FRAMMENTI
CAPITOLO
IX:
GELIDO
'Prendendo
le cose nelle proprie mani si rischia di venire troppo in primo
piano. Qual è la vera pace? Lasciare che la gente parli
oppure
metterli a tacere?'
Le
voci
si espansero a macchia d'olio e nel giro di poco tempo tutti i
giornali, la televisione e le persone parlavano del principe Alberth
e della neo-principessa.
Scavando
nelle vite private cercavano di distruggere la loro immagine e la
loro vita, una costante che facevano spesso coi personaggi pubblici.
Cercare
scoop, trovare i Reali in fallo, coprirli di fango solo per fare
notizia, per invidia...
Scandali
su scandali.
Il
lavoro della gente che non si faceva mai i fatti propri.
Per
William fu come un deja-vu.
Ovunque
si voltasse si sentivano le notizie su ciò che facevano suo
padre e la sua sposa, ancora in viaggio di nozze. Come se non
esistesse altro. Tirando fuori il passato della donna distruggevano
l'immagine che era già precaria.
Quello
che rimaneva della famiglia reale si rinchiudeva nel palazzo senza
rilasciare interviste a parte Andrew che comunque se ne andava di
nascosto fregandosene della situazione. Diceva che non era mai stata
una vera famiglia e a lui non importava.
La
Regina faceva come se nulla fosse, vergognandosi di quel figlio erede
al trono, intestardendosi che non l'avrebbe ceduto ad uno come
quello.
Odio
su
odio.
Mentre
tutto questo avveniva all’esterno, delle immagini nella mente
del
principe William ripresero nuovamente a tormentarlo, come accadde
anni addietro, alla morte della madre.
Dalla
finestra della sua camera, al secondo piano, guardava i giornalisti
che si accalcavano fuori dai cancelli chiusi, sotto la pioggerella
sottile primaverile, la stessa identica scena di cinque anni prima.
Era
stato pietoso.
A
quel
tempo era ancora un ragazzino ed era rimasto shockato ad osservare
come quelle persone che avevano finto dispiacere al funerale, il
giorno dopo avevano iniziato ad indagare sulla morte scovando segreti
e cose a dir poco terribili.
Come
se
non si rendessero conto che qualcuno soffriva. Forse pareva strano
che anche personaggi pubblici soffrissero, chissà. Eppure
era
così, c'era chi riusciva a starci male e questo nessuno
riusciva a vederlo.
Quel
mondo era certamente sporco ma questo non dava il permesso di
distruggere le vite altrui.
William
aveva assistito inerme allo scempio che avevano fatto alla madre a
quel tempo quando, nemmeno onorata come si doveva, già tutti
si erano affannati a trovare la verità sulla morte. Gli
avevano detto che era stato un incidente in macchina a Parigi, il suo
viaggio era terminato male e spiegazioni dettagliate non ne avevano
date.
Nel
giro di pochissimo, però, le indagini avevano portato a
rivelare a tutti che in realtà il principe Alberth aveva
tradito la principessa, come già si sapeva, e che anche lei
aveva fatto altrettanto per ripicca. Quel viaggio l'aveva fatto
proprio col suo amante. Era stato per scappare dai classici paparazzi
che correndo a rotta di collo avevano fatto quel violento incidente.
Come
se
non bastasse erano anche girate ovunque le foto della macchina
distrutta e dei corpi dell'autista, dell'uomo in macchina con loro,
l'amante, e di Alicia.
Corpi
veramente malridotti.
Senza
alcun rispetto.
Anche
se erano personaggi pubblici e avevano fatto cose effettivamente di
cui vergognarsi, questo toglieva il diritto di ricevere il rispetto?
Era una persona morta e sapere che in fin dei conti la colpa era dei
giornalisti che avevano voluto a tutti i costi coglierli in flagrante
in chissà quale scandalo, non aveva giovato al giovane
primogenito.
Già
a quel tempo era una famiglia inesistente e nessuno aveva alzato un
dito per porre fine a quel giro vizioso di pettegolezzi e scoperte.
Era
stato mortalmente ferito.
La
chiusura e l'allontanamento del fratello, il padre che aveva reso
ufficiale il fidanzamento con quella donna senza nemmeno far
trascorrere del tempo in più, la regina che non poteva
sopportare più nessuno e ripeteva che col figlio aveva
chiuso,
non aveva nemmeno voluto ascoltare quanto i giornalisti e gli
indagatori scoprivano. Infine lui lasciato solo in una camera deserta
e spaziosa a guardare la calca della folla fuori dal loro castello, a
guardare in silenzio senza poter fare nulla, solo sapere e
sconvolgersi di quanto gli veniva detto. Foto su foto della madre
distrutta ancora col sangue sul volto sarebbero per sempre rimaste
impresse a fuoco nella sua mente come tutte quelle giornate, quelle
ore trascorse da solo ad ascoltare, osservare, prendere atto e
soffrire in silenzio nell'unico modo che conosceva.
Forgiandosi
da solo. Dando vita pian piano a quel principe che tutti conoscevano
al giorno d'oggi come il re del silenzio. Non si era mai intromesso
negli affari pubblici della famiglia reale, era rimasto al suo posto
cercando una pace che ancora non aveva avuto, cercando quel rispetto
che avevano calpestato, facendo finta di nulla. Testimone della
disfatta della sua famiglia.
Colpi
su colpi incassati e lui che sorrideva ancora e cosciente, distante,
composto, onorava la famiglia. Un grande nobile, probabilmente
l'unico vero fra tutti i parenti.
Successivamente
aveva fatto di tutto per non dissolvere anche quel poco di rapporto
che era rimasto col padre. Non aveva mai sentito nulla per la nuova
matrigna, ma l'aveva rispettata da subito, in fondo c'erano persone
peggiori di lei, al mondo, lo riconosceva…
Rimase
a lungo ad osservare quelle persone sapendo perfettamente cosa
volevano.
Strinse
i pugni e d'improvviso la sua espressione indecifrabile ed
invalicabile divenne dura, il gelo negli occhi azzurri, le labbra una
linea sottile in quel volto marmoreo dai lineamenti classici ed
eleganti.
Si
voltò scegliendo nell'armadio i vestiti da indossare.
Un
abito per le occasioni ufficiali, camicia bianca, giacca, cravatta e
pantaloni in stoffa fine e pregiata, neri.
Si
guardò distante allo specchio. I capelli erano diventati
troppo lunghi. Non erano adatti. D'ora in avanti sarebbe apparso
spesso in pubblico.
A
breve
si trovò con l'addetto che gli accorciava i capelli
sistemandogli il taglio, nascondendo le ciocche ribelli che si
allungavano attorno al viso. Un taglio corto ma non esagerato, per un
immagine classica.
Con
sguardo duro e freddo andò alla sala ricevimenti senza
nemmeno
parlare con sua nonna chiusa nella propria stanza, poi diede ordine
di far entrare i giornalisti.
La
notizia che il principe William aveva concesso udienza ai mass-media
era arrivata ovunque e nel giro di pochissimo arrivarono ad assistere
alla scena anche quelli che stavano già a palazzo,
maggiordomi
e governanti.
Si
interessò alla faccenda anche la principessa Charlotte
ospite
della famiglia reale, non si fece notare, rimase nascosta. Aveva una
pessima idea di quel ragazzo, il classico principe come tanti che
sottostava ai voleri dei genitori e dei nonni. Non si preoccupava
minimamente di fare quello che gli interessava, una marionetta come
tanti al posto suo. Lo vedeva così. Snob, superiore anche se
in realtà non lo era, odiosamente con la puzza sotto il
naso,
uno insipido. Non gli piaceva e si sarebbe opposta al fidanzamento
con uno così. Tanto bello quanto caratterialmente sbagliato.
Si diceva che il proprio fratello maggiore aveva rivoluzionato il
ruolo del principe moderno e non avrebbe sicuramente sposato uno
così
diverso da lui. Ribelle non sottostava ai voleri di nessuno, andava e
veniva da palazzo come gli pareva e non rispondeva mai dei suoi
doveri, ma aveva un gran carisma, faceva parlare di sé
nell'esatto modo in cui lui voleva e sapeva rigirarsi chiunque
volesse. All'occorrenza adempiva ai suoi compiti. Suo fratello era un
vero principe, non quel damerino sputasentenze.
Era
curiosa di vedere di cosa fosse capace.
Aveva
un look ancora diverso dal solito, appena arrivata volta l'aveva
certamente visto in versione formale, ma non era comunque
paragonabile a quella attuale.
I
capelli corti, un abito costosissimo da cerimonia ufficiale e lui
posto dietro a quel tavolone pieno di microfoni, flash, telecamere,
fotografie e giornalisti.
Aveva
un espressione mai vista in nessuna persona, fino a quel momento.
Seria,
diplomatica, tagliente.
Parlò
conciso e gelido, come se non fosse il gentile principe che tutti
conoscevano.
Era
arrabbiato.
Si
poteva definire così quello stato in cui era.
Era
arrivato al limite e non ci stava più. Non avrebbe mai
più
osservato passivo certe cose e se questo comportava la fine della sua
pace, quindi venire allo scoperto e cominciare a fare la vera vita
pubblica che spettava ad un principe, ebbene così sarebbe
stato ma prima doveva sistemare tutta quella gente.
Avrebbe
difeso il padre pur non provando quell'affetto che provava invece per
la madre defunta.
Era
una
famiglia svanita, non c'era nulla che li legava, ormai. Però
a
lui dava fastidio quell'accanimento, quella curiosità
morbosa,
quel ricordare la principessa morta in quel modo.
-
Io di
preciso non posso capire questo accanimento, ma dietro al viaggio di
mio padre e della sua nuova sposa non ci deve stare assolutamente
nulla.
Se
ha
deciso di sposarsi non ci deve essere visto nulla di che. Io non sono
qui per condividere o criticare e se non lo faccio io non vedo come a
voi potrebbe interessare. Si arriva ad un età matura
immaginando di poter fare quel che meglio si crede e si desidera
senza dover rendere conto a nessuno e preoccuparsi di quello che
potrebbe scatenare. Cosa ci potrebbe essere di male nel provare ad
essere felici?
Volete
sapere chi era in realtà Emily? Cosa vuole da mio padre?
Quando hanno iniziato a frequentarsi? Cosa stanno facendo ora? Gli
indegni comportamenti di un futuro re e di una futura regina? Ed io
vi domando il perché.
Tuttavia
penso che siamo adulti per capire che ciò che la gente fa
non
è affar di nessun altro che essi stessi e che questa
curiosità
morbosa non ha motivo di procedere oltre. Sarebbe inutile.
Un
uomo
e una donna si amano, non importa da quanto, questo deve bastare. Chi
siano cambia poco. Sono adulti per fare quel che desiderano senza che
venga toccata la defunta principessa Alicia, mia madre e prima moglie
del principe Alberth.
Io
esigo che non si tirino fuori nuovamente quelle foto, l'argomento che
tutti conosciamo e che si facciano paragoni. Mia madre non deve
essere toccata, non c'entra con questa loro storia, che sia d'amore o
di interessi. Io non voglio sapere nulla. Voglio solo un po' di
dignità e rispetto per chi non c'è più
ed ha
diritto di riposare in pace senza che si continui a parlare di lei.
Mio
padre non ha bisogno di essere coperto di chiacchiere da nessuno. Ha
agito nel proprio interesse come chiunque e ritengo ridicolo che
debba rendere conto a qualcuno. Spero che non si faccia un caso
nazionale sulla lunghezza del viaggio di nozze, sul periodo di
fidanzamento, sulla morte di qualcuno. Spero di essere stato chiaro e
incisivo. Mi scuso per la lunghezza del discorso, ma credo che questo
possa bastare.-
Rispose
ad altre domande molto brevemente lasciando tutti di stucco per
questa gelida ma lunga dichiarazione. Diplomaticamente infuriato li
aveva liquidati rimanendo sempre in sé, mostrando il vero
William, colui che aveva difeso i genitori e messo a tacere voci.
Le
notizie si spansero a macchia d'olio e le reazioni generali furono
immediate.
Il
risultato fu che tutta la questione sollevata dai giornalisti sulla
coppia in viaggio di nozze fu messa a tacere, la defunta principessa
Alicia fu lasciata in pace e tutto tornò come sempre sotto
l'aspetto pubblico.
Ammirato
e stimato da tutti, sia servitori che vivevano a palazzo che gente
comune del regno, il principe William divenne noto e amato come un
vero principe sarebbe da amare. Un principe degno di quel nome.
I
primi
passi verso il ruolo che gli spettava, quella nobiltà
d'animo
propria sua, li aveva mossi.
C'era
anche chi aveva avuto un immagine pessima della sua persona prima di
quel momento e che dopo quell'evento di cui giornali e televisioni
parlarono a lungo, del principe William come persona in gamba che
difese il padre, molti cambiarono opinione in positivo.
Charlotte
fu fra questi segretamente, senza smentirsi prese a guardarlo con
altri occhi. Non lo ammise del tutto, si disse solo che forse non era
del tutto esatta l'impressione che all'inizio aveva avuto su quel
ragazzo.
Si
sarebbe riservata il giudizio per quando l'avrebbe conosciuto meglio.
Il
fratello Andrew non era stato presente al momento fatidico, tuttavia
la notizia volò e vide come tutti ora adoravano quel giovane
principe che si rivelava sempre più migliore del padre e che
cominciava a partecipare alla vita di società facendo ottime
impressioni.
Il
rosso fratello minore semplicemente non pensò nulla. Si
limitò
a prendere atto della cosa e a rimanere il più possibile
lontano dal palazzo sentendosi fuori posto e terribilmente inferiore
a quell'essere perfetto che aveva il suo stesso sangue!
Non
ne
parlò mai, non si complimentò. Come se ad Andrew
non
importasse nulla che la defunta madre e la famiglia rimanente
disastrata, potessero venir coperti ancora di fango.
Come
se
a lui nulla lo toccasse.
La
regina dal canto suo comunicò ufficialmente il suo volere
che
il principe William diventasse re prima del figlio ed erede Alberth,
buono a nulla a sua detta.
Pochissimo
tempo dopo al palazzo si presentarono un ragazzo ed una ragazza,
invitati dalla madre Emily, la nuova principessa e sposa di Alberth.
Un
ragazzo di 18 anni, semplice, nulla di appariscente od eclatante.
Anonimo.
La
ragazza somigliava molto a lui, aveva 17 anni.
Lui
si
chiamava Nikolaj e lei Clarissa.
Erano
fratello e sorella arrivati per accogliere la madre dal viaggio di
nozze, quel giorno gli sposi sarebbero finalmente tornati dopo aver
rinviato la data di molte giornate.
Clarissa
aveva un aria trasognata quando si trovava al cospetto del principe
William. Si capiva subito il sentimento che provava per lui e a lui
dava un fastidio immenso, fastidio accentuato dal fatto che da ora
avrebbero vissuto tutti insieme come una grande famiglia... falsa e
ipocrita.
Con
amarezza nascose questo sentimento e sperò solo che potesse
essere lasciato in pace almeno da questi due nuovi membri della
famiglia.
Subito
dopo il loro arrivo, dopo le consuete cerimonie di dovere, il biondo
con stanchezza si ritirò nella propria stanza uscendo solo
per
i soliti impegni giornalieri, senza dire mezza parola.
Andrew
per quell'occasione invece non era nemmeno stato presente.
Charlotte
a sua volta si trovò a squadrare molto male e con una certa
insistenza, i nuovi arrivati. Era chiaro cosa pensasse di loro: peste
e corna.
Dal
suo
punto di vista era molto meglio rimanere affascinata da qualcuno in
un secondo momento come alla fine era successo con William, piuttosto
che convivere con gente sicuramente ed irrimediabilmente
insopportabile.
Essere
antipatici alla graziosa ragazza nobile era veramente terribile.