CAPITOLO XV:
PADRONE DI DISCORDIA

/Sono nato per distruggervi/


La giornata fu regalata da un sole splendente e dalle menti in perenne divertimento di Zefiro e Stephan!
Erano usciti tutti da un periodo difficile, avevano sempre indelebili le immagini del suicidio di Yan, come se non bastasse solo pochi giorni prima, nemmeno il tempo di riprendersi concretamente, era arrivata la felice notizia che Stephan sarebbe dovuto diventare Sacerdote delle due razze. Per il piccolo mezzosangue era stato un gran colpo considerando che aveva iniziato a seguire i faticosi corsi di formazione...c'erano un centinaio di lingue e dialetti astrusi da imparare, per non parlare della meditazione, dei riti numerosi, come quello di purificazione al Fiume Sacro, e delle capacità che un Sacerdote doveva possedere di cui non aveva alba...ballo e canto per lui erano cose dell'altro mondo. Non sarebbe stato facile. Avrebbe dovuto seguire quel corso insieme al secondo Sacerdote scelto, quel Chase, ma siccome era selvatico e viveva come tale, era impossibile da trovare, figurarsi se avrebbe mai imparato tutte quelle cose! Così ogni giorno si trovava solo in mezzo a Osservatori e Cacciatori scelti che per l'occasione convivevano per fare da insegnanti.
In effetti gran parte della pressione che aveva spinto il gruppetto a scappare via era stato anche quello. Stephan aveva espresso la propria stanchezza e Zefiro aveva deciso per tutti che quelle non erano giornate da corsi noiosi, bensì da mare!
Infatti eccoli là, in spiaggia tutti e quattro a rilassarsi o qualcosa che ci somigliava.
Manco a dirlo il piccolo moro non sapeva nuotare ma aveva la famosa ciambella gigante per non andare a fondo, anche se gli sarebbe bastato stare al fianco di Zefiro per sentirsi sicuro. Il biondo era un campione di nuoto e con l'infinita pazienza, dopo essersi divertito sulle spalle del piccoletto, si era deciso ad insegnargli almeno a galleggiare. Stephan aveva accettato solo perché era lui...del resto quando gli sarebbe capitata un occasione del genere? Stare appiccicato ad uno dei più bei ragazzi che avesse mai visto...ed era in costume! Quanta grazia!
Astrid, dal canto suo, aveva molta dimestichezza con l'acqua, era fredda e bagnata e si sentiva rinascere ogni volta, considerando che la doccia la faceva più fredda che calda e che la sera ad allenarsi nella famosa cella frigorifera con Kinkaid, fra i due a soffrirne di più non era lei, la cosa incuriosiva, ma dipendeva dal sangue che le scorreva in corpo...quello Cacciatore era diverso da quello Osservatore. Evidentemente i geni del padre erano prevalenti in lei e le davano il benessere nel freddo e nell'acqua.
Il discorso per Kinkaid era diverso. Molto.
Se non era per allenarsi, lui detestava l'acqua, era fredda e un bagno al mare non lo rilassava di certo, tanto meno lo divertiva...un bagno al mare per lui era shockante, fastidioso nonché detestabile! Una sorta di tortura! Al contrario adorava stare al sole, crogiolarsi senza neanche un po' di crema, scottarsi più che poteva e avere quella sensazione di pelle bruciante che si surriscaldava. Già....il sole era più vicino al suo elemento e per nulla al mondo si sarebbe immerso in quella trappola liquida gigantesca. Asociale come sempre si era seduto sulla sabbia appena arrivato e da lì non si era mai mosso.
Fissava malamento le nuotate che si faceva quella strega cercando di fargli gola, fissava con disgusto i due ragazzi che casinari come al solito sembravano divertirsi con gusto. Non si sarebbe mai unito a loro ed era un miracolo che quella giornata fosse venuto. L'aveva fatto per Stephan, non l'avrebbe mai ammesso ma era così. Ultimamente lo vedeva poco. Di mattina era a scuola, gli ultimi giorni prima delle vacanze estive, di pomeriggio nel Bosco Sacro per quelle dannate lezioni, di sera arrivava a casa stanco ed esasperato, cenava e il tempo di rilassarsi suonando qualcosa al pianoforte e si addormentava subito....di sera lui usciva per allenarsi con quella strega nella cella frigorifere ceduta dal bambino d'oro, per cui nemmeno volendo si vedevano. Inizialmente era stato contento di non averlo più intorno ma senza di lui nessuno combinava guai, c'era un silenzio ed una noia mortali e soprattutto, bello o brutto che fosse, il gruppo non si riuniva mai. Dopo Yan era stato Stephan ad insistere per vedersi e stare insieme, testardamente ed inspiegabilmente ci teneva affinché diventassero tutti e 4 amici, ora che il protagonista di questa volontà era occupato, nessuno si vedeva più...a parte lui e Astrid per allenarsi!
Era vero, ci riflettè meglio in quel momento, lui e Astrid si vedevano spesso, ogni giorno...troppo, no? Eppure cominciava a non pesare più, era un rito e il suo livello di combattimento era aumentato decisamente...lui si diceva fosse merito delle condizioni in cui si esercitava, il ghiaccio, lei insisteva che un alta percentuale era perché aveva una buona spalla. Qualunque fosse il motivo reale entrambi stavano crescendo di forza, tanto che presto avrebbe cercato di nuovo quel dannato stronzo che ossessionava la sua testa in ogni istante, l'avrebbe sfidato di nuovo...e dato che c'era avrebbe fatto un po' di strage fra quelli della sua razza, quei maledetti occhi azzurri fastidiosi!
Così pensando a quell'ultimo periodo si era distratto senza notare che nell'acqua non c'era più lei.
Improvvisamente sentì qualcosa sulla schiena, un tocco leggero, un dito che percorreva la sua pelle attraversata da numerose cicatrici, solo allora fece attenzione e percepì la presenza non minacciosa di Astrid. D'impulso tese i muscoli facendole trattenere il respiro ma capendo che era lì con lui in pace e non in guerra, tornò a rilassarli, credendo di averla spaventata. se le avesse letto nel pensiero avrebbe capito il vero motivo del suo stordimento. Trovarsi davanti ad un corpo del genere che mostrava quasi pienamente i propri muscoli, ed erano tanti, non era uno scherzo, chiunque sarebbe stato in grado di apprezzarlo.

"Beatitudine allo stato puro.
Meraviglia.
La cosa più stupenda che in questo momento potevano farmi.
Già, lo ammetto!
Stare al sole ad arrostirmi fin quanto voglio senza problemi di scottature visto che la mia pelle abbronzata di natura non subisce mai danni grazie al mio fuoco che scorre in me, è uno dei miei maggiori orgogli la mia pelle! Il calore bruciante del sole mi fa sentire assolutamente e completamente a mio agio e stando così seduto abbracciando le ginocchia, mostro l'altro orgoglio della mia vita, la mia schiena, una cartina geografica che indica tutte le battaglie che ho vinto. Ed è esattamente in questo momento meraviglioso che un dito leggero comincia a disegnarmi sulla pelle delicato. Mi viene da attaccare e mi tendo pronto a scattare ma poi il dito va' sulle spalle, sulla spina dorsale, sulle scapole e mille brividi di piacere mi arrivano. Il sole e il caldo mi fa sentire bene quanto il fuoco, è per questo che sono così calmo e rilassato, mansueto diciamo.
Nessuno parla, solo il calore e il dito sulla schiena che cammina dolce. E' da tanto che non stavo così. Così bene. Anche se è Astrid a farlo, sento che non lo fa con nessun secondo fine...non ho idea di cosa le passi per la testa ma non mi interessa, la sua aura è tranquilla e la lascio fare. Il mio istinto mi dice che questa volta posso fidarmi, non ho voglia di far nulla, solo godermi questo attimo.
Lontanamente mi chiedo come faccia ad esercitare questo strano potere sul mio corpo, ma non mi soffermo troppo su di esso. E' bello.
E solo questo importa."

"Stare a cuocere ore ed ore sotto il sole non è mai stato il mio passatempo preferito per due motivi: detesto sudare ed ho la pelle talmente chiara che mi scotto dopo tre secondi. Ancora non capisco come quei due idioti del moccioso e di Zefiro, che ultimamente sono in combutta per rompere i coglioni, siano riusciti a coinvolgermi nella cosiddetta gita. Ok che non si vedevano più spesso perché il piccoletto è super occupato con quelle stupide ed insulse lezioni, ok che è stanco e voleva rilassarsi e divertirsi...ma Zefiro doveva proprio portare lui e quindi anche noi, qua? Non è che mi hanno beccata sbronza? O Zefiro mi ha pagato? ... buona la seconda. Ed ecco lì infatti i maledetti. Stephan sul gommone cerca di riposarsi, è molto magro e non alto di certo, la sua pelle è chiara quasi quanto la mia ma... ha un bel viso e un fascino quasi da ragazzina. Il suo alter ero per eccellenza gli compare da dietro e per l'ennesima volta lo getta nell'acqua di violenza prendendolo di peso. Zefiro ride in quel suo modo strano che ha un che di sexy. Non posso assolutamente negarlo, sono sincera. Sotto il sole sta ancora meglio, con la pelle scura, i capelli biondi che gli vanno da tutte le parti e con quel fisico scolpito che fa girare nella sua direzione una buona metà delle donne della spiaggia (la cui altra metà è composta da anziane, bambine sotto i dodici anni e lesbiche). Avvisto l'ombrellone e cammino spedita verso di lui, aggiustandomi il costume a bikini nero che mi ha portato Zefiro. Per me è troppo provocante... ma almeno ci ha azzeccato con il colore. Mi sta ben bene... però non mi sento a mio agio. Mi lego i capelli con un elastico e abbasso gli occhiali da sole.
Ed ecco il fuoco.
Lui, dannato.
Kinkaid se ne sta beatamente seduto sulla sabbia bollente con indosso solo dei boxer scuri un po' lunghi. Anche lui ha raccolto i suoi mossissimi capelli rossi in una coda alta, ma che evidentemente non regge la loro massa, infatti i soliti ciuffi gli cadono sul viso dai tratti duri, ammorbidendolo. Ha gli occhi puntati oltre il mare, non sta guardando il suo amichetto né Zefiro. Ho sempre avuto questa sensazione, anche quando come è consueto mi cimento con lui nelle nostre famose lotte di sguardi. Lui non mi guarda mai davvero, il suo sguardo va' molto oltre me e questo mi da fastidio. Almeno suppongo sia fastidio. Facendo più piano possibile mi accovaccio dietro di lui in procinto di tirargli un destro ma qualcosa me lo impedisce. La sua pelle bronzea brilla sotto il sole, la fa divenire così luminosa e... calda. I muscoli guizzano appena lui si muove leggermente e questo provoca in me una strana sensazione di piacere. Seguo il mio istinto e, delicatamente comincio a passargli un dito per tutta la schiena robusta e attraversata da molte cicatrici. Inizialmente tende i muscoli ed io ne rimango ancora più catturata, trattengo il fiato sperando che non torni a rilassarli, sono così belli da vedere....il dannato, lo devo ammettere, ha un corpo da Dio Greco, poi però si lascia andare ed io un po' rimango delusa. Riprendo il mio passatempo e vado lungo le scapole, tra le costole fino in fondo. E continuo ad esplorarlo, prendendoci gusto. Lui non mi dice nulla, mi lascia fare. Lo sento però smettere di respirare e so che ha chiuso i suoi occhi d'orati. Sai Kinkaid, continuando così mi sembra quasi di poter possedere un po' delle tue fiamme. Hai la pelle caldissima, e non è solo per il sole che continua a scorrere in alto. So che mi sto bruciando la pelle, ma al momento sono solo le mie gote ad essersi arrossate perché sto pensando cose che non avrei immaginato. Al diavolo! Senza togliere il dito mi sposto accanto a lui e per un istante spio il suo profilo serio. Poggio la testa sulla sua spalla e mi accoccolo il più vicino possibile al fuoco, prendendogli la mano con la mia e stringendo un po'. Chiudo gli occhi, ferma così... con la sua mano libera che mi scioglie i capelli e gioca con loro. Il sole comincia ad abbassarsi. Ma il caldo resta, mentre io non so cosa mi stia prendendo, aspettandomi una sua occhiataccia, un suo rifiuto, una battuta cattiva e velenosa delle sue. Che strano."

"Una stretta. Un nuovo diverso calore sulla mia spalla. E' insolito, come la sensazione che mi sale dentro a questo contatto inaspettato e particolare. Volto il capo e la guardo. Ha il volto rilassato e la testa appoggiata sulla mia pelle che immagino sia bollente per il sole. I capelli sono legati in una specie di coda, i suoi bellissimi capelli rossi arricciati sulle punte. Li invidio solo perchè a lei stanno come vuole! Le sue guance sono arrossate...il sole comincia forse a farle effetto? Non lo so e non indago, quel che importa è che stia ferma e immobile. Quando sta così zitta e buona sembra quasi una donna normale e mansueta...ma soprattutto sembra una donna! Il suo corpo è indubbiamente bello, con le solite curve al punto giusto, attira sempre l'attenzione su di sé, sta qua! Del leggero venticello che si leva sempre in spiaggia ci scosta i capelli, anche i suoi mi solleticano la pelle, senza pensarci alzo una mano, arrivato a questo punto dovrei togliermela di dosso, quei sottili capelli mi danno proprio fastidio. Invece non capisco perchè tengo la mano che lei mi sta inspiegabilmente stringendo mentre con l'altra le sciolgo i capelli dalla coda, così mi solleticheranno ancora di più. A volte faccio cose proprio incomprensibili. Distolgo lo sguardo da lei e lo riposo sulle onde innanzi a me. Quei due imbecilli sono ancora in acqua a nuotare! Ma Ste non sa nuotare...cavoli...quel biondo allora serve a qualcosa: a tenermi lontano il moccioso e ad insegnarli a vivere come si deve!
Le sposto i capelli sulla spalla e allargando il braccio la faccio sistemare meglio nell'incavo del collo e della spalla. Mantiene gli occhi chiusi, ora ho libero accesso a quelle lunghe ciocche di fuoco...mi attirano perchè sono dello stesso colore del mio fuoco. Così attraente e seducente. Non so che sto facendo, forse abbiamo passato troppo tempo insieme, forse la sua mansuetudine e il suo corpo mi stanno stregano, forse il fatto che lei dimostri di saper essere diversa da come si mostra sempre mi dà l'incentivo per dimostrare la stessa cosa a mia volta. Non dipende da me, io tratto gli altri come meritano di essere trattati ed anche se fino ad ora pensavo che lei potesse meritare solo insulti e violenza, ora capisco, il mio istinto, il mio corpo che si muove da solo senza farmi pensare, che le cose possono cambiare.
Ma io non sono forse sempre stato istinto? Non ho sempre fatto ciò che mi sentivo di fare per il gusto di fare, per assaggiare la libertà di cui sono figlio, per la curiosità di vedere che succede se faccio ciò che voglio per egoismo?
Anche ora è così, non c'è nessun'altra spiegazione.
Immergo le dita nei suoi capelli e comincio a giocherellare con essi, sono di seta...è una sensazione stupenda averli nella mia mano. Lei sta immobile come me, nessuno ci disturba, stiamo bene così. Non mi va nemmeno di sistemare l'altra mano che incrociata sulle mie gambe viene stretta dalla sua fredda!
Ogni cosa in questo momento potrebbe rovinare tutto! E' strano anche che non mi venga voglia di picchiarla, di solito quando siamo troppo vicini finiamo sempre per litigare, ma se sta zitta possiamo farcela! Sto benissimo in questo momento. Era da molto che non mi sentivo così! Non ho più pensieri, non ho nulla, solo me stesso e lei in questa spiaggia sotto il sole che sta calando. Questa strega mi sta proprio catturando, i suoi soliti incantesimi...che belli i suoi capelli, ma non glielo dirò mai! Se potessi fermare il tempo lo fermerei, appena usciremo da questa giornata, da questo mare, lei tornerà la solita scorbutica di sempre mentre io il solito stronzo, ci alleneremo, litigheremo, faremo casino e ci insulteremo. Ma ora no, ancora no. Sono forse stanco, a volte lo sono proprio. Di tutto. Vorrei mandare tutto al diavolo. Ma perchè continuo? Do' voce a questo mio pensiero e glielo chiedo, chissà se lei è più esperta di me in queste cose! Ne dubito...ma forse ci passa anche lei, mi sembra simile.
- Sai dirmi il perchè anche se siamo stufi e vogliamo farla finita non lo facciamo mai? Perchè ci facciamo sfuggire tutte le occasioni perfette? Io proprio non lo so.
Perchè continuiamo?-
È in momenti di beatitudine e basta come questi che il mio cervello inizia a funzionare contro la mia volontà, e questo non lo sopporto, lo tengo sempre a bada ma a volte mi sfugge. Non sono debole. Non pensarlo, Astrid."

"Alzo gli occhi su di lui, sono stupita, sinceramente non mi aspettavo una domanda simile da lui. C'è qualcosa nell'aria quest'oggi, ma non so cos'è, è come se qualcuno ci avesse fatto un incantesimo e fossimo entrambi mansueti e più buoni di sempre. Forse ci stiamo inconsciamente preparando per un momento dove esploderemo e le nostre energie ci serviranno totali. Mah...
Mi fa questa domanda ed io devo pensare ad una risposta soddisfacente...ma non ho mica la bacchetta magica, che ne so, non sono una filosofa! Ci rifletto togliendomi gli occhiali da sole che ormai non servono più, mi sono asciugata del tutto anche io, ovvio, standogli accanto non potevo aspettarmi altro. Alla fine lascio perdere, sbuffo e decido di parlare senza adoperare e spremere i miei neuroni.
- Perché invece non vogliamo farla veramente finita!-
Ammetto che la mia logica ha qualcosa di sconvolgente, lo capisco dalla sensazione di stranezza che deriva da lui, pensa una cosa tipo: 'ci è o ci fa?' ma poi penso che sia più incline a darmi ragione.
Io e lui siamo simili, suvvia, anche lui avrebbe detto la stessa cosa.
Dannazione, ecco il punto. Io e Kinkaid siamo troppo uguali, ecco perché ci prendiamo per i capelli ogni volta...ecco perché oggi stiamo bene insieme...basta che lo tratti come vorrei essere trattata io. Credo funzioni così in una coppia come la nostra.
Già, bello...ma cosa voglio io? Sono stata la prima ad avvicinarmi e a prendergli la mano, che ora sta fottutamente bene insieme alla mia, ma questo non significa che sapevo quel che facevo e cosa più importante, perché!
Poi lui interrompe queste mie considerazioni che mi stanno decisamente agitando:
- Lasci senza parole.-
- Lo so, grazie...me lo dicono in molti...-
Tiro fuori un po' di sfacciataggine per alleggerire il momento, per fargli capire che sono sempre io e che non mi hanno sostituito quando lui non vedeva, lui fa un ghigno che io guardo di sottecchi, adoro quel suo ghigno ma non glielo dirò mai!
- Penso però che sia così...-
- Che me lo dicono in molti?-
- No, scema...mi riferivo al discorso di prima...-
- Bè, più che discorso lo definirei monosillabi!-
- INSOMMA...alla fine ci facciamo un sacco di giri mentali fino ad illuderci di essere arrivati ad un punto limite...poi però al momento di prendere provvedimenti ci accorgiamo che ci sbagliavamo, ma non lo ammettiamo, non ci facciamo domande ed andiamo avanti comunque.-
L'ascolto interessata, ha detto qualcosa di saggio, infatti alzo la testa dal suo incavo e lo guardo diretta, lui ricambia il mio sguardo e siamo vicini, molto. Sento il suo respiro sul mio viso e noto che questi lineamenti decisi e poco delicati gli donano, non me lo immaginerei con una faccia come quella di Zefiro o peggio di Stephan....ognuno ha la faccia che si merita! Poi mi decido a terminare il discorso provando a dire qualcosa di serio...ma ancora una volta il mio neurone non riesce a sforzarsi e dice qualcosa 'alla Astrid'!
- Si, però è sbagliato! Nemmeno io mi faccio domande, ho vissuto senza chiedermi chi cazzo fossi...vivevo e basta e prima di conoscere la verità, o quel che sembra esserlo, pensavo fosse giusto.-
è interessato dal mio discorso, dai miei occhi diversi oppure da cos'altro? Mi hanno detto che volendo posso leggere il pensiero degli altri quando voglio, mentre ci alleniamo la notte lui mi dà qualche dritta per riuscirci ma non è facile. Però sento che ora se volessi glielo leggerei con uno schiocco di dita. Ne sono certa. Perché non lo faccio? Certe cose è meglio non saperle? Non credo...forse semplicemente certe cose è meglio saperle al tempo giusto!
La curiosità uccise il gatto, no?
- Ora, invece?-
Oh, dannato, perché vuole farmi parlare a tutti i costi? Quanto vorrei che ci fosse Zefiro, parlerebbe lui al mio posto, è il mio traduttore simultaneo: io faccio le smorfie o i grugniti e lui li traduce in frasi complete!
Sbuffo separandomi un po' da lui, non vorrei ma il dover mettere in moto le sinapsi mi agita, devo concentrarmi, non so cosa potrei dire. Però non gli lascio la mano, è grande, ruvida e forte(il fatto di essere ruvida non va a suo favore, ma le altre cose si...)e poi è calda.
- Prima di risponderti dimmi tu una cosa...perché continui a combattere?-
- Perché è l'unico modo che conosco per vivere...e per vendetta.-
Risponde subito senza esitare. Penso che se la fosse preparata o che glielo abbia già chiesto mille volte anche il moccioso.
- E allora smetti di lottare solo per te stesso e comincia a guardarti un po' intorno!-
Mi mordo la lingua rendendomi conto di cosa io abbia detto, non credo sia abbastanza sveglio da leggere fra le righe e capire che intendessi...lo spero, almeno!
- Non posso. C'è stato un momento della mia vita in cui ho fatto del mio peggio...ora devo pagarne le conseguenze!-
- Quello lo fai sempre...cioè, continui anche ora, non è stato solo un momento!-
Stringe le labbra e sospira come se lo sapesse, vorrei vedere il suo passato, cosa lo porta ad essere così oggi? A parlare così ora? Poi a bruciapelo mi chiede diretto:
- Invece tu come vivi, ora?-
Voglio calore. Voglio il suo.
Voglio le sue fiamme dentro di me.
- Ora ho capito che farsi domande e cercare le risposte è la cosa più legittima. È così che si cresce e ci si evolve...da primati ad essere umani...non so a che punto siamo noi, sicuramente solo all'inizio....una sorta di Homo erectus!-
Termino in modo spiritoso e lo guardo per vedere che effetto ha avuto la mia risposta, ma lo vedo rosso...cioè...più di sempre, anzi no, lui di solito è abbronzato ora invece è proprio...rosso! Come fosse imbarazzato. Ma che diavolo gli prende? Che mai ho detto di così imbarazzante? Piego la testa di lato per capirlo e in un nano secondo ci riesco sbalordendomi....
- Tu...bastardo! Mi hai letto nel pensiero! Ed io che mi facevo scrupoli e non volevo farlo con te! Stronzo!-
Così lamentandomi stringo forte la mano allacciata alla sua per fargli male ma notando che non ha effetto affondo i denti sulla sua spalla, mordo quanto più forte posso, poi tiro e giro la testa come se volessi mangiarlo, eccolo che urla e mollando le mie dita mi dà una gomitata. Io rimango attaccata a lui e mentre snocciola una serie di imprecazioni ed insulti, io dentro di me rido soddisfatta...almeno ha avuto una reazione prevedibile, cominciavo a preoccuparmi e pensare che anche lui fosse stato sostituito!
- Eddai, non l'ho fatto apposta...ASTRID, MOLLA, HOMO REGREDITUS!-
Ma come posso mollare dopo che ho realizzato COSA ha letto? Era sconcia, cioè, fraintendibile...merda! Fraintendibile un corno, più chiara di così si muore!"

Rimasero così per un po', poi presero a rotolarsi, lei sempre attaccata coi denti alla sua spalla, poi in una sorta di lotta che da lontano sembrava un gioco, furono interrotti dai due ragazzi che usciti dall'acqua si misero incuriositi ad osservare la scena, come fossero al cinema!
- Perché l'intelligenza ha dei limiti e la stupidità no?! -
Fu l'unico commento serafico di Zefiro con un fondo di gelosia nell'animo. Non serviva un QI sopra la media come il suo, per capire come si stavano muovendo le cose fra quei due. Non serviva un bel nulla. Solo sincerità e questa a lui non mancava, ecco cosa gli faceva male, ma come faceva da sempre avrebbe ingoiato e sarebbe andato avanti facendo finta di nulla.
Il destino non era ancora scritto e lui avrebbe fatto il possibile nelle sue possibilità.
Quel che lo limitava, tuttavia, era il cambiamento visibile di entrambi, specie di Kinkaid. Era sempre odioso ma in minore misura rispetto all'inizio. Cosa significava?
Fu Stephan che ridendo radioso e divertito come sempre gli si attaccò al braccio commentando la sua battuta e i due amici che giocavano alla lotta. Era felice come poche volte era stato e glielo trasmise insieme alla purezza che lo caratterizzava. Così il benessere tornò anche in lui.
Fu felice, il biondo, di avere accanto a sé almeno Stephan.

"è un incrocio fra una pulce ed una sanguisuga, però è più simpatico...devo ammettere che oggi se non ci fosse stato lui, sarebbe stata una pessima giornata! Ultimamente l'ho rivalutato e non me ne sono nemmeno accorto. È stato protagonista di alcuni eventi che l'hanno costretto a scoprirsi...quella sua capacità di usare la musica, il pianoforte, per chiamarci a sé e suonarci la colonna sonora del momento è speciale. Mi ha catturato. Lo ritengo un potere utile, altro che fuoco e distruzione! Stephan può donare pace e leggere negli animi degli altri, non è da tutti e se usati questi doni con intelligenza, si può ottenere più di chi ha il potere di distruggere! A volte succedono cose assurde e sono così veloci che io non me ne rendo conto, non ho tempo per capire e realizzare che accade, posso solo difendermi come posso ma sono solo umano...lui sembra più umano ed indifeso di me però ha la capacità di farmi sentire spesso più inutile di lui.
Insegnargli a nuotare è stata un impresa, diciamo che ora sa stare a galla ma chiamarlo nuoto ci vuole coraggio, però mi ha coinvolto e distratto, mi è bastato anche se Astrid è stata per conto suo e poi si è seduta con Pollyanna. Stephan non si fa notare, fa di tutto per passare inosservato ma rimane incisivo, è a lungo andare che si sente la sua presenza.
Penso che ora che c'è quello scimunito io mi sentirei solo perché so, sento, come andrà a finire fra lui e Astrid, è chiaro il suo interesse nei suoi confronti...non posso far altro che accettarlo. Eppure sentirmi solo con tutta la gente che mi sta sempre intorno e mi adora è assurdo, però è così. Se non ci fosse questo moccioso nel gruppo molte cose sarebbero diverse, così a prima vista non si direbbe ma poi sai che invece è così.
Nonostante sia gay e mostri del sano interesse nei miei confronti, identificabile però come anche una forte amicizia, perché no, non mi dà fastidio mi stia intorno, mi abbracci o si nasconda dietro di me. Non mi viene l'istinto di allontanarmi perché magari potrebbe pensare che mi interessa o cose simili. Mi sta bene la sua vicinanza. In questo momento non mi piace la scena a cui stiamo assistendo, ma a lui si, me lo trasmette e tutto va bene, riesco a sopportare la vista di quei due. Se ero solo me ne sarei andato con una scusa qualunque.
Dovrei fargli conoscere Sveva, credo che le piacerebbe uno come il piccoletto.
Ho voluto questa giornata per far rilassare Stephan, io con Astrid esco ogni giorno, stiamo sempre insieme, però era da molto che non vedevo lui e quando mi è arrivato con quel suo faccino triste ho pensato che avrei dovuto far qualcosa...senza considerare l'idea che così avrei inevitabilmente coinvolto anche Pollyanna. L'ho fatto lo stesso, a volte non mi capisco, come non capisco perché questi due davanti a me stiano cambiando così tanto.
Stephan mi distrae dai suoi pensieri dicendomi in tono timido:
- Ehi, io però avrei fame...tutto quel movimento mi ha sfiancato...-
Come se fosse una colpa avere fame...è legittimo ma capisco che dalla stazza che ha deve mangiare poco di natura, è certo che quando ha fame si sente in colpa! Ma come è stato cresciuto? Sorrido spontaneamente e colgo l'occasione al volo per interrompere Astrid e il suo nuovo amichetto(visto che non sembrano più nemici):
- Ragazzi, si va a mangiare, il principe ha fame!-
- E perché dobbiamo andarci tutti a mangiare? Che ci vada da solo!-
Quest'uscita geniale è di quell'idiota, io lo fulmino con lo sguardo:
- Perchè lui oggi si è meritato una cena da re! Ha imparato a nuotare, o qualcosa che ci somiglia, al contrario di qualcuno che non ha fatto nulla di utile e costruttivo!-
Astrid si ferma e guarda prima me poi lui, infine dice rivolta a lui:
- Mi sa che ce l'ha con te...-
- Dove sta la novità?-
Bruscamente lui ne approfitta per scaraventarla via ed alzarsi, si scrolla la sabbia di dosso ed imprecando come uno scaricatore di porto si dirige alle docce in fondo alla spiaggia mentre noi raccogliamo gli asciugamani e le nostre cose. Distrattamente lo vedo lavarsi in fretta e tornare qua in un alone dorato che l'asciuga subito, sgrano gli occhi e mi guardo intorno per assicurarmi che nessuno l'abbia visto.
- Incosciente, potevano vederti!-
- E allora?-
- Allora è proprio vero il detto che se si vede qualcuno che si comporta come uno stupido e sembra uno stupido, non bisogna farsi ingannare: è proprio uno stupido! -
- Te lo dici da solo?-
- Mi dispiace, sai? Eppure non è colpa tua, non lo fai apposta, non te ne rendi nemmeno conto...sei nato così, non è giusto discriminarti...se sei stupido bisogna capirti!-
- Ma dacci un taglio!-
Finisce sempre così quando non sa che dire, è un essere dalla mentalità limitata, come fa a suscitare l'interesse di Astrid è un mistero, per me...penso che se ne accorgerà presto, a meno che non siano veramente dello stesso livello mentale!
Detto ciò si avvia davanti agli altri, anche se non sa dove andare, ovviamente, e rifacendosi rabbioso la coda medita su qualcosa che io comune mortale non potrò mai sapere...a volte vorrei sapere cosa gli passa per quella testa vuota...se gli passa qualcosa, ovvio!
Dietro saltella allegramente Stephan seguito da una sbuffante e seccata Astrid, forse ce l'ha con noi perché li abbiamo interrotti, non vorrei fosse così ma la conosco e mi sa che ho ragione. Io mi affretto ad affiancarla cingendole le spalle con fare da fidanzato, lo faccio sempre ed ogni volta lei mi dà un pugno...ma continuo a farlo perché sono certo che un giorno mi lascerà fare...quando si prenderà un febbrone da cavallo!
Non importa cosa sarà di noi, non importa. Basta che qualcosa sarà e che io possa stare sempre accanto a lei, in un modo o nell'altro.
Va bene anche così."

Così la giornata spensierata e strana, pregna di cambiamenti che erano tutti nell'aria, proseguì fra le solite risa, litigi e guai.


- è arrivato il momento di testare il mio livello...devo capire se la mia forza combattiva è cresciuta dopo gli allenamenti!-
Esordì in questo modo, Kinkaid, guardando Stephan appena tornato dal Bosco Sacro, aveva corso per paura ed era più scarmigliato e sfiancato del solito. Il moretto lo guardò sgranando gli occhi verdi che sembravano il doppio del suo viso, subito la paura si fece largo, si stava immedesimando nell'amico e pensando che se fosse stato al suo posto, sarebbe morto di paura. Era più forte di lui, non poteva farci nulla, ormai con Kinkaid piangeva poco, era abituato alle sue forti e violente emozioni, erano all'incirca sempre quelle, sapeva gestirle, quelle di Astrid anche, con Zefiro invece non aveva mai avuto problemi, ma con tutti gli altri invece non riusciva ancora a controllarsi. Era difficile. Però la paura quando si immedesimava negli altri, quella non andava mai via. Forse era congenita!
- Ma non puoi...-
- Perché?-
- Perché ti serve di vedere a che livello sei? Te lo dico io, sei cresciuto molto...ma è sempre pericoloso...-
La voce gli tremava, lo faceva anche per abitudine, cercare di convincerlo a non combattere. Non ci riusciva mai.
- Perché li odio e non faccio torto a nessuno!-
- Si può imparare molto da qualcuno che si odia!-
- E allora ti dico che il rispetto e la paura sono il meglio che si possa sperare di ricevere dagli altri...e sono l'unica cosa che incuto a chi mi vede...rispetto non lo so ma la paura, te lo assicuro, si. Tanta.-
Il ragazzino tentò il tutto per tutto:
- Sei il solito egoista, non pensi a me, se ti succede qualcosa?-
- In fondo egoisti...non lo siamo tutti?-
In quell'istante la porta d'ingresso si spalancò rumorosamente facendo fare la sua entrata trionfale ad un allegro Zefiro ed una musona Astrid. Il biondo non si perse in saluti e disse subito:
- Ehi Pollyanna, la polizia sta cercando una persona bella, intelligente e che scopa da Dio... tu sei al sicuro ma io dove mi nascondo?! -
Zefiro sembrava di buon umore per cui tutti lo sarebbero stati nel giro di subito!
- Zefiro, ti prego, digli qualcosa...vuole andare dai Cacciatori a provare la sua forza!-
Zefiro senza farsi cogliere impreparato rispose come conoscesse già la situazione:
- Lo so, sono qui per questo! Astrid mi ha detto le sue intenzioni, me l'ha detto casualmente ma ho colto la palla al balzo!-
Stephan si illuminò:
- Siete qui per fermarlo?-
- No, lei è pazza quanto lui e vuole provare anche lei la sua forza, io invece non voglio perdermi il momento della sua morte!-
Parlava con convinzione, sembrava fosse tutto vero e l'altro non ci impiegò molto a crederci così lo supplicò:
- No dai, digli qualcosa, è pericoloso, non può puntare ad una vita così squilibrata, su!-
Il biondo così lo fissò attentamente e sembrò pensare a cosa dire, lui non aveva mai bisogno di pensare, sapeva sempre cosa dire e fare, per cui solo Astrid capì che quello che meditava era una nuova presa per il culo, poi finalmente disse rivolto Kinkaid che nel frattempo si erano messo l'impermeabile nero lungo e senza maniche.
- Ecco come mi raffiguro una vita equilibrata. E' come essere un giocoliere che usa quattro palle chiamate lavoro, famiglia, amici, umore. Be', quella del lavoro è di gomma: se te la lasci sfuggire di mano, rimbalza e ti ritorna. Le altre palle, invece...sono fatte di vetro!-
La risposta pronta di Kinkaid fu:
- Altro che vetro...sono le mie che mi rompi in continuazione con le tue perle di saggezza del cazzo!-
- Ma sempre perle sono!-
Ebbe l'ultima parola, conscio che non se ne sarebbe comunque fatto molto. Kinkaid poi non disse altro se non un:
- Tu non venire!-
Rivolto all'amico Stephan che nemmeno ci pensava a seguirlo per farsi uccidere! La sera stava per arrivare, il sole per sparire del tutto dietro l'orizzonte, non ci pensava minimamente a tornare nel posto da cui era appena andato via, per quanto bene volesse a Kinkaid, con lui c'erano Astrid e Zefiro, sarebbe stato al sicuro. Solo Jago poteva ucciderlo, nessun'altro. E di Jago, ultimamente non c'era traccia.
- Però ho una sensazione strana...fate attenzione...-
Il rosso si fermò di schiena sull'uscio della porta, girò la testa e gli lanciò uno sguardo sbieco fino a penetrarlo. Solo lui sapeva quanto azzeccate fossero le sue sensazioni.
"Chi deve fare attenzione?"
Chiese mentalmente all'altro che lo guardava sforzandosi di non abbassare lo sguardo intimorito, si concentrò e un nome affiorò alla sua mente senza rendersene conto.
"Astrid..."
L'interessata non aveva detto una parola ma aveva perfettamente sentito il suo nome, non la domanda di Kinkaid, però, così non diede peso a quanto recepito. Il ribelle e robusto ragazzo lasciò ancora un attimo i suoi occhi di corvo su quelli verdi e umani dell'interlocutore, poi li spostò su quelli diversi di lei che seccata aspettava di uscire guardando prima in alto, poi in basso, poi a destra ed infine a sinistra. Soppesò l'idea di ordinarle di stare in casa anche lei con la sua ovvia reazione e decise che non ci avrebbe nemmeno provato a fermarla!
Così uscì.

- Posso fare un obiezione?- Disse Zefiro dopo aver ascoltato il piano dei due incoscienti.
- Sarebbe un obiezione di merda... - L'ammonì al volo Astrid, secca come uno spumante.
- Si, ma ammetterai che non è molto intelligente da parte nostra andare nel loro territorio ed uccidere qualunque cacciatore ci capiti a tiro...-
- Distruggerlo e basta! E poi questo è il mio piano, voi non dovete seguirlo!-
Rispose altrettanto bruscamente Kinkaid, già non l'aveva voluto, se poi doveva anche sopportare i suoi lamenti era a posto!
- Kinkaid non è uno stratega come Jago, lui ti viene direttamente addosso e ti spedisce all'altro mondo!-
Corresse infine la rossa mantenendo il suo tono di sempre. In fondo si divertiva a denigrare l'ammasso di muscoli senza cervello.
- Già...il mondo secondo Kinkaid è semplice: se c'è qualcosa che ti da fastidio, eliminala!-
Aggiunse poi con un aria sconfitta Zefiro. Tanto non li avrebbe convinti a fare qualcosa di più organizzato, ma ugualmente ci provò di nuovo:
- Ma ascolta, se noi ne circoscriviamo due o tre in un posto isolato dove non possono arrivare rinforzi, è meglio, più sicuro e...-
Lo sbuffo di Kinkaid era sempre più pesante, si premette le dita alla fronte e chiuse gli occhi impaziente, poi sbottò sull'orlo di uno sbranamento:
- No, 2 o 3 non bastano, a me non servono cose sicure, io voglio vedere quanti riesco a farne fuori di quei bastardi!-
"Lavoro di equipe significa perdere la metà del proprio tempo per spiegare agli altri perchè hanno torto!"
Pensò al volo il ragazzo dopo aver parlato, era esasperante, era abituato ad agire da solo, senza che nessuno gli rompesse, ora era proprio insopportabile spiegarsi e giustificarsi!
- Ho fatto bene allora a portare questo mio nuovo esperimento! È un fumogeno d'ultima creazione...ah si, sappi che se sei intelligente lo nascondi molto bene! E poi potresti avere un minimo di pietà, li tratti come animali...-
Continuando a camminare disinvolto nella boscaglia, con fare sicuro e deciso, sbottò:
- Anche la bestia più feroce conosce un minimo di pietà. Ma io non ne conosco, perciò sono peggio di una bestia!-
In effetti sembrava proprio vero, sembrava che per lui uccidere fosse un hobby, lo facesse sin da piccolo...come se prima di imparare a camminare avesse imparato ad uccidere. Il che, forse, era anche vero!
- Sarai in debito con noi, sono sicuro che ti salveremo la vita...-
- Non sono in debito con nessuno, poiché non chiedo nulla a nessuno! E poi mi sembrava d'aver sentito che volevi venire per vedermi morire!-
- Dettagli!-
Zefiro si accese una sigaretta porgendone una ad Astrid che prese senza pensarci, Kinkaid le incenerì con un'occhiata riducendole immediatamente in cenere.
- Io sarò stupido ma voi mi battete...è una missione punitiva, non una visita di cortesia...se arriva prima il fumo di noi che fine pensate facciamo?-
- Ah, vuoi l'effetto sorpresa?-
Provò a fare dello spirito il ragazzo, ma fu subito sovrastato dalla rossa che andò davanti alla torcia umana e prendendolo per il colletto dell'impermeabile nero, gli gridò in faccia profondamente urtata:
- il R.I.P. sulla tua lapide significherà solo 'RIDICOLO IMBECILLE PSICOPATICO'! Come osi spegnermi una cicca?-
Era l'ennesima, non ce la faceva più, sospirò nuovamente e al limite della propria pazienza disse sull'arrabbiato andante:
- Promemoria per me: mutilarvi a missione completata!-
Ci fu un attimo di tregua nel quale tutti ripensarono al discorso appena avuto e constatando che in effetti stavano andando al 99% a morire, Astrid si voltò verso Zefiro e seriamente disse:
- Ecco la mia ultima volontà prima di lasciare questo mondo: quando sarò morta seppelliscimi a pancia in giù così che il mondo possa baciarmi il culo!-
- Questa era di Eminem!-
- Ed io la condivido in pieno!-
- Chi ti dice che io non morirò con te?-
- No, tu morirai vecchio...te la cavi sempre, sei un combattente!-
- Me la cavo, dici? Bè, dopotutto io non sono ancora un vero combattente, sono solo uno che fa a botte. Un farabutto e nient'altro!-
Su questa uscita che aveva comunque del veritiero, Kinkaid li zittì facendosi silenzioso e serio, più di quanto non lo fosse stato. Si avvicinò ad un albero e in agguato osservò il limite in cui erano arrivati. Il territorio dei Cacciatori.
- Che succede?-
Chiese Astrid aspettandosi un attacco immediato e non un agguato, Kinkaid puntò il dito verso un gruppo di Cacciatori a pochi metri da lì, e con una serietà incredibile disse:
- Li vedi? Sono fantasmi. Solo che loro ancora non lo sanno!-
Astrid per un momento credette veramente di trovarsi davanti a dei fantasmi e si chiese se veramente si vedessero così bene anche se erano morti, poi col secondo treno capì cosa intendeva quel sadico e gli scoccò un occhiata contrariata poiché non gradiva essere presa in giro. Fu in quel momento che si udì il:
- Merda!-
Cristallino di Zefiro alle loro spalle, si voltarono in tempo per vederlo spruzzare uno spray dalla boccetta priva di etichette, in faccia ad un Cacciatore che li aveva beccati e voleva subito far fuori il povero umano!
- Ma che cazzo...!-
Borbottò Kinkaid pronto a sferrare un pugno, mettendo dietro di sé istintivamente la ragazza accanto. Lei stessa si stupì del gesto ma poi diede attenzione all'amico e al suo avversario che dopo alcuni istanti di starnuti e brontolii di bruciore, impallidì notevolmente e tenendosi la pancia, piegato in due, cominciò a correre dal lato opposto a dove erano loro, lamentandosi del dolore all'intestino. I tre si fermarono raddrizzandosi, piegarono la testa di lato mentre osservavano la scia lasciata fra l'erba alta del bosco, poi i due ragazzi commentarono fra loro come facessero una normale conversazione fra amici:
- Ma che gli è preso?-
- Mah...in realtà quello spray era un esperimento, non sapevo ancora che effetto avesse...ora mi sa che lo sappiamo!-
- Tutta colpa di quella sostanza che gli hai fatto sniffare...-
- Invece che farlo addormentare come pensavo gli ha donato le ali hai piedi... forse insieme ci ha preso... -
- Un purgante? -
- Una dose massiccia? -
- Si certo, e non vorrei trovarmi nei dintorni quando... -
- BASTA RAGAZZI! -
Urlò Astrid per zittirli, l'argomento era decisamente abominevole! Questo ebbe successo su quei sorprendenti e sadici ragazzi ma fece definitivamente notare la loro per nulla innocua presenza all'altro gruppo poco distante da lì.
- INTRUSI!-
- E' QUEL DANNATO OSSERVATORE!-
- IL FUOCO E' TORNATO!-
- CHIAMA RINFORZI!-
In quello uno dei 5 si staccò cominciando a correre in direzione del cuore del villaggio dei Cacciatori, mentre quelli rimasti andavano incontro ai famosi intrusi.

"Ma che bella sensazione! È armonia per i miei orecchi udire che chiamano rinforzi per me, pur loro essendo in 5! I cacciatori sono un popolo di combattenti, è strano che non si ritengano all'altezza di qualcuno da eliminare, non chiamano facilmente rinforzi...del resto io basto per tutto il loro popolo! Sono da compatire...ops, sbagliavo, sono da trucidare!
Sorrido di sbieco e punto i miei occhi simili a quelli di un serpente, nei loro azzurri privi di pupille, hanno il terrore dentro e non mi serve Stephan per leggere in loro. Si capisce subito. Forse hanno indelebile la mia ultima visita!
- Preparatevi stupidi esseri inutili, perchè se lo schifo di questo mondo non vi ha ancora annegati allora vuol dire che siete destinati ad un porcile peggiore di questo!-
- Kinkaid...da quanto tempo non ti vedevamo...che c'è, ci hai impiegato più del previsto a leccarti le ferite?-
Nonostante hanno un sostanziale fifa di me perché sono folle ed ho poteri straordinari per una forza in continua crescita, cercano di mostrarsi strafottenti e antagonisti come sempre...tutto per prendere tempo ed attendere i rinforzi che sperano si tratti di Jago, l'unico in grado di tenermi testa! Mi fanno ridere...e il sorriso sulle mie labbra si accentua ancor di più mentre mi metto in posizione d'attacco senza ancora scomodare il mio fuoco. Prima devo vedere fino a che punto resisto senza farmi soccorrere da lui, una questione personale. Quando ne avrò sterminati abbastanza passerò al cerchio ristretto dei più forti, poi il capo ed infine quel bastardo che mi ossessiona ancora. Anche se in cuor mio lo spero. Spero la stessa cosa che sperano loro.
Che Jago arrivi subito e mi affronti. Spero di trovarmelo il prima possibile davanti e potermi battere con l'unico con cui vale la pena battersi.
- Non mi interessano le vostre provocazioni...so che avete sentito il mio scoppio di qualche tempo fa, quando stavo per far fuori tutti gli Osservatori...so come avete tremato sperando che io non venissi da voi. Le vostre preghiere sono state esaudite, ma oggi non sarete così fortunati. Oggi tocca a voi!-
- Quale onore!-
Sono capaci di fare dell'ironia, l'apprezzo...così sarà più divertente, lentamente mi circondano ignorando completamente Astrid e Ken, mi piace stare al centro, è più facile così farli fuori, sarò più veloce!
- Comunque è vero, ti abbiamo sentito e abbiamo saputo perché ti eri così arrabbiato. Si trattava di una puttana della vostra razza che si era uccisa...uhm...non ricordo per quale motivo...oh, si! Era la donna di Gabriel, vero? L'ha fatto perchè era stata cresciuta in maniera troppo rigida! Scommetto che ti rode far parte di quel popolo...scommetto che vorresti essere dalla nostra parte, che ti sentiresti meglio...scommetto che ci invidi per la diversità che noi abbiamo rispetto a voi...ma soprattutto ti rode scoprirti con un cuore pieno di buoni sentimenti!-
M'incupisco immediatamente, sentire il nome di Yan mi infastidisce, anche Astrid e Zefiro mi guardano attenti aspettando l'esplosione. Nessuno. Nessuno ha capito nulla di me ma non potevo aspettarmi che esseri retrocessi come questi potessero riuscirci. Abbasso la testa nascondendo sotto la tenda ingarbugliata dei miei ricci capelli mogano, la mia espressione scura, poi con voce penetrante parlo cercando ancora di domare a stento il fuoco che vuole uscire. Sento che vuole incendiare tutto ed io faccio veramente fatica a trattenerlo, non so se voglio veramente farlo. Non ce la faccio già più? È sul carattere che devo lavorare? Ma che ne so, fatto sta che vorrei solo sfogare l'ira del mio fuoco.
- Non mi interessa un cazzo di far parte di una razza o di un'altra...sono tutte uguali...non me ne fotte nulla nemmeno delle stronzate che sparate su di me, non mi toccano poiché vi ritengo delle merde...mi urta però una cosa...Yan. Voi non siete degni nemmeno di nominarla!-
Solo questo e la ragione si perde, quello era l'ultimo pensiero coerente, cesso di parlare e di respirare per agire e liberare l'adrenalina che sembra debba esplodermi. Va tutto veloce, come una giostra che fa mille giri della morte ad una velocità pericolosa.
Lo scatto è impercettibile e senza rendermene conto mi muovo subito alla velocità della luce, mi getto su quel bastardo che ha parlato e mi sfogo tirandogli un pugno, è solo uno ma lo tiro mentre la mia aura rossa mi avvolge scostandomi i capelli dal viso, mostrando le mia espressione deformata dalla rabbia, nel farlo sento i brividi che corrono nelle schiene di chi assiste e gli stessi scocciatori che sono venuti con me per assistere alla mia morte(bugiardi, volevano vedere la mia vittoria schiacciante)indietreggiano mentre vedono che il pugno che sferro al Cacciatore gli gira la testa del tutto, facendogli vedere la propria schiena, facendogli sentire un rumore di ossa rotte, quelle del suo collo. Si accascia a terra privo di vita e so che non ha nemmeno avuto il tempo di soffrire o di capire che stava morendo per mano mia, la cosa mi dà fastidio. Un figlio di puttana simile deve sapere che viene spedito dall'altro mondo per mano di chi insulta!
- Pezzo di...-
Non hanno il tempo di finire l'insulto, i suoi compagni, che mi volto verso di loro e li sistemo entrambi con un unico colpo a testa, un calcio girato che fa saltare gran parte dei denti ad uno e nel girarmi con quel calcio, due dite che accecano completamente quello accanto, si inginocchiano coprendosi il viso, urlano mentre il sangue inonda le loro mani, sono vicini e il dolore è tale che non riescono a realizzare che sarebbe sensato trasformarsi come fanno loro e scappare. Arrivo prima io che prendendoli entrambi per i capelli faccio scontrare violentemente le loro teste.
Uno. Rimane solo uno.
Poco tempo ancora. Poco tempo e tutto finirà. Per tutti. Bianche nuvole vi salutano. Sta per piovere, ma non sarà acqua quella che scenderà. Sarà sangue, lo stesso che scorre dentro me. Ecco tutto ciò che scende.
Ne manca uno che è impietrito e non sa cosa fare, non sa se attaccare, scappare o cos'altro. È il suo codice di uomo Cacciatore che lo ferma. È stato cresciuto come gli altri con l'ordine di non scappare mai, di morire piuttosto. Ed ora maledicie questo codice poiché vorrebbe solo vivere. Ma non me ne fotte nulla. Se avesse avuto davanti Yan l'avrebbe violentata anche lui e poi l'avrebbe uccisa. Lui come tutti quelli della sua razza.
Se avesse avuto davanti un bambino Osservatore che lo spia l'avrebbe ucciso anche se non faceva nulla di male. Solo perché aveva occhi di corvo e pelle scura! Dannati stronzi. Sono tutti uguali.
Il loro unico destino è la morte.
Non parlo e non ho nemmeno il fiatone, mi ero fermato un istante, un solo istante concentrando le mie facoltà mentali, le poche rimaste, verso quest'unico uomo rimasto in piedi. Muovo un passo verso di lui e lui uno indietro ma poi si morde le labbra pensando che ha delle regole da seguire, poiché se non le segue morirebbe per mano del loro capo. Sta capendo che sta per morire. O per mano mia o di qualcun altro. Ma ha realizzato che morirà ed io non faccio parte dei buoni e dei giusti, non conosco pietà perché non ne ho mai ricevuta. Non conosco né pietà né amore, non so far altro che quello che ho sempre ricevuto. Odio, rabbia e discriminazione. Ho assistito a morte ingiuste passate per giuste. Ora posso solo attuare questi insegnamenti perché non conosco altro.
Perché non VOGLIO fare altro.
Affinché sappiano che razza di mostro hanno creato!
Guardo la sua faccia da Cacciatore e rivedo la stessa che ha fatto fuori mio fratello...non è lo stesso poiché è già morto, ma sono tutti uguali, nulla li differenzia. Così solo il vento fa udire il mio movimento, nessuno saprà cosa farò, come succederà, poiché gli occhi non vedranno ciò che le mie mani fanno. Vedranno solo il risultato e nient'altro.
Solo uno sporco Cacciatore morto e le mie mani sporche del suo sangue."

"è impressionante. Dico davvero. Pensavo fosse solo un gioco, non sapevo...non ero mai venuta in queste sue 'missioni punitive', a quanto pare lo fa spesso e da solo. Si vede che è abiutato a combattere da solo...lui...è incredibile...e feroce. Non conosce veramente pietà, non conosce vie di mezzo e nemmeno controllo. Doveva misurare la sua forza ma non capivo cosa intendesse...io credevo la misurasse atterrando quanti più Cacciatori riuscisse, lui invece la misura contando i morti che fa...e non fa una piega, non gliene importa...faccio altri passi indietro avvicinandomi a Zefiro istintivamente, come per sentirmi più sicura. Ho sempre creduto Jago il vero mostro ma mi rendo conto che Kinkaid non è poi tanto diverso. Ed io faccio parte della razza di entrambi...Mio Dio, che razza di mostro sono? Non voglio far parte di questo schifo, non voglio...
- Zefiro, voglio andarmene...-
Faccio anche fatica a non vomitare alla vista di quei morti...e del sangue sulle mani di questo che mi appare più come uno sconosciuto. Il suo sguardo è odio, inferno, fa paura. Fa paura perché ora che è ancor più forte di prima e pressoché imbattibile, non ha limiti e fa paura.
- Qualcuno gli renda l'anima che gli ha rubato...-
sussurra questo Zefiro come a parlare ad un Dio immaginario che muove i fili di questa storia fatta di folli. Come ci siamo finiti dentro? Il suo braccio mi cinge sentendo il bisogno di normalità, bisogno che può essere colmato solo da lui. Non lo mando via.
Ha ragione anche se l'ha detto guardandolo sbigottito e quasi schifato. Ha capito Kinkaid.
Quel ragazzo è senza anima ma non perché è nato così, perché gliel'hanno rubata...e noi? Siamo anche noi così? Noi ce l'abbiamo un'anima?
Lo vediamo rimettersi in allerta, pronto a ricevere qualcun altro, saranno arrivati i rinforzi, non gli bastano queste 4 vittime, continuerà a mieterne altre. Così capisco.
- Benché un guerriero venga definito un cane o una belva, per lui l'importante è vincere...-
Che sia cane o belva non ha importanza, per lui non fa differenza. Lui ha i suoi obiettivi e la forza per ottenerli, non si fermerà finchè non avrà portato a termine il suo piano acquistando sempre più forza. Sempre di più. Sempre più ferocia ed egoismo, senza mai crescere.
Come poteva sembrarmi cambiato, l'altro giorno? Come potevo volerlo? Come...
Lo vediamo sorridere quando nota il gran numero di assalitori, ne è felice? Si lecca le labbra e la sua testa mi appare come un muro insormontabile, non posso leggerlo, non ci riesco.
- Colui che sorride quando le cose vanno male è colui che ha pensato a chi dare la colpa...di solito è così ma nel suo caso è diverso...-
Lascia la frase in sospeso Zefiro, Kinkaid mi inquieta, sto scoprendo un lato di lui che non aveva mai visto e mi lascia i brividi. Sono contenta di avere questo tipo accanto a me!"

"Non è come sembra. Lei si sta facendo confondere eppure io sono l'unico a non avere dei poteri, qua. Come fa a non capirlo? Stephan non potrebbe stare accanto a lui se fosse veramente così come appare ora. È diverso. Lui si sente veramente come un angelo che sente e che vola sopra ogni cosa, che vive tra la gente ma non sa farsi vedere, lui non sa farsi sentire però ci prova in ogni momento, vorrebbe essere visto e sentito. Lui vive fuori dal tempo, si spoglia dei sentimenti per capire se è invisibile davvero o se è solamente vero che è un bastardo. Si da botte tra la gente per mostrare che è esistente.
Kinkaid si sente sempre e solo un bastardo figlio del niente.
Soffre e lo mostra in questo modo perché uno senz'anima non ha altro modo per mostrarlo. Non volevo essere io a capirlo così bene e a fondo. Mi dà fastidio perché non può essere una scusa, rimane uno stupido imbecille egoista ed immaturo. Mi urta la sua immaturità, mi urta che a tratti attragga Astrid e poi riesca a spaventarla in questo modo. Lei che non si è spaventata mai! Mi urta sapere che forse prenderà il posto che desideravo fosse mio e che non posso farci nulla. Mi urtano molte cose di lui ma è così.
Kinkaid, quel coglione, è così.
Come lo spiego a lei?
Devo spiegarglielo? Se non lo faccio si allontanerà da lui del tutto...andrà a mio favore...ma non vivrei in pace con me stesso...sono uno smidollato, mi do fastidio da solo in questi momento!
- Non farti ingannare. Lui non ha scelta, ha conosciuto solo ciò che l'hanno reso il bastardo che è oggi, si sente un figlio del niente e la propria sofferenza per un corpo privo di anima, la dimostra così perché non ne conosce altre. Non c'è da averne paura, in realtà...-
Lei mi guarda con le sue sopracciglia agrottate e la bocca verso il basso, piega la testa di lato come fa spesso per riflettere e poi distende le rughe di disappunto del suo volto facendolo tornare bello e liscio.
- Va bene. Se è così gli insegnerò un paio di cosette che nessuno si è preso la briga di insegnargli!-
Sembra tornata in sé, riprende quel suo sorrisetto da cattiva che si ostina ad assumere nelle situazioni critiche per fare la dura, poi guarda il gruppo con cui Pollyanna sta combattendo con gran maestria.
- Allora, vogliamo essere da meno? Eri venuta per misurarti, no?-
Sentenzio così per farla tornare del tutto in sé e quando mi toglie il braccio dalla sua vita sottile, capisco che è di nuovo a posto. Sputa a terra e con sguardo duro di chi si appresta ad andarci già pesante, si stacca da me andando in mezzo alla mischia come solo lei fa', senza nessuno piano particolare, solo con l'idea di menar le mani! Fortuna che entrambi conosciamo le arti marziali...sarebbe dura contro questi pazzi scatenati, considerando che quell'idiota di sicuro non ci fa da baby sitter(e mai lo vorremmo, per carità!)."

Jago non c'era e nemmeno il famoso capo che tanto avrebbe voluto incontrare per fargli conoscere il sapore della terra. Non c'era gusto nel combattere con quegli smidollati. Certo, qualcuno del cerchio dei più forti comunque era venuto, infatti gli tenevano abbastanza testa, ma questo solo perché non aveva tirato fuori la sua vera forza, il suo fuoco. Non era male, il suo limite non era ancora arrivato e l'andar così veloce con movimenti potenti e agili lo soddisfala, ma non sarebbe stato sufficiente. Quello che voleva provare era ben altro. Era sentire il ghiaccio sciogliersi sotto il suo fuoco. Bramava schiacciare quel potere maledetto pur consapevole che lui era altrettanto maledetto poiché possedeva il fuoco. Bramava la perfezione di Jago. La sua ossessione da ormai troppo tempo. Troppo.
Se la stava vedendo con tre insieme molto agili nel loro stile di combattimento tipico dei Cacciatori, ormai lo conosceva e sapeva prevedere le mosse. Parò alcuni colpi con le braccia dai muscoli tesi, poi ritornò quanto ricevuto, amplificato.
Sentì uno nuovo sopraggiungere e non fece in tempo a parare o schivare, così ricevette il colpo che gli lanciava e il labbro si spaccò, il sapore del sangue gli invase la bocca e gli piacque, ormai lo conosceva bene. Con una testata sistemò il suo ultimo avversario, girandosi verso gli altri che si erano ripresi, notò allora che anche Zefiro e Astrid avevano iniziato a darsi da fare, sputò infastidito a terra lasciandoci il proprio sangue. Era geloso dei suoi nemici. Quelli erano i suoi avversari, perché dovevano prenderglieli? Però non potè fare a meno di sorridere con un ghigno: se la cavavano comunque bene, non erano male come compagni di vendetta! Anche se quella era la sua guerra e lui non avrebbe mai chiesto aiuto a nessuno per portarla avanti, li lasciò fare, ci avrebbe pensato un'altra volta a chiarire le cose!
Rivolse così le sue attenzioni agli altri e disse strafottente:
- Allora, dove sono il vostro capo e Jago? Vi lasciano combattere da soli sapendo che fine farete?-
- Loro sono troppo per voi! Specie per te, bastiamo noi!-
- L'importante è esserne convinti!-
Evitò il fendente di una spada, alcuni di essi usavano armi di varia natura, anche fra gli Osservatori era così ma loro erano più pacifici e le utilizzavano in casi estremi. Kinkaid continuò a provocare:
- Uuhh! Tirate fuori le armi, eh? Allora mi dispiace ma dovrò farlo anche io!-
Così dicendo allungò la mano libera mentre con l'altra teneva per i capelli uno e col piede schiacciava la testa di un altro ancora. Sentì il palmo surriscaldarsi e mentre gli occhi azzurri di colui che aveva davanti ed impugnava la spada, si spalancarono capendo cosa l'attendesse e la classica vita gli passò per tutta la mente.
Non ci impiegò molto a liberare il suo fuoco, ma lo fece in misura limitata, tutto il suo corpo si surriscaldò ma lui rimase del colorito solito e solo da quella mano aperta e tesa uscì una palla rosso-arancio che si scagliò velocissima e potente sull'uomo dalla pelle bianca e l'arma tremante.
Non morì ma fu peggio. I capelli cominciarono a bruciargli e correndo cercando di spegnerli, il fuoco sulla sua testa divampò ancor di più raggiungendo la pelle. Fu così che quella parte di bosco cominciò a bruciare.
- Volevo farvi saggiare un po' del mio inferno...vi piace?-
Kinkaid si sentiva veramente a suo agio in mezzo a quel calore che si accendeva, cominciò a lanciare fiammate a tutti quelli che erano rimasti interi, con quegli occhi rossi dove le pupille erano quasi sparite.
- Il Diavolo...-
Cominciando ad assumere un colorito rossastro, fu legittima quella frase, considerando le rise che lanciava e le occhiate piene di sadismo. Altro che inferno. Per quel folle era il paradiso!
- Non possono venire né Jago né il vostro fottutissimo capo? Allora quell'altra cacciatrice forte...persino lei va bene, ho dei conti in sospeso con lei...come cazzo si chiama quella dai capelli rosa che sta sempre con il ghiaccio?-
Fu Zefiro più distante da quelle fiamme brucianti, a dirglielo con un aria lontanamente famelica, ricordandosi di quella bella ragazza che avrebbe voluto corteggiare come si doveva:
- Yari! Si chiama Yari, Pollyanna!-
- Ecco, lei! Dov'è? Sistemo le cose con lei!-
- Yari non è qua, esegue solo gli ordini di Jago e Jago non si sa dove sia!-
- Ah, allora è diventato un vigliacco! Va bene...continuo finchè non verrà fuori!-
E la lotta continuò anche se di attimo in attimo gli avversari diminuivano.
Avevano quasi terminato quando Astrid si fermò accorgendosi che l'incendio era circoscritto nella loro zona e non si espandeva...
- quello scemo è troppo esaltato per rendersene conto! Jago c'è eccome...chi crede che impedisca l'aumentare delle sue maledette fiamme?-
Voleva dirglielo ma ormai notò che anche l'ultimo Cacciatore era caduto e comprendendo che ormai, per quel giorno, era finita, anche se Kinkaid sicuramente non era contento, decise di lasciare che se ne accorgesse da solo, così abbassò la guardia.
Improvvisamente sentì del dolore lancinante alla schiena e trattenendo il fiato sentì una lama uscire dalla sua carne. Cadde a terra pesantemente e mentre il buio l'avvolgeva fece in tempo a vedere un uomo, un Cacciatore, identificabile come il Capo della loro tribù che aveva visto in un'unica occasione. L'avevano chiamato Ethan. Lo riconobbe mentre si allontanava con il pugnale gocciolante del suo sangue. Era venuto e quell'idiota non se ne era nemmeno accorto...Kinkaid doveva farne di strada!
Poi fu solo il buio.