AMBIENTAZIONE:
Numero 44 di OP, capitolo ‘La nave scorta’, saga di
Water seven. In questo pezzo, come si capirà leggendo, la
ciurma dopo aver portato a successo le proprie missioni personali, si
ritrovano tutti nella nave di scorta per scappare non appena anche Rufy
li raggiunge. Ebbene sono lì che lo aspettano dopo aver
appena recuperato Robin e mentre la festeggiano, l’unico che
non si unisce alla festa è Zoro che scende dalla nave, sale
la gradinata e si mette da solo su uno spiazzo di pietra a guardare il
macello che c’è al posto di Einas Lobby. E cerca
Rufy con uno sguardo molto intenso e penetrante.
Aspettando Rufy
Salita la gradinata mi fermo su questo spiazzo di pietra che fino a
poco prima faceva parte di una struttura definita e che ora sembra solo
una maceria grazie ad una bomba. Già, solo una semplice
bomba e si fa subito fatica a distinguere ogni cosa.
Mi blocco qua da solo
mentre gli altri sono poco distanti da me, sulla nave di scorta a
festeggiare Nico Robin. Sono contenti che ce l’hanno fatta a
riprendersela.
Ma cosa festeggiano? Non
è mica finita… la persona più
importante fra noi è ancora là, fra quel fumo e
quelle macerie.
Dove sei, Rufy?
Cosa stai facendo?
E poi il fumo comincia a
diradarsi quel tanto che basta per farmi vedere la parte di mare che
c’è fra noi ed Einas Lobby che brucia, ormai
distrutta anch’essa come tutto, qua intorno.
Navi da guerra della
marina militare che eseguono un ordine di morte.
E loro sono i buoni.
Che tristezza.
Richiamo
l’attenzione degli altri su questo inferno, con cupezza e
serietà.
Sono stanco, ho compiuto
un'altra impresa massacrante… ma finché Rufy non
sarà qui non mi rilasserò. Devo mantenere i miei
nervi tesi e pronti. Devo mantenere la mia mente sotto la giusta
pressione. La battaglia non è ancora finita.
Lui manca.
Con Usop e Franky che mi
raggiungono, commentiamo questo desolante spettacolo di morte davanti a
noi.
Macerie, fuoco e fumo.
Nient’altro.
Finito là ci
cercheranno e ci individueranno, quindi verranno qua per completare il
lavoro. Non è finito un bel nulla, nemmeno per noi.
Già.
Perché manchi tu, capitano.
Non possiamo muoverci e
fuggire senza di te.
So che stai combattendo
una durissima battaglia con quell’uomo mostruoso, ma so anche
che fra poco arriverai qua e noi potremo andarcene tutti insieme. Come
è sempre stato.
Ce la faremo.
Con te.
Ma dobbiamo stare attenti
e non abbassare la guardia, la porta dell’inferno
è ancora aperta per noi.
Comunico la mia decisione
in qualità di vice capitano e concludo risoluto e sicuro:
- …quindi
rimarremo qui e lo aspetteremo. Già. Faremo così.
– che non ammette repliche. Poi aggiungo basso e lugubre: -
Tra breve inizierà la tempesta. – che li rende
ancor più consapevoli di ciò che sta per
succedere.
Tutte le navi da guerra
della marina qua presenti, verranno da noi per finire il lavoro.
Ucciderci e prendersi
Robin.
Eppure i miei occhi
cercano di scorgere Rufy fra il fumo e quei pilastri a poca distanza da
qui. Deve essere lì.
Sta ancora combattendo con
Rob Lucci o sarebbe già qua.
Le parole sul nostro
capitano non si sprecano, intorno a me, lui ed il suo istinto selvatico
che gli fa capire da subito quale avversario affronterà.
Poi…
- Lui… non
morirà, vero? – Si rivolge a me come se sapesse
che fra tutti sono quello che gli può dare questa risposta
con maggior certezza. Le parole pessimiste di Usop mi sorprendono.
Davvero può dubitare di lui?
E secco e brusco gli
rispondo eloquente:
- Sei un idiota!
– Si arrabbia per i modi che uso nel rispondere ma non dico
altro. Del resto se è idiota in che modo glielo devo dire?
È ovvio che ce
la farà. Io non l’ho mai messo in dubbio e il
fatto che lo facciano loro mi dà sui nervi.
Dobbiamo avere fede in
lui, è il nostro capitano, non ci ha mai deluso o
abbandonato.
Io ce l’ho.
Ho fede e non solo.
Forse questo mio
aspettarlo con tanta consapevolezza deriva anche dal fatto che lo amo e
lui ama me.
È uno scambio
ulteriore che loro non hanno.
Un legame diverso.
Io lo sento.
Sempre.
Quando soffre, quando
vince, quando si arrabbia. Capisco al volo il suo pensiero e le sue
strategie, il suo modo di ragionare e le sue scelte.
So perché fa
ogni cosa e se capita che è così contorto che non
comprendo subito, lo appoggio comunque perché è
il mio capitano, certo.
Ma soprattutto mi fido di
lui, del suo grande cuore e del suo animo puro. So che farà
sempre la cosa giusta ed io lo appoggerò ogni volta, ogni
giorno della mia vita che passerò con lui.
Così come lo
amerò.
È uno strazio,
dentro di me.
Posso solo aspettarlo,
eppure non posso far nulla per lui, solo lui può fare
qualcosa per sé stesso e per noi. Io per quanto lo ami posso
solo avere fede in lui, crederci e aspettarlo. Solo questo.
Eppure vorrei andare
là e aiutarlo. In qualsiasi modo io possa farlo.
Anche rialzandolo ogni
volta che lui cadrà distrutto.
Però con ogni
muscolo teso e l’espressione più contratta che
possiedo, sto solo qua e lo cerco con gli occhi.
Maledizione, almeno lo
vedessi…
Come vorrei essere
lì con te, come vorrei…
Tuttavia so cosa devo fare
e anche se mi costa fatica, oh se mi costa, lo farò
perché è questo che va fatto.
Con sforzo e con amore.
Ti amo Rufy e tu lo sai.
Torna da me come hai sempre fatto.
Io sono qua, ti aspetto.
Non me ne vado senza di
te, anche a costo di morire aspettandoti.
FINE