A PROPOSITO DI DONNE
PRIMA PARTE:
GAY?
/ About a girl – Nirvana /
- Spiegami una cosa, Tony … -
Disse Ziva rivolgendosi a Tony dopo essere ricomparso da una conversazione con una donna. Lui si sedette alla scrivania e decidendo di divertirsi un po’, come accadeva solitamente quando parlava con lei, le rivolse la sua saccente attenzione:
- Come sempre … -
La mora non ci fece caso, era abituata al suo tono ed in fondo non era poi tanto diverso da quello che usava lei.
- Perché non sei capace di tenerti una donna per più di una notte? Sei così terribile che scappano appena ti provano? –
Non l’aveva nemmeno dovuta studiare, era così evidente che veniva spontaneo dirlo quando ci si scontrava una volta di più con quel suo modo di fare. Tony fece un sorrisino di superiorità senza venir minimamente toccato dalla sua acida ed ironica illusione, poi rispose:
- Divertente … ma ti dimostro la mia superiorità rispondendoti seriamente. –
- Che amore! –
Fece subito lei continuando con la sua ironia acida che andava perfettamente a braccetto con quella saccente di Tony.
- Semplicemente non ho trovato ancora nessuna che soddisfi me! –
- Mi sembra strano, sei esigente? –
Non le sembrava ci fosse nulla di male in quello che diceva ed il più delle volte parlava senza rendersi conto del significato reale che le sue parole avessero, era spassoso avere a che fare con lei per questo e Tony stesso si divertiva non poco a correggerla e ad indurla di proposito in errore. Tuttavia lei era abile a districarsi dai suoi tranelli … erano l’uno all’altezza dell’altro e spesso non dovevano nemmeno pensare prima di parlare, solo con Gibbs facevano molta attenzione ad usare con cura quella parte anatomica del loro corpo, la testa. Fra di loro, però, non lo ritenevano veramente essenziale.
- Non credo si tratti di questo, non trovo quel che cerco in nessuna donna. –
- Sei sicuro che cerchi nel genere sessuale giusto? –
- Dovrei cambiar modo di far sesso? –
Chiese dubbioso Tony guardingo: che dicesse sul serio? Ziva ridacchiò, questa volta il tonto ottuso era lui!
- Dovresti darti agli uomini! –
Questo segò momentaneamente le gambe al povero ragazzo che mentalmente boccheggiante cercò subito una risposta per non dargliela vinta, disse la prima cosa che gli venne in mente:
- Simpatica come un calcio nei sacri gioielli di famiglia! – Ma questo certamente non era stato convincente!
- Grazie, è una mia dote speciale! –
- Perché non dici la stessa cosa a Gibbs? –
- Perché lui non è come te … -
Era sicura di quel che diceva, evidentemente ancora non lo conosceva molto bene … o non avrebbe detto così. Tony fece un ghigno e alzandosi dalla sedia circumnavigò la scrivania per andare davanti a quella della collega e, di fronte a lei ancora seduta, si appoggiò con le mani sulla superficie, si piegò in avanti quel tanto che bastava per guardarla meglio negli occhi ed incisivamente disse:
- Come si vede che non lo conosci! –
Lei inarcò le sopracciglia, cosa intendeva?
- Dai, non scherzare! –
Insinuare che Gibbs era come Tony era un affronto per chiunque, non solo per il loro capo. L’interlocutore, però, si divertiva sempre più e senza alzarsi continuò il discorso dall’alto della sua conoscenza dell’uomo ora protagonista del dialogo:
- Tesoro, scendi dalle nuvole! Lui è come me con le donne, è il mio maestro, ho preso tutto da lui! –
E ne era enormemente contento.
- Non dovresti insultarlo così! –
- Insulti? – Disse lui alzando un sopracciglio incredulo, era veramente testarda. – Questa è la verità. –
Ma lei continuava ad essere della sua anche se in effetti il dubbio glielo stava insinuando … è che non si poteva mai capire quando lui scherzasse e quando fosse serio, da che era lì non l’aveva mai visto fare seriamente, a parte quando Gibbs era stato nei guai o se ne era proprio andato.
- Secondo me se lo sa Gibbs che l’hai paragonato a te si offende! –
- E’ come me, fidati! –
- Per cosa sarei come te, Tony? – La voce decisa e falsamente paziente di Gibbs si intromise fra i due, il capo era arrivato e sentendo gli ultimi due dialoghi si era certamente chiesto quale fosse la scusa, quella volta, per non lavorare. Tony si alzò vedendolo passare dietro di lui e dirigersi alla sua scrivania, lo guardò e notando che non era di cattivo umore più del solito decise che poteva parlargliene per far tacere Ziva. Amava avere ragione …
- Riguardo alle donne. –
Sorprendentemente, mentre la mora si preparava ad una rispostaccia, l’uomo più grande dei tre rispose sempre col tono di poco prima, più indecifrabile che altro:
- Io non le considero dei calzini da cambiare ogni giorno. Non le considero affatto se non al pari di una spina nel fianco! –
Ziva si era alzata a sua volta per avvicinarsi e guardarlo meglio in viso: era serio?
- Fastidi? –
Chiese sorpresa, da lui non se lo sarebbe aspettato, sembrava così diverso … uno che ci sapeva fare col gentil sesso.
- Esatto. – La sua risposta la fece rimaner di stucco.
- Ma capo … un tempo le consideravi come me, sei anche stato sposato tre volte! –
Gibbs alzò lo sguardo su quello chiaro di Tony, era al centro della loro attenzione e nonostante per farlo non lavorassero non sembrava ancora seccato da questo; del resto il discorso che era in ballo era decisamente più interessante!
- E’ vero e ti auguro di capire i tuoi errori in tempo, per salvare il salvabile, per quel che rimane integro di te … -
La sua risposta lo fece rimanere male ma non volle rimanere senza parole, così scherzando disse:
- Che gentile, capo. Sono commosso che ti preoccupi tanto per me! –
- Tony, intendeva di cominciare a far sul serio prima che ti squartino! – Intervenne Ziva affiancandolo davanti alla scrivania di Gibbs, convinta di aver capito bene.
- Ziva. È stato sposato tre volte, ora detesta le donne, secondo te in che senso intendeva? –
Se avrebbe potuto si sarebbe spanciato dalle risate, quel giorno Ziva era estremamente divertente!
Lei lo guardò sgranando gli occhi, rimaneva sempre sicura di sé e delle sue idee però in effetti …
- Gibbs, cosa intendevi? – Si trovò quindi a chiedere alla fonte per togliere ogni fraintendimento. Lei ammirava Gibbs, non era possibile che fosse così come Tony diceva …
Il capo allora li guardò entrambi ricambiando il loro sguardo, uno interrogativo ed uno sicuro di sé. Qual era il modo migliore per far capire che era il momento di smetterla di giocare? Non ci impiegò molto a trovarlo, così senza attendere molto tuonò spazientito:
- Che se non tornate al lavoro non sarà delle donne che dovrete preoccuparvi, a rovinarmi sarà qualcun altro di più feroce! –
Questo li fece saltare sul posto e girandosi diligenti per tornare ognuno ai propri posti, lui ebbe anche il coraggio di dirle vittorioso:
- Visto? –
- TONY! –
- Si, capo! –
Ma forse, ora, era veramente il momento di smetterla coi giochi!
La sera si stava inoltrando insieme all’ora di cena, l’orario di lavoro della squadra era finito da un po’ ma negli uffici dell’NCIS ancora qualche persona girovagava come un fantasma in cerca di dare risposte ai suoi atroci dubbi. Il motivo per cui non andasse ancora a casa, però, era un po’ un mistero .. forse sperava nell’aiuto di qualcuno con un ottimo tempismo che potesse rispondere alle sue domande.
C’era qualcosa che non andava in lui?
Il discorso avuto quel giorno con Ziva e Gibbs gli aveva fatto capire qualcosa, che in effetti il fatto che non riuscisse a trovare la sua donna doveva significare qualcosa. O si sarebbe trasformato definitivamente in Gibbs oppure … oppure?
Cos’è che aveva osato dire Ziva?
Che doveva darsi agli uomini?
Tony sbuffò insoddisfatto e con la fronte aggrottata si era appoggiato alla sedia mettendo la nuca fra le sue mani incrociate, era così difficile trovare la propria persona speciale? Innamorarsi? Tenersi qualcuno?
Sapeva tenersi qualcuno, il punto era che non trovava nessuno che volesse tenersi veramente a lungo … perché?
Chi è che aveva qualcosa di sbagliato?
TUTTE le donne o lui? E comunque perché?
Era da un po’ che si faceva quelle domande ma la ricerca della sua donna era sempre andata avanti fiduciosa che sarebbe arrivata quella giusta. Accantonava il discorso con sé stesso … però anche Ziva e Gibbs gli avevano detto di fare attenzione e non continuare così … si, ma cosa fare?
Doveva proprio capire cosa sbagliava!
Proprio in mezzo a questi mille dubbi per lui gravi ed importanti, la voce possente e decisa del capo lo interruppe facendolo quasi cadere dalla sua comoda postazione:
- Che ci fai ancora qui, DiNozzo? –
Tony si ricompose e appoggiando i gomiti alla scrivania davanti a sé e ai suoi palmi il mento, rispose pensieroso osservandolo cercare qualcosa nella propria scrivania:
- Pensavo … -
- Ora capisco lo sguardo vuoto! – Disse quindi l’altro sedendosi e trafficando ancora. Sembrava nemmeno guardarlo eppure gli parlava facendogli capire che invece l’osservava tanto da volergli chiedere cosa gli succedesse. Ammirevole da parte sua …
- Sempre premuroso con me, capo … -
A Tony non dispiacque trovarsi a parlare con lui, aveva più esperienza di lui in quel settore ed anche se non conosceva nei dettagli la sua vita sentimentale passata, sapeva che era l’unico con cui parlare seriamente di certi dubbi, si fidava ciecamente di Gibbs, tanto da mettergli la vita nelle sue mani.
- C’è un motivo particolare per cui non sei a casa con uno dei tuoi ‘calzini’? –
Sembrava avere un tono perfettamente calmo ma sempre e comunque sicuro, come se fosse il suo ambito e sapeva di poterlo aiutare … come se in effetti sapeva cosa avesse il suo sottoposto.
- Dovevo vedermi con una ragazza ma ho declinato l’invito. –
Ogni parola che usava poteva facilmente diventare motivo di divertimento senza particolari perché, ma Gibbs che ancora aveva delle ultime cose da sbrigare, mentre le portava a termine, era anche capace di controllarsi alla perfezione e parlare con autorità e indecifrabile serietà.
Alzò un sopracciglio e sempre guardando lo schermo del suo computer, chiese:
- Stai male? – Probabilmente Tony aveva lo stesso effetto che aveva sugli altri anche su di lui, solo che sapeva gestirsi molto meglio di chi, poi, gli rideva in faccia o lo prendeva apertamente in giro.
- No, pensavo al discorso di oggi … capo, mi ritieni un superficiale? –
Ecco qual era il problema … Gibbs ebbe un leggero sorrisino che però Tony non seppe interpretare e con una lieve preoccupazione non ben precisata, decise di approfondire fino a che non avrebbe ottenuto in pieno il suo parere. Ci teneva a saperlo da Gibbs, era sincero e gli avrebbe detto la verità … ma non solo per questo. Voleva saperlo perché il suo parere, per Tony, era sempre importante.
- Perché non ti tieni nessuna donna? –
- Si … -
- Siamo superficiali in due, allora. – Era un’affermazione molto decisa che colpì Tony facendolo sentire già un po’ sollevato.
- La tua però è una scelta. Hai provato a tenertene tre, ti sei sposato, no? –
Gibbs continuava a fare dell’altro e a parlare con una pacatezza piacevole, gli infondeva quella sicurezza inspiegabile, eppure non gli stava dicendo nulla di particolare se non che erano uguali. Questo gli piaceva, questo lo rassicurava anche se non rispondeva alle sue domande. Gli bastava essere come Gibbs anche se superficiale lo stesso?
Perché?
- Due su tre avrei preferito non farlo, credimi. –
La cosa più incredibile era che Gibbs stesso non era infastidito dalla conversazione, anzi, forse era quasi contento, a modo suo, di parlare dei dubbi di Tony o non l’avrebbe proprio fatto.
- Preferisci essere superficiale? –
- Non si tratta di questo, ma solo di voler vivere in pace … ci provi a trovare quella che non ti faccia impazzire però quando non ci riesci lasci perdere. –
Il giovane rimase in silenzio guardandolo con attenzione, aveva smesso di trafficare quando aveva detto quella frase e nei suoi pensieri ci aveva aggiunto sicuramente qualcos’altro che non avrebbe mai saputo.
Tony rimase turbato da quel discorso, specie da lui e da quel momento così intimo.
- Diventerò come te? –
- Cioè? –
Questa volta Gibbs portò anche i suoi occhi azzurri su quelli di un colore simile di Tony, si guardarono diretti e in apparenza molto tranquilli, eppure era così visibile il turbamento di uno dei due …
- Allergico alle donne? –
Non stava scherzando, né sdrammatizzando, Tony era veramente così e a Gibbs piaceva quel suo lato.
- Ti preoccupa la cosa? –
- No, cioè, un po’, ma non perché io non voglia essere come te, anzi, magari lo fossi … Però non capisco cosa cerco nelle donne, qualunque cosa sia non la trovo. Non voglio passare la vita senza la mia dolce metà. Sai, anche se non sembra sono un romantico. Voglio invecchiare con la persona amata! –
Era stato un discorso anch’esso molto intimo, aveva espresso con una facilità disarmante tutti i suoi dubbi e i suoi pensieri e l’aveva fatto con sollievo realizzando di aver davanti Gibbs e non un altro. Gli piaceva parlarne con lui, sentire il suo parere, farsi tranquillizzare da lui. Ci teneva a capire il suo punto di vista e le attenzioni che ora gli stava rivolgendo, poteva averle solo in quei momenti di calma placida in cui erano soli senza problemi per la testa.
Tony si sentiva bene, quasi felice, ed era ovvio che cominciasse a chiedersi il motivo visto che, aveva capito bene, c’entrava proprio Gibbs.
- Tutti lo vogliono. –
Aveva risposto col tono confidenziale e disteso di poco prima.
- Anche tu? – Disse spontaneamente l’altro sempre guardandolo. Gli piaceva anche essere osservato da lui …
- Il fatto che non voglio più mogli non significa che non desidero cose simili … -
- Ma … -
- Che problema hai? – Questa volta l’aveva interrotto riprendendo a guardare le sue carte mettendole nelle cartelle giuste, anche il famoso tono poco paziente era tornato, sbrigativo e schietto: - Cerca finché non sei stufo, ci sarà qualcuno come dici tu! –
In effetti detta da lui ed in quel modo sembrava estremamente facile, peccato non lo fosse.
- Il fatto è che non so cosa voglio. Finora non ci ho pensato, ho cercato e basta … pensavo l’avrei riconosciuta una volta trovata ma non è così … -
Sapeva essere estenuante, però, quel ragazzo … si trovò a pensare una cosa simile Gibbs esaurendo il momento di pazienza.
- Non c’è almeno una persona con cui passi gran parte del tuo tempo, con cui vorresti farlo per sempre, che stimi e rispetti? – Già, molto frettoloso e insofferente, seccato quasi. Che duro che era di comprendonio e soprattutto faticoso da convincere!
Non era mica così difficile … Tony sapeva fissarsi sulle cose più fastidiose ed assurde e non se le toglieva dalla testa finché non trovava le risposte ed i fatti insieme!
Chissà a chi somigliava?
- Si … - Rispose subito lui ovvio e scontato ma sorpreso allo stesso tempo.
- Bene! Vai da lei e non stressare gli altri coi tuoi dubbi! – Fece veloce e sbrigativo alzandosi dalla scrivania e chiudendo la luce. Tony profondamente scosso fece altrettanto e incontrandolo davanti a sé lo disse come a non crederci lui stesso:
- Ma sei tu! –
Si guardarono un lungo attimo senza dirsi nulla, ognuno con le proprie considerazioni, poi Gibbs senza turbarsi minimamente, chiese deciso:
- Sei gay? –
- No! – Si affrettò a negare, forse era importante che lui non lo pensasse, per non allontanarlo, per non fargli pensar male o sbagliato, per … perché?
- Non ci sarebbe niente di male … - Affermò quindi l’altro continuando a rivolgergli il suo sguardo fermo.
- Si, cioè … ma che razza di conversazione è? – Si trovò col panico che cresceva dentro di sé e le domande a cui aveva pensato di aver trovato risposta tornavano con nuovi dubbi sempre più gravi … forse non era stata una grande idea parlarne con lui!
- Hai iniziato tu! –
Aveva sempre una parola per tutto, era snervante se si era agitati e pieni di incertezze. L’ansia crebbe e l’idea di stare per compromettersi con l’ultima persona con cui avrebbe voluto farlo, gli diede grandi problemi.
- Si, forse è meglio che vada ad esprimere i miei profondi dubbi di uomo romantico, guardandomi allo specchio! -
Non gli rimaneva che quello, così dicendo iniziò a camminare precedendo in fretta il proprio capo, come a voler scappare da lui. Improvvisamente era molto, molto pericoloso stare con lui!
Sentì seguirlo con la semplice intenzione di uscire dall’edificio e con la tranquillità più disarmante dire:
- Hai problemi a scoprirti gay? –
Perché era così diretto? Non aveva mai problemi di alcun tipo in nessuna conversazione?
Tony esasperato si fermò e passando il limite si girò guardandolo, l’altro quasi gli venne addosso ma si fermò in tempo, così vicini Tony disse incisivo ed agitato:
- No, a scoprirmi innamorato di te! –
Il silenzio che ne scaturì fu tagliente e pesante, così senza più reggere il suo sguardo così sincero e ravvicinato, decise di andarsene in fretta per le scale, sperando che Gibbs, come al solito, prendesse l’ascensore.
Doveva pensare.
Doveva solamente pensare da solo e molto ma molto lontano dall’uomo che era stato capace con tanta semplicità di metterlo in crisi.
Gibbs era e rimaneva sempre unico!
FINE PRIMA PARTE