Si... Amicizia!
CAPITOLO 3:
STAMMI VICINO
Il periodo che
seguì al giorno della 'stanza del delitto', così
chiamata da tutti la sala recitazione visto che si erano chiusi
dentro a lungo senza telecamere, fu molto polemico e arricchito di
accuse, ironie, malizie, gelosie, scenate, acidità e
velenosità.
Specie le ragazze
spettegolavano su cosa fosse accaduto e ponevano ipotesi fra le
più
svariate: Deborah e Robbie si erano lasciati, subito dopo lui e Andry
si erano chiusi in una stanza senza dare spiegazioni e visione di
quel che era accaduto, dopo di ciò il rapporto dei due si
era
stretto ulteriormente, qualcosa che andava visibilmente oltre
l'amicizia, anche se gesti e segni chiari ed espliciti non erano mai
stati fatti. Ormai pochi credevano all'"amicizia virile"!
Entrambi avevano
deciso di evitare di lasciare la relazione nelle mani di tutti, una
cosa simile non solo avrebbe fatto scandalo, ma avrebbe distrutto
loro la vita. Non avevano pregiudizi sui gay e non si ponevano di
problemi veri e propri, gli unici erano quelli che avevano gli altri,
gente comune e compagni. Erano piuttosto intelligenti Robbie ed
Andry, sapevano che far capire che stavano insieme sarebbe stato puro
suicidio, nonostante Robbie aveva vissuto alla luce la relazione con
Deborah, ora perfino lui ammetteva che non si poteva fare
altrettanto. Semplicemente era una relazione omosessuale e si
sapevano le differenze inevitabili fra queste e quelle eterosessuali.
Questa consapevolezza dava molta tristezza, i due l'avrebbero vissuta
con grande tranquillità e pacatezza, ma erano compagni e
'altri' che non glielo avrebbero permesso. Avrebbero sporcato anche
quel rapporto così puro fra loro.
Così
avevano saggiamente deciso di lasciare le cose così e
viverla
come meglio credevano solo una volta usciti da lì, avrebbero
resistito...speravano.
Sia il pubblico
che 'amici' li criticavano sempre più pesantemente,
più
che Robbie ce l'avevano con Andry, lui del resto sapeva trattare bene
con chiunque, usava le parole a seconda della situazione, per lo
più
con grande ironia, si destreggiava con esse come si potrebbe bere
dell'acqua, nessuno meglio di lui per rispondere a certe critiche. In
sostanza se ne sbatteva altamente riuscendo a far passare per
ridicoli gli accusatori...certo, con uno che mentre tu parli, fa il
gay toccando e abbracciando l'amico è naturale, poi,
sentirsi
idioti!
Come idiota era
sembrata Deborah alla risposta alla domanda se lei fosse
fidanzata(notare: erano in diretta e tutti sapevano della relazione
con Robbie ma non se si erano anche lasciati o a che punto fossero
attualmente.):
- Si, sono
sposata con Andry ed abbiamo un figlio: Robbie...- Risata sarcastica
- No, scherzo, in realtà non so più se Robbie era
fidanzato con me o con Andry. Attualmente ci siamo lasciati!-
Idiozia, quindi,
che però diede una grande delucidazione a tutti su come
stessero le cose!
Risposta di
Andry? Il tagliente ed ironico ragazzo che non poteva ignorare la sua
rivale, prese e non molto d'istinto diede un bacio a Robbie sulla
guancia atteggiandosi a checca, questo provocò ulteriori
battute e ilarità ma fece tacere per quel giorno nuove
sparlate.
Ammirevoli
insomma...Robbie un fondo di fastidio l'aveva poiché era un
tipo da relazioni mostrate e alla luce, viveva tutto come niente
fosse e nonostante questa situazione pesasse per uno come lui, ce la
faceva, aveva una discrezione naturale ed una calma interiore che
difficilmente lo turbava. Al contrario Andry non la viveva poi
così
bene, lui era diverso, come Robbie voleva vivere le cose senza
nascondersi, tuttavia il doverlo fare per la serenità
mentale
lo infastidiva, turbava, inquietava fino a renderlo nevrotico. Nel
suo autocontrollo sparava ironia, ma finiva per avere dei grossi
sbalzi d'umore e diventare acido, tagliente ed infine infiammarsi
anche per sciocchezze. Il suo passatempo preferito era diventato
camminare su e giù per il corridoio in modo frenetico
rimuginando sui mali del mondo!
Era un periodo
non molto positivo per lui, quindi, e l'unico desiderio che aveva era
stare in santa pace con il suo ragazzo.
Tanto più
che in via del tutto naturale, arrivò un nuovo 'problema':
si
erano accesi gli istinti!
- A cosa pensi?-
"Me lo
chiede a bruciapelo ed io mi ritrovo i suoi occhi neri, penetranti
come solo i suoi lo sono per me, a fissarmi insistenti. Non
smetterà
finchè non gli risponderò. La penombra della
nostra
camera ci avvolge creando un'atmosfera d'intimità, mi
rilassa,
sarà anche perché siamo al residence e non ci
sono
telecamere in mezzo. Vorrei solo stare in questa stanza, io e lui
soli, per tutta la durata del programma...a volte lo desidero
veramente, ma poi ugualmente mi rendo conto che ci sono cose da fare
e da vivere nonostante non sia tutto stupendo come vorremmo.
È
difficile ma penso sia giusto, non lo so...
Rimango steso
sulla mia parte di letto a pancia in su, le braccia piegate dietro la
testa, sono un po' cresciuti i miei capelli, dovrò tornare a
rasarli, danno meno fastidio corti piuttosto che lunghi come li avevo
prima!
Considerazioni
veloci mentre mantengo anche il mio volto assorto, con la coda
dell'occhio vedo che Andry si stende nel letto accanto(li abbiamo
uniti, o meglio ha fatto tutto lui), sono disfatti e le lenzuola
arrotolate sul fondo. Si appoggia sul fianco e continua a guardarmi,
tiene su la testa con la mano e ha uno sguardo contento, ce l'ha solo
quando siamo soli, ultimamente. Soffre lui per primo di tutto questo
e mi dispiace, è una cosa che non mi è mai andata
bene
che lui possa star male a causa mia, ora c'entro più di quel
che si possa pensare. Sospiro. È frustrante questa idea.
- Oggi ho parlato
con il prof di recitazione...parlavamo del film Alexander...-
Se lo conosco
bene, ora alza un sopracciglio, non è un argomento comune,
è
un film particolare.
- A dire il vero
è stato un discorso preso più alla larga,
attori...attori bravi degli ultimi tempi...siamo giunti a Colin
Farrell e al suo Alexander, bè, ti risparmio ogni frase,
insomma è stato lungo. Lui è una persona
particolare e
molto più acuta degli altri e ha buttato lì che
gli
sarebbe piaciuto vedere noi due recitare una scena tratta da quel
film...dice che nell'apparenza sembra che io sia da Alessandro mentre
tu da Efestione, ma in realtà conoscendoci è
l'inverso...abbiamo parlato di alcune scene molto intense che lui
vedrebbe molto bene per due attori come noi...-
Mi chiedevo
quando mi avrebbe interrotto ed ora succede, Andry è un tipo
che non sa stare zitto per più di cinque minuti e sono
comunque troppi!
- Scontato che
sarebbe una scena di Alessandro ed Efestione, quindi...-
Non lo guardo ma
mi aspettavo qualche cosa in più. Alzò
impercettibilmente le spalle nude, sono pronto per dormire quindi ho
solo i pantaloni del pigiama, mi danno fastidio le maglie
normalmente, mi sento più libero e sciolto così,
lui
invece ha il pigiama intero.
- Bè, a me
non dispiacerebbe...-
Lui così
si decide a fare tutte le sue considerazioni, ha un tono un po' duro
e disilluso, poco convinto:
- Si, anche a me,
è ovvio, ma lo sai benissimo che non lo faranno...il prof
è
competente e professionale, a livello di recitazione e lavoro sarebbe
una grande sfida per noi, metterci alla prova così, ma sai
benissimo perché non accadrà mai...scene di due
omosessuali non si faranno mai in una scuola pubblica...-
Lo so, ha
perfettamente ragione. Sospiro. Vorrei, però fosse diverso,
volto il viso e lo guardo di nuovo, non ha smesso di fissarmi, ha dei
lineamenti veramente belli, ora che sono con lui da un po' di tempo
lo guardo con altri occhi, adesso mi piace tutto di lui, anche i suoi
difetti...che non sono da nulla; sicuramente tempo un mese e lo
ucciderò, ma intanto mi godo questo periodo, anche
perché
abbiamo già abbastanza problemi così.
Spontaneamente
mormoro:
- Però è
bello quando recitiamo insieme...non ne abbiamo fatte molte, sarebbe
bello se potessimo...fare proprio una di quelle scene. -
- è vero,
anche io vorrei. Ricordi durante l'anno quella dove eravamo due
rivali e ci pestavamo? Dannazione se siamo stati realisti...ci siamo
fatti male veramente...ma è così che mi piace
recitare.
E poi abbiamo ballato insieme brack dance...è stato
veramente
una figata, quella! -
- O quando dopo
aver fatto il pezzo insieme a Sara, io e lei ballavamo e tu cantavi
Only you, sei stato bravo quella volta...- (preso spudoratamente da
esibizioni di quest'anno...)
In un secondo
ricordiamo molte delle nostre esibizioni insieme o individuali, gli
dico che mi ha colpito quella volta in cui per un compito
d'improvvisazione doveva recitare raccontando una parte della sua
vita...è stato pazzesco ed ancora ora ho i brividi a
ricordarlo...brividi che rimangono mentre non distolgo lo sguardo dal
suo e lui dal mio, ci guardiamo ora seri e mi aspetto che parli da un
momento all'altro. Andry potrebbe sembrare uno di quei tipi che
dall'imbarazzo parlano, invece no, lui in quei momenti sta zitto e
non sa che dire...parla tanto quando sta bene ed è a suo
agio...è un po' strano ed è per questo che attira
l'attenzione!
Ripenso subito a
questi giorni, sarebbe diverso se potessimo fare come vorremmo, un
lampo di tristezza mi attraversa lo sguardo a causa sua, per lui
cambierebbe molto.
- Ci sono
comunque molte scene in cui Alessandro ed Efestione non fanno 'gli
innamorati'. Quando Alessandro è in crisi, quando Efestione
muore...se ne parliamo con il prof sono certo che troviamo
qualcosa...-
- è lui
che decide cosa e quando, non so se è una buona idea
proporgliela...-
Alza le spalle
mentre striscia più vicino a me e appoggia la testa sulla
mia
spalla, sento il suo profumo di 'doccia' e questo contatto sulla mia
pelle mi fa drizzare tutti i peli del corpo mentre i brividi di poco
prima si ingigantiscono ulteriormente, il suo respiro regolare sul
mio petto mi porta a concentrare tutti i miei sensi su di lui, sulla
sua mano che appoggia casuale accanto al viso, calore un po' ovunque.
Da quando ci
siamo messi insieme non abbiamo mai fatto l'amore, cioè non
siamo andati più in là di qualche carezza
esplicita,
sono cose che vengono naturali ma guidate comunque da lui, io di mia
iniziativa non riesco a fare molto, però lo assecondo ed una
volta che mi ci butta dentro diciamo che 'nuoto' alla perfezione,
aiutato da lui.
Sono tutte cose
nuove che però viviamo come fossero uniche ed irripetibili,
un
cosa che mi riesce solo con lui; ho avuto molte ragazze, eppure non
è
mai stato così. Coi polpastrelli scivola su tutta la
superficie del mio torace a sua disposizione finendo che io trattengo
il fiato e mi mordo il labbro, mi dona delle sensazioni che vorrei
solo poter non finissero mai, in bilico in uno spazio tutto nostro
sperando che non cambi mai nulla. È difficile ora rimanere
impassibile dopo aver appena pensato che non abbiamo ancora fatto
l'amore. Ma non saprei da dove iniziare con lui. Parla, il fatto che
parli ora mi fa capire che per lui va tutto bene e non si imbarazza.
- Sai...se fossi
stato al posto di Alessandro non so cosa avrei fatto, non è
una parte facile la sua...voglio dire alla morte del suo amato.
Sarebbe una grande sfida per me e...devo dire che mi mette i
brividi...visto che ora sono dentro ad una relazione che potrebbe
essere paragonata alla loro...anche se capisco che è diversa
poiché loro sono nati e cresciuti insieme, il nostro
è
stato qualcosa di lampante...-
Devo ammettere
che ho ascoltato poco di quel che ha detto, non riesco minimamente a
connettere ora come ora, sono contento che lui stia bene e a suo agio
così ma per me, veramente, è difficile.
Ultimamente ci
ho pensato diverse volte: quando accadrà come
sarà?
Cambierà qualcosa? Sarà inevitabile, di solito
è
così, è come se decidesse che tipo di rapporto
è
e il suo destino. Ora penso esattamente a questo senza smettere un
secondo.
Lui invece mi
sfiora lieve con le dita la mia pelle, si sofferma sui capezzoli e
riesco a capire che in quel che fa non c'è né
ironia ne
malizia, è immerso in quel che fa e che dice, non so nemmeno
se si è accorto che non respiro quasi più.
È bello.
Mi piace.
Vorrei potesse
non finire mai.
Non smettere.
Vorrei dirglielo
ma non ci riesco, non so come si dice, cioè non so come si
dice a lui...sono una persona strana, in queste cose non ho mai avuto
inibizioni...ora...io voglio farlo, è un desiderio che
capisco
chiaramente ora, una cosa di cui sono assolutamente sicuro. Ma non so
come dirglielo. Spero che mi legga nel pensiero poiché sono
non poco imbarazzato e so che lo sarò anche dopo...voglio
far
l'amore con lui, baciarlo, averlo...non per desiderio ed istinto
fisico, non si tratta di quello altrimenti saprei cosa fare.
È
più una cosa interiore, d'anima. Non so...voglio averlo, che
le sue premure per me si trasformino in quello che unisce fino in
fondo due persone.
Penso che sia il
momento, che si faccia così...gli poso delicato una mano sul
volto, sulle labbra, glielo alzo in modo da guardarlo, lui si tira su
un po' e mi asseconda mentre lo conduco alle mie labbra e lo sfioro
fino a baciarlo. Lo carezzo leggero con la lingua e lui dischiude
venendomi incontro, chiude gli occhi e finalmente lo zittisco, con
lui questo è l'unico modo, lo so!
Un modo efficace
e sicuro.
Spero capisca il
mio messaggio, come capisce sempre tutto di me in modo disarmante.
Il contatto con
la sua lingua mi cancella ogni remora e connessione di pensiero, non
arrivo più a ragionare, lascerò che
faccia...spero che
non si rovini tutto."
Dalla stanza
accanto si levava, nel frattempo, la voce di una delle loro compagne,
aspirante cantante, dalla voce molto acuta e malinconica
nonché
vellutata e dolce, una di quelle che cantavano meglio. Cantava
Kissing You di Des'ree. Cantandola a cappella non si poteva sentire
la musica inizialmente a piano e molto lieve, appena accennata, per
poi andare in crescendo assieme alla voce d'angelo della cantante, ma
c'era ugualmente un'atmosfera aiutata già dai discorsi di
prima dei due, su un amore come quello di Alessandro ed Efestione che
pochi potevano capire e vivere, una sfida, per così dire.
Poi era
sopraggiunta la malinconia della consapevolezza di non poter vivere
come loro o per lo meno come volevano, la loro storia. Robbie e Andry
con le loro parole e i loro brevi silenzi avevano dato vita ad un
desiderio crescente che era andato aumentando.
Era stato questo
a far decidere Robbie i cui istinti erano ancora ben domati e non poi
così accesi. Il pensiero che Andry soffrisse, che potesse
allontanarsi per il vivere una relazione simile di nascosto, proprio
uno come lui. La paura che tutto finisse ancor prima che prendesse
piede...e la voglia che questo non accadesse, che al contrario tutto
si rafforzasse...e che diventassero di un unione assoluta.
Robbie non sapeva
che nome dare ad una cosa del genere, un sentimento così
particolare e mai provato realmente, mosso sempre dai bassissimi
istinti di un uomo quale lui era.
Andry al
contrario era diverso. A questo senso si aggiungeva anche quella che
a Robbie, per il momento, mancava...la voglia di possederlo,
baciarlo, entrare in lui, farlo fino a non poterne più,
finchè
ce ne sarebbe stato...i cosiddetti istinti e desideri.
La voce di
Eleonora(la loro compagna che cantava dall'altra parte del muro
ascoltata dalle amiche, aveva reso l'attimo ancor più
suggestivo e lui stesso più deciso.
Sentire il suo
compagno alzargli il volto e iniziare a baciarlo era stato il 'via
libero', l'incentivo giusto.
"E' arrivato
il momento. Lo sentivo appena appoggiata 'casualmente' la testa sulla
sua spalla. Un agitazione coi lontani battiti del suo cuore
accelerati, la pelle che gli si accaldava sempre più e il
respiro quasi trattenuto. Ormai potrei diventare sordo muto ceco che
indovinerei ogni suo movimento, reazione e gesto...e saprei anche
cosa direbbe ad una mia data domanda.
Mi piace questo.
Ma non solo.
Quando si
concentra per riflettere da solo su situazioni complicate che non gli
tornano, quando gli stona qualcosa, quando deve presentare un analisi
totale di un qualcosa, oppure se parla delle sue passioni: le donne,
le moto e la recitazione! Sembra uno troppo sensibile per andare
sempre a letto con qualche ragazza per il gusto di farlo, o andarsene
in giro in moto a velocità folli...eppure lui è
così:
concilia questo amore con quello sentimentale della recitazione e si
mantiene arte sfumata e calda. Mi piace lo sguardo che ha in questi
momenti, la bocca all'ingiù, una voce quasi dissolta che
parla
da solo pensando attentamente a quel che dice, il volto non l'ombra
di una ruga, lo sguardo castano avvolgente e penetrante. Un confluire
d'azioni e sensazioni e parole.
Mi piace anche
questo di lui.
Eppure quando si
arrabbia, sente il bisogno di dire la sua e anche in quei casi pensa
molto bene a quello che dice, crede nei buoni sentimenti di tutti e
niente al mondo lo smuove su questo principio. Chi si è
mostrato suo amico non può essere falso od opportunista.
È
convinto di questo e un giorno ne rimarrà scottato...un nome
a
caso? Deborah, ovvio! Lui nonostante quel che gli fanno li giustifica
sempre e si aggrappa alle cose buone che questi hanno fatto per lui e
non se la prende fino in fondo, non le giudica e non le esclude dalla
sua vita. Non sembra mai deluso però in segreto lo
è,
lo capisco quando si chiude in una stanza facendo finta di studiare
col sottofondo di Des'ree. E poi arriva a scoppiare, diventa rosso in
volto e con un agitazione infinita si sente in colpa mentre accusa
chi ha di fronte...eppure la sua pazienza si esaurisce una volta
all'anno circa, in quei casi è uno spettacolo. Prendersela
con
Robbie e fare i bastardi con lui è come sparare sulla Croce
Rossa, ma c'è chi lo fa, di nascosto per poter avere le sue
grazie. Mi manda in bestia, per questo poi lo difendo...ed è
anche questo che mi piace.
Non mi importa mi
diano dell'impiccione rompiscatole chiacchierone litigioso eccetera
eccetera. Mi possono definire come vogliono, io so difendermi e mi
difendo, se lo fanno con lui, lui non si difende, giustifica la
persona che l'ha trattato male, al massimo gli regala uno dei suoi
sguardi delusi o freddi...raramente sfodera quelli di fuoco. Ha tante
particolarità che potrei stare ore a parlare di lui ed io
non
mi esaurirei mai, sarà perché le parole le
conosco
meglio di me, e ad esse accompagno sempre i gesti e i fatti,
sarà
perché faccio attenzione agli altri per non venir
calpestato,
perché sono abituato a stare all'altezza degli altri e a
mantenermi forte...sarà perché siamo
così
diversi da completarci.
E mi piace.
Infine è
quando io sono giù e divento nevrotico per i svariati
motivi,
che lui arriva da me, si siede, mi guarda andare su e giù e
mi
ascolta...dannazione se in quei momenti parlo, sono confuso e balbetto,
non si capisce nulla di quello che dico e sforno fiumi e
fiumi, lui sta lì serio, non mi prende per il culo, non mi
sminuisce. Sta zitto e ascolta. Io riesco solo ad arrabbiarmi quando
è giù, alzo la voce con lui che non capisce che
non
deve reagire così, mi infurio con chi è la causa
del
suo malessere e poi, dopo aver fatto fuoco e fiamme, continuo il mio
monologo condito da ironie involontarie che finiscono per farlo
ridere!
È questo
che è bello di noi.
La diversità
di cui siamo padroni.
Mi piace.
Torno ad
appoggiare la mano sul suo petto mentre continuiamo a baciarci,
è
un momento molto forte per me, sento risvegliarsi, anzi no,
ingigantirsi è il termine adatto, tutte quelle voglie
frenate
e accennate, desideri controllati e taciuti in attesa che lui potesse
essere pronto. È come se il suo corpo emanasse un aura che
mi
avvolge e mi ipnotizza i sensi, li controlla a suo piacimento ed io
divento un altro, uno di quei bambini che non sanno domarsi, capire
esattamente cosa si vuole e non poter andare fino in fondo come si
è
abituati a fare per qualunque situazione.
Man mano che ci
concediamo questi momenti d'intimità per me è
sempre
peggio, impossibile evitarlo...allontanarmi quando sto per cedere a
me stesso...ai miei istinti.
È lui e il
suo corpo che me lo chiedono...ma deve essere anche la sua
volontà.
Sento il sangue
scorrermi più veloce e le vene del collo e delle tempie che
mi
pulsano, stringo gli occhi mentre non mi stacco dalle sue labbra,
come se le divorassi, pian piano ogni remora svanisce ed è
la
mia stessa volontà a diventare istinto e desiderio.
La mia mano
incontrollata scende sul suo ventre, il palmo contro la sua pelle
liscia e accaldata, le dita aperte a combaciare ogni centimetro.
Ne voglio di più.
La infilo sotto i
pantaloni del pigiama e poi sotto i boxer che gli stringono,
è
eccitato. Passo l'altro braccio intorno al suo collo e mi metto in
una posizione più agevole, senza staccarmi da lui un secondo
continuo ad acarezzarlo prendendomi questa piccola soddisfazione che
so non mi sazierà, lui allarga impercettibilmente le gambe
senza rendersene conto, per lasciarmi un miglior accesso...ed un
messaggio che mi prende forma nella testa.
È una cosa
che parte lenta e poi cresce, lo capisco da lui che geme e ansima
sempre più interrompendo il bacio, ritira la sua lingua e
mantiene le labbra contro le mie, aperte e abbandonate in un primo
godere reale che lo porta a non farcela già più,
contrae la fronte e non riesce a tenere gli occhi aperti, sento in
lui un sentimento che presto non arriverà a trattenere, come
sta accadendo a me.
Questo crescendo
finalmente giunge ad una piccola esplosione liberatoria per Robbie,
che viene con un sospiro più forte. Suggello questo primo
atto
con un secondo bacio che non parte passionale come il primo, ma
dà
un contributo alla sua ripresa.
Senza lasciargli
troppo respiro mi metto sopra di lui a cavalcioni, continuo la
carezza con le nostre labbra e le sue mani mi vanno sotto la maglia
leggera, toccando così la mia pelle che penso bolla, sui
fianchi, sulla schiena, alzando sempre più la stoffa in un
messaggio che è ancor più chiaro di prima.
Nonostante sia
appena venuto sento che mi preme la sua eccitazione, non è
ancora esaurita.
Vuole farlo anche
lui. Vuole fare l'amore con me e mentre lo realizzo è come
se
tornassi a respirare, se risalissi a galla dopo un lungo periodo di
apnea, aria che prendo a pieni polmoni e l'idea di ciò che
mi
aspetta, ovvero un volo, mi porta una sensazione ed emozione
inauditi, definibili forse come felicità.
Io lo voglio e
lui vuole me, stiamo per unirci e siamo insieme, che altro
può
importare?
Potranno
criticarci, là fuori, ma non potranno mai capirci, non mi
interessa venir compreso e aiutato da gente simile che non guarda
più
in là di un certo punto.
Mi alzo col busto
e mi tolgo la maglia, lui steso ed io seduto sopra, ci guardiamo seri
e la pelle mi ringrazia per aver lasciato libertà anche a
lei.
Le sue iridi sono ancor più calde, un castano intenso che
brilla della luce che di solito si riflette sulla superficie del
mare. Il mare non è il suo colore ma è l'idea che
in un
certo senso dà. Lo capisco ora, lo vuole fare, si, ma
è
imbarazzato e non ha idea di come fare, mi conferma subito
l'impressione:
- Io...ecco...non
so come...-
Confuso e provato
per la situazione e il contrasto con se stesso, è
così
sensibile ed io forse non sono alla sua altezza, non sono certo di
meritarmelo veramente. Uno ci pensa in questi momenti, hai sempre
creduto di non aver sbagliato nulla e di essere perfetto per lui, ma
se poi non è così? Se poi nel momento clou non ci
riesci o non ne sei all'altezza? Rovineresti tutto...rovineresti
lui...ma questa sua confusione e questo suo imbarazzo mi lascia
dentro una tenerezza che io in quanto uomo pensavo non saper provare.
Ma è sempre così. È Robbie a riuscire
a tirar
fuori da me la dolcezza. Non voglio fargli male, la mia delicatezza
scaturisce da questo desiderio.
Mi chino appoggiando le mani ai lati del suo
volto, porto il mio sul suo e
sposto le labbra sulla sua fronte, poso un leggero bacio e mormoro
sulla sua pelle un po' imperlata:
- Nemmeno io...-
Ne poso un altro
sotto il suo occhio che non stacca dai miei. È agitato...
- Ma fidati...-
All'angolo della
bocca.
- Voglio farti
star bene...e tu?-
Sembra capire,
smette di mordersi il labbro nervoso e chiude gli occhi per riaprirli
e puntarli sui miei che non hanno smesso un attimo di averlo.
- Anche io...-
gli trema la voce
ed è così sottile da essere impercettibile.
Ma io la sento ed
accenno ad un sorriso che lo rassicura o così io vorrei,
visto
che poi si tramuta in uno quasi divertito...Robbie mi ha detto che
non sa come farlo ed è imbarazzato, lui che ha avuto tante
ragazze in un anno quante ne ho avute io in una vita intera! Cosa
dovrei dire io?
Eppure sto
facendo io la parte dell'attivo, non so, non ci avevo mai pensato in
questi termini, ma lui attira più di me non tanto per il suo
aspetto quanto per la sua interiorità e il suo modo di
essere,
io invece attiro per il mio aspetto ma poi allontano col carattere
che mi ritrovo!
Eppure queste
considerazioni scemano via come trasportate da una forza superiore
che ora vuole noi ci dedichiamo ad altro, a noi, ai nostri piaceri.
Così metto
fine ai preamboli, adagio la mia bocca sulla sua e glielo dico basso
e penetrante, la voce è roca:
- Io ora voglio
te.-
Non gli do modo
di rispondere, sento che è caduto in una piccola seconda
confusione che mi fa letteralmente impazzire, l'accarezzo con la
lingua fino a violarlo del tutto in una piccola danza prepotente.
Frettoloso
riprendo le sue mani appoggiandole sul mio torace nella richiesta
che non smetta di toccarmi e accarezzarmi, lui comincia a dimenticare
ogni indecisione e non stacca un attimo il contatto che ho creato,
con le dita arriva ai capezzoli, tormentandoli delicato ed assorto
provocando ulteriore voglia in me. Esco fuori dalle sue labbra e
seguo la mascella, assaggio il suo collo e la clavicola, la sua pelle
ha un sapore diverso da quel che immaginavo e non potrei nemmeno
descriverlo, quando continuo a scendere sempre più
giù lui immerge le dita fra i miei capelli e mi chiede di
non smettere,
il suo petto si alza e si abbassa sempre più in fretta e
intorno a noi il silenzio ci inghiotte rimandandoci i nostri ansiti.
Quel vortice
d'inizio mi porta quasi ad impazzire, senza riuscire a comprendere
più nulla, ogni logica svanisce e non riesco a trattenere
ulteriormente non solo le mie labbra ma anche ogni mio istinto.
Assaggio la sua
pelle e il suo corpo mentre le mani finiscono il compito di
spogliarci e toglierci dall'impiccio dei vestiti, lasciandoci nudi,
ansimanti e al limite, i respiri sempre più corti e il
pensiero si fissa sul desiderio e sull'unico concetto coerente, lo
voglio.
Lo sento rigido
sotto di me, prova ancora un imbarazzo portato dal non averlo mai
fatto con un uomo, credo...o con me.
Se sono io il
problema rimedierò subito. Con un espressione che penso
sappia
di malizia, torno a coprirlo interamente col mio corpo, i nostri
volti vicinissimi si sfiorano, ci guardiamo, entrambi abbiamo uno
sguardo voglioso, eccitato e stralunato.
Adagio con cura
il bacino sul suo e senza nemmeno baciarlo, combacio il resto dei
nostri corpi, le linee naturali che trovano forma in una specie di
puzzle che si completa man mano che il tempo scorre, quando comincio
a strofinarmi su di lui, apre la bocca trattenendo il respiro,
riempie il petto e con qualcosa non proprio definibile come stupore,
mi fa intendere che tutto si sarebbe potuto aspettare, tranne che
esattamente questo.
Le nostre
virilità a contatto in una specie di massaggio erotico
tolgono ogni freno inibitore non solo in me, ma soprattutto in
Robbie, che preme il capo sul cuscino all'indietro eccitandosi in
ogni modo possibile, fisicamente, oralmente ed internamente. Il ritmo
che fin'ora era stato lento lo faccio crescere, dettandolo io stesso,
man mano che le sue espressioni di totale abbandono cancellano ogni
imbarazzo ed impaccio. Non so fare la persona romantica in certi
casi, quando perdo il controllo di me, accade raramente, ma se
succede nonostante io sia uno che non si fa problemi ad ammettere
l'amore che provo per le persone che mi circondano, in quei casi mi
trasformo e non riesco più a connettere un singolo pensiero
di
romanticismo, vado di istinto e desiderio.
Le mani che
teneva aggrappate al lenzuolo, poi le ha lasciate per tenersi alla
mia schiena e alle mie spalle, implorandomi coi suoi gemiti di
continuare, approfondire, rialza il capo e affonda il volto
nell'incavo del mio collo, la sua pelle è umida e pulsa di
calore, trattengo il respiro a mia volta lasciando la mia espressione
in una smorfia di sforzo.
-
Oddio...basta...non ce la faccio più...-
E mentre lui lo
dice io lo penso. Non ce la faccio più, lui che cede a me,
la
sua voce desiderosa e roca, il nascondersi ai miei occhi...il suo
corpo così sotto il mio, uniti ma non fino in fondo, un
piacere che cresce e non sembra mai abbastanza, ce n'è di
più.
Voglio sentirlo
gemere ancora e ancora e ancora, più forte, crescendo ed
esplodendo insieme.
Mi isso sulle
braccia e mi stacco un po' da lui, abbiamo tutto il corpo in tensione
e l'unica cosa a cui arrivo a pensare è il prepararlo, credo
che...si faccia in un certo modo...così...devo dilatarlo e
poi...gli alzo le gambe mentre sono in ginocchio per avere il
miglior accesso a lui, si preme le braccia sulla faccia per
nascondersi ancora, non pensavo avrei mai visto un Robbie in questo
stato, questa versione mi accende ancor di più, mi mordo il
labbro, vorrei assaggiarlo ancora.
Febbrile mi piego
sopra di lui, in mezzo alle sue gambe e che allaccia intorno alla
mia vita, con le mie mani scosto le sue cercandole, allaccio le dita
e stringo con energia trasmettendogli una sicurezza che può
nascermi solo dal sentimento che provo per lui e dal 'bisogno' che ho
di lui.
Lo guardo negli
occhi e faccio si che lui ricambi, vorrei dire qualcosa, prepararlo
a parole, ma del resto mi rendo conto di non avere nulla da dire.
Improvvisamente le parole che ho sempre avuto per ogni occasione, ora
sono sparite. Non so cosa potremo provare, non so dove arriveremo,
non so quanto giusto o sbagliato sia, non so se è tutto
così
come possiamo solo immaginare, pensare, sperare. So solo che io sono
sicuro di quel che provo per lui e che voglio essere in lui.
Per questo non
dirò nulla, ora. Per questo. So che lui mi sente, capisce,
sa...e se non sa ora riuscirò a raggiungerlo lì
dove è
lui.
Il suo
smarrimento mi alimenta e come un vento che mi sospinge, riesco ad
entrare in lui, piano, lento, con quanta più delicatezza
sono
capace.
Si contrae ed è
come se mi respingesse con le mani che però io tengo strette
alle mie, gira la testa per cercare di nascondersi ancora, non deve,
non voglio, guardami...guardami, Robbie...
- Robbie...-
riesco a
mormorare appena in un filo di voce irriconoscibile, non la sento
mia, appoggio le mie labbra socchiuse sulla sua mascella, la risalgo
giungendo al suo lobo e lo mordicchio delicato, girati...guardami, ti
prego...ne ho bisogno, il tuo calore è lì nei
tuoi
occhi intensi anche se nervosi ed incerti, poiché la luce
che
c'è è inconfondibile. Fammi andare avanti. Mi
fermo,
slaccio una mano e delicato gli giro il viso, tiene gli occhi chiusi.
- Robbie...-
Lo chiamo ancora
in una preghiera, un implorazione, ti prego guardami ora.
Faccio per uscire
da lui ed è qua che ora li apre, mi cerca e mi fissa, io lo
incrocio, lui mi inghiotte senza rendersene conto, sono senza fiato e
parole, ha le lacrime in quei suoi occhi così caldi ed
acquosi
insieme. Smarrito più di prima, non sa, non capisce,
è
solo troppo grande per lui e mi rimanda indietro in uno scambio
onesto e violento, io gli dono la richiesta di non abbandonarmi con
la sua anima e coi suoi occhi, non lasciarmi...
- Stammi
vicino...-
Un sussurro
inudibile, non ho più voce. Appoggio la fronte al suo mento
e
lui la cerca con le labbra, me la bacia e mormora a sua volta:
- Non
andartene...-
E succede.
Riprendo il mio
viaggio dentro di lui, una specie di destinazione che parte
dall'ignoto dove ci si perde e non si capisce più niente
quando ci sei dentro. Logica e teoria scivola fuori da noi e le mie
labbra cercano le sue, le trovano e lui le accoglie mentre le sento
umide e salate di lacrime, sta piangendo.
Non posso aprire
gli occhi, non so, non vedo nulla di particolare, ma devo trattenere
le emozioni che mi stanno uscendo troppo sguscianti e forti, non
vorrei scordarle, non vorrei che si espandessero e diventassero di
tutti, sono mie e sue.
La consapevolezza
che lui piange e sentirmi avvolgere inizialmente sul basso,
stringermi e portare uno sforzo notevole da parte mia per arrivare
fino in fondo, poi mi avvolge sempre di più, una stretta che
non mi molla e mi trasporta ad uno sfogo totale di corpo anima e
mente dove i sentimenti e le emozioni nuotano fondendosi, non mi
permettono di capire dove sono, cosa faccio, se gemo o se sto in
silenzio, se lui grida o soffre in silenzio...o gli piace...una
speranza che sia tutto giusto, così vada bene, che non mi
respinga mai.
Lo sento.
Sentirlo così
forte, veramente, io sono in lui e lo sento, mi accoglie, non mi
manda via, mi attira a se, e le mani che toglie dalle mie per
portarle alla mia schiena, mi attira e mi tiene immergendo il volto
dove era prima, nella mia spalla, le labbra che si aprono per far
sfuggire un gemito, che per paura che sia troppo forte, fa soffocare
nella mia pelle, ma poi non ce la fa e lascia libero sfogo a lui,
alla sua voce, al suo corpo che incontrollato reagisce al dolore e a
quell'idea di ciò che stiamo facendo, una specie di piacere
giusto e sincero, è bello.
Lo sento, mi pare
di leggergli il pensiero. Va bene così, è
stupendo, non
capisco altro.
Entrare nella
persona che ami, sentirti in lui, sapere che lui sente te e
realizzare che in un pensiero veloce e naturale ti sei appena detto
che lo ami senza mai aver compreso la parola 'amore'.
Dio, potrebbe
arrivare la fine del mondo ed io ne sarei felice.
Sentirsi a
vicenda come solo noi ora possiamo sentirci, fregarcene del rumore
che facciamo, che possiamo farci sentire dagli altri fuori dalla
stanza, credere di essere finiti in un'altra dimensione nostra, non
sentire nemmeno un letto e delle lenzuola sotto, sentire solo lui e
lui io. Col corpo che vagamente riceve e da, ma tutto nella
più
totale confusione. E mentre arriva un crescendo sempre più
prepotente ed inimmaginato, renderci conto che siamo noi e siamo un
tutt'uno, su questo pensiero, mentre si cerca di più e di
più
ed ancora di più, fino a non averne più, venire,
arrivare a quel culmine agognato, liberarsi e cedere, ammettere che
non ci si può trattenere, in un combattimento combattuto,
volere arrivare lì eppure non volerlo fino in fondo
poiché
poi tutto finirà, voler goderselo ancora, allungare
l'attimo,
tenerselo stretto.
Faccio infine
l'unica cosa che riesco a pensare di fare, cerco le sue labbra e lui
fa altrettanto, le posiamo l'una sull'altra e stiamo fermi
così,
ansimanti, sfiniti e quasi svaniti, aspettiamo di ritornare in noi,
che i sensi si restituiscano ai nostri corpi.
I muscoli
rilassati, sto dentro di lui un attimo e poi mentre esco lento
ancora confuso gli crollo addosso senza forze, lui mi accoglie
dolcemente, mi abbraccia delicato e questa volta sono io a nascondere
il volto nel suo collo, le mani leggere mi accarezzano la schiena
sudata e i capelli mentre i respiri tornano regolari e i nostri
calori si domano.
Anche adesso mi
abbandono a lui, ma è un abbandono diverso, è
più
un completamento, un donargli qualcosa di nuovo, chiedergli che
custodisca tutto quello che ho provato per lui, in lui...che curi
questo sentimento così come è stato capace di
sfinirmi
e distruggermi, quasi.
Mi sento strano,
bene. Non l'ho mai sentito così vicino.
Ora siamo nudi e
sono sicuro di una cosa. Potrò superare ed affrontare
qualunque sfida e prova...solo una cosa ora come ora non ce la farei
mai. Una sfida fra quelle del serale che inizieranno fra poco,
proprio contro di lui, contro Robbie.
Non potrei mai
farla e piuttosto che vincere spererei di essere battuto da lui."
- Grazie...-
"Lo mormoro
mentre ricevo tutto quello che lui mi sta donando anche dopo aver
fatto l'amore insieme.
Continuo a
tenerlo fra le mie braccia e a sentire i suoi battiti attraverso il
petto che preme contro il mio, ricambiati fino all'ultimo.
È
emozione, si definisce così.
Durante pensavo
di non farcela, lo volevo ma al contempo ero così
imbarazzato
ed impacciato da voler nascondermi e sparire, la sua sicurezza mi ha
dato quel desiderio e voglia di non rovinare tutto, arrivare fino in
fondo e realizzare il mio desiderio, il suo.
Poi me lo aveva
chiesto lui come una preghiera...'stammi vicino'. Non capivo ancora
bene cosa dovevo fare, come si affrontava una situazione simile, non
che lo stavo facendo con un uomo, forse anche quello, ma proprio con
Andry. Di norma questo rassicura ma a me agitava ancor di
più.
Credendo di
impazzire anche dal dolore non sapevo più la cosa giusta e
cosa volevo veramente, dubbi che vengono nel momento più
importante ed intenso.
È stato a
farmi tornare e trovare le risposte quando lui se ne stava andando,
stavo rovinando io tutto, non mi sentiva più...e poi io ho
pensato che avrei sofferto di più lasciandolo andare ora
piuttosto che andando fino in fondo.
Ho capito che io
lo volevo perché qualcosa di troppo grande ed inesprimibile
a
parole, ci legava. Era giusto così, non volevo che mi
lasciasse e se ne andasse, nonostante tutto, tutto...mi sono
abbandonato, ho provato di tutto, non solo piacere, anzi...ma era
l'idea che ci stavamo realizzando che mi ha fatto piangere, non mi
era mai capitata una cosa simile.
Era troppo grande
per essere trattenuto.
Ho fatto sesso
per un sacco di tempo senza arrivare al segreto, senza capire come si
potesse piangere in quei momenti se non dal dolore.
Eppure io ho
pianto e non dal dolore.
Nemmeno dal
piacere...ho pianto per qualcosa di più grande, non so,
superiore...ho pianto perché mi sentivo completo e vivo e
non
vedevo in che altro modo avrei potuto andare avanti se non in quello.
Come se avessi
capito perché anche se nella vita tutti abbiamo sofferto, si
vive lo stesso. Per momenti come quelli.
Mi sono sentito
uomo, vero, completo, assoluto.
Ho pianto per
l'emozione.
Ed ero sicuro che
solo Andry avrebbe potuto accogliere le mie lacrime e me stesso nel
migliore dei modi.
Si è
donato a me ed io a lui, mi ha chiesto di custodire tutto questo, io
l'ho accolto ed ora chiedo anche a lui di farlo.
Grazie per essere
me."