A Proposito Di Donne

CAPITOLO V:

SORPRENDENTE
/ Mad World – Gary Jules /
Finalmente anche quella giornata stava giungendo al termine, la sera allacciava il suo arrivo con le luci serali e l’aria fresca che si inflitrava nell’ambiente, fra la gente. Peccato che alzando gli occhi al cielo non si potevano notare molte stelle, quella non era una sera suggestiva e qualche nuvola lentamente si inseguiva giocando a fare figure divertenti nell’ampio manto che si scuriva via via che la sua corsa continuava.
Si inseguivano un po’ come le goccioline del suo sudore che scendevano sul viso regolare, non mostrava particolare fatica grazie al fatto che ogni sera correva per sfogare le difficoltà della dura giornata di lavoro, per cui ormai quel tratto lo faceva soprappensiero e senza sforzo anche se, a giudicare dalla pelle imperlata, sembrava correre già da un po’.
La sua aria contrariata non era per lo jogging, bensì per quello che pensava.
La chiacchierata forzata con Ziva era stata illuminante e anche se gli doleva ammetterlo, a modo suo e sorprendentemente, era stata utile.
Il fatto però che avesse trovato il coraggio di fare determinate cose, non significava che l’avesse per farlo anche una seconda volta!
Giungendo al parco che di solito fungeva da capolinea, si fermò piegandosi in due e appoggiando le mani sulle ginocchia, buttò la testa in basso facendola penzolare stanco, in modo da rilassare i muscoli. Ad occhi chiusi immaginò per un istante che Gibbs potesse essere lì e toglierlo dall’impaccio per parlargli al suo posto, del resto poteva anche essere lui a cercarlo, no? Dove stava scritto che doveva essere lui?
Quando li riaprì rimanendo in quella posizione, l’azzurro delle sue iridi fu quasi annientato dalla dilatazione per lo stupore delle pupille.
- Gibbs! –
Così sgranando gli occhi mostrò lo stupore anche per il resto del suo viso e del suo corpo alzandosi di scatto, fu proprio quella mossa, avventata come al solito, che gli provocò un certo dolore alla nuca per lo scontro avvenuto con la figura che l’aveva silenziosamente raggiunta alle spalle. Un imprecazione da parte di entrambi uscì mentre allontanandosi di un passo per la troppa vicinanza, prendevano a massaggiarsi i rispettivi punti colpiti.
- DiNozzo, il dono della vista è un optional? – Fu il conseguente borbottio contrariato di Gibbs, decisamente non aveva gradito lo scontro.
- Capo, ti avevo visto per questo mi sono alzato! – Rispose in propria difesa Tony dimenticandosi l’incredibile fatto di averlo avuto veramente lì proprio come aveva mentalmente chiesto nel tragitto.
- Ma davvero? Fossi in te non lo direi, allora, visto il risultato! – La sottile ironia, che in realtà era ben visibile, si mostrò anche ‘dolcemente’ acida, questo fece rimaner un po’ male Tony che, anche se era abituato a quei ‘complimenti’ riceverli da lui, l’unico che glieli diceva spesso, era sempre poco piacevole. Era fiducioso in sé stesso ed anche in Gibbs, voleva credere che anche se lo trattasse così lo faceva per dimostrargli il suo affetto, un modo contorto ma in fondo quello era lui, era normale facesse certe cose, anche se per la maggior parte dei civili non era così!
Corrugò la fronte rendendosi conto della piega che i propri pensieri stavano facendo:
“E poi sarebbe lui il contorto … “
Si disse da solo.
- DiNozzo? – Chiese normalmente burbero e scontroso l’uomo davanti a sé.
- Si capo? –
- La smetti? – Questo incuriosì il ragazzo che avvicinandosi impercettibilmente, chiese:
- Di far cosa? –
- Di pensare troppo, l’hai già fatto abbastanza … - Con una nuova sorpresa nello sguardo Tony piegò lateralmente la testa tendendosi davanti a lui, che insinuazioni dirette, nemmeno da interpretare. Ok, cominciava a capire come stavano le cose …
- Perché? –
- Non so, in cinque secondi hai cambiato circa dieci espressioni diverse! – Con sollievo si trovò a ricredersi, per un attimo aveva temuto si riferisse al famoso discorso.
- Oh, per quello … bè, sono uno molto espressivo! – Bastava non parlare di ‘quello’ e il resto andava bene, tanto che si sentì di riprendere gli esercizi di stratching (non so come si scrive perdonatemi) che poteva compiere in piedi.
Mentre roteava il busto cercando di evadere abilmente il suo sguardo diretto, sentì comunque le consuete punture procurate dal medesimo, per cui con delle piccole smorfiette di fatica mentale, si preparò al comunque inevitabile confronto.
- Fai così con le donne? –
“Ecco, appunto!” Pensò infatti Tony collegandosi al suo lato diretto. Incupì ulteriormente il volto risultando solo più buffo del solito, era un bel ragazzo ma il fatto che per comodità scherzasse sempre, lo faceva rivelare divertente anche quando invece era serio o in difficoltà. Del resto quel suo lato del carattere era così radicato che non poteva certo annullarlo così su due piedi, inoltre gli stava bene così, i suoi scherzi e le sue ironie erano sempre la sua salvezza, spesso … altre volte lo salvava il suo istinto, il senso che Gibbs aveva contribuito a sviluppare.
- Le espressioni? – Disse continuando a lavorare sulle braccia e sulle spalle.
Un sospiro impaziente in risposta, non gradiva che si muovesse in qual modo pur parlasse con lui, poi parlò:
- Le eviti e le ignori dopo averci provato con loro? –
“ Sorprendente! Ora capisco perché è stato sposato 3 volte! ”
Si trovò a pensare bloccando per un attimo i suoi movimenti, gli dava irrispettosamente le spalle e lì la sua espressione divenne di nuovo corrugata e sorpresa, tendente all’impaurito. Decisamente buffa.
- No … con loro non mi limito ai baci … -
- Quindi le ignori dopo essertele portato a letto? – Continuò secco e stufo, sembrava come … come se fosse un po’ geloso. Assottigliò gli occhi immaginando il suo viso e cambiò braccio, stirandosi l’altro, nel frattempo cercava disperatamente una via d’uscita. Era veramente ora di parlargli? Di dirgli che aveva capito anche troppo bene che gli piaceva? Si sentiva stupido a dovergli dire una cosa simile, come un adolescente. Per certe cose non esistono chiarimenti a parole ma solo fatti chiari, il che è diverso. Lui era uno che faceva capire le proprie intenzioni a fatti, non certo a parole anche se quelle le sapeva usare anche troppo bene.
- Tecnicamente parlando si, visto che è stato proprio questo mio particolare comportamento a mettermi in dubbio … - Rispose quindi Tony cominciando a decidersi. In qualunque modo gli sarebbe uscito sarebbe andato bene, anche se farglielo sapere era un azzardo visto che non sapeva come avrebbe reagito. Avrebbe anche potuto perdere tutto. – … ma in realtà grazie a questo e a te ho capito perché faccio così, quindi non lo farò più. –
Era contorto anche Tony, dal punto di vista di Gibbs che preferiva le cose dirette e semplici, alzò un sopracciglio e disse marcato:
- Non andrai più a letto con nessuno? – C’era anche scetticismo nella voce.
- Non con le donne. –
Questo lasciò del silenzio, ecco, anche il giovane sapeva sorprendere il particolare uomo più grande, fu una conquista il momentaneo silenzio che raggiunse, poi però riprese:
- Allora sei gay? –
“Porca miseria, ma deve essere così diretto?”
- Detto così suona male e strano … - Tentò di lamentarsi mantenendosi non del tutto girato di spalle, rispetto a Gibbs, ma a tre quarti, a volte gli lanciava brevi occhiate, quando diceva qualcosa di decisivo, poi tornava a sfuggire. Era puro istinto di sopravvivenza. Gibbs no nera una donna, il punto era quello. Con una donna sarebbe stato diverso, molto.
Con lui era essere su un campo minato ed era normale che la sicurezza svanisse un po’.
- Ancora con questo discorso? – Sbottò esasperato l’altro scrollando leggermente le spalle con disappunto. Era sempre più nervoso per quell’insolita chiacchierata, voleva che Tony stesse fermo e lo guardasse in viso, perché si agitava in quel modo?
- No, no, l’ho accettato, tranquillo … non è un grosso problema quello, davvero! -
- Se devi dirmi qualcosa dimmela e basta! – Irruppe così, era stato lui a cercarlo, sapeva dove trovarlo a quell’ora ed era stato stufo di dover aspettare che Ziva smettesse di dargli la caccia, in un certo senso gli aveva dato un gran fastidio quel ficcanasare su Tony, per quale motivo non poteva semplicemente lasciarlo in pace?
Era stato così che aveva sentito il bisogno di parlargli a sua volta. Aveva avuto una voglia inspiegabile di conoscere la decisione di Tony, di sapere cosa aveva capito dal loro bacio. Doveva e voleva saperlo anche se a rigor di logica non avrebbe dovuto importargli molto.
- Wow, posso? Normalmente mi dici di fare l’opposto, ovvero stare zitto! –
Lo sguardo eloquente di risposta gli fece capire di doverla smettere:
- Scherzi a parte si, mi sei stato di grande aiuto, ho capito quel che cercavo di capire. Ti ringrazio. – Dicendo ciò divenne serio e per un attimo abbandonò le braccia lungo i fianchi guardandolo da quella posizione sbieca. Voleva capire se era il caso di continuare.
- Nient’altro? – Chiese sempre più seccato ed incisivo il capo. Sapeva che c’era dell’altro, era ovvio che lo capisse, non fu strano per Tony, non lo vide come un segnale.
“Glielo dico o non glielo dico? “ Cominciò a pensare Tony. “La sto tirando per le lunghe, volevo fosse qui ed ora è qui però … in fondo che ne so se lui lo vuole sapere? Non è che me lo sta chiedendo. Voleva solo che mi togliessi quell’ossessione, che mi capissi e basta. Ora che l’ho fatto penso che il suo interesse sia concluso. Non me l’ha chiesto, che senso avrebbe dirglielo? Rischierei di rovinare veramente tutto … forse è meglio di no.”
Così decidendo che non era una buona idea, con la sicurezza che era vero che lentamente si stava innamorando proprio di Gibbs, si piegò riprendendo a fare esercizi per la schiena, si sarebbe rimesso a correre ma con lui lì sarebbe stato sciocco, per cui decise di rimanere finché i sospetti non sarebbero scemati e tutto sarebbe tornato a posto.
Cosa che non accadde.
Quel che accadde invece fu un'altra cosa di natura più sorprendente.
Improvvisamente con forza ed impazienza fu afferrato per la spalla che venne stretta e con altrettanta decisione fu alzato, non uscì nulla dalla bocca di nessuno dei due, non uscì niente anche perché dopo essere stato immobilizzato, Tony, si trovò con le labbra occupate da quelle dell’altro.
Istintivamente mantenne gli occhi aperti per la sorpresa e vide il volto arrabbiato e privo di pazienza di Gibbs. Quello lo scosse portandogli una domanda veloce e breve ma molto comprensibile:
“Eh?”
Ma quando in un secondo momento realizzò cosa stava succedendo, che Gibbs lo stava baciando e che quelle loro labbra unite si erano schiuse per volontà comune, sentì un incontaminata gioia arrivargli da dentro e con questa, per catturarla e non esplodere, chiuse gli occhi rispondendo. Andò incontro con la sua lingua e quando si incontrarono cominciarono velocemente e con decisione a lottare, non fu nulla di dolce e nemmeno sensuale, qualcosa di esasperato, voluto da molto ma soprattutto uscito per la troppa pressione di quei momenti, anche di quell’istante precedente. Molte cose avevano inciso e si sapeva che la pazienza di Gibbs era praticamente inesistente. Qualunque cosa gli fosse successa in quei giorni grazie all’aver ‘aiutato’ Tony nei suoi dubbi, sicuramente aveva lasciato il segno su di lui.
Come in un ferma immagine rimasero immobili in quella posizione, uno in tuta ed uno ancora in abiti formali da lavoro, uno in ottime condizioni e l’altro sudato e scombinato per la corsa, uno che bloccava e l’altro che si lasciava bloccare. Entrambi, però, con un approccio sì diverso al bacio, ma sicuramente voluto. Sicuramente soddisfatti, in fondo, per l’esito.
Le mani di Gibbs ancora sulle spalle dell’altro che lo fermavano con forza, stringendolo contro un immaginario muro che in realtà non esisteva, l’idea che davano era quella ed era dovuta al fatto che Tony stesso non aveva intenzione di muoversi perché tutto quello che stava accadendo gli succedeva terribilmente.
Una volta di più lo capì.
Tony non era gay, semplicemente aveva perso la testa per Gibbs.
Le braccia lasciate a mezz’aria del giovane si posarono senza coscienza sulla vita dell’altro, afferrandosi agli abiti con una certa sicurezza, cercando un maggiore contatto fisico, notando come questo piacque ad entrambi.
Piegando la testa lateralmente migliorò l’accesso alla bocca dell’altro ed ignorando il posto deserto a quell’ora, continuarono quel bacio all’ombra degli alberi e del parco che gli circondava, evitando abilmente i lampioni, portando l’attenzione l’uno sull’altro. Lasciando che le cose proseguissero con liberazione e sorpresa.
Superando ogni più rosea aspettativa del primo che si era reso conto dei propri sentimenti per l’altro.