FRAMMENTI
CAPITOLO
VIII:
CHE
IRONIA
'Come
far crollare ogni aspettativa e l'immagine dei reali? Basta poco...
davvero.'
Tutto
partì da una convocazione della regina a ‘sua
altezza reale
il principe William’. Tante cerimonie fecero presupporre
facilmente
le intenzioni di quella 'simpatica' anziana signora.
Entrò
nello studio della nonna nel quale ogni mobilia valeva circa uno
stipendio intero.
Il
giovane rimase composto e attese, dopo aver educatamente salutato,
che gli parlasse; si disse mentalmente che il fatidico momento era
arrivato. Se fosse stato una persona come tanti avrebbe alzato gli
occhi e l'avrebbe prevenuta facendo cadere ogni aspettativa, ma lui
non era tipo, preferiva per rispetto lasciare che tutti si
esprimessero facendo poi capire il suo punto di vista nel migliore
dei modi possibili, indolore e diplomaticamente. Suo fratello Andrew
semplicemente non ci sarebbe andato alla convocazione.
La
donna di una certa età avanzata donò la sua
attenzione
al nipote ancora in piedi che paziente attendeva. Sorrise compiaciuta
per il gesto e l'aspetto con cui si presentava. Cresceva sempre
meglio e aveva tutto di un principe, a partire dallo sguardo per
finire con la posa del corpo e la mano che teneva il dorso
dell'altra, adagiata davanti a sé.
Un
breve inchino e poi disse con la sua voce vellutata dal linguaggio
cortese.
-
Mi ha
fatto chiamare? -
La
regina sorrise doppiamente compiaciuta, suo nipote era nobile in ogni
singola parte.
Era
pronto.
Era
arrivato il momento.
Non
aveva ancora conosciuto la ragazza, ma dall'aspetto sembrava alla sua
altezza. Non avrebbero sfigurato l'uno accanto all'altro ed essendo
del loro stesso ceto sociale era sicuramente in gamba. Non se ne
sarebbe pentita, ne era certa.
-
Caro,
è venuto il momento che tu prenda moglie. Non parliamo
subito
di nozze, ma di un semplice fidanzamento ufficiale. Certamente col
tuo consenso che avverrà, non ho dubbio, quando avrai
incontrato la nobile che ti proporrò. Penso ti
piacerà.
Si
tratta della principessa di un ducato minore al nostro, ma comunque
il titolo è quello che importa.
Non
ho
intenzione di lasciare il tuo destino a tuo padre, mi
prenderò
cura io di te e questa volta davvero... -
William
lo sapeva perfettamente, era preparato.
Accennò
ad un sorriso indecifrabile e con la solita garbatezza si
limitò
a non ferirla subito, lo trovò inutile. L'avrebbe fatta
contenta, avrebbe incontrato la ragazza e poi a modo gli avrebbe
risposto che non intendeva ancora né fidanzarsi
né
sposarsi... e poi non sarebbe stato male per lui allontanarsi da quel
mondo aristocratico pieno di serpi. Lui principe lo era nell'animo,
inconsciamente, ma non per questo voleva diventare come Andrew;
semplicemente agognava, come ogni essere umano, alla propria pace.
Eppure sapeva che per ottenerla non doveva far venire meno quella
degli altri che lo circondavano.
Il
suo
problema era che possedeva troppo rispetto.
Decisamente
troppo.
-
Qual
è il suo nome? -
-
Charlotte Chesfild. -
Non
la
conosceva. Se era stata scelta da sua nonna si immaginava una ragazza
tipica aristocratica con la puzza sotto il naso che si pavoneggiava
trattando poco gentilmente chiunque, una viziata e capricciosa. Bella
ma detestabile. Insomma... più che detestabile, indifferente
visto che non era a quel mondo per giudicare chi non conosceva.
Così
sorridendo di circostanza, si congedò lasciando una sana
illusione alla regina.
Quando
pochi giorni dopo arrivò l'ospite, la principessa Charlotte,
furono tutti in trepidante e composta attesa. Solenni come arrivasse
la vera sposa del principe. Un corteo di servitù si era
raccolto davanti all'ingresso principale del castello e la regina con
accanto i due principi, obbligatoriamente anche Andrew per
l'occasione. Questi erano vestiti e sistemati di tutto punto mentre
il figlio della regina e la sua consorte erano assenti dal momento
che non erano ancora tornati dal loro viaggio di nozze.
La
lunga auto nera arrivò accostando davanti ad essi. Ognuno
aveva in mente una classica immagine di principessa elegante e fine,
sarebbe scesa con armonia e avrebbe gentilmente ringraziato
dell'ospitalità esprimendo la sua gioia nella
possibilità
di conoscere il futuro fidanzato, un principe di un ducato
più
grande del suo, tutto questo con un inchino e un sorriso.
Ecco
che la portiera fu aperta dall'autista, la ragazza uscì
dall'auto e prima ancora di farsi vedere mise male un piede
saltellando in avanti per non cadere. In precario equilibrio, tutta
contorta, si drizzò portandosi i capelli all'indietro, erano
disordinatamente raccolti e diverse ciocche sfuggivano da
quell'acconciatura composta da un fermacapelli a molla, consisteva in
un nodo mal riuscito che grovigliava i capelli castani molto lunghi.
La
giovane si tolse gli occhiali da sole e aprì la bocca per
parlare. Tutti col fiato sospeso per quanto avvenuto fin ora.
E
parlò.
-
Ma
che viaggio di merda! -
Silenzio.
Ancora
silenzio.
Un
silenzio quasi mortale... e una risatina si levò dal
principe
minore dei due, quello dai corti capelli rossi.
La
ragazza vestita di scuro con pantaloni e camicia mezza slacciata,
stropicciata e disordinata aveva una bella bocca carnosa di natura,
sopracciglia non molto sottili ma nemmeno esageratamente folte, occhi
blu intenso e nemmeno un filo di trucco. I lineamenti erano
particolari, come definire la sua bellezza? Z+ezza? Selvatica?
In
poche parole: eleganza sotto i tacchi. La bella immagine della
fanciulla aggraziata e fine andò a finire in un posto poco
carino da nominare!
-
Sua
altezza reale la regina, il principe William e il principe Andrew. -
Una
voce li annunciò e come di rito fecero un passo avanti con
un
cenno di saluto.
La
ragazza li fissò avvicinandosi a sua volta,
squadrò
poco carinamente tutti e tre per poi con una smorfia chiara che
diceva: 'che snob', presentarsi.
"Per
lo meno se lo ricorda..."
Pensò
William sperando che a sua nonna non venisse un infarto.
-
Ciao,
sono Charlotte... -
Un
masso enorme insaccò le loro teste nel collo. Era come
sentire
chiaramente i battiti cardiaci della regina che aumentavano.
"Fa
che non le venga un infarto..."
-
Ciao... io sono Andrew, lui è William e lei è la
regina... -
Prese
in mano la situazione colui che caratterialmente sembrava
più
vicino alla... principessa.
Colui
che si stava divertendo alla grande!
William
dal canto suo non badò molto a questi dettagli, si
preoccupò
perché se la regina lasciava quel mondo proprio in quel
momento, si sarebbe dovuto occupare lui del funerale e di tenere a
bada i giornalisti, infine avrebbe dovuto dire il motivo e
lì
sarebbe stato imbarazzante, lui sarebbe andato in prima pagina e
tutti avrebbero visto lui e Charlotte come sposi!
Freddamente
tese la mano e quando se la strinsero il suo sorriso per le grandi
occasioni fece suo sfoggio illuminandogli un volto di chi in
realtà
è distante.
-
Piacere. Spero che, nonostante il viaggio, ti troverai bene qua...
anche se credo che ci sia stato un errore... -
Lei
alzò un sopracciglio. Da vicino non era male, bastava avere
immaginazione e vedersela pettinata, ordinata, vestita bene e magari
con un filo di trucco... tuttavia rimaneva lontana mille miglia
dall'immagine che si era fatto e forse, in fondo, non era totalmente
un male, l’ammise.
-
Perché un errore? -
Aveva
un tono di voce diretto e schietto, nel quale la garbatezza non era
nemmeno di casa.
"Da
chi è stata cresciuta?"
Pensò,
suo malgrado rispose con diplomazia e serenità.
-
Dubito che in questo loco sia presente colei con la quale ci eravamo
accordati... -
Spalancò
gli occhi mostrandoli più grandi di quel che sembrassero,
l'abbronzatura invidiabile era l'unica nota positiva.
Stupita
fece:
-
Perché, chi vi aspettavate? -
Ecco
un
secondo sorriso e con la cortesia più alta del globo William
rispose continuando a stringere la mano di Charlotte:
-
Una
principessa! -
Quando
capì il senso della risposta, la ‘dolce
fanciulla’
istintivamente, o forse molto di proposito, strinse il palmo
dell'altro con forza per poi agire facendo la cosa più
intenzionale di tutte: una pestata di piede.
Già,
proprio così.
La
splendida principessina, promessa sposa di William, per vendetta
pestò irata il piede al suo futuro consorte, visti tali da
tutti i presenti; questo a causa della battuta, a suo parere, di
cattivo gusto.
Quel
che si sentì dopo fu solo la risata del fratello Andrew che
si
liberò sopra tutti mentre l'autista ancora lì
vicino
coi bagagli della ragazza, corse per sorreggere la regina sentitasi
male.
Proprio
quella stessa giornata, con grande ironia della sorte dopo il pessimo
scontro forzato, la famiglia reale fece un'altra scoperta.
Un
informatore che lavorava a palazzo si preoccupò di informare
il principe William.
-
Signorino... in giro non si parla d'altro, su tutti i giornali e
nelle trasmissioni. Facendo perno sul caso di sua madre, hanno preso
di mira la neo coppia, suo padre e la consorte ora in viaggio di
nozze e ignari. Malevoci che presto avranno le inevitabili
conseguenze come abbiamo visto con sua madre grazie a foto
compromettenti.-
Un
attimo. Basta una sciocchezza, sempre, per far crollare quel poco di
serenità che con fatica ognuno pensa di riuscire a crearsi.
Tutti, anche la persona più detestabile, ne ha diritto.
Eppure
basta un nulla per far sfumare quello che per qualcuno può
essere tutto.
Che
ironia.