INSOPPORTABILE

CAPITOLO 2:

I RUOLI SCAMBIATI
nicola
 
/La pioggia cade ancora e noi siamo ancora a terra, sporchi di fango e fradici…un momento…ho detto NOI?!/


Arrivo come al solito tardi e trapelata all'università, una volta che arrivassi puntuale ... non dico in anticipo, puntuale! È dura per una come me, di mio non sarei una ritardataria ma succedono sempre cose che mi fanno perdere tempo ... il computer che non mi fa chiudere, qualche programma in TV che si protrae troppo a lungo ... io che sbavo su qualche bel attore ... o la merenda che sicuramente non posso saltare, o la doccia che ritardo a fare sempre per guardarmi la TV ... eh, che problemi! Non si può dire che sia colpa mia!
Parcheggio al volo l'auto e il pensiero di stranezza su tutti questi posti liberi mi attraversa un attimo la testa, di norma devo sempre piazzarmi in qualche seconda o terza fila. Tuttavia come il pensiero viene, va anche via. Con lo zaino slacciato e vuoto sulla spalla accelero un po' il passo, certo non corro, non lo farei mai!
Arrivata davanti alle porte dell'edificio mi stupisco, è chiuso e spento così mi fermo e fisso le ante che non hanno intenzione di aprirsi! Corrugo la fronte senza capire e mi gratto il capo inebetita!
Solo lontanamente sento che appena fuori da questo stretto portico, quindi ad uno o due metri di distanza da me, si mette a piovere, una di quelle piogge che anticipano la primavera, quelle che ti ghiacciano le ossa e ti fanno venire un accidente, forti, violente, antipatiche ... si, proprio!
Sbuffo, non ci sono cartelli che dicano come mai oggi niente lezioni, avranno mandato un avviso proprio mentre io non c'ero e figurarsi se qualcuno mi avvisa! Dannati!
Con aria imbronciata e seccata mi giro, non è che mi dispiaccia saltare il corso, oggi, ma diciamo che una volta che mi sono fatta sta corsa, ormai tanto valeva rimanerci!
Muovo un passo scendendo gli scalini, alzo gli occhi verso il cielo dinnanzi a me carico di nuvoloni neri, un muro di pioggia mi divide dall'esterno dove il freddo pungente mi raffredda ancor di più. Odio l'inverno, io sono un animale da estate!
Non ho l'ombrello e devo fare una corsa fino alla macchina se non voglio bagnarmi e mettendo sulla bilancia le due opzioni vince per uno a cento il bagnarmi ... non correrò mai!
Proprio mentre mi sto mettendo sotto il diluvio universale, dei passi si muovono veloci sulle pozzanghere che si sono già formate, guardo chi è e la cosa mi stupisce più dell'università chiusa. Più che stupirmi diciamo che diventa la ciliegina orrenda sulla torta!
- Che gran giornata ... -
Mormoro a denti stretti. È appena arrivato trapelato quasi quanto me, proprio Nicola!
Penso che il destino ce l'abbia con me, è una cosa proprio evidente! Bastardi tutti!
Pianto il broncio con il labbro inferiore e mi ficco definitivamente sotto la pioggia iniziando la doccia, lo ignorerò, si arrangerà da solo a vedere che è chiuso, tanto più che si guarderà bene dal parlarmi per chiedere dove vado!
Digrigno i denti all'interno delle labbra chiuse, lo morderei anche se non ha ancora fatto nulla!
Gli passo accanto e lui mi supera adottando il mio stesso sistema, mi ignora, nemmeno mi vede, sono soddisfatta del fatto che sia più bagnato di me anche se non l'ho guardato bene, del resto non me ne importa un fico secco ... anzi, no, bugiarda, me ne importa, devo stare attenta ad ogni suo comportamento che potrebbe tornarmi utile per ritorcerglielo contro; mi urta e non c'è niente da fare, non riesco a frenare questo istinto omicida nei suoi confronti!
Quando ormai sto per uscire dal cortile sento fra lo scroscio della pioggia un tonfo ed un forte:
- Merda! -
Mi fermo, spalanco gli occhi, non ho mica sentito bene ... i capelli mi si appiccicano del tutto sulla testa e se avevo il bagnoschiuma lo usavo, così mi lavavo per bene.
Cioè ... tornando a quel che ho udito: era una parolaccia ... e con la sua voce!
Da non crederci!
Mi giro di scatto, questa non posso perdermela!
Da lontano lo vedo semplicemente seduto a terra con la mano che stringe la caviglia sinistra e una smorfia di dolore in volto che non riesco a vedere bene poiché non gli sono molto vicino, punto che va a mio sfavore visto che dovrò prenderlo in giro per una cosa simile!
Dai, è caduto dagli scalini, non ci posso credere ... perché non posso crederci?
Perché Mr Perfezione non fa mai figuracce, a lui riesce tutti divinamente, persino scendere degli scalini sotto la pioggia!
Questo è quello che si chiama scoop!
Sto ferma e lo guardo, noto che lui ricambia, non mi muovo, sono occupata a godermi la scena fino in fondo, mi imprimo ogni attimo prima di girare sui tacchi e andarmene! Sto quindi per farlo ma ecco qualcosa mi blocca proprio mentre mi sto voltando da grandissima stronza che sono!
Io, si, proprio io, che mossa da pietà mi dirigo verso di lui per vedere se gentilmente e civilmente ha bisogno di una mano ... io ... ma dico: cosa mi hanno dato da bere? Forse mi sono ubriacata prima di uscire!
Gli sono quindi accanto, lui non mi guarda nemmeno, penso per ovvio imbarazzo, comprensibile in un certo senso, spero che non accetti il mio aiuto così posso andarmene, mica sarà così grave, no?
- Hai bisogno di una mano? -
Mi sembrava stupida la classica frase: tutto bene? Oppure: ti sei fatto male?
Che domande sono? È caduto, si tiene la caviglia e fa la smorfia, ovvio che si è fatto male!
Lui continua a non guardarmi e tiene lo sguardo sulla sua gamba, comprensibile meno di prima, ora comincia di nuovo a non sopportarlo, il mio tasso di impazienza e maleducazione sta pericolosamente salendo.
Sono una tipa che si fa i fattacci suoi, perché ora non me li sono fatti?
Uff!
- No, grazie ... -
Figurarsi ... cosa pensavo che potesse rispondere? Del resto speravo dicesse proprio così ... eppure non giro sui tacchi ma rimango qui dove sono a continuare la mia doccia in sua compagnia. Sono proprio scema ma forse mi pregusto la scenetta divertente che mi sta per coinvolgere.
Prima considerazione: ma non dovrebbe essere la donna a cadere distratta e slogarsi la caviglia e l'uomo ad arrivare, in quanto principe azzurro, a salvarla e aiutarla? Come mai qua io faccio l'uomo?
Alzo lo spalle e penso lui noti il mio gesto, a me non importa onestamente.
Faccia quel che gli pare, è solo un idiota ed ora si rivela per quello che è!"
 
 
"Ma dico, su mille persone che potevo incontrare, proprio lei?
E' l'unico pensiero coerente mentre cado e mi sfugge una ovvia imprecazione che mi infastidisce anche mentre la dico, che sboccata gratuita, poi proprio in questo posto!
Do uno sguardo allo stato in cui sono, pietoso visto che sono a terra, per poi concentrarmi sul dolore alla caviglia, viene dall'osso interno e nonostante faccia un gran freddo ed abbia i piedi bagnati, il calore da un punto specifico mi si espande in gran parte della zona, brucia sempre più mentre la fitta non è certo indifferente, sono caduto piegando del tutto la caviglia ... sicuramente è una storta, non credo proprio sia rotto!
Vorrei continuare ad imprecare un po' per il dolore e mi concedo una smorfia che attesta che non sto molto bene, anche se non vorrei proprio davanti a lei che mi guarda, chissà cosa pensa, mi starà prendendo in giro e si sbellicherà dal ridere! Io queste figure le faccio ma riesco sempre a limitarle alla mia vita privata, quando nessuno mi guarda!
Naturale poi che quando per puro dovere e obbligo, Yoel mi si avvicina io evito accuratamente di guardarla e rifiuto categorico il suo aiuto. Almeno non ha fatto una di quelle domande stupide!
In realtà avrei un gran bisogno di aiuto ma vorrei evitare di fare la parte della principessa da salvare ... lei farebbe quindi il principe! Stringo i denti e con orgoglio smisurato mi preparo per alzarmi, sono zuppo e noto che lei è altrettanto, le gocce cadono lungo il volto e i capelli mi si appiccicano al capo impedendomi di vedere bene.
Con autocontrollo evito di mostrare troppe espressioni facciali compromettenti, mi concentro e mi alzo ma l'appoggio del piede infortunato mi fa comprendere in un lampo il modo di dire: 'vedo le stelle'!
Il dolore si acutizza in maniera allucinante e non so nemmeno dove sento più male, è qua che stringendo forte gli occhi vedo tutto nero e dei luccichii si fanno strada ... le stelle!
È tutto veloce, dal dolore non mi rendo conto di altro e mi trovo a cadere come un pero, di nuovo, ancora ... basta, Nicola, un po' di contegno ... cavolo, vorrei sparire!
La pioggia cade ancora e noi siamo ancora a terra, sporchi di fango e fradici ... un momento ... ho detto NOI?!
Cos'è questo morbido sotto di me? La mia faccia soprattutto è sprofondata in un posto che è così bagnato da lasciar trasparire l'odore e la morbidezza, un petto che si alza e si abbassa veloce in mezzo a due ... come definirli? Montagne?
Non voglio svegliarmi e vedere dove sono caduto, non voglio proprio che sia così come inizio a pensare, sarebbe una tragedia!
Respiro affannato e per un momento riesco a dimenticare la caviglia storta, tiro su il mio volto e a due centimetri di distanza mi trovo niente meno che due seni dove la maglia bagnata si appiccica lasciando poco all'immaginazione, colpa della giacca slacciata se sento ... e se vedo ... e se immagino troppo, lo ammetto, troppo!
Eppure non riesco a staccare gli occhi proprio da qui, non è una visone tanto malvagia!
In un secondo di ritardo mi rendo conto cosa ho pensato e cosa è successo: per alzarmi da solo sono caduto, grazia alla maledetta caviglia slogata, e mi sono aggrappato alla prima cosa che mi è venuta sotto mano, d'istinto. Proprio su Yoel dovevo finire?
In questo abbraccio e posa equivoci!
Poi ti sembra normale che lei cada a gambe aperte ed io mi ci piazzi proprio in mezzo?
Comincio a respirare affannato e ad avere certe accelerazioni cardiache, dannazione, sono sempre così bravo a controllare me e le mie facce, perché ora non arrivo? Oltre al piede, mi va a fuoco anche la faccia, sento che nonostante il freddo e la pioggia, sono bollente e sto friggendo.
Lo ammetto nonostante il mio orgoglio: che figura di beeep! (si, si è proprio autocensurato!)
Troppe cose insieme e succede di nuovo, vado in tilt e questa volta non per lo studio e la scuola, bensì per altro più grave!
Imbarazzo verso Yoel, posa equivoca, situazione equivoca, NOI equivoci e lei troppo vicina!
TROPPO!
Io mi sento male!
Quel che mi da' fastidio non è il fatto di dover camminare sorreggendomi a lei, doverci quindi stare in un certo senso abbracciato, nemmeno che ci dipendo, per così dire, solo che lei ha la macchina e la patente mentre io no! È questo che mi brucia! Lei era qui al momento giusto e si spaccia per la buona samaritana! Vorrei proprio sapere cosa la spinge a fare una cosa del genere!
Queste considerazioni sono veloci e lontane poiché ogni passo è per me motivo di enorme sofferenza, rincarata la dose con lei che mi sostiene, sono certo che sbuffa dentro di sé e vorrebbe slogarmi anche l'altra caviglia!
- Dove ti lascio? Pronto Soccorso oppure casa tua? Hai qualcuno che può aiutarti? -
La domanda è lecita e necessaria, per questo me la fa e su una cosa posso stare tranquillo ... non parlerà se proprio non ne sarà obbligata!
Ci penso su un attimo, al Pronto Soccorso devo aspettare dieci anni e non ho sinceramente voglia, non penso sia veramente così grave ma del resto a casa non ho nessuno, abito solo e i parenti sono tutti lontani.
- A casa ...-
Parlo a monosillabi e a denti stretti, non è che ho poco dolore sopportabile, ho un dolore allucinante!
Finalmente arriviamo alla macchina e devo tornare a parlare solo per dirle dove abito, mentre penso come sono finito a farmi dare un passaggio proprio da lei ... del resto non c'era nessun altro!
Nel tragitto guida veloce e da perfetta spericolata, piove ancora molto e fa un discreto freddo, considerando che siamo bagnati fradici ci ammaleremo di sicuro, bè, tanto io ora mi cambio e mi asciugo subito. Lancio uno sguardo istintivo a lei che guida senza mezzo sorriso sulle labbra, le mani e le spalle tremano leggermente, abbasso lo sguardo sul petto, il respiro è corto ... ecco dove ho appoggiato per sbaglio il volto, aveva la maglia bagnata e appiccicata alla pelle, c'è stato ancor più contatto.
Scaccio questi pensiero scotendo il capo, lei lo nota e alza un sopracciglio chiedendomi cosa io abbia, sapevo che doveva parlare, speravo non lo facesse, anzi, ne ero sicuro eppure mi sbagliavo!
- Nulla, fa freddo ... -
Spontaneamente lei risponde :
- Eh si, mica è estate dove si va di proposito sotto la pioggia a rinfrescarsi! Tu abiti vicino ma intanto che poi io torno a casa passa almeno un'ora, mi prenderò un febbrone ... tanto più che io mi ammalo solo se guardo del ghiaccio! -
Torno a fissarla stranito, dal silenzio cupo ad una parlantina da premio oscar, sembriamo due amici di vecchia data, come fa questa a parlare così proprio con me?
- Eh si ... -
Mormoro sentendomi in dovere di farlo.
Ed ecco che un vago senso di colpa si fa strada in me, le sto facendo perdere un sacco di tempo, per colpa mia, in un certo senso, si ammalerà e avrò il debito con lei in eterno. Quanto brucia questo!
Mi mordo il labbro concentrandomi sulla strada, se arrivo a casa vivo dopo questa guida spericolata, posso pensare di darle un asciugamano e qualcosa di caldo. Le buone maniere me le hanno insegnate ed è giusto che le applichi anche sulle eretiche!
Per puro dovere!
Fortuna che non ho scale da fare, ci inzuppiamo ancora di più, continuo ad appoggiarmi a lei e la cosa veramente mi da' fastidio, non riesco a capire bene il perché ... penso che sia tutto dovuto dal fatto che in fondo non mi dispiace molto la sua vicinanza, non come dovrebbe e principalmente è questo che non mi piace: scoprire che non è come pensavo. Probabilmente mi sbaglio anche ora.
Sono in casa al sicuro, sto per farmi mollare sul divano, penso di tornare a vedere le stelline di prima che gironzolavano davanti agli occhi! Non è che sia molto più caldo, qui, è da accendere il fuoco nella stufa, questa casa era dei miei nonni, me l'hanno lasciata ma è ancora un po' antiquata per certe cose.
Non so nemmeno cosa fare per primo, voglio solo alzare il piede. Per un attimo dimentico il mio orgoglio e i miei problemi con lei, credo lei faccia altrettanto e le chiedo:
- Se non ti scoccia puoi lasciarmi in camera, così mi cambio e mi asciugo? -
Lei annuisce, di poche parole, stranamente, non faccio più caso a quel che dice e fa, perché, per come ... non per ora, almeno.
Mi aiuta ad arrivare alla camera percorrendo il corridoio, sono fortunato ad avere tutto su un unico piano.
- Ehm ... senti, se ti va ti presto qualcosa di asciutto ... e ti posso offrire anche qualcosa di caldo ... prima tremavi ... -
Non che ora non tremi, anzi, sembra più infreddolita di prima, ho parlato mettendo da parte egoismi e pregiudizi, come avrei dovuto fare prima, credo, in fondo, e molto in fondo, è stata gentile e come già detto, meglio evitare i debiti con Yoel ...
Lei mi guarda e scruta il mio volto, siamo entrambi bagnati e gelidi ma lei perde tempo a cercare di capire se dico sul serio! Non cambierà mai, credo, suo malgrado alla fine accetta volentieri e senza complimenti, forse non aspettava altro, anche se le costa stare ancora in mia compagnia!
Quando esco dalla camera saltellando su un piede, vengo investito da una leggera ventata di calore, corrugo la fronte e senza capire la cerco subito con lo sguardo, è seduta davanti al caminetto che ha acceso in pochissimo tempo, il fuoco al suo interno scoppietta mostrando la luce arancione che le colora i capelli rosso fuoco (tinti da poco), legati ed ancora bagnati, un colore simile non lo si scorda per una vita intera, quelle cose da film, dove lei è una punkettara fuori controllo. È in una delle sue pose poco femminili ma quel che vedo all'istante, su cui i miei occhi si posano dopo un attenta e accurata occhiata, è nuovamente il suo seno, ove le sue mani allacciano i bottoni della camicia, si è vestita proprio in questa stanza senza paura che io potessi uscire e trovarla mezza nuda.
Noto solo vagamente i suoi abiti sono appoggiati sulla panca accanto al fuoco affinché si asciugano ... chissà perchè non sono il mio pensiero primario?
Dalla scollatura si intravede abbastanza per mettermi in agitazione e sentire una vampata di calore colpirmi dalle guance fino ad ogni dove. Non si vede tanto, dai, e poi lei sta coprendo ... perché dovevo guardare proprio là? Forse perché prima sprofondando col viso lì mi ha mandato in confusione, come penso sia naturale ...
Non voglio approfondire. Assolutamente no.
Contraggo la mascella e sto in silenzio a guardarla, è così assorta che non si è accorta della mia presenza, forse dovrei fare rumore, giro gli occhi e fisso gli oggetti che le stanno intorno, scarponi in ordine (mi aspettavo fossero in giro per la stanza) sotto il caminetto, di fianco come già notato prima, tutti i suoi vestiti e quello che noto lì fra i pantaloni e la maglia penso sia proprio ... il suo reggiseno ... forse era meglio se non guardavo proprio niente! Il rossore è ancora più violento, torno a guardarla, perché non mi giro del tutto e faccio finta di nulla, il mio sguardo come una calamita non riesce a staccarsi da lei, seduta su uno sgabello basso, dà la fronte al fuoco che le arrossa la pelle già di natura abbronzata, ha lo sguardo assorto mentre si guarda i bottoni che si allaccia al petto, le gambe sono divaricate e i miei pantaloni di tuta le stanno cadenti e larghi, come era ovvio, li ha arrotolati sulle caviglie per permettere ai piedi nudi di asciugarsi.
Il panno di spugna lo ha appoggiato insieme ai vestiti mentre lei afferra, senza calcolarmi, la spazzola (deve essersela portata lei, poiché io non ne ho mica, uso il pettine ... ) ed una volta vestita si scioglie i capelli, nonostante siano ancora bagnati se li pettina scrollandoseli dalle gocce che finiscono a terra, le guardo per un attimo sapendo che non è una buona idea fissarla ancora, la lascio pettinarsi quelle lunghezze esagerate. Non pensavo fossero così lunghi, mi lasciano del tutto stupito anche perché le donano molto, li doma tirandoli all'indietro ma ai lati le cadono intorno al viso ovale, tiene la bocca all'ingiù in una specie di broncio e non capisco se è naturale oppure se è arrabbiata per qualcosa. È del tutto immersa in quel che fa ed io solo ora, con una fitta alla caviglia, mi rendo conto di essere stato tanto a scrutarla imprudentemente. Che ficcanaso! Proprio io ...
Sospiro mentre vedo che le ciocche lisce e libere arrivano fino al fondoschiena, sono scalati e sopra sono corti fino alle spalle, mentre sono sotto che si allungano così tanto. Un taglio originale, ovviamente, come ammetto che lei è.
Un ammissione che mi brucia un po'.
Finalmente mi nota e alza lo sguardo su di me di scatto, come se fosse stata beccata in flagrante e con una sorta di colpevolezza nello sguardo mi chiede un muto scusa sulle libertà che si è presa, infatti alzandosi si giustifica con voce docile da manuale, vorrei registrarla per ricattarla quando mi fa arrabbiare con le sue battutine acide e cattive:
- Ehm, avevo freddo così prima di cambiarmi ho acceso un attimo il fuoco e mi sono cambiata, non ho fatto il thè perché ormai è ora di cena, a me rovina l'appetito ma se vuoi ... comunque tempo di farmi asciugare i calzetti e telo via! Detesto indossare calzetti bagnati, così intanto mi si asciugano anche le scarpe ... -
Ecco, ora la riconosco, si è messa a parlare veloce e concitata, con una parlantina che proprio non pensavo potesse esserle tornata dopo lo shock di avermi visto cadere in quel modo!
- Va bene ... ora mangio anche io. Puoi ... - Questa frase mi costa ... - ... rimanere quanto vuoi, anzi ... - Costa tanto anche questa ... - ... se vuoi, puoi rimanere a cena. Faccio qualcosa di caldo e veloce ... -
Infine sospiro rassegnato, chissà cosa mi è venuto in mente? Dirgli una cosa simile! Deve essersi congestionato il cervello, volevo se ne andasse il prima possibile per non rimanere contagiato dalla sua follia ed invece ... invece ecco qua che la invito a cena! Sicuramente rifiuta, gliel'ho chiesto più che altro per gentilezza ed educazione, in questi casi si fa così, me lo hanno insegnato, non potevo essere maleducato, non ci arrivo quando le persone sono gentili con me. Apre bocca per rispondere e mi godo il suo rifiuto che per una volta mi sembra soave, saltello verso il divano e mi appoggio allo schienale, quando lo sto facendo lei dice schietta:
- Oh, ecco, se non ti dispiace accetto ... vedi, fuori piove che Dio la manda e ho un po' paura a guidare, è aumentato, ora c'è un vento da tempesta del secolo. Quindi, si insomma ... così mi si asciugano i vestiti e le scarpe e mi scaldo! Insomma ... grazie. Cucino io per ringraziarti! -
Ecco, lo sapevo! Con lei qualunque cosa faccia finisce che le figure di beep me le becco tutte io!
Cado, cosa dovevo fare? Finisco che sorpasso lo schienale ed io con le gambe in aria e la testa sul cuscino del divano!
Devo farmi esorcizzare, dannazione!
- CA ... volo!-
Spalanco ulteriormente gli occhi tornando rosso acceso ... stavo per dire una brutta parolaccia, che vergogna!
La risata che accoglie tutto questo è di Yoel e mi lascia impietrito, irrigidisco i muscoli e mi copro la faccia con le mani. Non posso crederci, è allucinante, voglio sparire. Per lo meno non ho urtato il piede dolorante!
Vorrei proprio avere dei poteri e tornare indietro nel tempo, perché oggi sono uscito di casa?
La sua risata sincera, sicuramente non da biasimare, si avvicina a me, si piazza davanti allo schienale, dove dovevo appoggiarmi io e si piega in avanti facendosi vedere, senza ritegno continua a ridere. Mi fermo mentre la fisso fra le dita che coprono il mio volto imbarazzato, odio tutto questo. Quando ride così di gusto cambia completamente aria, di solito sembra così musona e non spiccica parola ma ora è diverso, non solo parla a tratti e tanto in modo confuso ma è spontanea ... e per di più ride! È questo il punto. Ride non di presa in giro!
Questo non mi impedisce di rimanere rosso comunque!
- Sei più divertente di qualche sembravi ... davvero! Dai, ti aiuto ancora, ormai sono abituata, no? -
Questa frecciatina poteva risparmiarla ma dovevo aspettarmela, sbuffo ancora stringendo i denti e afferro le mani che allunga, tutti questi contatti in una serata non mi piacciono molto, è troppo, non va bene ... mi troverò a pensare a cose che volevo ignorare perchè le consideravo inutili!
Tutta colpa di questa qui, perché l'ho incontrata?
Come diceva quel film?
Maledetto il giorno che ti ho incontrata!"
 
 
"Sbaccano divertita da morire, non mi capitava di stare così da tempo, sono contenta per me stessa! Ero al posto giusto al momento giusto, pensavo fosse solo una grande sfiga questa giornata, invece no!
Evvai!
Faccio lo sforzo di aiutarlo ancora, la cosa mi sembra più un gioco che altro, chissà quante altre figuracce farà prima che me ne vada?
Comincio a scoprirlo diverso da quel che pensavo, voglio dire: sembrava un altro genere di ragazzo, serio, perfetto, composto ... invece va in tilt e fa delle cose che non sono mica comuni!
Insomma sembra che sia io l'uomo e lui la donna, come se i ruoli comuni si fossero scambiati ... ma che cosa assurda!
Lui mi prende le mani e sono entrambe calde, sono mani grandi e forti come piacciono a me, molto curate, sembrerebbero d'artista ma dubito che abbia quel tipo di sensibilità. Non gliele avevo mai guardate ed ora addirittura le tocco ... 
Tiro su mentre con presa ferrea non ho intenzione di mollarlo.
Accade in un lampo, per la seconda volta in una serata. Direi che potremmo smetterla con tutte queste situazioni imbarazzanti ed equivoche!
Mi chiedo come mai lui sia più pesante di me, forse perché è un uomo, si ... ma perché nonostante io tirassi con tutte le mie forze invece di avere risultati positivi ne ho avuti solo di negativi?
Perché ora mi trovo la faccia contro il suo stomaco e tutta ingarbugliata addosso a lui, sul divano?
Le sue urla oscene mi spaccano i timpani, devo avergli fatto male alla caviglia, merda, pure questa ora ... 
Aiuto, voglio sparire e scappare!
Mani dappertutto, braccia anche, per non parlare delle gambe ... se qualcuno entra ora pensa che stiamo facendo sesso.
Spalanco gli occhi e divento di mille colori mentre impreco insieme a lui (fatto straordinario che lui lo faccia!).
La scena di io e lui che facciamo sesso mi manda in piena crisi e non capisco più nulla!"