ABSOLUTION
CAPITOLO 7:
LIGHT MY
FIRE
/TK/
Leggo
sommariamente quanto scritto fin ora e constato che tutto sommato non
è male come inizio. Chiudo il primo capitolo così
e mi stiracchio.
Questo
progetto deciso e iniziato da poco andrà per le lunghe, del
resto ora mi aspetta un periodo pieno ma la decisione è
derivata insieme ad un'altra, una delle più importanti della
mia vita, effettivamente. Spero di esserne in grado, ma credo che sia
giusto scrivere la storia di Digiworld e quella dei Digiprescelti che
hanno combattuto per liberarlo e aiutarlo.
Lancio
un sorriso in direzione del portatile, non ci sono abituato a starci
troppo a lungo, gli occhi mi bruciano.
Guardo
l’ora. Sono contento di non lavorare di sabato, per lo meno
ho tempo per me. È pomeriggio presto e tutti i negozi sono
chiusi.
Penso
che sia presto vedere del vestito già da oggi, manca ancora
un bel po’ e non l’abbiamo detto a nessuno, sarebbe
assurdo ma sono impaziente… anche se normalmente sono quello
che ne ha di più.
Accendo
un po’ di musica classica che mi distende i nervi ed intanto
sfoglio il calendario con tranquillità. Vediamo, quanto
manca? Urca, quasi metà anno. Eh no… troppo!
Sospiro.
Non posso far altro che aspettare e occuparmi di quelle cose che
renderanno il tutto più reale.
Quando
gliel’ho chiesto io per primo non ci credevo, lo ammetto, ma
sono contento di averlo fatto.
E poi ci
ho riflettuto bene, era nell’aria da tempo come se tutto
sommato fosse stato ovvio.
Non sono
un tipo indeciso pieno di dubbi, di pazienza ne ho fin troppa e so
essere riflessivo e profondo quanto basta. Spero sempre di non
imbattermi in cattiverie tali che mi fanno perdere la testa.
Sono una
persona come tante e in quanto non stupido, era ovvio che succedesse
tutto questo.
È
già tanto se per ora ho scritto questo capitolo.
Ho
deciso di scrivere la storia di Digiworld in seguito a quanto successo
con Kari.
Ripenso
a quel giorno e lascio cadere il calendario che si chiude sul mese
corrente, sorrido da solo e mi stendo nel letto della camera.
Dovrei
forse iniziare ad occuparmi delle cose da fare, ma non so nemmeno bene
in cosa consistono queste cose… e poi ora non ci riesco.
Non mi
immaginavo come si dovesse chiedere ad una persona quello che le ho
chiesto.
Si
vedono nei film che fanno determinate cose, regali e azioni
stupefacenti. Davis lo avrebbe fatto con qualcosa di notevole ed
evidente facendolo sapere subito a tutto il mondo, io sono semplice
come lo è anche lei. Niente azioni spettacolari.
In
qualità di persone semplici ho preso l’anello e
come se la cosa fosse naturale, come se ne avessimo parlato da tempo,
senza cene romantiche o serate galanti o senza vestiti fantastici sono
andato da lei. Abbiamo parlato un po’ come facciamo sempre,
mi ha raccontato i suoi problemi passeggeri, le ho dato i soliti
consigli, abbiamo letto insieme le mail e poi così come
avrei potuto chiederle di andare a mangiare il gelato ho tirato fuori
la scatolina. Non ho fantasia in questi casi. Non avrei saputo in che
altro modo farlo.
Semplicemente
gliel’ho chiesto.
Di
sposarmi.
Un
sorriso angelico, il mio sguardo azzurro sincero e una carezza sul suo
volto stupito.
Prima o
poi se lo aspettava, lo so, come tutti.
Ma
sentirselo chiedere, in qualunque modo accada, anche il più
banale di tutti o il meno romantico, penso che comunque sia faccia un
effetto straordinario.
Come il
fatto che è lui a chiederlo a lei e non il contrario come
nell’originalità moderna accade spesso ormai. Mi
è parso giusto farlo io.
Ci ho
pensato molto. Condividere la mia vita con lei sarebbe la cosa
più fantastica che potrebbe capitarmi, avere finalmente una
famiglia unita, vera, senza separazioni, turni di visite e solitudini
incombenti. Ma non voglio farlo solo per questo. Bensì
perché condivido la vita con lei.
Non
è mai stato detto ufficialmente che stavamo insieme, io e
lei, non ci siamo mai comportati chiaramente da fidanzati.
Nulla di
tutto questo.
Non
abbiamo mai dimostrato chiaramente e ufficialmente come siamo, ci
sembrava ovvio ma soprattutto personale.
Kari per
me è Kari e non potrei immaginarmi di separarmi da lei, dopo
tutti questi anni passati insieme dove abbiamo passato di tutto sempre
e solo uniti, lentamente è diventata indispensabile e ci
completiamo a vicenda. Anche se litighiamo poi non ci mettiamo il muso.
Anche se
c’è qualcosa che non va andiamo avanti e la
risolviamo.
Anche
se… tutte le cose del mondo e le motivazioni di contorno
esistenti non varrebbero come questa.
Io
semplicemente la amo ed è un motivo più che
valido per fare quel passo, ne sono sicuro e so che non
cambierà mai.
Perché
anche se sono un ragazzo ho la semplicità di ammetterlo.
È
la mia luce, lo è per molti ma prima di tutti è
la mia.
Mi
accende la speranza propria di me stesso. La speranza che è
il mio simbolo, senza la luce che è il suo, non splende, non
esiste, non brilla.
È
così anche per noi.
Non
perdersi mai d’animo è possibile solo se qualcuno
ti da modo per non spegnerti.
È
lei che permette questo per me.
Semplice
e forte diversamente da me, dove lei non arriva arrivo io e viceversa.
È
così, va tutto bene.
Gliel’ho
chiesto da pochissimo e non me la sono ancora sentita, né io
né lei, di dirlo a tutti, solo ai nostri genitori. Non credo
che Tai lo sappia ed io non l’ho detto a Matt… ci
uccideranno per questo.
Ma
tant’è che le loro facce saranno encomiabili!
Questa
volta il mio sorriso è di divertimento.
Ora che
ci penso nemmeno mio padre lo sa, forse dovrei provvedere, lo tengo
sempre fuori dai miei affari e problemi, ma del resto vivendo con mia
madre è naturale che lei sia la prima a sapere le cose.
Mi alzo
pigramente, dai, devo veramente iniziare a pensare a far qualcosa,
però non so cosa serve esattamente, esco dalla camera e
cerco mia madre, ne parlerò con lei delle cose pratiche.
-
Mamma?! Sei in casa? Devo parlarti! -
- BU! -
Una
faccia ravvicinata mi si para davanti dicendo con voce bassa
‘Bu’… e qua lancio un urlo di spavento.
Non che
sia spaventoso ma non mi aspettavo una cosa simile.
Finisco
contro il muro col fiatone e il cuore che batte.
Lo
guardo in cagnesco ancora un po’ con la mia nuova carnagione
ultimo modello bluastra. Mi ha fatto prendere un colpo, invece di mia
madre mi trovo uno fuori di testa in casa… guardo meglio e
metto a fuoco: dovevo immaginare che poteva essere solo lui:
- Ma
Tai… ma sei pazzo? -
La mia
voce esce stridula e sento i capelli biondi drizzarmisi in testa. Come
cavolo ho potuto, da piccolo, volerlo come fratello al posto del
tranquillo Matt?
Lui
sorride da monello compiaciuto, ma perché in tanti anni le
persone cambiano e lui no?
Al detto
che si dice per Peter Pan lui coincide perfettamente:
‘Tutti i
bambini crescono tranne uno…’
Esattamente!
- Oh,
nulla di che, al CSM hanno detto che ero un caso irrecuperabile e mi
hanno cacciato! -
Dice
semi serio.
Stargli
dietro è difficile, lo ammetto, ma se ci riuscivo da piccolo
e poi con Davis allora ci riesco bene anche ora!
Con
calma e difficoltà torno in me e alla mia perenne pacatezza.
- Tu non
sei normale! -
Dico
girandogli intorno facendo attenzione a mantenere un metro di distanza
da lui.
Probabilmente
lo ha saputo ed ora è qua per uccidermi. A questa
probabilità sbianco e serio in volto mi avvicino cauto a
lui, scruto attento la sua espressione e lui interrogativo ricambia il
mio sguardo.
- No,
non lo sai ancora… -
Mormoro
fra me e me, lui muta lo sguardo in uno curioso e mi abbraccia
cominciando il tormento:
- Che
cosa? Dai, dimmelo… cosa non so? Oddio, non puoi dirmi
così e star zitto, no? -
Accidenti
anche a me, non potevo star zitto? Ora se glielo dico mi muore, ma
sarebbe una grande cosa, cioè… almeno smetterebbe
di cantilenare in questo modo!
No, dai,
non sono così cattivo, è il fratello di Kari e
glielo dirà lei, io ho il mio bel da fare con Matt, ci manca
che mi sorbisca anche le sue raccomandazioni, ora!
Provo ad
immaginarmi cosa farebbe e la sua immagine che cambia mille espressioni
una più buffa dell’altra e che magari poi sviene
mi provoca un forte moto di ilarità… tanto che
non riesco a trattenerlo e sfuggo per sotto dall’abbraccio
dell’amico qui presente finendo a terra a pancia in
giù, piegato a ridere.
Tuttavia
rido in continuazione e così tanto che finisco per piangere.
Lui
tutto fiero e orgoglioso della sua sorellina, che non ammette mai i
suoi sentimenti per lei ma che protegge sempre, se sapesse
così crudelmente che io, proprio io, me la porto via e la
sposo… troppo divertente!
Altro
che battuta pronta, finirebbe per strozzare me, poi legare sua sorella
e mettersi davanti con un mitra e occhiali da sole in stile terminator.
Poi forse ripenserebbe alle parole e sverrebbe di botto. Lui sempre
pieno di risorse, con sempre qualcosa da fare, che non rimane mai senza
parole… in panico che non saprebbe cosa fare!
E mi
pregusto le facce che farebbe… no, voglio esserci quando lo
saprà!
Dev’essere
spassoso!
Continuo
a ridere e lui si blocca in piedi e mi fissa stranito. Non crede a quel
che vede e si gratta il capo chiedendosi se io in realtà non
stia male.
-
TK… non morire, ti prego… qualunque cosa ti sia
successa possiamo risolvere… -
Rido
ancora più forte, pensa che stia male!
Poi
comincia a seccarsi e incrocia le braccia al petto, infine con faccia
dura mi prende a calci per farmi smettere.
Inutile,
non ci riesco proprio.
Dopo un
bel po’ che stiamo così e lui seccato si arrabbia
perché non sa cosa mi prende, finalmente smetto, ho il
singhiozzo e mi fa male il diaframma a forza di ridere.
-
Perché diavolo ridevi!? -
Chiede
incisivo avvicinandosi al mio viso ancora arrossato e lacrimoso.
- Di te!
-
E
riprendo. Questa volta però non ci sto molto, mi ferma con
un pugno, non eccessivo, in stomaco.
Non ha
gradito la mia ammissione!
Tossisco
e riderei ancora se non fosse per la mia salute che voglio rimanga
intatta… almeno finché non mi sposo…
Mi
sposo… oddio, forse lo realizzo veramente solo
ora… impallidisco immediatamente e sbianco, il singhiozzo
cessa di colpo e sudo freddo.
Non so
perché, non ne ho ancora parlato ad anima viva tranne che
mia madre, eppure ora che l’ho pensato spontaneamente senza
accorgermene, lo realizzo a pieno.
Mi
sposerò… e per sempre!
Cioè…
una cosa simile e non mi sono ancora strappato i capelli
dall’emozione, o fatti i salti di gioia… mi
sposo…
E lento
noto la stanza con la coda dell’occhio scivolare
giù a capofitto… cosa succede? No, forse sono io
che scivolo… Oh Santa Pace… mi sposo!
STUMP!
Quando
il mondo torna nitido intorno a me sono steso a terra con la faccia di
Tai sopra che continua a fissarmi stralunato e spaventato. Sta un
attimo in silenzio e fissa le mie pupille che tornano normali rivelando
le mie iridi azzurre. Non devo avere un bell’aspetto.
- Senti
bellezza… è ora che tu ti faccia controllare da
uno specialista. Io sono pazzo ma tu mi batti! -
Che
cavolo dice?
- Eh? -
Faccio
fatica a fare mente locale e lui sbotta:
- Ehi ma
dai, prima vuoi scappare da me, poi piangi dal ridere e di improvviso
impallidisci, ti spaventi e svieni come un salame. Non dirmi che
è normale! -
Aggrotto
la fronte… ho fatto una cosa tanto assurda? Ma
perché? Mi tiro su sui gomiti e mi guardo intorno cercando
di ricordare. Ma veramente se ho fatto così sono da
ricoverare.
- Ma
cosa hai? -
Mi
chiede impaziente di scoprirlo e con un fondo di sana preoccupazione.
-
Ecco… non ricordo bene… Oh Dio… -
Ecco che
ricordo perfettamente invece… Signore Benedetto
Santo… è tutto successo perché mi
sposo. Mi batto la mano sulla fronte e la testa torna a girarmi, mi
stendo di nuovo.
- Oddio,
mi sento male di nuovo! -
- No no,
stenditi ti prego, non importa, non dirmi cos’hai, ora chiamo
la croce verde! -
Si agita
e penso lo farebbe veramente se non è il mio sguardo freddo
a fermarlo.
- Stai
fermo!-
Ci vuole
un notevole sforzo e un paio di caffè per riprendermi.
Respiri
profondi, movimenti lenti, appoggio il capo nello schienale, come sono
arrivato al divano? Non voglio saperlo. Mi ripeto le cose base per non
schiattare di nuovo… ah già…
dimenticavo: respira a fondo, non muoverti troppo, stai appoggiato e
comodo, calmo, non parlare e soprattutto NON PENSARE!
Dopo un
ora abbondante che Tai è qui mi ricordo invece che esiste:
- Tai,
ma perché sei qui? E dov’è mia madre? -
Lui
sembra rimanerci male perché glielo chiedo solo ora, ma suo
malgrado si accomoda dopo aver svuotato il frigo nel suo stomaco, un
ruttino di digestione e comincia:
- Ma sei
forte, sai? Era la prima cosa che dovevi chiedermi! Comunque mi ha
fatto entrare tua madre che stava uscendo, per cui non ho suonato. Le
ho detto io di non avvertirti, così ti facevo una sorpresa.
Bè, mi è riuscita! -
Ridacchia
soddisfatto e con quel suo solito ghignetto allegro continua come
niente fosse:
- Ad
ogni modo sto avvertendo tutti… domani
c’è una riunione super urgente con tutti noi della
vecchia guardia! Per via dei Digiprescelti. Ti spiegherò
domani, ma sappi che non c’entra Digiworld… ci
verrai, vero? -
Lo
ascolto stanco dopo tutto quello che è successo.
- Si,
così dico anche io una cosa a tutti! -
Domani
sarà il momento giusto. Mi fissa insistente e come un libro
aperto capisco che muore dalla voglia di sapere di cosa si tratta.
Io
ricambio ed un sorriso sbieco mi si forma, altro che
angioletto… quando voglio so essere diabolico.
- Bene
bene, io ho da fare… non so di preciso cosa ma ho da fare e
quindi… ti saluto! Tu fa quel che vuoi! -
Mi alzo
e tranquillo, senza corse o movimenti bruschi, in flemma totale, vado
alla porta e mi metto le scarpe per andarmene.
Sarà
una giornata memorabile domani quindi oggi devo fare tutto
ciò a cui tengo prima di morire!
- Ciao,
Tai! -
Esco e
lo lascio in casa che mi guarda perplesso.
Forse
pensa che sono strano… effettivamente lo sono, normalmente
non farei certe cose come lasciarlo in casa solo come fosse casa sua,
ma dev’essere colpa di questo stato in cui sono…
non ci si sposa tutti i giorni.
SBAM! SMAB SBAM! SBAM!
Dannazione!
Spero di
sposarmi presto, andando avanti così mi maciullo ogni parte
esterna ed interna del corpo… ed arriverò ad un
esaurimento!
Ho fatto
tutte le scale col fondoschiena!