Si... Amicizia!

CAPITOLO 3:

STAMMI VICINO

andry robbie

Il periodo che seguì al giorno della 'stanza del delitto', così chiamata da tutti la sala recitazione visto che si erano chiusi dentro a lungo senza telecamere, fu molto polemico e arricchito di accuse, ironie, malizie, gelosie, scenate, acidità e velenosità.
Specie le ragazze spettegolavano su cosa fosse accaduto e ponevano ipotesi fra le più svariate: Deborah e Robbie si erano lasciati, subito dopo lui e Andry si erano chiusi in una stanza senza dare spiegazioni e visione di quel che era accaduto, dopo di ciò il rapporto dei due si era stretto ulteriormente, qualcosa che andava visibilmente oltre l'amicizia, anche se gesti e segni chiari ed espliciti non erano mai stati fatti. Ormai pochi credevano all'"amicizia virile"!
Entrambi avevano deciso di evitare di lasciare la relazione nelle mani di tutti, una cosa simile non solo avrebbe fatto scandalo, ma avrebbe distrutto loro la vita. Non avevano pregiudizi sui gay e non si ponevano di problemi veri e propri, gli unici erano quelli che avevano gli altri, gente comune e compagni. Erano piuttosto intelligenti Robbie ed Andry, sapevano che far capire che stavano insieme sarebbe stato puro suicidio, nonostante Robbie aveva vissuto alla luce la relazione con Deborah, ora perfino lui ammetteva che non si poteva fare altrettanto. Semplicemente era una relazione omosessuale e si sapevano le differenze inevitabili fra queste e quelle eterosessuali. Questa consapevolezza dava molta tristezza, i due l'avrebbero vissuta con grande tranquillità e pacatezza, ma erano compagni e 'altri' che non glielo avrebbero permesso. Avrebbero sporcato anche quel rapporto così puro fra loro.
Così avevano saggiamente deciso di lasciare le cose così e viverla come meglio credevano solo una volta usciti da lì, avrebbero resistito...speravano.
Sia il pubblico che 'amici' li criticavano sempre più pesantemente, più che Robbie ce l'avevano con Andry, lui del resto sapeva trattare bene con chiunque, usava le parole a seconda della situazione, per lo più con grande ironia, si destreggiava con esse come si potrebbe bere dell'acqua, nessuno meglio di lui per rispondere a certe critiche. In sostanza se ne sbatteva altamente riuscendo a far passare per ridicoli gli accusatori...certo, con uno che mentre tu parli, fa il gay toccando e abbracciando l'amico è naturale, poi, sentirsi idioti!
Come idiota era sembrata Deborah alla risposta alla domanda se lei fosse fidanzata(notare: erano in diretta e tutti sapevano della relazione con Robbie ma non se si erano anche lasciati o a che punto fossero attualmente.):
- Si, sono sposata con Andry ed abbiamo un figlio: Robbie...- Risata sarcastica - No, scherzo, in realtà non so più se Robbie era fidanzato con me o con Andry. Attualmente ci siamo lasciati!-
Idiozia, quindi, che però diede una grande delucidazione a tutti su come stessero le cose!
Risposta di Andry? Il tagliente ed ironico ragazzo che non poteva ignorare la sua rivale, prese e non molto d'istinto diede un bacio a Robbie sulla guancia atteggiandosi a checca, questo provocò ulteriori battute e ilarità ma fece tacere per quel giorno nuove sparlate.
Ammirevoli insomma...Robbie un fondo di fastidio l'aveva poiché era un tipo da relazioni mostrate e alla luce, viveva tutto come niente fosse e nonostante questa situazione pesasse per uno come lui, ce la faceva, aveva una discrezione naturale ed una calma interiore che difficilmente lo turbava. Al contrario Andry non la viveva poi così bene, lui era diverso, come Robbie voleva vivere le cose senza nascondersi, tuttavia il doverlo fare per la serenità mentale lo infastidiva, turbava, inquietava fino a renderlo nevrotico. Nel suo autocontrollo sparava ironia, ma finiva per avere dei grossi sbalzi d'umore e diventare acido, tagliente ed infine infiammarsi anche per sciocchezze. Il suo passatempo preferito era diventato camminare su e giù per il corridoio in modo frenetico rimuginando sui mali del mondo!
Era un periodo non molto positivo per lui, quindi, e l'unico desiderio che aveva era stare in santa pace con il suo ragazzo.
Tanto più che in via del tutto naturale, arrivò un nuovo 'problema': si erano accesi gli istinti!

- A cosa pensi?-

"Me lo chiede a bruciapelo ed io mi ritrovo i suoi occhi neri, penetranti come solo i suoi lo sono per me, a fissarmi insistenti. Non smetterà finchè non gli risponderò. La penombra della nostra camera ci avvolge creando un'atmosfera d'intimità, mi rilassa, sarà anche perché siamo al residence e non ci sono telecamere in mezzo. Vorrei solo stare in questa stanza, io e lui soli, per tutta la durata del programma...a volte lo desidero veramente, ma poi ugualmente mi rendo conto che ci sono cose da fare e da vivere nonostante non sia tutto stupendo come vorremmo. È difficile ma penso sia giusto, non lo so...
Rimango steso sulla mia parte di letto a pancia in su, le braccia piegate dietro la testa, sono un po' cresciuti i miei capelli, dovrò tornare a rasarli, danno meno fastidio corti piuttosto che lunghi come li avevo prima!
Considerazioni veloci mentre mantengo anche il mio volto assorto, con la coda dell'occhio vedo che Andry si stende nel letto accanto(li abbiamo uniti, o meglio ha fatto tutto lui), sono disfatti e le lenzuola arrotolate sul fondo. Si appoggia sul fianco e continua a guardarmi, tiene su la testa con la mano e ha uno sguardo contento, ce l'ha solo quando siamo soli, ultimamente. Soffre lui per primo di tutto questo e mi dispiace, è una cosa che non mi è mai andata bene che lui possa star male a causa mia, ora c'entro più di quel che si possa pensare. Sospiro. È frustrante questa idea.
- Oggi ho parlato con il prof di recitazione...parlavamo del film Alexander...-
Se lo conosco bene, ora alza un sopracciglio, non è un argomento comune, è un film particolare.
- A dire il vero è stato un discorso preso più alla larga, attori...attori bravi degli ultimi tempi...siamo giunti a Colin Farrell e al suo Alexander, bè, ti risparmio ogni frase, insomma è stato lungo. Lui è una persona particolare e molto più acuta degli altri e ha buttato lì che gli sarebbe piaciuto vedere noi due recitare una scena tratta da quel film...dice che nell'apparenza sembra che io sia da Alessandro mentre tu da Efestione, ma in realtà conoscendoci è l'inverso...abbiamo parlato di alcune scene molto intense che lui vedrebbe molto bene per due attori come noi...-
Mi chiedevo quando mi avrebbe interrotto ed ora succede, Andry è un tipo che non sa stare zitto per più di cinque minuti e sono comunque troppi!
- Scontato che sarebbe una scena di Alessandro ed Efestione, quindi...-
Non lo guardo ma mi aspettavo qualche cosa in più. Alzò impercettibilmente le spalle nude, sono pronto per dormire quindi ho solo i pantaloni del pigiama, mi danno fastidio le maglie normalmente, mi sento più libero e sciolto così, lui invece ha il pigiama intero.
- Bè, a me non dispiacerebbe...-
Lui così si decide a fare tutte le sue considerazioni, ha un tono un po' duro e disilluso, poco convinto:
- Si, anche a me, è ovvio, ma lo sai benissimo che non lo faranno...il prof è competente e professionale, a livello di recitazione e lavoro sarebbe una grande sfida per noi, metterci alla prova così, ma sai benissimo perché non accadrà mai...scene di due omosessuali non si faranno mai in una scuola pubblica...-
Lo so, ha perfettamente ragione. Sospiro. Vorrei, però fosse diverso, volto il viso e lo guardo di nuovo, non ha smesso di fissarmi, ha dei lineamenti veramente belli, ora che sono con lui da un po' di tempo lo guardo con altri occhi, adesso mi piace tutto di lui, anche i suoi difetti...che non sono da nulla; sicuramente tempo un mese e lo ucciderò, ma intanto mi godo questo periodo, anche perché abbiamo già abbastanza problemi così. Spontaneamente mormoro:
- Però è bello quando recitiamo insieme...non ne abbiamo fatte molte, sarebbe bello se potessimo...fare proprio una di quelle scene. -
- è vero, anche io vorrei. Ricordi durante l'anno quella dove eravamo due rivali e ci pestavamo? Dannazione se siamo stati realisti...ci siamo fatti male veramente...ma è così che mi piace recitare. E poi abbiamo ballato insieme brack dance...è stato veramente una figata, quella! -
- O quando dopo aver fatto il pezzo insieme a Sara, io e lei ballavamo e tu cantavi Only you, sei stato bravo quella volta...- (preso spudoratamente da esibizioni di quest'anno...)
In un secondo ricordiamo molte delle nostre esibizioni insieme o individuali, gli dico che mi ha colpito quella volta in cui per un compito d'improvvisazione doveva recitare raccontando una parte della sua vita...è stato pazzesco ed ancora ora ho i brividi a ricordarlo...brividi che rimangono mentre non distolgo lo sguardo dal suo e lui dal mio, ci guardiamo ora seri e mi aspetto che parli da un momento all'altro. Andry potrebbe sembrare uno di quei tipi che dall'imbarazzo parlano, invece no, lui in quei momenti sta zitto e non sa che dire...parla tanto quando sta bene ed è a suo agio...è un po' strano ed è per questo che attira l'attenzione!
Ripenso subito a questi giorni, sarebbe diverso se potessimo fare come vorremmo, un lampo di tristezza mi attraversa lo sguardo a causa sua, per lui cambierebbe molto.
- Ci sono comunque molte scene in cui Alessandro ed Efestione non fanno 'gli innamorati'. Quando Alessandro è in crisi, quando Efestione muore...se ne parliamo con il prof sono certo che troviamo qualcosa...-
- è lui che decide cosa e quando, non so se è una buona idea proporgliela...-
Alza le spalle mentre striscia più vicino a me e appoggia la testa sulla mia spalla, sento il suo profumo di 'doccia' e questo contatto sulla mia pelle mi fa drizzare tutti i peli del corpo mentre i brividi di poco prima si ingigantiscono ulteriormente, il suo respiro regolare sul mio petto mi porta a concentrare tutti i miei sensi su di lui, sulla sua mano che appoggia casuale accanto al viso, calore un po' ovunque.
Da quando ci siamo messi insieme non abbiamo mai fatto l'amore, cioè non siamo andati più in là di qualche carezza esplicita, sono cose che vengono naturali ma guidate comunque da lui, io di mia iniziativa non riesco a fare molto, però lo assecondo ed una volta che mi ci butta dentro diciamo che 'nuoto' alla perfezione, aiutato da lui.
Sono tutte cose nuove che però viviamo come fossero uniche ed irripetibili, un cosa che mi riesce solo con lui; ho avuto molte ragazze, eppure non è mai stato così. Coi polpastrelli scivola su tutta la superficie del mio torace a sua disposizione finendo che io trattengo il fiato e mi mordo il labbro, mi dona delle sensazioni che vorrei solo poter non finissero mai, in bilico in uno spazio tutto nostro sperando che non cambi mai nulla. È difficile ora rimanere impassibile dopo aver appena pensato che non abbiamo ancora fatto l'amore. Ma non saprei da dove iniziare con lui. Parla, il fatto che parli ora mi fa capire che per lui va tutto bene e non si imbarazza.
- Sai...se fossi stato al posto di Alessandro non so cosa avrei fatto, non è una parte facile la sua...voglio dire alla morte del suo amato. Sarebbe una grande sfida per me e...devo dire che mi mette i brividi...visto che ora sono dentro ad una relazione che potrebbe essere paragonata alla loro...anche se capisco che è diversa poiché loro sono nati e cresciuti insieme, il nostro è stato qualcosa di lampante...-
Devo ammettere che ho ascoltato poco di quel che ha detto, non riesco minimamente a connettere ora come ora, sono contento che lui stia bene e a suo agio così ma per me, veramente, è difficile. Ultimamente ci ho pensato diverse volte: quando accadrà come sarà? Cambierà qualcosa? Sarà inevitabile, di solito è così, è come se decidesse che tipo di rapporto è e il suo destino. Ora penso esattamente a questo senza smettere un secondo.
Lui invece mi sfiora lieve con le dita la mia pelle, si sofferma sui capezzoli e riesco a capire che in quel che fa non c'è né ironia ne malizia, è immerso in quel che fa e che dice, non so nemmeno se si è accorto che non respiro quasi più.
È bello.
Mi piace.
Vorrei potesse non finire mai.
Non smettere.
Vorrei dirglielo ma non ci riesco, non so come si dice, cioè non so come si dice a lui...sono una persona strana, in queste cose non ho mai avuto inibizioni...ora...io voglio farlo, è un desiderio che capisco chiaramente ora, una cosa di cui sono assolutamente sicuro. Ma non so come dirglielo. Spero che mi legga nel pensiero poiché sono non poco imbarazzato e so che lo sarò anche dopo...voglio far l'amore con lui, baciarlo, averlo...non per desiderio ed istinto fisico, non si tratta di quello altrimenti saprei cosa fare. È più una cosa interiore, d'anima. Non so...voglio averlo, che le sue premure per me si trasformino in quello che unisce fino in fondo due persone.
Penso che sia il momento, che si faccia così...gli poso delicato una mano sul volto, sulle labbra, glielo alzo in modo da guardarlo, lui si tira su un po' e mi asseconda mentre lo conduco alle mie labbra e lo sfioro fino a baciarlo. Lo carezzo leggero con la lingua e lui dischiude venendomi incontro, chiude gli occhi e finalmente lo zittisco, con lui questo è l'unico modo, lo so!
Un modo efficace e sicuro.
Spero capisca il mio messaggio, come capisce sempre tutto di me in modo disarmante.
Il contatto con la sua lingua mi cancella ogni remora e connessione di pensiero, non arrivo più a ragionare, lascerò che faccia...spero che non si rovini tutto."

Dalla stanza accanto si levava, nel frattempo, la voce di una delle loro compagne, aspirante cantante, dalla voce molto acuta e malinconica nonché vellutata e dolce, una di quelle che cantavano meglio. Cantava Kissing You di Des'ree. Cantandola a cappella non si poteva sentire la musica inizialmente a piano e molto lieve, appena accennata, per poi andare in crescendo assieme alla voce d'angelo della cantante, ma c'era ugualmente un'atmosfera aiutata già dai discorsi di prima dei due, su un amore come quello di Alessandro ed Efestione che pochi potevano capire e vivere, una sfida, per così dire.
Poi era sopraggiunta la malinconia della consapevolezza di non poter vivere come loro o per lo meno come volevano, la loro storia. Robbie e Andry con le loro parole e i loro brevi silenzi avevano dato vita ad un desiderio crescente che era andato aumentando.
Era stato questo a far decidere Robbie i cui istinti erano ancora ben domati e non poi così accesi. Il pensiero che Andry soffrisse, che potesse allontanarsi per il vivere una relazione simile di nascosto, proprio uno come lui. La paura che tutto finisse ancor prima che prendesse piede...e la voglia che questo non accadesse, che al contrario tutto si rafforzasse...e che diventassero di un unione assoluta.
Robbie non sapeva che nome dare ad una cosa del genere, un sentimento così particolare e mai provato realmente, mosso sempre dai bassissimi istinti di un uomo quale lui era.
Andry al contrario era diverso. A questo senso si aggiungeva anche quella che a Robbie, per il momento, mancava...la voglia di possederlo, baciarlo, entrare in lui, farlo fino a non poterne più, finchè ce ne sarebbe stato...i cosiddetti istinti e desideri.
La voce di Eleonora(la loro compagna che cantava dall'altra parte del muro ascoltata dalle amiche, aveva reso l'attimo ancor più suggestivo e lui stesso più deciso.
Sentire il suo compagno alzargli il volto e iniziare a baciarlo era stato il 'via libero', l'incentivo giusto.

"E' arrivato il momento. Lo sentivo appena appoggiata 'casualmente' la testa sulla sua spalla. Un agitazione coi lontani battiti del suo cuore accelerati, la pelle che gli si accaldava sempre più e il respiro quasi trattenuto. Ormai potrei diventare sordo muto ceco che indovinerei ogni suo movimento, reazione e gesto...e saprei anche cosa direbbe ad una mia data domanda.
Mi piace questo.
Ma non solo.
Quando si concentra per riflettere da solo su situazioni complicate che non gli tornano, quando gli stona qualcosa, quando deve presentare un analisi totale di un qualcosa, oppure se parla delle sue passioni: le donne, le moto e la recitazione! Sembra uno troppo sensibile per andare sempre a letto con qualche ragazza per il gusto di farlo, o andarsene in giro in moto a velocità folli...eppure lui è così: concilia questo amore con quello sentimentale della recitazione e si mantiene arte sfumata e calda. Mi piace lo sguardo che ha in questi momenti, la bocca all'ingiù, una voce quasi dissolta che parla da solo pensando attentamente a quel che dice, il volto non l'ombra di una ruga, lo sguardo castano avvolgente e penetrante. Un confluire d'azioni e sensazioni e parole.
Mi piace anche questo di lui.
Eppure quando si arrabbia, sente il bisogno di dire la sua e anche in quei casi pensa molto bene a quello che dice, crede nei buoni sentimenti di tutti e niente al mondo lo smuove su questo principio. Chi si è mostrato suo amico non può essere falso od opportunista. È convinto di questo e un giorno ne rimarrà scottato...un nome a caso? Deborah, ovvio! Lui nonostante quel che gli fanno li giustifica sempre e si aggrappa alle cose buone che questi hanno fatto per lui e non se la prende fino in fondo, non le giudica e non le esclude dalla sua vita. Non sembra mai deluso però in segreto lo è, lo capisco quando si chiude in una stanza facendo finta di studiare col sottofondo di Des'ree. E poi arriva a scoppiare, diventa rosso in volto e con un agitazione infinita si sente in colpa mentre accusa chi ha di fronte...eppure la sua pazienza si esaurisce una volta all'anno circa, in quei casi è uno spettacolo. Prendersela con Robbie e fare i bastardi con lui è come sparare sulla Croce Rossa, ma c'è chi lo fa, di nascosto per poter avere le sue grazie. Mi manda in bestia, per questo poi lo difendo...ed è anche questo che mi piace.
Non mi importa mi diano dell'impiccione rompiscatole chiacchierone litigioso eccetera eccetera. Mi possono definire come vogliono, io so difendermi e mi difendo, se lo fanno con lui, lui non si difende, giustifica la persona che l'ha trattato male, al massimo gli regala uno dei suoi sguardi delusi o freddi...raramente sfodera quelli di fuoco. Ha tante particolarità che potrei stare ore a parlare di lui ed io non mi esaurirei mai, sarà perché le parole le conosco meglio di me, e ad esse accompagno sempre i gesti e i fatti, sarà perché faccio attenzione agli altri per non venir calpestato, perché sono abituato a stare all'altezza degli altri e a mantenermi forte...sarà perché siamo così diversi da completarci.
E mi piace.
Infine è quando io sono giù e divento nevrotico per i svariati motivi, che lui arriva da me, si siede, mi guarda andare su e giù e mi ascolta...dannazione se in quei momenti parlo, sono confuso e balbetto, non si capisce nulla di quello che dico e sforno fiumi e fiumi, lui sta lì serio, non mi prende per il culo, non mi sminuisce. Sta zitto e ascolta. Io riesco solo ad arrabbiarmi quando è giù, alzo la voce con lui che non capisce che non deve reagire così, mi infurio con chi è la causa del suo malessere e poi, dopo aver fatto fuoco e fiamme, continuo il mio monologo condito da ironie involontarie che finiscono per farlo ridere!
È questo che è bello di noi.
La diversità di cui siamo padroni.
Mi piace.
Torno ad appoggiare la mano sul suo petto mentre continuiamo a baciarci, è un momento molto forte per me, sento risvegliarsi, anzi no, ingigantirsi è il termine adatto, tutte quelle voglie frenate e accennate, desideri controllati e taciuti in attesa che lui potesse essere pronto. È come se il suo corpo emanasse un aura che mi avvolge e mi ipnotizza i sensi, li controlla a suo piacimento ed io divento un altro, uno di quei bambini che non sanno domarsi, capire esattamente cosa si vuole e non poter andare fino in fondo come si è abituati a fare per qualunque situazione.
Man mano che ci concediamo questi momenti d'intimità per me è sempre peggio, impossibile evitarlo...allontanarmi quando sto per cedere a me stesso...ai miei istinti.
È lui e il suo corpo che me lo chiedono...ma deve essere anche la sua volontà.
Sento il sangue scorrermi più veloce e le vene del collo e delle tempie che mi pulsano, stringo gli occhi mentre non mi stacco dalle sue labbra, come se le divorassi, pian piano ogni remora svanisce ed è la mia stessa volontà a diventare istinto e desiderio.
La mia mano incontrollata scende sul suo ventre, il palmo contro la sua pelle liscia e accaldata, le dita aperte a combaciare ogni centimetro.
Ne voglio di più.
La infilo sotto i pantaloni del pigiama e poi sotto i boxer che gli stringono, è eccitato. Passo l'altro braccio intorno al suo collo e mi metto in una posizione più agevole, senza staccarmi da lui un secondo continuo ad acarezzarlo prendendomi questa piccola soddisfazione che so non mi sazierà, lui allarga impercettibilmente le gambe senza rendersene conto, per lasciarmi un miglior accesso...ed un messaggio che mi prende forma nella testa.
È una cosa che parte lenta e poi cresce, lo capisco da lui che geme e ansima sempre più interrompendo il bacio, ritira la sua lingua e mantiene le labbra contro le mie, aperte e abbandonate in un primo godere reale che lo porta a non farcela già più, contrae la fronte e non riesce a tenere gli occhi aperti, sento in lui un sentimento che presto non arriverà a trattenere, come sta accadendo a me.
Questo crescendo finalmente giunge ad una piccola esplosione liberatoria per Robbie, che viene con un sospiro più forte. Suggello questo primo atto con un secondo bacio che non parte passionale come il primo, ma dà un contributo alla sua ripresa.
Senza lasciargli troppo respiro mi metto sopra di lui a cavalcioni, continuo la carezza con le nostre labbra e le sue mani mi vanno sotto la maglia leggera, toccando così la mia pelle che penso bolla, sui fianchi, sulla schiena, alzando sempre più la stoffa in un messaggio che è ancor più chiaro di prima.
Nonostante sia appena venuto sento che mi preme la sua eccitazione, non è ancora esaurita.
Vuole farlo anche lui. Vuole fare l'amore con me e mentre lo realizzo è come se tornassi a respirare, se risalissi a galla dopo un lungo periodo di apnea, aria che prendo a pieni polmoni e l'idea di ciò che mi aspetta, ovvero un volo, mi porta una sensazione ed emozione inauditi, definibili forse come felicità.
Io lo voglio e lui vuole me, stiamo per unirci e siamo insieme, che altro può importare?
Potranno criticarci, là fuori, ma non potranno mai capirci, non mi interessa venir compreso e aiutato da gente simile che non guarda più in là di un certo punto.
Mi alzo col busto e mi tolgo la maglia, lui steso ed io seduto sopra, ci guardiamo seri e la pelle mi ringrazia per aver lasciato libertà anche a lei. Le sue iridi sono ancor più calde, un castano intenso che brilla della luce che di solito si riflette sulla superficie del mare. Il mare non è il suo colore ma è l'idea che in un certo senso dà. Lo capisco ora, lo vuole fare, si, ma è imbarazzato e non ha idea di come fare, mi conferma subito l'impressione:
- Io...ecco...non so come...-
Confuso e provato per la situazione e il contrasto con se stesso, è così sensibile ed io forse non sono alla sua altezza, non sono certo di meritarmelo veramente. Uno ci pensa in questi momenti, hai sempre creduto di non aver sbagliato nulla e di essere perfetto per lui, ma se poi non è così? Se poi nel momento clou non ci riesci o non ne sei all'altezza? Rovineresti tutto...rovineresti lui...ma questa sua confusione e questo suo imbarazzo mi lascia dentro una tenerezza che io in quanto uomo pensavo non saper provare. Ma è sempre così. È Robbie a riuscire a tirar fuori da me la dolcezza. Non voglio fargli male, la mia delicatezza scaturisce da questo desiderio.
Mi chino appoggiando le mani ai lati del suo volto, porto il mio sul suo e sposto le labbra sulla sua fronte, poso un leggero bacio e mormoro sulla sua pelle un po' imperlata:
- Nemmeno io...-
Ne poso un altro sotto il suo occhio che non stacca dai miei. È agitato...
- Ma fidati...-
All'angolo della bocca.
- Voglio farti star bene...e tu?-
Sembra capire, smette di mordersi il labbro nervoso e chiude gli occhi per riaprirli e puntarli sui miei che non hanno smesso un attimo di averlo.
- Anche io...-
gli trema la voce ed è così sottile da essere impercettibile.
Ma io la sento ed accenno ad un sorriso che lo rassicura o così io vorrei, visto che poi si tramuta in uno quasi divertito...Robbie mi ha detto che non sa come farlo ed è imbarazzato, lui che ha avuto tante ragazze in un anno quante ne ho avute io in una vita intera! Cosa dovrei dire io?
Eppure sto facendo io la parte dell'attivo, non so, non ci avevo mai pensato in questi termini, ma lui attira più di me non tanto per il suo aspetto quanto per la sua interiorità e il suo modo di essere, io invece attiro per il mio aspetto ma poi allontano col carattere che mi ritrovo!
Eppure queste considerazioni scemano via come trasportate da una forza superiore che ora vuole noi ci dedichiamo ad altro, a noi, ai nostri piaceri.
Così metto fine ai preamboli, adagio la mia bocca sulla sua e glielo dico basso e penetrante, la voce è roca:
- Io ora voglio te.-
Non gli do modo di rispondere, sento che è caduto in una piccola seconda confusione che mi fa letteralmente impazzire, l'accarezzo con la lingua fino a violarlo del tutto in una piccola danza prepotente.
Frettoloso riprendo le sue mani appoggiandole sul mio torace nella richiesta che non smetta di toccarmi e accarezzarmi, lui comincia a dimenticare ogni indecisione e non stacca un attimo il contatto che ho creato, con le dita arriva ai capezzoli, tormentandoli delicato ed assorto provocando ulteriore voglia in me. Esco fuori dalle sue labbra e seguo la mascella, assaggio il suo collo e la clavicola, la sua pelle ha un sapore diverso da quel che immaginavo e non potrei nemmeno descriverlo, quando continuo a scendere sempre più giù lui immerge le dita fra i miei capelli e mi chiede di non smettere, il suo petto si alza e si abbassa sempre più in fretta e intorno a noi il silenzio ci inghiotte rimandandoci i nostri ansiti.
Quel vortice d'inizio mi porta quasi ad impazzire, senza riuscire a comprendere più nulla, ogni logica svanisce e non riesco a trattenere ulteriormente non solo le mie labbra ma anche ogni mio istinto.
Assaggio la sua pelle e il suo corpo mentre le mani finiscono il compito di spogliarci e toglierci dall'impiccio dei vestiti, lasciandoci nudi, ansimanti e al limite, i respiri sempre più corti e il pensiero si fissa sul desiderio e sull'unico concetto coerente, lo voglio.
Lo sento rigido sotto di me, prova ancora un imbarazzo portato dal non averlo mai fatto con un uomo, credo...o con me.
Se sono io il problema rimedierò subito. Con un espressione che penso sappia di malizia, torno a coprirlo interamente col mio corpo, i nostri volti vicinissimi si sfiorano, ci guardiamo, entrambi abbiamo uno sguardo voglioso, eccitato e stralunato.
Adagio con cura il bacino sul suo e senza nemmeno baciarlo, combacio il resto dei nostri corpi, le linee naturali che trovano forma in una specie di puzzle che si completa man mano che il tempo scorre, quando comincio a strofinarmi su di lui, apre la bocca trattenendo il respiro, riempie il petto e con qualcosa non proprio definibile come stupore, mi fa intendere che tutto si sarebbe potuto aspettare, tranne che esattamente questo.
Le nostre virilità a contatto in una specie di massaggio erotico tolgono ogni freno inibitore non solo in me, ma soprattutto in Robbie, che preme il capo sul cuscino all'indietro eccitandosi in ogni modo possibile, fisicamente, oralmente ed internamente. Il ritmo che fin'ora era stato lento lo faccio crescere, dettandolo io stesso, man mano che le sue espressioni di totale abbandono cancellano ogni imbarazzo ed impaccio. Non so fare la persona romantica in certi casi, quando perdo il controllo di me, accade raramente, ma se succede nonostante io sia uno che non si fa problemi ad ammettere l'amore che provo per le persone che mi circondano, in quei casi mi trasformo e non riesco più a connettere un singolo pensiero di romanticismo, vado di istinto e desiderio.
Le mani che teneva aggrappate al lenzuolo, poi le ha lasciate per tenersi alla mia schiena e alle mie spalle, implorandomi coi suoi gemiti di continuare, approfondire, rialza il capo e affonda il volto nell'incavo del mio collo, la sua pelle è umida e pulsa di calore, trattengo il respiro a mia volta lasciando la mia espressione in una smorfia di sforzo.
- Oddio...basta...non ce la faccio più...-
E mentre lui lo dice io lo penso. Non ce la faccio più, lui che cede a me, la sua voce desiderosa e roca, il nascondersi ai miei occhi...il suo corpo così sotto il mio, uniti ma non fino in fondo, un piacere che cresce e non sembra mai abbastanza, ce n'è di più.
Voglio sentirlo gemere ancora e ancora e ancora, più forte, crescendo ed esplodendo insieme.
Mi isso sulle braccia e mi stacco un po' da lui, abbiamo tutto il corpo in tensione e l'unica cosa a cui arrivo a pensare è il prepararlo, credo che...si faccia in un certo modo...così...devo dilatarlo e poi...gli alzo le gambe mentre sono in ginocchio per avere il miglior accesso a lui, si preme le braccia sulla faccia per nascondersi ancora, non pensavo avrei mai visto un Robbie in questo stato, questa versione mi accende ancor di più, mi mordo il labbro, vorrei assaggiarlo ancora.
Febbrile mi piego sopra di lui, in mezzo alle sue gambe e che allaccia intorno alla mia vita, con le mie mani scosto le sue cercandole, allaccio le dita e stringo con energia trasmettendogli una sicurezza che può nascermi solo dal sentimento che provo per lui e dal 'bisogno' che ho di lui.
Lo guardo negli occhi e faccio si che lui ricambi, vorrei dire qualcosa, prepararlo a parole, ma del resto mi rendo conto di non avere nulla da dire. Improvvisamente le parole che ho sempre avuto per ogni occasione, ora sono sparite. Non so cosa potremo provare, non so dove arriveremo, non so quanto giusto o sbagliato sia, non so se è tutto così come possiamo solo immaginare, pensare, sperare. So solo che io sono sicuro di quel che provo per lui e che voglio essere in lui.
Per questo non dirò nulla, ora. Per questo. So che lui mi sente, capisce, sa...e se non sa ora riuscirò a raggiungerlo lì dove è lui.
Il suo smarrimento mi alimenta e come un vento che mi sospinge, riesco ad entrare in lui, piano, lento, con quanta più delicatezza sono capace.
Si contrae ed è come se mi respingesse con le mani che però io tengo strette alle mie, gira la testa per cercare di nascondersi ancora, non deve, non voglio, guardami...guardami, Robbie...
- Robbie...-
riesco a mormorare appena in un filo di voce irriconoscibile, non la sento mia, appoggio le mie labbra socchiuse sulla sua mascella, la risalgo giungendo al suo lobo e lo mordicchio delicato, girati...guardami, ti prego...ne ho bisogno, il tuo calore è lì nei tuoi occhi intensi anche se nervosi ed incerti, poiché la luce che c'è è inconfondibile. Fammi andare avanti. Mi fermo, slaccio una mano e delicato gli giro il viso, tiene gli occhi chiusi.
- Robbie...-
Lo chiamo ancora in una preghiera, un implorazione, ti prego guardami ora.
Faccio per uscire da lui ed è qua che ora li apre, mi cerca e mi fissa, io lo incrocio, lui mi inghiotte senza rendersene conto, sono senza fiato e parole, ha le lacrime in quei suoi occhi così caldi ed acquosi insieme. Smarrito più di prima, non sa, non capisce, è solo troppo grande per lui e mi rimanda indietro in uno scambio onesto e violento, io gli dono la richiesta di non abbandonarmi con la sua anima e coi suoi occhi, non lasciarmi...
- Stammi vicino...-
Un sussurro inudibile, non ho più voce. Appoggio la fronte al suo mento e lui la cerca con le labbra, me la bacia e mormora a sua volta:
- Non andartene...-
E succede.
Riprendo il mio viaggio dentro di lui, una specie di destinazione che parte dall'ignoto dove ci si perde e non si capisce più niente quando ci sei dentro. Logica e teoria scivola fuori da noi e le mie labbra cercano le sue, le trovano e lui le accoglie mentre le sento umide e salate di lacrime, sta piangendo.
Non posso aprire gli occhi, non so, non vedo nulla di particolare, ma devo trattenere le emozioni che mi stanno uscendo troppo sguscianti e forti, non vorrei scordarle, non vorrei che si espandessero e diventassero di tutti, sono mie e sue.
La consapevolezza che lui piange e sentirmi avvolgere inizialmente sul basso, stringermi e portare uno sforzo notevole da parte mia per arrivare fino in fondo, poi mi avvolge sempre di più, una stretta che non mi molla e mi trasporta ad uno sfogo totale di corpo anima e mente dove i sentimenti e le emozioni nuotano fondendosi, non mi permettono di capire dove sono, cosa faccio, se gemo o se sto in silenzio, se lui grida o soffre in silenzio...o gli piace...una speranza che sia tutto giusto, così vada bene, che non mi respinga mai.
Lo sento.
Sentirlo così forte, veramente, io sono in lui e lo sento, mi accoglie, non mi manda via, mi attira a se, e le mani che toglie dalle mie per portarle alla mia schiena, mi attira e mi tiene immergendo il volto dove era prima, nella mia spalla, le labbra che si aprono per far sfuggire un gemito, che per paura che sia troppo forte, fa soffocare nella mia pelle, ma poi non ce la fa e lascia libero sfogo a lui, alla sua voce, al suo corpo che incontrollato reagisce al dolore e a quell'idea di ciò che stiamo facendo, una specie di piacere giusto e sincero, è bello.
Lo sento, mi pare di leggergli il pensiero. Va bene così, è stupendo, non capisco altro.
Entrare nella persona che ami, sentirti in lui, sapere che lui sente te e realizzare che in un pensiero veloce e naturale ti sei appena detto che lo ami senza mai aver compreso la parola 'amore'.
Dio, potrebbe arrivare la fine del mondo ed io ne sarei felice.
Sentirsi a vicenda come solo noi ora possiamo sentirci, fregarcene del rumore che facciamo, che possiamo farci sentire dagli altri fuori dalla stanza, credere di essere finiti in un'altra dimensione nostra, non sentire nemmeno un letto e delle lenzuola sotto, sentire solo lui e lui io. Col corpo che vagamente riceve e da, ma tutto nella più totale confusione. E mentre arriva un crescendo sempre più prepotente ed inimmaginato, renderci conto che siamo noi e siamo un tutt'uno, su questo pensiero, mentre si cerca di più e di più ed ancora di più, fino a non averne più, venire, arrivare a quel culmine agognato, liberarsi e cedere, ammettere che non ci si può trattenere, in un combattimento combattuto, volere arrivare lì eppure non volerlo fino in fondo poiché poi tutto finirà, voler goderselo ancora, allungare l'attimo, tenerselo stretto.
Faccio infine l'unica cosa che riesco a pensare di fare, cerco le sue labbra e lui fa altrettanto, le posiamo l'una sull'altra e stiamo fermi così, ansimanti, sfiniti e quasi svaniti, aspettiamo di ritornare in noi, che i sensi si restituiscano ai nostri corpi.
I muscoli rilassati, sto dentro di lui un attimo e poi mentre esco lento ancora confuso gli crollo addosso senza forze, lui mi accoglie dolcemente, mi abbraccia delicato e questa volta sono io a nascondere il volto nel suo collo, le mani leggere mi accarezzano la schiena sudata e i capelli mentre i respiri tornano regolari e i nostri calori si domano.
Anche adesso mi abbandono a lui, ma è un abbandono diverso, è più un completamento, un donargli qualcosa di nuovo, chiedergli che custodisca tutto quello che ho provato per lui, in lui...che curi questo sentimento così come è stato capace di sfinirmi e distruggermi, quasi.
Mi sento strano, bene. Non l'ho mai sentito così vicino.
Ora siamo nudi e sono sicuro di una cosa. Potrò superare ed affrontare qualunque sfida e prova...solo una cosa ora come ora non ce la farei mai. Una sfida fra quelle del serale che inizieranno fra poco, proprio contro di lui, contro Robbie.
Non potrei mai farla e piuttosto che vincere spererei di essere battuto da lui."

- Grazie...-

"Lo mormoro mentre ricevo tutto quello che lui mi sta donando anche dopo aver fatto l'amore insieme.
Continuo a tenerlo fra le mie braccia e a sentire i suoi battiti attraverso il petto che preme contro il mio, ricambiati fino all'ultimo.
È emozione, si definisce così.
Durante pensavo di non farcela, lo volevo ma al contempo ero così imbarazzato ed impacciato da voler nascondermi e sparire, la sua sicurezza mi ha dato quel desiderio e voglia di non rovinare tutto, arrivare fino in fondo e realizzare il mio desiderio, il suo.
Poi me lo aveva chiesto lui come una preghiera...'stammi vicino'. Non capivo ancora bene cosa dovevo fare, come si affrontava una situazione simile, non che lo stavo facendo con un uomo, forse anche quello, ma proprio con Andry. Di norma questo rassicura ma a me agitava ancor di più.
Credendo di impazzire anche dal dolore non sapevo più la cosa giusta e cosa volevo veramente, dubbi che vengono nel momento più importante ed intenso.
È stato a farmi tornare e trovare le risposte quando lui se ne stava andando, stavo rovinando io tutto, non mi sentiva più...e poi io ho pensato che avrei sofferto di più lasciandolo andare ora piuttosto che andando fino in fondo.
Ho capito che io lo volevo perché qualcosa di troppo grande ed inesprimibile a parole, ci legava. Era giusto così, non volevo che mi lasciasse e se ne andasse, nonostante tutto, tutto...mi sono abbandonato, ho provato di tutto, non solo piacere, anzi...ma era l'idea che ci stavamo realizzando che mi ha fatto piangere, non mi era mai capitata una cosa simile.
Era troppo grande per essere trattenuto.
Ho fatto sesso per un sacco di tempo senza arrivare al segreto, senza capire come si potesse piangere in quei momenti se non dal dolore.
Eppure io ho pianto e non dal dolore.
Nemmeno dal piacere...ho pianto per qualcosa di più grande, non so, superiore...ho pianto perché mi sentivo completo e vivo e non vedevo in che altro modo avrei potuto andare avanti se non in quello.
Come se avessi capito perché anche se nella vita tutti abbiamo sofferto, si vive lo stesso. Per momenti come quelli.
Mi sono sentito uomo, vero, completo, assoluto.
Ho pianto per l'emozione.
Ed ero sicuro che solo Andry avrebbe potuto accogliere le mie lacrime e me stesso nel migliore dei modi.
Si è donato a me ed io a lui, mi ha chiesto di custodire tutto questo, io l'ho accolto ed ora chiedo anche a lui di farlo.
Grazie per essere me."