Irlanda The Best

CAPITOLO III:
RICORDI

La grande mattina è arrivata.
E' ancora presto, le 7.00, ma in Villa Wakabayashi sta già suonando il campanello.
Quando la cameriera va ad aprire si trova davanti il bel viso sorridente e gentile di Taro Misaki.
- Oh, Signorino Misaki, si accomodi pure; il signorino Genzo è quasi pronto, ora lo vado ad avvertire. -
Taro senza mutare espressione entra e mentre appoggia la valigia, dice gentilmente:
- Grazie, lo aspetto in soggiorno. -
Così la donna sparisce su per le scale lasciandolo solo coi suoi pensieri a riflettere su ciò che lo aspetta, eccolo infatti che si trova a sorridere contento come un bambino:
"Tre mesi in Irlanda con Mikako e tutta la sua tribù, cioè i suoi due fratelli e tre cugini... più Genzo, naturalmente. Che bellezza!
Ormai è da un anno che conosco la sua famiglia, siamo diventati amici anche se ogni volta che li vedo riesco a stupirmi come la prima, sono incredibili, mi sono piaciuti da subito. Mikael e Akane assomigliano tantissimo alla sorella, Arashi, la pazza scorbutica teppista; invece Raphael assomiglia molto a Mikako, Hitonari è parte... se devo essere sincero non ha nulla in comune con nessuno degli altri, né fra i cugini né fra i fratelli e sorelle. Poi ognuno ha uno stile tutto suo ben definito, io li trovo divertentissimi!"
Il bello è che è veramente convinto di quello che dice, non lo pensa con ironia o preoccupazione, li trova realmente meravigliosi e li stima profondamente: sicuramente è l'unico!
Tuttavia ad interrompere questi pensieri insoliti, arriva Genzo:
- Ciao Taro, scusa se ti ho fatto aspettare, possiamo andare! -
Il ragazzo come sempre risponde sorridendo:
- Ciao Genzo. Non preoccuparti, non mi hai fatto aspettare molto. Poi siamo presto, possiamo prendercela comoda! - Immancabilmente educato sia nei modi di fare che nel parlare.
Genzo invece è di tutt'altro carattere, infatti distogliendo subito lo sguardo cupo ed assonnato si limita a prendere le valigie e ad avviarsi verso la porta, senza assicurarsi di essere seguito dall'amico. Fortuna che Taro lo conosce e riesce a stargli dietro.
In breve sono sulla strada deserta diretti alla vicina Villa Derwent, immersi nella fresca brezza mattutina di inizio Giugno. Il sonno aleggia palpabile fra di loro, soprattutto da parte del ricco ragazzo, ma presto viene combattuto dal sempre allegro, sorridente e gentile Taro con l'inizio di un nuovo discorso:
- Sai, prima mi era venuta in mente la prima volta che abbiamo incontrato i numerosi fratelli di Mikako e Arashi, ti ricordi? -
Mentre il gentile ragazzo comincia a ridacchiare, in risposta si sente solo un mugugno seguito da un: - E come potrei dimenticare? - più brusco del solito.
- E' stato memorabile quel giorno! - prosegue come nulla fosse l'altro e in un batter d'occhio i ricordi cominciano a riaffiorare veloci come fiumi in piena, fiumi rinfrescanti che portano risate a tutto andare.

/L'intera tribù di Arashi e Mikako si era appena trasferita in questa città e le due ragazze avevano chiesto a Genzo e Taro se, insieme ai loro amici conosciuti al ritiro delle nazionali giovanili giapponesi, li avrebbero portati a fare una visita a Fujisawa, la loro nuova città. Ovviamente erano stati tutti felici di accettare anche perchè Arashi aveva dato poca scelta!
In occasione del grande incontro con i fidanzati delle rispettive sorelle, i quattro soliti pazzi, cioè Akane, Mikael, Hitonari e Raphael, si erano acconciati a dovere, apposta per shockare e mettere alla prova i due poveracci sventurati, la cui colpa era stata solo la disgrazia di innamorarsi di Arashi e Mikako.
Appena arrivarono tutti davanti alla nuova villa dei Derwent per prendere la massa di gente, dall'interno si udivano delle urla isteriche:
- MIKAEL COSA TI SEI FATTO? TU SEI PAZZO! TOGLITI SUBITO QUELLA ROBA DALLA FACCIA E DAL PETTO SE NO NON ESCI PIU' DI CASA! -
In risposta era arrivato un altro grido di minaccia:
- MAMMA, VEDI DI NON ROMPERMI I COGLIONI CHE IO ESCO E MI COMBINO COME CAZZO VOGLIO! RICORDATI CHE SEI SOLO UNA SEMPLICE ED INSIGNIFICANTE MADRE! -
La donna ribattè:
- E TU PER DISGRAZIA SEI SOLO UN SEMPLICE DISGRAZIATO FUORI DI TESTA MA CHE PER DISGRAZIA PORTA IL COGNOME MIO E DI QUESTA DISGRAZIATA FAMIGLIA! -
Il ragazzo di nome Mikael, in tono sempre più furioso, fece:
- E CHIUDI QUELLA CIABATTA! -
Nel frattempo erano uscite le due ragazze, Mikako dopo aver abbracciato e baciato adeguatamente Taro, rivolgendosi agli altri aveva detto candida e angelica:
- Scusate il casino, non fateci caso! Quello che urlava era mio cugino Mikael, alias il disgraziato fratellino dolcissimo dell'altrettanto dolce Arashi, si somigliano molto caratterialmente quindi sapete che aspettarvi. Preparatevi al peggio visto che gli altri non sono meglio! -
Ovviamente anche la bionda essendo stata chiamata in causa, aveva detto la sua opinione brusca:
- Su Mika puoi dire tutto ciò che vuoi, ma stai molto attenta a quel che dici su di me! -
Non era sicura di aver capito alla perfezione la sottile ironia della rossa, ma aveva preferito difendersi lo stesso, in fondo la conosceva bene!
Kojiro, cominciando ad annoiarsi, intervenne in tono seccato:
- Pensate che entro la fine del mondo i vostri fratelli o quel cazzo che sono arriveranno? -
Arashi per farlo tacere si era girata verso la casa mettendosi a sbraitare:
- AKANE, MIKA, RAPHY, HITO, MUOVETE IL CULO CHE QUA IL PRINCIPINO STA MARCENDO A FORZA DI ASPETTARVI! -
Con questo si era naturalmente beccata un occhiataccia da parte del sopra citato che, però, non sortì alcun effetto. Come era ovvio.
Intanto giusto dietro la porta d'uscita stavano i quattro dell'Ave Maria, ovvero la causa di tanto urto. Perché tanta attesa? Mikael, prendendo come suo solito in mano la situazione, stava seriamente istruendo gli altri tre:
- Allora, d'accordo? Dobbiamo farli uscire pazzi da questa giornata! Solo così sapremo se sono veramente adatti ad entrare in questa famiglia mitica! -
Al loro cenno affermativo il rosso aprì la porta facendo precedere gli altri in modo da riservarsi per la fine: lui era il "pezzo forte"!
Il primo era Akane il trasandato.
I capelli neri dai riflessi rossi erano spettinati, gli occhi neri sembravano volessero risucchiare tutto ciò che vedevano per poi farlo scomparire solo battendo le palpebre. Le braccia lungo i fianchi. La camicia rossa stropicciata era tenuta fuori dai pantaloni, presentava una cerniera al posto dei bottoni, questa era a sua volta quasi del tutto abbassata lasciando così vedere la canottiera attillata bianca. Anche le maniche erano sbottonate e nell'insieme molto trasandato, visti poi i jeans larghi pieni di strappi, questi arrivavano a coprire interamente le scarpe slacciate da ginnastica. Ai passanti dei jeans c'era una piccola catena che si attaccava al portafogli nella tasca posteriore. Il collo scoperto era circondato da un filo di cuoio nero con appeso un ciondolo a forma di teschio. Le facce strane non si sprecavano, per loro "normali" che fin ora erano stati abituati a stare con gente che si vestiva nel modo più semplice che potesse esserci, quel tipo vestito in modo da non passare comunque inosservatom faceva per lo meno alzare un sopracciglio con scetticismo.
E dire che lui fra i quattro era il più... a posto...
Mikako sussurrò alla cugina:
- Mi sa che vogliono dare il benvenuto ai nostri amori. -
Arashi dal canto suo si limitava a guardare il fratello allibita... che fossero capaci di rovinare quella bellissima giornata? Conoscendoli ne erano più che capaci, ma lei li avrebbe uccisi prima!
Taro sorrise felice pensando: " Mi stanno già simpatici!"
Genzo invece l'osservava con il solito sguardo indecifrabile. "Sarebbe da spiegargli che non stiamo andando a costruire case!" Ciò però rimase solo un pensiero che non trovò voce.
Dopo Akane ecco arrivare Raphael il bello.
I capelli biondi, lunghi fino alle spalle erano sapientemente sistemati con alcune ciocche sul volto altre dietro le orecchie. Gli occhi blu elettrico innaturali e resi tali dalle lenti a contatto colorate, gli davano un aria ancora più distaccata di quanto non l'avesse di solito. La camicia di seta blu notte era tutta slacciata e fuori dai pantaloni, lasciava intravedere un bel torace invidiabile. I pantaloni dello stesso colore cadevano lisci, evidenziando i muscoli delle gambe. Una mano era in tasca, l'altra teneva fra le dita una sigaretta accesa. Le scarpe erano lucide ed eleganti. Quando arrivò davanti ai ragazzi fermi a osservarlo a bocca aperta, tutti tranne Arashi, Mikako, Akane, Taro che sorrideva ammirato e Genzo con la stessa espressione imperturbabile di prima, il ragazzo li squadrò uno ad uno con aria sorniona soffermandosi su una delle ragazze; a quel punto aspirò una boccata di fumo e mentre gliela soffiava sul viso le fece l'occhiolino con una gran faccia tosta. A questa ovviamente cominciò ad uscirle sangue dal naso diventando rossa come un peperone.
Eppure Taro continuava a pensare sereno: " In gamba il ragazzo! Complimenti!"
Peccato che i pensieri di Genzo erano ben diversi da questi:
"Se qualcuno lo buca con un ago scoppia subito tanto che è gonfio e pieno di sé!"
I pensieri delle ragazze erano a loro volta completamente diversi:
"Mamma mia... chi è quell'angelo? Che gnocco!"
Mikako con un mezzo sorriso sussurrò sottovoce all'interessato:
- Niente male la tua entrata fratello! Soprattutto l'effetto! -
Venne il penultimo: Hitonari lo shokkante.
I capelli biondi erano straordinariamente tenuti giù col gel in una pettinatura semplice ma che a lui stava sempre d'incanto (perfino se una mucca lo leccasse starebbe da Dio lui...). Indossava una maglia bianca senza maniche con il collo alto, essendo molto stretta e attillata evidenziava bene il suo bel corpo atletico. I pantaloni di jeans bianchi cadevano giù a sigaretta e come ogni cosa su di lui gli donava. Aveva le mani affondate nelle tasche, la sua carnagione era più pallida del solito, l'espressione seria, impassibile e indecifrabile che teneva benissimo testa a quelle mitiche di Genzo. Gli occhi erano la parte più shockante: la pupilla sottile da gatto era nera come anche il contorno dell'iride, mentre l'interno vero e proprio era bianco neve, il tutto sottolineato dalla matita nera sotto gli occhi e da due occhiaie profonde. Sembrava proprio un fantasma con quella carnagione pallida di natura. Si fermò davanti al gruppo squadrandoli uno ad uno come avevano fatto gli altri prima di lui. Il colore delle tre ragazze Sanae, Yoshiko e Yayoi cambiò ancora diventando uguale a quello di Hitonari: bianco cadaverico. In seguito le teste cominciarono leggermente a girare... essendo loro fanciulle delicate e leggiadre queste cose strane troppo fuori dal comune turbavano profondamente il loro animo sensibile.
Taro era sempre più allegro... lo stesso animo assurdo di Mikako:
"Che forte questo qua!"
Genzo invece con la sua solita aria impassibile, che fin ora era riuscita a tenere testa a tutti e tre i ragazzi presentatisi, pensava:
"Ma si sono dimenticati di dargli una degna sepoltura ed ora il fantasma cerca di vendicarsi sugli altri?"
Mikako invece calma come sempre diceva fra sé e sé:
- Questa è opera di Mikael. -
Arashi stranamente entusiasta si diresse saltellando allegramente verso il cugino dicendo:
- Wow... Hitochan! Che figata quelle lenti bianche da gatto! Te le ha imprestate Mika vero? Certe volte le indossa... le voglio anche io, chissà perchè non vuole mai darmele! Ti stanno divinamente! -
Dopo che lei disse tutte ste cose senza nemmeno prendere fiato, gli altri continuarono a guardarla straniti, tutti tranne chi la conosceva... cioè suo fratello, i suoi cugini e Genzo!
Ad ogni modo non c'era tempo di reagire, ora stava facendo il suo ingresso l'ultimo, il grande pezzo forte della scena demenziale: Mikael lo spaventoso! (s'intende sempre rispetto a quegli altri animi sensibili presenti!)
I capelli rossi erano scombinatissimi e in mezzo ad essi cera una sottile cintura di cuoio nera a modo di fascia che si intravedeva in mezzo a quella massa arruffata; le ciocche della frangia coprivano parzialmente gli occhi dandogli un tocco più misterioso. I muscoli erano completamente tesi come di uno che sta per scattare e prendere a pugni qualcuno. Quella che doveva essere una maglia era una rete nera aderente, una manica c'era l'altra no, la cintura di pelle come i pantaloni corti e stretti che solo a lui potevano star bene, dello stesso tipo erano gli stivali lunghi che arrivavano fino a metà coscia, terminavano ai piedi come degli anfibi. Le mani tenute a pugno lungo i fianchi, indossava dei guanti della solita stoffa di pelle, senza dita. Il petto e la schiena erano attraversati da alcune catene incrociate avanti e dietro. Al collo aveva uno dei suoi collarini borchiati, ai polsi altri aggeggi di quel tipo, più laccetti intrecciati e mollemente sciolti. Sul petto si vedeva un tatuaggio che saliva volando fino al collo e al volto. Era un drago blu elaborato e molto bello, la testa finiva sotto l'occhio destro, faceva veramente una strana impressione. Gli orecchi pieni di orecchini di tutti i tipi, altri piercing erano al sopracciglio e alla lingua.
Ed infine gli occhi.
Gli occhi erano tenuti pericolosamente semiaperti e il tutto faceva intravedere di essi solo metà pupilla e iride fra i ciuffi rossi. Le iridi di un colore insolito e innaturale... color del sangue.
Anche questo era merito delle sue solite lenti a contatto colorate.
Le labbra incurvate in un sorriso maligno come lo era la sua espressione... maligna... sadica... inceneritrice... insomma, il solito esagerato!
Doveva ben distinguersi sempre, no? In quel momento ricordava un lupo feroce pronto ad attaccare la sua preda individuata. In quel caso le prede erano tante. E avrebbe attaccato solo per puro piacere di uccidere, non per difendersi o per fame. Per puro istinto animalesco.
Infatti non a caso Arashi gli dava sempre dell'animale!
Comunque effettivamente mettendosi nei panni di gente 'normale' e anonima dall'animo sensibile... si, faceva paura, il bel Mikael (bello secondo il mio illustre parere!).
Fermandosi anche lui davanti al gruppo che lo guardava a bocca aperta tranne i soliti mai impressionabili. Neanche a dirle lo tre ragazze di prima andarono molto vicino allo svenimento... quella era gente ancora più assurda di Mikael!
Arashi dopo un primo minuto nel quale era rimasta interdetta (e lei che rimane interdetta è tutta da vedere), si mise a gridare entusiasta e saltellando si diresse verso il fratello osservando accuratamente occhi e tatuaggio, visto che quella era anche la prima volta che dava mostra del drago.
- Mika sei fantastico! Il tatuaggio intendo, perchè sul resto è meglio sorvolare... è quello che ti sei fatti l'altro ieri e che giravi con la fascia per coprirlo, vero? E' stupendo, magnifico, super! Lo voglio anch'io! Mi piace troppo! Anche le lenti rosse degli occhi sono nuove vero? Me le impresterai prima o poi! Ecco perchè prima la mamma urlava... -
Mentre il fiume di parole continuava, Mikael non degnando né di uno sguardo né di un ascolto la sorella che continuava implacabile il suo monologo, si era messo a fissare negli occhi il fidanzato della ragazza, il quale dal canto suo ricambiava e sosteneva senza problemi lo sguardo penetrante e infuocato. L'espressione impassibile e imperturbabile di Genzo non cambiò di una virgola, nessun muscolo si mosse. Attorno a loro il silenzio era calato improvviso, perfino Arashi si era zittita nel frattempo, stranamente.
Gli occhi neri e profondi si erano 'conficcati' in quelli rossi innaturali e brucianti di Mikael. Era proprio un duello interessante quello. Entrambi ragazzi particolari e interessanti che mai cedevano, completamente diversi fra loro ma dalla volontà ferrea e forte caratterialmente. Se non li si conosceva così bene si poteva pensare che si fossero innamorati!
Sarebbero potuti andare avanti così ore ed ore, per poi finire per picchiarsi, di sicuro... ma siccome avevano fretta Arashi con la sua solita gentilezza prese a schiaffeggiare allo stesso tempo tutti e due per far distogliere contemporaneamente lo sguardo dall'altro. Aveva funzionato, infatti ora stavano fissando malissimo lei per picchiarla meglio!
- E che ne dite di finirla di uccidervi con gli occhi? -
Aveva detto prima di beccarsi la valanga di calci e pugni di vendetta dai due gentiluomini.
Taro nel frattempo osservandolo attentamente dapprima stupito poi col viso illuminato pensò:
Questo è mitico! Sono sicuro che diventeremo grandi amici tutti quanti! Che bello!"
Mikako a breve prese in mano la situazione già degenerata abbastanza. Con fare spicciolo e disinvolto, per nulla brusco o agitato, presentò tutti quanti, in seguito ordinò con fermezza di partire per la 'gita' in città!
La mattinata passò velocemente fra una camminata e l'altra. Solo verso le mezzogiorno si fermarono nel parco per pranzare e fare un bel picnic come altri gruppetti stavano già facendo.
Erano stati Akane e Arashi affamati come sempre fino all'inverosimile a rompere le scatole per fermarsi. Infatti proprio che stava sbraitando:
- Macheccavolo! Non siamo mica a scuola che dobbiamo fare quello che dicono i professori, cosa che io comunque non faccio lo stesso! Potevamo fermarci prima! E' sempre colpa vostra! -
Arashi accodandosi al fratello, disse nel suo stesso tono ed espressione truce:
- Idem con patate per me! Concordo in pieno! Scommetto che questa era tutta una scusa per farci fuori in un solo colpo! -
Kojiro che già di natura non aveva pazienza bensì un caratteraccio terribile, arrivato al limite intervenne coi suoi modi secchi:
- Finitela di dire stronzate! Ci siamo fermati ora quindi strafogatevi e chiudete quelle fogne! -
Diecimila fulmini attraversarono il corpo di Hiyuga, seguita dalla risposta dei due che venne fatta all'unisono:
- E tu chiuditi quello scarico che hai al posto della bocca se no te lo tappo io tirando la catenella del cesso che c'hai attaccata al cranio! - Forse la catenella erano i capelli... ma trattandosi di loro due potevano aver inteso anche qualcos'altro!
Tutti guardarono sorpresi i due che avevano risposto contemporaneamente senza nemmeno essersi prima messi d'accordo sulla battuta, allora intervenne Tsubasa il pacifista che avendo notato gli sguardi di guerra che si stavano lanciando un po' tutti (a parte i soliti Mikako e Taro che si guardavano amorevolmente) e poichè non era più tanto addormentato, anzi faceva sempre più progressi, preferì tagliare la discussione:
- Forza dateci un taglio! Mangiamo tutti, su. -
Alla parola 'mangiare' le due fogne di turno, Akane e Arashi, si avventarono subito sul loro pranzo mentre gli altri pensavano: "Che sempliciotti!" con i goccioloni sulla testa. L'unico a non pensarla esattamente così era Mikael rimasto alquanto seccato sentendo la risposta del moro, infatti ribatté immediatamente in tono alterato:
- Ehi bimbo! Chi ti credi essere? Come ti permetti di parlare così a mio fratello e mia sorella? -
In realtà era tutto un pretesto quello di difendere l'onore di Akane e Arashi di cui non gliene importava un fico secco... in realtà sin da subito Kojiro gli era stato antipatico così avev deciso di dargli la sua bella lezione!
All'udire ciò, come da copione, il gruppo si fermò alzando gli occhi al cielo esasperato. Tutti tranne i soliti due ingordi che preferivano continuare a mangiare avidamente immersi nel mondo del cibo, ignorando completamente la guerra mondiale che si stava per scatenare per colpa loro.
- Bimbo a me!? Dico, ma ti sei visto? Hai due anni più di me e sei il più basso di tutti! E poi io dico quello che voglio, come voglio e a chi voglio, senza dover rendere conto a nessuno! Capito piccoletto? - Non l'avesse mai detto!
"Apriti cielo!" pensarono infatti Raphael, Hitonari e Mikako che si alzarono subito in piedi leggermente preoccupati delle conseguenze di tutto ciò.
Nel frattempo Mikael aveva serrato forte i denti, abbassato la testa coprendo coi capelli la sua espressione terribile, chiuso i pugni stretti e facendo un passo verso il malcapitato aveva cominciato a dire in tono basso e penetrante, minaccioso, da far accapponare la pelle:
- Cosa... cosa hai detto? -
Ora... uno normale con un po' di cervello cosa avrebbe fatto? Se ne sarebbe stato zitto. Ma Kojiro no perchè non era una persona normale e lui non si intimoriva davanti a nulla. Lui era una tigre per cui con le braccia incrociate sul petto si avvicinò a sua volta verso il rosso e in tono di sfida rispose:
- Bè, tante cose. Che il bimbo qua non sono io, che parlo come, quando e con chi voglio, che non renderò mai conto a nessuno di quel che dico e... ah si... piccoletto! -
A quel punto si alzarono anche gli altri intuendo facilmente in cosa sarebbe degenerata la faccenda.
Mikael alzò lentamente la testa fino a guardarlo negli occhi con due fessure infuocate. L'espressione di entrambi faceva abbastanza paura da darsela a gambe.
Afferrando Hiyuga di scatto per il colletto, sebbene più basso di lui, riuscì ad avvicinarlo al suo viso chinandolo di forza:
- A chi dici piccoletto? -
Dopo un primo momento di paralisi (a chi non metterebbe un minimo di paralisi quello?), Kojiro reagì mollandogli una ginocchiata in stomaco che però colpendo le catene si fecero un discreto male entrambi.
- Piccoletto lo dico a te! - in seguito gli mollò un pungo che però non sortì effetto dal momento che Mikael reagì immediatamente mollandogli un diretto in pieno volto, questo fece indietreggiare l'altro. Tutti si chiesero quanta forza avesse quel piccoletto rosso.
Ad ogni modo non demorse nessuno dei due e in un istante presero a picchiarsi pesantemente sbraitando insulti da scaricatori di porto. La solita esplosione di Mikael arrivò facendo un casino bestiale e l'orgoglio smisurato di Kojiro sembrava essere altrettanto smisurato!
Presto dovettero intervenire tutti i ragazzi a fermarli, solo che gli unici due che l'ebbero vinta e riuscirono a bloccare quei carroarmati viventi furono Genzo per Hiyuga e Raphael per Mikael. Nemmeno da specificare, no?
- Mika ti calmi? -
Stava sussurrando Raphy all'orecchio dell'amico con qualche livido sul viso contratto per la rabbia.
- Hiyuga se non la finisci ti rinfresco i bollenti spiriti buttandoti in quel laghetto, e stai attento che lo faccio! -
Disse Genzo fermamente. A parole intervenne il calmo e placido nonchè sempre sorridente Taro:
- Si, che ne dite di imitare Arashi e Akane che si stanno mangiando anche la nostra parte di cibo? -
A ciò lo sguardo di tutti si spostò automaticamente sui due seduti a terra che dimentichi di tutto e tutti si stavano beatamente abbuffando. Mikako clama e allegra come solo lei poteva essere, allora disse:
- Ehi porci, vedete di mettervi un freno che vorremmo mangiare anche noi se ce lo permettete! -
Akane e Arashi sentitisi chiamati in causa (ricooscendosi nella definizione affibbiata loro da Mikako) finalmente si bloccarono e alzata la testa col volto tutto sporco di briciole e salsine varie risposero con la bocca piena:
- E mangiate... chi ve lo vieta? -
- Perchè, non avete ancora iniziato? -
"Ma ci sono o ci fanno?" pensarono gli altri. A quelle affermazioni l'unica cosa da dire era quella. Non si erano accorti di nulla... che esseri anormali!
Fu con un'alzata di spalle che misero la parola fine a tutto e si decisero a sedersi e a mangiare anche loro.
Dopo il pranzo ci fu un momento di riposo durante il quale le varie coppiette si appartarono per passare finalmente qualche ora in pace e intimità. Attimi che a quanto pare non dovevano essere concessi a Genzo con Arashi e Taro con Mikako.
Genzo e Arashi seduti all'ombra di uno dei grandi alberi erano tutti presi l'uno dall'altro in piena fase coccole, ma proprio sul più bello mentre si baciavano chi con dolcezza e chi con passione fino a stendendersi comodi sull'erba, i loro occhi per caso caddero su due figure piazzatesi di fronte a loro e furono costretti a interrompersi per vedere chi erano i seccatori: ovviamente si trattava d Mikael e Akane accovacciati, viso fra le mani, sguardo di sfida aggressivo ed accusatorio allo stesso tempo. Questa era la prova finale per loro. Mai come in quel momento i due sembravano gemelli. Dopo un luuungo istante in cui tutti si guardavano negli occhi intensamente, Genzo venne attraversato da una grande idea e con un sorriso enigmatico tornò ad abbassarsi su Arashi, la quale capì subito le sue intenzioni e infilando le mani sotto la maglietta del ragazzo presero a baciarsi con molta più passione di prima incrociando le gambe intorno alla vita di lui che a sua volta prese ad accarezzarla sempre più sensualmente, anch'egli sotto la maglietta sottile. Le labbra erano scese sul collo e succhiavano un punto invitante, erano effettivamente accaldati e non facevano certo finta.
I bellissimi e lunghi capelli biondi e ricci di Arashi erano sparsi sull'erba asciutta e morbida. La ragazza immersa nelle sensazioni che lui le dava aprì gli occhi come già in trance in un mondo dove c'erano solo loro due e distrattamente constatò che i due fratelli ficcanaso non c'erano più... quei due non le sopportavano quelle scene a loro detta troppo sdolcinate; Genzo li aveva inquadrati al volo!
Il resto del tempo lo poterono passare relativamente soli e in santa pace.
Da Taro e Mikako la cosa fu meno oscena!
Erano seduti anche loro sotto un albero; lui abbracciava teneramente da dietro lei adagiata beatamente sul suo petto, si stavano scambiando dolci effusioni amorose quando di fornte all'albero in cui erano loro si sedettero due persone a loro conosciute, si trattava di Hitonari e Raphael che si misero anche loro a fissarli insistentemente curiosi e sornioni: ricordavano due meravigliosi gatti bianchi... uno con occhi blu e l'altro con occhi viola. Come per Mikael e Akane anche per loro in quel momento si capiva meglio di sempre che erano gemelli, due gemelli stupendi. Si poteva stare ore a guardare quelle visioni angeliche senza mai stancarsi. Per un breve attimo soltanto si fissarono negli occhi, poi Taro serio in volto (strano che non sorridesse), si era alzato e si era diretto verso i due fratelli, arrivato davanti a loro si era accucciato alla loro altezza di sguardo, aveva sorriso smagliante e gentile, infine si era rialzato e presosi per mano Mikako si era diretto verso un altro albero più appartato con grande tranquillità, pacatezza e serenità lasciando i due biondi completamente spiazzati. Che razza di reazione era mai quella? Fra tutte quelle immaginate quella non era nemmeno stata pensata.
Anche per loro la prova era finita!

Alla fine della giornata mentre tutti si erano salutati, i quattro dell'Apocalisse si presero in parte e contemporaneamente dissero:
- OK! - da qui si capirono subito... stesse teste assurde...
Quella sera dopo un bel bagno caldo rilassante, mentre ognuno stava andando nei propri letti, Arashi e Mikako si soffermarono nelle camere dei loro matti fratelli chiedendo se i loro fidazati avevano passato l'esame ed erano stati promossi potendo entrare a far parte della loro grande e pazza famiglia, nonchè gabbia di matti.
Alla risposta affermativa (magari erano anche seri... ma che gente!) apparentemente indifferente, le due li abbracciarono di slancio felicissime stampando mille baci sulle guancie, o meglio Mikako li baciava, Arashi dava pacchette più o meno forti come ringraziamento non volendo sbilanciarsi troppo!
Strana ragazza, degna sorella di Akane e Mikael!/


E anche qui i ricordi che facevano sempre sorridere i nostri protagonisti, terminarono!