Storie D'altri Luoghi

CAPITOLO II:
IRLANDA

irlanda

Lui improvvisamente la guardò diretto e senza prepararla in alcun modo le disse a bruciapelo ma con un fondo di delicatezza e gentilezza che mai dimenticava:

- Posso chiederti di fare una cosa?-
Lei rimase un attimo stupita e senza sapere cosa aspettarsi da uno imprevedibile e indecifrabile come lui, disse un ‘si’ molto vago e titubante.
- Prendimi le mani.-
Lo disse tendendo le sue aperte verso di lei, era seduto sulla sedia che fece uscire dal tavolo per girarsi del tutto verso la ragazza, era in piedi innanzi a lui a mezzo metro.
La voce era bassa e calda, lui serio, estremamente serio, a lei cominciò a battere il cuore come se stesse correndo i mille metri in un minuto e fissando le mani aperte trattenne il fiato senza sapere cosa fare, in un primo momento rimase ferma, era difficile creare contatti fisici, erano i suoi punti deboli, specie quel tipo di tocco, non si trattava di timidezza ma più che altro di essere diffidente verso il genere umano maschile, detestava essere toccata, accarezzata, abbracciata o baciata, era molto scostante e sfuggente, non fissava mai nessuno negli occhi e quando qualcuno la guardava si infastidiva e faceva di tutto par andarsene.
Ora voleva valutare i pro e i contro e poi andarsene, sapeva che con un altro, pur amico, non sarebbe rimasta, eppure in quel momento il suo cervello si spense e divenne istinto.
Col caos più totale nella testa posò a sua volta le mani sulle sue, lui chiuse le dita lasciandole piuttosto morbide, lei non le serrò a sua volta e quando stava progettando di scappare via imbarazzata, cominciò a sentire calore. Un forte calore bruciante e crescente nei palmi a contatto coi suoi, non si accorse che le labbra si aprirono leggermente, come non sentì che di nuovo non respirava, il rossore alle guance era andato via e dentro di sé la lotta fra il lasciarsi andare e la confusione era in atto.
Non capiva che succedeva e voleva comprenderlo ma quando sentì un flusso trasmettersi dentro di sé attraverso le loro dita, subito un senso di completo ed inspiegabile benessere le diede energia e abbandono.
Guardava le loro mani giunte e quando quello che provava fu così forte da essere intrattenibile, fu lei stessa a stringere maggiormente le sue su quelle di lui.
Lì, in quell’istante di profondo e vero contatto, il primo della vita della ragazza, probabilmente, lui alzò i suoi occhi blu chiaro in quelli grigi di lei e senza più staccarsi si guardarono, questa volta era lui ad avere nella serietà e nell’intensità del suo sguardo, del turbamento.
Turbamento intimo.
Mentre lei, contrariamente alle aspettative di entrambi, aveva un espressione più addolcita e rilassata.
Si scambiarono quell’occhiata così particolare che sembrava avessero entrambi capito la stessa cosa, inaspettata e grande, e che avessero reagito l’opposto di quanto si sarebbe potuti immaginare.
Ma fu qualcosa di troppo grande e forte che non poterono sostenere a lungo e nel medesimo istante distolsero gli occhi anche se lui non lo faceva mai.
I brividi non li percorsero solo allora ma anche in seguito, in ogni momento in cui ripensavano a quanto accaduto.
Brividi vivi con tanto di peletti che si drizzavano sulla pelle, insieme ad una sensazione di benessere e nostalgia.
Un contatto simile non si sarebbe più ristabilito in quel modo, altri e diversi, sempre belli e validi, ma come quello no.
Mai.
- Grazie…-
Sussurrò infine lei e lui come un soffio delicato:
- Di nulla…grazie a te…-
Che ragazzo strano…”
Si trovò a pensare lei leggermente intontita mentre non riusciva più a staccargli gli occhi di dosso.
L’aveva conosciuto perché era un amico di un suo amico, entrato in casa sua per caso e da allora tornato regolarmente.
Si era trovato subito a suo agio facendo sentire allo stesso modo sua sorella e sua madre lì presenti…nonché lei stessa. Tuttavia si era sempre un po’ riservata, aveva capito subito che era strano, così aveva preferito studiarlo un po’, man mano che lo scopriva capiva solo che era altamente misterioso e bizzarro ma al contempo affascinante. Non le era mai capitato di conoscere uno così, dalla chiarissima forza interiore.
Lui aveva una gran luce, ne era cosciente e la sapeva controllare.
Questa luce poteva trasmetterla ad altri col contatto per farli stare meglio, ma talvolta poteva essere così devastante, shockante e potente da far svenire l’altro o comunque portare conseguenze violente.
Non lo faceva quasi mai e non si spiegò perché ora l’aveva voluto fare con lei: solo perché l’aveva vista giù di corda e un po’ debole?
L’aveva incuriosito, del resto. Se ne stava sempre in disparte a fissarlo, non si sbilanciava mai troppo ma non gli era ostile. Lui tratteneva di sua volontà, dentro di sé, ogni cosa che lo riguardava per impedire che gli altri potessero rifiutarlo, ferirlo o usare quello che vedevano di lui contro la sua persona, però lei era così sfuggente che a volte si chiedeva come potesse essere lasciarsi andare un po’.
Lui era stato cresciuto così da una terra molto spirituale che amava i racconti sul piccolo popolo come quelli sugli spiriti, era un posto in cui si credeva molto in certe cose, aveva molta luce speciale.
Quel Paese era l’Irlanda.
Aveva imparato sin da piccolo ad usare quel suo piccolo dono per dare benessere fisico e interiore a chi gli stava vicino, ma senza il contatto fisico, poiché le conseguenze talvolta potevano essere troppo forti e incontrollate. Non l’aveva quasi mai fatto, l’ultima volta sua nonna gli era svenuta fra le braccia.
Tuttavia quella volta non era riuscito a fare a meno di esercitarlo su di lei.
L’aveva vista più chiusa del solito e gli era sembrato fosse colpa sua.
Seguendo il suo istinto come faceva sempre l’aveva presa per mano senza far nulla contro la sua volontà, si era concentrato e nel momento in cui c’era stato lo ‘scambio’ l’aveva vista: lì, chiara, pura, nostalgica, conosciuta in un lontano passato, un passato non di una vita terrena ma di una vita di anime e di spiriti.
Come se ricordasse e nel ricordare sentisse un sentimento sconvolgente e la forza di lei, molto potente e latente, risvegliarsi.
Per questo poi l’aveva guardata titubante e smarrito.
Era successo qualcosa di incontrollabile e devastante fra loro.
Quando si separarono non riuscirono a smettere di pensare l’uno all’altra, però si erano lasciati con lei che le dava il suo libro, un libro strano che parlava di angeli, fede, Dio e spiritualità, temi piuttosto ‘alti’ per una come lei. Tuttavia l’aveva fatto, c’erano le sue credenze e i suoi pensieri intimi, uno scritto molto intenso ed elaborato, in grado di aprire gli occhi all’istante.
Così fu infatti anche per lui.
Era un pomeriggio nella media per un estate irlandese, non ci si poteva lamentare poi molto.
A casa sua la famiglia era via e c’erano solo due amiche. Quando suonò la porta lei non si aspettava altri, gli unici che arrivavano senza avvisi e che non avevano le chiavi di casa erano già presenti.
Andò quindi curiosa ad aprire la porta e quel che vide la lasciò di sasso.
Anzi, ebbe poco tempo per elaborare reazioni e notare particolari.
Era una persona che l’aveva lasciata stupita con la sua sola presenza.
Era lui.
- Ehi…-
Riuscì a dire sorpresa solo questo, poi lui le disse immediatamente con un tono stranissimo ed indecifrabile come il suo sguardo blu intenso:
- Posso fare una cosa?-
Non poté che annuire vaga senza capire, subito lui annullò la distanza e l’abbracciò di slancio e d’istinto, forte, stretto, pieno.
In quel momento le arrivò una valanga di emozioni, la luce che era dentro di lui, forte ed incontrollata, si trasmise a lei e fu una sensazione violenta che la fece quasi barcollare, tanto che dovette aggrapparsi a lui. Una persona qualunque avrebbe perso i sensi per quel misterioso contatto di quel misterioso ragazzo che poteva trovarsi solo in quel Paese magico a suo modo, ma lei non era una qualunque. Nei confronti di lui non lo era.
Non riuscì a captare altro, solo un secondo dopo sentì che lui piangeva.
Fra le lacrime disse:
- Ho letto il tuo libro. Grazie…per tutto…-
Non servì parlare.
Capendosi al volo come mai erano riusciti con altri, lei sentì che questo sconvolgimento l’aveva provocato il suo libro, aveva dato delle risposte a domande che gli avevano rivalutato la vita, quel libro sembrava scritto per lui, viste le particolarità che erano scritte, per lui e per la sua vita altrettanto particolare.
Aveva trovato risposte importanti e scosso aveva capito che lei non era una persona qualunque, per lui.
Del resto esistono persone che possono cambiare la vita solo a determinate e specifiche persone, vicendevolmente.
E solo in specifici luoghi.