CAPITOLO
XIV:
UNA
SPECIE DI MAGIA
/Sfida
le porte del tempo/
-
Sai bene che è da eleggere una nuova
sacerdotessa… o
sacerdote… con tutto il rispetto per quanto accaduto alla
precedente
e quella prima ancora! -
-
Abbiamo fatto un errore la volta precedente. Avremmo dovuto fare la
stessa cosa che facemmo per Swami, eleggere il secondo eletto, un
sacerdote che in caso di disgrazia sostituisse il primo… la
prima in
quel caso. -
-
Si ma si rivelò inutile comunque visto che Samuel
morì
prima di Swami e quando lei fu punita per quel che fece ci trovammo
ugualmente senza sacerdoti. È per questo che con Yan abbiamo
ritenuto inutile fare la stessa cosa… -
-
Yan non era ancora una sacerdotessa, sappiamo tutti di chi è
la colpa se proprio quando aveva quasi finito il suo percorso di
formazione per diventarlo, la sua mente degenerò
e… -
-
Si, appunto, sappiamo tutti di chi è la colpa. Non si
può
imputare certamente solo ad una persona di una sola razza, non
trovi? -
-
è un discorso inutile adesso. -
-
Come vuoi, Gabriel… come al solito eviti abilmente le
conversazioni
scomode. -
-
Ethan. Penso sia il caso tornare al discorso principale. Dobbiamo
trovare uno nella nostra tribù e una nella vostra che sia
adatto a quel ruolo, poi fra i due verrà scelto dal Dio
Sole,
tramite il rito definitivo, il nuovo Sacerdote. -
-
Questa volta proporrei di far fare la formazione a tutti e due lo
stesso, come facemmo con Swami e Samuel. Lui non diventò mai
un sacerdote ma lo sarebbe stato se Jago… bè, se
non accadde
quel fatto. -
-
Non possiamo prendere in causa gli esempi passati. Punterei come dici
tu in due eletti fra i quali uno otterrà il grado maggiore
rispetto all’altro. Qualunque cosa succeda non ci troveremo
impreparati di nuovo… -
-
Mi complimento con te Gabriel. Sei diventato più freddo di
anni fa. Si vede che l’esperienza insegna. Il segreto
è non
legarsi, vero? Non più… -
-
Non legarsi e farsi sempre le faccende proprie… -
-
Mpf… afferrato il concetto. Su, diamoci da fare, dobbiamo
trovare i
due eletti. -
-
Affidiamoci al rito di scelta. Sono certo che selezionandoli noi non
ne troveremmo nemmeno uno di adatto! -
-
Così risparmiamo tempo. -
La
Radura della Foresta Sacra, proprio davanti alla Quercia principale,
la stessa su cui Yan si era tolta la vita bagnandola della sua linfa
vitale che era ancora indelebile sul suo tronco, era ancora una volta
protagonista di uno dei riti che avrebbe visto in collaborazione le
due razze, i Cacciatori e gli Osservatori.
I
capi delle due tribù erano insieme al centro di quel piccolo
spiazzo d’erba, non v’era nessun’altro.
Esistevano
regole generiche di cui si dovevano occupare insieme, quali il
Sacerdote o la Sacerdotessa che sopra tutti era l’unica
persona che
poteva contattare e parlare col Dio Sole, una sorta di segretaria.
Doveva essere pura e giusta, separata intimamente dai radicati modi
di fare dei popoli. Soprattutto doveva essere innocente. Un tempo era
facile trovare persone così, ora…ora era
praticamente
impossibile. Per questo si affidavano ad un rito di scelta ove la
luna selezionava per loro.
Si
misero l’uno davanti all’altro in un posa neutra,
chiusero gli
occhi e concentrandosi pronunciarono le parole d’invocazione
della
luce argentea affinché illuminasse i due eletti, uno fra i
Cacciatori e uno fra gli Osservatori. Loro avrebbero visto i volti
con gli occhi della mente.
I
due capi erano diametralmente diversi sia fisicamente che
caratterialmente. Gabriel era maturo, serio, coscienzioso,
ossessionato dalla legge, dalla sicurezza e dal puro e peccato, era
un tipo silenzioso e contenuto, aggraziato quasi come una donna, come
la sua bellezza delicata aiutata dai lunghi capelli dorati come gli
occhi dalla pupilla allungata a punta, incredibili. Ethan era un
omaccione grande, grosso, muscoloso e possente ma non bello, nemmeno
nella punta dei capelli, pur lui essendo il fratello di Jago, non si
somigliavano poi molto, solo per il colore dei capelli…in
quanto al
carattere…beh, duro, severo, burbero, acido, velenoso, col
pallino
del fare il suo dovere, cosa intendesse per suo dovere era meglio
lasciar perdere! Non era né aggraziato, né
gentile, né contenuto, era capace di azioni meschine
apertamente e non gli
interessava mascherarle come invece si preoccupava di fare Gabriel.
Ma del resto ognuno aveva i suoi metodi!
Quando
le parole furono pronunciate nella lingua antica conosciuta dai capi
e dagli eletti, la luna cominciò a muoversi e ingrandirsi
fino
ad illuminarsi del tutto, era piena e più brillante di
sempre.
Fino a che una luce non partì da essa dividendosi in due
scintille schizzandole veloci e invisibili all’occhio umano,
una
andò nella Foresta Sacra dalla parte dei Cacciatori, mentre
l’altra verso una parte più neutra della suddetta.
Immersi
nel verde del bosco ormai perfettamente conosciuto da Kinkaid, i
quattro che non avrebbero mai ammesso di essere amici tranne Stephan
che lo ripeteva in continuazione, erano non solo insieme come in
effetti ultimamente accadeva spesso, bensì erano campeggiati
in una tenda da 4 per passare la notte sotto le stelle in mezzo agli
animaletti che terrorizzavano tanto il piccolo Stephan. Nessuno
ancora dormiva e svegli intorno ad un piccolo fuoco voluto da uno a
caso, si raccontavano diverse storie di paura per spaventare sempre
quell’uno a caso che ormai non si fidava più di
Kinkid, per
proteggersi dalla paura aveva trovato un nuovo difensore più
sicuro del precedente: Zefiro!
Non
si poteva certo dire che era scemo se si attaccava a lui!
Dopo
l’ennesimo urlo del piccoletto e l’ennesimo
stritolare il collo
del bel biondo a torso nudo, il fuoco era decisamente caldo e a volte
coprirsi era un peccato, e il conseguente eccitamento innocente
dell’innocente, fu proprio Zefiro a chiedere di smettere per
pietà
della sua salute, anche se ammetteva che tutto quello era molto
divertente!
Passarono
un lungo momento in silenzio, stavano bene ed era da molto che non
accadeva, dopo il fatto di Yan avevano un po’ cominciato a
rivalutarsi anche se c’erano ancora molte cose che non
piacevano
l’uno dell’altro, come in ogni gruppo.
Questo
avvicinamento mescolato all’atmosfera notturna creata in quel
momento, stimolò il lato riflessivo e profondo del
piccolo(in
realtà aveva la stessa età di
Astrid……….) che
desideroso di tirare su il morale al burbero e sempre incazzoso
Kinkaid, si sedette accanto a lui abbandonando a malincuore la
postazione vicino a Zefiro. La luce del fuoco ormai cominciava ad
essere sempre più fioca e mentre si spegneva piano piano, i
grando occhi sinceri di Stephan si illuminavano di quel verde
così
in sintonia del bosco. Erano belli i suoi occhi perché non
possedevano a nessuna razza particolare ma soprattutto
perché
erano puliti ed innocenti. Ormai era difficile trovare occhi come i
suoi…..una persona come lui.
E
sfruttando lo sguardo che invece vedeva di Kinkaid, a lui piacevano
terribilmente i suoi occhi pur essendo sempre tormentati, minacciosi
e tristi, disse illuminato da un pensiero che poteva conoscere solo
lui….e chi glielo leggeva coi suoi poteri!
-
L’anima di una persona è nascosta nel suo sguardo,
per
questo abbiamo paura di guardarci negli occhi.-
Sentenziò
così il moretto cercando di giustificare come mai nessuno
riusciva mai a guardarlo veramente negli occhi fino in fondo, si
chiedeva sempre come mai quasi tutti distogliessero lo sguardo in
fretta dal suo, ma lui in prima persona non poteva capirlo per
l’umiltà di cui era padrone. Non poteva immaginare
che lo
facevano per la carica di purezza che possedeva, nessuno
l’aveva,
per questo non si riusciva a sostenere il suo sguardo.
-
Il solito sentimentale….io non ho certo paura di te e del
tuo
sguardo!-
Borbottò
brusco Kinkaid allontanandosi dall’amico, lo faceva
istintivamente
con tutti, non gli piaceva troppo la vicinanza…a me no che
non
dovesse pestare qualcuno!
-
Lo so, tu no, ma i tuoi occhi dicono ben altro!-
Il
rosso digrignò i denti e la prima vena sul collo cominciava
a
gonfiarsi, aveva un potere assurdo quel tipo: innervosirlo anche se
respirava solamente…figurarsi quando parlava!
-
E cosa dicono, sentiamo?-
Fu
felice e per nulla impaurito, Stephan, di avere il via libero sulla
sua analisi psicologica, gli piaceva farlo, intanto gli altri li
fissavano un po’ divertiti e un po’ annoiati,
mentre il sonno
lento cominciava a calare su di loro.
-
Tu non odi il mondo per quello che ti ha fatto ma solo
perché
è sbagliato. Ma ricordati che contiene esseri come
te…-
Qua
la risposta fu lampante e decisa, non dovette nemmeno spremere il suo
neurone:
-
Appunto, più sbagliata di così!-
Stephan
lo fissò contrariato, poi si avvicinò
‘sculettando’
sull’erba e senza perdere speranza, continuò con
aria
ispirata e romantica guardando il cielo stellato, che ora si vedeva
meglio visto il fuoco ormai spento.
-
Quello che noi facciamo è solo una goccia
nell’oceano, ma se
non lo facessimo avrebbe una goccia in meno.-
Anche
qua fu presto detto, Kinkaid non si smentiva mai, ma nemmeno
l’altro.
-
E sarebbe più pulito!-
Sentenziato
ciò sempre più grugnante si allontanò
di nuovo
infastidito da quell’angioletto che gli si appiccicava di
nuovo,
era stato così contento che durante la serata fosse stato
attaccato all’altro fenomeno divino ed ora era di nuovo fra i
piedi, fedele come un cagnolino!
-
Sbagli. La natura non fa mai nulla di inutile!-
-
No, sei tu che sbagli, ha fatto te, la cara natura!-
Tuttavia
nemmeno questo fece perdere d’animo il moro, che riprese la
sua
avanzata verso l’amico riavvicinandosi.
-
Non pentirti di qualcosa che hai fatto se quando l’hai fatto
eri
felice!-
Pensava
di aver trovato la chiave per sciogliere il suo duro cuore di pietra,
ma ancora una volta fu smentito da un Kinkaid con tutte le vene del
collo e della fronte gonfie e pulsanti di rabbia e fastidio:
-
E se quando l’ho fatto non ero felice? Io non mi pento mai
delle
cose che faccio ma non sono mai felice di farle. Anche se rido sul
momento non significa nulla…cosa significa, questo, genio?-
Stephan
rimase un attimo fermo a pensarci e il rosso approfittò
della
distrazione per allontanarsi ancora, poi finalmente l’altro
sconfitto trovò risposta:
-
Che il tuo cuore è da cercare col lanternino!-
Quasto
lasciò di sasso l’interlocutore quanto gli
ascoltatori che
ridacchiarono per la bella risposta!
Aveva
detto molte cose belle e poetiche che avevano fatto pensare sia
Zefiro che Astrid, ma ciò che aveva colpito maggiormente era
stato Kinkaid. Sapevano quanto marcio fosse ma non pensavano
così
tanto. Veramente, forse, stava più male di quanto desse a
vedere e loro stessi fossero disposti a notare. Tuttavia preferirono
non intromettersi, erano stanchi e non avevano voglia di litigare,
discutere o che altro, vista l’energia inesauribile con cui
la
torcia umana non si fermava mai!
Il
secondo raggio di luce arrivò dritto nel territorio dei
Cacciatori, ma non sul villaggio, bensì in un luogo isolato
e
poco frequentato, era sempre deserto tranne che per una persona che
stava sempre lì da solo. Era un tipo selvatico, un
Cacciatore
diverso dalla sua razza, non seguiva il gruppo, non aveva capi e le
uniche leggi a cui sottostava erano le proprie, quelle della natura.
Una sorta di Mowgli solo biondo e bianco!
Quando
la luce lo investì sollevandolo in aria, era un lupo bianco
maestoso e selvatico, tuttavia la scintilla che lo avvolse gli fece
riprendere le sue sembianze reali.
Era
un ragazzino nudo dai lunghissimi capelli lisci ed ingarbugliati, mai
pettinati, che ricoprivano il corpo esile, snello ed agile, pelle
bianca ma sporca, di chi non si lava da molto, occhi da lupo per
forma e ferocia ad eccezione del colore: azzurro chiaro senza
pupilla. Lineamenti molto selvatici, non bello nel classico senso del
termine, ma selvaggio e aggressivo, ricordava un lupo sia per
fattezze che per modi di fare, infatti la posa in cui lo si poteva
trovare anche da umano era accucciata sul ramo di un albero.
Quando
nella mente del capo della sua razza fu chiara la sua scelta, la luce
della luna argentea svanì nel nulla lasciandolo
lì
sospeso per pochi istanti, mentre perdeva i sensi e cadeva a terra di
testa. Qualcuno fermò il suo volo impedendogli di rompersi
il
collo, due forti braccia adulte avvolte in abiti neri e attillati,
lunghi capelli neri come la notte e lisci che si spostavano dalla
schiena alle spalle e poi sul volto levigato di ghiaccio, due occhi
gelidi dei Cacciatori, un’espressione priva di inclinazioni
ed
emozioni.
-
Sei stato scelto, Chase…-
Mormorò
la sua voce bassa e roca più comunemente definibile come
‘da
linea erotica’.
Così
dicendo se lo sistemò fra le braccia e si
incamminò
verso il centro della Foresta Sacra, per raggiungere la così
chiamata dalle razze, Radura Sacra.
Fu
il primo ad arrivare, rispetto a chi conduceva Stephan. Ethan e
Gabriel lo guardarono con aria cupa e contenuta, un espressione molto
tirata di chi si prepara al peggio per avere a che fare con una
persona come quella. Ethan sembrava più contrariato e
adirato
mentre Gabriel severo e gelido più del solito.
Il
cacciatore posò il corpo ancora privo di sensi, lo stese
sull’erba fresca e ignorando la sua completa
nudità gli
sistemò i lunghi capelli che all’impiedi potevano
arrivargli
fino alle caviglie, mai tagliati dalla nascita, quindi si
alzò
e con la sua solita aria indecifrabile ed una specie di mezzo sorriso
agli angoli delle labbra, di chi sa che nessuno potrà mai
fargli nulla, di chi sente i brividi di terrore carezzare la schiena
di chi ha davanti, disse:
-
Chase è l’eletto per i Cacciatori. Ma sapete
entrambi molto
bene chi è l’unica legittima erede al titolo di
Sacerdotessa. Il sangue del sangue della precedente e vera
Sacerdotessa. Da voi bandita.-
Fu
subito fermato con fare aggressivo dal moro:
-
Non proseguire oltre, Jago! Non voglio nemmeno sentirne parlare!-
Ethan
non era un gran conversatore e preferiva tagliare i problemi sul
nascere in quel modo, al contrario di Gabriel che riusciva
tranquillamente a sostenere dialoghi di un certo livello con
tagliente intelletto. Infatti intervenne mostrando una certa
superiorità nello sguardo che sembrava ci fosse impressa a
forza per non soccombere davanti alla persona sbagliata.
-
Se lei fosse la legittima erede come tu sostieni, il rito di scelta
avrebbe colpito lei. Così non è stato.-
Ora
Gabriel non era contento delle scelte effettuate, ma non lo era
nemmeno dell’idea che una come colei che insinuava Jago
potesse
essere ammessa al titolo e quindi fra le razze…tanto meno
era
contento della presenza di quell’uomo fra loro.
-
Sai bene perché non è stata scelta da quel rito.
Perché
è designato in modo che prenda solo chi è o
Cacciatore
o Osservatore, al massimo sceglie ibridi fra umani e Osservatori. Non
può scegliere un ibrido fra Cacciatore e Osservatore.-
Gabriel
avrebbe voluto rispondere ma pur provandoci non avrebbe mai trovato
risposte adatte. Per cui ripiegò sull’arrivo degli
accompagnatori di Stephan.
-
Vattene prima che ti veda qua, scoppierebbe l’inferno, ora
come
ora. -
Jago
non si voltò ma sorrise gelido, altri brividi e poi disse
tagliente e quasi maligno:
-
Già…un inferno di fuoco e fiamme…un
giorno devo provare a
farlo scatenare, non oso immaginare come si ridurrebbe
l’amata
Foresta Sacra!-
Dopo
la provocazione si godette l’espressione che si adirava di
entrambi
i capi e senza attendere altro svanì con un
frusciò fra
gli alberi neri della notte lsciando sospesa nell’aria solo
una
frase mezza udita e mezza immaginata:
-
…e con il Signore delle fiamme arriva anche
l’unica legittima
erede Sacerdotessa…-
In
quel momento arrivò Kinkaid che trasportava Stephan seguito
da
Zefiro e Astrid.
Gabriel
sospirò di sollievo e facendo correre i bellissimi occhi di
corvo sul ragazzo muscoloso che sosteneva il corpo esile del nuovo
eletto, l’osservò silenzioso e assorto. Aveva i
capelli
rosso mogano legati in una coda un po’ alta per impedire che
stessero troppo selvaggiamente dispersi sul suo capo, con quella
pettinatura e i ricci un po’ più domati,
l’Osservatore
trattenne il fiato impercettibilmente e con malinconia pensò
che in alcuni momenti Kinkaid sembrava la versione cresciuta di
Thomas.
-
Il suo gemello defunto, Thomas, sarebbe stato l’ideale come
Sacerdote…non sarebbe nemmeno servito un rito di
scelta…-
Disse
infatti a fior di labbra come pensasse ad alta voce, Ethan lo
sentì
e con un’espressione ironicamente pesante, come di scherno e
derisione, rispose:
-
Già…peccato che sia morto, vero? È un
mistero come il
fato possa essere beffardo e crudele…-
Ad
esterni questa sarebbe solo sembrata una frase qualunque ma solo chi
sapeva la storia poteva capire la cattiveria di quelle parole,
infatti Gabriel non le gradì e l’ammonì
con un solo
sguardo gelido e tagliente:
-
Non andare oltre. Sappiamo chi è stato ad
ucciderlo…-
L’altro
non si fece intimorire e stupidamente continuò:
-
Si, come sappiamo il motivo reale per cui è morto, no? -
-
Silenzio, sta arrivando Kinkaid, non voglio che ci senta parlare di
suo fratello, soprattutto che scopra adesso come andarono le cose e
ciò che si cela dietro la morte del suo amato gemello. Lo
ignora e deve continuare a lungo.-
Questa
volta non ammise repliche e il Cacciatore chiuse il discorso con un
sorriso più beffardo di prima. Gli Osservatori in
realtà
erano solo purezza apparente, lo disgustavano dal primo
all’ultimo!
“è
dura aprire gli occhi dopo che ti sei perso nei meandri del tuo
cervello, con delle urla assurde negli orecchi, un mal di testa
allucinante e qualcuno che ti sbalottola di qua e di là!
Non
ricordo bene cosa sia successo ma devo aver perso i sensi
quando…si…mentre li riprendo con uno shock
psicofisico non
indifferente me lo ricordo: sono stato investito da una luce
argentata che mi ha fatto sentire strano, come se non poggiassi
più
da nessuna parte e fossi sospeso nel nulla…poi ho pensato di
essere
finito nel classico tunnel, quindi di essere stato colpito da un
fulmine e di star per morire, ma siccome non sentivo dolore ed anzi
stavo piuttosto bene, non ho avuto una paura eccessiva, ho pensato di
essere quindi già morto e di star dirigendomi verso il
paradiso. Ero felice perché potevo vedere gli angeli e non
sentire più dolore e paura, però ero anche triste
perché mi separavo dai miei amici e da Kinkaid, avrei voluto
fare ancor qualcosa insieme a Zefiro, vedere come finiva la cosa fra
Astrid e Kinkaid e far entrare del sale nella zucca di quel
testone…ma soprattutto avrei voluto convincere Jago che in
realtà
era buono. Poi non ricordo bene, so che ho continuato a viaggiare in
quella bella luce, come se fosse un mare
luminoso…finchè non
ho sentito queste urla isteriche ormai fin troppo riconoscibili!
Kinkaid
non cambierà mai!
Apro
gli occhi a fatica e frastornato mostro tutta la mi
contrarietà
alla situazione: sono a terra tenuto seduto dal mio caro amico che
litiga con…Gabriel mi sembra e nel frattempo mi scuote come
se
avesse lui fra le mani e non me! Faccio roteare gli occhi mentre un
senso di nausea mi stritola lo stomaco salendo vertiginosamente, con
la coda dell’occhio vedo anche il capo dei Cacciatori, forse
il
mondo va definitivamente al contrario, e Astrid e Zefiro in disparte
che si premono le mani sugli orecchi meditando di
scappare…ah, ecco
cos’è lo sguardo di quell’omccione
grande, grosso e
brutto: sta uccidendo con lo sguardo la nostra Astrid! No, non
farlo….l’ultima cosa che noto prima
dell’inevitabile è
un ragazzino nudo e sporco, nonché puzzolente, steso a terra
svenuto come lo ero io. Non lo conosco proprio ma mi fa già
pena!
Cos’è
l’inevitabile?
Il
rigetto della cena di stasera!
Insomma,
vomito e lo faccio proprio addosso a Kinkaid che mi spreme in questo
modo tutto arrabbiato!
Penso
di stare per morire di nuovo ma forse questa volta finirò
all’inferno per aver fatto una brutta azione come il vomitare
addosso al mio più caro amico!
Il
suo ennesimo urlo d’ira pura mi invade i timpani e un secondo
getto
di vomito mi fa ripiegare su me stesso.
-
SMETTILA DANNATO!-
Per
lo sforzo mi vengono le lacrime agli occhi ed escono prepotenti,
oddio forse questa volta non ce la faccio, mi brucia tutta la pelle,
la testa pulsa e sembra che il cervello voglia uscirmi dal cranio,
sudo freddo ed infine un rimescolio confuso di sensazioni terribili
mi fanno cessare la mia attività di nausea, infine guardo
con
il mio tipico sguardo, Kinkaid che mi fissa a sua volta col fuoco
negli occhi:
-
Ma Kiiiin! Mi buttavi di qua e di là come se ti avessi fatto
qualcosa di male! Stavo morendo…-
La
risata di Zefiro e Astrid mi invade e mi tira su di morale!
Ci
vuole un po’ per ristabilire l’ordine e Gabriel ci
impiega un
po’, questa volta.
Ci
vuole pazienza: che ci facciamo noi qua con il capo degli Osservatori
e quello dei Cacciatori con un altro di questa razza steso a terra?
Lo
realizzo solo ora spalancando gli occhi: ma Astrid è qui ed
è
la prima volta che incontra altri della sua razza, eccezione per Jago
e Yari! Chissà come si sente e cosa prova, se non fossi
così
spossato proverei a leggerle dentro o a utilizzare i miei poteri
empatici ma non penso sia il caso.
Ethan,
mi pare si chiami così il capo degli altri, la sta guardando
proprio male e non viene approvata nemmeno da Gabriel, non vorrei la
cacciassero. Kinkaid non se ne cura, pensa a pulirsi e ad imprecare,
nemmeno a lui piace trovarsi qui, lo so, ma c’è
poco da
fare, non è colpa mia…vero? Dimmi che non lo
è…ops,
mi sorge il dubbio che invece lo sia!
Cerco
Zefiro con lo sguardo mentre sembra che la situazione sia destinata a
degenerare, ho bisogno di forza e coraggio, per questo lo cerco,
faccio un giro di sguardo per vederti, mi sembra anche troppo
affollato ora come ora, questo posto, ci sono delle emozioni sempre
più chiare e crescenti, sono per lo più di
Astrid, le
fa uno strano effetto conoscere questa gente, invece per i capi
è
odio e allarme, la rifiutano, non la vogliono qui, penso si chiedano
perché l’abbiano lasciata in vita, è
l’infrazione
della massima legge delle 2 razze del Dio Sole. Me lo chiedo anche io
ma certe cose non posso e non voglio saperle. Definire tutti quanti
guardinghi è sminuire la realtà!
Mi
dico fra me e me che mi serve del coraggio e penso inconsciamente che
il suo sguardo potrebbe darmelo, poi come se fossi vittima di un
sogno o magari di un ricordo mi sento libero di chiedertelo
apertamente: dammi il coraggio, eppure non lo pronuncio, non ne ho
abbastanza ancora.
-
Come sicuramente non saprai – Dice poco paziente Gabriel
diretto a
Kinkaid, l’unico purosangue della sua razza in questo posto:
- Yan
era la prescelta per diventare la nuova Sacerdotessa, aveva quasi
completato la sua formazione ma poi è morta. –
Ricordare
questo è molto triste e sento la rabbia di Kin crescere
ancora
in sé, normale, no? Gli poso una mano sul braccio cessando
la
mia ricerca di Zefiro. Calmati Kinkaid. Glielo dico con la mente e
forse mi ascolta visto che non salta alla gola dell’altro.
–
Quindi ora serve un nuovo Sacerdote o Sacerdotessa. Il rito di scelta
a cui ci siamo affidati ha selezionato loro due, Stephan e Chase.
Devono avere determinati requisiti: essere puri d’animo,
nobili dentro, innocenti e sinceri. Ora avrà luogo un
secondo
rito, ove verranno a loro volta scelti per diventare il primo
Sacerdote e il secondo Sacerdote, il primo sarà quello
ufficiale e il secondo colui che in caso di disgrazia dovrà
subentrare al primo. I Sacerdoti hanno un compito importante,
conversare col Dio Sole e comunicare le sue leggi e i suoi voleri
alle razze, per diventarlo però c’è un
corso al
termine del quale sarà investito ufficialmente di quella
carica. Dovrà imparare tutte le lingue esistenti fra le
nostre
razze, la Sua, imparare le Arti Pure quali la Danza, la Musica e il
Canto ed infine altre capacità che gli saranno insegnate. Si
dovrà purificare al Fiume Sacro ogni giorno ove
passerà
gran parte del suo tempo visto che è l’unico posto
in cui
può comunicare con Lui. Questo è tutto quello che
dovete sapere.-
Terminato
ciò mi rendo conto che ho trattenuto il fiato e che lo
fissavo
come fosse un nonno che racconta le fiabe, solo dopo mi accordo che
questa questione fuori dal tempo e dallo spazio segue un disegno
preciso alla luce della vita, che cammina attraverso un ponte verso
le ombre della notte…e che coinvolge me in prima
persona…ecco che
inizio a tremare di paura!
Lo
torno a dire mentalmente: dammi il coraggio e so bene a chi lo
chiedo, non a Kinkaid come ho sempre fatto, che si mette a ridere non
credendo a quanto sentito, ma a Zefiro perché la sua luce
interiore mi dà serenità e tutto quel che mi
manca, mi
attira sempre di più e non me ne rendo nemmeno conto
appieno.
Mi pare come di sentire voci nella notte che hanno
l’intenzione di
scacciare i demoni attraverso uno specchio, mi sembra di sentire
queste cose eppure so che non c’è nulla ed
è solo la
paura a farmi pensare questo.
Perché
io?
Le
scelte di vita che ognuno fa nei sogni e nei giorni si riscuotono in
questo momento. Non riesco nemmeno ad alzarmi, mi giro cercando
comprensione e finalmente lo trovo, più vicino a me, che
sicuro e stupito nello stesso tempo, mi guarda sapendo che
sarò
io il prescelto. Una consapevolezza che ha dell’incredibile!
Parli?
Vorrei ascoltare ciò che diresti e vorrei poterti
chiamare…non
so…amore? Cerco il significato di questo mio pensiero veloce
in un
attimo di confusione e panico, un pensiero che a dire il vero mi
dà
più forza, mi ci aggrapperei ma lo vedo solo come un errore
in
un attimo di debolezza. Vorrei che fosse il mio lui e mi stesse al
fianco dandomi il suo coraggio, che a me manca da sempre. Non
riuscirò a fare quello che chiedono, lo so. Io non sono
nessuno per riuscirci e non ho la presunzione di essere quello che
cercando. Non posso.
Vero,
Zefiro?
Mi
perdo nei suoi bellissimi occhi azzurri che sono sempre sicuri,
sempre suoi, coscienti e giusti. Vorrei essere come lui. È
un
umano eppure mi sembra così forte.
Posso
credere in te solo per la tua presenza accanto alla mia, troverei le
risposte che cerco se le leggessi e tu leggi nei miei occhi
terrorizzati che si posano sui tuoi.
Qualche
volta è necessario ascoltarsi a vicenda e appoggiarsi a
qualcuno per andare avanti, ma io lo faccio sempre e lampante ho il
desiderio di farcela da solo, questa sarebbe l’occasione
giusta,
però so di non essere così puro e giusto come la
loro
tradizione vuole, non posso essere io quel Sacerdote e parlare con il
loro Dio. Chi sono io per poterlo fare?
L’unica
cosa che quindi mi dice, comprendendo al volo il mio stato
d’animo
pur essendo l’unico a non avere potere alcuno è:
-
Coraggio
è fare quel che hai paura di fare. Non c'è
coraggio se
non sei spaventato. –
Non
ha nemmeno idea di quello che significa per me questa frase, io
faccio sempre ciò che ho paura di fare perché ho
paura
di tutto, anche di vivere e vivendo mostro quindi…quello che
ho
invocato dalla nascita…mostro coraggio…se quello
che mi dice è
vero…però rispondo per non sembrare grande come
lui mi sta
facendo apparire con questa affermazione:
-
Il coraggio non mi manca. È la paura che mi
frega…dici che
è la stessa cosa?-
Ho
una voce sottile e fine, mi stupisco a riuscire a parlare. Lui mi
fissa un po’ sorpreso poi sorride apprezzando la mia fatica
di non
scappare e soprattutto di sdrammatizzare in un momento per me
così
importante.
Ad
interromperci è Kinkaid che smettendo di ridere sbotta
incomprensibile a tutti noi:
-
Devi farlo, provaci, no? Tanto non ti succede nulla, pensa: se fossi
quel coso che dicono loro li fregheresti tutti: ti hanno sempre
sottovalutato e disprezzato, sarebbe la tua rivincita…non
che me ne
importi…-
Mi
sorprende questa sua affermazione certa al cento per cento, mi fido
delle sue intuizioni però titubante gli dico:
-
Lo pensi davvero?- Che sembra più un:
sopravviverò? E
come se mi leggesse questo lui con un ghigno sadico esclama:
-
Stai tranquillo…sopravviverai…- Così
non mi rimane che
asserire tremante:
-
Promesso?-
Ridacchia…e
lui ridacchia…è la persona più sadica
e priva di
sentimento che io conosca! Si sta divertendo un mondo dimenticando
con chi abbiamo a che fare!
Poi
ricordo che c’è anche Astrid che se ne sta in
disparte
seccata e poco convinta di tutto quello, come se covasse un odio
innato per quelle razze, lo stesso che cova Kinkaid per motivi
precisi…mah…che strani che sono!
Del
resto però io ora mi renderei utile se lo fossi
veramente…forse non è così male,
dimostrerei
qualcosa, come diceva il simpaticone. Ci
proverei…si…
-
Va bene…-
Questa
frase detta con apparente leggerezza ha in realtà un gran
peso
per me e solo Kinkaid probabilmente sa cosa significa…che io
accetto le mie origini, una cosa che non ho mai fatto completamente
in vita mia!”
Gli
occhi di Chase si aprirono di scatto e nello stesso momento il
ragazzino saltò accovacciato in una posa tipica di un lupo
sulla difensiva, le mani artigliate all’erba dove la terra si
infilava sotto le unghie insieme ad altra vecchia, i capelli biondi
pieni di nodi si sparpagliarono lunghissimi sul suo corpo
ricoprendolo del tutto, una sorta di coperta per la nudità
che
pareva non pesargli. I denti digrignati e un espressione minacciosa
di chi sta per attaccare, al minimo cenno di pericolo sarebbe
scattato e li avrebbe sbranati nel senso letterale del termine.
Stephan
saltò in braccio a Zefiro che per non cadere dovette far
appello a tutta la sua forza, Astrid si posizionò
all’incirca
nella stessa posa del Cacciatore, per riflesso incondizionato, i due
capi non fecero una piega ed infine chi reagì in modo
incosciente senza mai smentirsi fu, indovinate? Kinkaid!
Si
piazzò proprio davanti a Chase mettendosi a gambe
divaricate,
mani ai fianchi, mento alzato in segno di sfida e con aria sadica si
mise a ridere da signore delle Tenebre, poi fra le risa disse con
fare in effetti antipatico:
-
Abbiamo anche Tarzan, no aspetta, forse è
Mowgli…è
che d’aspetto sembra il signore scimpanzè ma come
modi di
fare e posa sembra il tizio dei lupi! Che ne pensate, voi?-
Un
gocciolone calò sulle loro teste e fissandolo come se
avessero
a che fare con un caso senza speranza, cosa in effetti vera, scossero
i capi lasciandolo al loro destino, Zefiro ci provò mentre
continuava a sostenere il fuscello chiamato Stephan:
-
Ehm…Pollyanna, io se fossi in te starei attento, poi non
so…-
Kinkaid
fece un gesto col braccio come se scacciasse una mosca e borbottando
un sicuro:
-
Sciocchezze!-
Portò
la stessa mano sui capelli del ragazzino e tirandoli per vedere
meglio il viso vi rimase ingarbugliato in mezzo, così per
districarsi cominciò a strattonare più di prima,
questo
provocò la reazione del biondo….la pericolosa
reazione del
pericoloso biondo selvatico!
In
realtà c’è poco da dire: Chase
saltò
all’attacco e aggrappandosi coi denti al collo del rosso
ottuso
cominciò a mordere e ad affondare nella dura carne che
cominciava a surriscaldarsi, Gabriel si premette le mani sul volto
come se disperarsi servisse a qualcosa, Astrid si appiattì a
terra imitata da Zefiro che coprì col suo corpo Stephan,
tutti
e tre preparati all’esplosione della bomba atomica, Ethan che
non
conosceva bene l’Osservatore esagerato, impaziente e
precipitoso,
non fece nulla pensando solo che fosse il solito cagnone che abbaiava
ma non mordeva mai! Errore!
“Oddio…oddio
oddio oddio…e adesso che faccio? Ora esplode!”
Solo
questo penso Stephan nel manico mentre fra l’erba e il corpo
forte
di Zefiro non sapeva se sentirsi al sicuro, eccitato o in pericolo!
Infine
l’inevitabile accadde: dal corpo di Kinkaid uscì
un forte
fiammata che investì chiunque nel raggio di qualche
metro…chiunque fosse in piedi e non si fosse riparato
prontamente!
Tuttavia la conseguenza non fu un Chase arrostito bensì una
nuvola di vento che si scatenava a più non posso investendo
a
sua volta sempre i soliti in piedi nel raggio di qualche metro, in
breve nacque niente meno che una piccola tromba d’aria fatta
di
vento, foglie, erba, terriccio e fiamme!
Un
risultato spaventoso e a dir poco caotico che nessuno potè
evitare, tuttavia fu divertente, quando tutto cessò, vedere
i
resti del mini tornado: Gabriel sempre elegante e composto tutto
spettinato e a terra così come Ethan che era finito a testa
in
giù mentre Kinkaid e Chase, le due cause, erano uno tutto
bruciato e uno tutto scompigliato, con i capelli prima legati in una
coda ora tutti disfatti ed i ricci incolti per aria a mo’ di
cespuglio mal tagliato! Fu una scenetta divertente per Astrid e gli
altri due ragazzi, che permise alla finta rossa di rilassarsi pur
essendo in compagnia dei capi delle razze di sua
appartenenza…coloro
che sicuramente avrebbero potuto spiegarle la sua storia e chi fosse
in realtà. Ma capì che quella sera non era il
tempo,
qualcosa glielo diceva!
Ad
ogni modo fu difficile ristabilire l’ordine anche
perché
l’istinto dei due protagonisti fu quello di accapigliarsi a
vicenda, a fermarli arrivò in picchiata Zefiro pregato da
Stephan a placcare come a football americano Kinkaid, ed insieme lo
stesso piccoletto che si piazzò in ginocchio davanti
all’altro
per essere alla sua altezza, infatti il ragazzino era accovacciato
tutto curvo come un lupo coi soliti capelli sugli occhi, il moretto
quindi congiunse le mani come in una preghiera, avvicinò il
volto a quello dell’altro che era ancor più
inselvatichito e
sorridendo semplice e sincero, con una spontaneità
disarmante,
disse solo:
-
Ciao, sono Stephan!-
Mai
più due persone più diverse si incontrarono in un
faccia a faccia così ravvicinato! Era una scena esternamente
buffa grazie alla quale, miracolosamente, il lupacchiotto si
calmò
e decise di non sbranare quello scricciolo che sembrava un
bambino…che in realtà era diciottenne!
-
Mmm!-
Mugugnò
in una specie di ringhio di pace. Al che il focoso amico da sotto la
presa ferrea del non molto amato amico biondo, riuscì a
rimbeccare odiosamente:
-
Urca, conosce la nostra lingua, vedi se sa anche parlarla, Ste!-
Per
questo si beccò una gomitata in pieno collo, proprio sotto
la
nuca, questo lo mise KO per un attimo, il necessario per il capo
degli Osservatori di riprendere possesso di tutto.
Toccò
ad Ethan questa volta spiegare a Chase cosa succedeva, lo fece nella
loro lingua, quella dei Cacciatori che solo Gabriel poteva
comprendere ma che stranamente capì nche Astrid, senza
spiegarsene personalmente il motivo.
Dopo
di chè, curandosi che l’impiccione combinaguai non
fosse di
nuovo in mezzo a tirarne fuori una delle sue, fecero mettere, contro
la volontà di Chase, i due prescelti al centro della Radura,
in un punto ritenuto ovviamente Sacro anche quello, si misero in
piedi in un posa neutra e dietro di essi i due Capi.
C’era
da dire che nessuno era felice della situazione: né i due
capi
che pur essendo nemici primi dovevano collaborare per certe alcune
faccende importanti, né per Kinkaid che avrebbe voluto
ammazzare quel rompiscatole di Ethan insieme all’altro della
sua
razza e dato che c’era buttarci dentro pure Gabriel,
né per
Astrid che per quante parole e storie avesse ascoltato da Stephan non
riusciva di immaginare quali fossero le sue vere origini, la
verità
su di lei, dove fossero i suoi genitori e cose del genere, con una
stranezza inaudite dentro di sé doveva solo sopportare
quella
situazione e aspettare che arrivasse il momento giusto, non era
felice nemmeno Stephan che doveva sottoporsi a quel rito e rischiare
chissà quante cose ma soprattutto di essere sopravvalutato
quando non andava fatto, Chase semplicemente odiava
indiscriminatamente tutti e voleva tornare alla sua vita di prima,
separato dagli altri, come un selvaggio a seconda delle leggi della
natura, Zefiro…bè, a lui non faceva né
caldo né
freddo la situazione ma diciamo che gli sembrava una grande
pagliacciata, lui che aveva il pallino per la razionalità e
le
cose scientificamente dimostrabili, certo non sempre ma in linea di
massima era un cervellone cresciuto così dai suoi genitori!
Tuttavia
si capiva che per le razze del Dio Sole era una cosa importante, quel
rito e quelle scelte, per cui nessuno si trovò nella
posizione
di poter scegliere, anche se in effetti ormai mancava poco
all’esplosione di Kinkaid, non lo fece solo perché
lì
presenti non erano i suoi genitori e Jago!
Gabriel
e Ethan si concentrarono chiudendo gli occhi, nel silenzio della
foresta persino i rumori notturni si interruppero, un atmosfera
cristallina si impresse in quell’attimo che sapeva subito di
speciale e mentre le voci adulte di chi presiedeva il rito finale per
il ruolo di Sacerdote pronunciavano le parole in lingua antica, nella
mente di Astrid, sempre con questo modo inspiegabile che lei stessa
non capì e la innervosì, si trasmisero le
traduzioni a
quello che dicevano:
“Dalle
mani prenderà vita una forma e dalla forma l’uso.
Fummo
creati per creare, quindi ora chiediamo al Dio Sole di mandare in
questa notte oscura un segno della sua luce che ci faccia comprendere
il suo volere. Che porti queste due anime con sè, che lo
sentano o no ne avranno paura poiché mostrerà
loro lo
spirito del Dio che vive in essi.”
E
meravigliosamente un istante invase il tempo avvolgendo di luce i due
ragazzi.
“Una
specie di magia. È
una specie di magia, un sogno, forse, non lo so, però sembra
tutto intriso di magia e di spirito, sono sicuro che tutto quello che
ci accade ha uno scopo, qual è ora? Mi guardo lento intorno
e
sento accanto a me anche lui, questo strano ragazzo che sulla
difensiva si comporta come un animale selvatico messo in gabbia, mi
fa tenerezza perché capisco come si prova, lo sento
attraverso
le sue emozioni che scorrono libere in me ma ora non so bene a cosa
dare più attenzione, continuo a girarmi su me stesso ma
oltre
a lui non c’è altro, solo luce e bianco, un bianco
che scema
in un piccolo baluginino dorato, lo vede anche lui e il suono che
emette la sua gola è simile ad un guaito, sembra un cucciolo
impaurito, penso che non potrei batterlo, improvvisamente lo so
perché io ora non ho paura. È strano ma
è così.
Io qua sto bene, sto troppo bene. Così dimentico il motivo
per
cui sono qua e gentile gli prendo la mano, senza forzarlo, lui sulle
prima la strattona d’istinto ma notando come quella scintilla
di
prima diventa subito due e si avvicina, me la riprende, lui invece
non sta bene, non so cosa abbia passato e quale sia la sua storia ma
penso che si senta a suo agio solo fra la natura e non imbevuto di
luce, io invece sono diverso. Sento che quello che mi sta per
accadere è giusto. Lo sento. Così è
lui a
riprendermi la mano e titubante a stringersi dietro di me, come se si
nascondesse, si appallottola contro la mia schiena e anche se
è
più alto di me nonostante ha l’aria di un
ragazzino.
Appare
così un raggio di luce che mostra la via, così
infondendo un po’ della mia tranquillità che non
pensavo di
riuscire a possedere, mi faccio forza e vado verso di lui, incontro a
quelle due scintille sempre più grandi.
Sento che nessun
mortale può vincere in questo giorno, è una
sensazione
sempre più inspiegabile, mi ripeto le parole di coraggio di
Zefiro e pensando a lui non mi perdo in me stesso. Ho passato e
passerò momenti molto peggiori, non devo mollare ora
perché
questo posto mi piace, non si sente altro se non la paura di Chase e
la pace che io prego ogni giorno arrivi per il mondo in cui vivo.
Questo forse è il paradiso che sogno, dove finiremo un volta
morti, se è così mi sta bene, vorrei rimanere
ancora,
ma non a lungo perché voglio rivedere Kinkaid e Zefiro e
Astrid…e anche Jago!
E’ una sorta di campana che suona nella
mente, chiudo gli occhi e quando li riapro eccoli maestosi coloro che
vedevo in lontananza. Una è donna molto bella, Osservatrice:
pelle abbronzata, simboli antichi tatuati su metà corpo
avvolto da un kimono viola con fantasie floreali dorate, capelli
lunghissimi e neri acconciati in un modo molto strano ed indefinito
sul capo, ha un corpo adulto e maturo e i suoi occhi di corvo
mostrano la saggezza e la pace ma anche la risolutezza, so che sono
puri. Sono bellissimi.
L’altro
è uomo, un Cacciatore: alto, fisico asciutto avvolto in un
kimono azzurro con fantasie indefinite color blu, stesso colore sono
i suoi incredibili capelli mossi e lunghi, azzurri, ed i suoi occhi
quasi bianchi, tipici della sua razza, non sembrano di ghiaccio come
quelli di Jago o maligni come quelli della sua razza, sembrano
d’acqua, l’impressione che mi dà questo
ragazzo è
di un lago profondo dalla bellezza e purezza inestimabile, limpido
come nessuno mai al mondo. E vero. Quello che attira la mia
attenzione è lo stesso tatuaggio che ha
sull’occhio Jago,
lui ce l’ha sullo stesso occhio destro. Chissà,
forse erano
amici.
Parlare con loro è come sfidare le porte del tempo.
Devono essere antichi, non li ho mai conosciuti, non so chi siano,
devo chiedere a Gabriel anche se non mi piace molto
quell’uomo. Mi
inchino d’istinto e finalmente loro parlano, è lei
con una
voce che mi ricorda qualcuno…e a pensarci bene non solo la
voce,
anche i lineamenti…una persona che conosco.
-
Ti saluta la tua mamma adottiva, piccolo uomo.
-
Lo
dice in mi direzione e nonostante il suo tono sia risoluto è
gentile. Mi illumino capendo di chi si tratta:
-
Yan sta bene?-
Lei
sorride indecifrabile:
-
Qua stiamo tutti bene…-
E
realizzo che sono tutti morti. Anime defunte che avrebbero bisogno di
preghiere o chissà, solo di pensieri.
-
Non rattristarti, è la natura.-
Conclude
così e come se mi avesse fatto una specie di magia mi sento
meglio e la tristezza svanisce.
-
Noi siamo Swami e Samuel. Io ero la precedente Sacerdotessa,
l’unica
che lo è stata veramente, dopo di me Yan lo sarebbe
diventata
ma ha lasciato il vostro mondo prima. Lui
è…diciamo il
secondo Sacerdote, il vice, il sostituto o come diavolo lo vuoi
chiamare!-
Sbatto
un attimo le palpebre…questa sua seconda parlata
è del tutto
diversa dalla prima…penso che questo sia il suo vero io,
già,
ora ricordo chi mi ricorda: Astrid! Mi sembra di vedere lei come
sarà
da adulta. Da donna. Ed un brivido mi attraversa.
- Smettila di
parlare di me in questo modo, potevo presentarmi da me, tu non mi
rendi mai giustizia, treccine!-
Questo
è il ragazzo che spintonandola la sorpassa e si mette in una
posa a dir poco…da star, e come se illuminasse questo posto
da solo
col suo sorriso da schiaffi, dichiara:
-
Io non sono il secondo, il vice e nemmeno uno qualunque: devi sapere,
piccoletto, che la mia persona è l’unica autentica
vera
bellezza dell’universo dei vivi e dei morti. Io non sono
Samuel il
secondo, io SONO SAMUEL IL MIGLIORE! Penso che mi abbiano dedicato
qualche monumento per la bellezza e cose simili, sono impareggiabile
anche da morto!-
-
e smettila di dire cose inutili! Sembri un pavone! Sei sempre il
solito! –
-
Invidiosa!-
-
Di te? Meglio esserlo di un chiwhawha! –
Hanno
un delizioso scambio di parole che mi fa sorridere, mi
ricordano…no,
in questo momento non mi ricordano nessuno però lei potrebbe
essere benissimo Astrid!
-
Ehm, non vorrei interrompervi ma non penso avrò tutta la
vita…-
Loro
si fermano e mi fissano poi con aria ispirata Samuel fa:
- L'
attesa sembra eternità, ma non lo è, quindi tu
attendi
che noi abbiamo l’eternità, invece!-
Questo
mi lascia di sasso, sto per chiedermi dove sono finito e cosa
sarà
di noi che improvviso un fulmine colpisce i due davanti a me, spero
non si siano fatti male, mi allarmo un po’ preoccupandomi
della
loro salute, poverini, erano simpatici…poi però
vedo che il
fumo si dirada e che tornano come prima, si ricompongono e mi fanno
capire che essendo già morti quegli scherzetti del Dio Sole
non sono nulla, per lui!
-
Ci richiama all’ordine…-
Esclama
lei.
-
Già…despota…potrebbe deturpare il mio
bel visino…-
Ribatte
lui massaggiandosi il volto.
-
Se non la smetti te lo tramuta in quello di un pesce quella faccia da
schiaffi!-
Stanno
per riprendere il loro dialogo scherzoso, spero che sia scherzoso per
lo meno e non serio, così tossisco. Veramente mi sto un
pochino stancando, Kinkaid è più fermabile di
questi
due carroarmti!
-
Si scusate…-
A
farlo è lei, non penso lui ne sia capace da quel che ho
visto.
Vorrei chiederle perché è morta e cosa
è
successo ma so che non è affar mio, così sto al
mio
posto e mi limito a chiedere:
-
Mi hanno spiegato che bisogna scegliere fra noi due…ma tu
pensi
veramente che io possa prendere il tuo posto? O quello suo?-
Mi
rivolgo sempre a Swami visto che Samuel sembra più
interessato
allo studio di Chase.
-
Perché dici questo?-
È
diventata subito seria e questo mi spinge a dar voce ai miei dubbi:
-
Io non penso di essere uno speciale e degno di un compito
simile…non
lo credo affatto. Ho sempre paura di tutto, sono pieno di dubbi,
piango sempre, sono normale anzi, no, sotto la norma, non mi merito
nulla di tutto ciò, combinerei come mio solito qualche
guaio,
no? La mia vita non è stata caratterizzata da particolari
turbe che mi abbiano spinto a crescere, sono ancora immaturo, una
palla al piede che senza Kinkaid non sa andare avanti…-
Lei
finalmente mi ferma con una mano che posa sulla mi bocca, è
consistente in questo momento, so che anche questa deve essere una
specie di magia. Infine parla e sembra che stia esprimendo una
profezia:
- Questo giorno segnerà l'inizio della normalità,
da qui partirà il conto alla rovescia fino a che quelli che
si
innalzano cadranno uno a uno e tornerà l’er dei
semplici.
Quest' odio che dura da mille anni presto finirà. Questa
fiamma che vi brucia dentro sarà la vostra forza, seguitela
quando sarà maturata. Odo armonie segrete, sfida le porte
del
tempo, piccolo uomo. Presto, presto, presto finirà
ciò
che ti crea terrore nel cuore e la pace tornerà come mille
anni fa. Questa che ti sto dando è una specie di magia
creata
ai tempi remoti, non si può scegliere il modo di morire o il
giorno, si può solo decidere come vivere. Ora. Ed ora
è
quel momento. Un uomo muore davvero solo quando viene dimenticato, tu
non lo sarai per il cuore che lascerai a chi hai amato, e li hai
amati tutti, amici e nemici, continuerai a farlo, sarà la
tua
salvezza. L’amore che porti sarà la danza
dell’eternità.
Ed infine ricorda che da una lacrima può nascere una
promessa
ed una preghiera potente. –
Per
tutto il tempo che lei parla io rimango a bocca aperta imbambolato
col fiato sospeso, non è solo bella fuori ma lo è
anche
dentro, è la medesima identica sensazione che mi
dà
giorno dopo giorno Astrid. Le lacrime mi salgono agli occhi, mi
pungono, il nodo che avevo penso si stia sciogliendo, non pensavo di
dover piangere, pensavo di stare bene, ma quello che mi ha detto lei
per me è vita, benzina che mi permetterà di
vivere fino
alla fine. Ora so. So che non sono inutile, che non sbaglio a
piangere, ad avere paura…ad essere normale…ora so
come stanno le
cose e sapermi giusto è una ricompensa che non mi fa
trattenere la gioia.
-
Grazie…-
Mormoro
solo questo mentre sento dentro di me una nuova luce, un calore che
si è acceso, come una piccola fiamma. So che è
importante che io la tenga. Questo è ciò che mi
permetterà di diventare quel che devo, per cui sono nato.
-
è stato scelto lui.-
Interrompe
Samuel con la sua bella voce chiara, sembra non molto toccato
dall’accaduto e dalle parole, sento che siamo diversi io e
lui e
che la sua apparenza di egocentrismo e narcisismo è solo una
superficie, poiché il suo cuore è talmente
limpido e
puro da far impressione.
-
Sicuro?-
Chiedo
io titubante, punto i miei grandi occhi verdi in quelli azzurri senza
pupille di lui, sorride divertito e con una specie di ghigno mi
spiega:
-
Tranquillo…mentre voi conversavate così
romanticamente gli
ho chiesto chi fosse e che pensasse della sua razza, lui ha risposto:
‘Fanno tutti schifo!’ Con questo tono ringhioso.
Così gli
ho chiesto se lo fossi anche io, schifoso, e lui mi ha detto un si
sempre più ringhioso, così ho deciso che lui non
sarebbe mai diventato il primo Sacerdote!-
Questa
affermazione ha dell’inverosimile…mi lascia di
stucco e sia io
che Swami non parliamo ma siamo molto eloquenti. Può
esistere
uno simile? Poi è lei a chiudere il discorso:
-
Il solito narcisista egoista e capriccioso!-
Poi
lei mi strizza l’occhio mentre sto per chiedere allarmato se
seriamente io sia quello scelto:
-
Calma, si giustifica così per non dire che è
innamorato
di te, non lo direbbe mai perché è innamorato
solo di
se stesso ma diciamo che gli piaci e non lo ammetterebbe mai!-
Si
beccò un pizzicotto sul fianco dal suo amico e facendosi
entrambi la linguaccia mi salutano come se dovessimo rivederci il
giorno dopo, come se fossimo vecchi amici, come se tutto vada bene
così, se questa separazione pesi così poco. Un
secondo
nodo di tristezza mi assale.
Perché
due persone così pure e belle dentro non ci sono
più?
Ora che le ho conosciute non vorrei più separarmi da loro.
Stringo la mano istintivo a Chase ancora con me, mi guarda ma lui non
capisce. Forse è colpa della mia empatia, mi affeziono
troppo
facilmente. Spero però che potremo ricongiungerci tutti
presto. Lo vorrei veramente.
Si
erano già voltati ma Samuel si ferma e girando solo il viso
a
mezza via mi dice infine:
-
Ehi, piccoletto…la grandezza di un uomo non si misura dalla
sua
altezza ma dalla purezza del suo cuore!-
Da
che stavo per piangere nostalgico e malinconico, a che istintivamente
sorrido anche se sempre un po’ triste. È un bel
regalo.
-
Grazie…e ciao…-
Alza
la mano e muovendo l’indice e il medio insieme sul pugno
chiuso mi
saluto del tutto, poi però afferma ridacchiando:
-
Ed ovviamente la bellezza si misura a seconda della mia!-
E
così tutto finisce. “
Quando
la luce che li aveva avvolti svanì, lasciò liberi
un
Chase sciolto dalle mani di Stephan e quest’ultimo raggiante
e
serio al tempo stesso, con un fiamma e una luce interiori diverse da
sempre. Tutti spalancarono gli occhi avendo l’impressione di
trovarsi ad una persona importante.
Stephan
mostro di sé l’immagine che sarebbe divenuta alla
fine del
percorso di formazione, quando sarebbe stato un vero Sacerdote
secondo la loro religione.
Era
avvolto in un kimono verde bosco con fantasie di foglie e ramoscelli
sottili di un verde più chiaro, alzato in altezza aveva
lineamenti più femminei, i capelli neri dai riflessi verdi
lunghi fino oltre le spalle, lisci e ben pettinati, gli occhi
entrambi osservatori ed un corpo longilineo e sottile su cui si
vedevano su metà di esso dei simboli come tatuati, simboli
antichi.
Questo
sarebbe stato alla fine del suo percorso di crescita, quando il
titolo di Sacerdote sarebbe stato definitivamente suo.
Dopo
di chè il piccoletto tornò normale alle sue
sembianze e
perdendo ogni energia e forza svenì venendo preso dalle
braccia pronte di Chase. Non era addomesticato, il lupo, ma verso uno
come Stephan difficilmente si poteva provare istinti animali cattivi.
Un
senso di protezione che veniva risvegliato da chiunque.
Il
biondo poi con passo felpato consegnò a Kinkaid ancora
incredulo, il corpo del neo eletto e svanì con un salto in
mezzo alla boscaglia laddove era sparito Jago all’inizio
della
serata.