CAPITOLO XVII:
ANALIZZA

/Non andare in quella direzione
Non spingerti in quella direzione
Potrebbe paralizzare la tua evoluzione/


/PARLAMI/
- Ma va' a cagare, rompipalle! Non rompere che voglio dormire! Smettila di parlare in continuazione! –
Si rivoltò brusco e acido l’antipatico Kinkaid contro un gentile e spiazzato Stephan.
- Potresti essere anche più delicato! Puoi avere anche ragione a voler dormire in silenzio ma non è questo il modo di chiederlo! –
Ribatté Zefiro al posto del piccoletto, si era mantenuto diplomatico e distinto, come se volesse far sentire una nullità il suo interlocutore che lo guardò a sua volta come si sarebbe potuto guardare un alieno.
- Eh, certo! Gli darò un dolcetto e gli dirò sorridendo: cagnolino vai in cesso a fare la tua profumata cacchina mentre io faccio la nanna! –
Rispose il rosso con una smorfia seccata in viso, aveva assunto un tono maggiormente sgarbato rispetto a prima, Stephan piegò la testa di lato per capire cosa intendesse con quella frase e con ingenuità, non capendolo, riprese a contemplare l’altra bellezza, Zefiro, speranzoso che l’illuminasse sul significato di quelle parole. Il biondo non lo calcolò e rispose all’altro mantenendosi tranquillo e pacato, una specie di maestrino che, dentro di sé, si divertiva molto.
- No, questo è un modo dolce, non delicato! –
Kinkaid sbuffò girandosi di schiena per non guardare i due che lo fissavano insistenti e fastidiosamente, voleva solo dormire, in fondo … una delle poche volte che si concedeva del sonno lo tormentavano!
- E vabbè, è la stessa cosa! -
- No, non lo è! –
Zefiro non mollava, fu inevitabile il sempre più maleducato ringhio con in mezzo una risposta:
- Allora gli offrirò una piuma al posto del dolcetto! -
- Mi commuove la tua intelligenza! –
Questa invece era Astrid che non si era persa una battuta dei suoi due uomini sempre più importanti nella sua nuova e recente vita. LA solita schietta ed ironica ragazza poco femminile. A questo Kinkaid si tornò a girare verso il gruppo che ancora non l’aveva mollato, piazzandosi in camera sua, guardò in special modo Astrid, lo fece come per incenerirla, poi sbottò esasperato e antipatico:
- Tu vaffanculo ma a passi di danza, vuoi che ti suoni un motivetto simpatico mentre ci vai? Sai, è per mandarti a ‘fanculo in modo carino e gentile! -
- Sei divertente quanto un orgasmo mancato! –
Rispose Zefiro prontamente nonostante la sua uscita gli fosse piaciuta, Stephan provò ad immaginarsi cosa significasse anche questo ma non lo capì, capì solo che si trattava di sesso e si chiese come mai alla fine si batteva sempre su quel tasto … ci pensavano troppo, al sesso!
Astrid per conto suo fece il dito medio al ragazzo steso che cercava ancora di dormire, disse secca:
- Sei come la bronchite! Ogni volta che penso di essermi liberata di te spunti fuori all’improvviso! –
Poi si girò sui tacchi e uscì dalla stanza decisa a non avere a che fare con quell’individuo, non più del necessario, ovviamente!
Il gruppo aveva continuato a riunirsi e Astrid si era ripresa completamente, le era rimasta solo una brutta cicatrice alla schiena e all’addome, nonché un brutto ricordo riguardo alla sofferenza e ai rimpianti del suo passato ma non era stato solo questo. Non era solo un brutto ricordo, quell’evento. Quella cicatrice le avrebbe fatto tornare alla mente quando Kinkaid si era per la prima volta adoperato per lei e per lei solamente, fino a scoprirsi un po’, fino a mostrare qualcosa che somigliava sentimento, fino ad ammettere che l’uno era importante per l’altra!
- Ehi, ragazzi! Ho bisogno che mi fate una commissione! –
LA voce di Cloe arrivò a rompere del tutto la già labile quiete, così il sonno di Kinkaid andò a farsi benedire. Si sentì l’ennesimo sbuffo e quando Zefiro famelico aveva risposto velocissimo:
- Si, mia bella Signora! –
Precipitandosi giù per le scale, incontro alla bella madre di Stephan, il rosso si era alzato digrignando i denti e stringendo i pugni, l’espressione irosa non prometteva nulla di buono, quel giorno era di cattivo umore, cioè più del solito, ed il motivo era a tutti sconosciuto.
A volte si chiudeva e si limitava a non dire niente a nessuno, altre invece semplicemente non aveva nulla, solo voglia di menar le mani. Quel giorno era tetro poiché pensava e per lui non era mai un bene!

Come si trovarono insieme ad uscire per la città non fu un mistero, viste le premesse, il vero mistero fu come fecero a trovarsi Kinkaid e Zefiro a litigare verbalmente contro alcuni compagni di scuola di Astrid e Stephan. Erano delle mezze cartucce che badavano solo alle apparenze, alti, forti e muscolosi, piuttosto belli, abbronzati, capelli radi e biondi, occhi azzurri … un po’ come Zefiro se non fosse per il cervello … se questo era sopra la norma, loro erano sotto!
- Guarda dentro quel negozio chi c’è … il mostro e la checca! Che accoppiata fantastica! –
Avevano sentenziato così i 2 ragazzi parlando fra di loro, affacciati alla vetrina di un negozio in cui erano entrati solo Astrid e Stephan, non avevano notato Zefiro lì fuori o non avrebbero mai osato dir nulla in sua presenza, semplicemente disprezzavano i diversi, quelli che non erano né carne né pesce, tutta quella gente così diversa da loro purosangue perfetti. Astrid e Stephan erano famosi nella scuola pur il moretto non volesse e alla rossa non gliene importasse. Lei non era certo brutta ma i suoi occhi avevano dell’anormale non tanto per il colore diverso quanto per le pupille, cose simili non erano umane. Come non lo erano associati alla sua pelle bianca e agli abiti dark. Allontanava e alzava un sacco di brutte voci, non erano mai smesse pur lei fosse ‘protetta’ da Zefiro, il più acclamato della scuola e della città!
Stephan, dal canto suo, era diventato popolare per i suoi pianti e per nascondersi sempre in ogni momento e … per somigliare a una ragazza ed essere gay. Associando le due cose si creava facilmente il nomignolo di checca … in realtà poteva sembrarlo ma non era proprio così, lui era così di natura, non perché era gay, sembrava una ragazza ed era più femminile di Astrid, questo però non bastava a definire qualcuno checca. Per tutti, però, si.
- Non li avevo mai visti insieme … sono veramente buffi così! –
- No, è da un po’ che girano insieme, stanno con Zefiro, si è fatta furba la fighetta! Hanno deciso di unire le loro ridicole e mostruose forze e creare il club dei perdenti e dei diversi! –
- Secondo te come sono i loro genitori? Tipo quelli di Astrid … per avere occhi simili … -
- Macchè genitori … una così può solo essere un esperimento genetico riuscito male … magari proprio della famiglia di Zefiro! –
- E’ probabile, il frocetto invece si è unito a lei solo ultimamente, deve aver dato il culo a Zefiro e così si è convinto a provare qualche esperimento anche su di lui nella speranza di migliorarlo … ma coi risultati avuti sul mostro, lui finirà peggio! –
- E’ vero, dovrebbe limitarsi a fargli cambiare del tutto sesso … -
- Ma come, non l’aveva già fatto? –
- Ah ah ah! Hai ragione! –
- Ma non sta bene ridere dei poveri disgraziati … in questo caso l’errore è dei genitori che non sono stati capaci di crescerlo da vero uomo, sicuramente dei poveracci non sono riusciti a distinguerlo come maschio e l’hanno scambiato per femmina già da piccolo! E’ normale che cresca così! –
- Dici? Secondo me, però, è anche un errore genetico, ad ogni modo non è colpa sua se è uno scherzo della natura, era normale si mettesse con quell’aliena! –
- Si, credo tu abbia ragione … parte delle colpe le hanno anche i loro amici, sarà cresciuto con amici d’infanzia che se lo scopavano perché avevano bisogno di un buco e lui sembrava una femmina! L’altra invece ha avuto il problema opposto … con quegli occhi da mostro è sempre stata scambiata per un’oscenità e quindi nessuno se l’è sbattuta, ora ne ha bisogno! –
- Dici che Zefiro non se l’è fatta in tutto questo tempo? –
- No, non va così in basso, lei è solo il suo esperimento riuscito male, uno come quello sta solo col meglio, non con feccia simile … ci gira per senso di colpa e per dovere. Nient’altro! –
Ci erano andati giù pesanti.
Troppo.
Ecco perché altrettanto lo era stato Zefiro quando come un lampo di vento era andato da loro colpendoli con un pugno in pieno viso, veloce per poterlo dare ad entrambi.
Non l’avevano né visto né sentito arrivare, si erano solo sentiti colpire.
Kinkaid era rimasto a guardare la scena dopo aver caricato pericolosamente il suo fuoco.
Si sarebbe scatenato. Un istante e sarebbe andato lui al posto di Zefiro, li avrebbe fatti fuori in modo che non parlassero più in quel modo, che non dicessero cose simili proprio di Astrid e Stephan.
Aveva ritirato il suo potere perché Zefiro non gli aveva dato l’opportunità di usarlo, era stato un lampo, forte e spietato, con rabbia li aveva colpiti senza dire mezza parola, senza giustificarsi, senza essere fintamente gentile od ironico, senza niente.
Senza nemmeno pietà apparente.
Kinkaid sputò a terra guardando uno dei due che sveniva in fretta e l’altro che sputava un dente tenendosi la bocca sanguinante come le altre parti del volto, poi si era girato attraversando la strada ed infilandosi in un bar per cercare, straordinariamente, del ghiaccio con cui mollare la sua ira.
Non era veramente riuscito a scatenarsi pur avesse avuto una voglia incredibile.

Idioti, ecco cosa sono. Solo idioti ignoranti! Certo, non è colpa loro se non sanno che hanno rischiato la vita! Quel che mi fa rabbia è che non solo sono sotto la norma ma non ne sono coscienti e si vantano di non usare nemmeno quel poco che hanno!
E’ gente qualunque, quanti hanno parlato così, li ho sempre affrontati in modo diverso, non li ho mai presi a pugni, ho sempre usato le parole acide, velenose, ironiche, taglienti ed intelligenti per zittire gli stolti. Ora però no, ora non potevo.
Se ora l’avessi fatto a Kinkaid non sarebbe bastato e sarebbe intervenuto!
E’ assurdo sfogarmi in un modo in cui io non credo, mi faccio vomitare da solo, mi rivolta lo stomaco colpirli così ferocemente eppure se non lo faccio così lui li avrebbe uccisi.
Devo salvare la feccia della città, come se me ne importasse … proprio questi che hanno appena insultato a quel modo Astrid e Stephan … ed anche me. Come se mi importasse qualcosa di loro!
Mi vien da dire proprio che sono fortunati coloro che non hanno bisogno di eroi!
Finalmente se ne va per calmarsi, spero, non so che faccia, a volte è un mistero e non mi interessa di capire Pollyanna! Mollo il ragazzo mentre mi pulisco le mani dal suo sangue, lui sta soffrendo e si tiene il viso lamentandosi:
- Sei stato fortunato! –
Dico con voce bassa e seria, lui smette di sputare sangue e risponde con fatica, guardandomi dal basso:
- Perché mi hai fatto saltare un dente? –
E’ ironico … no, aspetta, è solo scemo!
- No, idiota, perché sono stato io a pestarti! Se lo faceva lui saresti morto! –
- Si, come no … mi avresti salvato picchiandomi? –
Non ci crede eppure a me secca dire queste cose, è come se gli dessi troppa importanza, non voglio avere niente a che fare con lui anche se a forza mi obbligano. Meno so di lui e meglio è, non voglio capirlo, giustificarlo ed essere d’accordo con lui, non voglio perchè è immaturo, ignorante, infantile, stupido, egoista, egocentrico … anche io lo sono, tutti lo siamo di natura ma lui non vuole crescere, lui vuole rimanere così pur sapendo che fa soffrire chi gli sta intorno. Io no, io non voglio che chi amo soffra e mi sforzo di crescere e maturare, faccio di tutto per non scoppiare e lasciarmi andare a comportamenti da bambino egoista! Lui non vuole crescere, per questo non voglio averci a che fare, essergli amico, ascoltarlo fino a dirgli: oh, poverino! Non mi interessa!
Mio malgrado mi trovo a dire una cosa del genere:
- Kinkaid quando massacra non si ferma per un dente rotto, si ferma quando anche il tuo cuore è fermo! –
Non risponde e la cosa mi dà sollievo!
- La prossima volta che vuoi fare il coglione assicurati di voler morire! –
Concludo così poi lo lascio andare via trascinando il suo amico svenuto.
Ci sono andato pesante, so che posso essere una bestia anch’io ma non ne vado fiero. Per nulla. Lui si. Do un’occhiata dentro e noto che Astrid sta litigando col negoziante e Stephan crea ancor più casino … se non era perché non ho voglia di vedere quella gente tanto amica di mio padre, ci sarei entrato! Almeno non ci è andato anche Pollyanna! Alzo le spalle e mi giro, ne avranno per molto, potrei bermi qualcosa per togliermi di dosso quei due ignoranti, attraverso la strada ed entro nel bar, quel che vedo mi fa cadere i cosiddetti, sono stufo di trovarmelo sempre davanti … tutti questi confronti fra di noi non porteranno mai a nulla di buono, invece c’è un sadico Dio da qualche parte, se esiste, che si diverte a metterci da soli a parlare! Io e lui che parliamo, che scemenze … non dobbiamo parlare …. Ok, io sono capace di farlo civilmente e con un certo livello ma lui no, è questo il punto, non potremo mai andare d’accordo!”

Avrebbe potuto uscire e andare in un altro bar, ce n’erano molti in quella stessa via, avrebbe anche potuto vincere la sua poca simpatia per gli amici del padre e raggiungere Astrid e Stephan, con loro stava sicuramente più volentieri … ovvio, con lei si ma anche col piccoletto ormai si trovava bene.
Avrebbe potuto fare molte altre cose, ne aveva di alternative, eppure semplicemente si sedette silenzioso accanto all’odiato Kinkaid rivelando ancora una volta la loro diversità di stile, d’aspetto e di qualunque altra cosa potesse diversificarli.
Kinkaid teneva in bocca un ghiacciolo che si scioglieva in meno della normalità mentre nel bicchiere davanti ormai ne rimanevano pochi. Non aveva preso altro, si era anche legato i capelli in una coda mal fatta dove i suoi indomabili ricci si attorcigliavano sull’elastico. I muscoli delle braccia erano evidenziati da una canottiera nera mentre per l’occasione aveva lasciato a casa il solito impermeabile senza maniche nero di tessuto leggero e comodo.
- Non serviva intervenire al posto mio, me la cavavo da solo! –
Sentenziò secco e lapidario il rosso, l’altro scosse il capo e rispose subito:
- Sono intervenuto appunto perché lo so! –
E poi era logica anche la mia ira, parlavano di Astrid, non è tua! “
Pensò ma non lo disse. Kinkaid lo captò ugualmente e anche se quello era chiaro, la frase precedente no, così chiese guardandolo scettico:
- Che cazzo dici? –
Zefiro sospirò come avesse a che fare con un bambino, si passò le mani fra i capelli biondi portandoli all’indietro, subito però tornarono ai lati del viso rendendolo ancor più bello del solito. A lui non interessava veramente la sua bellezza, lo era non per sua scelta … certo, una volta che era riuscito così bene sarebbe stato un’idiozia abbruttirsi per mostrare che dentro c’era sostanza e non era solo apparenza!
Guardò di sottecchi Kinkaid che con faccia corrucciata cercava di capire cosa aveva appena udito, gli sfuggì un mezzo sorriso … in fondo era facile rigirarsi Kinkaid, bastava saper usare bene le parole, e lui era un esperto in questo!
Parlavano e forse era la prima volta che lo facevano senza sbranarsi, offendersi o quant’altro.
- Non posso permetterti di uccidere tutti gli imbecilli che non attivano il cervello prima di parlare e che offendono chi conta per te! Altrimenti faresti come gli stermini della seconda guerra mondiale! –
- Quali stermini? –
Altro mezzo sorriso del biondo, sapeva che non conosceva la storia degli umani … e forse nemmeno della sua razza!
- Uno che si credeva Dio ha ucciso chiunque non fosse di una razza perfetta! –
Questo discorso lo interessava già di più, così si tolse dal viso abbronzato e deciso, l’espressione incazzosa e interrogativa per ascoltare, cosa straordinaria, le parole di Zefiro!
- Un bel po’ di gente, insomma … era un folle come me? –
- Non era un folle ma un genio … uno che aveva quelle idee del cazzo e dal nulla riesce a farsi seguire da un intera nazione creando la Seconda Guerra Mondiale, non è un folle ma un genio. Peccato che ha usato il suo cervello per scopi poco nobili … poi è comunque degenerato ed è impazzito ma prima era solo geniale! –
Il rosso alzò un sopracciglio puntando i suoi occhi di corvo in quelli grigi e umani dell’altro, era scettico.
- Dici? –
Zefiro al contrario sapeva bene quel che diceva, come sempre, del resto. Sarebbe stato più stimolante parlarne con chi conosceva ciò di cui parlava, quindi non Kinkaid, ma forse qualcosa di positivo ne sarebbe uscito … sempre che conoscere il punto di vista di un ‘bambino’ simile fosse utile!
- Si, genio non è sinonimo di grandiosità e positività. Tu sei solo un folle, nessuno ti seguirebbe per le tue idee di merda: vuoi uccidere Osservatori e Cacciatori perché non sono come tu pensi dovrebbero essere. Hitler aveva la stessa idea: voleva formare uno stato fortissimo con la razza perfetta, eliminando chiunque non fosse come lui pensava dovesse essere. Era uno qualunque ed è riuscito a prendere il potere nella nazione e attuare la sua volontà facendo qualunque cosa desiderasse … fino agli stermini degli innocenti che non erano per nascita come lui voleva che fossero. Te nessuno ti seguirebbe, lui l’hanno seguito e le idee di base sono uguali! –
Forse fu anche l’aria da saccente che aveva assunto in via naturale, parlando con uno che non sapeva quelle cose basilari per chiunque essere umano, a seccare Kinkaid, improvvisamente fu come se dentro di sé tornasse alla vecchia idea che aveva dell’umano, decisamente poco positiva.
- Quindi lui è un genio ed io un folle anche se abbiamo le stesse idee … ciò che lo rende geniale è che si è fatto seguire da tutti ed io non ci riesco … -
- Esatto! –
- Non conosco questo tipo e i suoi metodi ma posso parlare per me! A me non frega nulla di farmi seguire e mettere su un popolo intero ai miei ordini che risponda ai miei standard di esseri viventi. Non voglio essere seguito da nessuno e non chiedo niente a nessuno! Lui voleva il potere, io voglio solo vendicarmi per la mia pace personale! –
- La pace personale si trova anche morendo, se vuoi ti aiuto! –
- E’ per rispetto verso 2 persone a me care … non posso morire, gliel’ho promesso. Devo vendicarli. Poi ci penserò … -
Zefiro guardò nuovamente il ragazzo accanto, aveva i muscoli rilassati ma mentre aveva parlato di quelle due persone, solo accennandone, le spalle e le braccia scoperte avevano avuto un guizzo, qualcosa di impercettibile, come i suoi occhi che si erano scuriti un lampo. Un piccolo brivido l’attraversò ricordando il Kinkaid di sere prima, quando si era trasformato nella bestia e aveva ammazzato un sacco di Cacciatori senza pietà, solo per testare la sua forza. Si era anche ricordato dell’idea che aveva avuto di lui e che poi aveva spiegato ad Astrid per non spaventarla. L’aveva difeso, in un certo senso, affinché non apparisse un mostro come invece sembrava. Eppure a volte era così difficile avere solo l’intenzione di capirlo per non accusarlo ingiustamente … si sforzava solo perché lui era Zefiro e usava il cervello, voleva essere equo e giusto nei confronti di tutti, per non avere rimpianti od essere chiamato stupido!
- Va bene, però sono ugualmente idee da folle le tue: li rimproveri perché per nascita non sono come te interiormente parlando, non pensano e non agiscono come te e quindi tu pensi che sbagliano e devono morire. È un pensiero da folle. Tu puoi non essere d’accordo con loro per come sono fatti e come ragionano ma non puoi pretendere che siano come te pensando che tu sia giusto e loro no. È tutto soggettivo. Sbaglieresti nel volere che fossero come te. –
- Io non voglio che siano come me, io voglio che non facciano quello che fanno! Sono un ammasso di ipocriti e assassini! –
- Anche tu sei un assassino, vuoi ammazzarli perché fanno quello che fai tu solo usando altri metodi? –
- Io sono un assassino con chi se lo merita! –
Tuonò mantenendo a stento un tono di voce normale, per riprendersi e non alzare il suo fuoco, inghiottì un altro ghiacciolo, una gocciolina gli colò lungo il mento ma si asciugò subito, era proprio facile all’ira, quel tipo!
Zefiro pensava ancora questo di lui ed erano le medesime cose che gli avevano sempre dato fastidio del rosso … non considerava mai i punti di vista altrui o quelli oggettivi … però lui doveva sforzarsi sempre di farlo o ci sarebbero andate di mezzo innocenti! Sospirò profondamente cercando la calma e il modo migliore per spiegargli il suo pensiero.
- Ora ti ergi a Dio e giudice? Chi sei tu per farlo? Sono nati con queste idee radicate, se la colpa è di qualcuno è solo del loro Dio Sole o come diavolo è! –
La situazione si stava scaldando ma per ora solo nei loro animi, il tono cominciava ad alterarsi, Zefiro era sempre più freddo e Kinkaid sempre più agitato e in disaccordo, con un moto di rabbia, il primo del loro discorso (faceva progressi), sbattè il pugno sul tavolo sciogliendo l’ultimo cubetto di ghiaccio nella mano, acqua uscì ed evaporò per la sua temperatura che si alzava ancora.
- E no, caro. Anche io sono nato come loro ma non sono così! Loro ammazzano con le loro idee di merda, portano gli altri alla follia, sono ipocriti e falsi, fanno i puri ma in realtà sono i più grandi peccatori! Io pecco e sono impuro ma non sono falso, mi prendo le mie responsabilità di pezzo di merda, non cerco di essere chi non sono, trascinando in un abisso chi non c’entra nulla e non sa! La loro è una scelta! –
Zefiro però continuava a non essere d’accordo con lui, non era una cosa intelligente accusare altri di sbagliare e pretendere che fosse obiettivamente giusto il suo punto di vista. Le persone non sceglievano dove nascere, erano scelte, non potevano decidere come venire su solo rassegnarsi a vivere con ciò che si aveva in sé stessi. Tuttavia non si alterava esteriormente, faceva gran lavoro su di sé e ci riusciva.
- Non è una scelta! È il loro modo di essere, sono stati fatti così, con questa tendenza insana e folle … sei tu l’anormale che ti sei differenziato … -
Si scambiarono uno scambio di sguardi diretto e vicino, occhi d’argento in occhi dorati, le pupille si assottigliavano, ora erano più simili a quelli di un serpente. L’altro non si impressionò ma l’ascoltò a fondo e mentre parlava brividi lo percorsero. Brividi perché cominciava a capirlo ancora di più, meglio di prima, aveva delle risposte che si era fatto su Kinkaid e avrebbe voluto fossero diverse perché Kinkaid era solo un idiota immaturo ed egoista!
- Infatti non mi vogliono per questo! Zefiro, sei mai stato odiato o discriminato? Io si! Sono stato cresciuto come tutti loro, ho sangue puro di Osservatore ma per qualche motivo a me oscuro mi hanno ammazzato il mio migliore amico e il mio gemello, mi rimane solo Stephan degli unici con cui stavo bene! Dopo di quel momento mi è uscito fuori un potere che nessuno della mia razza aveva, solo Jago ma di elemento diverso dal mio. Sono stati i miei simili a buttarmi fuori dalla tribù perché non ero uguale a loro, perché ero scontroso (lo ero per la morte di 2 persone a me care) e perché avevo il fuoco e loro no. Non sono come la massa? Allora non vado bene, sono pericoloso, peccatore, insano, non posso stare con loro! Mi hanno emarginato fino a portarmi a questo! Al tempo volevo solo vendicarmi dei Cacciatori, ora sono successe cose che mi hanno fatto aprire gli occhi e capire che i veri assassini sono loro … i Cacciatori sono semplicemente quelli che sono, si mostrano nella verità, non si nascondono in nome di un bene supremo che nessuno conosce! Però non posso salvarli perché comunque hanno ucciso 2 innocenti che non avevano fatto nulla, tutto ciò di cui erano colpevoli era la loro razza. Erano nati osservatori! Stop! Che fossero bambini e che non facessero nulla, non contava! Ecco perché moriranno anche loro!
Sono stati gli Osservatori a creare questo mostro quale sono io oggi, un folle per nulla geniale, uno stupido che vuole solo la pace con la morte dei bastardi! Sono nato come loro ma da loro sono stato trasformato in un’altra creatura orrenda, un assassino che vuole sterminare 2 razze intere solo perché non sono come io penso debbano essere! Certo! Ma bisogna anche specificare che la caratteristica che hanno e che non mi va bene è il loro essere assassini ed ipocriti! Solo dei luridi ladri falsi! –
Kinkaid ora aveva alzato la voce tornando a sbattere il pugno sul tavolino, aveva un’espressione di rabbia crescente e gli occhi pieni di odio per la gente di cui parlava, la sua potenza interiore era dovuta dai suoi sentimenti devastanti. Non era lui a essere forte, erano i suoi sentimenti ad esserlo.
Zefiro ce la fece, trattenne solo il fiato e restrinse impercettibilmente le pupille per lo stupore, fu percorso da altri brividi. Lo invidiava, lui riusciva comunque ad essere sempre sé stesso, sempre però a scapito di altri, alcuni colpevoli altri innocenti. Sempre qualcuno di mezzo, però, c’era. Cosa era meglio, a quel punto?
Il vero pazzo era lui che si teneva tutto dentro per diventare adulto e fare le cose giuste o Kinkaid che non si teneva niente dentro ferendo però chi lo circondava?
Ricordò nel silenzio un battibecco che avevano avuto pochi giorni dopo la ferita di Astrid. Era stata una sorta di riappacificazione, Kinkaid si era ancora sentito in dovere di rispondere a quel pugno che gli aveva tirato ed alle sue accuse. Uno come Kinkaid che fa una cosa simile era motivo di grande stupore, ecco perché l’aveva ascoltato:
- Dimmi una cosa, Zefiro. Per cosa combatti? -
- Per cosa combatto, è questo che vuoi sapere? La risposta mi sembra ovvia. Io combatto unicamente per me stesso! -
- Allora non ce la farai … -
- Cosa vuoi dire? -
- Devi combattere per qualcuno, altrimenti non avrai mai la vera forza -
- Non ti facevo così saggio … ma sei uno che predica bene e razzola male … -
- Chi ti dice che io combatto per me stesso? -
- È quel che sembra … -
- Sei come tutti … un ipocrita superficiale! Non mi sbagliavo! –
Quando se ne è andato disprezzandomi, facendomi bruciare quel momento, avevo chiesto a Stephan stupito:
- Per chi combatterebbe uno come quello? -
- Per suo fratello … -
Aveva detto solo questo, Stephan, lasciandomi non con curiosità ma stranito. Da dove sbucava quel Kinkaid? Non so da quando ha cominciato a tirare fuori queste sue parti strane e diverse. Volevo ancora starne lontano. Ora? Ora cosa voglio? C’è qualcosa in lui, non evita i confronti verbali con me come aveva sempre fatto. Ora mi considera e la cosa non me ne fregherebbe normalmente se non cominciassi a sapere cose che mi stupiscono e che, contro di me, mi fanno porre delle domande. Direbbero che è normale che io mi faccia domande, ho quel mio famoso QI ed è dovuto alla curiosità ed alla ricerca continua di risposte, di sapere. Però le cose si stanno complicando e non mi va. Pensavo fossero complicate fino ad ora. Adesso però ho la sensazione che peggioreranno. Perché lui vuole qualcosa da me. Come se volesse fare amicizia con me, farsi capire, accettare … io però non voglio ancora sapere nulla di lui, non è lui che mi interessa. E’ egoista, no? “

/FRAMMENTI/

- Visione completa ed esauriente della situazione ma ci sono un paio di pezzi del tuo puzzle che non trovi. Ci sono degli angoli bui che non tornano, nella storia. Vero? –
La voce suadente e glaciale di Jago fu preceduta da un abbassamento della temperatura.
Kinkaid scattò in piedi spostando il tavolo e facendo cadere la sedia, attirò l’attenzione di tutti ma non se ne accorse. Non l’aveva sentito arrivare.
Il suo corpo cominciò a tendersi mostrando i suoi muscoli di guerriero con le vene che pulsavano, quando cominciò a scaldarsi mentre guardava male il nemico, stringendo il pugno per sferrare l’attacco senza ascoltare, Zefiro pensò:
Ok, il momento di sanità mentale è finito, quando c’è Jago disinserisce il cervello! Che idiota!”
Quindi non gli rimase che afferrargli il braccio con quanta forza e fermezza riusciva e dire:
- Fermati! Non puoi sempre combatterlo ogni volta che lo vedi! Non sei nel bosco, sei in un bar! –
Sussurrò a denti stretti guardandolo in viso, non l’avrebbe ascoltato e la mano gli scottava, anche gli occhi cominciavano a cambiare colore. Dannazione, ci voleva Astrid o magari Stephan, quel piccoletto sembrava imbranato ma riusciva a fermare Kinkaid!
Astrid, Ste, venite!”
Li chiamò mentalmente sperando che lo sentissero coi loro poteri, Kin si sarebbe scatenato, ne era certo.
- Non me ne frega dove sono, è qua e devo vedere chi è più forte, ora! –
Quel che Jago notò fu la presa ferrea e coraggiosa del biondo sul rosso, la notò ma non lasciò passare altro del suo pensiero
- Io penso che vorresti sapere un'altra cosa. Io ho i pezzi del tuo puzzle, quelli che cerchi da anni. –
Disse gelidamente pacato e provocante Jago.
- Perché dovrei crederti? Potresti dirlo perché non vuoi combattere! –
Ringhiò l’altro.
- E’ così infatti, non mi interessa il confronto con uno che non mi stimola. –
- Non puoi sapere il mio livello attuale finché non lo provi! –
- Io so, sono Jago. –
- Io Kinkaid, piacere! Che te ne frega di dirmi quello che voglio sapere? Perché solo ora? –
- Perché ora mi va. –
Arrivarono Stephan e Astrid correndo con una certa nota di preoccupazione, a sorprendere tutti fu il basso moretto che, invece di mettersi dalla parte dell’eterno amico, si mise contro, proprio fra lui e Jago, proteggendo col suo esile corpo quest’ultimo. Come se avesse bisogno della sua protezione, come se lui potesse fermare il carro armato Kinkaid, come se … avesse dei poteri ignoti.
- Levati! –
Sbottò l’osservatore minaccioso, gli bruciò vederlo contro di lui, quello era Jago ma lui continuava con quei suoi comportamenti pacifisti. Era seccato e lo era anche perché non l’aveva dalla sua incondizionata parte:
- No! Non devi batterti più con lui! Non ha senso, lui è buono, ha solo altri obiettivi diversi dai tuoi! Non è sbagliato! –
- E quali, di grazia? –
- Non ha importanza, non li conosco ma non puoi giudicare sempre tutti col tuo metro! Arriva anche il momento di crescere, Kinkaid! Smettila di impazzire ed ossessionarti per uno che è più forte di te! Lo sarà per sempre! –
Tutti rimasero stupiti da quello scricciolo che improvvisamente sapeva essere coraggioso, Kinkaid primo fra tutti se ne stupì. Tuttavia la prima fu Astrid a parlare:
- Allora, idiota, quando hai intenzione di finirla? Che succede? –
Interesse e soddisfazione … da parte di chi?
Jago.
Lo notò Zefiro e la cosa non gli piacque.
- E’ giunto il momento di fargli sapere le verità che il fuoco cerca. –
Fece eco proprio il cacciatore senza scomporsi. Solo Astrid in quanto donna lo notò. Era bello ma di una bellezza malinconica e struggente, di chi ha vissuto quasi un infinità di tempo. Stephan aveva ragione? Jago era buono?
La gente li guardava incuriositi, si sarebbero picchiati? Per ora discutevano animatamente ma chissà, poteva farsi divertente.
- Bene, parla e poi smamma che se prende fuoco la città sarebbe seccante tutto quel caldo, inoltre non mi va di cambiare casa! –
Ordinò lei scotendosi dai suoi pensieri. Zefiro sospirò contento che avesse fatto così.
- Astrid, non cambi mai nemmeno in queste situazioni? –
- Perché? –
- E’ una situazione un po’ critica … -
- Nessuno mi può criticare e rimanere vivo, chi ha osato? –
- Lasciamo stare … allora, si può andare avanti o dobbiamo stare così tutto il giorno? –
Ci misero poco ad uscire una volta che Kinkaid richiamò a sé il suo fuoco facendolo tornare in difesa e non più in attacco. Sarebbe stato pronto in qualsiasi momento.
Furono in un posto della città un po’ più discreto e così Jago riprese col suo tono di sempre, riferendosi al discorso di prima dei due uomini, Astrid e Stephan non capivano ma facevano solo attenzione che la cosa non degenerasse, non pensavano sarebbe stato così grave, anche se si trattava di Jago e Kinkaid … volevano respirare, non si poteva combattere sempre, no?
- Uccidi un uomo e sei un assassino. Uccidine milioni e sei un conquistatore. Uccidili tutti e sei Dio. –
Un graffio sul ghiaccio, Zefiro storse il naso, non era d’accordo ma doveva ammettere che non aveva nemmeno torto.
Non era d’accordo perché non credeva in Dio!
Kinkaid lo guardò con astio, poi rispose acidamente:
- Io non ne ho ucciso uno, ne ho uccisi molti e intendo farlo ancora con il triplo, se servirà, ma non mi ritengo altri che un assassino, non mi interessa conquistare nemmeno essere Dio. Se lo fossi cambierei molte cose, non mi limiterei ad uccidere tutti dopo che li ho fatti sbagliati tanto da essere uccisi! –
Nemmeno lui si poteva dire avesse torto. A Jago stuzzicò la risposta, quindi provocò ancora, l’unica cosa che riusciva a fare con quel bambino caotico ed esagerato.
- I vivi hanno più bisogno di pietà dei morti! –
Questa invece piacque a Stephan che sorrise. Jago conversava con loro con apparente normalità eppure non li vedeva, non vedeva nessuno, parlava con loro, con Kinkaid, e non li vedeva. Solo a tratti si soffermava su Astrid rivedendo in lei colei che voleva.
Chi voleva?
- Che gran scoperta, amico! Cosa pensi, che hai morti interessi qualcosa della pietà? –
Sentenziò Astrid che continuò:
- E comunque per darla bisogna averla, se sono solo i vivi a poterla dare stiamo freschi! Meglio essere morti! –
C’era lei, c’era quella donna, in lei. Per questo era meravigliosa, ai suoi azzurri occhi spenti e apparentemente indifferenti.
- La vita non è altro che un sogno sulla via della morte. –
Aveva una risposta anche per lei, lui ne aveva sempre di risposte. Eppure non era l’unico.
- Secondo me è l’opposto … è la morte ad essere un sogno, o una parentesi, nella via della vita perché questa non esiste solo sulla terra, esiste da sempre e parte da lassù, fa un viaggetto quaggiù e poi torna là! –
Guardò Stephan che aveva parlato, nessuno avrebbe mai detto l’avesse fatto, i progressi li faceva eccome, a vista d’occhio.
- Punti di vista, dipende dalla fede personale. –
Non erano un gruppo eppure se uno di loro non aveva una risposta, ce l’aveva l’altro e si sentivano soddisfatti tutti. Un rapporto strano. Jago cominciava ad essere colpito segretamente da questi 4 individui che dal nulla stavano arrivando a farsi conoscere sempre più.
- E comunque, tornando al vostro discorso, - disse guardando Kinkaid e Zefiro senza vederli veramente, guardando molto più lontano: - i popoli non si conoscono l’un l’altro, per questo si odiano così poco. –
Se si fossero conosciuti di più si sarebbero odiati di più? Era possibile un odio maggiore?
- Non penso, se si conoscessero di più saprebbero che sono tutti uguali e non si odierebbero proprio! –
Così anche Zefiro disse la sua, nessuna sua certezza doveva rimanere senza una contro certezza, era importante per loro.
- Ancora punti di vista! –
- Adesso mi sto rompendo! Ho messo a cuccia il fuoco per farti parlare di quel che mi interessa, non delle tue idee del cavolo, che me ne frega? –
Kinkaid aveva perso la pazienza.