La
riabilitazione è iniziata e ci sono diversi progressi...ma
anche passi lenti. Non ne posso già più. Sono
stufo.
E
come se non bastasse mi hanno costretto ad andare a scuola. Siccome
è qua attaccata, di mattina ci vado così cammino
un po' con le stampelle, di pomeriggio faccio i soliti esercizi.
Oggi
è il primo giorno e non ho assolutamente voglia di andare in
una scuola diversa dalla Kouzu.
Ho
fatto molti capricci con mia madre e il primario, ma poi mi hanno
costretto. Del resto devo finire la scuola...ho ancora due anni prima
di terminare le superiori. Tanto
comunque non rimarrò qui a lungo! Sono certo che
farò pochi mesi in questo posto del cavolo!
Vengo
accompagnato da un assistente e come al solito ho la zecca rossa che
scassa. Anche lui inizierà con me! Basta che non capitiamo
nella stessa classe. A guardarla così, la gente che
c'è qua è di gran lunga peggiore di dove stavo
prima...cavolo, hanno delle facce! E poi vengono a dire a me che
intimorisco e cose simili! Diavolo, che si guardino un po' le persone
di questo postaccio!
Scortati
da un assistente ci dirigiamo in presidenza e guardo malamente tutti
quelli che incrociamo. Si sentono già i pettegolezzi per
dietro. Porco cane, qua sbrocco di sicuro!
A
questo punto mi rifugerei in un campo da basket o sul terrazzo della
scuola per evitare di fare a botte o litigare già da subito,
ma non posso dannazione! Corrugo
le sopracciglia in una chiara espressione seccata e sbuffo
rumorosamente alle domande del preside.
Il
solito pelatone vecchio e sordo!
Con
somma mia disgrazia, alla fine, vengo a sapere che, manco a dirlo,
siamo nella stessa classe, io e il rosso.
È
la mia maledizione!
Ovvio,
no?
Dovevano
pur punirmi per tutti i guai che ho combinato!
Che
palle, non voglio!
È
una stranissima sensazione. Il primo giorno di scuola. L'anno scorso
è stato diverso. Ero scocciato ed ero nella mia crisi di
ribellione. Sono cambiate tante cose dalle medie. Quando ho rivisto
Hitonari nella mia scuola mi sono detto che o lui lo faceva apposta
oppure il destino mi prendeva per il culo. Probabile la seconda! Ho
ripreso a giocare a basket e lentamente la mia vita è
cambiata radicalmente. Sono successe molte cose. Tantissime. E le
persone che ho conosciuto mi hanno dato molto.
Questa
volta...la sensazione di essere solo è concreta e non ci
posso fare nulla.
Fare
qualcosa perché si deve e non perché ti piace.
È insopportabile. Proprio io. Lontano dai miei amici. Da
lui. Oggi e nemmeno domani e dopo domani non incontrerò
Hitonari con la solita espressione da morto. Io non gli dirò
se ha mangiato qualcosa di sostanzioso e non lo prenderò in
giro come sempre.
È
brutto così. Non mi diverto.
Con
lo sguardo selvatico finisco per allontanare tutti.
Faccio
la mia entrata trionfale in aula e tutti ci guardano, me e il rosso con
le stampelle...che palle...appena cammino vedranno!!!
L'inizio
delle cose normalmente mi eccitano, ma ora mi smona. Non ne posso
più.
Hitonari,
dove sei?
Vorrei
solo che tu fossi qui, e non credo di chiedere troppo. Un
nuovo fottutissimo inizio in mezzo a facce del cavolo sconosciute. Cosa
ho fatto? Giocavo solo a basket, prendevo a pugni ci mi rompeva e mi
ficcavo nei guai degli altri. Nulla di che.
Però
ora mi trovo qua da solo a dormire in classe mentre questo deficiente
accanto a me parla in continuazione.
Voglio
tornare al Kouzu, dai miei compagni, la mia squadra. Perfino le urla di
quell'eccentrica pazza di Minefuji mi mancano ora.
Quante
ce ne ha fatte passare anche lei.
Credo
che siamo diventati una vera squadra per merito suo, direttamente o no.
Quella volta.
Quando
ha avuto l'incidente abbiamo avuto tutti la sensazione che la colonna
crollasse e che tutto andasse a puttane. Sono
stati momenti che definirei solo come brutti.
Poi
è stato ironico. Quando sono entrato da Yamazaki per
invitarlo al barbecue ho sentito quel gruppetto di ragazzi che si
vantava di aver tagliato il tubo dei freni a qualcuno. E la cosa mi ha
fatto girare già un po’ le scatole, per il loro
modo di fare e di porsi…ma poi è andato ancora in
crescendo la cosa. Vedere la Minefuji in quello stato. Non era grave,
una piccola parte di me se lo ripeteva. Non era per
l’incidente in se, ma perché avevo visto i tubi
dei freni tagliati. Se non fosse stata quella la causa me ne sarei
fatto una ragione e avrei atteso impaziente di sapere il suo stato. Ma
no, avevo visto che i freni erano stati tagliati e lei si era fatta
male per quello. Per il gesto di 3 deficenti! Sono andato in bestia
letteralmente. Che storia era quella. Subito, veloce, il controllo
è sgusciato da me. Non ricordo esattamente quei momenti in
cui ero fuori, non ci vedevo più. Sono andato ad istinto.
Sono arrivato al Red Barns e devo aver gridato dove fossero.
Dio,
ancora ora non lo so, è stato tutto un incubo, un flash
scuro l’attimo in cui ho visto l’allenatrice
così e l’attimo dopo in cui sono andato da
Yamazaki.
Lì
poi mi sono svegliato.
Ho
tornato a vedere e il capitano mi ha fatto ragionare, ha cominciato a
parlarmi su dove potessero riunirsi quelli là.
Mi
ha accompagnato un po’ per l’allenatrice e un
po’, penso, perché mi aveva visto non in me.
Sono
stati momenti neri.
La
mia ira ha raggiunto un apice incredibile quella sera.
È
così che la nostra squadra ha iniziato a formarsi, a legarsi
veramente e profondamente. Proprio così.
Anche
se come inizio è stato burrascoso.
/inconcepibile/
C’è
stato poi un breve attimo di lucidità prima di riperdere il
controllo. Li stavamo cercando io e Ymzaki, poi li ho intravisti nella
folla in un angolo in fondo alla strada folleggiata.
Lo
definirei assurdo e pazzesco. Anche quel lasso di tempo mi ha visto
immerso nella velocità. Sono sgusciato in mezzo alle persone
scansandole e spingendole anche…per poi attraversare la
strada senza nemmeno guardare. Ricordo solo che correvo veloce con in
testa una sola cosa. Fargliela pagare.
Far
capire a quei coglioni che non si gioca così con la vita
delle persone.
Ero
infuriato.
Per
me era un comportamento inconcepibile. Anche io cercavo di ammazzare il
tempo, ma non gli altri. Non potevano toccarmi lei e il principio di
base era intoccabile.
Forse
sono quasi caduto nel tragitto, mi è parso un lampo. Vedevo
solo loro, che giocavano alla sala giochi. Le loro figure si
avvicinavano e non mi hanno visto nemmeno. Sono arrivato e ho scaricato
gran parte della mia rabbia su quel viso da morto che si trovava quello!
Era
stato lui a vantarsi di aver tagliato il tubo dei freni, ad esserne
contento. Porco cane che fastidio. Volevo cancellarlo senza dare
spiegazioni.
Non
mi interessava nulla, per un momento volevo solo pestarlo a sangue.
Infatti
non mi fermavo dal colpirlo, coi pugni, coi calci….ero un
altro. Sentivo
l’esplosione dentro di me e in testa avevo solo una cosa:
cancellarli e dar loro una lezione in modo che non facessero
più quelle stronzate! Mai più.
Avrei
voluto che provassero lontanamente quello che avevano portato a noi.
Il
dolore fisico non è nulla….ma solo un altro
po’ e si poteva rovinare ogni cosa definitivamente.
Non
sapevo come stava Minefuji e per quel che avevo visto poteva star per
morire.
E
loro se la ridevano.
Non
poteva essere.
Inconcepibile.
Poi
ho gridato qualcosa ancora in preda alla furia. Ciò che in
quel momento mi ha portato alla realtà è stata la
lama fredda e affilata che si conficcava nella carne del mio braccio.
Lacerazione. Non mi fece male. Ero ancora con il sangue che mi
ribolliva.
Vidi
il viso di Testa di Sushi, sorrideva freddo, aveva occhi taglienti.
I
dettagli del suo viso si impressero nella mia mente indelebili. Mi
aveva ferito al braccio con un coltello, ma me ne sono subito scordato.
Ero
tornato cosciente e osservai i volti di quei bastardi per la prima
volta, col crescente desiderio di squartare anche quello stronzo che mi
aveva fatto male!
Non
seppi il suo nome, o se lo seppi non lo ricordo. Per me era solo una
stupida testa di sushi! E poi che razza di pettinatura era quella?
Quante arie si davano.
Tutto
di lui mi irritava. Non mi piaceva. Ancor più insopportabile
di Harada all’inizio.
Mi
colpirono, non so, ricordo solo che ho pestato ancora quei tipi del
cavolo…sono attimi lontani tutto sommato. Anche Yamazaki,
nonostante cercasse di frenarmi, ci diede giù pesante.
Eppure
per quanto andassi avanti a pestarli non mi risollevavo, avevo quel
peso addosso. Dovevano capire quello che avevano fatto, erano solo
bambini viziati qualunque!
Non
potevano continuare la loro vita come niente fosse.
Ero
sempre più seccato e la rabbia non scemava, volevo molte
cose e quelli non capivano nulla, avevano il potere di peggiorare il
mio stato d’animo.
Solo
una cosa mi calmò veramente.
Come
se mi spompassi improvvisamente.
Sentii
la voce di Hitonari e lo vidi.
Era
arrivato anche lui.
Non
mi sentii diverso e sollevato perché con lui sicuramente li
avremmo fatti annegare nel mare del Kouzu, ma perché quel
senso di insoddisfazione e rabbia che mi faceva perdere la testa ogni
cinque minuti, con lui scemò.
Era
solo la sua presenza, nulla di simbolico o matematicamente a nostro
favore.
Solo
che lui, già da allora, aveva un forte potere su di me.
/solo una banda di stupidi/
Ok,
ammetto di non essere reattivo, ma quella volta hanno parlato veramente
molto. Non pensavo ce ne fosse così tanto bisogno anche
allora. Cioè…dovevamo solo ammazzarli, no? Che
altro c’era da capire?
Non
sapevo esattamente il punto della situazione, Hitonari e Testa di sushi
parlavano e quest’ultimo fu molto ma molto
antipatico…tanto che anche il biondino stava per prenderlo a
pugni confermando la mia tesi: su certe persone valgono solo le cattive!
Aveva
preso in giro la Minefuji, il legame che Hitonari ha con lei
è ed era molto forte visto che si conoscevano da prima.
Però
quando il macellaio voleva riservare lo stesso trattamento che aveva
riservato a me, lì vidi qualcuno colpirlo e farlo cadere.
Solo dopo quello notammo la presenza di Kondo, il professore e compagno
dell’allenatrice.
E
lì sentii le parole, finalmente ascoltai qualcosa: la
Minefuji stava bene.
Certo
poi si arrabbiò molto anche il lui, pensai proprio che era
sbalorditivo.
Mancavano
pochi e poi la nostra banda sarebbe stata al completo.
Era
carino, tutto sommato.
Eravamo
noi insieme che tenevamo testa ad un gruppo di svitati.
Poi
è meglio non indagare su chi fosse più svitato.
E
parlarono ancora, mi stufai di tutti quei giri per arrivare ad un punto
che non capivo.
Realizzai
che mi stava sminuendo, l’antipatico, così mi feci
notare, mi ero sentito messo in disparte, di fatto ero io il
protagonista, no?
Sentivo
il sangue uscire dalla ferita e lo ignorai tranquillo, feci la mia
scenetta sicuro di me e lo provocai. Volevo che capisse chi comandava e
soprattutto avevo voglia circa di insultarlo. Soprattutto lui che non
c’entrava con la storia dei freni!
Ebbi
tuttavia l’impressione che da lì in poi il
protagonista diventasse il prof Kondo e quella Testa di sushi.
Capii
però, captando un po’ qua e là, che
quel deficiente macellaio aveva qualche problema coi rapporti profondi
e sinceri. Credo che lui non concepisse sentimenti come
l’amicizia e questo gli dava quel carattere di merda che
aveva. Era solo pieno di rabbia, forse era solo stato tradito, che ne
so…gli chiarii le idee spiegandogli che per scaricare le
cattive intenzioni, specie quella di ammazzare gli altri, bastava che
se ne tornasse a casa a scrivere sul diario!
Insomma,
qualcosa che non aveva senso, ma per me l’aveva eccome. Era
per dire che c’erano molti modi di mostrare la rabbia, di
sfogarsi…senza far male agli altri.
Di
fatto non so perché dicevo quelle cose a lui che non aveva
fatto nulla al motorino, ma era lui il centro, la colpa, in un certo
senso. Era lui quello che aveva bisogno di essere pestato per bene! E
poi quell’altro idiota l’avevo già
conciato per le feste!
Quando
dissi ciò, infatti, fece per colpirmi infastidito dalla mia
insinuazione; probabilmente perché era vero, no?
Intervenne
Hitonari, che con la sua voce calma e piatta fu come se lo pugnalasse,
in un certo senso. Lui lo sentì. Era come calato il silenzio
nel caos e nell’agitazione generale.
Gli
chiese solo se era sicuro poiché noi eravamo ancora tutti
uniti invece loro…bè, di loro ormai era rimasto
solo lui!
E
le parole laconiche di Yamazaki misero la parola fine alla faccenda,
con mia grande scocciatura, in fin dei conti…avevo fatto
poco!
‘
noi siamo amici’.
Ed
era questo il punto, poi.
Loro
cos’erano? Un branco di idioti che si odiavano a vicenda. Non
ci voleva un genio per capire quale fosse il problema…e
noi…bè….noi eravamo stupidi quanto
loro ad infilarci in ogni guaio, ma lo facevamo perché
sapevamo di avere l’appoggio degli altri. Perché
eravamo amici. E anche se fossimo stati solo in due, avremmo avuto
successo, purchè il sentimento che ci legava fosse profondo
e vero.
Amici
che se la prendono a cuore per altri amici, non c’era che
dire…proprio un bel quadretto. Ma era solo il poter contare
su qualcuno che ci sarebbe sempre stato senza secondi fini, a far
avverare situazioni come quelle.
Certe
cose le si capiscono solo se si incontrano le persone giuste, non
è mai troppo tardi!
Lo
vidi poi andare via. Ok dargli la lezione orale, ma anche quella a
fatti insomma….Testa di Sushi se ne andava e nessuno faceva
niente per fermarlo. Io volevo ancora massacrarlo di botte!
Gridai
che non poteva andarsene, ma non mi ascoltò…e
poi…beh…cazzo, che è successo?
Ah
si….fu tutto buio, le gambe mi cedettero da sole e
l’antipatica sensazione di non riuscire a camminare da
solo…ero senza forze e il braccio ferito non lo sentivo
nemmeno più.
Gli
franai addosso.
A
Hitonari intendo, che era dietro di me.
Lui
mi sollevò, nella semi incoscienza ricordo che era
preoccupato.
Sorrido
al ricordo. La prima volta che sentii la sua voce
incrinarsi…ed era merito mio. Ora ne vado fiero, quella
volta avevo solo una cosa in testa.
Volevo
prendere a pugni quello stronzo!
Però
non riuscii a fare proprio nulla.
Ricordo
l’asfalto che si infrangeva con la mia faccia…quel
dannato mi aveva mollato intenzionalmente!
Tanto
poi però mi portò in spalla lui, mi svegliai
quando eravamo in ospedale, circondato da un mare di facce preoccupate!
E
lui mi stava adagiando sul lettino dove l’infermiera si
sarebbe occupata del sottoscritto.
Rimase
con me anche mentre mi applicarono i punti. Non ci eravamo parlati,
nemmeno guardati. Lui era rimasto semplicemente lì mentre
gli altri a parte Sumire, erano andati dalla Minefuji.
Mi
fece piacere avere la sua presenza lì, silenzioso come
sempre.
Era
l’unico che aveva il potere di tranquillizzarmi. È
sempre stato così.
Non
c’è proprio niente da fare…quello
è stato l’inizio ufficiale della formazione di
questo branco di idioti!!!!
/e ancora basket!/
La
campanella suona la fine delle lezioni ed io mi sveglio dal torpore. Ho
ricordato tutta quella vicenda…mi ha aiutato a non spaccare
la faccia a questi imbecilli!
Li
detesto già, sarà difficile non venir sospesi
questa volta…e non c’è nemmeno Sumire o
Hitonari che mi frenano!
Anzi…ho
la benzina qua accanto!
Ma
sarà divertente dare delle lezioni anche a questi palloni
gonfiati!
Io
e la scimmia rossa ci dirigiamo con le stampelle, gareggiando,
giù in cortile e in attesa dell’arrivo
dell’auto che ci riporterà all’istituto,
ci perdiamo nei meandri di questo esterno.
Non
è nulla di speciale.
-
ehi, guarda…dev’essere la palestra!-
Mi
fa la zecca. Io gli ringhio contro di non parlarmi, ma guardo lo stesso.
E
senza dire mezza parola, ci spintoniamo per arrivare fino
all’edificio.
Apriamo
le porte con un gran baccano e tutti ci guardano, cadiamo a terra e
lì ci rimaniamo, stanchi morti per le corse con questi
bastoni del cavolo.
Si,
come pensavamo, sono le squadre di basket maschile e femminile.
Ci
guardano male e poi ridacchiano.
-
che cazzo c’è?-
Sbottiamo
insieme io e la scimmia. Poi ci fissiamo e ci mostriamo la lingua per
poi guardare gli allenamenti.
La
squadra femminile è molto distinta e gioca piuttosto bene,
al contrario di quella maschile che è lì tanto di
bellezza…quella fa…
-…ma
fa pena!!!!-
Sbottiamo
ancora insieme noi due.
Sbuffo.
È asfissiante avere la copia appiccicata. Solo che io sono
meglio!
Però
ci facciamo seri man mano che li vediamo giocare.
Era
ovvio che li beccassimo noi. Ovunque c’è basket ci
sono io.
Stringo
i manici delle stampelle seccato. È pesante anche
questo…cioè…guardare tipi che giocano
a basket…seppure male.
Pesante,
si…fisso intensamente la palla di cuoio che entra nel
canestro. Vorrei solo poter camminare e saltare, riprendere
tutto…ce l’ho davanti, con o senza compagni, ma
non posso ancora fare nulla.
È
troppo, va oltre le mie possibilità, ora…una cosa
insopportabile.
Maledizione…come
vorrei non essere mai saltato da quel
ponte…eppure…lo rifarei, cioè tornerei
indietro a prendere le scarpe di Hitonari. Non avrei mai voluto perdere.
Mai.
Ed
ora…non credo di avere rimpianti se non quello di essermi
rotto la gamba.
Siamo
appena all’inizio e già non ne posso
più.
Però
noto che anche la scimmia è nelle mie stesse
condizioni….probabilmente anche lui giocava. Di sicuro. Mi
pare che me l’abbia detto ma non lo ascolto mai.
-
eccovi, ero sicuro di trovarvi qui!-
La
voce dell’assistente ci interrompe portandoci alla
realtà.
Ce
ne andiamo, ma il nostro ritorno al basket è solo rimandato!
Gliela
faremo vedere al nostro demone celeste!