ABSOLUTION
CAPITOLO 8:
SLEEPING IN YOUR HAND
/Kari/
Mia mamma sistema il
velo dopo aver improvvisato un acconciatura non troppo elaborata,
ugualmente fa un bell’effetto. Li ho molto lunghi per i miei
canoni, li ho fatti crescere per l’evento. Mi immagino la
pettinatura ufficiale. Morbida e un po’ sciolta che scende
sulle spalle, ai lati del viso qualche ciocca sapientemente sistemata,
la fronte libera. Un trucco leggero e questo velo che si appoggia lieve
sulla sommità del capo. Ha i bordi ricamati e me ne sono
innamorata appena l’ho visto.
Sorrido
sognante. Quel giorno sarà fantastico.
Sistemo il resto del
velo che scende giù trascinandosi a terra. Non è
troppo esagerato, arricciato o grosso. È fine, solo adagiato.
Alzo gli occhi e mi
guardo allo specchio.
È
il vestito che ho sempre desiderato.
Senza
spalle, le maniche a velo doppio partono dalle braccia, sono collegate
al bustino del vestito tramite una stoffa più corposa ma
sottile e raffinata, liscia.
Ho il decoltè
scoperto ma non troppo, sul davanti una fantasia di roselline crea un
disegno delizioso.
Il
resto della parte superiore è semplice e attillato.
La
gonna scende allargandosi lunga, si raccoglie a terra in uno strascico
di poco meno di un metro su molte pieghe.
La
parte superiore è bianca, poi calando si sfuma di pesca, per
arrivare all’estremità bassa con quel concentrato
incredibile.
È un abito
delicato e semplice, eppure allo stesso tempo raffinato ed elegante.
Non da principessa o chissà chi, è solo un abito
da sposa ma ha attirato la mia attenzione da subito. Avevo sempre
pensato che il bianco neve fosse un colore per una come Mimi, pura,
insomma. Questo è il mio, ne sono convinta.
Non
finirei più di guardarmi, congiungo le mani davanti a me e
immagino di tenere un bouquet.
Sorrido.
Continuo il mio filmato
immaginario in cui cammino accompagnata da mio padre, passo davanti a
tutti gli invitati in piedi nei banchi, mi guardano e io fisso il mio
sguardo in quello di lui che mi aspetta davanti all’altare. A
metà chiesa mi viene incontro e con uno scambio di sguardi
significativo con mio padre, prende il suo posto.
Ci
guardiamo anche noi per un breve istante che mi sembra eterno.
Io
poggio la mia mano sul suo braccio e mi accompagna con passo lento e
solenne davanti all’altare.
È
emozionato.
E poi… lo
sento presente, lì vicino a me, con quel suo
abito… chissà di che colore lo
prenderà? Non credo sarà il solito nero,
no… ma avrà i suoi occhi azzurri che splenderanno
profondi e teso ascolterà parola per parola di quel che
dirà il prete. Lui, tirato a lucido, bello ed elegante.
Importante.
Sospiro.
Come
quando ci siamo messi insieme.
È
stato incredibile. Tutto completamente da noi. Da noi.
È diventato
pian piano importante per me finché non è stato
essenziale, mai scontato ma onnipresente. Non abbiamo mai fatto nulla
separati.
Siamo sempre stati
insieme, l’uno accanto all’altro, ogni momento
essenziale.
Per me, TK è
due mani che reggono a coppa la mia anima, la mia anima riposa serena e
tranquilla. Io mi sento sicura con lui, mi protegge e non
permetterà mai che mi succeda nulla.
Mi
fido di lui.
È
timido e ci siamo baciati dopo molto tempo, tutto sommato.
Eppure
è stato naturale.
Dovevamo uscire con gli
altri ma ci avevano dato buca, così siamo rimasti io e lui,
mi ha proposto il cinema, era Hero, un film difficile da capire fino in
fondo, profondo e commovente, con un grande insegnamento.
Mi
erano sfuggiti alcuni particolari così poi siamo andati a
bere qualcosa in un posto tranquillo e ne abbiamo parlato.
Mi
chiese cosa sarei disposta a fare per il bene di tutti, per vivere
sotto un unico cielo. Avrei rinunciato alla mia vita? E
all’amore?
Aveva
uno sguardo penetrante, io ho sempre amato quei suoi occhi azzurri.
Sinceri.
Mi sentii un attimo in
imbarazzo.
Quello
sguardo bellissimo era solo per me in quel momento. Cercai di non
arrossire.
Risposi
che sarei disposta a fare molte cose per vivere tutti insieme sotto lo
stesso cielo, anche sacrificarmi, ma non sacrificherei mai la vita del
mio amore.
Allora
mi chiese in modo più specifico se avessi potuto rinunciare
all’amore per il bene dell’umanità.
Ero
in difficoltà.
Subito vidi una vita
senza TK e mi prese come il panico.
La mia vita aveva preso
determinate strade ed io ero quella persona anche per la presenza
costante e sicura di quel ragazzo, se non ci fosse stato più
da un momento all’altro penso che cambierei così
tanto da non riuscire a vivere come dovrei e vorrei.
Dissi così
che non avrei mai voluto che lui, TK, rinunciasse all’amore
per sacrificarsi, seppure per il bene
dell’umanità. Anche se era per realizzare quel
sogno bellissimo, di vivere tutti insieme con la pace… io
egoisticamente non vorrei mai.
Non
so se lo realizzai subito, ma quella era una specie di dichiarazione.
Lui lo capii subito e
sorrise dolce con quel suo sorriso aperto e sconcertante che disarma.
Non parlai
più e il cuore prese a battermi vorticosamente come fossi
una semplice ragazzina.
Lui
mi ringraziò.
Proprio
così. Mi disse: ‘grazie’.
Mi
prese la mano e si protese verso di me baciandomi.
È stato il
nostro primo bacio ma è stato a dir poco fantastico. Non me
lo ero mai immaginata in quel modo, era il migliore fra tutti quelli
che avevo sognato ad occhi aperti.
Il
baccano che c’è alla porta mi risveglia da questo
torpore sbaragliando tutti i mie ricordi e le mie immaginazioni.
Uff.
Questo chiasso lo sa fare solo Tai.
E così
verrà a saperlo… io volevo dirglielo in un altro
modo, sarà divertente vedere la sua faccia.
Mi
giro lentamente, con grazia. Mia mamma apre la porta ed io mantengo il
sorriso angelico col velo che avvolge la gonna.
Lui
entra, mi guarda ed esce.
- Scusate, ho sbagliato
casa! -
Lo
sapevo, ora rideremo tutti!
La
mamma gli corre dietro e lo fa entrare.
- Ma mamma, sei
veramente tu! E chi è quella bella ragazza? E poi da quando
in qua cuci abiti da sposa? -
È un turbine,
parla di continuo a voce alta e chiara.
- Tai, ma che dici? Non
mi riconosci? -
Allora
si zittisce, mi si avvicina. Mi scruta a fondo girandomi intorno, il
vestito, i particolari, il velo, le mani, i capelli, il volto.
Ora scoppia
perché realizza che mi sposo… 3…
2… 1…
- Si, sei
Kari… ma perché sei vestita così? Fai
da modella per l’abito che cuce la mamma? A parte che non mi
ha risposto: da quando cuce abiti da sposa? -
Silenzio.
Ancora
silenzio.
Ma
cos’ha in testa? I grilli?
Ci
è o ci fa?
Io con lui non ho mai
avuto pazienza, lui è il gatto ed io il cane, finisce sempre
che lui mi soffia dietro furioso mentre io lo faccio arrabbiare, ma
è così tonto… come fa?
La
mia espressione ha poco di angelico, in questo momento.
- Sei proprio scemo, lo
sai? Te l’ho mai detto? Forse non abbastanza! -
Lui spalanca gli occhi e
apre la bocca, prende fiato e gonfiando le guance arrabbiato dice:
- Non prendermi in giro!
Cosa vuoi dire? -
Oh, cielo… ma
come fa a non capire?
Mi
metto la mano sulla bocca. Oh bè, tanto ho sempre desiderato
dirlo in questo modo:
Gli
prendo le mani fra le mie, sorrido in maniera evidente e con gioia e
gaudio dico:
- Tai, apri bene le
orecchie! Tua sorella Kari, ovvero io, si sposa! -
Istintivamente
si mette a ridere.
-
Ah ah ah ah ah! Divertente!
-
Non
ci crede, lo sapevo. Io rimango seria.
- No, è vero?
-
Annuisco
mantenendo la mia espressione serena e felice. Questa me la
ricorderò per sempre.
- E’ vero? Ti
sposi? -
Accentuo
il sorriso.
Il
suo viso da rosa diventa rosso, poi bianco cadavere ed infine la sua
espressione da stupita assume le sembianze di uno che ha appena subito
un duro colpo sul cranio.
Lo vedo scendere
giù lentamente, accasciarsi sulle ginocchia mentre io lo
tengo ancora per le mani e… in un batter d’occhio
sviene!
Lo sistemo subito steso
a terra, poi guardo seria mia mamma e le dico:
- Hai filmato? -
Lei
chiude la cinepresa e annuisce.
Con
questo lo ricattiamo, poi è uno dei più bei
ricordi di questo matrimonio!
Povero
fratellino… come se fosse l’ultima ruota del
carro. Io ho già comprato il vestito e lui doveva ancora
saperlo!
Bè,
ne è valsa la pena, se architettavo la cosa non sarebbe
potuta venire meglio!
- Cara, non sarebbe il
caso di metterlo sul divano? -
Dice
la mamma apprensiva. Io mi alzo.
- Non ci penso nemmeno,
pesa troppo! Invece aiutami a togliermi il vestito, non vorrei si
rovinasse! -
Quando sono vestita
normale Tai si riprende, all’inizio sembra non ricordare cosa
gli è successo poi forse lo ricorda e si alza di colpo, non
so come fa a non star male di nuovo per quello scatto, sempre di colpo
si appiattisce contro la parete accanto alla porta d’entrata,
braccia larghe, testa all’indietro, faccia comica.
- T-tu… mica
hai detto che… ti sposi, vero? -
Prendo
a ridere di gusto senza rispondere, la mamma prepara una tisana, spero
ci metta del tranquillante o questo non arriva integro al matrimonio.
- No, era uno
scherzo… che ci facevi vestita in quel modo? Dimmelo.
Quell’abito… perché è qua? -
Eh,
ma che domande stupide fa?
Seccata smetto di
ridere, ora mi sta stufando, è troppo ottuso:
- L’ho
comprato per te! Ma che domande fai? Certo che mi sposo! Devo rimanere
zitella per tutta la vita? -
Lui
si stacca dal muro ma non mi si avvicina, forse pensa che io abbia la
lebbra.
- Ma no… ma
che c’entra… stai pur bene fidanzata con TK, che
bisogno c’è di sposarsi? Oddio… ti
sposi con lui? -
Fa
più chiasso di una porta che sbatte!
Sbuffo
irritata, era divertente ma ora comincia a scocciarmi. Non
può semplicemente mettersi a piangere dalla gioia dicendo
che è felice? È proprio irrecuperabile!
- No, con mio nonno! -
- Ma se sono tutti morti
i nostri nonni! -
Mi
batto la fronte con le mani, mi ha fatto venir mal di testa.
- Ma da che pianeta
vieni, Tai? Non è che sei Agumon travestito da Tai? -
Mi avvicino per sentire
se ha la febbre per lo shock, magari delira per quello. Non faccio in
tempo a toccarlo che si abbassa di colpo evitando il contatto.
Oh,
questa poi!
- Tai, non ho una grave
malattia! Mi sposo con TK, con chi vuoi che mi sposo? -
Lui mi fissa dal basso
quindi metto le mani ai fianchi e con aria severa lo sgrido, la
situazione degenera.
Sta
proprio esagerando.
- Ma non è
normale sposarsi! Non è come andare ad una
partita… se la partita va male, poi bevi e ti ubriachi e la
cosa passa, se va bene… bè, se va bene ti
ubriachi lo stesso per festeggiare! Il matrimonio è diverso!
- Grazie a Dio! -
Sbotto
allargando le braccia. Comincio così a camminare nervosa per
casa, mentre lui continua coi suoi scleri da premio nobel!
Si alza di nuovo e mi
guarda andare su e giù, poi azzarda.
- Ma sei sicura? -
- Si!-
Dico seccata.
- Dillo di
nuovo… cioè, ripeti lentamente quello che
fai… con dolcezza… -
Si
è bevuto il cervello.
Gli
vado di fronte e faccia a faccia grido con cattiveria:
- MI SPOSO! -
- NOOOOOOOOOOOO!! -
E’ il culmine,
entrambi gridiamo cose che non si collegano all’altro,
insulti forse… lui è disperato, ma non capisco
cosa gli prende.
- Ecco perché
TK prima era così strano! Ora vado da lui e lo ammazzo! -
Lo
afferro per il collo della maglia mentre esce.
- Non muoverti! Cosa
vuoi fare? -
- Mollami! -
Si divincola con
agilità e si riappiattisce al muro.
- Non è
normale sposarsi. Che bisogno c’è? -
Sospiro
e mi calmo. Mi porto i capelli all’indietro in una coda
immaginaria, poi li mollo e con più pacatezza dico:
- Tai, sei allergico al
matrimonio? -
Lui nemmeno ci pensa.
- Non hai matrimoni, al
tuo… chi può portarmi via la mia sorellina? Con
chi litigo poi? A chi faccio i dispetti? E poi chi altri
oserà farti piangere se non io? -
Rimango
a bocca aperta. Era per questo!
Ma
è scemo forte, allora!
Così
l’arrabbiatura va via e finisce che rido. Prima sommessamente.
- Non vado mica sulla
Luna! -
Poi sempre
più forte finché non mi piego sulle ginocchia e
continuo a ridere rivedendomi tutta la scena, dal suo svenimento, allo
sbotto di follia che ha avuto e infine la scenata di gelosia bella e
buona!
Fantastico!
Non pensavo che avesse
potuto avere tutte quelle reazioni in un ora nemmeno…
è unico, mio fratello.
- Perché
ridi? -
Chiede offeso, incrocia
le braccia al petto e torna a gonfiare le guance.
Io lo afferro per le
gambe continuando a ridere, lo strattono finché non scende
anche lui e lo guardo continuando a ridacchiare.
- Rido perché
sei un caso irrecuperabile! -
- Ma che dici? -
Comincia ad imbarazzarsi.
Così
lo abbraccio di slancio finendo col fondoschiena a terra. Affondo il
[gso sulla sua spalla. In questo momento dimostro poca
femminilità. Ma non importa. Con mio fratello va bene
così.
- Anche tu mi mancherai,
ma non me ne vado mica, sai? Nonostante tutto ti voglio bene, proprio
come me ne vuoi tu! -
Lo sento irrigidirsi,
sicuramente è diventato rossissimo ma almeno non nega.
Borbotta qualcosa di incomprensibile poi capisco chiaramente:
-
Quello che voglio è che tu sia felice, con lui lo sarai. -
Lo
sarò. Io lo so. Perché la mia anima si sente al
sicuro fra le sue mani.