Dietro Agli Occhi Azzurri
CAPITOLO III:
CAOS
INTERIORE
/ Move on now – Hard Fi
/
“Lo
immaginavo che non sarebbe più passato dopo la mia
dichiarazione, aveva detto che sarebbe venuto ma non l’ha
fatto. Sono venuti tutti ad eccezione di Danny, cosa che mi sembra
strana ma non improbabile. In fondo quello ha una vita sociale
piuttosto attiva, specie sentimentale.
No,
non mi turba di certo che Danny non sia venuto.
Mi
turba che non sia venuto Mac perché so che l’ha
fatto grazie a quello che gli ho detto.
Non
avrei dovuto, per lo meno avrei dovuto studiarmela meglio e non
spararla lì come mi è venuta. Deve esserci
rimasto secco, non posso certo biasimarlo.
Spero
solo che il nostro rapporto non sia rovinato, qualunque esso sia
ora… però è vero, era la morfina di
cui non sono abituato a farne uso, ma ciò che ho sentito era
assolutamente vero. Mi sto innamorando di Mac ed anche di brutto.
Però
non sono abbastanza sciocco da non saper trattenermi per mantenere
l’amicizia, sapevo che non sarebbe stato pronto. Lui riguardo
l’amore è come un riccio, non penso abbia una
relazione seria ma anche se l’avesse me lo direbbe dopo un
bel po’… ma me lo direbbe.
Chissà
cosa pensa, cosa ha provato mentre glielo dicevo. Ho un ricordo confuso
di quel momento ma ormai è andata ed indietro non si torna.
Si va avanti.
Giungo
all’uscita dell’ospedale con un certo sollievo, non
ce la facevo più a stare rinchiuso là dentro ed
inattivo. La compagnia non mi è mai mancata ma mi sentivo un
recluso.
Ora
avrò ancora qualche giorno da stare a casa, cosa peggiore
visto che penserò tutto il santo tempo a Mac.
Prendo
un profondo respiro riempiendo i polmoni un po’ atrofizzati
visto l’aria viziata che respiravo, poi mi guardo intorno.
È
sera e anche se ho insistito per uscire prima della data ufficiale,
speravo che qualcuno venisse a prendermi per portarmi a casa e cenare
con me, stare solo il primo giorno d’uscita
dall’ospedale è deprimente. Normalmente ci sarebbe
stato Mac ma sono certo che non verrà.
Magari
nemmeno parleremo più come prima…
Una
volta a casa mia guardo l’appartamento che non vedevo da
settimane, è tutto come l’avevo lasciato e devo
ammettere che dopo tutto non è ciò che mi
è mancato di più.
Quel
che mi è mancato di più è stato Mac.
Oh,
come vorrei rivederlo.
Girando
a vuoto per la stanza senza farci troppo caso, mi decido a far mente
locale sulla cosa più sensata da fare ed opto per una doccia
rilassante, dopo penserò alla cena.
Dovrei
cercare di tenermi il più occupato possibile ed evitare
tutte le cose che mi fanno pensare… la doccia mi fa
pensare… e proprio a lui.
Ma non
posso farne certo a meno.
Ogni
cosa mi farà pensare a Mac, anche la più semplice
e pure quando lavorerò mi troverò a pensare a lui
perché sembra la moda del momento nella mia testa.
Perché
lo desidero e voglio vederlo ed invece non lo vedo da molto e ci siamo
lasciati in quel modo… che nemmeno ricordo bene.
So di
essermi dichiarato e di aver mantenuto quel sentimento per lui fino ad
ora, però è dura… è dura
convivere con quest’incertezza. Questo buio.
Perché
tutto ciò che riguarda Mac è buio ed
incertezza… mistero.
Ma se
non fosse così non avrei perso la testa per lui.
Però
è dura…
Mi
passo le mani sul corpo accompagnando l’acqua che fa
scivolare via languida la schiuma ed i brividi mi attraversano, non
sono uguali a quando ci tenevamo la mano. Nulla è
paragonabile a quello… ma se queste carezze fossero fatte da
lui, oh, come sarebbe diverso… quest’eccitazione
non si fermerebbe, non avrebbe limiti ed io non mi direi che invece
sono solo io.
Verrei
aggrappandomi a lui, chiedendogli magari di andare oltre, continuare,
senza lasciarmi.
-
Cazzo. – Borbotto a denti stretti mentre mi rendo conto dello
stato maggiormente pietoso. Rimango appoggiato alla parete liscia del
box della doccia mentre l’acqua mi scorre addosso e poi
giù a terra, fra i miei piedi. Fa il suo corso tentando di
riportarmi alla realtà e far diminuire questa mia
eccitazione.
È
dura si, porca miseria.
È
dura apprendere questi sentimenti e questi bisogni sessuali verso di
lui e non poterlo avere, sapere che ti evita e scappa da te, che se ti
ricambiasse ora sarebbe qui.
È
dura sentire che ti stai innamorando in modo totale, con il fisco e non
solo con la mente ed il cuore, e sapere perfettamente che lui ti vuole
solo come amico.
È
dura.
Troppo.
Insopportabile.
Specie
quando a lavoro lo rivedrò.
Forse
dovrei fare in modo di non vederlo più… sarebbe
meglio…
È
il campanello però ad interrompere questi miei pensieri,
così sospirando chiudo il rubinetto avvolgendomi in un
asciugamano alla vita, un altro lo appoggio intorno al collo
asciugandomi alla meglio i capelli che hanno bisogno di essere tagliati
un po’, si spargono intorno alla mia testa e sulla mia
fronte, arrivano un po' sugli occhi e sento le goccioline corrermi
lungo il corpo allenato.
Chi
sarà? Nessuno sa che sono uscito a meno che non siano
passati in ospedale e non mi abbiano trovato.
Dopo
un paio di secondi arrivo alla porta ed apro, quando vedo chi
è, il mio viso diventa di puro stupore non dopo essere
impallidito violentemente e successivamente arrossito.
Un
paio di sensazioni passano da me prima che mi riprenda e dica qualcosa,
intanto lui mi fissa con quel suo sguardo penetrante e sempre composto.
Cosa pensa mentre mi passa ai raggi X da capo a piedi?
Certo
non lascio molto all’immaginazione…
Non mi
fa capire nulla di quel che possa pensare, così parla sempre
apparentemente calmo:
- In
ospedale mi hanno detto che sei uscito stasera. – Per prima
cosa si giustifica, immaginavo lo facesse ma onestamente sono ancora
impietrito.
In un
nano secondo mi rivedo la scena di quel giorno e l’imbarazzo
cresce in me. Lui mi ha rifiutato, ha fatto finta di non capire, quindi
ora è qua per dire che vuole rimaniamo amici…
subirò una cosiddetta delusione d’amore…
No,
non voglio.
Istintivamente
indietreggio senza saper bene cosa dovrei fare, così con un
tono smarrito glielo chiedo non sentendo nemmeno più le
gocce correre sul mio corpo e bagnarlo ancora:
- Come
mai sei qui? –
Non
glielo avrei chiesto in condizioni normali, poiché in
condizioni normali sarebbe ovvio che ora che sono uscito lui stia con
me.
Ma ora
non siamo in condizioni normali e mentre sente la mia domanda una
piccola luce nei suoi occhi mi fa capire che non è come
sembra, che non sta bene nemmeno lui.
Cos’ha?
Trattengo
il respiro, mi trovo indistintamente a trattenere il respiro e per una
volta vorrei saper leggere nel pensiero.
Credo
di avergli provocato una certa reazione col mio corpo praticamente nudo
e bagnato.
Credo
che sia positivo. Ma farà qualcosa, no?
Mica
starà ancora lì fermo a fissarmi a quel modo...
- Mac?
- Lo chiamo visto che sembra assente.
Si sta
chiudendo nel suo mondo ed io non ne faccio parte.
Continua
a non rispondermi così rifaccio un passo avanti e gli tocco
il braccio lasciando da parte vergogne e domande esistenziali. Penso
che abbia qualche problema ma non sono sicuro della sua natura.
Sono
preoccupato… che gli sia successo qualcosa di brutto?
Di
attimo in attimo sembra sempre più sconvolto.
È
al mio tocco che lui sembra reagire e chiudendo gli occhi cerca un
controllo che non arriva, per cui semplicemente, una volta riaperti
sembra decisamente molto diverso dal solito.
Mette
una mano sul mio petto e pelle contro pelle spinge entrando, con
l’altra mano chiude la porta alle sue spalle. Una volta
dentro fa scivolare le dita su di me arrivando dietro al mio collo,
sotto l’asciugamano più piccolo, e non facendomi
capire più nulla con tutti questi ormoni che vanno a mille
per lui, lo sento appoggiare la bocca sulla mia con prepotenza,
premerla e con decisione aprire la mia leccandola, cercandomi una volta
che l’assecondo ed iniziando un bacio che di scoperta ha
molto poco.
Erotico
è la definizione che darei a quel che stiamo facendo.
Prima
di capire bene che ci stiamo baciando passano alcuni istanti, quando ne
prendo coscienza e me lo ripeto come uno stupido, sto già
ricambiando con la sua stessa foga, con un emozione che cresce
bruciandomi dal basso ventre e l’eccitazione mi invade
nuovamente. La scintilla che accende è pericolosamente calda
e anche se non comprendo come mai stia accadendo tutto ciò,
è semplicemente meraviglioso e vivo il momento
così come arriva.
Perché
potrebbe essere l’unico od il primo di molti.
Ma ad
ogni modo va vissuto a fondo.
A mia
volta mi aggrappo alle sue braccia e attirati l’uno verso
l’altro con una certa forza, la gioia che mi pervade mi fa
aprire le nostre bocche per far diventare il bacio maggiormente audace,
in una fusione totale di labbra e lingua che sconvolge me per primo.
Non
pensavo sarebbe stato così.
Anzi.
Non
pensavo che sarebbe proprio stato.
Il
fiato è corto e quasi non lo prendiamo dimenticandocene.
Premendoci
l’uno contro l’altro l’asciugamano che ho
alla vita mi scivola via e rimango completamente nudo, cosa che sembra
far andare completamente in tilt Mac che non si stacca da me ma alza la
gamba strofinandola fra le mie gambe.
Mi
esce un gemito mentre ci baciamo e sento che mi sto eccitando ancor di
più, forse potrei impazzire continuando così.
Caos
mentale, totale.
Non
so, non capisco, però è meraviglioso.
Ci
baciamo a lungo sempre con questo ritmo di passione, poi esce dalla mia
bocca assaggiando e leccando il resto della mia pelle, lungo la
mascella e successivamente sul collo, beve l’acqua che avevo
ancora addosso e assorbe il mio profumo di sapone bagnandosi un
po’ lui stesso.
È
un attimo di indescrivibile erotismo ed eccitazione, tutto
ciò che capisco è che Mac mi sta facendo andare
alla follia dal piacere e che voglio non si fermi.
È
tutto così veloce, improvviso, insolito… cosa gli
è successo?
Perché?
Ti
prego, non smettere…
Gemo
sempre più forte e non so quanto stiamo così, ma
credo che prenda coscienza di sé quando io inevitabilmente
vengo con quelle sue carezze speciali ed i tocchi delle sue mani su di
me.
La sua
bocca su di me.
Lui su
di me.
Dunque
ci fermiamo l’uno abbracciato all’altro, quasi, e
ansimanti col cuore che va a mille cerchiamo di riprendere possesso di
noi e delle nostre menti.
Ora il
momento dell’istinto è finito, ora bisogna
lasciare spazio ai ragionamenti ed alle parole.
Anzi,
è lui che deve farlo.
Penso
mi debba qualche spiegazione.
Lo
sento chiaramente perso per un attimo, ancora contro di me, col viso
sprofondato nell’incavo del mio collo. Non so cosa stia
provando ma è scosso e sconvolto.
Per
una delle poche volte nella sua vita è così,
immagino stia male e abbia bisogno di tempo, forse nemmeno lui sa
perché ha fatto tutto questo.
Poi
finalmente la sua calda voce suadente arriva in un sussurro contro la
mia pelle sensibile, sento di nuovo i brividi in tutto il corpo.
-
Scusami. Mi dispiace. Io non so cosa… - Ma lo interrompo
subito più sicuro di lui, per una volta, rimanendo
così fermi.
- Non
è questo che devi dire, Mac. Quello che ho detto quel giorno
lo penso tutt’ora, anche se ho sbagliato il modo ed il
momento di dirtelo. Però è così, mi
sto innamorando di te. Quindi non devi dispiacerti di una cosa simile.
Per farmi felice dovresti dire che ne sei contento… - Ma
così mi ferisci…
-
Però non posso ancora dirtelo. – Sospende di
nuovo, cerca il modo migliore per continuare, cerca il suo sangue
freddo, cerca il suo controllo leggendario. C’è
qualcosa che non va, mi ha baciato in questo modo perché lo
desiderava anche lui però ora cerca di frenarsi. Allora
c’è dell’altro. Che ci sia qualcun
altro? No, me lo direbbe, lo saprei. Sarebbe il momento perfetto per
dirmelo… anche se l’idea di essere stato il suo
‘amante’ mi farebbe ancor più male. Oh,
se mi farebbe male…
- Cosa
c’è, Mac? – Glielo chiedo. Se mi deve
avvertire di qualcosa questo è il momento. Io mi fermo e mi
tiro indietro se lui è già impegnato. Se
c’è qualcun altro. Altrimenti non
c’è spiegazione per rifiutarmi dopo questo bacio.
Lui si
separa da me con fatica da parte di entrambi, ci guardiamo negli occhi
rimanendo così vicini e dimentico la mia stessa
nudità, non provo affatto vergogna.
È
con sforzo che me lo dice:
- Ho
bisogno di tempo, di pensare, di capire… - Trattengo di
nuovo il respiro. Non è bene questo, sento che non lo
è. Ma non è nemmeno del tutto male.
Non mi
ha detto che c’è un altro, quindi è
solo la sua confusione. Insolita, certo, ma magri comprensibile, dopo
tutto.
- Va
bene. – Mormoro a mia volta con una calma che non pensavo di
possedere, poi lui facendosi coraggio si riprende e con un apparente
calma si gira uscendo di casa.
Una
volta solo muovo i passi andando davanti alla porta ed appoggio la
fronte ad essa chiudendo gli occhi.
È
faticoso.
Dio,
se lo è…
Ma non
posso rinunciare a lui, dopo ora. “