CAPITOLO XV:
PADRONE
DI DISCORDIA
/Sono
nato per distruggervi/
La
giornata fu regalata da un sole splendente e dalle menti in perenne
divertimento di Zefiro e Stephan!
Erano
usciti tutti da un periodo difficile, avevano sempre indelebili le
immagini del suicidio di Yan, come se non bastasse solo pochi giorni
prima, nemmeno il tempo di riprendersi concretamente, era arrivata la
felice notizia che Stephan sarebbe dovuto diventare Sacerdote delle
due razze. Per il piccolo mezzosangue era stato un gran colpo
considerando che aveva iniziato a seguire i faticosi corsi di
formazione...c'erano un centinaio di lingue e dialetti astrusi da
imparare, per non parlare della meditazione, dei riti numerosi, come
quello di purificazione al Fiume Sacro, e delle capacità che
un Sacerdote doveva possedere di cui non aveva alba...ballo e canto
per lui erano cose dell'altro mondo. Non sarebbe stato facile.
Avrebbe dovuto seguire quel corso insieme al secondo Sacerdote
scelto, quel Chase, ma siccome era selvatico e viveva come tale, era
impossibile da trovare, figurarsi se avrebbe mai imparato tutte
quelle cose! Così ogni giorno si trovava solo in mezzo a
Osservatori e Cacciatori scelti che per l'occasione convivevano per
fare da insegnanti.
In
effetti gran parte della pressione che aveva spinto il gruppetto a
scappare via era stato anche quello. Stephan aveva espresso la
propria stanchezza e Zefiro aveva deciso per tutti che quelle non
erano giornate da corsi noiosi, bensì da mare!
Infatti
eccoli là, in spiaggia tutti e quattro a rilassarsi o
qualcosa
che ci somigliava.
Manco
a dirlo il piccolo moro non sapeva nuotare ma aveva la famosa
ciambella gigante per non andare a fondo, anche se gli sarebbe
bastato stare al fianco di Zefiro per sentirsi sicuro. Il biondo era
un campione di nuoto e con l'infinita pazienza, dopo essersi
divertito sulle spalle del piccoletto, si era deciso ad insegnargli
almeno a galleggiare. Stephan aveva accettato solo perché
era
lui...del resto quando gli sarebbe capitata un occasione del genere?
Stare appiccicato ad uno dei più bei ragazzi che avesse mai
visto...ed era in costume! Quanta grazia!
Astrid,
dal canto suo, aveva molta dimestichezza con l'acqua, era fredda e
bagnata e si sentiva rinascere ogni volta, considerando che la doccia
la faceva più fredda che calda e che la sera ad allenarsi
nella famosa cella frigorifera con Kinkaid, fra i due a soffrirne di
più non era lei, la cosa incuriosiva, ma dipendeva dal
sangue
che le scorreva in corpo...quello Cacciatore era diverso da quello
Osservatore. Evidentemente i geni del padre erano prevalenti in lei e
le davano il benessere nel freddo e nell'acqua.
Il
discorso per Kinkaid era diverso. Molto.
Se
non era per allenarsi, lui detestava l'acqua, era fredda e un bagno
al mare non lo rilassava di certo, tanto meno lo divertiva...un bagno
al mare per lui era shockante, fastidioso nonché
detestabile!
Una sorta di tortura! Al contrario adorava stare al sole, crogiolarsi
senza neanche un po' di crema, scottarsi più che poteva e
avere quella sensazione di pelle bruciante che si surriscaldava.
Già....il sole era più vicino al suo elemento e
per
nulla al mondo si sarebbe immerso in quella trappola liquida
gigantesca. Asociale come sempre si era seduto sulla sabbia appena
arrivato e da lì non si era mai mosso.
Fissava
malamento le nuotate che si faceva quella strega cercando di fargli
gola, fissava con disgusto i due ragazzi che casinari come al solito
sembravano divertirsi con gusto. Non si sarebbe mai unito a loro ed
era un miracolo che quella giornata fosse venuto. L'aveva fatto per
Stephan, non l'avrebbe mai ammesso ma era così. Ultimamente
lo
vedeva poco. Di mattina era a scuola, gli ultimi giorni prima delle
vacanze estive, di pomeriggio nel Bosco Sacro per quelle dannate
lezioni, di sera arrivava a casa stanco ed esasperato, cenava e il
tempo di rilassarsi suonando qualcosa al pianoforte e si addormentava
subito....di sera lui usciva per allenarsi con quella strega nella
cella frigorifere ceduta dal bambino d'oro, per cui nemmeno volendo
si vedevano. Inizialmente era stato contento di non averlo
più
intorno ma senza di lui nessuno combinava guai, c'era un silenzio ed
una noia mortali e soprattutto, bello o brutto che fosse, il gruppo
non si riuniva mai. Dopo Yan era stato Stephan ad insistere per
vedersi e stare insieme, testardamente ed inspiegabilmente ci teneva
affinché diventassero tutti e 4 amici, ora che il
protagonista
di questa volontà era occupato, nessuno si vedeva
più...a
parte lui e Astrid per allenarsi!
Era
vero, ci riflettè meglio in quel momento, lui e Astrid si
vedevano spesso, ogni giorno...troppo, no? Eppure cominciava a non
pesare più, era un rito e il suo livello di combattimento
era
aumentato decisamente...lui si diceva fosse merito delle condizioni
in cui si esercitava, il ghiaccio, lei insisteva che un alta
percentuale era perché aveva una buona spalla. Qualunque
fosse
il motivo reale entrambi stavano crescendo di forza, tanto che presto
avrebbe cercato di nuovo quel dannato stronzo che ossessionava la sua
testa in ogni istante, l'avrebbe sfidato di nuovo...e dato che c'era
avrebbe fatto un po' di strage fra quelli della sua razza, quei
maledetti occhi azzurri fastidiosi!
Così
pensando a quell'ultimo periodo si era distratto senza notare che
nell'acqua non c'era più lei.
Improvvisamente
sentì qualcosa sulla schiena, un tocco leggero, un dito che
percorreva la sua pelle attraversata da numerose cicatrici, solo
allora fece attenzione e percepì la presenza non minacciosa
di
Astrid. D'impulso tese i muscoli facendole trattenere il respiro ma
capendo che era lì con lui in pace e non in guerra,
tornò
a rilassarli, credendo di averla spaventata. se le avesse letto nel
pensiero avrebbe capito il vero motivo del suo stordimento. Trovarsi
davanti ad un corpo del genere che mostrava quasi pienamente i propri
muscoli, ed erano tanti, non era uno scherzo, chiunque sarebbe stato
in grado di apprezzarlo.
"Beatitudine
allo stato puro.
Meraviglia.
La
cosa più stupenda che in questo momento potevano farmi.
Già,
lo ammetto!
Stare
al sole ad arrostirmi fin quanto voglio senza problemi di scottature
visto che la mia pelle abbronzata di natura non subisce mai danni
grazie al mio fuoco che scorre in me, è uno dei miei
maggiori
orgogli la mia pelle! Il calore bruciante del sole mi fa sentire
assolutamente e completamente a mio agio e stando così
seduto
abbracciando le ginocchia, mostro l'altro orgoglio della mia vita, la
mia schiena, una cartina geografica che indica tutte le battaglie che
ho vinto. Ed è esattamente in questo momento meraviglioso
che
un dito leggero comincia a disegnarmi sulla pelle delicato. Mi viene
da attaccare e mi tendo pronto a scattare ma poi il dito va' sulle
spalle, sulla spina dorsale, sulle scapole e mille brividi di piacere
mi arrivano. Il sole e il caldo mi fa sentire bene quanto il fuoco,
è
per questo che sono così calmo e rilassato, mansueto diciamo.
Nessuno
parla, solo il calore e il dito sulla schiena che cammina dolce. E'
da tanto che non stavo così. Così bene. Anche se
è
Astrid a farlo, sento che non lo fa con nessun secondo fine...non ho
idea di cosa le passi per la testa ma non mi interessa, la sua aura
è
tranquilla e la lascio fare. Il mio istinto mi dice che questa volta
posso fidarmi, non ho voglia di far nulla, solo godermi questo
attimo.
Lontanamente
mi chiedo come faccia ad esercitare questo strano potere sul mio
corpo, ma non mi soffermo troppo su di esso. E' bello.
E
solo questo importa."
"Stare
a cuocere ore ed ore sotto il sole non è mai stato il mio
passatempo preferito per due motivi: detesto sudare ed ho la pelle
talmente chiara che mi scotto dopo tre secondi. Ancora non capisco
come quei due idioti del moccioso e di Zefiro, che ultimamente sono
in combutta per rompere i coglioni, siano riusciti a coinvolgermi
nella cosiddetta gita. Ok che non si vedevano più spesso
perché il piccoletto è super occupato con quelle
stupide ed insulse lezioni, ok che è stanco e voleva
rilassarsi e divertirsi...ma Zefiro doveva proprio portare lui e
quindi anche noi, qua? Non è che mi hanno beccata sbronza? O
Zefiro mi ha pagato? ... buona la seconda. Ed ecco lì
infatti
i maledetti. Stephan sul gommone cerca di riposarsi, è molto
magro e non alto di certo, la sua pelle è chiara quasi
quanto
la mia ma... ha un bel viso e un fascino quasi da ragazzina. Il suo
alter ero per eccellenza gli compare da dietro e per l'ennesima volta
lo getta nell'acqua di violenza prendendolo di peso. Zefiro ride in
quel suo modo strano che ha un che di sexy. Non posso assolutamente
negarlo, sono sincera. Sotto il sole sta ancora meglio, con la pelle
scura, i capelli biondi che gli vanno da tutte le parti e con quel
fisico scolpito che fa girare nella sua direzione una buona
metà
delle donne della spiaggia (la cui altra metà è
composta da anziane, bambine sotto i dodici anni e lesbiche). Avvisto
l'ombrellone e cammino spedita verso di lui, aggiustandomi il costume
a bikini nero che mi ha portato Zefiro. Per me è troppo
provocante... ma almeno ci ha azzeccato con il colore. Mi sta ben
bene... però non mi sento a mio agio. Mi lego i capelli con
un
elastico e abbasso gli occhiali da sole.
Ed
ecco il fuoco.
Lui,
dannato.
Kinkaid
se ne sta beatamente seduto sulla sabbia bollente con indosso solo
dei boxer scuri un po' lunghi. Anche lui ha raccolto i suoi
mossissimi capelli rossi in una coda alta, ma che evidentemente non
regge la loro massa, infatti i soliti ciuffi gli cadono sul viso dai
tratti duri, ammorbidendolo. Ha gli occhi puntati oltre il mare, non
sta guardando il suo amichetto né Zefiro. Ho sempre avuto
questa sensazione, anche quando come è consueto mi cimento
con
lui nelle nostre famose lotte di sguardi. Lui non mi guarda mai
davvero, il suo sguardo va' molto oltre me e questo mi da fastidio.
Almeno suppongo sia fastidio. Facendo più piano possibile mi
accovaccio dietro di lui in procinto di tirargli un destro ma
qualcosa me lo impedisce. La sua pelle bronzea brilla sotto il sole,
la fa divenire così luminosa e... calda. I muscoli guizzano
appena lui si muove leggermente e questo provoca in me una strana
sensazione di piacere. Seguo il mio istinto e, delicatamente comincio
a passargli un dito per tutta la schiena robusta e attraversata da
molte cicatrici. Inizialmente tende i muscoli ed io ne rimango ancora
più catturata, trattengo il fiato sperando che non torni a
rilassarli, sono così belli da vedere....il dannato, lo devo
ammettere, ha un corpo da Dio Greco, poi però si lascia
andare
ed io un po' rimango delusa. Riprendo il mio passatempo e vado lungo
le scapole, tra le costole fino in fondo. E continuo ad esplorarlo,
prendendoci gusto. Lui non mi dice nulla, mi lascia fare. Lo sento
però smettere di respirare e so che ha chiuso i suoi occhi
d'orati. Sai Kinkaid, continuando così mi sembra quasi di
poter possedere un po' delle tue fiamme. Hai la pelle caldissima, e
non è solo per il sole che continua a scorrere in alto. So
che
mi sto bruciando la pelle, ma al momento sono solo le mie gote ad
essersi arrossate perché sto pensando cose che non avrei
immaginato. Al diavolo! Senza togliere il dito mi sposto accanto a
lui e per un istante spio il suo profilo serio. Poggio la testa sulla
sua spalla e mi accoccolo il più vicino possibile al fuoco,
prendendogli la mano con la mia e stringendo un po'. Chiudo gli
occhi, ferma così... con la sua mano libera che mi scioglie
i
capelli e gioca con loro. Il sole comincia ad abbassarsi. Ma il caldo
resta, mentre io non so cosa mi stia prendendo, aspettandomi una sua
occhiataccia, un suo rifiuto, una battuta cattiva e velenosa delle
sue. Che strano."
"Una
stretta. Un nuovo diverso calore sulla mia spalla. E' insolito, come
la sensazione che mi sale dentro a questo contatto inaspettato e
particolare. Volto il capo e la guardo. Ha il volto rilassato e la
testa appoggiata sulla mia pelle che immagino sia bollente per il
sole. I capelli sono legati in una specie di coda, i suoi bellissimi
capelli rossi arricciati sulle punte. Li invidio solo perchè
a
lei stanno come vuole! Le sue guance sono arrossate...il sole
comincia forse a farle effetto? Non lo so e non indago, quel che
importa è che stia ferma e immobile. Quando sta
così
zitta e buona sembra quasi una donna normale e mansueta...ma
soprattutto sembra una donna! Il suo corpo è indubbiamente
bello, con le solite curve al punto giusto, attira sempre
l'attenzione su di sé, sta qua! Del leggero venticello che
si
leva sempre in spiaggia ci scosta i capelli, anche i suoi mi
solleticano la pelle, senza pensarci alzo una mano, arrivato a questo
punto dovrei togliermela di dosso, quei sottili capelli mi danno
proprio fastidio. Invece non capisco perchè tengo la mano
che
lei mi sta inspiegabilmente stringendo mentre con l'altra le sciolgo
i capelli dalla coda, così mi solleticheranno ancora di
più.
A volte faccio cose proprio incomprensibili. Distolgo lo sguardo da
lei e lo riposo sulle onde innanzi a me. Quei due imbecilli sono
ancora in acqua a nuotare! Ma Ste non sa nuotare...cavoli...quel
biondo allora serve a qualcosa: a tenermi lontano il moccioso e ad
insegnarli a vivere come si deve!
Le
sposto i capelli sulla spalla e allargando il braccio la faccio
sistemare meglio nell'incavo del collo e della spalla. Mantiene gli
occhi chiusi, ora ho libero accesso a quelle lunghe ciocche di
fuoco...mi attirano perchè sono dello stesso colore del mio
fuoco. Così attraente e seducente. Non so che sto facendo,
forse abbiamo passato troppo tempo insieme, forse la sua mansuetudine
e il suo corpo mi stanno stregano, forse il fatto che lei dimostri di
saper essere diversa da come si mostra sempre mi dà
l'incentivo per dimostrare la stessa cosa a mia volta. Non dipende da
me, io tratto gli altri come meritano di essere trattati ed anche se
fino ad ora pensavo che lei potesse meritare solo insulti e violenza,
ora capisco, il mio istinto, il mio corpo che si muove da solo senza
farmi pensare, che le cose possono cambiare.
Ma
io non sono forse sempre stato istinto? Non ho sempre fatto
ciò
che mi sentivo di fare per il gusto di fare, per assaggiare la
libertà di cui sono figlio, per la curiosità di
vedere
che succede se faccio ciò che voglio per egoismo?
Anche
ora è così, non c'è nessun'altra
spiegazione.
Immergo
le dita nei suoi capelli e comincio a giocherellare con essi, sono di
seta...è una sensazione stupenda averli nella mia mano. Lei
sta immobile come me, nessuno ci disturba, stiamo bene così.
Non mi va nemmeno di sistemare l'altra mano che incrociata sulle mie
gambe viene stretta dalla sua fredda!
Ogni
cosa in questo momento potrebbe rovinare tutto! E' strano anche che
non mi venga voglia di picchiarla, di solito quando siamo troppo
vicini finiamo sempre per litigare, ma se sta zitta possiamo farcela!
Sto benissimo in questo momento. Era da molto che non mi sentivo
così! Non ho più pensieri, non ho nulla, solo me
stesso
e lei in questa spiaggia sotto il sole che sta calando. Questa strega
mi sta proprio catturando, i suoi soliti incantesimi...che belli i
suoi capelli, ma non glielo dirò mai! Se potessi fermare il
tempo lo fermerei, appena usciremo da questa giornata, da questo
mare, lei tornerà la solita scorbutica di sempre mentre io
il
solito stronzo, ci alleneremo, litigheremo, faremo casino e ci
insulteremo. Ma ora no, ancora no. Sono forse stanco, a volte lo sono
proprio. Di tutto. Vorrei mandare tutto al diavolo. Ma
perchè
continuo? Do' voce a questo mio pensiero e glielo chiedo,
chissà
se lei è più esperta di me in queste cose! Ne
dubito...ma forse ci passa anche lei, mi sembra simile.
-
Sai dirmi il perchè anche se siamo stufi e vogliamo farla
finita non lo facciamo mai? Perchè ci facciamo sfuggire
tutte
le occasioni perfette? Io proprio non lo so.
Perchè
continuiamo?-
È
in momenti di beatitudine e basta come questi che il mio cervello
inizia a funzionare contro la mia volontà, e questo non lo
sopporto, lo tengo sempre a bada ma a volte mi sfugge. Non sono
debole. Non pensarlo, Astrid."
"Alzo
gli occhi su di lui, sono stupita, sinceramente non mi aspettavo una
domanda simile da lui. C'è qualcosa nell'aria quest'oggi, ma
non so cos'è, è come se qualcuno ci avesse fatto
un
incantesimo e fossimo entrambi mansueti e più buoni di
sempre.
Forse ci stiamo inconsciamente preparando per un momento dove
esploderemo e le nostre energie ci serviranno totali. Mah...
Mi
fa questa domanda ed io devo pensare ad una risposta
soddisfacente...ma non ho mica la bacchetta magica, che ne so, non
sono una filosofa! Ci rifletto togliendomi gli occhiali da sole che
ormai non servono più, mi sono asciugata del tutto anche io,
ovvio, standogli accanto non potevo aspettarmi altro. Alla fine
lascio perdere, sbuffo e decido di parlare senza adoperare e spremere
i miei neuroni.
-
Perché invece non vogliamo farla veramente finita!-
Ammetto
che la mia logica ha qualcosa di sconvolgente, lo capisco dalla
sensazione di stranezza che deriva da lui, pensa una cosa tipo: 'ci
è
o ci fa?' ma poi penso che sia più incline a darmi ragione.
Io
e lui siamo simili, suvvia, anche lui avrebbe detto la stessa cosa.
Dannazione,
ecco il punto. Io e Kinkaid siamo troppo uguali, ecco perché
ci prendiamo per i capelli ogni volta...ecco perché oggi
stiamo bene insieme...basta che lo tratti come vorrei essere trattata
io. Credo funzioni così in una coppia come la nostra.
Già,
bello...ma cosa voglio io? Sono stata la prima ad avvicinarmi e a
prendergli la mano, che ora sta fottutamente bene insieme alla mia,
ma questo non significa che sapevo quel che facevo e cosa
più
importante, perché!
Poi
lui interrompe queste mie considerazioni che mi stanno decisamente
agitando:
-
Lasci senza parole.-
-
Lo so, grazie...me lo dicono in molti...-
Tiro
fuori un po' di sfacciataggine per alleggerire il momento, per fargli
capire che sono sempre io e che non mi hanno sostituito quando lui
non vedeva, lui fa un ghigno che io guardo di sottecchi, adoro quel
suo ghigno ma non glielo dirò mai!
-
Penso però che sia così...-
-
Che me lo dicono in molti?-
-
No, scema...mi riferivo al discorso di prima...-
-
Bè, più che discorso lo definirei monosillabi!-
-
INSOMMA...alla fine ci facciamo un sacco di giri mentali fino ad
illuderci di essere arrivati ad un punto limite...poi però
al
momento di prendere provvedimenti ci accorgiamo che ci sbagliavamo,
ma non lo ammettiamo, non ci facciamo domande ed andiamo avanti
comunque.-
L'ascolto
interessata, ha detto qualcosa di saggio, infatti alzo la testa dal
suo incavo e lo guardo diretta, lui ricambia il mio sguardo e siamo
vicini, molto. Sento il suo respiro sul mio viso e noto che questi
lineamenti decisi e poco delicati gli donano, non me lo immaginerei
con una faccia come quella di Zefiro o peggio di Stephan....ognuno ha
la faccia che si merita! Poi mi decido a terminare il discorso
provando a dire qualcosa di serio...ma ancora una volta il mio
neurone non riesce a sforzarsi e dice qualcosa 'alla Astrid'!
-
Si, però è sbagliato! Nemmeno io mi faccio
domande, ho
vissuto senza chiedermi chi cazzo fossi...vivevo e basta e prima di
conoscere la verità, o quel che sembra esserlo, pensavo
fosse
giusto.-
è
interessato dal mio discorso, dai miei occhi diversi oppure da
cos'altro? Mi hanno detto che volendo posso leggere il pensiero degli
altri quando voglio, mentre ci alleniamo la notte lui mi dà
qualche dritta per riuscirci ma non è facile.
Però
sento che ora se volessi glielo leggerei con uno schiocco di dita. Ne
sono certa. Perché non lo faccio? Certe cose è
meglio
non saperle? Non credo...forse semplicemente certe cose è
meglio saperle al tempo giusto!
La
curiosità uccise il gatto, no?
-
Ora, invece?-
Oh,
dannato, perché vuole farmi parlare a tutti i costi? Quanto
vorrei che ci fosse Zefiro, parlerebbe lui al mio posto, è
il
mio traduttore simultaneo: io faccio le smorfie o i grugniti e lui li
traduce in frasi complete!
Sbuffo
separandomi un po' da lui, non vorrei ma il dover mettere in moto le
sinapsi mi agita, devo concentrarmi, non so cosa potrei dire.
Però
non gli lascio la mano, è grande, ruvida e forte(il fatto di
essere ruvida non va a suo favore, ma le altre cose si...)e poi
è
calda.
-
Prima di risponderti dimmi tu una cosa...perché continui a
combattere?-
-
Perché è l'unico modo che conosco per vivere...e
per
vendetta.-
Risponde
subito senza esitare. Penso che se la fosse preparata o che glielo
abbia già chiesto mille volte anche il moccioso.
-
E allora smetti di lottare solo per te stesso e comincia a guardarti
un po' intorno!-
Mi
mordo la lingua rendendomi conto di cosa io abbia detto, non credo
sia abbastanza sveglio da leggere fra le righe e capire che
intendessi...lo spero, almeno!
-
Non posso. C'è stato un momento della mia vita in cui ho
fatto
del mio peggio...ora devo pagarne le conseguenze!-
-
Quello lo fai sempre...cioè, continui anche ora, non
è
stato solo un momento!-
Stringe
le labbra e sospira come se lo sapesse, vorrei vedere il suo passato,
cosa lo porta ad essere così oggi? A parlare così
ora?
Poi a bruciapelo mi chiede diretto:
-
Invece tu come vivi, ora?-
Voglio
calore. Voglio il suo.
Voglio
le sue fiamme dentro di me.
-
Ora ho capito che farsi domande e cercare le risposte è la
cosa più legittima. È così che si
cresce e ci si
evolve...da primati ad essere umani...non so a che punto siamo noi,
sicuramente solo all'inizio....una sorta di Homo erectus!-
Termino
in modo spiritoso e lo guardo per vedere che effetto ha avuto la mia
risposta, ma lo vedo rosso...cioè...più di
sempre, anzi
no, lui di solito è abbronzato ora invece è
proprio...rosso! Come fosse imbarazzato. Ma che diavolo gli prende?
Che mai ho detto di così imbarazzante? Piego la testa di
lato
per capirlo e in un nano secondo ci riesco sbalordendomi....
-
Tu...bastardo! Mi hai letto nel pensiero! Ed io che mi facevo
scrupoli e non volevo farlo con te! Stronzo!-
Così
lamentandomi stringo forte la mano allacciata alla sua per fargli
male ma notando che non ha effetto affondo i denti sulla sua spalla,
mordo quanto più forte posso, poi tiro e giro la testa come
se
volessi mangiarlo, eccolo che urla e mollando le mie dita mi
dà
una gomitata. Io rimango attaccata a lui e mentre snocciola una serie
di imprecazioni ed insulti, io dentro di me rido soddisfatta...almeno
ha avuto una reazione prevedibile, cominciavo a preoccuparmi e
pensare che anche lui fosse stato sostituito!
-
Eddai, non l'ho fatto apposta...ASTRID, MOLLA, HOMO REGREDITUS!-
Ma
come posso mollare dopo che ho realizzato COSA ha letto? Era sconcia,
cioè, fraintendibile...merda! Fraintendibile un corno,
più
chiara di così si muore!"
Rimasero
così per un po', poi presero a rotolarsi, lei sempre
attaccata
coi denti alla sua spalla, poi in una sorta di lotta che da lontano
sembrava un gioco, furono interrotti dai due ragazzi che usciti
dall'acqua si misero incuriositi ad osservare la scena, come fossero
al cinema!
-
Perché l'intelligenza ha dei limiti e la
stupidità no?!
-
Fu
l'unico commento serafico di Zefiro con un fondo di gelosia
nell'animo. Non serviva un QI sopra la media come il suo, per capire
come si stavano muovendo le cose fra quei due. Non serviva un bel
nulla. Solo sincerità e questa a lui non mancava, ecco cosa
gli faceva male, ma come faceva da sempre avrebbe ingoiato e sarebbe
andato avanti facendo finta di nulla.
Il
destino non era ancora scritto e lui avrebbe fatto il possibile nelle
sue possibilità.
Quel
che lo limitava, tuttavia, era il cambiamento visibile di entrambi,
specie di Kinkaid. Era sempre odioso ma in minore misura rispetto
all'inizio. Cosa significava?
Fu
Stephan che ridendo radioso e divertito come sempre gli si
attaccò
al braccio commentando la sua battuta e i due amici che giocavano
alla lotta. Era felice come poche volte era stato e glielo trasmise
insieme alla purezza che lo caratterizzava. Così il
benessere
tornò anche in lui.
Fu
felice, il biondo, di avere accanto a sé almeno Stephan.
"è
un incrocio fra una pulce ed una sanguisuga, però
è più
simpatico...devo ammettere che oggi se non ci fosse stato lui,
sarebbe stata una pessima giornata! Ultimamente l'ho rivalutato e non
me ne sono nemmeno accorto. È stato protagonista di alcuni
eventi che l'hanno costretto a scoprirsi...quella sua
capacità
di usare la musica, il pianoforte, per chiamarci a sé e
suonarci la colonna sonora del momento è speciale. Mi ha
catturato. Lo ritengo un potere utile, altro che fuoco e distruzione!
Stephan può donare pace e leggere negli animi degli altri,
non
è da tutti e se usati questi doni con intelligenza, si
può
ottenere più di chi ha il potere di distruggere! A volte
succedono cose assurde e sono così veloci che io non me ne
rendo conto, non ho tempo per capire e realizzare che accade, posso
solo difendermi come posso ma sono solo umano...lui sembra
più
umano ed indifeso di me però ha la capacità di
farmi
sentire spesso più inutile di lui.
Insegnargli
a nuotare è stata un impresa, diciamo che ora sa stare a
galla
ma chiamarlo nuoto ci vuole coraggio, però mi ha coinvolto e
distratto, mi è bastato anche se Astrid è stata
per
conto suo e poi si è seduta con Pollyanna. Stephan non si fa
notare, fa di tutto per passare inosservato ma rimane incisivo,
è
a lungo andare che si sente la sua presenza.
Penso
che ora che c'è quello scimunito io mi sentirei solo
perché
so, sento, come andrà a finire fra lui e Astrid,
è
chiaro il suo interesse nei suoi confronti...non posso far altro che
accettarlo. Eppure sentirmi solo con tutta la gente che mi sta sempre
intorno e mi adora è assurdo, però è
così.
Se non ci fosse questo moccioso nel gruppo molte cose sarebbero
diverse, così a prima vista non si direbbe ma poi sai che
invece è così.
Nonostante
sia gay e mostri del sano interesse nei miei confronti,
identificabile però come anche una forte amicizia,
perché
no, non mi dà fastidio mi stia intorno, mi abbracci o si
nasconda dietro di me. Non mi viene l'istinto di allontanarmi
perché
magari potrebbe pensare che mi interessa o cose simili. Mi sta bene
la sua vicinanza. In questo momento non mi piace la scena a cui
stiamo assistendo, ma a lui si, me lo trasmette e tutto va bene,
riesco a sopportare la vista di quei due. Se ero solo me ne sarei
andato con una scusa qualunque.
Dovrei
fargli conoscere Sveva, credo che le piacerebbe uno come il
piccoletto.
Ho
voluto questa giornata per far rilassare Stephan, io con Astrid esco
ogni giorno, stiamo sempre insieme, però era da molto che
non
vedevo lui e quando mi è arrivato con quel suo faccino
triste
ho pensato che avrei dovuto far qualcosa...senza considerare l'idea
che così avrei inevitabilmente coinvolto anche Pollyanna.
L'ho
fatto lo stesso, a volte non mi capisco, come non capisco
perché
questi due davanti a me stiano cambiando così tanto.
Stephan
mi distrae dai suoi pensieri dicendomi in tono timido:
-
Ehi, io però avrei fame...tutto quel movimento mi ha
sfiancato...-
Come
se fosse una colpa avere fame...è legittimo ma capisco che
dalla stazza che ha deve mangiare poco di natura, è certo
che
quando ha fame si sente in colpa! Ma come è stato cresciuto?
Sorrido spontaneamente e colgo l'occasione al volo per interrompere
Astrid e il suo nuovo amichetto(visto che non sembrano più
nemici):
-
Ragazzi, si va a mangiare, il principe ha fame!-
-
E perché dobbiamo andarci tutti a mangiare? Che ci vada da
solo!-
Quest'uscita
geniale è di quell'idiota, io lo fulmino con lo sguardo:
-
Perchè lui oggi si è meritato una cena da re! Ha
imparato a nuotare, o qualcosa che ci somiglia, al contrario di
qualcuno che non ha fatto nulla di utile e costruttivo!-
Astrid
si ferma e guarda prima me poi lui, infine dice rivolta a lui:
-
Mi sa che ce l'ha con te...-
-
Dove sta la novità?-
Bruscamente
lui ne approfitta per scaraventarla via ed alzarsi, si scrolla la
sabbia di dosso ed imprecando come uno scaricatore di porto si dirige
alle docce in fondo alla spiaggia mentre noi raccogliamo gli
asciugamani e le nostre cose. Distrattamente lo vedo lavarsi in
fretta e tornare qua in un alone dorato che l'asciuga subito, sgrano
gli occhi e mi guardo intorno per assicurarmi che nessuno l'abbia
visto.
-
Incosciente, potevano vederti!-
-
E allora?-
-
Allora è proprio vero il detto che se si vede qualcuno che
si
comporta come uno stupido e sembra uno stupido, non bisogna farsi
ingannare: è proprio uno stupido! -
-
Te lo dici da solo?-
-
Mi dispiace, sai? Eppure non è colpa tua, non lo fai
apposta,
non te ne rendi nemmeno conto...sei nato così, non
è
giusto discriminarti...se sei stupido bisogna capirti!-
-
Ma dacci un taglio!-
Finisce
sempre così quando non sa che dire, è un essere
dalla
mentalità limitata, come fa a suscitare l'interesse di
Astrid
è un mistero, per me...penso che se ne accorgerà
presto, a meno che non siano veramente dello stesso livello mentale!
Detto
ciò si avvia davanti agli altri, anche se non sa dove
andare,
ovviamente, e rifacendosi rabbioso la coda medita su qualcosa che io
comune mortale non potrò mai sapere...a volte vorrei sapere
cosa gli passa per quella testa vuota...se gli passa qualcosa, ovvio!
Dietro
saltella allegramente Stephan seguito da una sbuffante e seccata
Astrid, forse ce l'ha con noi perché li abbiamo interrotti,
non vorrei fosse così ma la conosco e mi sa che ho ragione.
Io
mi affretto ad affiancarla cingendole le spalle con fare da
fidanzato, lo faccio sempre ed ogni volta lei mi dà un
pugno...ma continuo a farlo perché sono certo che un giorno
mi
lascerà fare...quando si prenderà un febbrone da
cavallo!
Non
importa cosa sarà di noi, non importa. Basta che qualcosa
sarà
e che io possa stare sempre accanto a lei, in un modo o nell'altro.
Va
bene anche così."
Così
la giornata spensierata e strana, pregna di cambiamenti che erano
tutti nell'aria, proseguì fra le solite risa, litigi e guai.
-
è arrivato il momento di testare il mio livello...devo
capire
se la mia forza combattiva è cresciuta dopo gli allenamenti!-
Esordì
in questo modo, Kinkaid, guardando Stephan appena tornato dal Bosco
Sacro, aveva corso per paura ed era più scarmigliato e
sfiancato del solito. Il moretto lo guardò sgranando gli
occhi
verdi che sembravano il doppio del suo viso, subito la paura si fece
largo, si stava immedesimando nell'amico e pensando che se fosse
stato al suo posto, sarebbe morto di paura. Era più forte di
lui, non poteva farci nulla, ormai con Kinkaid piangeva poco, era
abituato alle sue forti e violente emozioni, erano all'incirca sempre
quelle, sapeva gestirle, quelle di Astrid anche, con Zefiro invece
non aveva mai avuto problemi, ma con tutti gli altri invece non
riusciva ancora a controllarsi. Era difficile. Però la paura
quando si immedesimava negli altri, quella non andava mai via. Forse
era congenita!
-
Ma non puoi...-
-
Perché?-
-
Perché ti serve di vedere a che livello sei? Te lo dico io,
sei cresciuto molto...ma è sempre pericoloso...-
La
voce gli tremava, lo faceva anche per abitudine, cercare di
convincerlo a non combattere. Non ci riusciva mai.
-
Perché li odio e non faccio torto a nessuno!-
-
Si può imparare molto da qualcuno che si odia!-
-
E allora ti dico che il rispetto e la paura sono il meglio che si
possa sperare di ricevere dagli altri...e sono l'unica cosa che
incuto a chi mi vede...rispetto non lo so ma la paura, te lo
assicuro, si. Tanta.-
Il
ragazzino tentò il tutto per tutto:
-
Sei il solito egoista, non pensi a me, se ti succede qualcosa?-
-
In fondo egoisti...non lo siamo tutti?-
In
quell'istante la porta d'ingresso si spalancò rumorosamente
facendo fare la sua entrata trionfale ad un allegro Zefiro ed una
musona Astrid. Il biondo non si perse in saluti e disse subito:
-
Ehi Pollyanna, la polizia sta cercando una persona bella,
intelligente e che scopa da Dio... tu sei al sicuro ma io dove mi
nascondo?! -
Zefiro
sembrava di buon umore per cui tutti lo sarebbero stati nel giro di
subito!
-
Zefiro, ti prego, digli qualcosa...vuole andare dai Cacciatori a
provare la sua forza!-
Zefiro
senza farsi cogliere impreparato rispose come conoscesse già
la situazione:
-
Lo so, sono qui per questo! Astrid mi ha detto le sue intenzioni, me
l'ha detto casualmente ma ho colto la palla al balzo!-
Stephan
si illuminò:
-
Siete qui per fermarlo?-
-
No, lei è pazza quanto lui e vuole provare anche lei la sua
forza, io invece non voglio perdermi il momento della sua morte!-
Parlava
con convinzione, sembrava fosse tutto vero e l'altro non ci
impiegò
molto a crederci così lo supplicò:
-
No dai, digli qualcosa, è pericoloso, non può
puntare
ad una vita così squilibrata, su!-
Il
biondo così lo fissò attentamente e
sembrò
pensare a cosa dire, lui non aveva mai bisogno di pensare, sapeva
sempre cosa dire e fare, per cui solo Astrid capì che quello
che meditava era una nuova presa per il culo, poi finalmente disse
rivolto Kinkaid che nel frattempo si erano messo l'impermeabile nero
lungo e senza maniche.
-
Ecco come mi raffiguro una vita equilibrata. E' come essere un
giocoliere che usa quattro palle chiamate lavoro, famiglia, amici,
umore. Be', quella del lavoro è di gomma: se te la lasci
sfuggire di mano, rimbalza e ti ritorna. Le altre palle,
invece...sono fatte di vetro!-
La
risposta pronta di Kinkaid fu:
-
Altro che vetro...sono le mie che mi rompi in continuazione con le
tue perle di saggezza del cazzo!-
-
Ma sempre perle sono!-
Ebbe
l'ultima parola, conscio che non se ne sarebbe comunque fatto molto.
Kinkaid poi non disse altro se non un:
-
Tu non venire!-
Rivolto
all'amico Stephan che nemmeno ci pensava a seguirlo per farsi
uccidere! La sera stava per arrivare, il sole per sparire del tutto
dietro l'orizzonte, non ci pensava minimamente a tornare nel posto da
cui era appena andato via, per quanto bene volesse a Kinkaid, con lui
c'erano Astrid e Zefiro, sarebbe stato al sicuro. Solo Jago poteva
ucciderlo, nessun'altro. E di Jago, ultimamente non c'era traccia.
-
Però ho una sensazione strana...fate attenzione...-
Il
rosso si fermò di schiena sull'uscio della porta,
girò
la testa e gli lanciò uno sguardo sbieco fino a penetrarlo.
Solo lui sapeva quanto azzeccate fossero le sue sensazioni.
"Chi
deve fare attenzione?"
Chiese
mentalmente all'altro che lo guardava sforzandosi di non abbassare lo
sguardo intimorito, si concentrò e un nome
affiorò alla
sua mente senza rendersene conto.
"Astrid..."
L'interessata
non aveva detto una parola ma aveva perfettamente sentito il suo
nome, non la domanda di Kinkaid, però, così non
diede
peso a quanto recepito. Il ribelle e robusto ragazzo lasciò
ancora un attimo i suoi occhi di corvo su quelli verdi e umani
dell'interlocutore, poi li spostò su quelli diversi di lei
che
seccata aspettava di uscire guardando prima in alto, poi in basso,
poi a destra ed infine a sinistra. Soppesò l'idea di
ordinarle
di stare in casa anche lei con la sua ovvia reazione e decise che non
ci avrebbe nemmeno provato a fermarla!
Così
uscì.
-
Posso fare un obiezione?- Disse Zefiro dopo aver ascoltato il piano
dei due incoscienti.
-
Sarebbe un obiezione di merda... - L'ammonì al volo Astrid,
secca come uno spumante.
-
Si, ma ammetterai che non è molto intelligente da parte
nostra
andare nel loro territorio ed uccidere qualunque cacciatore ci capiti
a tiro...-
-
Distruggerlo e basta! E poi questo è il mio piano, voi non
dovete seguirlo!-
Rispose
altrettanto bruscamente Kinkaid, già non l'aveva voluto, se
poi doveva anche sopportare i suoi lamenti era a posto!
-
Kinkaid non è uno stratega come Jago, lui ti viene
direttamente addosso e ti spedisce all'altro mondo!-
Corresse
infine la rossa mantenendo il suo tono di sempre. In fondo si
divertiva a denigrare l'ammasso di muscoli senza cervello.
-
Già...il mondo secondo Kinkaid è semplice: se
c'è
qualcosa che ti da fastidio, eliminala!-
Aggiunse
poi con un aria sconfitta Zefiro. Tanto non li avrebbe convinti a
fare qualcosa di più organizzato, ma ugualmente ci
provò
di nuovo:
-
Ma ascolta, se noi ne circoscriviamo due o tre in un posto isolato
dove non possono arrivare rinforzi, è meglio, più
sicuro e...-
Lo
sbuffo di Kinkaid era sempre più pesante, si premette le
dita
alla fronte e chiuse gli occhi impaziente, poi sbottò
sull'orlo di uno sbranamento:
-
No, 2 o 3 non bastano, a me non servono cose sicure, io voglio vedere
quanti riesco a farne fuori di quei bastardi!-
"Lavoro
di equipe significa perdere la metà del proprio tempo per
spiegare agli altri perchè hanno torto!"
Pensò
al volo il ragazzo dopo aver parlato, era esasperante, era abituato
ad agire da solo, senza che nessuno gli rompesse, ora era proprio
insopportabile spiegarsi e giustificarsi!
-
Ho fatto bene allora a portare questo mio nuovo esperimento!
È
un fumogeno d'ultima creazione...ah si, sappi che se sei intelligente
lo nascondi molto bene! E poi potresti avere un minimo di
pietà,
li tratti come animali...-
Continuando
a camminare disinvolto nella boscaglia, con fare sicuro e deciso,
sbottò:
-
Anche la bestia più feroce conosce un minimo di
pietà.
Ma io non ne conosco, perciò sono peggio di una bestia!-
In
effetti sembrava proprio vero, sembrava che per lui uccidere fosse un
hobby, lo facesse sin da piccolo...come se prima di imparare a
camminare avesse imparato ad uccidere. Il che, forse, era anche vero!
-
Sarai in debito con noi, sono sicuro che ti salveremo la vita...-
-
Non sono in debito con nessuno, poiché non chiedo nulla a
nessuno! E poi mi sembrava d'aver sentito che volevi venire per
vedermi morire!-
-
Dettagli!-
Zefiro
si accese una sigaretta porgendone una ad Astrid che prese senza
pensarci, Kinkaid le incenerì con un'occhiata riducendole
immediatamente in cenere.
-
Io sarò stupido ma voi mi battete...è una
missione
punitiva, non una visita di cortesia...se arriva prima il fumo di noi
che fine pensate facciamo?-
-
Ah, vuoi l'effetto sorpresa?-
Provò
a fare dello spirito il ragazzo, ma fu subito sovrastato dalla rossa
che andò davanti alla torcia umana e prendendolo per il
colletto dell'impermeabile nero, gli gridò in faccia
profondamente urtata:
-
il R.I.P. sulla tua lapide significherà solo 'RIDICOLO
IMBECILLE PSICOPATICO'! Come osi spegnermi una cicca?-
Era
l'ennesima, non ce la faceva più, sospirò
nuovamente e
al limite della propria pazienza disse sull'arrabbiato andante:
-
Promemoria per me: mutilarvi a missione completata!-
Ci
fu un attimo di tregua nel quale tutti ripensarono al discorso appena
avuto e constatando che in effetti stavano andando al 99% a morire,
Astrid si voltò verso Zefiro e seriamente disse:
-
Ecco la mia ultima volontà prima di lasciare questo mondo:
quando sarò morta seppelliscimi a pancia in giù
così
che il mondo possa baciarmi il culo!-
-
Questa era di Eminem!-
-
Ed io la condivido in pieno!-
-
Chi ti dice che io non morirò con te?-
-
No, tu morirai vecchio...te la cavi sempre, sei un combattente!-
-
Me la cavo, dici? Bè, dopotutto io non sono ancora un vero
combattente, sono solo uno che fa a botte. Un farabutto e
nient'altro!-
Su
questa uscita che aveva comunque del veritiero, Kinkaid li
zittì
facendosi silenzioso e serio, più di quanto non lo fosse
stato. Si avvicinò ad un albero e in agguato
osservò il
limite in cui erano arrivati. Il territorio dei Cacciatori.
-
Che succede?-
Chiese
Astrid aspettandosi un attacco immediato e non un agguato, Kinkaid
puntò il dito verso un gruppo di Cacciatori a pochi metri da
lì, e con una serietà incredibile disse:
-
Li vedi? Sono fantasmi. Solo che loro ancora non lo sanno!-
Astrid
per un momento credette veramente di trovarsi davanti a dei fantasmi
e si chiese se veramente si vedessero così bene anche se
erano
morti, poi col secondo treno capì cosa intendeva quel sadico
e
gli scoccò un occhiata contrariata poiché non
gradiva
essere presa in giro. Fu in quel momento che si udì il:
-
Merda!-
Cristallino
di Zefiro alle loro spalle, si voltarono in tempo per vederlo
spruzzare uno spray dalla boccetta priva di etichette, in faccia ad
un Cacciatore che li aveva beccati e voleva subito far fuori il
povero umano!
-
Ma che cazzo...!-
Borbottò
Kinkaid pronto a sferrare un pugno, mettendo dietro di sé
istintivamente la ragazza accanto. Lei stessa si stupì del
gesto ma poi diede attenzione all'amico e al suo avversario che dopo
alcuni istanti di starnuti e brontolii di bruciore,
impallidì
notevolmente e tenendosi la pancia, piegato in due, cominciò
a
correre dal lato opposto a dove erano loro, lamentandosi del dolore
all'intestino. I tre si fermarono raddrizzandosi, piegarono la testa
di lato mentre osservavano la scia lasciata fra l'erba alta del
bosco, poi i due ragazzi commentarono fra loro come facessero una
normale conversazione fra amici:
-
Ma che gli è preso?-
-
Mah...in realtà quello spray era un esperimento, non sapevo
ancora che effetto avesse...ora mi sa che lo sappiamo!-
-
Tutta colpa di quella sostanza che gli hai fatto sniffare...-
-
Invece che farlo addormentare come pensavo gli ha donato le ali hai
piedi... forse insieme ci ha preso... -
-
Un purgante? -
-
Una dose massiccia? -
-
Si certo, e non vorrei trovarmi nei dintorni quando... -
-
BASTA RAGAZZI! -
Urlò
Astrid per zittirli, l'argomento era decisamente abominevole! Questo
ebbe successo su quei sorprendenti e sadici ragazzi ma fece
definitivamente notare la loro per nulla innocua presenza all'altro
gruppo poco distante da lì.
-
INTRUSI!-
-
E' QUEL DANNATO OSSERVATORE!-
-
IL FUOCO E' TORNATO!-
-
CHIAMA RINFORZI!-
In
quello uno dei 5 si staccò cominciando a correre in
direzione
del cuore del villaggio dei Cacciatori, mentre quelli rimasti
andavano incontro ai famosi intrusi.
"Ma
che bella sensazione! È armonia per i miei orecchi udire che
chiamano rinforzi per me, pur loro essendo in 5! I cacciatori sono un
popolo di combattenti, è strano che non si ritengano
all'altezza di qualcuno da eliminare, non chiamano facilmente
rinforzi...del resto io basto per tutto il loro popolo! Sono da
compatire...ops, sbagliavo, sono da trucidare!
Sorrido
di sbieco e punto i miei occhi simili a quelli di un serpente, nei
loro azzurri privi di pupille, hanno il terrore dentro e non mi serve
Stephan per leggere in loro. Si capisce subito. Forse hanno
indelebile la mia ultima visita!
- Preparatevi stupidi
esseri inutili, perchè se lo schifo di
questo mondo non vi ha ancora annegati allora vuol dire che siete
destinati ad un porcile peggiore di questo!-
-
Kinkaid...da quanto tempo non ti vedevamo...che c'è, ci hai
impiegato più del previsto a leccarti le ferite?-
Nonostante
hanno un sostanziale fifa di me perché sono folle ed ho
poteri
straordinari per una forza in continua crescita, cercano di mostrarsi
strafottenti e antagonisti come sempre...tutto per prendere tempo ed
attendere i rinforzi che sperano si tratti di Jago, l'unico in grado
di tenermi testa! Mi fanno ridere...e il sorriso sulle mie labbra si
accentua ancor di più mentre mi metto in posizione d'attacco
senza ancora scomodare il mio fuoco. Prima devo vedere fino a che
punto resisto senza farmi soccorrere da lui, una questione personale.
Quando ne avrò sterminati abbastanza passerò al
cerchio
ristretto dei più forti, poi il capo ed infine quel bastardo
che mi ossessiona ancora. Anche se in cuor mio lo spero. Spero la
stessa cosa che sperano loro.
Che
Jago arrivi subito e mi affronti. Spero di trovarmelo il prima
possibile davanti e potermi battere con l'unico con cui vale la pena
battersi.
-
Non mi interessano le vostre provocazioni...so che avete sentito il
mio scoppio di qualche tempo fa, quando stavo per far fuori tutti gli
Osservatori...so come avete tremato sperando che io non venissi da
voi. Le vostre preghiere sono state esaudite, ma oggi non sarete
così
fortunati. Oggi tocca a voi!-
-
Quale onore!-
Sono
capaci di fare dell'ironia, l'apprezzo...così
sarà più
divertente, lentamente mi circondano ignorando completamente Astrid e
Ken, mi piace stare al centro, è più facile
così
farli fuori, sarò più veloce!
-
Comunque è vero, ti abbiamo sentito e abbiamo saputo
perché
ti eri così arrabbiato. Si trattava di una puttana della
vostra razza che si era uccisa...uhm...non ricordo per quale
motivo...oh, si! Era la donna di Gabriel, vero? L'ha fatto
perchè
era stata cresciuta in maniera troppo rigida! Scommetto che ti rode
far parte di quel popolo...scommetto che vorresti essere dalla nostra
parte, che ti sentiresti meglio...scommetto che ci invidi per la
diversità che noi abbiamo rispetto a voi...ma soprattutto ti
rode scoprirti con un cuore pieno di buoni sentimenti!-
M'incupisco
immediatamente, sentire il nome di Yan mi infastidisce, anche Astrid
e Zefiro mi guardano attenti aspettando l'esplosione. Nessuno.
Nessuno ha capito nulla di me ma non potevo aspettarmi che esseri
retrocessi come questi potessero riuscirci. Abbasso la testa
nascondendo sotto la tenda ingarbugliata dei miei ricci capelli
mogano, la mia espressione scura, poi con voce penetrante parlo
cercando ancora di domare a stento il fuoco che vuole uscire. Sento
che vuole incendiare tutto ed io faccio veramente fatica a
trattenerlo, non so se voglio veramente farlo. Non ce la faccio
già
più? È sul carattere che devo lavorare? Ma che ne
so,
fatto sta che vorrei solo sfogare l'ira del mio fuoco.
-
Non mi interessa un cazzo di far parte di una razza o di
un'altra...sono tutte uguali...non me ne fotte nulla nemmeno delle
stronzate che sparate su di me, non mi toccano poiché vi
ritengo delle merde...mi urta però una cosa...Yan. Voi non
siete degni nemmeno di nominarla!-
Solo
questo e la ragione si perde, quello era l'ultimo pensiero coerente,
cesso di parlare e di respirare per agire e liberare l'adrenalina che
sembra debba esplodermi. Va tutto veloce, come una giostra che fa
mille giri della morte ad una velocità pericolosa.
Lo
scatto è impercettibile e senza rendermene conto mi muovo
subito alla velocità della luce, mi getto su quel bastardo
che
ha parlato e mi sfogo tirandogli un pugno, è solo uno ma lo
tiro mentre la mia aura rossa mi avvolge scostandomi i capelli dal
viso, mostrando le mia espressione deformata dalla rabbia, nel farlo
sento i brividi che corrono nelle schiene di chi assiste e gli stessi
scocciatori che sono venuti con me per assistere alla mia
morte(bugiardi, volevano vedere la mia vittoria
schiacciante)indietreggiano mentre vedono che il pugno che sferro al
Cacciatore gli gira la testa del tutto, facendogli vedere la propria
schiena, facendogli sentire un rumore di ossa rotte, quelle del suo
collo. Si accascia a terra privo di vita e so che non ha nemmeno
avuto il tempo di soffrire o di capire che stava morendo per mano
mia, la cosa mi dà fastidio. Un figlio di puttana simile
deve
sapere che viene spedito dall'altro mondo per mano di chi insulta!
-
Pezzo di...-
Non
hanno il tempo di finire l'insulto, i suoi compagni, che mi volto
verso di loro e li sistemo entrambi con un unico colpo a testa, un
calcio girato che fa saltare gran parte dei denti ad uno e nel
girarmi con quel calcio, due dite che accecano completamente quello
accanto, si inginocchiano coprendosi il viso, urlano mentre il sangue
inonda le loro mani, sono vicini e il dolore è tale che non
riescono a realizzare che sarebbe sensato trasformarsi come fanno
loro e scappare. Arrivo prima io che prendendoli entrambi per i
capelli faccio scontrare violentemente le loro teste.
Uno.
Rimane solo uno.
Poco
tempo ancora. Poco tempo e tutto finirà. Per tutti. Bianche
nuvole vi salutano. Sta per piovere, ma non sarà acqua
quella
che scenderà. Sarà sangue, lo stesso che scorre
dentro
me. Ecco tutto ciò che scende.
Ne
manca uno che è impietrito e non sa cosa fare, non sa se
attaccare, scappare o cos'altro. È il suo codice di uomo
Cacciatore che lo ferma. È stato cresciuto come gli altri
con
l'ordine di non scappare mai, di morire piuttosto. Ed ora maledicie
questo codice poiché vorrebbe solo vivere. Ma non me ne
fotte
nulla. Se avesse avuto davanti Yan l'avrebbe violentata anche lui e
poi l'avrebbe uccisa. Lui come tutti quelli della sua razza.
Se
avesse avuto davanti un bambino Osservatore che lo spia l'avrebbe
ucciso anche se non faceva nulla di male. Solo perché aveva
occhi di corvo e pelle scura! Dannati stronzi. Sono tutti uguali.
Il
loro unico destino è la morte.
Non
parlo e non ho nemmeno il fiatone, mi ero fermato un istante, un solo
istante concentrando le mie facoltà mentali, le poche
rimaste,
verso quest'unico uomo rimasto in piedi. Muovo un passo verso di lui
e lui uno indietro ma poi si morde le labbra pensando che ha delle
regole da seguire, poiché se non le segue morirebbe per mano
del loro capo. Sta capendo che sta per morire. O per mano mia o di
qualcun altro. Ma ha realizzato che morirà ed io non faccio
parte dei buoni e dei giusti, non conosco pietà
perché
non ne ho mai ricevuta. Non conosco né pietà
né
amore, non so far altro che quello che ho sempre ricevuto. Odio,
rabbia e discriminazione. Ho assistito a morte ingiuste passate per
giuste. Ora posso solo attuare questi insegnamenti perché
non
conosco altro.
Perché
non VOGLIO fare altro.
Affinché
sappiano che razza di mostro hanno creato!
Guardo
la sua faccia da Cacciatore e rivedo la stessa che ha fatto fuori mio
fratello...non è lo stesso poiché è
già
morto, ma sono tutti uguali, nulla li differenzia. Così solo
il vento fa udire il mio movimento, nessuno saprà cosa
farò,
come succederà, poiché gli occhi non vedranno
ciò
che le mie mani fanno. Vedranno solo il risultato e nient'altro.
Solo
uno sporco Cacciatore morto e le mie mani sporche del suo sangue."
"è
impressionante. Dico davvero. Pensavo fosse solo un gioco, non
sapevo...non ero mai venuta in queste sue 'missioni punitive', a
quanto pare lo fa spesso e da solo. Si vede che è abiutato a
combattere da solo...lui...è incredibile...e feroce. Non
conosce veramente pietà, non conosce vie di mezzo e nemmeno
controllo. Doveva misurare la sua forza ma non capivo cosa
intendesse...io credevo la misurasse atterrando quanti più
Cacciatori riuscisse, lui invece la misura contando i morti che
fa...e non fa una piega, non gliene importa...faccio altri passi
indietro avvicinandomi a Zefiro istintivamente, come per sentirmi
più
sicura. Ho sempre creduto Jago il vero mostro ma mi rendo conto che
Kinkaid non è poi tanto diverso. Ed io faccio parte della
razza di entrambi...Mio Dio, che razza di mostro sono? Non voglio far
parte di questo schifo, non voglio...
-
Zefiro, voglio andarmene...-
Faccio
anche fatica a non vomitare alla vista di quei morti...e del sangue
sulle mani di questo che mi appare più come uno sconosciuto.
Il suo sguardo è odio, inferno, fa paura. Fa paura
perché
ora che è ancor più forte di prima e
pressoché
imbattibile, non ha limiti e fa paura.
-
Qualcuno gli renda l'anima che gli ha rubato...-
sussurra
questo Zefiro come a parlare ad un Dio immaginario che muove i fili
di questa storia fatta di folli. Come ci siamo finiti dentro? Il suo
braccio mi cinge sentendo il bisogno di normalità, bisogno
che
può essere colmato solo da lui. Non lo mando via.
Ha
ragione anche se l'ha detto guardandolo sbigottito e quasi schifato.
Ha capito Kinkaid.
Quel
ragazzo è senza anima ma non perché è
nato così,
perché gliel'hanno rubata...e noi? Siamo anche noi
così?
Noi ce l'abbiamo un'anima?
Lo
vediamo rimettersi in allerta, pronto a ricevere qualcun altro,
saranno arrivati i rinforzi, non gli bastano queste 4 vittime,
continuerà a mieterne altre. Così capisco.
-
Benché un guerriero venga definito un cane o una belva, per
lui l'importante è vincere...-
Che
sia cane o belva non ha importanza, per lui non fa differenza. Lui ha
i suoi obiettivi e la forza per ottenerli, non si fermerà
finchè non avrà portato a termine il suo piano
acquistando sempre più forza. Sempre di più.
Sempre più
ferocia ed egoismo, senza mai crescere.
Come
poteva sembrarmi cambiato, l'altro giorno? Come potevo volerlo?
Come...
Lo
vediamo sorridere quando nota il gran numero di assalitori, ne
è
felice? Si lecca le labbra e la sua testa mi appare come un muro
insormontabile, non posso leggerlo, non ci riesco.
-
Colui che sorride quando le cose vanno male è colui che ha
pensato a chi dare la colpa...di solito è così ma
nel
suo caso è diverso...-
Lascia
la frase in sospeso Zefiro, Kinkaid mi inquieta, sto scoprendo un
lato di lui che non aveva mai visto e mi lascia i brividi. Sono
contenta di avere questo tipo accanto a me!"
"Non
è come sembra. Lei si sta facendo confondere eppure io sono
l'unico a non avere dei poteri, qua. Come fa a non capirlo? Stephan
non potrebbe stare accanto a lui se fosse veramente così
come
appare ora. È diverso. Lui si sente veramente come un angelo
che sente e che vola sopra ogni cosa, che vive tra la gente ma non sa
farsi vedere, lui non sa farsi sentire però ci prova in ogni
momento, vorrebbe essere visto e sentito. Lui vive fuori dal tempo,
si spoglia dei sentimenti per capire se è invisibile davvero
o
se è solamente vero che è un bastardo. Si da
botte tra
la gente per mostrare che è esistente.
Kinkaid
si sente sempre e solo un bastardo figlio del niente.
Soffre
e lo mostra in questo modo perché uno senz'anima non ha
altro
modo per mostrarlo. Non volevo essere io a capirlo così bene
e
a fondo. Mi dà fastidio perché non può
essere
una scusa, rimane uno stupido imbecille egoista ed immaturo. Mi urta
la sua immaturità, mi urta che a tratti attragga Astrid e
poi
riesca a spaventarla in questo modo. Lei che non si è
spaventata mai! Mi urta sapere che forse prenderà il posto
che
desideravo fosse mio e che non posso farci nulla. Mi urtano molte
cose di lui ma è così.
Kinkaid,
quel coglione, è così.
Come
lo spiego a lei?
Devo
spiegarglielo? Se non lo faccio si allontanerà da lui del
tutto...andrà a mio favore...ma non vivrei in pace con me
stesso...sono uno smidollato, mi do fastidio da solo in questi
momento!
-
Non farti ingannare. Lui non ha scelta, ha conosciuto solo
ciò
che l'hanno reso il bastardo che è oggi, si sente un figlio
del niente e la propria sofferenza per un corpo privo di anima, la
dimostra così perché non ne conosce altre. Non
c'è
da averne paura, in realtà...-
Lei
mi guarda con le sue sopracciglia agrottate e la bocca verso il
basso, piega la testa di lato come fa spesso per riflettere e poi
distende le rughe di disappunto del suo volto facendolo tornare bello
e liscio.
-
Va bene. Se è così gli insegnerò un
paio di
cosette che nessuno si è preso la briga di insegnargli!-
Sembra
tornata in sé, riprende quel suo sorrisetto da cattiva che
si
ostina ad assumere nelle situazioni critiche per fare la dura, poi
guarda il gruppo con cui Pollyanna sta combattendo con gran maestria.
-
Allora, vogliamo essere da meno? Eri venuta per misurarti, no?-
Sentenzio
così per farla tornare del tutto in sé e quando
mi
toglie il braccio dalla sua vita sottile, capisco che è di
nuovo a posto. Sputa a terra e con sguardo duro di chi si appresta ad
andarci già pesante, si stacca da me andando in mezzo alla
mischia come solo lei fa', senza nessuno piano particolare, solo con
l'idea di menar le mani! Fortuna che entrambi conosciamo le arti
marziali...sarebbe dura contro questi pazzi scatenati, considerando
che quell'idiota di sicuro non ci fa da baby sitter(e mai lo
vorremmo, per carità!)."
Jago
non c'era e nemmeno il famoso capo che tanto avrebbe voluto
incontrare per fargli conoscere il sapore della terra. Non c'era
gusto nel combattere con quegli smidollati. Certo, qualcuno del
cerchio dei più forti comunque era venuto, infatti gli
tenevano abbastanza testa, ma questo solo perché non aveva
tirato fuori la sua vera forza, il suo fuoco. Non era male, il suo
limite non era ancora arrivato e l'andar così veloce con
movimenti potenti e agili lo soddisfala, ma non sarebbe stato
sufficiente. Quello che voleva provare era ben altro. Era sentire il
ghiaccio sciogliersi sotto il suo fuoco. Bramava schiacciare quel
potere maledetto pur consapevole che lui era altrettanto maledetto
poiché possedeva il fuoco. Bramava la perfezione di Jago. La
sua ossessione da ormai troppo tempo. Troppo.
Se
la stava vedendo con tre insieme molto agili nel loro stile di
combattimento tipico dei Cacciatori, ormai lo conosceva e sapeva
prevedere le mosse. Parò alcuni colpi con le braccia dai
muscoli tesi, poi ritornò quanto ricevuto, amplificato.
Sentì
uno nuovo sopraggiungere e non fece in tempo a parare o schivare,
così ricevette il colpo che gli lanciava e il labbro si
spaccò, il sapore del sangue gli invase la bocca e gli
piacque, ormai lo conosceva bene. Con una testata sistemò il
suo ultimo avversario, girandosi verso gli altri che si erano
ripresi, notò allora che anche Zefiro e Astrid avevano
iniziato a darsi da fare, sputò infastidito a terra
lasciandoci il proprio sangue. Era geloso dei suoi nemici. Quelli
erano i suoi avversari, perché dovevano prenderglieli?
Però
non potè fare a meno di sorridere con un ghigno: se la
cavavano comunque bene, non erano male come compagni di vendetta!
Anche se quella era la sua guerra e lui non avrebbe mai chiesto aiuto
a nessuno per portarla avanti, li lasciò fare, ci avrebbe
pensato un'altra volta a chiarire le cose!
Rivolse
così le sue attenzioni agli altri e disse strafottente:
-
Allora, dove sono il vostro capo e Jago? Vi lasciano combattere da
soli sapendo che fine farete?-
-
Loro sono troppo per voi! Specie per te, bastiamo noi!-
-
L'importante è esserne convinti!-
Evitò
il fendente di una spada, alcuni di essi usavano armi di varia
natura, anche fra gli Osservatori era così ma loro erano
più
pacifici e le utilizzavano in casi estremi. Kinkaid continuò
a
provocare:
-
Uuhh! Tirate fuori le armi, eh? Allora mi dispiace ma dovrò
farlo anche io!-
Così
dicendo allungò la mano libera mentre con l'altra teneva per
i
capelli uno e col piede schiacciava la testa di un altro ancora.
Sentì il palmo surriscaldarsi e mentre gli occhi azzurri di
colui che aveva davanti ed impugnava la spada, si spalancarono
capendo cosa l'attendesse e la classica vita gli passò per
tutta la mente.
Non
ci impiegò molto a liberare il suo fuoco, ma lo fece in
misura
limitata, tutto il suo corpo si surriscaldò ma lui rimase
del
colorito solito e solo da quella mano aperta e tesa uscì una
palla rosso-arancio che si scagliò velocissima e potente
sull'uomo dalla pelle bianca e l'arma tremante.
Non
morì ma fu peggio. I capelli cominciarono a bruciargli e
correndo cercando di spegnerli, il fuoco sulla sua testa
divampò
ancor di più raggiungendo la pelle. Fu così che
quella
parte di bosco cominciò a bruciare.
-
Volevo farvi saggiare un po' del mio inferno...vi piace?-
Kinkaid
si sentiva veramente a suo agio in mezzo a quel calore che si
accendeva, cominciò a lanciare fiammate a tutti quelli che
erano rimasti interi, con quegli occhi rossi dove le pupille erano
quasi sparite.
-
Il Diavolo...-
Cominciando
ad assumere un colorito rossastro, fu legittima quella frase,
considerando le rise che lanciava e le occhiate piene di sadismo.
Altro che inferno. Per quel folle era il paradiso!
-
Non possono venire né Jago né il vostro
fottutissimo
capo? Allora quell'altra cacciatrice forte...persino lei va bene, ho
dei conti in sospeso con lei...come cazzo si chiama quella dai
capelli rosa che sta sempre con il ghiaccio?-
Fu
Zefiro più distante da quelle fiamme brucianti, a dirglielo
con un aria lontanamente famelica, ricordandosi di quella bella
ragazza che avrebbe voluto corteggiare come si doveva:
-
Yari! Si chiama Yari, Pollyanna!-
-
Ecco, lei! Dov'è? Sistemo le cose con lei!-
-
Yari non è qua, esegue solo gli ordini di Jago e Jago non si
sa dove sia!-
-
Ah, allora è diventato un vigliacco! Va bene...continuo
finchè
non verrà fuori!-
E
la lotta continuò anche se di attimo in attimo gli avversari
diminuivano.
Avevano
quasi terminato quando Astrid si fermò accorgendosi che
l'incendio era circoscritto nella loro zona e non si espandeva...
-
quello scemo è troppo esaltato per rendersene conto! Jago
c'è
eccome...chi crede che impedisca l'aumentare delle sue maledette
fiamme?-
Voleva
dirglielo ma ormai notò che anche l'ultimo Cacciatore era
caduto e comprendendo che ormai, per quel giorno, era finita, anche
se Kinkaid sicuramente non era contento, decise di lasciare che se ne
accorgesse da solo, così abbassò la guardia.
Improvvisamente
sentì del dolore lancinante alla schiena e trattenendo il
fiato sentì una lama uscire dalla sua carne. Cadde a terra
pesantemente e mentre il buio l'avvolgeva fece in tempo a vedere un
uomo, un Cacciatore, identificabile come il Capo della loro
tribù
che aveva visto in un'unica occasione. L'avevano chiamato Ethan. Lo
riconobbe mentre si allontanava con il pugnale gocciolante del suo
sangue. Era venuto e quell'idiota non se ne era nemmeno
accorto...Kinkaid doveva farne di strada!
Poi
fu solo il buio.