CAPITOLO II:
LIMITI

/Never leave you - Lumidee/
Finalmente la notte è passata, sembrava non dovesse più finire!
Con la consapevolezza che nella camera accanto alla mia dormiva lui mezzo nudo, perché lui in estate dorme mezzo nudo, non è stato facile addormentarsi e far passare la notte. A me piace la notte, posso estirpare dalla mia testa tutti i pensieri e le preoccupazioni, non lavoro, non faccio nulla, mi rilasso e basta.
Ora però mi sembra di essere stato torturato a tempo pieno, fino alle prime luci dell’alba e alla cessazione del temporale.
Bè, ad ogni modo ce l’ho fatta, è giorno e andando a lavoro tutto tornerà alla normalità, senza tormenti vari di mezzo!
Già lavato e cambiato scendo le scale evitando con cura di guardare verso la sua camera ancora silenziosa. Mi sembra difficile che si sia svegliato prima di me ma che si arrangi, non sono il suo baby sitter. Se vuole venire a lavoro con me deve muovere il culo altrimenti fa da solo.
Arrivando in cucina comincio a prepararmi la colazione.
Il primo caffè della giornata e qualcosa da ingurgitare per affrontare le lunghe ore lavorative, il secondo me lo faccio quando arrivo là, come sempre.
Ebbene è proprio mentre mi concentro su quel che faccio escludendo con maestria quello che è accaduto ieri sera, o che non è accaduto, che una voce allegra arriva dal corridoio.
Tony sta cantando e sta arrivando qua da me.
Però, non pensavo avesse un risveglio così buono… l’altra volta che è venuto a stare qua, quando l’ho conosciuto, era in un periodo un po’ brutto e quindi magari doveva ancora ristabilizzare il suo reale carattere, ora credo non abbia problemi alcuni.
Non so se compiacermene o no, comunque lo sento entrare e mi saluta vivace continuando a canticchiare. Non sono un vero asso in questo ma mi pare che sia la sigla di qualche vecchia serie televisiva conosciuta, anche se ammetto di non saper metterla a fuoco. Io non mi giro subito e continuo a fare come se non ci fosse, quindi non si arrende e mi parla ancora con lo stesso tono felice:
- Dormito bene? – Normalmente a lavoro non mi fa certe domande ma c’è anche da dire che ora non siamo a lavoro…
- Mmm. – Mugugno senza dare una chiara risposta, mi verso il caffè nella tazza pensando che a lui ci penserà da sé, però la sua presenza alle spalle mi arriva svelta ed improvvisa. Mi irrigidisco e prima che possa agire in alcun modo e spostarmi, vedo la sua mano infilarsi fra il mio fianco ed il mio braccio, quindi afferra la brocca del caffè caldo appena fatto che ho appena messo giù e la porta verso di sé. È un momento brevissimo, lo ammetto, ma non mi impedisce di sentire il suo corpo sfiorare il mio ed il suo fiato per un istante sul mio collo. Il brivido mi ha attraversato istintivamente, quindi girandomi senza pensarci per vederlo in faccia e capire cosa gli fosse passato per la testa bacata, vedo il suo abbigliamento nella sua interezza e mi fermo impietrito proprio come ieri sera, quando ho aperto la porta e lui era là davanti a me bagnato come un cagnolino orfano.
Questo forse potevo aspettarmelo ma non credevo arrivasse davvero a tanto.
Perché diavolo è in mutande?
Ok che è estate e che fa caldo, tutto quello che vuoi, ma stiamo per andare a lavoro, non abbiamo tutto il tempo che vuole.
Si, bella scusa che mi do… e perché mai non dovrebbe presentarsi praticamente nudo davanti a me vedendo come ieri sera l’ho guardato soddisfatto?
Fino ad un istante fa non ero sicuro delle sue intenzioni ma ora sì e non ho dubbi.
Mi sblocco in fretta assorbendo con insistenza e compiacimento ogni centimetro di pelle che mi porge generosamente davanti ai miei occhi. Mi sento avido e forse non mi soddisferò mai abbastanza se non lo toccherò nemmeno una volta.
La sensazione delle volte in cui l’ho fatto casualmente ieri sera, mi torna addosso come un treno in corsa che mi investe.
Lo osservo versarsi il caffè rimasto in una tazza che si è preso da solo, quindi mettendoci un sacco di zucchero comincia a sorseggiarlo appoggiandosi soprappensiero al tavolo, a pochi metri da me.
Non ha il minimo imbarazzo a girovagare in queste condizioni e non pensa di dovermi nemmeno uno straccio di spiegazione.
Ok che non è una brutta visione e che in fondo, anzi, proprio chiaramente, gradisco lo spettacolo, però non mi sembra molto normale in generale.
Eppure non riesco proprio a togliermi questo sorrisino malizioso e compiaciuto dalla faccia. È appena accennato ma si vede che c’è, me lo sento.
Come mi sento il mio stato d’animo.
Tony accende certi miei desideri che non immaginavo di poter provare per un uomo, però è così e non ci posso fare niente.
Davanti a certi istinti le cose funzionano in questo modo.
Non si decide per chi provare attrazione. Non si sceglie chi desiderare.
In un certo senso si viene scelti.
Finisco così di bere il mio caffè amaro e con gli occhi nei suoi che non ha staccato un istante dai miei, sfacciato e cristallino nelle sue intenzioni, appoggio la tazza e senza pensarci su ulteriormente mi avvicino a lui andandogli davanti; ci separano pochi centimetri e lui non si scosta dal tavolo a cui rimane appoggiato con una mano mentre l’altra regge la tazza accostata alla bocca schiusa. I suoi occhi alludono a mille cose che gli piacerebbe io gli facessi e non mi serve nessun potere per capirlo, il mio istinto basta. La sensazione che mi trasmette con questi sguardi che sembrano tanto i miei in certi momenti, momenti come questi, non lascia spazio a dubbi.
Dubbi che non ho mai.
Capisco subito ciò che voglio, che vogliono gli altri, che hanno fatto e che faranno.
È una qualità su cui so di poter sempre contare ed ora questo suo atteggiamento libertino e sicuro di sé mi dice una sola cosa.
Non lo tocco, so che se lo facessi poi finirei per passare qua la mia giornata lavorativa e non è il caso.
Però dico solo una cosa con voce bassa e penetrante, roca addirittura per il desiderio che da ieri sera si è radicato in me senza abbandonarmi.
Non mi sono ancora soddisfatto e penso che finché non lo farò starò sempre peggio.
Ma vorrei che lui capisse fino in fondo in cosa si sta cacciando.
Lui è solo incosciente ed egocentrico, non comprende mai subito in cosa si sta ficcando, solo dopo quando è già nei guai.
Ora è il caso che lo avverta.
- Attento, stai facendo un gioco pericoloso. – Dico solo questo, qualcosa che intende esattamente tutto quello che deve intendere, che non lascia dubbi e che non maschera nulla.
Non sono nato per nascondermi dietro a stupide perdite di tempo.
Non mi vergogno mai di quel che provo, vado sempre dritto per la mia strada senza compromessi.
Però voglio che lui sia cosciente fino in fondo prima di finire in un punto di non ritorno.
Lo voglio, lo desidero come forse non mi succedeva da anni di desiderare qualcuno.
E lui mi sta provocando, sta giocando con me.
Ma è consapevole davvero delle conseguenze delle sue azioni?
È pronto a giocare fino in fondo?
Non lo lascio rispondere, noto che non cambia espressione e che non smette di fissarmi negli occhi, quindi deciso e sicuro me ne vado lasciandolo prepararsi da solo.
Ha tempo di rifletterci fino a stasera, a seconda di come si comporterà questa volta capirò che cosa ha deciso ed io agirò di conseguenza.
Salendo in macchina le mie labbra ed i miei occhi hanno un ulteriore guizzo di divertimento ed eccitazione contenuta.
Non vedo l’ora che arrivi stasera. “

Non mi ci è voluto davvero tutto il giorno per pensarci, anzi, diciamo pure che non ho proprio avuto bisogno di pensarci affatto visto che sapevo già perfettamente la risposta a quella usa uscita.
Sono pronto a giocare, caro mio.
E più il gioco è pericoloso più ho voglia di farlo.
Se pensavi di ridimensionarmi e spaventarmi, con quella frase, mi hai solo fatto venir ancora più voglia.
Sono più deciso di prima.
Non ci posso fare nulla, sono attratto da lui come le falene con il fuoco. So che finirò per scottarmi, probabilmente, ma sono certo che ne varrà la pena. È più forte di me, non riesco ad oppormi a questo che mi ha acceso, sento un desiderio troppo grande e non riuscirò a domarlo finchè non mi ci sarò arreso.
Anzi, forse anche quando ci saremo dentro entrambi e ci prenderemo tutto quello che vorremo l’uno dall’altro, la famosa roulette russa renderà sempre più pericoloso il gioco facendoci capire che in realtà non è un passatempo e che più si va avanti e più le probabilità di finire male aumentano.
Non capisco bene perché dovrebbero finire male, in cosa sbaglierei lasciandomi andare, so solo che forse qualcosa andrà storto, che forse non dovremmo farlo per qualche motivo che ora mi sfugge.
Il punto è che per ora riesco a sentire solo i motivi per cui farlo.
Non ci rinuncerei anche se mi predicessero un disastro cosmico.
Quel che sento è troppo forte.
Fuoco e lava allo stato puro.
Si chiama passione, credo si definisca così.
Mi eccita da morire e anche se è un uomo la cosa non mi frena affatto, anzi… mi eccita ancora di più.
Evidentemente qualcosa che non va in me c’è veramente ma non mi interessa poi molto, ne ho fatte di tutti i colori, questa non sarà peggiore anzi… forse sarà solo la migliore.
Come ho già detto ieri sera: in fondo si tratta di Gibbs, non c’è da avere paura.
Se è con lui ogni cosa va bene, basta che non mi uccida!
Cavolo, ora che ci penso mi sembra di essere nel film ‘A letto con l’assassino’. Gibbs mi sa sempre più di killer, non saprei proprio dire perché. Ma un killer altamente seducente.
Finalmente arriva la fine del turno di lavoro e una volta a casa insieme, mentre lui si occupa della cena che, non c’è nemmeno bisogno di dirlo, ordiniamo per asporto, io sguscio velocemente a farmi di nuovo la doccia. È stata una giornata pesante anche perché ho cercato di accelerare tutti i tempi per arrivare il prima possibile a sera.
Non vedevo l’ora di ritrovarmi qua con lui da solo, mi sembra quasi di essere un bambino e proprio con questo entusiasmo esagerato, che per l’anticamera del cervello mi rendo conto che forse dovrei fare attenzione poiché tutto questo potrebbe sfuggirmi di mano, ma lo scaccio subito.
O la va o la spacca.
Non importa, ma non posso rinunciare.
Lo voglio troppo.
Quindi esco dalla doccia con una certa fretta e ignorando completamente i vestiti che ho recuperato durante le ore di lavoro, rimango avvolto come ieri sera nel solo asciugamano alla vita mentre le goccioline mi corrono sul corpo bagnato. Mi passo un telo fra i capelli asciugandomeli alla meglio, poi me li pettino sistemandomeli in modo che non si asciughino male, infine con un sorrisino sbieco esco.
Come minimo devo provocare di nuovo i magici istinti che gli erano sorti ieri sera.
Mi stava per mangiare quando mi ha visto in queste condizioni e onestamente non posso dargli torto!
Non perdo ulteriore tempo e col cuore che effettivamente mi martella prepotentemente forte nel petto, mi dirigo in cucina senza la minima fame. Chi ha voglia di mangiare?
Sta per succedere e lo sento.
Il gioco è sempre più serrato e lui non è tipo da trattenersi troppo a lungo.
Mi ha avvertito e questa è la mia risposta cosciente, non lascerà correre più nulla.
Varco la soglia domando la mia espressione che sarebbe troppo marcata, quindi mi lecco le labbra improvvisamente secche e smetto di pensare ai miei battiti cardiaci che mi fanno quasi impazzire.
Lo sento, è sempre più nell’aria, ormai, e quando lui si volta e guardarmi mi sembra di venire investito da un treno in corsa.
Esattamente questa è la sensazione a cui non avrei mai potuto rinunciare, la sensazione che cercavo e che non ho mai provato, che speravo di provare e di far mia.
La sensazione che non dimenticherò mai.
Mi sto per scottare ma so che mi piacerà da morire e l’emozione sale alle stelle, come anche l’eccitazione.
Con faccia tosta riesco a dire disinvolto distogliendo di proposito lo sguardo:
- Fa davvero caldo e la fame non mi dà tregua… è arrivata la cena? – Eh già… a vedere me sembra proprio normale girare per casa mezzo nudo e bagnato, anzi… pare proprio che non ci sia niente di male nel farlo.
Vado al tavolo sempre senza guardarlo, facendo come nulla fosse, quindi immergo il dito in una salsa da accompagnare con l’antipasto e me lo metto in bocca succhiando il cibo che non mi smuove affatto quel genere di appetito.
Sento i suoi occhi addosso come nemmeno ieri ho avuto, dopo di che, sempre disinvolto e noncurante, mi torno a girare e mi appoggio al tavolo con il didietro, come stamattina. Lo guardo e di nuovo lo stomaco si contorce notando quanto sia compiaciuto di quel che osserva. Il mio viso non lo sta nemmeno contemplando, è troppo preso dal mio torace e dal mio basso ventre.
A questo punto un sorrisino malizioso comincia ad incurvare le mie labbra come sembra che siano più o meno le sue mentre mi divora con gli occhi. Ogni tanto fa queste espressioni e mi lascia sempre spiazzato, vorrei sempre saper leggergli nel pensiero ma ora mi sembra che sia così chiaro cosa pensa!
Non risponde, forse non mi ha nemmeno sentito.
Ha solo capito la mia risposta a quella sua specie di domanda di stamattina e sembra che gli sia piaciuta enormemente.
Quindi muove dei passi verso di me, è lento e non ha affatto fretta. Io poso le mani sempre sul tavolino dietro di me, ai miei lati, e lascio che faccia qualunque cosa voglia farmi.
A questo pensiero alcuni flash sulle possibili ‘cose’ che potrebbe farmi, mi fanno eccitare di già cominciando ad accaldarmi ed ecco finalmente che è tornato alla vicinanza di stamattina. I suoi occhi sono fissi sul mio bacino coperto solamente da un asciugamano.
Non so esattamente cosa ci sia dietro a questi desideri fisici e sessuali impellenti, ma non posso far altro che buttarmi su di essi senza alcun pensiero.
Finalmente muove le mani e le alza con esasperante lentezza, quindi arriva alla cintola del telo che mi avvolge e infilando un dito fra questo e la mia pelle umida e calda, tira sciogliendolo con una facilità estrema.
Il panno di spugna si apre all’istante finendo in un soffio lungo le mie gambe incrociate, arriva ai miei piedi e da lì viene dimenticato.
La sensazione di nudità non è mai stata così piacevole e voluta.
Vedo come si riempie gli occhi del mio corpo completamente alla sua mercè e non mi imbarazza né mi spaventa.
Allora, dai… quanto ci metti a toccarmi davvero?
Ti prego, non lasciarmi così, aspetto solo che tu metta le tue mani su di me.
Ti prego…
e come se ascoltasse le mie preghiere e notasse il mio limite, allunga le dita sul mio petto inizialmente solo sfiorandomi, percorre senza toccarmi tutto il mio torace inseguendo le ultime goccioline d’acqua che corrono giù, finendo sulla mia parte intima, e mentre immerge un dito nella stessa salsa di poco prima portandomelo poi alle labbra, vedo che finalmente guarda i miei occhi, osserva i miei lineamenti dall’espressione intensa e abbandonata. Non mostro la minima indecisione e quando apro la bocca accogliendo il dito che mi porge, l’altra sua mano arriva sul mio membro che già pulsa non chiedendo che questo contatto con lui.
Così mi trovo a succhiare e leccare il suo indice e mentre la mia lingua si muove su questa piccola parte di lui che mi porge, lui comincia a seguire lo stesso ritmo che parte piano e sensuale sul mio inguine libero.
Il resto del corpo mi sfiora soltanto ma queste due parti che si toccano sembrano bastarmi, per ora, per farmi eccitare.
La sua mano dopo avermi strofinato il mio sesso e averlo stimolato, me lo prende totalmente cominciando a muoversi più deciso, più veloce, mentre la mia lingua e la mia bocca fanno altrettanto su di lui. Muovendoci insieme in questo modo, presto ci troviamo a non ragionare più avvolti prepotentemente dal desiderio che cresce accompagnato da questo piacere che, pur essendo sconvolgente, sappiamo essere solo minimo rispetto a tutto quello che ci aspetta.
È irrazionale e irrefrenabile ma non riesco proprio a smettere, era questo e molto di più ciò che volevo, che non potevo evitare di prendermi e dare.
Non ha importanza che conseguenza avrà, ora come ora non importa proprio.
Voglio tutto da quest’uomo.
E lo voglio ora. “

Ecco la risposta che speravo fosse tale.
Penso di non essere stato mai più compiaciuto di così, onestamente.
Speravo che entrasse in cucina mezzo nudo reclamando cibo ed è stato proprio così.
Ecco la mia risposta.
Credo sia cosciente fino ad un certo punto in cosa si sta cacciando ma io l’ho avvertito, non avrà diritto di recriminazioni, dopo.
I giochi pericolosi hanno inizio e dopo essermelo mangiato di nuovo con gli occhi e aver assorbito ogni centimetro della sua pelle scoperta, noto con piacere che si gira lasciandomi spazio e libertà d’azione, quindi gli vado davanti e cogliendo l’idea che ha avuto, gli stimolo ‘l’appetito’ porgendogli il mio dito che appoggio sulle sue labbra morbide, lui le apre e mentre con l’altra mano lo sfioro per finire giù, sulla parte che provocante mi chiama, comincia a succhiare ciò che gli do accompagnandosi con la sua lingua che mi fa capire che sarebbe perfetta nella mia bocca o in altre parti del mio corpo.
Eccitato a quest’idea decido che questo sarà solo l’antipasto e che il resto me lo prenderò in un altro momento, assaporandomelo ancora meglio dopo aver riflettuto con questo assaggio erotico ed invitante.
Oh, quanto godremo, allora…
Muovo la mano sul suo inguine andando a ritmo con la sua lingua, quindi presto ci troviamo a muoverci in sincronia sempre più veloci ed io stesso ho reazioni alle mie parti basse.
Dannazione, è come una droga. Più ne fai uso e più ne vuoi.
Era solo un assaggio e lo sarà, ma non è ancora finito come assaggio!
Mi stacco dal suo viso mentre non smetto di occuparmi del suo membro che si eccita sempre più, quindi scivolo dietro al suo collo e alla nuca e l’attiro al mio volto. Si aggrappa a sua volta alle mie braccia con forza e bisogno, quindi ci troviamo con le labbra che uniamo e apriamo in fretta. Non c’è calma né scoperta in questo bacio, ma solo eccitazione, passione e frenesia. Con foga ci cerchiamo subito con le lingue e trovandoci fondiamo i nostri respiri che ormai sono corti, quindi premiamo ulteriormente l’uno sull’altro e… e finalmente la sua mano scende di sua iniziativa sul mio inguine. Mi slaccia svelto i pantaloni e si intrufola a contatto con me, non deve lavorarci su molto visto lo stato in cui ero già.
Ha un potere che non è da tutti, dannazione… senza nemmeno toccarmi stavo arrivando ad uno stato indecente, ora che c’è la sua mano non so proprio come finirò.
Ci muoviamo di nuovo in sincronia sia nelle nostre bocche che fondiamo senza sosta, sia nei nostri sessi che diventano sempre più duri e pulsanti grazie all’altro.
Non si può ragionare su questo, non si può capire le motivazioni che ci sono dietro, si può solo arrendersi al fatto che il desiderio è talmente alto da offuscare la logica e la mente. Non si può arrivare a nessun pensiero coerente, solo lasciarsi andare e prendersi ciò che in fondo si voleva davvero fortemente.
E andando sempre più veloci, più in fretta e con più bisogno, riusciamo ad arrivare ai nostri limiti insieme e a tenderci fino all’ultimo lunghissimo spasmo che ci vede tremare e venire contemporaneamente.
Per un attimo i respiri e i battiti cessano o così pare a noi, dopo aver galoppato ad un ritmo impressionante fino quasi a farci scoppiare, sono cessati sospendendosi nel nulla. Noi rimaniamo a sorreggerci a vicenda, aggrappandoci l’un l’altro sfiniti ed appagati, quindi lentamente ricominciamo a sentirci e a capire come siamo messi e cosa è successo.
Le mani ancora fra le nostre gambe, le bocche sempre unite, le lingue immobili che si toccano, io che lo tengo per la nuca e lui che tiene me per la spalla. Premuti l’uno sull’altro.
Così coi battiti che tornano lentamente tentando di essere regolari, e col respiro che cerca di fare altrettanto, liberiamo le nostre parti intime per cingerci con maggior contatto, senza vergogna, sfiniti ed ancora accaldati. Prendere contatto di noi stessi così, stretti ed insieme, non è male del resto.
Ci sorreggiamo abbracciandoci senza ancora le forze, sprofonda la testa nell’incavo del mio collo solleticandomelo e provocandomi altri brividi.
Se questo è l’antipasto, non vedo l’ora di prendermi il resto.
Solo ora lo capisco.
Non avremmo mai dovuto cedere ed iniziare.
Questa cosa è talmente potente, per qualche ragione, che finirà per sfuggire dal nostro controllo… ma ormai non è più possibile interromperla o tornare indietro.
Ormai voglio tutto.
E subito.”

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