AMBIENTAZIONE:
prima serie, prima della puntata 1x10 e quindi della mia fanfic Convivenza.
FUORI CONTROLLO
CAPIROLO I:
LA NASCITA DEI
DESIDERI
/ I like the way you move -
Bodyrockers /
“Il fatto che senta bussare alla mia porta
è un caso, poiché normalmente sono nel
seminterrato e non sento ciò che avviene di sopra, o meglio
non sento mai quando bussano. Però ora sono salito a
recuperare alcune cose così devio con un vago gesto di
impazienza. Quando apro la porta mi rendo conto che piove decisamente
forte.
Questo è il solo pensiero coerente che
ho, poi semplicemente inghiotto a vuoto sentendomi incredibilmente
stupido.
- Ehm… capo… sono qui per
chiederti ospitalità, il mio appartamento è
infestato da dei fastidiosi esserini minuscoli che vogliono
impadronirsi del mio appartamento. Me ne sono reso pienamente conto
solo stasera e sono scappato di corsa, domani dovrò chiamare
la disinfestazione e sperare che non ci mettano
un’eternità. Insomma… mi ospiteresti
finché non risolvo il piccolo problemino a casa mia?
– Ecco qua.
Zak!
Una bella patata bollente tra capo e collo!
I miei occhi percorrono interamente e lentamente il
corpo fradicio di Tony che, appoggiato con la spalla allo stipite della
porta, si strizza la maglietta a maniche corte facendo scendere tutta
la pioggia che si è beccato prima di arrivare al mio
portico. Non voglio sapere come abbia fatto a bagnarsi così
tanto solo nel tragitto che va dalla macchina a qua e non glielo
chiedo, ma quello che vorrei sapere è perché sta
così bene tutto inzuppato. I vestiti estivi gli si attaccano
al corpo come una seconda pelle e i capelli fradici gli stanno
spettinati finendogli sulla fronte e sul viso. Sta dannatamente bene.
Le goccioline che lo percorrono svelte, poi, sono uno spettacolo.
Sospiro insofferente. Perché a me?
Già che mi metto a notare questi
particolari significa che la situazione non è normale.
Dovrei ospitarlo in casa mia con queste premesse?
- Quanto, Tony? – Chiedo incisivo senza
lasciar trapelare assolutamente nulla di quel che mi prende.
Lui mi guarda con aria speranzosa, forse non
credeva che avrei preso in considerazione la cosa…
- Eh, non lo so, non penso molto. Credo. Spero.
Mah… chi può dirlo. Boh… -
- Questa risposta non mi spinge a prenderti in
casa, sai? – Dico onestamente, lui sembra rimanerci male
mantenendo un espressione apparentemente innocente, poi risponde:
- Perché mai? Se fossi un cagnolino
inzuppato e sperduto sono certo che non esiteresti… fa finta
che lo sia davvero! – Alzo istintivamente un sopracciglio
scettico. E questa uscita da dove viene? Però assomiglia ad
un beagle…
Un tuono ci riporta all’ordine proprio
quando cerco di immaginarlo nei panni di un cagnolino sperduto, quindi
mi vedo costretto per lo meno a farlo entrare.
Del resto a quest’ora dove potrebbe
andare, ridotto così?
Intanto per questa notte lo terrò qua,
poi domani ci penserò.
Mi faccio da parte stringendo poco convinto le
labbra, lui si illumina sorridendo radioso. Bè, come inizio
di ricompensa non è male, lo ammetto.
Entra e si toglie subito le scarpe infangate, le
lascia all’ingresso quindi si toglie anche i calzini e a
piedi nudi si addentra in casa mia che già conosce
poiché è già stato ospitato qua quando
ci siamo conosciuti.
Sospiro di nuovo. Quella volta non è
stata molto positiva… la prima notte mi ha allagato il bagno
e l’ultima mi ha quasi incendiato casa… dopo di
ché l’ho cacciato in un nuovo appartamento prima
che mi distruggesse tutto.
Spero che non mi provochi un corto circuito, questa
volta.
Sarebbe seccante.
- Senti, non è che mi presteresti
qualcosa per la notte? Sai, anche i miei vestiti erano zeppi di quelle
bestiacce. Ho mollato tutte e me la sono filata in fretta e furia!
– Non fa in tempo a terminare la sua richiesta fonte di
seccatura per me, che un altro lampo seguito da un tuono potente e
vicino, fa saltare la luce.
Ecco fatto.
Nemmeno finito di dire!
È arrivato lui e salta la corrente!
Un suono mi esce dalla gola, credo sia simile ad un
ringhio. Non gli rispondo e muovo dei passi per andare a prendere una
torcia e delle candele in attesa di tornare alla normalità,
ovviamente non potevo non andargli addosso. Se fosse rimasto fermo non
l’avrei preso ma non poteva non muovere nemmeno un passo.
Ci ritroviamo faccia a faccia e sento il suo corpo
bagnato che a sua volta mi bagna, il suo respiro tiepido addosso e per
un istante trattengo il mio. Non dirmi che quelle che ho a due
centimetri dalle mie labbra sono proprio le sue.
- Capo, questo sono io… ehm…
ti sto intralciando? – Parla. Ha anche il coraggio di parlare
e lo fa come niente fosse. Bè, come niente fosse forse no,
sembra un attimo teso. Teme la mia reazione e fa bene.
Parlando mi ha dato conferma di quanto sia vicina
la sua bocca alla mia ma non mi muovo, non sarebbe da me. Quanto ci
metterà a capire che deve spostarsi e lasciarmi passare?
Aspetto sempre che i miei sottoposti comprendano da
soli cosa devono fare senza farmi perdere tempo a spiegarglielo, ma il
più delle volte mi innervosiscono e basta!
- Pensi di rimanere lì per il resto
della notte? – Ecco quindi che mi ritrovo a ribattere con
voce bassa e secca. Anche lui, ora, capisce quanto siamo vicini, che
per un soffio rischiamo addirittura di baciarci.
Rischiamo… che gran rischio!
A questo pensiero veloce, un lampo ci illumina
mostrando le nostre posizioni l’una davanti
all’altra, siamo veramente vicinissimi, ci sentiamo
concretamente.
- No, se vuoi posso anche spostarmi. – Il
buio ci riavvolge in fretta, quindi il fragore copre la mia voce, ecco
perché torna a chiedermi: - Come? – Io proprio
avrò bisogno di molta ma molta pazienza. Una pazienza
immensa!
- LEVATI! – Sbotto affibbiandogli un
sonoro scappellotto sulla nuca bagnata.
- Si capo! – Risponde svelto saltando di
lato, figurarsi se poteva non combinare danni anche ora…
è ovvio che urta un mobile e che cada come un
salame… come è anche ovvio che cercando di non
andare giù si aggrappi alla prima cosa che trova e che nel
caso specifico si tratti proprio di me!
Cerco di rimanere ben saldo in piedi ma non
è proprio un peso piuma e finisco per chinarmi anche io,
vorrei evitare di rompermi la schiena cercando di reggerlo inutilmente.
Quindi il mobile ostruisce anche me come ha ostruito lui ed in un
istante in cui non si capisce molto che accade, ci ritroviamo a terra
l’uno sopra l’altro.
Luce.
Voglio la luce.
E subito.
La voglio perché quello che sto
abbracciando non può essere il suo corpo e soprattutto
quello su cui le mie labbra sono premute, non può essere il
suo collo ancora pieno d’acqua.
Istintivamente l’assaggio trovandomi a
sentire il suo sapore dentro la mia bocca, sa di fresco.
Insieme a dei brividi non da poco sento le sue mani
scivolarmi sulla schiena cercando di capire in che posizione assurda ci
troviamo e mentre ha anche il coraggio di parlare, io cerco di
rimettermi in piedi e staccarmi da lui.
Questo è decisamente troppo, appena
torna la luce lo butto fuori di casa!
- Questo… è colpa mia?
– Chiede quindi con voce tremolante, ben consapevole
dell’ira che sta per abbattersi su di lui.
- No, cosa dici? È il mobile che era
lì dove non doveva! – Rispondo quindi sarcastico
ed acido. Mi separo dal suo collo e a fatica riesco a staccarmi anche
dal suo corpo, quindi mi rimetto in piedi lasciandolo a terra. A
malincuore, lo ammetto. In fondo non mi dispiaceva poi molto stare in
quel modo.
Strano, vero?
- Non muoverti! – Ordino quindi prima che
me ne combini un'altra delle sue!
Lui veramente non si muove e forse nemmeno fiata,
onestamente non so cosa fa ma io sospiro fra me e me, sono riuscito a
separarmi senza fare cose anormali di cui magari mi sarei pentito.
Torno in fretta con la pila e alcune candele che
sistemo in vari punti della stanza, creano un atmosfera molto fusca ed
intima, non sono da me ma ammeté¿ che sono
comode, ora si vede abbastanza bene anche se rimangono alcuni punti
bui, naturalmente.
La luce fioca, quindi, illumina Tony che
è ancora a terra a gambe piegate e larghe che aspetta il
permesso per muoversi. Sembra più che mai un cagnolino
bagnato, in questo momento.
È invitante.
Accenno ad un sorriso anche se, in questo momento,
è più fame quella che ho.
Non fame di cibo.
Lo passo ai raggi X per una seconda volta, quel
look gli dona; dopo di ché gli ordino di alzarsi, cosa che
fa prontamente.
- Ottima idea le candele, è saltato
l’interruttore generale? –
- No, è un black out di zona,
ripristineranno tutto a temporale finito. –
- Bene… io allora mi prenderei una
candela e andrei a farmi una doccia come si deve, se non ti dispiace.
– Comincia con la sua solita spigliatezza e faccia tosa.
- Mmm. – Mugugno togliendo
l’attenzione da lui per evitare certi istinti che cercano di
nascere di già. Se lo guardo un minuto di più in
queste condizioni, non so cosa possa succedere e lo capisco molto bene.
- Allora io prendo questa e vado! Grazie mille,
capo, per ospitarmi. Sono in debito ma ti ripagherò, giuro!
Chiedimi tutto quel che vuoi! – Poi non aspetta una mia
risposta pensando che non arrivi e parte con una candela in mano verso
il piano di sopra.
Che razza di situazione…
Tutto quello che voglio, eh?
È pericoloso dirmi così ma
lui ancora non mi conosce abbastanza!
Una specie di sorrisino affiora sulle mie labbra,
è un sorrisino poco casto e poco puro.
Forse questa convivenza sarà
più interessante del previsto, dopo tutto. “
“E’ piacevole.
Non capisco bene cosa di preciso lo sia, ma sento
chiaramente che questa situazione in generale mi ispira, mi
stuzzica… è piacevole, insomma.
Non mi fermo mai a pensare troppo, se
c’è qualcosa che mi gusta non mi faccio grossi
problemi ad analizzarla, me la prendo e basta, mi ci butto a capofitto
senza ragionarci su. Sono fatto così.
È per questo mio modo di fare che
finisco non poche volte nei guai ma Gibbs me ne tira sempre fuori in
fretta.
Mi stringo nelle spalle chiudendo il rubinetto
della doccia, l’acqua smette di scendere sul mio corpo che
emette vapori per il calore, apro lo sportello e sentendo le goccioline
che corrono sul mio corpo infrangendosi sulle piastrelle del pavimento
creando piccole pozzanghere, esco dal box avvolgendomi un asciugamano
bianco alla vita.
In fondo sono con Gibbs, qualunque cosa sia che mi
provoca questa inspiegabile euforia, va bene. Passerò un
nuovo periodo con lui in casa sua, un'altra convivenza inaspettata con
l’uomo che ammiro, stimo e rispetto di più. Quando
sto con lui mi sento sempre inspiegabilmente felice!
Tutto quel che so è che un giorno voglio
diventare come lui, quindi più riesco a stargli vicino e
più sono contento, immagino sia questo, ma forse non solo...
Sarà comunque un ottima occasione.
Si, certo, per cosa di preciso?
Lascio perdere questa risposta, in fondo non sono
uno che ragiona molto prima di agire, non sarebbe da me mettermi a
farlo così improvvisamente. Mi sembrano perdite di tempo,
sono un uomo d’azione, io. Lo dico sempre.
Do' il meglio di me sul campo!
Mi guardo intorno cercando in questo bagno
illuminato dalla luce fioca della candela, dei vestiti che posso
indossare e mi rendo conto di non essermeli fatto dare da Gibbs.
Del resto lui mi mette fretta, è ovvio
che io perdo per strada qualcosa!
Sospiro.
Pazienza, vorrà dire che
andrò a chiederglieli ora.
Prendo di nuovo la candela in mano, la pioggia
scende ancora forte e non hanno ripristinato la luce. Probabilmente
ormai la rimetteranno domani.
Non mi dispiace quest’atmosfera
suggestiva, ricorda i film dell’orrore più belli
che ho visto.
È giusto che nelle scene clou ci sia la
pioggia ed un bel temporale che fa saltare la luce…
altrimenti che scena principale sarebbe?
Immaginando di essere in uno di quei film, mi
addentro fra i corridoi scendendo poi le scale. Dove sarà
ora, l'attore principale di questa pellicola?
Senza luce sarà lo stesso sotto a
lavorare alla sua barca?
Non credo proprio.
Spero che mi abbia aspettato, prima di andare a
dormire, mica mi avrà piantato in asso. Sono suo ospite, in
fondo, anche se so muovermi tranquillamente da solo a casa sua.
Bè, le mie domande hanno fine quando lo
sento trafficare in cucina fra i cassetti. Sta cercando qualcosa e mi
dà la schiena.
Ecco il protagonista... no, un momento, l'eroe sono
io quindi lui dovrebbe essere l'antagonista... mi sa di assassino, in
effetti. Devo stare attento?
Quando mi sente entrare sorridendo da solo per le
mie trovate mentali, si volta senza permettermi di emettere alcun
suono. Si gira subito e mi guarda diretto e penetrante come suo solito.
Solo che questa volta i suoi occhi chiari
illuminati pigramente dalle candele, si dimostrano mutare
istantaneamente mentre mi fissa con estrema attenzione scendendo
lentamente, quasi languido, sul mio collo, sulle mie spalle, sul mio
petto, sul mio addome ed infine sui miei fianchi e sul mio bacino. Non
è solo insistente e pignolo, come sguardo, è
proprio decisamente magnetico e preso. Preso da quel che sta osservando
con tanta dovizia.
Il mio corpo.
Sono io che gli creo quella espressione
indecifrabile ma indubbiamente compiaciuta?
Sembra che abbia fame e che stia guardando un cibo
prelibato che sta per gustarsi.
Sarei io quel cibo?
L’idea di essere il desiderio di Gibbs,
improvvisamente non mi imbarazza né mi crea problemi o
confusione. Non mi fa nemmeno schifo, assolutamente.
Ho sempre pensato che ogni suo desiderio fosse un
ordine, infatti lo paragonavo ai re delle fiabe che si sentivano sempre
dire questa frase dai loro sudditi. Se non lo si accontenta fa fuoco e
fiamme e diventa intrattabile.
Se ora volesse me dovrei fare per forza quello che
ho sempre fatto quando mi fa capire di volere qualcosa. Lo accontento
come posso ed anche in fretta.
La cosa che mi lascia perplesso è che
ogni volta che lo faccio e lo vedo anche solo lontanamente soddisfatto
del mio operato, io sono contento e compiaciuto.
Credo che anche ora non sia giusto non
accontentarlo.
In fondo sembra proprio che apprezzi la visione.
Eccome se apprezza.
Da come mi guarda l’asciugamano stretto
in vita ed il mio corpo ancora bagnato della doccia, direi che sta
seriamente pensando a come divorarmi.
Stiamo così in silenzio a fissarci per
un po’. Abbiamo entrambi delle espressioni strane che non
sapremmo definire, probabilmente, ma credo che sia complice un
po’ tutto l’insieme, la pioggia, i tuoni, il buio,
le candele…
Non sento nemmeno un problema e non credo che ne
sentirò neanche quando esaudirò i suoi desideri.
Questo suo lato nuovo non lo conoscevo…
credo che sia una specie di… bè, non saprei
nemmeno come definirlo. Credo che gli piaccia tutto ciò che
riguarda la sfera sessuale, ecco. Mettiamola così.
Mi avvicino lentamente a lui fino ad arrivargli
davanti, improvvisamente non penso davvero più facendo solo
quello che mi riesce meglio.
Agisco e basta.
Mi piace come mi sta guardando.
Mi piace da matti.
Ora che gli sono più vicino mi sembra di
andare a fuoco coi suoi occhi addosso a me in questo modo insistente,
intenso e quasi famelico, in un certo senso.
Ho accelerazioni corporee e penso di essere io
quello che ha più voglia, ora.
I miei battiti mi faranno impazzire.
- Ho dimenticato di prendere i vestiti per la
notte. – Però mi sembra come se gli ho appena
fatto una proposta indecente.
A questo punto ha un guizzo impercettibile che non
sono sicuro di cogliere del tutto vista la scarsa luce, sembra anche
che incurvi leggermente gli angoli della bocca
all’insù, in una posa alquanto maliziosa e
compiaciuta.
Mi sembra quasi che i battiti siano finiti in gola.
Mi sento un adolescente alla sua prima cotta.
Dannazione.
Sta in silenzio senza rispondere per un
po’, poi semplicemente senza dire nulla o cambiare
espressione si muove passandomi davanti e superandomi, mi sfiora col
suo corpo e rabbrividisco all’istante mentre stralunato mi
rendo conto che sta andando a prendere il cambio per me. Non ha fatto
nulla.
Perché?
Porca miseria…
Lo seguo in fretta rendendomi conto che invece
avrei voluto che mi toccasse davvero e facesse qualcosa. Qualunque cosa
sarebbe andata bene.
Mi mordo il labbro per cercare di tornare in me e
non finire lungo disteso per terra, quindi mi fermo sulla soglia della
sua camera, non oso entrare. Lo guardo prendere dei vestiti per me e
cerco di immaginarmelo nei miei panni, ovvero appena uscito dalla
doccia con indosso solo un asciugamano… oh, io al suo posto
non mi sarei controllato così bene.
Impallidisco rendendomi conto di quanto poco casti
sono i miei pensieri.
Da quanto tempo covavo una cosa simile, se ora
è uscita così prepotente, chiara e limpida?
Non è un’ammissione del
momento, non sta nascendo ora. Credo che sia una cosa iniziata da
molto. Probabilmente dal nostro primo incontro.
Però ora, in questo momento, se avessi
via libera farei tutto, troppo e oltre.
Non penso che avrei dei freni, in nessun caso, a
nessun livello.
Quello che provo ora stando fermo davanti alla
porta della sua camera da letto in penombra, ed io mezzo nudo,
è indescrivibile.
Vorrei finirci con lui sopra, su quel letto.
Inghiotto a vuoto, specie quando mi viene davanti
porgendomi gli indumenti leggeri. Fa così caldo…
nonostante la pioggia siamo pur sempre in estate, no?
Si, ma quale estate… qua fa caldo per
ben altri motivi.
Avrà sentito i miei pensieri?
Perché continua a fissarmi in questo
modo?
Sembra voglia divorarmi ancora, allora
perché non lo fa?
Sono qua, avanti.
Prendo quel che mi porge mettendo le mie mani sulle
sue di proposito, esito un istante mentre assorbo il calore delle sue
mani e sento dentro questo contatto.
Ho ancora più caldo.
Basta poco.
Basta davvero pochissimo per perdere il controllo.
Lo volevo così tanto?
È vero che non ci si accorge di
ciò che si vuole finché non lo si ha in mano?
Però credo che un barlume di coscienza
lo mantenga ancora, quindi lascia che ci separiamo lentamente e a
malincuore, poi lo ringrazio con un sussurro.
- Grazie… - Semplicemente questo. Senza
la forza e la lucidità di dire altro.
Infine attende che me ne vada, sa che conosco quale
sarà la mia camera per queste notti anche se ho una
sensazione. Che il più del mio tempo lo passerò
qua dentro.
A questo flash mi decido a girarmi e ad andare
nella camera degli ospiti che so è già pronta per
me.
Film horror, eh? Questo mi sembra decisamente un
film erotico... con molte potenzialità di trasformarsi in un
film decisamente più spinto!
Appena mi chiudo la porta alle spalle dopo essermi
sforzato di non essere tornato indietro, sentendo anche il suo sguardo
di nuovo sul mio fondoschiena, mi appoggio sul legno sospirando, la
nuca all’indietro.
È stata troppo dura, ora, non saltargli
addosso e accontentare gli istinti che chiedevano di essere
accontentati.
Non so se stia giocando con me o cerchi solo di
trattenersi o cosa… non so proprio per nulla cosa pensi e
cosa voglia, cosa cerchi di fare… non lo capisco e basta.
Però so bene una cosa.
Che non me ne andrò più qua
dentro così insoddisfatto e pieno di desiderio.
Faccio scivolare la mano sotto
l’asciugamano che cade ai miei piedi lasciandomi nudo, sono
ancora un po’ umido per la doccia.
Le dita iniziano sulle mie parti intime un lavoro
di cui mi dovrò accontentare per stanotte.
Solo questo.
Solo questo o impazzisco.
Però da domani non sarà
più così.
Oh, se non sarà
così…
Vedrà come riesco ad essere convincente.
Vuole giocare?
Allora giochiamo.
A modo nostro. “