Gli Ostacoli Del Cuore

CAPITOLO III:

COME UN SOLDATO GIOCATTOLO
 
/Piacevole? Ma che sto dicendo? E poi cos'ho così tanto da guardare? E' solo lei, dannazione!/


Passò in realtà non molto tempo quando Vegeta decise di arrendersi alla mitica fame dei sayan, guerrieri combattenti come loro possedevano una fame sovrumana, quindi non era anormale mangiare il triplo rispetto ad altri. Vegeta per forza di cose aveva imparato a mettere da parte i propri bisogni primari per lungo tempo a causa delle missioni e della dura vita dovuta affrontare dopo la schiavitù di Freezer, riusciva a stare molto tempo senza dormire e nutrirsi, ma dopo il suo limite crollava immediatamente e gli ci voleva molto tempo per riprendersi.
Nella nuova situazione qualcosa in lui cambiò. Qualcosa a livello biologico. Grazie a Bulma aveva provato a saziarsi prima del solito crollo, così facendo aveva notato che il suo rendimento negli allenamenti era maggiore, fatto che lo convinse a nutrirsi regolarmente. Successivamente arrivò anche l'idea di riposare altrettanto regolarmente, come facevano tutti, la notte, per poter essere più in forze di giorno.
Per lui era un diritto, non gli passò nemmeno per l'anticamera del cervello di dover chiedere il permesso a qualcuno. Entrò con l'intenzione di farsi fare da mangiare da quella donna insistente ed isterica e comunicarle che da quel giorno in poi avrebbe dormito in un letto, in casa!
Uscì dal suo covo, non lo faceva da giorni ed i suoi occhi abituati alla luce bassa e rossa fecero molta fatica a tornare alla luce, d'impatto imprecò coprendosi il volto con le mani, poi dicendosi che quella era solo della stupida luce, l'ignorò e proseguì il suo cammino senza coprirsi dal sole...con le lacrime che quasi gli uscivano per la luce!
Con la solita espressione imbronciata, come quella di uno che è in perenne guerra col mondo, cosa in effetti vera per lui, entrò in casa e con prepotenza, a suo modo, asserì:
- Ehi, ho fame, c'è qualcuno?-
Per l'occasione il silenzio e il vuoto furono l'unica risposta e questo, nemmeno a dirlo, fu motivo di grande seccatura per lui, fece una nuova smorfia e come a dare degli ingrati all'intera famiglia che ad un suo cenno non accorreva, li chiamò di nuovo con molta impazienza:
- Allora, c'è qualcuno?-
Di nuovo fu solo silenzio, questo lo spinse ad aggiungere infastidito e supponente:
- Che razza di gente!-
Poi riflettendo realizzò che se la porta di casa era aperta qualcuno doveva esserci. Abituato ad essere sempre servito in un modo o nell'altro, in faccende simili per lo meno, non aveva la minima intenzione di arrangiarsi! Prima lo interrompevano contro la sua volontà, poi quando lui aveva reale bisogno nessuno c'era. Questo era mediamente insopportabile, qualcosa che proprio non avrebbe sopportato del tutto sarebbero state le urla fastidiose di quell'isterica donna che come il prezzemolo finiva ovunque! Persino su Namec c'era stata...assurdo!
Si guardò un attimo intorno sorpassando l'ingresso, guardò l'ampio soggiorno con comodi divani in pelle ed un televisore al plasma gigante che sembrava come sospeso nel nulla. Altri oggetti elettronici e super tecnologici erano presenti, del resto padre e figlia erano i proprietari di un industria che si occupava di quelle cose e questo l'aveva compreso solo per comodità, visto che gli serviva per allenarsi al meglio!
Si addentrò con passo sostenuto e mani ai fianchi sicuro che qualcuno per lui dovesse esserci, così senza problemi di violazione di domicilio o privacy, passò un corridoio con diverse porte: aprì una e trovò la famosa cucina, nemmeno l'odore di un piatto pronto per lui, l'ennesima smorfia. Era una cucina super moderna piena di aspira odori, perfettamente ordinata con un tavolo piccolo e tanti ripiani vuoti.

"Se almeno ci fosse qualcosa di pronto me lo mangerei da solo! Non so cosa hanno in testa quelle...prima insistono per farmi mangiare e poi mi nascondono il cibo! Ti pare che devo andare a fare una caccia al tesoro per trovare una briciola da ingurgitare? Appena la trovo gliene dico 4! Io mi alleno tutto il giorno, ininterrottamente, mi faccio un fondoschiena immenso solo per salvare la loro insulsa Terra e loro mi ringraziano così? Che poi le mie intenzioni siano altre è un discorso a parte, loro pensano che io mi alleni per aiutarli, questo mi fa comodo quindi glielo faccio credere! Forse non sanno che gli uomini combattono e lavorano, le donne invece si occupano degli uomini. Qua c'è in deserto ad occuparsi di me! Ora mi sente quella gallina urlante!"

Questo pensava Vegeta impettito mentre apriva anche la seconda porta senza bussare o ascoltare se dietro ci fossero rumori, trovò il bagno, era sui toni dell'azzurro e v'era un box doccia a comandi vocali...carino ed in gusto maschile, un profumo mediamente insopportabile. Probabilmente era del padre. Chiuse mentre il suo tasso di fastidio si alzava. La terza porta lo condusse in un ripostiglio pieno di elettrodomestici, scatole e scarpe. Era più il regno delle scarpe...per lo più di donna. Dedusse che fossero quasi tutte di quella donna di cui non ricordava il nome,  certo era sicuro che lei non glielo avesse mai detto!
Sbuffò ancora e andò in un'altra porta che rivelò delle scale buie, sicuramente non c'era nessuno, doveva essere la cantina ma odorava di chiuso e polvere.
"Che schifezza! Io non ci vado là sotto!"
La richiuse subito e guardò l'altra porta, era a vetro infrangibile e si vedeva l'esterno, era il retro della casa, lì sicuramente non c'era nessuno.
Alla fine di quell'esplorazione del piano terra notò le scale che salivano al primo piano, così senza pensarci due volte salì.
Una volta sopra non dovette esplorare tutte le camere poichè da una si sentiva un canticchiare femminile e capì che finalmente aveva trovato qualcuno. vittorioso e seccato allo stesso modo spalancò la porta senza chiedere permesso, convinte che anche questo fosse di suo completo diritto. Al suo interno, in una camera completamente rosa e decisamente da donna, immersa in un profumo dolce e nauseante, c'era lei, Bulma, ma non era in vesti normali, si stava giusto cambiando.
La trovò in biancheria intima nera in pizzo, chinata per infilarsi le calze autoreggenti nere, mentre i capelli con la permanente erano bagnati e disordinati sulla testa. Lui certo non poteva saperlo ma si stava facendo bella per uscire con Yamco e quella biancheria che di norma non usava era dovuta al fatto che sperava di far pace con lui, visto il periodo difficile a causa di Vegeta.
Pensava giusto a questo quando lui entrò spalancando la porta. Stava per dire la sua bella frase da perfetto antipatico ma si era bloccato a bocca aperta a fissarla circa imbambolato. La prima cosa da cui i suoi occhi neri furono attirati come una calamita, fu ciò che aveva in primo piano, il bel fondoschiena sodo della ragazza. Non c'era che dire, un perfetto sedere piacevole da guardare.
"Piacevole? Ma che sto dicendo? E poi cos'ho così tanto da guardare? E' solo lei, dannazione!"
Ma quando si era tirata su e si era girata per guardarlo a sua volta, arrossendo imbarazzata ed infuriata, aveva potuto vedere anche qualcos'altro che gli aveva provocato una certa reazione: il suo seno! Visto così risultava molto più grande e notevole.
Non si rese conto di trattenere il respiro e di fissarla con insistenza, quasi impossibilitato a cambiare direzione dello sguardo. Si rese però conto di una certa reazione non facilitata dal suo abbigliamento d'allenamento, i pantaloncini attillati neri.
Cosa poteva succedere a qualcuno che per la prima volta si affacciava al mondo femminile e, in un certo modo, erotico? Per un uomo normale una donna seminuda non era fonte di particolare eccitazione visiva, ma per qualcuno che non ne aveva mai avuta una per impedimenti che gli valevano la vita o la morte, bastava poco. Molto poco.
In fondo era sempre e solo stato un guerriero con la falce della morte sempre pronta a calare su di lui, una falce chiamata Freezer. La sua sconfitta aveva significato molto per lui poiché finalmente da uomo avrebbe potuto dedicarsi a vivere una vita normale in tutti quei settori per lui inesplorati.
Come un bambino alle prime esperienze sessuali, non poté trattenere i suoi istinti, i famosi bassi istinti maschili, e si lasciò prendere da un calore sempre più battente e crescente che partiva esattamente, ora lo capiva, dal basso ventre. Si era immobilizzato guardandola dimenticandosi cosa era venuto a fare, pensò solo che forse quella era ciò che comunemente chiamavano bellezza femminile.
Non si sbagliava.
La reazione successiva fu il panico. Vegeta oltre a tutto quello appena descritto, era anche un uomo molto, molto orgoglioso e pieno di sè, il suo massimo desiderio era mantenere sempre e comunque il pieno controllo di sé stesso, ci era sempre riuscito nel campo di sua competenza, l'unico di cui aveva potuto e dovuto occuparsi. Ora, però, gli risultava difficile ed impossibile.
A Bulma bastò uno sguardo per capire cosa gli stava succedendo e doppiamente imbarazzata per la situazione andò anche lei nel panico senza sapere momentaneamente cosa fare, come agire. Si stava eccitando e lo si poteva concretamente vedere.
"Ma non sarà mica la prima volta che vede una donna quasi nuda? Uno come lui ne avrà avute di donne ... e sicuramente sarà sempre stato abituato ad averle con prepotenza ... non può distruggermi così l'immagine di antipatico ed odioso che ho di lui. Così ... così sembra un tenero ingenuo da coccolare e istruire ... e ... proteggere! 
PROTEGGERE?! VEGETA DA PROTEGGERE?! 
Come ha fatto a venirmi in mente una cosa simile? E' assurdo! Eppure l'ho pensato. L'ho pensato veramente, così, d'istinto! Ma chi è Vegeta? Voglio dire veramente ... nel complesso ... quante cose che non so di lui. Che sorpresa, pensavo che fosse solo un prepotente viziato e seccante! Ma ora io che faccio?"
Rimasero a realizzare l'uno sull'altro determinate impressioni shockanti per ciascuno, come imbambolati e Vegeta stesso si sentì come fuori fase, sospinto prepotentemente in un altro corpo con istinti e sensazioni sconosciute ed ingestibili.
Però era un tipo abituato ad agire secondo coscienza del momento, quando aveva tempo per riflettere tirava fuori dei piani molto astuti, ma se non aveva tempo per pensare, come la maggior parte delle volte, agiva e basta ed il suo agire era irruento e passionale, pieno e vivo.
Se fosse stato un colore sarebbe stato rosso inferno come quello che aveva dovuto subire, rosso sangue come quello che aveva versato, rosso passione come quella che metteva in ciò che faceva. E rosso amore? Sarebbe diventato anche quello?
Certo, col senno di poi, conoscendo la sua storia futura e sapendo che proprio per amore avrebbe dato la vita, si potrebbe dare risposta positiva anche a questa domanda.
In un millesimo di secondo aveva dovuto gestire tutto quello che Vegeta era, ed era tanto, un infinità di cose che contrastavano e lottavano in continuazione, cercando di lottare anche contro il proprio corpo che si muoveva da solo.
Le si avvicinò lentamente con un'aria apparentemente inaccessibile.
- C-che fai?-
Aveva balbettato Bulma altrettanto in crisi per aver appena cominciato ad intravedere il reale Vegeta in tutta la sua completezza, un mosaico molto complesso. Paura, un istante le passò lungo tutto il corpo che alla sua vicinanza improvvisa aveva tremato, successivamente si era incantata nel nero dei suoi occhi penetranti, su cui si rispecchiava ciò che lui vedeva, il suo corpo. Solo il suo corpo.
Così lo capì.
Non c'era altro che quello.
Solo istinti sessuali, istinti che aveva per la prima volta di cui non si vergognava perchè lui era Vegeta e non sapeva cosa fosse la vergogna all'infuori di una sconfitta subita contro Goku.
Non era lei come persona ad attirarlo e cambiarlo così.
Lui non vedeva lei ma solo il suo bel corpo candido ed invitante.
Fu così che la magica attrattiva svanì, scivolò nascosta in un posto spinoso chiamato orgoglio e l'ira si fece avanti.
Non era possibile. Lei non voleva una cosa del genere.
Non lo voleva.
Così agì d'istinto anche lei, arrabbiata più che mai, senza timori alcuni, dandogli uno schiaffo!
- SEI UN PORCO COME TUTTI GLI ALTRI! VATTENE!-
Ovviamente non sortì effetto, riuscì a colpirlo solo perchè era immerso in un altro mondo inesplorato e stupefacente. Però la dura pelle  sayan non aveva nemmeno sentito il bruciore dello schiaffo, non il minimo dolore. Servì solo a risvegliarlo e a farlo tornare l'insopportabile principe dei sayan. Un concentrato di egoismo e prepotenza.
La sua espressione tornò minacciosa e facendo attenzione a non toccarla per non creare contatto di alcuna natura, disse con voce bassa e penetrante, convinto di non avere colpa alcuna:
- Non azzardarti a farlo mai più!-
Bulma fu percorsa da un solo brivido che però durò a lungo. Di quel Vegeta si poteva aver paura.
- C-cosa vuoi da me?-
Era una domanda con più di un senso, fatta mentre si insinuava il timore di trovarsi davanti ad una persona pericolosa, cosa che non aveva mai pensato di lui:
- Dammi da mangiare, ho fame!-
Per un istante rimase spiazzata, pensando che avesse inteso un altro senso piuttosto che quello letterale e pur chiedendosi cosa fare, arrivò all'unica conclusione che era meglio allontanarlo, pur riuscisse ad attrarla e confonderla a quel modo.
Fu il gorgoglio del suo stomaco a porre fine ad ogni incertezza, lei capì che aveva detto sul serio e l'ira tornò gigante più che mai:
- SEI UNO STUPIDO! CHI CREDI CHE IO SIA?-
La paura era solo un brutto ricordo mentre arrabbiata come non mai lo investiva di urla:
- Una donna che deve farmi da mangiare!-
Concluse il moro sprezzante capendo che al momento non c'era più nessuna attrattiva in un'isterica urlante. 
L'isterica urlante, però, continuò ad urlare sputando insulti sentendosi usata e maltrattata in più sensi, ma soprattutto calpestata nell'intimo. Certe cose non le avrebbe mai permesse nemmeno ad uno in grado di sconfiggere l'universo intero!
Ammesso che ci riuscisse veramente e che le sue non fossero solo megalomanie!
 
 
"Dovrei stare calmo, in fondo non è successo nulla. In realtà non mi importa niente di lei e di cosa possa aver pensato. La mia vita è stata irta di difficoltà e pericoli, è assurdo ora che mi preoccupi per cose simili, di così poco conto. Non dipende da lei la mia vita. Era per Freezer che dovevo preoccuparmi cosa pensava di me, di ciò che facevo e dicevo perchè da lui dipendeva la mia vita. Trovo assurdo ora che mi metta a pensare a quella donna e a quanto appena accaduto!
E' successo qualcosa di normale, in fin dei conti! Immagino accada spesso fra uomo e donna, anzi, sia d'obbligo. E' solo che fino ad adesso non avevo mai avuto tempo di pensare a queste cose. Non sapevo bene cosa significasse voglia sessuale. Credo sia questo e molto di più E' quel molto di più che mi attira, voglio capire cos'è il resto, tutto. Fino in fondo. Prima non potevo, ora posso. E non c'è niente di male nell'esplorare certe cose con la prima donna che mi capita a tiro. Lei ha un bel corpo e accende quei miei istinti che non pensavo di possedere o meglio che non avevo mai sperimentato. E' una cosa curiosa.
Fin'ora sono stato come un soldato, passo dopo passo, sinistro, destro, sinistro. Andavo avanti in questo modo come un automa a combattere ed uccidere. Proprio come un soldato. Tutti cadono in battaglia e purtroppo, brucia dirlo, ma è capitato anche a me.
Se ripenso a quanto ho vissuto fin ora capisco che non ho avuto tempo per altro che non fosse la guerra. Sia personale che fisica.
Pezzo dopo pezzo mi sono distrutto e mi sono ridotto addirittura a pensare che noi 'soldatini' non vinciamo mai veramente. Però la battaglia va avanti. Già. Nonostante ogni sera mi trovassi senza un pezzo di me stesso ho lottato tutte le battaglie che mi arrivavano, senza mai mollare, senza mai pensare di non farcela. Continuavo nel mio odio a forgiare la mia vittoria, la mia vendetta...ed alla fine nonostante mi sentissi solo un giocattolo nelle sue mani e molte parti di me stesso siano state calpestate, sono riuscito a rimanere Vegeta ed ora posso continuare a riprendermi ciò che mi spetta di diritto!
Lo trovo assurdo che per capirmi ora devo pensare al mio passato eppure se sono l'uomo di ora è per ciò che ho vissuto.
Sono quel tipo di guerriero che non perde mai la sua compostezza, anche se mantengo il peso della mia intera razza sulle mie spalle non posso permettermi di mostrarlo.
Dovrei sentirmi anche in colpa per essere stato il tirapiedi più prezioso di Freezer, colui che ha distrutto i Sayan, ma l'ho fatto per la mia sopravvivenza. Per loro, in un certo modo. Anche se mi fa senso dire cose simili è così.
Non ho mai mostrato quel che avevo dentro, nessuno doveva e deve saperlo, anche se questo significa sfidare nuovi nemici impossibili che possono uccidermi.
Io in realtà ho solo un nemico ed è Kaaroth!
Ucciderò chiunque si frapporrà sul mio cammino, eroi o antagonisti che siano!
Non ho mai trascinato i miei seguaci in battaglie che ero in grado di sostenere da solo, me lo ha insegnato mio padre. Per far vedere il mio valore, affinché nessuno potesse calpestare il mio orgoglio, ciò che in certi momenti ci permette di andare avanti.
Dovevo fare da esempio, essere il leder, i miei seguaci credevano in me e pendevano dalle mie labbra, cercavano in me qualcuno che li guidasse; se saltava fuori qualche casino ero io ad affrontarlo e a pagarne maggiormente le conseguenze, mi sono sempre assunto le mie responsabilità. Con Freezer ci parlavo sempre io, mi facevo avanti e addirittura mi prendevo le punizioni a nome di tutti perchè io ero il principe che lui voleva, il guerriero sayan più forte di tutta la galassia, gli facevo comodo, lui voleva me e la mia forza e mi ha fatto vedere l'inferno per paura che io lo tradissi, che lo potessi sconfiggere. Ed è successo.
Ma non come pensavo.
Non come volevo.
E non c'è notte, ora, istante in cui non ci pensi.
Non pensi che in fondo non è merito di Kaaroth, ma COLPA di Kaaroth. Lui pensa di avermi fatto un favore ma ha contribuito ad umiliarmi e forse l'ha fatto più lui di Freezer. Mi ha sconfitto e poi mi ha risparmiato la vita...per poi aiutarmi. Ma questo non gli è bastato, è voluto diventare anche il leggendario super sayan prima di me!
Quel dannato mi deve molto.
Potevo provare a non far iniziare questa faida fra me e lui, ma non ho potuto fermarla. C'è una particolare linea che non va oltrepassata e lui è andato decisamente oltre. Mi è bastato vederlo trasformarsi in Super Sayan per farmi perdere la testa.
Mi ha vendicato ed ha ucciso per me Freezer, mi ha liberato e in un certo modo dovrei essere contento perchè è come se avessi vinto io la guerra eppure mi sento come se l'avessi persa. Ho speso così tanta energia per tutto questo che sinceramente sono esausto.
Ero e sono così preso da tutti i miei nemici che mi sembra quasi di essere stato io a causare ogni cosa. In realtà non è così. In realtà sono gli altri che mi pestano i piedi pensando di passarla liscia.
E non capiscono perchè me la prenda così, sminuiscono il mio dolore nell'essere stato sconfitto ed aiutato dalla stessa persona, ora più forte di me che invece era stato reputato un rifiuto!
Non è per combattere che sono nato, ma solo per essere il principe dei sayan e condurli nel trono dei più forti. Non sono nato per vendicarmi di tutto e tutti.
Ora a distanza di tutto ciò che ho passato vorrei solo sentirmi veramente chi dovrei essere, un principe della razza di guerrieri più forte in assoluto, l'uomo più potente della galassia.
Però non mi ci sento.
E mi brucia.
Come posso aver tempo di pensare anche a cose banali ed insulse come...i piaceri sessuali e alle donne?
Non desidero altro che diventare più forte, un super sayan e poi batterlo.
E' veramente tutto ciò che desidero.
Eppure è buffo come io mi senta ancora come solo un giocattolo. un soldato giocattolo andato in pezzi.
Devo ricostruirmi e non è facile.
Come si fa?
Si combatte ancora.
Ecco come si fa.
Si deve combattere ancora, allenarsi, andare avanti nella marcia senza mai perdere il ritmo.
Ora, dopo tutto questo, onestamente, pensare a sfogare i bisogni sessuali mi sembra ancora una perdita di tempo.
Ora ricordo perchè non me ne ero mai concessi, mancanza di tempo, certo, ma anche perchè non lo ritenevo di vitale importanza, non mi avrebbe salvato la vita. Ora devo valutare cosa mi serve per ottenere ciò che voglio.
E valutare anche COSA in realtà voglio.
Che stress...tutte queste domande sono sorte solo dopo di lei. Io odio fermarmi così per chiedermi cosa voglio, cosa mi serve e cosa non mi serve!
Lo odio!
Per questo tutti dovranno pagare.
Tutti i colpevoli."
 
C'era una volta in cui si poteva fare tranquillamente ciò che si voleva, nessuno si preoccupava che quello diventasse la causa della morte di qualcuno. Si poteva agire come l'istinto suggeriva senza sensi di colpa.
Quel tempo si chiamava libertà.
Ora la situazione è molto complicata. Ogni azione, gesto, parola ha delle conseguenze più o meno gravi sugli altri intorno e c'è chi eredita le pene di qualcun'altro, ma va bene finchè ci sono dei soldati in prima linea pronti a morire per queste persone, e tutto per non permettere che la morte di qualcuno pesi sulla coscienza di altri.
Questo tempo, invece, si chiama eroismo.
Vegeta doveva decidere in quale tempo stare, quello del passato o quello del presente.
A mettergli difficoltà nella scelta, però, c'era un imprevisto di cui aveva appena scoperto l'esistenza in sé stesso.
Quell'imprevisto si chiamava istinto umano.
Istinto che comprendeva i sentimenti, i rapporti, i bisogni biologici e quindi anche tutto ciò che era compreso nella sfera sessuale.
Tutte cose che aveva provveduto a tener chiuse grazie al desiderio di non morire.