Energia

La donna la cui età si aggirava sui quarant’anni, stava seduta sul letto d’ospedale dove era stata ricoverata per essere curata dall’aggressione subita. Non stava male, se l’era cavata con qualche escoriazione non eccessivamente grave.
Quando gli agenti dell’NCIS Gibbs e Di Nozzo entrarono nella stanza che le era riservata, la trovarono con la schiena appoggiata alla spalliera del letto con gli occhi chiusi e le mani giunte in grembo. Era chiaro che non dormisse ma l’aria concentrata suscitava comunque una sorta di barriera fra lei e gli altri disturbatori.
Prima di decidersi a chiamarla per iniziare a parlarle e capire cosa fosse successo, i due uomini si guardarono con un espressione effettivamente molto simile. Sopraccigli alzati e un lieve velo di scetticismo… cosa stava facendo?
Ma non persero tempo oltre e decidendo di parlare, Gibbs, l’agente più grande, aprì la bocca ma non emise alcun suono poiché fu preceduto dalla voce calma e pacata della donna con ancora gli occhi chiusi:
- Buonasera agenti dell’NCIS. Spero che la fretta possa allontanarsi dai vostri animi o non riuscirete a fare il vostro lavoro con la serenità necessaria. –
Solo dopo di questo ella aprì gli occhi guardandoli uno ad uno con uno sguardo materno e tranquillo, sorridendo dolcemente.
Se precedentemente lo stupore era stato solo lieve, dopo di ché fu proprio marcato tanto che i due non poterono fare a meno di tornare a guardarsi seppur con un certo contegno. Gibbs certamente riuscì a mascherare l’incredulità rispetto a quanto appena successo, era abituato, Di Nozzo certamente lo era meno quindi si fece sfuggire un commento ironico:
- E’ un antenata di Phoebe Haliwell, per caso? –
La battuta avrebbero comunque potuto capirla solo gli appassionati di telefilm e nello specifico di Streghe.
Gibbs gli lanciò un occhiataccia molto eloquente mentre la donna semplicemente rispose con pacatezza senza scomporsi:
- Deve fare attenzione, agente. – Iniziò rivolgendosi proprio al capo squadra: - O un giorno finirà per fare seriamente del male a questo ragazzo, il suo sguardo indirizza la sua energia negativa sul suo capro espiatorio in modo molto diretto. –
E questo fece apertamente dimostrare lo scetticismo chiaro e netto anche all’interlocutore, mentre l’altro non poté certo evitare il compiacimento per la difesa. Una difesa originale ma sempre comunque apprezzata.
- Ha ragione, sai capo? Devi tenermi buono finché puoi… un giorno sarò il bastone della tua vecchiaia e sarà lì che tu mi cercherai per aiutarti ed io pieno di negatività finirò per lasciarti solo! Devi stare attento e pensare al futuro! –
Gibbs, tuttavia, tornò composto e con un secondo sguardo assassino rispose seccato:
- Oh, ma io ci penso eccome al futuro. O non ti lancerei sguardi del genere! –
- Vuoi dire che tenti di uccidermi lentamente giorno dopo giorno di tua spontanea volontà? –
- Cosa ne dici? –
Il battibecco serrato fu comunque interrotto dalla risatina della donna che divertita dai due, sembrò capire perfettamente con chi aveva a che fare.
- Posso sapere i vostri nomi? –
Chiese.
- Siamo gli agenti speciali Gibbs e Di Nozzo dell’NCIS. –
- Ma questo già lo sapeva… anzi… come lo sapeva? Aveva gli occhi chiusi… - Si introdusse nuovamente Di Nozzo incuriosito, effettivamente razionalmente poteva aver sentito i due uomini entrare ma sapere che erano dell’NCIS era decisamente impossibile.
La videro piegare la testa lateralmente e scrutarli a fondo, come se leggesse in essi, poi al termine di quello sguardo penetrante ma sereno, tornò dritta e rispose con calma:
- So anche molte altre cose, non solo da dove venite. – A queste parole Gibbs cominciò ad insospettirsi partendo con una teoria che abbracciava la parola ‘spia’, mentre il compagno risultò solo maggiormente interessato, proprio come un bambino che si appresta ad ascoltare un fantastico racconto. Questo sembrò essere raccolto da lei che accentuando il sorriso in viso, riprese a spiegare: - Sono le percezioni che mi danno questo sapere. Tutto quello che mi circonda di vivo o inanimato ha dell’energia, basta saperla leggere e può dire un sacco di cose utili. –
Gibbs ancora non diceva nulla mentre il suo tasso di scetticismo saliva alle stelle e pensava di rivolgersi ad uno psichiatra; fu Tony, quindi, a chiedere continuando ad incuriosirsi sempre più:
- Ad esempio? –
- Voi due siete simili ma diversi. La sua energia è positiva ma sono le cose che gli sono capitate ad essere state negative. Non tutte però quelle che sono state l’hanno segnato al punto da renderlo una persona molto chiusa e rigida la cui unica fede è sul suo istinto e sulle sue capacità. Ma crede molto anche ai suoi compagni. Specialmente in te.
Tu hai un’energia altrettanto positiva e sei fortunato poiché nel momento peggiore della tua vita hai incontrato la persona giusta che ti ha salvato mostrandoti il cammino corretto. Il cammino che ti sta portando alla felicità. Uno dei tuoi desideri è somigliargli e stargli vicino il più possibile e la cosa curiosa è che è simile al suo. Anche lui desidera esserci sempre al momento giusto nella tua vita.
Il vostro non è un legame formale di lavoro ed io trovo ciò che vi unisce molto solido e bello, è un sentimento in grado di superare molte prove e molte già ne ha vinte. –
Al termine del monologo la sorpresa maggiore fu portata dal fatto che Gibbs non aveva interrotto la donna pur lui ovviamente ritenesse quel genere di cose solo delle grandissime stupidaggini.
Però l’ascoltarono entrambi e mentre lei parlava sciorinando solo delle precise esattezza da fare impressione, si chiesero se per caso lei non li conoscesse già.
Ma poi terminò con il discorso sul loro rapporto e una specie di ‘colpo’ li prese.
O li aveva spiati così bene da aver visto ogni cosa, anche che ora stavano insieme, oppure aveva veramente un dono che sorpassava ogni logica razionale.
Trovandosi davanti ad un bivio e dovendo reagire nel giro di subito, Gibbs scelse l’indifferenza ed il sospetto, mentre Di Nozzo solo un onesto stupore imbarazzato per essersi fatto ‘leggere’ così bene e intimamente da una sconosciuta.
- Allora sa anche perché siamo qua. – Disse il più adulto senza farsi mettere da parte da nessun vortice di parole ben utilizzate.
- Molto spesso le vittime possono trasformarsi in sospettati, vero agente Gibbs? – Rispose lei percependo il pensiero dell’uomo che non le aveva dato respiro.
- Molto spesso. – Non cedeva, non poteva credere ad una che diceva di saper leggere l’energia degli altri… cos’era, un operatore dell’ENEL? (chissà come si chiama in America?)
- Voi siete qui perché mio marito, ufficiale del corpo dei marine degli Stati Uniti d’America, è scomparso dopo l’aggressione che ho subito da terzi misteriosi. –
Effettivamente il motivo era esattamente quello, ma che lo sapesse era del tutto normale. Semplicemente la donna decise di dire la cosa che l’uomo VOLEVA sentire.
- Ma non solo. – Tuttavia volle aggiungere quello che invece DOVEVA sentire.
Gibbs inarcò un sopracciglio mentre Di Nozzo cominciava a preferire di gran lunga una gara di velocità piuttosto che rimanere lì a guardare l’umore del suo uomo barcollare paurosamente. Poi chi doveva farci i conti era lui, che ci credesse o no a quelle cose.
Però era incredibile e questo non lo si poteva negare.
Il giovane capiva perfettamente il punto di vista del suo capo, poteva essere una spia, perché no. Però aveva detto delle cose che l’avevano colpito molto e come spesso accadeva la famosa vocina del suo istinto gli diceva che era una pulita.
Sospirò indietreggiando, rassegnandosi ad ascoltare un probabile botta e risposta interessante da una parte e cinico dall’altra.
- Davvero? –
- Lei è qui perché era esattamente qui che ora doveva trovarsi, al di là di qualunque indagine in corso. –
- Non mi sembra molto preoccupata per suo marito e per quello che è successo… -
- Non lo sono, infatti. –
- Come mai? –
- Sento che sta bene e che voi lo troverete entro questa stessa giornata, lui sarà sano e salvo e tutto si risolverà nel migliore dei modi. –
- Questo è solo ottimismo. –
- No, questa è consapevolezza. –
Dopo il dialogo serrato dove lui parlava con decisa provocazione mentre lei con calma sicura, rimasero ancora per un attimo in silenzio a guardarsi. Non era la persona più di fede sulla faccia della terra, Gibbs, e avere a che fare con una donna simile sembrava diventata una questione di principio… come poteva un essere umano credere in quelle scemenze e pensare di farle bere ad altri?
Cosa pensava di ottenere?
Cominciava a seccarsi notevolmente ed ovviamente anche a dimostrarlo apertamente.
- Perché dovevo essere proprio qui in questo momento? –
Riprese senza mollare l’osso. Non l’avrebbe ammesso, sicuramente, ma se continuava a farle quelle domande e non lasciava il compito di prendere le informazioni necessarie al suo agente, era solo perché lui stesso voleva sapere, voleva ascoltare cosa diceva quella donna.
- Vuole essere impressionato, che io le faccia una di quelle rivelazioni sconvolgenti che la lascino in ginocchio, che possano cambiarle la vita. Lei vuole un segno, un miracolo… ma in realtà quello che otterrà dal nostro incontro sarà solo una risposta. – A questa frase non solo Gibbs si fece più attento ma anche il compagno in disparte. Per Di Nozzo era una questione di minuti e gli sarebbe toccato rincorrerlo per sbollirlo e non perderlo di vista. Era certo che il suo tasso d’insofferenza era alle stelle. Certissimo. Nessuno gli parlava così senza provocare reazioni preoccupanti.
Però erano parole che centravano la persona che era Leroy Jethro Gibbs, ne era certo.
Per quello che lo conosceva ed il rapporto che avevano poteva dire quanto in gamba fosse quella donna. Energia o meno.
Per cui non si mosse e nemmeno respirò per dare un’attenzione maggiore.
- Ovvero? –
Anche se quel loro scambio di sguardi avrebbe catturato l’attenzione di chiunque, una sorta di sfida d’occhi.
Gibbs, in fondo, sperava veramente di sentirsi dire qualcosa di speciale. Ci sperava poiché il suo istinto non lo tradiva mai ed ora non l’aveva messo in allarme contro di lei, anche se per abitudine non era riuscito a fare a meno di dubitare della sua sincerità.
Lei si fece seria ma la luce che nelle iridi chiare si lesse, fu di sincera limpidezza:
- Che la sua vita, signor Gibbs, è la felicità di coloro per cui non è riuscito a sacrificarsi in passato. E che quindi potete essere sereni insieme. –
Ci sono sicuramente parole per cui si pagherebbe di sentirsi dire, parole che finché non si sentono non si sa che si aspettavano ardentemente, parole che solo dopo ti rendi conto dell’effetto che hanno in te e quanto importanti fossero.
Sono parole, semplicissime parole, che però possono essere quanto di più curativo esista per una persona.
Sono inoltre momenti di giornate che partono normali, non pensi che possano essere speciali, non pensi proprio che possano finire per segnarti e per ricordarli a lungo.
Credi che sia solo l’ennesimo momento da vivere come al solito, poi però improvvisamente accade qualcosa, è semplice e piccolo ma importante, quasi quasi nemmeno te ne rendi conto.
Rimani inebetito davanti ad esso e ti chiedi cosa sia successo, come sia arrivato.
Però non sai bene, tuttavia quel che hai udito è decisamente più importante di capire il resto e quindi ti accontenti, lasci perdere tutto e ti tieni con forza quel che sei riuscito ad avere.
Sono cose strane, inaspettate ma che fanno capire molto.
Molto.
Come ad esempio che vivere un amore dopo quello che hai passato, non è male.
Che dopo tutto puoi anche arrenderti e concederti totalmente alla persona che al momento è più vicino al tuo cuore.
Ecco perché dopo quella risposta, Jethro guardò Tony in altrettanto subbuglio per ciò a cui aveva assistito.
Emozione.
Brividi.
Sensazioni percepite osservando ed ascoltando.
Ecco come funzionava l’energia, probabilmente.
Tutto quel che faceva provare sensazioni ed emozioni non era altro che energia proveniente da ciò che di vivo ed inanimato esisteva intorno a loro.

- Cosa ne pensi? –
Chiese Di Nozzo a Gibbs una volta soli in ascensore, verso l’uscita dell’ospedale.
Erano entrambi scossi anche se cercavano ancora di non dimostrarlo apertamente.
Gibbs non rispose subito, rimase un attimo perso nel suo mondo a riflettere serafico su quanto accaduto, non era facile per lui sentirsi dire cose simili e capire che finalmente era il tempo di andare oltre a ciò che comunque non si aveva mai oltrepassato del tutto.
Non era facile.
Eppure il messaggio era stato quello.
Crederle o no non aveva importanza, non era basilare dare retta ai vaneggiamenti di una donna che parlava con l’energia o cose simili, per lui non era proprio quello il punto.
Per lui il punto era che comunque le cose che gli aveva detto erano giuste e che l’avevano toccato nel profondo.
Se lei fosse credibile o meno non gli importava.
Quel che però era fuori discussione erano le sue parole decisamente vere.
- Gibbs? – Lo richiamò cominciando ad allarmarsi, che fosse arrabbiato? No, normalmente quando lo era intorno a lui aleggiava un aura terribile… no, ora sembrava pensieroso, tutto lì.
Doveva solo capire se erano pensieri positivi o negativi e quindi come agire di conseguenza.
Una sciocchezza!
Avere una relazione con Gibbs non era la cosa più facile del mondo, anzi. Si poteva definirla più come una scommessa continua, il punto per lui era che le scommesse gli piacevano terribilmente.
- Bè, ha detto delle cose belle, no? –
Sapeva che la cosa migliore da fare era comunque sorvolare sull’argomento: ci credi o no?, tanto sarebbe stato inutile e lui stesso preferiva lasciar perdere. Che fosse una persona incredibile era vero e quello bastava.
- Aveva un che di The sixth sense, però lei faceva comunque meno timore rispetto al bambino del film quando dice: ‘Vedo la gente morta!’ – Disse poi scanzonato concludendo con l’imitazione del piccolo protagonista nel momento in cui rivelava il suo dono, o maledizione. Probabilmente Gibbs non l’aveva nemmeno visto però era un commento ugualmente ironico ed apprezzato, di quelli che sapevano sdrammatizzare bene.
Proprio quello che servì per riscuotere il capo dai propri pensieri infiniti per dedicarsi al ragazzo accanto che continuava a parlare come una specie di macchinetta in attesa di una sua reazione.
Cosa che arrivò con uno schiaffetto sulla nuca del compagno che si zittì cominciando a ridacchiare.
Erano poche le volte in cui era felice di ricevere quelle ammonizioni corporee… ora era una di quelle!
- Afferrato il concetto, capo, il sovrannaturale non ti piace, vedo. Ma veramente poteva capitarci peggio se sparava ‘Vedo la gente morta!’ – Fece di nuovo imitando la vocina da brivido per poi concludere ridendo rilassato: - Ti immagini la scena? –
- In realtà sto cercando di immaginare un modo per farti stare zitto ma proprio non lo trovo! –
Fu la risposta burbera dell’altro. Altro moto di contentezza… il suo compagno era tornato più cattivo che mai, come non esserne lieti?
Tanto sapeva che scherzava, in un certo senso.
Dopo quel che la donna aveva detto, poi…
Certo, in fondo poteva anche dirselo. Perché non crederci? Accantonarlo per comodità e prendere ciò che andava bene e non era sconvolgente, era ciò che facevano tutti ed alla fine lui stesso l’avrebbe fatto, però dirselo per un istante non era la fine del mondo: quella donna poteva anche aver detto la verità, perché no. Poteva benissimo essere tutto vero, lui non era certo il Creatore che sapeva cosa era o non era reale!
- Bè, con ‘Vedo la gente morta!’ penso che finirei per zittirmi perfino io… fino a che non gli chiederei: come sta mia madre? –
E forse era più forte di lui, specialmente quando il suo umore era buono e sentiva che stava facendo la cosa giusta, che era ciò che Gibbs voleva.
Però forse, semplicemente, voleva essere zittito con quel modo speciale, un modo che arrivò immediato ed esasperato, un po’ bruscamente ma decisamente apprezzato: Gibbs gli tappò finalmente la bocca con la sua occupandolo con un bacio che magari diceva molto, magari rimandava solo un discorso al momento in cui sarebbero stati soli in casa o magari rispondeva alle parole ricevute prima in quella stanza.
Importante è che ci fu e che fu sentito e vero tanto da spiazzare la forza della natura di nome Anthony Di Nozzo e da placare riscaldando con un sorriso Leroy Jethro Gibbs.
Energia positiva che scacciava quella dei momenti negativi.

FINE