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CAPITOLO
III: "MAGIA"
"
La sera era giunta, sentivo l'altra gente che si accingeva ad
avviarsi alla radura per assistere alla festa, io ero impaziente di
vedere la Principessa, lo spettacolo, la festa...tutta l'altra
gente...ma specialmente ero impaziente di vedere di nuovo il
Principe. Avrei voluto vedermi allo specchio per assicurarmi che il
mio stato fosse ancora ottimo, ma in quella strana abitazione non
c'era nulla che potesse specchiarmi e non mi sembrava proprio il caso
di andare fino al lago...ad ogni modo ero sicuro che non potevo che
essere il solito ragazzo affascinante di sempre per cui uscii. Seguii
la gente fino ad arrivare con essa al Grande Salice. Al centro della
radura c'era un enorme fuoco acceso; le persone erano sistemate
intorno in modo da lasciare spazio intorno al falò per
muoversi comodamente. Notai che sotto i rami pendenti dell'albero vi
erano sistemati due grandi cuscini di seta blu. Improvvisamente il
salice si aprì(ormai mi ero abituato a quegli strani
vegetali
che si muovevano da soli) ed uscì un uomo piccolo, un nano
all'incirca, costui annunciò l'uscita del Principe e della
Principessa che si accomodarono in quei cuscini.
Il
Principe indossava gli stessi abiti di quando l'avevo incontrato,
cioè veli su tutti i toni dell'azzurro, i suoi occhi e
capelli
gelidi e bellissimi, distanti e lontani anni luce da lì, la
sua pelle bianca sembrava sempre neve candida e polare e il disegno
delle labbra a stento si distinguevano dalla pelle. Era assurdamente
meraviglioso e mi dava fastidio il fatto che lo ammettessi
così
facilmente , stetti un bel po' coi miei occhi su di lui, lo scrutai
fino ad imprimermi ogni sua più piccola particella. Non
sapevo
perchè mi facesse quell'effetto ma ormai avevo rinunciato a
cercare di capire le cose...tanto era tutto un sogno...e anche nei
sogni per quanto assurdi siano l'unica cosa che si può fare
è
viverli perchè perfino in essi si continua ad esistere. Un
sogno è immateriale ma è così potente
che ti
trasporta in quel mondo creato da chissà chi contro tutte le
tue forze. Una cosa materiale e reale non ci riuscirebbe mai. Spostai
lo sguardo sulla figura accanto a lui e subito trattenni il fiato.
Quella
ragazzina era una bambola.
O
perlomeno così mi sembrava, era quella l'impressione che
dava.
Una bambola senza vita apparente. Era questo la Principessa? Non un
espressione, non un impercettibile movimento, non una posa
particolare. Aveva i capelli fino poco più sotto le spalle
leggermente mossi ma perfettamente impostati, la frangetta le
ricadeva morbida e composta sulla fronte. Un sottile nastro di raso
blu fungeva da fascetta proprio come si usava pettinare le bambole di
porcellana. Ma la cosa più impressionante era il colore,
bianco. Ma non bianco di vecchiaia, ma semplicemente privo di colore.
Gli occhi erano grandi nel visetto minuto e infantile. Grandi e privi
di pupilla, l'iride contornata di blu era riempita di un bianco
avorio antico. Non erano freddi come quelli del Principe, il suo
volto era solo privo di qualsiasi espressione o inclinazione
possibile, privo si smorfie, pose, sensazioni...nulla. la freddezza
è
comunque un modo d'essere e di relazionarsi, ti trasmette, subito
qualcosa...antipatia o qualche altro tipo di impulso...ma lei era
fatta di niente, la riempiva il vuoto più totale. Perfino la
posizione del corpo non dava nulla...seduta con gambe dritte e mani
in grembo, schiena dritta ma spalle leggermente incurvate...la
posizione da bambola. I vestiti erano veli bianchi. La pelle di
porcellana ne fredda ne calda. Ogni cosa di quella ragazzina non
trasmetteva nulla, non esprimeva niente, nemmeno i colori. Niente di
niente. Una bambola in tutto e per tutto. Una bellissima bambola che
si limitava a respirare e a farsi fare quel che gli altri le facevano
fare, come una vegetale. Solo dopo aver osservato ciò mi
resi
conto che effettivamente appena usciti l'aveva sistemata e seduta il
Principe, lei da sola non aveva ancora fatto nulla. Fu la voce del
nano di prima a scuotermi dal fissarla:
-
Escano i musicisti, la cantante e i danzatori-
Subito
uscirono 6 ragazzi più o meno della mia età, a
parte
una di essi.
C'erano
un ragazzo e una ragazza notevoli sui 17 anni che si posizionarono
davanti al fuoco distanti dagli altri. Lei aveva lunghi ricci capelli
ramati che davanti al fuoco insieme alla sua pelle sembravano
accendersi di fiamme. Un bel viso e un bel corpo ricoperto da morbidi
e larghi veli che ricadevano lunghi e lisci sul corpo dalle curve
perfette e snelle. Il ragazzo aveva corti capelli fino alle collo
selvaggiamente lasciati come meglio volevano, erano nerissimi e la
pelle aveva gli stessi riflessi del fuoco. Il corpo atletico ma
affusolato, da ballerino. Dalla posa che adottarono capii che erano i
due Danzatori. Elegantemente separati dal falò, le lunghe
braccia sottili in uniche curve aggrazziate aleggianti nell'aria,
ferme come un blocca immagine. Le snelle gambe incrociate appoggiate
sulle punte dei piedi. Il busto eretto girato a metà. Il
volto
alzato fiero e deciso, ma carico di emozione e sentimenti. Credevano
in quel che stavano per fare.
Gli
altri tre erano i Musicisti. C'erano due ragazzi, uno con un apra,
uno con un flauto traverso. Poi la ragazza aveva un violino.
Loro
erano seduti un po' più distanti dal fuoco ma sempre ben
visibili.
Vicino
a loro c'era una bambina dai lunghi capelli dorati, come il colore
dei suoi veli. Lei era la cantante. Io ero affascinato da tutta
questa magia calata appena loro erano usciti.
Tutti
i giovani più la bambina guardavano il Principe pronti al
suo
cenno per iniziare lo spettacolo.
Il
cenno arrivò.
Aristocratico.
E
la magia iniziò veramente.
Le
sottili dita affusolate corsero a pizzicare le corde dell'arpa
diffondendo velocemente note seducentemente dolci e subito il flauto
gli andò dietro col suo suono insinuoso.
Mentre
la musica iniziava i due danzatori cominciarono a muoversi
separatamente divisi dal fuoco. Con lievi giravolte percorsero la
circonferenza del fuoco per poi riuscire a toccarsi con le mani, da
lì si levò anche la voce della bambina, delicata
e
pulita si spanse fra tutti i presenti mentre i brividi percorrevano
le schiene di tutti.
Quei
ragazzi con i loro corpi, le loro mani, la loro voce stavano creando
non solo magia e spettacolo ma anche una storia.
La
voce armoniosa pronunciava parole in una lingua sconosciuta e antica,
che io non conoscevo ma era lo stesso come se la comprendessi.
Era
una storia struggente, d'amore. Un amore impossibile. Quando potevano
incontrarsi subito venivano separati da una forza superiore.
Perchè
non potevano stare insieme e felici?
La
pelle sembrava tinta di rosso, il fuoco nei capelli di entrambi
mentre quelli meravigliosi di lei volavano insieme ai veli del suo
abito accompagnati dal corpo che danzava solitario intorno alle
enormi fiamme alte. Faceva un effetto bellissimo. I sottili e
ondulati fili rossi luminosi sembravano brillare attorcigliandolesi
intorno. Le due figure snelle e abili si muovevano sinuose ballando
da sole col fuoco, amante di ogni sognatore artistico. Giravolte dove
capelli e veli e corpo si confondevano in un unico scioglimento di
colori rossi e arancioni. Salti aggraziati notevoli con ricadute
perfette. Volto abbandonato e immerso nel dolore e nell'amore che la
storia antica raccontava. Erano di una bravura struggente,
coinvolgevano tutti, perfino io ero rapito da tutta quella magia e
bellezza incontaminata e pura dei danzatori, della bambina che
cantava con quella bianca voce commovente e dai musicisti leggendari,
sembrava che avessero un filo diretto col paradiso. Ad un certo punto
si inserì il violino facendo un lungo e bellissimo assolo
durante il quale i due danzatori finalmente poterono unirsi
definitivamente. Era come se in quegli istanti di incontro
predestinato a durare in eterno facessero l'amore coi loro corpi, con
ladanza, con la musica, con il canto, con la magia, col fuoco, con la
vita, con l'aria, con la terra e l'acqua...con ogni cosa possibile.
Mentre eseguivano delle prese da premio oscar emozionavano tutti fino
a farli tremare a bocca aperta. Come potevano esistere esseri
così
perfetti e bravi...e...come definirli? Belli....ma non belli
d'aspetto...belli dentro...belli come essenza, come movimenti, come
loro! Erano felici e tutti i cuori in uno vibravano di amore e
sentimenti che non oserei definire troppo romantici e sdolcinati, ma
universali, angelici...non avevo mai provato per nessuno, forse
nemmeno per me stesso. Solo...mi resi conto di essere semrpe stato
solo guardando un amore del genere. Innanzi a tanta pienezza
cominciai a credere di non aver mai vissuto prima, di non aver capito
nulla della vita, mi sentivo piccolo...
Non
saprei per quanto tempo durò questo momento di meraviglia,
ma
so che quando terminò il lungo spettacolo trovando i sue
danzatori abbracciati in una presa splendida stava trattenendo il
fiato e mi sentivo finalmente veramente pieno di qualcosa di
indefinibile, mentre tutti applaudivano io ero come paralizzato, ero
meravigliato, non riuscivo a far nulla se non guardare gli artisti
ricevere gli applausi. Non so cosa fu a scuotermi ma spostai lo
sguardo sul Principe e la Principessa. Tutti erano affascinati, ma
lei era rimasto assolutamente come prima: indifferente e vuota.
Sempre e solo una bambola. Ma non fu questo che mi stupì, ma
il Principe, ossia la sua reazione alla sorella. Nei suoi occhi
gelidi un flash, un brevissimo ed impercettibile lampo di...tristezza
forse? Fu così veloce che non potei averne conferma, eppure
non fu solo quello a stupirmi e lasciarmi impietrito. Il colore dei
suoi veli, capelli e occhi diventò castano scuro, il colore
principale dell'autunno. Stava guardando la ragazzina accanto a se e
compresi che il suo cambiamento dipendeva solamente da lei, forse
perchè non aveva reagito nemmeno ad uno spettacolo del
genere?
Non sapevo che gli succedeva ma sapevo quel che sentivo io guardando
quei suoi nuovi colori che per assurdo erano mutati in quel modo.
Triste , ero infinitamente triste solo osservandolo e il peggio era
che non sapevo che fare. La Principessa era l'unica creatura in grado
di catturare la sua attenzione e forse un po' ne ero geloso,
perchè
non ero io la ragione di quei cambiamenti impercettibili, ma quella
bambina. Ad ogni modo non mi spiegavo quei sentimenti di invidia, ma
avrei solo voluto che per una volta il suo sguardo si posasse anche
su di me e non solo su di lei.
Dopo
di che i musicisti presero a suonare motivetti di sottofondo, nulla
di impegnativo, per mantenere l'atmosfera della festa,
quell'intimità
creata da loro soltanto, i danzatori erano seduti accanto a loro e
bevevano qualcosa. Fra la gente ora in piedi e sparsa per la radura,
tutti intorno al fuoco che parlavano fra di loro in piccoli
gruppetti, passavano altre persone con dei grandi vassoi in mano e
dei curiosi bicchieri in legno scuro pieni di qualche bevanda a me
sconosciuta. Ne bevvi un po' e mi sorpresi a volerne altra...non
avevo idea di che gusto avesse, ma era buona e dissetante, un sapore
strano. La serata procedette così, fra chiaccherate
spensierate e sonate dolci. Prima di andare via le persone presenti
si avvicinavano al Principe e alla Principessa e donavano loro un
regalo, un dono per il suo compleanno. Ovviamente lei sembrava non
calcolare nessuno e lui non potè far altro che tornare 'ai
suoi soliti colori' ovvero azzurro-gelo. Quel ragazzo era sempre
più
pieno di mistero, e non sapevo bene perchè ma avrei fatto
qualunque cosa per sapere e capire tutto su di lui. Ogni suo segreto
e incomprensione. Era molto strano quel che sentivo pensando a lui e
non sapevo gestirmi bene tutto quel che provavo, quella giornata non
ancora finita era stata molto intensa. Fin ora ero sempre stato
abituato a concentrarmi su me stesso e in quel momento proprio non mi
riusciva di comprendere gli altri, eppure lo volevo fare con lui,
solo con lui...volevo capirlo e...non mah...ricevere qualcosa da lui
ma non una ricompensa, qualcosa di più profondo e
particolare
che sapevo mai avrei potuto avere. Fino ad ora avevo osservato tutto,
mi muovevo come in un sogno convinto di esserci dentro, magari ero
finito in coma in seguito a quella calamità naturale che mi
aveva colpito...ma per la prima voltan on mi facevo più
domande su me stesso, non mi importava di me, cosa mi accadeva, come
ero, che dovevo fare o cose così, mi importava solo del
Principe, mi aveva catturato la sua freddezza e il narcisismo che mi
aveva caratterizzato sempre mi pareva lontano. Mi stavo forse
trasformando in un nuovo essere? Non mi capivo più come ero
solito fare e la causa era il Principe, per cui avrei dovuto
avvicinarmi più a lui per avere altre risposte.
Alla
fine quando furono andati tutti vie e il fuoco stava lentamente
scemando mi avvicinai anche io a loro, sempre il mio passo spedito e
deciso. Toccava a me rendere omaggio alla Principessa. Ero di fronte
a lei e la fissavo negli occhi...uno sguardo talmente vuoto da far
lacrimare gli animi più duri, ma evidentemente io non ero
abbastanza consapevole di molte cose che ignoravo ancora. Non sapevo
che fare di preciso, come si rendeva omaggio ad una Principessa che
nemmeno ti vedeva? Con me non avevo regali e parole adatte ad una
principessa, specialmente ad una che non ti ascolta. Inoltre loro
erano così speciali...allora seguii il mio istinto, non lo
facevo spesso ma in fin dei conti non mi rimaneva che smettere di
pensarci e ripensarsi, mi chinai su di lei senza inginocchiarmi come
invece tutti avevano fatto, non mi ero mai inginocchiato a nessuno e
ritenevo di non doverlo fare nemmeno ora. Così vicino a lei
le
diedi un bacio sulla fronte. Questo non l'aveva mai fatto nessuno,
sintomo di sfrontatezza, poco rispetto, ma mi bastava differenziarmi
dagli altri, farmi notare per qualcosa. Con un sorriso indecifrabile
mi voltai verso il Principe che guardava la sorella e non me. Mi
spostai fino ad andare di fronte a lui e cominciai a fissarlo
intensamente negli occhi che sembravano trapassarmi invece che
vedermi, probabilmente ero troppo impudente con quella mia
espressione di sfida. Lo guardai a lungo sperando che anche lui mi
guardasse. Quei suoi occhi erano così freddi,
così
azzurri...non erano per me. Cosa nascondeva?
-
Riuscirò ad arrivare a te e a scoprirti.-
dissi.
Lui non rispose e non ebbe nessuna reazione, come immaginavo, non
pretendevo certo che ne avesse una! Tuttavia quello che mi importava
era fargli sapere che non mi avrebbe scaricato tanto facilmente, che
non si sarebbe liberato di me così, sogno o non sogno,
qualunque cosa fosse, ormai c'ero dentro. La vedevo solo come una
sfida, una delle tante che lanciavo. Prima di andarmene gli presi la
mano, mi stupii io stesso di quel gesto, non avevo in mente di far
altro, ma era come se uan volontà più forte della
mia
mi muovesse. Mi mossi fino ad avvicinarmi ulteriormente a lui, infine
mi chinai su di lui e a metà strada mi fermai avvicinando a
me
la sua mano che tenevo nella mia, era fredda ma bella, da nobile. Me
la portai alle labbra, le mie erano calde e quando si posarono sul
suo dorso gelido mi fece un impressione assurda, avevo desiderato di
scaldarlo. e questo mi turbava. Di che natura erano quei sentimenti
che d'improvviso provavo per un altra persona all'infuori di me? Per
ascoltare quel che avevo dentro dopo questo contatto inaspettato non
feci attenzione a sue possibili reazioni. Ricordo che a quel bacio
vidi nella mente il ghiaccio, solo quello. Era inspiegabile, era
tutto inspiegabile e continuavo a capirci di meno. Chi era il
Principe? E la Principessa? Che era accaduto nel loro passato per
ridurli così? Ci sarebbe mai stato un modo per 'guarirli'?
con
tutta questa agitazione nel petto lasciai andare la sua mano a
malincuore, ero dispiaciuto di aver interrotto quel
contatto...contatto che non sapevo che nessuno aveva mai avuto con
lui. Senza dire o fare altro, me ne andai.