. Mi illumino capendo di chi si tratta:
- Yan sta bene?-
Lei sorride indecifrabile:
- Qua stiamo tutti bene…-
E realizzo che sono tutti morti. Anime defunte che avrebbero bisogno di preghiere o chissà, solo di pensieri.
- Non rattristarti, è la natura.-
Conclude così e come se mi avesse fatto una specie di magia mi sento meglio e la tristezza svanisce.
- Noi siamo Swami e Samuel. Io ero la precedente Sacerdotessa, l’unica che lo è stata veramente, dopo di me Yan lo sarebbe diventata ma ha lasciato il vostro mondo prima. Lui è…diciamo il secondo Sacerdote, il vice, il sostituto o come diavolo lo vuoi chiamare!-
Sbatto un attimo le palpebre…questa sua seconda parlata è del tutto diversa dalla prima…penso che questo sia il suo vero io, già, ora ricordo chi mi ricorda: Astrid! Mi sembra di vedere lei come sarà da adulta. Da donna. Ed un brivido mi attraversa.
- Smettila di parlare di me in questo modo, potevo presentarmi da me, tu non mi rendi mai giustizia, treccine!-

Questo è il ragazzo che spintonandola la sorpassa e si mette in una posa a dir poco…da star, e come se illuminasse questo posto da solo col suo sorriso da schiaffi, dichiara:
- Io non sono il secondo, il vice e nemmeno uno qualunque: devi sapere, piccoletto, che la mia persona è l’unica autentica vera bellezza dell’universo dei vivi e dei morti. Io non sono Samuel il secondo, io SONO SAMUEL IL MIGLIORE! Penso che mi abbiano dedicato qualche monumento per la bellezza e cose simili, sono impareggiabile anche da morto!-
- e smettila di dire cose inutili! Sembri un pavone! Sei sempre il solito! –
- Invidiosa!-
- Di te? Meglio esserlo di un chiwhawha! –
Hanno un delizioso scambio di parole che mi fa sorridere, mi ricordano…no, in questo momento non mi ricordano nessuno però lei potrebbe essere benissimo Astrid!
- Ehm, non vorrei interrompervi ma non penso avrò tutta la vita…-
Loro si fermano e mi fissano poi con aria ispirata Samuel fa:
- L' attesa sembra eternità, ma non lo è, quindi tu attendi che noi abbiamo l’eternità, invece!-

Questo mi lascia di sasso, sto per chiedermi dove sono finito e cosa sarà di noi che improvviso un fulmine colpisce i due davanti a me, spero non si siano fatti male, mi allarmo un po’ preoccupandomi della loro salute, poverini, erano simpatici…poi però vedo che il fumo si dirada e che tornano come prima, si ricompongono e mi fanno capire che essendo già morti quegli scherzetti del Dio Sole non sono nulla, per lui!
- Ci richiama all’ordine…-
Esclama lei.
- Già…despota…potrebbe deturpare il mio bel visino…-
Ribatte lui massaggiandosi il volto.
- Se non la smetti te lo tramuta in quello di un pesce quella faccia da schiaffi!-
Stanno per riprendere il loro dialogo scherzoso, spero che sia scherzoso per lo meno e non serio, così tossisco. Veramente mi sto un pochino stancando, Kinkaid è più fermabile di questi due carroarmti!
- Si scusate…-
A farlo è lei, non penso lui ne sia capace da quel che ho visto. Vorrei chiederle perché è morta e cosa è successo ma so che non è affar mio, così sto al mio posto e mi limito a chiedere:
- Mi hanno spiegato che bisogna scegliere fra noi due…ma tu pensi veramente che io possa prendere il tuo posto? O quello suo?-
Mi rivolgo sempre a Swami visto che Samuel sembra più interessato allo studio di Chase.
- Perché dici questo?-
È diventata subito seria e questo mi spinge a dar voce ai miei dubbi:
- Io non penso di essere uno speciale e degno di un compito simile…non lo credo affatto. Ho sempre paura di tutto, sono pieno di dubbi, piango sempre, sono normale anzi, no, sotto la norma, non mi merito nulla di tutto ciò, combinerei come mio solito qualche guaio, no? La mia vita non è stata caratterizzata da particolari turbe che mi abbiano spinto a crescere, sono ancora immaturo, una palla al piede che senza Kinkaid non sa andare avanti…-
Lei finalmente mi ferma con una mano che posa sulla mi bocca, è consistente in questo momento, so che anche questa deve essere una specie di magia. Infine parla e sembra che stia esprimendo una profezia:
- Questo giorno segnerà l'inizio della normalità, da qui partirà il conto alla rovescia fino a che quelli che si innalzano cadranno uno a uno e tornerà l’er dei semplici. Quest' odio che dura da mille anni presto finirà. Questa fiamma che vi brucia dentro sarà la vostra forza, seguitela quando sarà maturata. Odo armonie segrete, sfida le porte del tempo, piccolo uomo. Presto, presto, presto finirà ciò che ti crea terrore nel cuore e la pace tornerà come mille anni fa. Questa che ti sto dando è una specie di magia creata ai tempi remoti, non si può scegliere il modo di morire o il giorno, si può solo decidere come vivere. Ora. Ed ora è quel momento. Un uomo muore davvero solo quando viene dimenticato, tu non lo sarai per il cuore che lascerai a chi hai amato, e li hai amati tutti, amici e nemici, continuerai a farlo, sarà la tua salvezza. L’amore che porti sarà la danza dell’eternità. Ed infine ricorda che da una lacrima può nascere una promessa ed una preghiera potente. –

Per tutto il tempo che lei parla io rimango a bocca aperta imbambolato col fiato sospeso, non è solo bella fuori ma lo è anche dentro, è la medesima identica sensazione che mi dà giorno dopo giorno Astrid. Le lacrime mi salgono agli occhi, mi pungono, il nodo che avevo penso si stia sciogliendo, non pensavo di dover piangere, pensavo di stare bene, ma quello che mi ha detto lei per me è vita, benzina che mi permetterà di vivere fino alla fine. Ora so. So che non sono inutile, che non sbaglio a piangere, ad avere paura…ad essere normale…ora so come stanno le cose e sapermi giusto è una ricompensa che non mi fa trattenere la gioia.
- Grazie…-
Mormoro solo questo mentre sento dentro di me una nuova luce, un calore che si è acceso, come una piccola fiamma. So che è importante che io la tenga. Questo è ciò che mi permetterà di diventare quel che devo, per cui sono nato.
- è stato scelto lui.-
Interrompe Samuel con la sua bella voce chiara, sembra non molto toccato dall’accaduto e dalle parole, sento che siamo diversi io e lui e che la sua apparenza di egocentrismo e narcisismo è solo una superficie, poiché il suo cuore è talmente limpido e puro da far impressione.
- Sicuro?-
Chiedo io titubante, punto i miei grandi occhi verdi in quelli azzurri senza pupille di lui, sorride divertito e con una specie di ghigno mi spiega:
- Tranquillo…mentre voi conversavate così romanticamente gli ho chiesto chi fosse e che pensasse della sua razza, lui ha risposto: ‘Fanno tutti schifo!’ Con questo tono ringhioso. Così gli ho chiesto se lo fossi anche io, schifoso, e lui mi ha detto un si sempre più ringhioso, così ho deciso che lui non sarebbe mai diventato il primo Sacerdote!-
Questa affermazione ha dell’inverosimile…mi lascia di stucco e sia io che Swami non parliamo ma siamo molto eloquenti. Può esistere uno simile? Poi è lei a chiudere il discorso:
- Il solito narcisista egoista e capriccioso!-
Poi lei mi strizza l’occhio mentre sto per chiedere allarmato se seriamente io sia quello scelto:
- Calma, si giustifica così per non dire che è innamorato di te, non lo direbbe mai perché è innamorato solo di se stesso ma diciamo che gli piaci e non lo ammetterebbe mai!-
Si beccò un pizzicotto sul fianco dal suo amico e facendosi entrambi la linguaccia mi salutano come se dovessimo rivederci il giorno dopo, come se fossimo vecchi amici, come se tutto vada bene così, se questa separazione pesi così poco. Un secondo nodo di tristezza mi assale.
Perché due persone così pure e belle dentro non ci sono più? Ora che le ho conosciute non vorrei più separarmi da loro. Stringo la mano istintivo a Chase ancora con me, mi guarda ma lui non capisce. Forse è colpa della mia empatia, mi affeziono troppo facilmente. Spero però che potremo ricongiungerci tutti presto. Lo vorrei veramente.
Si erano già voltati ma Samuel si ferma e girando solo il viso a mezza via mi dice infine:
- Ehi, piccoletto…la grandezza di un uomo non si misura dalla sua altezza ma dalla purezza del suo cuore!-
Da che stavo per piangere nostalgico e malinconico, a che istintivamente sorrido anche se sempre un po’ triste. È un bel regalo.
- Grazie…e ciao…-
Alza la mano e muovendo l’indice e il medio insieme sul pugno chiuso mi saluto del tutto, poi però afferma ridacchiando:
- Ed ovviamente la bellezza si misura a seconda della mia!-
E così tutto finisce. “

Quando la luce che li aveva avvolti svanì, lasciò liberi un Chase sciolto dalle mani di Stephan e quest’ultimo raggiante e serio al tempo stesso, con un fiamma e una luce interiori diverse da sempre. Tutti spalancarono gli occhi avendo l’impressione di trovarsi ad una persona importante.
Stephan mostro di sé l’immagine che sarebbe divenuta alla fine del percorso di formazione, quando sarebbe stato un vero Sacerdote secondo la loro religione.
Era avvolto in un kimono verde bosco con fantasie di foglie e ramoscelli sottili di un verde più chiaro, alzato in altezza aveva lineamenti più femminei, i capelli neri dai riflessi verdi lunghi fino oltre le spalle, lisci e ben pettinati, gli occhi entrambi osservatori ed un corpo longilineo e sottile su cui si vedevano su metà di esso dei simboli come tatuati, simboli antichi.
Questo sarebbe stato alla fine del suo percorso di crescita, quando il titolo di Sacerdote sarebbe stato definitivamente suo.
Dopo di chè il piccoletto tornò normale alle sue sembianze e perdendo ogni energia e forza svenì venendo preso dalle braccia pronte di Chase. Non era addomesticato, il lupo, ma verso uno come Stephan difficilmente si poteva provare istinti animali cattivi.
Un senso di protezione che veniva risvegliato da chiunque.
Il biondo poi con passo felpato consegnò a Kinkaid ancora incredulo, il corpo del neo eletto e svanì con un salto in mezzo alla boscaglia laddove era sparito Jago all’inizio della serata.