CAPITOLO XVIII:
IL GRIDO

/NIENTE PIÙ DOLORE
Ti sei perso, nelle tue bugie?
Te lo dici, che non me ne accorgo?
La tua crociata è una mascherata.
Hai sostituito la libertà con il terrore,
scambi denaro con vite.
Sono consapevole di quello che hai fatto.
No, niente più dolore.
Ho pagato per i tuoi errori.
Il tuo tempo è preso in prestito.
Il tuo tempo è giunto e sarà sostituito.
Vedo paura, vedo bisogno.
Vedo bugie e ladri
abusare ingordamente del potere.
Io spero, io credo.
Ma inizio a pensare di essere stato ingannato.
Pagherai per quel che hai fatto.
No, niente più dolore.
Ho pagato per i tuoi errori.
Il tuo tempo è preso in prestito.
Il tuo tempo è giunto e sarà sostituito.
Ladri e ipocriti.
Ladri e ipocriti.
Ladri e ipocriti.
No, niente più dolore.
Ho pagato per i tuoi errori.
Il tuo tempo è preso in prestito.
Il tuo tempo è giunto e sarà sostituito.
No, niente più dolore.
Ho pagato per i tuoi errori.
Il tuo tempo è preso in prestito.
Il tuo tempo è giunto e sarà sostituito.
Il tuo tempo è giunto e sarà sostituito.
Il tuo tempo è giunto e sarà eliminato/


Il fuoco non è alla mia altezza, è ancora troppo immaturo, non è degno di affrontarmi anche se devo ammettere che è migliorato molto ed ha ancora un ampio margine di crescita. Tuttavia ora non va ancora bene e non avrebbe senso affrontarlo ora, nessuno ne uscirebbe soddisfatto. Per ora non mi interessa affatto, so solo che in futuro le cose cambieranno ma non ora.
Scambio uno sguardo ad ognuno di loro, davanti a me, concentrati a percepire le mie mosse senza riuscirci, man mano che li passo mi arrivano le immagini del loro futuro, le persone che diventeranno, tutto quel che riusciranno a fare.
Ognuno avrà un ruolo importante, ognuno farà qualcosa di grande.
Un moto di malinconia quando vado su Astrid.
So che non è giusto averla perché in lei c’è l’unica che in passato per me ha contato, ma non posso farne a meno. Siamo tutti egoisti, non possiamo farci niente.
Kinkaid. Questo sarà il cambiamento più sconvolgente ma per ora è lontano da quel momento. I suoi occhi di corvo non li vedo come suoi, anche in lui c’è un'altra persona, il suo sciocco gemello. Sarebbe bastato fosse più attento ma non c’è salvezza per gli stolti.
Sono i puri e gli innocenti a morire.
Respiro ma rimango composto, senza nessuna posa particolare, quest’oggi ho imposto a Yari di stare in allerta senza farsi vedere, si creerebbe una certa dose di confusione grazie all’oro nei capelli e al fuoco nello sguardo.
- Ebbene, ti sei mai chiesto perché io e te abbiamo questi poteri? –
Perché voglio dirglielo, ora? Facile, perché devo compiere il mio disegno. Lui mi risponde malamente, sta molto attento alle mie parole e vorrebbe scattare per combattermi.
- Vuoi prenderla meno alla larga? Mi addormenterò prima che tu mi dica quello che voglio sapere! –
In fondo sarebbe divertente se io non fossi già morto dentro.
Loro mi vedono come il nemico primo, il fuoco mi guarda come un ossessione perché vede come nemici le nostre due razze. Lo invidio, in fondo è così … è talmente vivo!
- Tu il fuoco ed io il ghiaccio. Ci hanno detto di essere maledetti, ecco perché siamo trattati diversamente. In realtà è la forza derivata dalla morte delle persone a noi più care. –
- E’ tutto qua? –
Mi fermo per guardare le sue reazioni, non sa nulla, ignora completamente ogni cosa, la verità sarà la migliore arma per colpirlo a morte, poi sarà costretto a fare quel che mi serve faccia. Ho nominato vagamente suo fratello e lui già si surriscalda, non so se sia snervante o solo piacevole.
- In realtà in passato ci fu anche l’acqua e da qualche parte c’è il vento, che gira nel Bosco Sacro … -
- Arriva al dunque, sto perdendo la pazienza! –
Invece aspetto, faccio molte pause perché è il mio modo di fare, voglio gestire io il tempo.
- Ci sono delle persone chiamate eletti, alla loro nascita un segno li distingue, un segno diverso per tutti. Il mio è stato l’eclissi di luna, il tuo il gemello, nella tua razza non ne possono nascere. –
- Quanti siamo? –
- Di preciso non lo so nemmeno io … ce ne sono alcuni che non si sono ancora svegliati poiché non hanno avuto nessun lutto speciale. –
- I poteri arrivano solo con la morte della persona più cara, hai detto? –
Lo sento.
Il suo cuore comincia ad accelerare, sta rivedendo suo fratello e il dolore cresce mentre si fa largo in lui la consapevolezza, una consapevolezza dolorosa, non servirebbe dirglielo ma voglio essere chiaro, crudele, non ipocrita.
- Si, si chiamano vittime sacrificali, sono scelte dal capo della rispettiva razza e dal Consiglio degli Anziani. Alla nascita il Sole o la Luna illuminano l’eletto donando un segno che faccia capire che sarà uno destinato a cose speciali, ignote a chiunque; per questo per far sì che il loro destino si compia, scelgono le vittime sacrificali che al momento perfetto moriranno e con la loro morte l’eletto si approprierà dei suoi veri poteri. Quando è successo con noi, però, non avevano previsto che grazie a questi poteri diventassimo una minaccia per loro. Tanto da trattarci nell’attuale modo. –
Sto in silenzio, è un silenzio lungo in realtà, sento lo stupore e lo scandalo di tutti, capiscono anche troppo bene le mie parole, forse non sono sempre ignorabili. Non mi interessano, sento la temperatura bassa grazie a me salire, questo è insolito. Non ci era mai riuscito, il fuoco sta veramente crescendo. Bene, ma non è abbastanza.
Devo portare avanti il mio piano perfetto che formo da anni, devo prendermi ciò che deve essere mio e lo farò nel modo migliore.
Sta elaborando e non è facile, per lui non lo è; sorrido freddamente, è un sorriso di ghiaccio che lacera facilmente la carne dei sentimenti. La vita gli scorre nelle vene, il calore comincia a dargli alla testa e la rabbia che di solito gli fa perdere il controllo, cerca di essere domata ancora, nonostante tutto. Perché?
Non è ancora il momento?
Io non sbaglio mai.
Quando faccio qualcosa è solo perché sono sicuro che sia l’attimo perfetto.
Lo guardo negli occhi dalle pagliuzze rosse, tende tutti i suoi muscoli e mi guarda con astio e odio.
Non mi crede però gli ho insinuato il ragionevole dubbio, questo basta, ci penserà fino a cercare le prove e quando le troverà farà ciò che voglio che faccia, quello che penso.
Sarà bello, anche se ha molta strada da fare per raggiungere il SUO obiettivo.
Aspetterò.
Yari non vuole, non ha pazienza, Yari ha molto da imparare ma imparerà anche lei.
Io ora ho fatto il mio dovere, ora aspetterò e sarà perfino piacevole nei limiti del possibile, ovviamente … “

"Cosa ho sentito ora? Cosa ho udito da quelle labbra pallide? Non credo che sia verità ciò che è uscito dalla maledizione impersonificata.
/ Non è menzogna /
Chi è questa voce che mi parla nella mente? La conosco, è femminile e simile a quella di Astrid ma non è lei, ultimamente mi parla spesso. Non posso credere a Jago. Questa sua lingua biforcuta ha detto troppo. Queste mie orecchie hanno udito menzogna, non può che essere così ma perchè questo vortice mi si muove dentro in questo modo? Perchè il dubbio che la verità sia uscita dalla sua bocca dannata mi rode l'anima persa anni fa? A cosa devo credere? Thomas ho bisogno di te, dimmelo tu, crederò solo a te. Paralizzato. È il vento o sono le sue parole che mi sussurrano la mente in questo modo?
/ E’ verità /
E’ sempre quella che parla, l’altra volta mi ha detto di cose su Astrid che mi hanno aiutato, si sono rivelate giuste … devo crederle anche ora? È così? Gli arti paralizzati indicano un fuoco fatuo freddo che posso vedere solo io, in questo preciso istante. L'aura è simile a quella di Astrid ma non è la sua ed è qua accanto a Jago.
Perchè ha voluto dirmi questo? Spiegamelo, Jago. No, non voglio più sapere nulla, so abbastanza, so troppo.
La verità è che non sono io il killer dal fuoco il maledetto, non è Astrid l'ibrida la maledetta, non è Stephan l'ibrido mezz'uomo il maledetto, non è Jago l'eclissi il maledetto, non era Yan la pazza la maledetta. Non siamo noi i maledetti. I veri maledetti sono quelli che hanno questa continua accusa nella bocca. Coloro che hanno deciso chi sarebbe morto per degli stupidi poteri, per gli … ‘eletti’, per un destino del cazzo deciso da uno che non si è mai mostrato, che nemmeno esiste.
I veri maledetti sono coloro che hanno deciso che questi ‘eletti’ sarebbero stati innalzati per i poteri nati dalla morte di vittime innocenti.
Gli Osservatori e i Cacciatori.
Ma questa?
Guarda un po’ chi si avvicina … ecco quello che volevo sentire. L'aura di Gabriel.
Lui è qua e questo vortice che mi paralizzava lentamente comincia a muoversi in me, un vortice che dalla rabbia che inizio a provare mi acceca facendomi girare la testa. Stringo i pugni, le braccia dai muscoli tesi lungo i fianchi, mi volto in direzione di Gabriel appena arrivato e nessun’umano è presente in questo angolo di città, a parte Zefiro.
Ha sentito il nostro discorso e sa che io so, ora però voglio sapere da lui. Voglio sentirlo da lui, a lui crederò.
- Dimmelo tu, ora. -
La mia voce è bassa e penetrante, cela qualcosa dietro questa calma apparente. Lui si fa avanti fino ad arrivare in vista a tutti, lo sguardo è impenetrabile. Tutti forse si chiedono cosa aspetto a scoppiare, ad esplodere, come faccio a trattenere le mie fiamme mentre la mia aura sale pericolosamente e vertiginosamente. Lo so io.
- Cosa dovrei dirti? -
- Lo sai. -
- Non è tempo per te di sapere, non sei ancora pronto, nessuno di voi lo è. -
- Non è questo. Errore. Dimmelo, avanti. -
Controllato come mai sono riuscito ad essere, sento i brividi degli altri sulla mia pelle, forse per il mio volto serafico mentre la mia forza energetica sale alle stelle. La temperatura la tengo sotto controllo perché ora il mio obiettivo è sapere. Il mio viso è scuro, tetro. La voce veloce e piatta, molto bassa.
- Ti ho detto che lo saprai quando sarà tempo. -
Nessuno parla, c'è un silenzio gelido come l'aria che ci avvolge per via della presenza di Jago. I miei occhi non lo guardano ancora fissi, sono sul terreno, se lo fisserò negli occhi credo che lo brucerei ed io voglio prima farlo parlare.
Il punto che fisso comincia a fumare come se dei raggi lo stessero colpendo ma lui continua con questa menata. Non capisce. Il senno gli è andato via, evidentemente, non sa più fin dove può spingersi, non capisce che non è lui a decidere quando io sono pronto e quando no. Non capisce che io so già molto, so troppo, più di quanto lui immagina.
Jago non si muove, nessuno si muove, questa calma che deriva da me precede qualcosa di terribile, lo sanno sia Astrid, che Zefiro che Stephan ... per non parlare di Jago e Gabriel … oh, se lo sanno.
Precede una di quelle tempeste indimenticabili. Alzo lo sguardo e punto finalmente gli occhi in quelli dorati da corvo del capo degli osservatori e il raggio parte, faccio fatica a trattenere questo vortice di fuoco che mi si agita dentro, se non fosse per lo scudo invisibile di difesa che solo Gabriel in quanto capo degli Osservatori sa ergere attorno al suo corpo, sarebbe bruciato, i suoi occhi sarebbero bruciati e i suoi poteri sarebbero svaniti, perchè è così che queste maledette razze funzionano, togli loro gli occhi dalle orbite e perdono i poteri.
Lo chiedo. Lo chiederò un unica volta. Apri bene le orecchie Gabriel.
- Thomas era una vittima sacrificale? Thomas è morto al posto mio solo per far risvegliare i miei poteri di fuoco e seguire un destino sconosciuto di merda di cui non me ne frega nulla? Thomas era un burattino destinato a questo sin dalla nascita, nato solo per questo e nient'altro? L’hai condannato tu a questo scegliendo lui? -
Concentrato così non lo sono stato mai.
- Non ci sono certezze, solo ragionevoli probabilità. -
Il limite. Attento, stai per passarlo.
- RISPONDI! THOMAS è NATO SOLO PER ESSERE UN OGGETTO SENZA VALORE E RISVEGLIARE LA DISPERAZIONE INFUOCATA DI CUI SONO ORA SIGNORE E PADRONE? -
Un lampo illeggibile nei suoi occhi, mentre i miei diventano a pagliuzze infuocate.
- Oh, no. Non è stato un oggetto senza valore ... è stato un oggetto molto utile, senza di lui non saresti mai quello che sei ora e quello che sarai in futuro. È stata un ottima idea quella di creare le vittime sacrificali per voi eletti. Conta solo il bene del mio popolo, non mi importa quante vittime dovrò disseminare. -
- Vallo a dire a quelle vittime, alle loro famiglie e ai loro amici! -
Lo dico ed è un latrato basso e penetrante, un altro raggio parte dai miei occhi senza controllo e si infrange sullo scudo senza colpirlo, stringo i pugni e le unghie conficcate nei palmi mi feriscono, le gocce di sangue cadono a terra, sul cemento rimanendo chiare ed evidenti. La temperatura di prima ghiacciata sale sempre più.
È calda, quasi soffocante, ma per me è finalmente ossigeno vero e respirabile. Gli occhi rossi bruciano come la mia pelle scarlatta, i capelli si alzano trasformati in fiamme mentre le immagini della morte del corpo uguale al mio mi attraversano, il dolore mi torna in mente, le urla soffocate, la disperazione, la mia metà che moriva.
La morte e Thomas che se ne andava dove io non potevo più raggiungerlo, la voglia di morire ma prima di tutto di uccidere l'assassino. Ebbene sono vissuto fin ora principalmente per questo ... per uccidere gli assassini di Thomas, tutti coloro che hanno quella mentalità da bastardi.
Cosa dovrei fare adesso? Uccidermi da solo perché in realtà la causa sono io? O uccido solo colui che ha inventato le vittime sacrificali?
È qua davanti a me. È colui che ha preso la decisione, che ha fatto la legge del fato, che ha scelto il nostro destino e il destino dell'essenza degli osservatori. Si, perché non è stato nessun Dio Sole. Dio non esiste, se esistesse non permetterebbe scempi simili in nome suo!
Osservatori ... razza ignobile, priva di peccato loro si credono, con le credenze che gli ha inculcato una merda come questo che ho di fronte. Razza ignorante che non sa, non capisce, non vuole capire quanto in realtà peccatori siano con le loro condanne.
Quanta gente è morta credendo nei peccati e nelle loro accuse assurde? Non capiranno mai quanto siano assassini, assassini d'anime.
Yan stessa è stata una loro vittima in realtà. Li odio tutti, dal primo all'ultimo perchè non si macchiano apertamente ma elargiscono morte e giudizi in nome della purificazione.
Perchè il loro ruolo è solo quello di apparire creature pure senza macchia e colpa, come angeli perfetti e l'immagine di angeli su esseri blasfemi come loro mi fa solo vomitare. Il mio tono è di disprezzo ma ancora tirato. Un riso di scherno, di profonda beffa.
- Ah-ah-ah Facce d'angeli luridi -
Il mio volto è serio, troppo. Sento l'angoscia attanagliare Stephan, degli altri non percepisco nulla. Thomas, hai sentito? Sei stato considerato un oggetto, io amavo un oggetto secondo loro. Io condividevo la mia anima, la mia vita, la mia esistenza con un oggetto destinato ad essere usato da tutti, me per primo, solo per dei poteri inutili. Poteri che non mi permettono di farti tornare in vita.
Cazzo, come ricordo bene il tuo sangue fra le mie mani …
Dio Sole. Odio dal profondo anche lui, perchè tutti fanno queste cagate in nome suo, in un nome che non esiste. Dal giorno della mia solitudine succede che cerco di trovarlo ma non c'è.
- E sono giorni che guardo il cielo e non vedo il sole, quel Sole che voi adorate. –

Impazzito, è questo che penseranno ora di me. Ma la mia mente è tornata a quei giorni, quei gironi in cui non ero in me.
- E le mie notti non sono più splendide d'amore, come accadeva con lui in vita, accanto a me. -

Stupore nello sguardo di Gabriel. Non capisce dove voglio arrivare ma io sono stufo e voglio che questo lo capisca.
- E la mia bocca non beve più perché ha bevuto tutto. -

Paura nel cuore di Stephan, paura perchè questo Kinkaid non l'aveva mai visto, vero? Nessuno di loro.
- Sai qual è la mia verità? Che questa mia bocca non beve più perchè ha solo fame di una giustizia che ormai mi ha rotto. -

Perchè a questo mondo la giustizia uccide gli innocenti solo perchè erano vittime sacrificali, dei sacrifici, ma non uccide solo loro anche quelli che non c'entrano nulla ... gente come Yan. Quindi questa giustizia tanto cantata e invocata perfino da me un tempo, non esiste, non ci credo, mi sono rotto di sentire della morte di innocenti in nome del giusto e del puro.
- Ah-ah-ah Facce d'angeli luridi, burattini fanatici. Siete solo questo voi Osservatori e Cacciatori, altro che razze pure e superiori. –

E voglio che tutti mi sentano, perchè fin ora ho sopportato abbastanza, perchè non c'è stata solo la morte di Thomas a distruggere ogni mia credenza e valore, la mia vita.
- E sono stanco di vedere mamme cercare aiuto da gente che crede in una giustizia falsa e sporca, siamo la gente che vive colpe di chi ha goduto. -

Il mio tono sta cambiando lentamente ma inesorabilmente, ecco che la tempesta sta per arrivare. Brucia sapere la verità, sentirla da un essere che ha peccato tanto come me, vero?
- Ricorda il tempo che già dicevo di no cercando di cambiare le cose come volevo io, di vendicarmi senza mai riuscirci realmente, senza poter fare nulla coi fatti. -

- Kinkaid ….-
La voce lontana di Stephan mi giunge agli orecchi, orecchi ormai ossessionati e riempiti di tutto lo schifo che ho visto, sentito e vissuto con questo corpo inutile.
- Ma adesso basta. -

Alzo ancora la voce fino allo scoppio, non farlo Stephan, non tentare nemmeno, perchè sono stufo anche di essere sempre fermato da qualcuno; la mia bocca deve dirlo, anzi urlarlo, urlare lo schifo della verità che tutti nascondono e temono. Mi tocca il braccio ma lo molla subito, scotta.
- non voglio più non ci provare più a soffocare il grido. No!-

Ho gridato veramente e insieme a quell'urlo si è alzata una ventata infuocata che subito è tornata in me mentre quel bastardo se ne sta nel suo scudo psichico lontano da pericoli. Non ho finito. Ascolta ancora.
- Ed io lo so che anche se dico ‘no’ e mi ribello come ho sempre fatto, sono un privilegiato; tutto quello che ho fatto, i guai che combinavo di proposito, il rispetto mancato, tutto ciò che infrangeva le regole del peccato, del tabù … ho anche ucciso ... ma mai mi è stato torto un capello, mentre agli altri della mia razza venivano severamente puniti fino a farli impazzire. -

Brucia rendersi conto che ho sempre saputo quello che tu ritenevi che io non dovessi mai sapere, eh? Brucia sentire queste accuse vere. Non riesco più a controllarmi, continuo ad alzare la voce e a riabbassarla in continuazione, parlando veloce e conciso, penetrando l'animo di tutti, perchè è da queste parole che si capisce quel che ho avuto dentro per tutti questi anni, uno strumento senza cuore ora dimostra di averlo, incredibile ed imprevisto, vero CAPO?
- Ma non pensare ch' io non abbia occhi, non fate questo errore, perché ho già pagato. Non crediate che abbia fatto finta di non vedere fin ora. Non crediate che io abbia provocato tutto questo da degno antagonista perchè sono privo di occhi. Perchè questi occhi hanno visto troppo e non ce la fanno più a vedere e incassare ancora. -

Non mi rendo conto delle lingue di fuoco che mi escono involontariamente dal corpo surriscaldato, c'è afa in questo posto. Come se il ghiaccio di Jago non fosse più padrone della temperatura, eppure è ancora qua presente lui.
- E proprio adesso che li alzo al cielo e che non c'è più il Sole, come non c'era mai stato, mi accorgo quanta gente piange per un po' d'amore ... e tu caro Gabriel te ne sei accorto? Che la gente fa quello che tu consideri peccato solo perchè ha bisogno di qualcosa che tu mai potrai comprendere o ricevere o dare? Per quella stessa cosa che questo mio fottuto fuoco si è risvegliato in me ... per l'amore verso qualcuno o qualcosa. È peccato l'amore per te? -

Per la prima volta lo lascio parlare, mi rendo conto che ho alzato di nuovo la voce mentre i miei occhi continuano a fissare feroci quelli che cercano ancora di essere sicuri, quelli di Gabriel.
- Amare non è peccato in sé, ma è come lo si chiede, lo si da e specialmente a chi. Non si può darlo a chi è peccatore perchè si diventa peccatori a propria volta. E questa è la legge principale che tu tanto accusi. -
- Ah-ah-ah Facce d'angeli luridi. -

La risata mi parte dal cuore, è amara per chi la sente, da far accapponare la pelle, è questo che quel discorso dimostra, vuole cercare di farsi vedere innocente e giusto, un angelo ... ma in realtà è solo un lurido, sporco vedente che fa il ceco. Un bastardo.
- Voi giocate con gli alibi. -

Abbasso la voce fino oltre alla soglia del suono ma è cavernosa e rimbomba; è così perché giudica. Ricambio il caro ‘capo giusto' con la sua stessa moneta e voglio vedere come si sente.
- Come sarebbe vedere in noi, anche in gente come me pieno di odio da sempre per te e per voi, solo sorrisi e pace e in tutti gli angoli di questo mondo uomini felici, telegiornali con buone notizie e bambini allegri che fanno giochi e credono alle fate, senza paura di un futuro al buio che li stordisce?

Sarebbe bello e penso sia quello che vuoi tu. Ma sai una cosa? Non potrà mai essere così, mi dispiace. Sarebbe ipocrisia e falsità e a questo mondo ce n’è già troppa.
La tua è utopia se credi in questo, perchè mentre tutti sarebbero in questo modo significa che tu chiuderesti gli occhi sullo schifo vero che affligge i poveri incerti senza futuro e dubbiosi. Perchè questa è felicità finta, quella che tu hai inculcato alla tua gente. Perché la perfezione e il puro non potrà mai esistere e convincere dei disgraziati che invece è possibile è menzogna e cattiveria. Significa che quello che odia veramente, qua, sei tu!
Sei tu che decidi quello in cui devono credere, che possano esistere persone perfette e buone, ma il mondo non è così perché tu sei il primo che compie atti osceni. Così non li proteggi, li mandi a morire ingiustamente! -
Non ce la faccio più, lui fa tutto questo, lui crede questo e tutti pensano che quel che lui fa fare e dice sia verità e bontà assoluta. È assurdo!
Il punto peggiore è che questa è la mentalità con cui nasce la maggior parte di loro e quelli che non ce l’hanno gli viene inculcata da qualcun altro di imbecille. Sono nati e cresciuti credendo in tutto quello, credendo di essere creature superiori.
Tutto questo mi fa solo ridere, anzi no, vomitare ... vomitare e basta.
È per dimostrare lo schifo che mi fanno, che rido per poi sparare proiettili con le parole, grida di verità.
Me ne esco con un'altra risata lunga e rumorosa, isterica quasi, incomprensibile, poi continuo con questo contrasto fra tono, voce e sguardo.
- Facce d'angeli luridi, il potere vi affascina, criminali fanatici, due millenni di lacrime, noi ubriachi di frottole, non vogliamo i sonniferi. Fate schifo perché io sono cresciuto con voi ed ho il vostro stesso sangue ma non ho mai avuto questa mentalità, nonostante aveste sempre cercato di inculcarmela. Né a me, né a Thomas, né ad Oscar e nemmeno a Stephan. Quindi noi siamo la dimostrazione che si può decidere con la propria testa a costo di morire come a due di noi è successo. Ecco perché vi condanno tutti, non solo voi capi. Tutti condannati. Tutti maledetti. -

Fra i denti, come unghie affilate che graffiano la lavagna. Così queste parole sibilate gridano non agli orecchi ma all'interno di tutti e fanno esattamente questo effetto, anche su Gabriel che ha sempre creduto di poter rigirare anche me come voleva, che ha sempre creduto in tutto questo, che ha sempre saputo che era menzogna ma che noi tutti fossimo stupidi idioti non degni di conoscere la verità, che non crede nella gente che dice di voler proteggere. Come ti senti a venire accusato proprio da uno degli esseri maledetti dalle tue parole?
- Riesci forse a comprendere lontanamente che qua quello che è senza cuore in realtà non sono io o Jago, ma solo tu.
L'amore che giudichi tanto facilmente e crudelmente come peccato non potrai mai sapere cosa sia, non lo sentirai mai e non lo riceverai. È per questo che non capisci comunque tutto questo. Quello che voglio dirti non è che ti odio perchè lo sai già ma solo che mi fai schifo. -
Mi interrompo poi finisco:
- E tu sai cosa faccio a chi mi fa schifo! -
Un sorriso maligno che contiene tutto quel che ho gridato con l'anima, che per la prima volta fa rabbrividire anche Gabriel.
Mi volto, un ultimo sguardo a Jago ancora lì non so per quale motivo, non me ne frega, non leggerò nel pensiero di nessuno.
Ora basta.
Ora veramente basta. Sono stufo anche di esplodere e arrabbiarmi.
Sono stufo di tutto. Mi senti Thomas?"
- Un uomo che medita vendetta, mantiene le sue ferite sempre sanguinanti, quindi stando fermo costantemente a quel punto non crescerà mai. –
Fu tutto quel che disse Gabriel mantenendo un controllo anche laddove si notava fosse visibilmente turbato. Turbato da quell’insolita reazione di Kinkaid e dall’esposizione così precisa e ampia del suo punto di vista, turbato dalla nuova mentalità non più di bambino immaturo troppo cresciuto, una mentalità decisamente più altruista e generosa, più adulta. Turbato dalle sue parole e dai suoi modi.
Turbato da quel ragazzo ribelle che aveva visto nascere e crescere e che poi, ad un certo punto, si era messo a camminare da solo in contrasto a sé.
La risposta di Kinkaid però fu la sua sparizione. Svanì nel nulla azzerando la sua forza vitale, facendo finta di essere un fantasma senza percezioni per gli altri.
- Vuole stare solo … - Mormorò Zefiro fermando Stephan per il braccio. Il piccolo ragazzo infatti aveva fatto il cenno di seguirlo ma, non sapendo nemmeno dove poiché già non lo sentiva più, si era rassegnato. A dargli delucidazioni sulla cosa migliore da fare era arrivato Zefiro che con calma e serietà aveva dimostrato una volta di più di averlo capito più degli altri, nonostante non andassero mai d’accordo.
Gabriel era rimasto ancora lì fermo impietrito, dritto come cercasse di concentrarsi per iniziare un balletto meraviglioso di danza classica. Lo sguardo dorato posato su quello di Jago, imperturbabile ed indecifrabile. Cosa pensasse quest’ultimo non si poteva capire, tanto meno se ciò che era successo fosse proprio frutto dei suoi piani. Nessuno si diede pena per capirlo, solo che in fondo, magari, ai tre rimanenti sarebbe toccato di dire qualcosa.
Stephan e Astrid si guardarono, uno preoccupato e mortificato con gli occhi lucidi, l’altra con l’espressione corrucciata e contrariata. Infine entrambi portarono il loro sguardo sull’amico umano che fra tutti non c’entrava nulla. A loro sembrava strano stare in compagnia di un cacciatore e di un’osservatore ma non essendoci veramente dentro con tutte le scarpe, in quella situazione, non si sentirono necessariamente fuori posto. Si sentirono solo in dovere di dover dire qualcosa per Kinkaid. Perché una cosa era certa.
Volenti o nolenti erano un gruppo e se uno si sarebbe buttato tutti gli altri l’avrebbero seguito.
A parlare fu l’unico in grado di farlo, l’unico a possedere le parole al momento giusto con calma e padronanza di sé stesso.
Zefiro che probabilmente avrebbe avuto il diritto di non dire nulla, non facendo parte di quelle razze:
- Guardiamoci a vicenda, - Iniziò col suo tono quasi carezzevole senza pretese di dire chissà quali grandi verità: - Da che mondo è mondo, per qualunque razza d’appartenenza, c’è sempre una costante che accomuna ognuno, persino noi.
Siamo semplicemente tutti reciprocamente molestati mentalmente, e talvolta anche fisicamente, da un unico fatto. Siamo tutti figli del Peccato. Tutti portatori di una popolare pulsazione che ci porta sotto, a cadere in basso, cedendo agli istinti che ci fanno amare e fare sesso. A non essere puri. A fare peccato.
Però c’è un problema in tutto questo sistema: i liberi pensatori sono pericolosi.
Colpe e odio per la discendenza del destino assillano ognuno a tal punto da aver bisogno solo di una cosa, alla fine.
Di amare ed essere amati, ecco quindi che si torna al punto di partenza, la famosa pulsazione e quindi la nascita del peccato primario, la cancellazione della purezza e della castità.
Guardiamoci a vicenda, troviamo vite arrangiate, liberi pensatori e gente che pensa alle colpe e all’odio per il proprio destino.
Gente che si chiede in continuazione perché. –
Il biondo si interruppe per un attimo lungo di silenzio e portando i suoi occhi d’argento su ognuno dei presenti, nonostante nessuno fosse umano e tutti possedessero un potere al suo contrario, senza nemmeno il minimo di timore, disse con serenità quasi assordante:
- La verità che sto cercando di dire, ciò che penso io povero e semplice umano, è che in realtà volente o nolenti siamo tutti peccatori, perché siamo nati dal peccato dei nostri genitori. –
Questo, in realtà, non fu altro che il punto di vista di Kinkaid semplificata per un milionesimo, espressa con calma e diplomazia. L’effetto ottenuto?
Alto.
Dopo di che non fece altro che voltare a Jago e Gabriel le spalle ed andarsene in silenzio, senza aggiungere altro, seguito a ruota da due sorpresi e ammirati Astrid e Stephan.