INSOPPORTABILE
CAPITOLO 2:
I
RUOLI SCAMBIATI
/La
pioggia cade ancora e noi siamo ancora a terra, sporchi di fango e
fradici…un momento…ho detto NOI?!/
Arrivo
come al solito tardi e trapelata all'università, una volta
che
arrivassi puntuale ... non dico in anticipo, puntuale! È
dura
per una come me, di mio non sarei una ritardataria ma succedono
sempre cose che mi fanno perdere tempo ... il computer che non mi fa
chiudere, qualche programma in TV che si protrae troppo a lungo ...
io che sbavo su qualche bel attore ... o la merenda che sicuramente
non posso saltare, o la doccia che ritardo a fare sempre per
guardarmi la TV ... eh, che problemi! Non si può dire che
sia
colpa mia!
Parcheggio
al volo l'auto e il pensiero di stranezza su tutti questi posti
liberi mi attraversa un attimo la testa, di norma devo sempre
piazzarmi in qualche seconda o terza fila. Tuttavia come il pensiero
viene, va anche via. Con lo zaino slacciato e vuoto sulla spalla
accelero un po' il passo, certo non corro, non lo farei mai!
Arrivata
davanti alle porte dell'edificio mi stupisco, è chiuso e
spento così mi fermo e fisso le ante che non hanno
intenzione
di aprirsi! Corrugo la fronte senza capire e mi gratto il capo
inebetita!
Solo
lontanamente sento che appena fuori da questo stretto portico, quindi
ad uno o due metri di distanza da me, si mette a piovere, una di
quelle piogge che anticipano la primavera, quelle che ti ghiacciano
le ossa e ti fanno venire un accidente, forti, violente, antipatiche
... si, proprio!
Sbuffo,
non ci sono cartelli che dicano come mai oggi niente lezioni, avranno
mandato un avviso proprio mentre io non c'ero e figurarsi se qualcuno
mi avvisa! Dannati!
Con
aria imbronciata e seccata mi giro, non è che mi dispiaccia
saltare il corso, oggi, ma diciamo che una volta che mi sono fatta
sta corsa, ormai tanto valeva rimanerci!
Muovo
un passo scendendo gli scalini, alzo gli occhi verso il cielo
dinnanzi a me carico di nuvoloni neri, un muro di pioggia mi divide
dall'esterno dove il freddo pungente mi raffredda ancor di
più.
Odio l'inverno, io sono un animale da estate!
Non ho
l'ombrello e devo fare una corsa fino alla macchina se non voglio
bagnarmi e mettendo sulla bilancia le due opzioni vince per uno a
cento il bagnarmi ... non correrò mai!
Proprio
mentre mi sto mettendo sotto il diluvio universale, dei passi si
muovono veloci sulle pozzanghere che si sono già formate,
guardo chi è e la cosa mi stupisce più
dell'università
chiusa. Più che stupirmi diciamo che diventa la ciliegina
orrenda sulla torta!
- Che
gran giornata ... -
Mormoro
a denti stretti. È appena arrivato trapelato quasi quanto
me,
proprio Nicola!
Penso
che il destino ce l'abbia con me, è una cosa proprio
evidente!
Bastardi tutti!
Pianto
il broncio con il labbro inferiore e mi ficco definitivamente sotto
la pioggia iniziando la doccia, lo ignorerò, si
arrangerà
da solo a vedere che è chiuso, tanto più che si
guarderà bene dal parlarmi per chiedere dove vado!
Digrigno
i denti all'interno delle labbra chiuse, lo morderei anche se non ha
ancora fatto nulla!
Gli
passo accanto e lui mi supera adottando il mio stesso sistema, mi
ignora, nemmeno mi vede, sono soddisfatta del fatto che sia
più
bagnato di me anche se non l'ho guardato bene, del resto non me ne
importa un fico secco ... anzi, no, bugiarda, me ne importa, devo
stare attenta ad ogni suo comportamento che potrebbe tornarmi utile
per ritorcerglielo contro; mi urta e non c'è niente da fare,
non riesco a frenare questo istinto omicida nei suoi confronti!
Quando
ormai sto per uscire dal cortile sento fra lo scroscio della pioggia
un tonfo ed un forte:
-
Merda! -
Mi
fermo, spalanco gli occhi, non ho mica sentito bene ... i capelli mi
si appiccicano del tutto sulla testa e se avevo il bagnoschiuma lo
usavo, così mi lavavo per bene.
Cioè
... tornando a quel che ho udito: era una parolaccia ... e con la sua
voce!
Da non
crederci!
Mi giro
di scatto, questa non posso perdermela!
Da
lontano lo vedo semplicemente seduto a terra con la mano che stringe
la caviglia sinistra e una smorfia di dolore in volto che non riesco
a vedere bene poiché non gli sono molto vicino, punto che va
a
mio sfavore visto che dovrò prenderlo in giro per una cosa
simile!
Dai, è
caduto dagli scalini, non ci posso credere ... perché non
posso crederci?
Perché
Mr Perfezione non fa mai figuracce, a lui riesce tutti divinamente,
persino scendere degli scalini sotto la pioggia!
Questo
è quello che si chiama scoop!
Sto
ferma e lo guardo, noto che lui ricambia, non mi muovo, sono occupata
a godermi la scena fino in fondo, mi imprimo ogni attimo prima di
girare sui tacchi e andarmene! Sto quindi per farlo ma ecco qualcosa
mi blocca proprio mentre mi sto voltando da grandissima stronza che
sono!
Io, si,
proprio io, che mossa da pietà mi dirigo verso di lui per
vedere se gentilmente e civilmente ha bisogno di una mano ... io ...
ma dico: cosa mi hanno dato da bere? Forse mi sono ubriacata prima di
uscire!
Gli
sono quindi accanto, lui non mi guarda nemmeno, penso per ovvio
imbarazzo, comprensibile in un certo senso, spero che non accetti il
mio aiuto così posso andarmene, mica sarà
così
grave, no?
- Hai
bisogno di una mano? -
Mi
sembrava stupida la classica frase: tutto bene? Oppure: ti sei fatto
male?
Che
domande sono? È caduto, si tiene la caviglia e fa la
smorfia,
ovvio che si è fatto male!
Lui
continua a non guardarmi e tiene lo sguardo sulla sua gamba,
comprensibile meno di prima, ora comincia di nuovo a non sopportarlo,
il mio tasso di impazienza e maleducazione sta pericolosamente
salendo.
Sono
una tipa che si fa i fattacci suoi, perché ora non me li
sono
fatti?
Uff!
- No,
grazie ... -
Figurarsi
... cosa pensavo che potesse rispondere? Del resto speravo dicesse
proprio così ... eppure non giro sui tacchi ma rimango qui
dove sono a continuare la mia doccia in sua compagnia. Sono proprio
scema ma forse mi pregusto la scenetta divertente che mi sta per
coinvolgere.
Prima
considerazione: ma non dovrebbe essere la donna a cadere distratta e
slogarsi la caviglia e l'uomo ad arrivare, in quanto principe
azzurro, a salvarla e aiutarla? Come mai qua io faccio l'uomo?
Alzo lo
spalle e penso lui noti il mio gesto, a me non importa onestamente.
Faccia
quel che gli pare, è solo un idiota ed ora si rivela per
quello che è!"
"Ma
dico, su mille persone che potevo incontrare, proprio lei?
E'
l'unico pensiero coerente mentre cado e mi sfugge una ovvia
imprecazione che mi infastidisce anche mentre la dico, che sboccata
gratuita, poi proprio in questo posto!
Do uno
sguardo allo stato in cui sono, pietoso visto che sono a terra, per
poi concentrarmi sul dolore alla caviglia, viene dall'osso interno e
nonostante faccia un gran freddo ed abbia i piedi bagnati, il calore
da un punto specifico mi si espande in gran parte della zona, brucia
sempre più mentre la fitta non è certo
indifferente,
sono caduto piegando del tutto la caviglia ... sicuramente è
una storta, non credo proprio sia rotto!
Vorrei
continuare ad imprecare un po' per il dolore e mi concedo una smorfia
che attesta che non sto molto bene, anche se non vorrei proprio
davanti a lei che mi guarda, chissà cosa pensa, mi
starà
prendendo in giro e si sbellicherà dal ridere! Io queste
figure le faccio ma riesco sempre a limitarle alla mia vita privata,
quando nessuno mi guarda!
Naturale
poi che quando per puro dovere e obbligo, Yoel mi si avvicina io
evito accuratamente di guardarla e rifiuto categorico il suo aiuto.
Almeno non ha fatto una di quelle domande stupide!
In
realtà avrei un gran bisogno di aiuto ma vorrei evitare di
fare la parte della principessa da salvare ... lei farebbe quindi il
principe! Stringo i denti e con orgoglio smisurato mi preparo per
alzarmi, sono zuppo e noto che lei è altrettanto, le gocce
cadono lungo il volto e i capelli mi si appiccicano al capo
impedendomi di vedere bene.
Con
autocontrollo evito di mostrare troppe espressioni facciali
compromettenti, mi concentro e mi alzo ma l'appoggio del piede
infortunato mi fa comprendere in un lampo il modo di dire: 'vedo le
stelle'!
Il
dolore si acutizza in maniera allucinante e non so nemmeno dove sento
più male, è qua che stringendo forte gli occhi
vedo
tutto nero e dei luccichii si fanno strada ... le stelle!
È
tutto veloce, dal dolore non mi rendo conto di altro e mi trovo a
cadere come un pero, di nuovo, ancora ... basta, Nicola, un po' di
contegno ... cavolo, vorrei sparire!
La
pioggia cade ancora e noi siamo ancora a terra, sporchi di fango e
fradici ... un momento ... ho detto NOI?!
Cos'è
questo morbido sotto di me? La mia faccia soprattutto è
sprofondata in un posto che è così bagnato da
lasciar
trasparire l'odore e la morbidezza, un petto che si alza e si abbassa
veloce in mezzo a due ... come definirli? Montagne?
Non
voglio svegliarmi e vedere dove sono caduto, non voglio proprio che
sia così come inizio a pensare, sarebbe una tragedia!
Respiro
affannato e per un momento riesco a dimenticare la caviglia storta,
tiro su il mio volto e a due centimetri di distanza mi trovo niente
meno che due seni dove la maglia bagnata si appiccica lasciando poco
all'immaginazione, colpa della giacca slacciata se sento ... e se
vedo ... e se immagino troppo, lo ammetto, troppo!
Eppure
non riesco a staccare gli occhi proprio da qui, non è una
visone tanto malvagia!
In un
secondo di ritardo mi rendo conto cosa ho pensato e cosa è
successo: per alzarmi da solo sono caduto, grazia alla maledetta
caviglia slogata, e mi sono aggrappato alla prima cosa che mi
è
venuta sotto mano, d'istinto. Proprio su Yoel dovevo finire?
In
questo abbraccio e posa equivoci!
Poi ti
sembra normale che lei cada a gambe aperte ed io mi ci piazzi proprio
in mezzo?
Comincio
a respirare affannato e ad avere certe accelerazioni cardiache,
dannazione, sono sempre così bravo a controllare me e le mie
facce, perché ora non arrivo? Oltre al piede, mi va a fuoco
anche la faccia, sento che nonostante il freddo e la pioggia, sono
bollente e sto friggendo.
Lo
ammetto nonostante il mio orgoglio: che figura di beeep! (si, si
è
proprio autocensurato!)
Troppe
cose insieme e succede di nuovo, vado in tilt e questa volta non per
lo studio e la scuola, bensì per altro più grave!
Imbarazzo
verso Yoel, posa equivoca, situazione equivoca, NOI equivoci e lei
troppo vicina!
TROPPO!
Io mi
sento male!
Quel
che mi da' fastidio non è il fatto di dover camminare
sorreggendomi a lei, doverci quindi stare in un certo senso
abbracciato, nemmeno che ci dipendo, per così dire, solo che
lei ha la macchina e la patente mentre io no! È questo che
mi
brucia! Lei era qui al momento giusto e si spaccia per la buona
samaritana! Vorrei proprio sapere cosa la spinge a fare una cosa del
genere!
Queste
considerazioni sono veloci e lontane poiché ogni passo
è
per me motivo di enorme sofferenza, rincarata la dose con lei che mi
sostiene, sono certo che sbuffa dentro di sé e vorrebbe
slogarmi anche l'altra caviglia!
- Dove
ti lascio? Pronto Soccorso oppure casa tua? Hai qualcuno che
può
aiutarti? -
La
domanda è lecita e necessaria, per questo me la fa e su una
cosa posso stare tranquillo ... non parlerà se proprio non
ne
sarà obbligata!
Ci
penso su un attimo, al Pronto Soccorso devo aspettare dieci anni e
non ho sinceramente voglia, non penso sia veramente così
grave
ma del resto a casa non ho nessuno, abito solo e i parenti sono tutti
lontani.
- A
casa ...-
Parlo a
monosillabi e a denti stretti, non è che ho poco dolore
sopportabile, ho un dolore allucinante!
Finalmente
arriviamo alla macchina e devo tornare a parlare solo per dirle dove
abito, mentre penso come sono finito a farmi dare un passaggio
proprio da lei ... del resto non c'era nessun altro!
Nel
tragitto guida veloce e da perfetta spericolata, piove ancora molto e
fa un discreto freddo, considerando che siamo bagnati fradici ci
ammaleremo di sicuro, bè, tanto io ora mi cambio e mi
asciugo
subito. Lancio uno sguardo istintivo a lei che guida senza mezzo
sorriso sulle labbra, le mani e le spalle tremano leggermente,
abbasso lo sguardo sul petto, il respiro è corto ... ecco
dove
ho appoggiato per sbaglio il volto, aveva la maglia bagnata e
appiccicata alla pelle, c'è stato ancor più
contatto.
Scaccio
questi pensiero scotendo il capo, lei lo nota e alza un sopracciglio
chiedendomi cosa io abbia, sapevo che doveva parlare, speravo non lo
facesse, anzi, ne ero sicuro eppure mi sbagliavo!
-
Nulla, fa freddo ... -
Spontaneamente
lei risponde :
- Eh
si, mica è estate dove si va di proposito sotto la pioggia a
rinfrescarsi! Tu abiti vicino ma intanto che poi io torno a casa
passa almeno un'ora, mi prenderò un febbrone ... tanto
più
che io mi ammalo solo se guardo del ghiaccio! -
Torno a
fissarla stranito, dal silenzio cupo ad una parlantina da premio
oscar, sembriamo due amici di vecchia data, come fa questa a parlare
così proprio con me?
- Eh si
... -
Mormoro
sentendomi in dovere di farlo.
Ed ecco
che un vago senso di colpa si fa strada in me, le sto facendo perdere
un sacco di tempo, per colpa mia, in un certo senso, si
ammalerà
e avrò il debito con lei in eterno. Quanto brucia questo!
Mi
mordo il labbro concentrandomi sulla strada, se arrivo a casa vivo
dopo questa guida spericolata, posso pensare di darle un asciugamano
e qualcosa di caldo. Le buone maniere me le hanno insegnate ed
è
giusto che le applichi anche sulle eretiche!
Per
puro dovere!
Fortuna
che non ho scale da fare, ci inzuppiamo ancora di più,
continuo ad appoggiarmi a lei e la cosa veramente mi da' fastidio,
non riesco a capire bene il perché ... penso che sia tutto
dovuto dal fatto che in fondo non mi dispiace molto la sua vicinanza,
non come dovrebbe e principalmente è questo che non mi
piace:
scoprire che non è come pensavo. Probabilmente mi sbaglio
anche ora.
Sono in
casa al sicuro, sto per farmi mollare sul divano, penso di tornare a
vedere le stelline di prima che gironzolavano davanti agli occhi! Non
è che sia molto più caldo, qui, è da
accendere
il fuoco nella stufa, questa casa era dei miei nonni, me l'hanno
lasciata ma è ancora un po' antiquata per certe cose.
Non so
nemmeno cosa fare per primo, voglio solo alzare il piede. Per un
attimo dimentico il mio orgoglio e i miei problemi con lei, credo lei
faccia altrettanto e le chiedo:
- Se
non ti scoccia puoi lasciarmi in camera, così mi cambio e mi
asciugo? -
Lei
annuisce, di poche parole, stranamente, non faccio più caso
a
quel che dice e fa, perché, per come ... non per ora, almeno.
Mi
aiuta ad arrivare alla camera percorrendo il corridoio, sono
fortunato ad avere tutto su un unico piano.
- Ehm
... senti, se ti va ti presto qualcosa di asciutto ... e ti posso
offrire anche qualcosa di caldo ... prima tremavi ... -
Non che
ora non tremi, anzi, sembra più infreddolita di prima, ho
parlato mettendo da parte egoismi e pregiudizi, come avrei dovuto
fare prima, credo, in fondo, e molto in fondo, è stata
gentile
e come già detto, meglio evitare i debiti con Yoel ...
Lei mi
guarda e scruta il mio volto, siamo entrambi bagnati e gelidi ma lei
perde tempo a cercare di capire se dico sul serio! Non
cambierà
mai, credo, suo malgrado alla fine accetta volentieri e senza
complimenti, forse non aspettava altro, anche se le costa stare
ancora in mia compagnia!
Quando
esco dalla camera saltellando su un piede, vengo investito da una
leggera ventata di calore, corrugo la fronte e senza capire la cerco
subito con lo sguardo, è seduta davanti al caminetto che ha
acceso in pochissimo tempo, il fuoco al suo interno scoppietta
mostrando la luce arancione che le colora i capelli rosso fuoco
(tinti da poco), legati ed ancora bagnati, un colore simile non lo si
scorda per una vita intera, quelle cose da film, dove lei è
una punkettara fuori controllo. È in una delle sue pose poco
femminili ma quel che vedo all'istante, su cui i miei occhi si posano
dopo un attenta e accurata occhiata, è nuovamente il suo
seno,
ove le sue mani allacciano i bottoni della camicia, si è
vestita proprio in questa stanza senza paura che io potessi uscire e
trovarla mezza nuda.
Noto
solo vagamente i suoi abiti sono appoggiati sulla panca accanto al
fuoco affinché si asciugano ... chissà
perchè
non sono il mio pensiero primario?
Dalla
scollatura si intravede abbastanza per mettermi in agitazione e
sentire una vampata di calore colpirmi dalle guance fino ad ogni
dove. Non si vede tanto, dai, e poi lei sta coprendo ...
perché
dovevo guardare proprio là? Forse perché prima
sprofondando col viso lì mi ha mandato in confusione, come
penso sia naturale ...
Non
voglio approfondire. Assolutamente no.
Contraggo
la mascella e sto in silenzio a guardarla, è così
assorta che non si è accorta della mia presenza, forse
dovrei
fare rumore, giro gli occhi e fisso gli oggetti che le stanno
intorno, scarponi in ordine (mi aspettavo fossero in giro per la
stanza) sotto il caminetto, di fianco come già notato prima,
tutti i suoi vestiti e quello che noto lì fra i pantaloni e
la
maglia penso sia proprio ... il suo reggiseno ... forse era meglio se
non guardavo proprio niente! Il rossore è ancora
più
violento, torno a guardarla, perché non mi giro del tutto e
faccio finta di nulla, il mio sguardo come una calamita non riesce a
staccarsi da lei, seduta su uno sgabello basso, dà la fronte
al fuoco che le arrossa la pelle già di natura abbronzata,
ha
lo sguardo assorto mentre si guarda i bottoni che si allaccia al
petto, le gambe sono divaricate e i miei pantaloni di tuta le stanno
cadenti e larghi, come era ovvio, li ha arrotolati sulle caviglie per
permettere ai piedi nudi di asciugarsi.
Il
panno di spugna lo ha appoggiato insieme ai vestiti mentre lei
afferra, senza calcolarmi, la spazzola (deve essersela portata lei,
poiché io non ne ho mica, uso il pettine ... ) ed una volta
vestita si scioglie i capelli, nonostante siano ancora bagnati se li
pettina scrollandoseli dalle gocce che finiscono a terra, le guardo
per un attimo sapendo che non è una buona idea fissarla
ancora, la lascio pettinarsi quelle lunghezze esagerate. Non pensavo
fossero così lunghi, mi lasciano del tutto stupito anche
perché le donano molto, li doma tirandoli all'indietro ma ai
lati le cadono intorno al viso ovale, tiene la bocca
all'ingiù
in una specie di broncio e non capisco se è naturale oppure
se
è arrabbiata per qualcosa. È del tutto immersa in
quel
che fa ed io solo ora, con una fitta alla caviglia, mi rendo conto di
essere stato tanto a scrutarla imprudentemente. Che ficcanaso!
Proprio io ...
Sospiro
mentre vedo che le ciocche lisce e libere arrivano fino al
fondoschiena, sono scalati e sopra sono corti fino alle spalle,
mentre sono sotto che si allungano così tanto. Un taglio
originale, ovviamente, come ammetto che lei è.
Un
ammissione che mi brucia un po'.
Finalmente
mi nota e alza lo sguardo su di me di scatto, come se fosse stata
beccata in flagrante e con una sorta di colpevolezza nello sguardo mi
chiede un muto scusa sulle libertà che si è
presa,
infatti alzandosi si giustifica con voce docile da manuale, vorrei
registrarla per ricattarla quando mi fa arrabbiare con le sue
battutine acide e cattive:
- Ehm,
avevo freddo così prima di cambiarmi ho acceso un attimo il
fuoco e mi sono cambiata, non ho fatto il thè
perché
ormai è ora di cena, a me rovina l'appetito ma se vuoi ...
comunque tempo di farmi asciugare i calzetti e telo via! Detesto
indossare calzetti bagnati, così intanto mi si asciugano
anche
le scarpe ... -
Ecco,
ora la riconosco, si è messa a parlare veloce e concitata,
con
una parlantina che proprio non pensavo potesse esserle tornata dopo
lo shock di avermi visto cadere in quel modo!
- Va
bene ... ora mangio anche io. Puoi ... - Questa frase mi costa ... -
... rimanere quanto vuoi, anzi ... - Costa tanto anche questa ... -
... se vuoi, puoi rimanere a cena. Faccio qualcosa di caldo e veloce
... -
Infine
sospiro rassegnato, chissà cosa mi è venuto in
mente?
Dirgli una cosa simile! Deve essersi congestionato il cervello,
volevo se ne andasse il prima possibile per non rimanere contagiato
dalla sua follia ed invece ... invece ecco qua che la invito a cena!
Sicuramente rifiuta, gliel'ho chiesto più che altro per
gentilezza ed educazione, in questi casi si fa così, me lo
hanno insegnato, non potevo essere maleducato, non ci arrivo quando
le persone sono gentili con me. Apre bocca per rispondere e mi godo
il suo rifiuto che per una volta mi sembra soave, saltello verso il
divano e mi appoggio allo schienale, quando lo sto facendo lei dice
schietta:
- Oh,
ecco, se non ti dispiace accetto ... vedi, fuori piove che Dio la
manda e ho un po' paura a guidare, è aumentato, ora
c'è
un vento da tempesta del secolo. Quindi, si insomma ... così
mi si asciugano i vestiti e le scarpe e mi scaldo! Insomma ...
grazie. Cucino io per ringraziarti! -
Ecco,
lo sapevo! Con lei qualunque cosa faccia finisce che le figure di
beep me le becco tutte io!
Cado,
cosa dovevo fare? Finisco che sorpasso lo schienale ed io con le
gambe in aria e la testa sul cuscino del divano!
Devo
farmi esorcizzare, dannazione!
- CA
... volo!-
Spalanco
ulteriormente gli occhi tornando rosso acceso ... stavo per dire una
brutta parolaccia, che vergogna!
La
risata che accoglie tutto questo è di Yoel e mi lascia
impietrito, irrigidisco i muscoli e mi copro la faccia con le mani.
Non posso crederci, è allucinante, voglio sparire. Per lo
meno
non ho urtato il piede dolorante!
Vorrei
proprio avere dei poteri e tornare indietro nel tempo,
perché
oggi sono uscito di casa?
La sua
risata sincera, sicuramente non da biasimare, si avvicina a me, si
piazza davanti allo schienale, dove dovevo appoggiarmi io e si piega
in avanti facendosi vedere, senza ritegno continua a ridere. Mi fermo
mentre la fisso fra le dita che coprono il mio volto imbarazzato,
odio tutto questo. Quando ride così di gusto cambia
completamente aria, di solito sembra così musona e non
spiccica parola ma ora è diverso, non solo parla a tratti e
tanto in modo confuso ma è spontanea ... e per di
più
ride! È questo il punto. Ride non di presa in giro!
Questo
non mi impedisce di rimanere rosso comunque!
- Sei
più divertente di qualche sembravi ... davvero! Dai, ti
aiuto
ancora, ormai sono abituata, no? -
Questa
frecciatina poteva risparmiarla ma dovevo aspettarmela, sbuffo ancora
stringendo i denti e afferro le mani che allunga, tutti questi
contatti in una serata non mi piacciono molto, è troppo, non
va bene ... mi troverò a pensare a cose che volevo ignorare
perchè le consideravo inutili!
Tutta
colpa di questa qui, perché l'ho incontrata?
Come
diceva quel film?
Maledetto
il giorno che ti ho incontrata!"
"Sbaccano
divertita da morire, non mi capitava di stare così da tempo,
sono contenta per me stessa! Ero al posto giusto al momento giusto,
pensavo fosse solo una grande sfiga questa giornata, invece no!
Evvai!
Faccio
lo sforzo di aiutarlo ancora, la cosa mi sembra più un gioco
che altro, chissà quante altre figuracce farà
prima che
me ne vada?
Comincio
a scoprirlo diverso da quel che pensavo, voglio dire: sembrava un
altro genere di ragazzo, serio, perfetto, composto ... invece va in
tilt e fa delle cose che non sono mica comuni!
Insomma
sembra che sia io l'uomo e lui la donna, come se i ruoli comuni si
fossero scambiati ... ma che cosa assurda!
Lui mi
prende le mani e sono entrambe calde, sono mani grandi e forti come
piacciono a me, molto curate, sembrerebbero d'artista ma dubito che
abbia quel tipo di sensibilità. Non gliele avevo mai
guardate
ed ora addirittura le tocco ...
Tiro su
mentre con presa ferrea non ho intenzione di mollarlo.
Accade
in un lampo, per la seconda volta in una serata. Direi che potremmo
smetterla con tutte queste situazioni imbarazzanti ed equivoche!
Mi
chiedo come mai lui sia più pesante di me, forse
perché
è un uomo, si ... ma perché nonostante io tirassi
con
tutte le mie forze invece di avere risultati positivi ne ho avuti
solo di negativi?
Perché
ora mi trovo la faccia contro il suo stomaco e tutta ingarbugliata
addosso a lui, sul divano?
Le sue
urla oscene mi spaccano i timpani, devo avergli fatto male alla
caviglia, merda, pure questa ora ...
Aiuto,
voglio sparire e scappare!
Mani
dappertutto, braccia anche, per non parlare delle gambe ... se
qualcuno entra ora pensa che stiamo facendo sesso.
Spalanco
gli occhi e divento di mille colori mentre impreco insieme a lui
(fatto straordinario che lui lo faccia!).
La
scena di io e lui che facciamo sesso mi manda in piena crisi e non
capisco più nulla!"