Un Colpo Un
Opportunità
PARTE 3:
BIGLIETTO
PER UNA PAZZA STRAMBA
Sono
curiosa di vedere cosa succederà oggi che torno al solito
pub, dove lui c’è. Dopo quella sera non abbiamo
avuto vere e proprie chiacchierate, sempre a causa del suo lavoro, ma
comunque mi saluta sempre chiedendomi come va’, io faccio
altrettanto e con lo sguardo ci incrociamo e cerchiamo ogni volta,
puntualmente, anche quando mi metto in posti scomodi dove lui non
può arrivare, almeno un giretto senza motivo dalle mie parti
se le fa e mi saluta. Noto che quando cammina fra i tavoli,
c’è sempre molta gente, io lo fisso come una
calamita, è naturale, ma lui non può certo
guardare uno ad uno i clienti per vedere se hanno bisogno di lui, vi
cammina in mezzo ma non guarda le persone, però lo noto
sempre, quando passa davanti al mio tavolo con i soliti amici(poi con
Stefania si è sistemato tutto)lo sguardo lo butta, ma non
casuale e generale come con gli altri, lo punta esclusivamente su di
me, io lo noto perché lo guardo, così finiamo per
farci quasi sempre un cenno.
È
un momento interessante, anche perché ogni volta che vado
là so che almeno qualcosa succederà o se anche
così non è sono contenta lo stesso,
perché in linea di massima le cose vanno bene ugualmente.
Entro
accompagnata dai soliti e lui è lì che lavora, io
sono vestita come sempre, appariscente non di proposito, ma
perché mi piacciono questi vestiti dark. Noto che di
sottofondo ci sono i Nirvana e come succede ogni volta che ci sono
loro, io mi metto a cantarli agitando il braccio in aria, con le tre
dita della mano alzate, il pollice, l’indice e il mignolo,
mentre il medio e l’anulare chiusi. Giusto per passare
ulteriormente inosservata, quando faccio queste cose non ci rifletto
mai, le faccio e basta!
Così
non mi becco solo gli sguardi di tutti i presenti, ma anche di quelli
di Marco, il che non mi dispiace affatto. Lui si mette a ridere
vedendomi ed io abbasso il braccio con un ombra di
vergogna…che cessa quando torna il ritornello di
‘Come as you are’ ed io riprendo la mia performance
canora!
Continuo
guardandolo, ridendo a mia volta, quando gli passo accanto mi
da’ un scherzoso buffetto sulla schiena ed io sarei
sicuramente andata in fiamme solo fino a qualche mese
prima…e senza i Nirvana!
Irene
e gli altri ci guardano senza capire da dove vengano tutti questi
cambiamenti, ma non penso lo rivelerò mai, lo ritengo
più che altro un segreto fra me e lui e questo pub, a
pensarci bene tutti quelli che lavorano qua sanno gli sviluppi della
nostra stramba storia, non mi dispiace, certo io sono più
per la privacy ma adoro anche essere al centro
dell’attenzione!
Viene
come sempre Marco a prenderci l’ordinazione, come sempre si
mette accanto a me, parliamo velocemente del più e del meno
e poi viene richiamato al lavoro.
È
una serata come tante, rido, scherzo, mi diverto e guardo il mio biondo
preferito, gli sorrido e continuo a ridere e scherzare!
Quando
mi porta la mia solita birra grande, insieme al foglietto del conto del
tavolo, mi lascia sotto il bicchiere pieno, un altro biglietto,
lì per lì penso sia solo un ulteriore scontrino,
lui se ne va’, io bevo e solo dopo un attimo gli presto la
giusta attenzione, lo apro e quel che vedo mi lascia lo stupore
più totale, seguita da una gioia incontaminata per la quale
farei i classici salti di gioia, incontenibile quel che sento: una
scritta a mano che dice:
“
’Vieni
come sei
Come eri
Come voglio che tu sia
Come un amico’
Allora,
ti va? Ok, non ‘come voglio (io)che tu sia’ ma come
vuoi essere tu, naturale…
3454884444
Marco,
il cameriere biondo!”
-
AAAAAHHHH!!!-
Mi
sfugge istintivo un urlo quando leggo tutto, mi ha citato proprio Come
as you are dei Nirvana e il mio biglietto dell‘altra volta!
-
Porca merda, mi ha dato il suo numero!-
Gli
altri mi fissano con tanto d’occhi e sento una certa risatina
all’angolo della sala accanto…certo, il mio urlo
deve essere giunto fin di là…da lui!
Boccheggio
in un primo istante, non penso sia vero, di fatto è irreale,
insperato, incredibile, ma forse effettivamente è concreto!
Faccio
leggere il biglietto a Irene che lo pronuncia ad alta voce e tutti
scoppiano cominciando a farmi i complimenti felici per
me…come se fossimo già sposati! Insomma, cerco di
stare coi piedi per terra, non partire per la tangente come solo io
arrivo a fare ma non è facile, mi ripeto che è
solo un biglietto, significa che vuole approfondire la nostra amicizia,
cioè il nostro rapporto e di per se è
positivissimo, ora io devo stare attenta a non rovinare tutto e fare la
mossa giusta. Ci penso e ripenso a cosa dovrei fare mentre mille
congetture e consigli, nonché domande, mi arrivano facendomi
caos e confusione, infine guardo mia sorella, solitamente lei mi
conosce e sa cosa farei e cosa invece dovrei fare, la ritengo
più saggia rispetto agli altri che tendono di solito a
buttarsi a capofitto in qualsiasi storia, solo per il gusto di farlo.
-
Cosa faresti tu?-
Le
chiedo a bruciapelle dopo essermi scervellata.
Lei
mi fissa e si fa silenzio, ecco che sta per arrivare la sua perla di
saggezza, le porgo tutta la mia attenzione:
-
Sherikel, il punto è che non sono
io…semplicemente fai quello che faresti senza pensarci
troppo! È stato catturato da te spontanea, passionale e
irruenta! Non stare a rifletterci, non è da te…se
fai qualcosa di perfetto e giusto poi lui si accorgerebbe che quella
non sei tu!-
Logica
non troppo complicata per il mio cervello regredito, in un primo
momento aveva usato un linguaggio complicato per i miei gusti, ma poi
conoscendomi l’ha semplificato.
-
Devo essere me stessa!-
Concludo
trionfale. Ho sempre sognato di sentirmi dire parole simili, da fanfic,
insomma! Mi esalta tantissimo la situazione e non sto più in
me, prendo il numero e lo copio sul mio cellulare, poi lo guardo e lo
guardo e continuo a guardarlo ancora beandomi della sua vista!
-
Gli scrivo un sms così riceve il mio numero,
intanto…poi aspetto domani, ora lui lavora ed è
comunque inutile aspettarmi altro. Oddio, non mi sembra varo, ma vi
rendete conto?-
Ho
le guance in fiamme, me le batto per sbollirle e cercare di tornare
normale, ma è difficile, mi sembra di aver ricevuto qualche
scossa elettrica! Che sogno!
Rimango
con la testa fra le nuvole tutta la sera, gli altri parlano, io li
guardo senza vederli, non credo ancora a quanto mi sta succedendo.
Io
di natura sono un tipo di poche parole riguardo gli aggeggi telefonici,
non mi piace usarli, tanto meno per parlare con qualcuno, mi
inibiscono, il primo messaggio che gli scrivo è uno semplice:
‘Ciao,
io sono Sherikel, penso ormai che mi conosci. Questo è il
mio numero…’
Non
avendo chiaro una tecnica per far si che lui mi scriva e parli con me a
tutti i costi.
Dopo
nemmeno un ora, ricevo la sua risposta:
‘Ciao,
certo che ci conosciamo. Come va’?’
Io
mi metto di nuovo ad urlare, fortuna che sono sola in casa, altrimenti
mi sarei beccata un sacco di sguardi strani e avrei dovuto rispondere a
tutti. Comincio a saltellare come una scimmia e senza trattenermi rido
di felicità. Sto bene, non sono mai stata meglio prima e in
questi momenti cosa vuoi che si dica? Che sto bene, ovvio! È
la verità e l’unico pensiero coerente e sensato
che ho!
Così
ci penso un attimo e gli rispondo:
‘
Io bene, tu? Una curiosità, di sera lavori, ma di giorno che
fai?’
In
breve intavoliamo circa due orette di conversazione dove ci conosciamo
veramente facendoci domande e risposte su cose fra le più
diverse: che vita facciamo, cosa pensiamo, come
andiamo…eccone alcuni fra miei e suoi:
Lui:
‘Anche io bene. Di giorno mi godo il mio riposo,
tu?’
Io:
‘ Logico, mi sembra giusto. Io studio e faccio qualche
lavoretto…’
Lui:
‘ Tipo? Cosa studi?’
Io:
‘ Come lavoro, baby sitter, all’uni invece studio
teologia! Strano, vero?’
Lui:
‘ Sorprendente, piuttosto! Poi farai la suora? ;)’
Io:
‘ Non sei il primo che me lo
dice…insegnerò religione!’
Lui:
‘ Carino…devi andare d’accordo coi
marmocchi!’
Io:
‘ Non ho pazienza ma poi divento come loro e stiamo molto
bene insieme!’
Lui:
‘ Vorrei vederti in quei momenti, allora! Quindi tu sei
credente…’
Io:
‘ Si, ma soprattutto mi piacciono le religioni in generale,
tu?’
Lui:
‘ A dire il vero sono ateo, ma ammiro chi crede in
qualcosa…’
Io:
‘ Avrò molto lavoro da fare, con te!’
Lui:
‘ eheheh! :D Auguri!’
Poi
arriva mia mamma che mi assegna i soliti lavori di casa da fare, mi
ordina di togliermi dal computer e cambiare la ghiaia dei gatti, di
dare una spazzata alla casa e di caricare la lavastoviglie, io sbotto e
brontolo, non ho molta intenzione di staccarmi dal pc e dal cellulare
ma se lavoro c’è poco da fare, non arrivo a
scrivere…inoltre non vorrei finire subito la ricarica del
cellulare, per non parlare delle 17. 30 che devo andare
all’università!
Figuriamoci,
ho mille cose da fare, ma chi riesce a concentrarsi così? Ho
voglia solo di una cosa, di continuare a parlare con lui;
effettivamente gli sms per me sono l’ideale,
perché non si deve parlare a voce e posso pensare almeno un
po’ a cosa dirgli, non vede se mi imbarazzo o se salto di
gioia, posso fare tutte le facce strambe che voglio! Sto bene, mi piace
tutto questo, ma l’avrò detto mille volte! Anche
mille volte l’ho detto mille volte!
Così
gli spiego a malincuore i miei problemi e lo saluto dicendo che ci
saremmo risentiti dopo…ovviamente nel frattempo gli squillo
un paio di volte, cerco di trattenermi e non asfissiarlo, ma se gli
seccherebbe, non mi risponderebbe, io stessa detesto quando la gente mi
scassa troppo, sono amante della libertà sotto ogni forma
per ogni cosa, quindi nonostante quanto io sia presa, cerco di non
esagerare a mia volta. Anche se non sembra, il cervello un
po’ mi funziona.
Per
punizione verso mia madre che mi ha interrotto, la tempesto di parole,
vortici e vortici nei quali spiego per filo e per segno tutto quello
che è successo la sera prima e che ci siamo detti nei
messaggi…arricchito, il racconto, dei miei commenti
personali e felicissimi!
Sono
irriconoscibile, altro che musona maschiaccia irascibile!
Oddio,
voglio vedere Marco!
È
passato qualche giorno durante i quali ci siamo scambiati qualche
messaggio, ma non troppi, senza esagerare, insomma. Ci teniamo in
contatto ed ormai abbiamo imboccato una strada che mi piace, so, o
almeno immagino di sapere, dove condurrà questa via, non ho
fretta di percorrerla, perché so che questa è la
parte migliore delle storie, la fase dell’innamoramento.
Prima non lo conoscevo veramente, mi piaceva come può
piacermi un attore della tv, è solo conoscendolo e stando in
contatto con lui che ci si può innamorare e devo ammettere
che questo sentimento cresce sempre più, prima ero felice
perché era come un sogno irrealizzabile, sai, sono quelle
cose che si desiderano d’istinto, mi piace Colin Farrel, cosa
darei per incontrarlo e parlarci…così per Marco,
è un bellissimo ragazzo con quel fascino un po’
trascurato ma carismatico, il carattere che si può intuire
mi incuriosisce e desidererei avere un fidanzato come lui, ma se fosse
stato uno stronzo e antipatico l’avrei pestato e basta, sono
quelle cose che poi ti capitano e dopo averle desiderate ti sembra di
stare su una nuvoletta, ci credi poco ma mano a mano che procede
analizzi la cosa e quel che provi, ti piace e speri non si rovini tutto.
Io
mi sento così.
Ad
un certo punto della giornata, mi arriva un suo messaggio:
‘
Posso chiamarti?’
Sto
bevendo una birra, sono birra dipendente, in compagnia di Irene,
Stefania e Cristian, a casa mia, mentre loro parlano ed io con loro,
leggo l’sms e ovviamente mi va di storto il sorso, lo sputo
d’istinto addosso a chi ho davanti, Cristian, ma lui gli
sputi in faccia ogni tanto li merita(che cattiva che sono)che diventa
di sasso, poi il mio visto comincia a diventare rosso, poi bordeaux,
poi viola e prendo a tossire rendendomi conto che non mi sono rimessa
ancora del tutto, gli altri mi guardano come se fossi un alieno ed io
continuo a guardare il display del cellulare mentre stringo la
bottiglietta di birra.
Infine
il consueto urlo impanicato, comincio a saltellare di agitazione e
dalle espressioni che faccio devo essere a dir poco buffa, mi fissano
proprio da pazza, poi finalmente mi chiedono cosa io abbia, li fisso
ricordandomi della loro presenza e sentenzio in fibrillazione:
-
Vuole chiamarmi! -
-
Cosa?-
Si
scatena un po’ di panico misto a felicità, uno
dice di farmi chiamare, uno invece mi chiede cosa gli
dico…ed io che cazzo ne so cosa gli dico? È lui
che vuole chiamarmi, avrà lui qualcosa da dirmi!
Accidenti…io adoro i ragazzi così che prendono
l’iniziativa ma non in modo irruento ed
esagerato…cioè…lui è
perfetto, nonostante io prima l’abbia corteggiato apertamente
e spudoratamente come normalmente non succede, cioè
è il ragazzo in caso che fa così con la ragazza e
non viceversa, ma ora le cose si sono stabilite ed è tutto
così divino che non so cosa fare, odio il telefono, parlarci
attraverso, così gli scrivo:
‘
Sei sicuro?’
Lui:
‘ Certo che sono sicuro, perché?
Io:
‘ Ora?’
Lui:
‘ Si, sei occupata? Non ti va’?’
Io:
‘ No è che il tel mi inibisce e mi
imbarazzo…’ (tel, è abbreviato
perché in realtà sono sms…)
Lui:
‘ Non ti mangio…’
Io:
‘ Promesso?’
In
risposta la sua chiamata.
Boccheggio
e guardo l’apparecchio che squilla dicendo: ‘Drin
Dirn-Rispondi al telefono-Drin Drin-Chiamano al telefono-Drin Drin-A
rispondi a sto cazzo di telefono?-Drin Drin-A li mortacci tua, rispondi
a sto minchia di telefonooooooo’
La
mia suoneria originale e simpaticona ora mi fa piangere dalla
disperazione. Fisso il display sul quale lampeggia il nome del
chiamante: amore mio!
-
Dai rispondi, scema!-
Ebbene
si, lo farò, altrimenti magari Marco pensa male!
Così
mi rassegno e schiaccio il tasto verde:
-
Pronto?-
La
mia voce è sottile ed incerta, trema.
-
Ciao…-
La
sua invece è chiara ed allegra, non ha mai problemi,
immagino rida solare anche ora, la sua immagine nella mia mente mi
rilassa un po’, scatto verso la porta d’entrata e
mi siedo sullo scalino per parlare più in silenzio, gli
altri comunque ascoltano la conversazione con tanto
d’orecchi!(certo non si ascolta con gli occhi o la bocca!!!)
-
Ciao…scusa, non volevo non rispondere solo che sai il mio
problema…-
-
Si, mentale!!!!- Suggeriscono dal soggiorno sentendo la mia frase, io
impreco poco fine nella loro direzione, lui non capisce e pensa che me
la sia presa con lui così devo anche spiegare
l’equivoco con una varietà di colori incredibile
in volto. Finisce che lui scoppia a ridere, di me immagino, ed io dopo
un primo momento d’imbarazzo, gli vado dietro, effettivamente
è comica la situazione…un pochino.
-
Se non inizi, non lo vincerai mai, sai?-
È
ironico mentre lo dice ma so che ha ragione.
-
Si, è vero, io mi adatto subito solo che è la
prima idea di dover parlare al telefono, persino con gli amici mi viene
l’agitazione se devo prendere su la cornetta, è
più forte di me!-
Comincio
a rilassarmi di più, merito suo ovviamente che mi parla come
fossimo amici da secoli, in realtà non credo che siamo
ancora amici, più di conoscenti e meno di
amici…credo…
-
Allora, che stavi facendo?-
Cambia
discorso, dal tono della voce potrebbe essere a casa disteso nel divano
comodo con la tv accesa che si riposa, anche se il suo sottofondo
è silenzioso, mentre il mio manda, guarda caso, Eminem!
-
A dire il vero nulla, oggi non abbiamo
l’università così sono quasi tutti i
miei amici da me, è un porto di mare casa mia e ci viene chi
vuole, sta quanto vuole, fa quel che vuole…non sono mai
stati problemi, è stata un improvvisata.-
Sostiene
una certa allegria, secondo quanto diciamo:
-
è bello così, anche casa mia è uguale,
abito da solo in un appartamento e sono rare le volte in cui sono
solo…-
-
Sei un animale da compagnia, come me!-
Lui
ride poi però abbassa la voce facendosi più serio
ed in un certo senso affettuoso, ha sempre un tono squillante di norma
e sentirlo così mi fa ricordare quella
sera…speciale.
-
Vedo che avete fatto pace, poi…-
Si
riferisce effettivamente anche lui a quella volta e ai miei amici,
mantengo la sua inclinazione e rispondo:
-
Si…tutto bene, i soliti equivoci che feriscono,
l’importante poi è parlare e
aggiustare…-
Liquido
il discorso così e al suo silenzio, chissà a cosa
sta pensando, chiedo:
-
Tu che facevi? Come mai mi hai chiamato?-
-
Io non facevo nulla, inizio il turno alle 18 così mi stavo
solo rilassando, siccome non ho nessuno per casa, per ora, ho pensato
di chiamarti…-
Sembra
come sempre, quella sua felicità inspiegabile per la vita,
eppure c’è un fondo, nella sua voce, come di
malinconia, non ne sono sicura.
-
Tutto bene?-
-
Perché?-
-
E che ne so, rispondi!-
Rimane
stupito e dice che va tutto bene, ma mi sembra sempre strano.
Continuiamo a parlare per un po’, tanto paga lui, io sono
sempre un po’ impacciata e lui più spigliato e ad
un certo punto lo dice, come potrebbe dire: che prurito al fondoschiena!
-
Ti va uno di questi pomeriggi di uscire con me? Ovviamente prima del
mio turno di lavoro, quindi presto…-
Io
trattengo di nuovo il respiro, elaboro quanto appreso e poi cado
ufficialmente nel panico, di nuovo.
Ok,
mi ha chiesto circa di uscire, di pomeriggio, così
è meno imbarazzante per me, cazzo, perché sono
timida coi ragazzi e sono uno scaricatore di porto con gli altri?
È allucinante…ma ancora non ci credo, rispondo
dopo un lungo silenzio di riflessione, durante il quale il tasso di
felicità lentamente sale, finalmente poi rispondo:
-
Si! Quando vuoi!-
Ehm,
forse dovevo fare più la preziosa e dire: dipende quando,
sai sono molto impegnata e non so…
Ma
io non ce l’avrei mai fatta, ho reagito d’istinto,
anzi, in fondo ci ho pensato anche troppo, non avrei mai potuto mettere
l’incertezza dove ho tanta sicurezza! Lui con la sua solita
allegria:
-
Perfetto! Facciamo sabato! Poi ci mettiamo d’accodo meglio,
ok?-
-
Si…-
Vado
avanti a ‘si…’ sognanti per un bel
po’, poi ci salutiamo che lui deve prepararsi ed andare a
lavoro.
Chiudiamo
la comunicazione, sto in silenzio a lungo mentre mi ripeto mentalmente
che uscirò con lui da sola, anche se di giorno, con Marco,
l’uomo dei miei sogni!
Sospiro,
poi urlo di gioia, un urlo che si trasforma in uno di terrore:
Porco
mondo esco con Marco e che faccio poi? Cosa dico? Come mi comporto?
La
verità? Ho una paura fottuta!
Alla
fine opto per uno dei miei tipici abbigliamenti, per essere
più a mio agio. Metto sotto sopra la camera lo stesso per
poi indossare maglia e pantaloni che erano sopra di tutti! Ho dei
pantaloni neri larghi con le cerniere su tutta la gamba, il cavallo
basso e arricciati alle caviglie, dove navigano, sopra invece una
maglia dal taglio semplice e la stoffa leggera che cade liscia sulla
pelle, non aderisce troppo ma non ingrassa nemmeno, anzi; è
nera con uno scollo esagerato e sul petto(che io ho piuttosto
prosperoso e oserei aggiungere: troppo!)c’è
stampata una tigre con della stoffa in rilievo, color sabbia e nera per
le ombre, è fatta bene e fa la sua figura invidiabile, poi,
modestamente, si addice alla mia indole!
I
capelli li lascio sciolti sulla schiena, ho rifatto le maches
l’altro giorno e sono ancora di mille colori
vivi…rosse, arancio, rosa, nere, bionde, castane. Mi assesto
gli occhiali sul naso dopo essermi truccata leggermente, un trucco che
consiste in un filo di matita nera nella parte inferiore
dell’occhio e il mascara, Irene voleva mettermi altra roba
tipo ombretti, fondotinta, rossetti o lucidalabbra, ma io ho
sgraziatamente rifiutato: ma dico, mi ci vedete me con tutta quella
roba in volto? Ma per favore! Marco non mi riconoscerebbe nemmeno!
Marco…Oddio…ho
pensato il suo nome disinvolta, come se fosse normale che ora lo
vedo…diavolo, che roba! Mi piace dire come niente fosse: ora
vedo Marco!
Anzi,
lo ripeto: ora vedo Marco!
E
lo dico anche ad alta voce, convinta e soddisfatta:
-
Ehi, ora vedo Marco!-
Finchè
non mi metto a ridacchiare da sola, gli altri, tutti presenti per
l’occasione, mi guardano come fossi impazzita e probabilmente
è proprio questo.
Sono
un caso senza speranza, ne sono convinta, ma intanto lo ripeto:
-
Esco con Marco!-
Chissà
perché scuotono la testa?
Ce
l’ho davanti e penso di star vistosamente tremando, ma la mia
facciata rimane sempre tutta d’un pezzo, ho l’aria
naturale da menefreghista rilassata in qualunque ambiente e situazione,
sono fatta così, anche se dentro mi si agita
l’impossibile.
Dunque,
ero rimasta a…Ah si: ce l’ho davanti. Quel che
noto prima di ogni cosa è l’altezza, non avevo mai
notato che fosse così alto ed è la cosa
più importante perché lo è
più di me ed è essenziale!
La
seconda cosa che noto è quella che noto sempre: è
bellissimo!
Cioè…non
come lo è Brad Pitt, piuttosto come lo è
Benjiamin McKanzie (spero di averlo scritto giusto, Ryan di OC per
intenderci…alla larga ci somiglia…), anzi,
è circa il suo sosia, secondo il mio modesto parere, solo
che ha l’aria più sveglia e spigliata, proprio da
simpaticone.
La
terza è l’abbigliamento: porta dei jeans stretti
che gli fasciano fin troppo bene gambe e fondoschiena, dove io
normalmente sbavo senza ritegno, una maglia nera maniche lunghe
attillata ma non di quelle dove non respiri.
Lui
sorride e mi saluta per la seconda volta, alla prima mi ero imbambolata
a guardarlo:
-
Oh, ciao…-
Mormoro
finalmente e lui mi fa la solita domanda:
-
Come va?-
Questo
mi fa sciogliere, me lo chiede sempre, dopo quella volta che mi ha
visto star male:
-
Bene, grazie…tu?-
Accentua
il sorriso e dice che sta bene anche lui e dopo poco ci troviamo a
parlare camminando per il centro cercando un bar che ci ispiri,
è merito suo se nel giro di un attimo chiacchieriamo da
grandi e vecchi amici, ha un ottima parlantina non di quelle esagerate
e fastidiose, tiriamo entrambi fuori la battuta per rilassarci a
vicenda ma fra noi quella più tesa sono sempre io.
Non
ho mai fatto cose del genere e mi sento strana ma felice, si, insomma,
le solite cose!
A
sistemare definitivamente il mio stato d’animo è
una persona anzi, quel che fa e dice o meglio facciamo poi noi.
Ci
viene incontro e ci passa accanto, ci fissa insistente e poi
è come se riconoscesse Marco, torna indietro e lo chiama, il
mio biondo si gira e lo fissa cercando di ricordare chi sia ma non mi
sembra abbiano un’espressione rilassata, qualcosa non mi
convince. Mi faccio un po’ da parte senza ascoltare tutto
quel che si dicono ma l’orecchio viene attirato da una frase
di questo sconosciuto, non avrei mai voluto farmi i fatti loro ma
proprio non ci sono riuscita a non sentire:
-
Ma come non ti ricordi…tua sorella non ti ha parlato di me?-
Marco
comincia ad incupirsi e non mi piace più la sua espressione,
i suoi occhi azzurri diventano sempre più di fuoco e non le
solite lame di ghiaccio.
-
Mia sorella non credo abbia a che fare con te, conosco i suoi
amici…-
La
sua voce si indurisce, io mi allarmo sempre più
avvicinandomi indiscreta. L’altro ribatte schernendolo:
-
No, non sono suo amico, è storia
vecchia…è stata un ottima amante, quando la
rivedi salutamela…-
Marco
non risponde, non so cosa pensa, cosa ci sia dietro, ma quello che dice
mi piace sempre meno.
-
Si tratta di 2 o 3 anni fa, è stato un colpo di fulmine, non
ti ha mai raccontato la storia? È commovente…mi
dispiace un po’ ma ho dovuto lasciarla, per me ha mandato a
puttane il suo matrimonio ed una che cambia idea tanto facilmente
potrebbe farlo sempre, non volevo fare la parte che ha fatto fare al
marito…come sta, ora? Si sarà risposata quante
volte? Ho visto che tipo era, interessante ma non
serio…giusto da una scopata e via!-
Onestamente
non credo a quel che sento, come può un essere umano essere
così bastardo? Io non conosco la situazione e cosa
significhi esattamente tutto questo ma trovo quest’uomo
schifoso e nauseante, lo fisso come se fosse un alieno
dall’aspetto orripilante, non oso immaginare
com’è Marco…e poi questo stronzo mi sta
rovinando la mia uscita con lui, non può farmi una cosa del
genere.
Mi
prudono all’istante le mani che apro e stringo a pugno in
continuazione, i miei occhi prendono un inclinazione
all’assassinio piuttosto evidenti, il sangue mi va alla
testa, cosa facile per una come me e decido di non trattenermi
più, la sua risatina scema mi fa agire all’istante
e senza accorgermene io e Marco diciamo ed agiamo allo stesso momento,
in maniera uguale:
-
Brutto figlio di puttana!-
Ed
entrambi i pugni si infrangono nel volto di quell’essere
ignobile che viene sbattuto violentemente contro il muro.
Anche
senza capire che cazzo diceva esattamente, è da trucidare
solo per il suo modo di fare, aggiungici che ha rovinato il mio
appuntamento e il quadro del perfetto suicida è completo!
Stronzo!
Io
e Marco ci guardiamo con il respiro un po’ affannato
più per la rabbia che per altro, le pupille si restringono
da dilatate che erano e notiamo entrambi che abbiamo la stessa identica
espressione di ira misto stupore, mentre una sorta di soddisfazione
sempre crescente si fa strada.
-
Ora mi sento meglio!-
Anche
questo lo diciamo insieme e torno in me arrossendo un po’,
l’arrabbiatura scema immediatamente, lui ride battendomi la
spalla ed io ne vengo contagiata, andiamo avanti così per un
po’ mentre lasciamo il tipo a terra stordito.
È
stato un ottimo diversivo per rompere del tutto il ghiaccio, in fin dei
conti ora non potrei desiderare di meglio, una pestata ogni tanto in
compagnia fa più che bene, no?
Il
resto del pomeriggio fino alle 18.00 lo passiamo scherzando, lui mi
racconta un po’ di sua sorella che ha avuto un matrimonio
disastroso per cause ignote che non ha mai voluto spiegare a fondo,
tutti le hanno lasciato la sua privacy e la sua disperazione,
è caduta in depressione ed ora sta sempre peggio. Ora i
conti tornano. Capisco che la sua famiglia non è molto
felice come lui appare, lui è così allegro e
spiritoso di natura, uno così è difficile da
trovare…sono sempre più convinta che è
la mia anima gemella.
-
Sai, a dire il vero quando l’altro giorno ti ho chiamato,
l’ho fatto perché avevo appena visto mia sorella,
è pietosa ed ogni volta trascina nella sua tristezza
chiunque la circondi, non sono mai riuscito a capirla anche se da
piccoli eravamo molto affiatati. Mi ha stupito quella tua domanda su
cosa avessi io…come l’avevi capito che
c’era qualcosa?-
Io
prendo una lunga sorsata di cioccolata, di pomeriggio preferisco
quella, e sorrido imbarazzata, detesto quando mi ringraziano con un
espressione così disarmante e sincera, non sopporto quando
riconoscono che sono una specie di brava persona che considera chi mi
sta intorno, io che mi preoccupo per qualcuno? Ma siamo pazzi?
Invece
lui mi sta scoprendo in ogni frangente, non bastavano le figure di
merda che ho già fatto con lui!
-
No, non so, mi sei sembrato strano, diverso…non che io abbia
parlato con te tante volte, anzi, ma è stata una
sensazione…mi dispiace per tua sorella, comunque.-
Lui
mi fissa serio, incurva leggermente le sue labbra in un tenero sorriso
come di ringraziamento e non mi toglie lo sguardo penetrante di dosso,
giusto per finire di arrostirmi!
Capisce
che non voglio cose sdolcinate o sentimentali, così rispetta
questo chiaro messaggio che gli lancio e se ne sta in silenzio un
momento ed io gliene sono grata.
Per
il resto…beh, per il resto non sono mai stata meglio e sono
contenta di non aver parlato come uno scaricatore di porto, come faccio
sempre!