Smoke On The Water


CAPITOLO 4:

VENTO DI CAMBIAMENTI


/The wind of change
Blows straight into the face of time
Like a stormwind that will ring the freedom bell
For peace of mind/

- Scorpions -


L'aria gelida mi accoglie abbassando notevolmente la mia temperatura. L'inverno è in pieno sviluppo. Il respiro a contatto con l'esterno si condensa creando diverse nuvolette di fumo. Il cielo scuro è coperto di nuvoloni grigi e la notte fonda lascia tutto buio intorno a me. Alcuni lampioni funzionano illuminando fiocamente le strade deserte. È una bella atmosfera, palpabile nella sua malinconica solitudine. Un silenzio innaturale che ferisce le orecchie.
- È tempo di neve...-
Mormoro soprappensiero. La mia stessa voce ora roca mi arriva alle orecchie. Questa voce che stasera ha fatto sospirare molte ragazze. Al ricordo dei miei fan presenti in studio per assistere al programma in diretta sorrido lievemente, più che un sorriso direi uno dei miei ghigni.
Ancora una volta la mia voce e le mie canzoni hanno avuto successo e in fin dei conti mi sta bene perché finchè c'è successo ci sono i soldi e posso fare la vita che voglio, come voglio e senza giustificarmi con nessuno. Ho sperimentato sulla mia pelle cosa significhi restarne senza ed essere ricoperti dalla merda! Alzo gli occhi in alto mentre il freddo tagliente me li fa lacrimare.
Questa fredda serata d'inverno mi fa ricordare il mio paese preferito. L'Italia. Mia madre era originaria di laggiù, chissà come sono finito in America! Ho fatto tanti viaggi in Italia e conosco piuttosto bene anche la lingua. Mia madre...non riesce a mettermi nostalgia...ma quando ero piccolo metteva sempre su delle canzoni del suo cantante italiano preferito, non ho idea di chi fosse....ricordo le sue parole nelle canzoni. A tratti se mi sforzo posso ricordarle anche ora....ma la frase che sempre mi è rimasta dentro è stata quella riferita alle cose speciali. Diceva: 'Se c'è qualcosa di speciale sotto questo cielo, passerà di qui, prima o poi'. Me la ricordo bene perché mia mamma se la ripeteva spesso e quando cadeva nelle sue mille depressioni mi prendeva in braccio e invece di farmi discorsi sulla sua vita schifosa ripeteva all'infinito quella frase. Sono cresciuto con queste parole. Ora è la mia ossessione...è riuscita a trasmettermi lo stesso modo di pensare, ma io non finirò come lei. No.
Non è male come filosofia, io la mia cosa speciale la sto ancora aspettando, ma sento che è molto vicino. Lo so. Il mio futuro ha in serbo per me ancora tante cose...sono solo all'inizio...e il successo come cantante di musica fusion, ovvero rap e rock, è solo la punta. Quel che rappresenta per me la musica è la vita e sarà su questa vita che io volerò in un destino costruito da me stesso.
E finchè tutto quel che faccio fa notizia continuerò a scapito degli altri a stare al gioco.
E questa merda di soldi lo so bene che non fanno la vera felicità...ma permettono di levarti dalla fogna e poi di salire dove vuoi, per realizzarti al meglio.
Mi sono fatto da solo....mi sto ancora formando, sto ancora crescendo. Non sono niente in confronto a quello che voglio essere. Ma ce la farò perché lo voglio.
Sono quasi a casa, chissà come sta il ragazzino che ho raccolto ieri notte. Dovrebbe essersi svegliato, dopotutto ha dormito per tutto il giorno...
Mi ricordo di lui...ci siamo incontrati una settimana fa, era scappato di casa e si era cacciato nei guai, è stato fortunato che passassi di lì perché non riuscivo a dormire ed ero di cattivo umore, altrimenti non se la sarebbe cavata...a quanto pare aveva ragione a scappare...da quel che si capisce deve avere avuto una vita difficile e dura, ho idea che quei lividi glieli abbiano procurati i suoi genitori o quelli che dovrebbero esserlo.
Non giudicherò perché non l'ho mai fatto, ma se saprà chiedermi aiuto glielo potrei anche dare...mi interessa quel ragazzino, il perché lo ignoro ma non posso fare a meno di tenerlo con me, non riesco a fregarmene di lui, per ora sento questo.
E pensandoci bene non è proprio vero che non so perché provo questo per lui....risveglia in me l'amore fraterno...l'amore verso quel mio fratello perduto in quel modo...sempre se sia stato ucciso realmente...chissà se un giorno lo incontrerò. Anche se non glielo ho mai dimostrato gli volevo e gli voglio tutt'ora un bene immenso e forse è il rimorso e il rimpianto per non parlare del senso di colpa, che ora mi fa agire così. Ma qualunque cosa sia va bene se posso aiutare me stesso o quello che potrebbe essere mio fratello.
Tiro fuori le chiavi e rientro in casa richiudendomi la porta dietro
Butto distrattamente le chiavi sul mobile dell'entrata, non faccio in tempo a fare altro che una scarpa mi investe sfiorandomi per un pelo la testa, se non fosse che coi miei ottimi riflessi mi abbasso.
Mi alzo e con lo sguardo cerco la causa di ciò, questa volta sono costretto a saltare per deviare un violento lancio della palla da basket.
Ma chi diavolo è che ha deciso di attentare alla mia vita?
Al lancio di una mazza da baseball che mi fa buttare a terra piegato sulle braccia per rimanere intatto, mi volto a vedere il segnaccio che ha lasciato sulla porta dietro di me.
Torno ad alzarmi e ho appena il tempo di constatare che è il ragazzo che mi sono tirato dentro ieri notte e che ha dormito tutto il giorno. Strano modo per ringraziare...ma che ha in mano? I piatti?! I miei piatti?! Ma che intenzioni ha? E poi le cameriere dovevano andare a dormire proprio a casa loro? Per una volta che mi servono qua....
- BRUTTO PEZZO DI MERDA!!!!!-
Mi grida.
- Amore...prego, ma non c'è bisogno di essere così affettuoso per ringraziarmi...-
Come sempre mi vien da essere odiosamente ironico. In tutta risposta mi tira il primo piatto che grazie al cielo prendo al volo, poi aggiunge:
- STRONZO! VAFFANCULO!!!!-
- In fondo ti ho solo salvato la vita due volte...che vuoi che sia!!!!-
Se devo essere sincero comincio a stufarmi...che diavolo vuole da me questa belva infuriata?
- Tu...mi hai mentito! Mi hai preso per il culo! Mi hai umiliato nascondendomi la cosa più importante!!!-
- E cioè? Che sei una bestia nel corpo di un moccioso?-
- No, che sei un cantante famoso, idiota!!!-
- E che colpa ne ho io? Pensavo di non dover essere io a riconoscermi da solo quando cammino per strada e gridarlo ai quattro venti per gli svampiti che non lo sanno!!!!-
Mi tira un altro piatto che afferro al volo posandolo subito sul mobile accanto all'altro. Dire che comincio a scocciarmi è sminuire il mio stato d'animo imminente!
- Ma non è questo il punto!-
- E quel è? Mi vuoi illuminare invece di ammazzarmi?-
- Mi hai fatto passare per uno stupido!-
Ora non mi controllo più nemmeno io. Questo viene salvato da me, curato, gli do un tetto e non lo denuncio nemmeno...e lui mi ringrazia così...ma io lo distruggo sto rompipalle!
- Non è che invece lo sei di natura?-
E questo deve essere la goccia visto che uno ad uno come una raffica velocissima mi tira tutti gli altri piatti compresi i bicchieri e un coltello.
I piatti riesco magistralmente a a prenderli tutti tranne l'ultimo che mi cade. I bicchieri riesco a schivarli e si rompono, mentre il coltello mi prende di striscio sulla guancia ferendomi per poi impiantarsi sulla porta. Fra tutto questo sento solo che urla fuori di sè:
- IO ODIO SENTIRMI STUPIDO!!!!!-
Infine viene verso di me, mi spinge via facendomi cadere a terra ed esce sbattendo la porta.
Finalmente il silenzio mi circonda...
- Era ora...-
Mormoro fra me e me. Ma che diavolo gli è preso? Che voleva? Fatto sta che è proprio un ragazzino. Che se ne vada. Non lo rincorrerò mai...non ci conosciamo nemmeno e poi per come riconosce la gratitudine è meglio perderlo che trovarlo quello! Vivrò più a lungo! Non mi importa proprio nulla di lui. NULLA!
E me lo ripeto in continuazione perché mi va! Merda! Anche i ragazzini idioti, isterici e selvatici! Ecco cosa ci ricavo ad aiutare gli altri! La prima volta che sono gentile con qualcuno e quasi vengo ammazzato per questo! Continuerò come ho sempre fatto...ignorando il mondo e la gente!
- Al diavolo!-
Termino così, poi mi decido a rialzarmi da terra”
- Che gente!-
Alexander sbigottito ma più che altro scocciato, seccato e rabbioso si alzò da terra camminando sopra i cocci rotti.
Scricchiolavano sotto i suoi piedi, ma sembrava non farci caso, come sembrava non far caso al sangue che aveva preso a colare dal taglio allo zigomo provocato dal coltello lanciato dalla bestia selvatica. L'avrebbe potuto uccidere realmente, ma forse non l'aveva ancora realizzato visto il suo volto ora corrucciato...magari semplicemente non faceva mai caso alla morte. Alla sua. Era un tipo così. Interessava a tutti per questo. Impenetrabile. Un gatto di strada incomprensibile e intrattabile ma terribilmente, maledettamente e dannatamente affascinante.
Il sangue rosso gli colava lungo il collo arrivando a macchiare la maglia larga a cerniera che gli aveva prestato il ragazzino-belva al primo incontro.
Soprappensiero si mise a raccogliere i vetri rotti con le mani senza far caso ai piccoli taglietti che si procurava.
Finito di pulire lì, portò i piatti intatti in cucina, prese anche la palla da basket, la mazza da baseball e la scarpa ancora all'entrata.
Messo in ordine come fosse un automa privo di ogni emozione possibile, il bel ragazzo si mise a fissare torvo il coltello impiantato sulla porta ...ancora ondeggiava leggermente. Tirò fuori il pacchetto delle cicche dalla tasca dei jeans cadenti, ne prese una fra le belle labbra ben disegnate e l'accese.
Anche quei gesti erano lontani.
Infine si voltò avviandosi verso la finestra del soggiorno ampio e spazioso. Era pensieroso mentre fissava perso nella sua mente il cielo scuro. Rifletteva su quel che era successo, dopo la rabbia ceca era rimasto qualcosa dentro di lui.
La neve aveva preso a scendere già da un po'. Aspirò una boccata di fumo che rimandò fuori contro il vetro che specchiava la sua immagine dagli occhi da gatto e l'aria impenetrabile e strana. I capelli neri ora erano spettinati più di prima e la frangia si ingrovigliava sulla fronte sudata. Il taglio e il sangue su quella pelle color pesca. C'era così tanto silenzio lì dentro...troppo. Una calma che improvvisamente gli dava fastidio.
Cos'era quel che sentiva? Riguardava il ragazzino, certo.
Era mancanza.
Per un attimo gli era parso, forse, di aver trovato quella cosa speciale che aspettava da sempre...ma ora aveva la sensazione che gli fosse già sfuggita di mano.
Non gli piaceva questo suo stato d'animo. Dopotutto lui che colpa ne aveva? Ma il punto era che nonostante tutto con quel tipo non si era sentito solo, ora invece si, era di nuovo vuoto come sempre. Scontento con quel qualcosa di eterno che rosicchiava il suo animo da lupo solitario e criticato.
O più semplicemente rivedendo in quel tipetto suo fratello minore scomparso da tempo si sentiva in debito, in dovere con lui...gli seccava abbandonarlo così ad una fine sicuramente brutta...era come se condannasse per la seconda volta Yu, il fratello. E tutto questo gli seccava incredibilmente.
Ora era vuoto e odiava stare così con le mani in mano quando poteva costruirsi la sua vita in modo di essere pieno di quel qualcosa ricercato da sempre.
Colpa sua o no scocciava dover essere lui a correre dietro agli idioti...ma non lo era anche lui un idiota? Tanto valeva esserlo fino in fondo.
Che ci perdeva?
E poi con chi cercava di giustificarsi?
Al diavolo.
Lo voleva lì con lui, punto e basta.
Strinse la cicca tra gli incisivi e con passo sicuro andò verso la porta fermandosi davanti ad essa.
Fissò male quel coltello piantato che aveva rischiato di ucciderlo.
Gli occhi due fessure strette. Strinse i pugni e tese tutti i muscoli del corpo. Se prima aveva dei dubbi ora non più. Afferrò il coltello per la lama aprendosi così un'altra piccola ferita al palmo, infine uscì di casa sbattendo la porta.
Qualcosa sotto quel cielo era cambiato veramente, portato dal vento notturno della neve.
Era proprio il vento dei cambiamenti.


/Il vento del cambiamento
Soffia direttamente in faccia al tempo
come una tempesta che suonerà la campana della libertà
per la pace della mente/

- Scorpions -