GENETICAMENTE INFEDELE


Io amo Wilson.

Direi questo se fossi una persona normale, ma visto che non lo sono non lo dico, non così.
Non dico nemmeno che sono legato indissolubilmente a lui.
Potrei semplicemente definirci due single che stanno assieme e questo è tutto.
Però effettivamente non è solo questo, ammetto che qualcosa oltre a ciò c’è… diciamo che sto con lui da tutto questo tempo per più di un motivo, uno è che adoro sottometterlo ed imbarazzarlo anche in privato, anzi, soprattutto, l’altro è che mi piace avere qualcuno che mi pulisce casa, mi fa da mangiare e mi aspetta a casa.
Diciamo che mi piace anche avere qualcuno da cui tornare regolarmente, qualcuno che mi para il culo sempre e comunque e che per me è disposto a tutto, anche a mettersi seriamente nei guai e perdere il lavoro.
Diciamo che, insomma, oltre al sesso è più una questione mentale… sto con lui perché ci sono troppe ragioni per non starci!
Non sarei mai disposto a rinunciare a lui e so che lui non lo farebbe con me.
E poi chi mai rinuncerebbe ad avere l’appoggio di qualcuno sempre ed incondizionato per ogni cosa?
No, sto con Wilson per molti motivi e diciamo che, come dicevo prima, se fossi una persona comune, cosa che non sono assolutamente poiché mi faccio già abbastanza schifo come sono ora senza bisogno di avere anche quella malattia, direi che ci sto perché c’è del sentimento profondo… gli smielati lo definirebbero amore, io… bè, io non lo definisco e basta.
Per me Wilson è Wilson, c’è sempre stato e ci sarà sempre, è indiscutibile e fuori da ogni discussione.
Lui è mio, punto e basta.
È ogni cosa io voglia farlo diventare perché so come gestirlo e condurlo laddove io desidero.
Quindi questo è un punto.
Il fatto che io riesca ad avere desideri erotici su altre persone, sia maschi che femmine, non ha nessuna importanza.
Io non sono comune, né normale, quindi non ho nulla che non va o di insano.
Se mi reputassi comune e normale allora mi preoccuperei ad essere così sfacciatamente bisessuale e a voler far sesso con chiunque me lo tiri abbastanza, ma visto che si tratta di me, allora sono più che tranquillo.
E comunque lo sarei in ogni caso.
Non lo faccio di proposito, questo è da dire… non è che la mattina arrivavo a lavoro e guardando Chase pensavo: oggi mi diverto un po’ con lui nel tubo della risonanza magnetica!
No… mi veniva naturale!
Lui arrivava la mattina, anzi, io arrivavo e lui era già là come sempre in anticipo e con quei suoi modi di fare perfettini, freddini e snob mi provocava. Come poteva pensare che io rimanessi sempre indifferente?
Io mai a nessuna provocazione sono rimasto indifferente, mi sono subito tolto lo sfizio per impedire che potesse diventare una fissa e poi una malattia. Sarebbe pericoloso se mi venissero fisse simili visto che ormai sto con Wilson regolarmente.
Al tempo non era regolare la nostra relazione, anzi… ci ho impiegato un po’ a fargli capire due o tre cosette, ma ora è diverso.
È diventata regolare da un po’.
Da quando mi sono reso conto che la relazione di sesso di Chase con Cameron era diventata troppo fastidiosa per me, superando addirittura la mia lucidità nei momenti in cui stavo con Wilson.
Le persone normali e comuni la definirebbero gelosia, lui andava con Cameron per ripicca nei miei confronti, perché io comunque reputavo più importante Wilson e bla bla bla… mentre io, a questo, ho reagito licenziando lui e mettendomi ufficialmente con Wilson.
Ufficialmente per noi due, ovvio.
Siccome io non sono normale non definisco questo come gelosia, né ripicca o altro. Continuo a preferire la non definizione.
A meno che non siano malattie non hanno motivo di trovare un loro nome preciso, non sono cose da curare per cui serve un eziologia.
Dopo averlo licenziato mi sono sentito sollevato anche se Wilson, felice di avermi vinto come trofeo una volta per tutte (anche se in realtà sono io che ho vinto lui), ha cercato a lungo di convincermi che avevo sensi di colpa ad averlo licenziato così senza motivo.
Non ho mai illustrato a nessuno la reale motivazione, come non ho mai detto perché l’ho voluto assumere. Per tutti gli altri ho avuto una motivazione e l’ho spiegata senza problemi, ma lui no.
Del resto serve forse dire che ho capito subito che avrei goduto nel sottomettere un principino snob come lui?
Mi sono sempre divertito a testare il suo livello di sopportazione, ma soprattutto mi divertivo quando riuscivo a farlo uscire di sé.
Mi sono anche sempre divertito nel disordinare il suo ordinatissimo aspetto e a passare il tempo con lui nei momenti in cui riuscivo ad eludere le sorveglianze dei vari mastini di guardia!
Lui non voleva, o per lo meno era l’idea che dava, ma questo mi piaceva decisamente quindi anche se iniziavo per gioco senza l’intenzione di andare fino in fondo, alla fine lo facevo veramente e ci godevo eccome!
Encomiabile poi quando venivamo interrotti sul più bello da Wilson che come avesse un radar captava ogni onda di infedeltà da parte mia. In quei momenti io ero bravo a far finta di nulla ed anzi devo dire che ero liberamente divertito all’idea che invece Chase ne approfittasse per scappare di nascosto per non essere beccato.
Ne ho passati di momenti divertenti, lo ammetto.
Ma poi a lui ha cominciato a dare fastidio il mio preferire comunque Wilson, il fatto che lo mettessi su un altro livello e che per ma Chase non fosse altro che qualche piacevole ora di sesso.
Ha cominciato a stufarsi decisamente fino a riempirmi la testa di frasi tipo: tu ami lui, perché non la fai finita e non ti ci metti insieme?
Fino a che io gli ho risposto che era vero e che con Wilson c’ero già. Ci è rimasto male, me lo ricordo il momento.
È riuscito ad arrabbiarsi e a scomporsi, sono pochi i momenti in cui lo ha fatto (è capitato che lo prendessi a pugni quando sono stato male oltre i limiti per la mia gamba ma nemmeno lì lui si è scomposto troppo… quindi quando succede che esce di sé me lo ricordo eccome…) e quella volta credo la ricorderò perché mi ha stupito. Mi sono reso conto che era veramente interessante e questo solo perché l’avevo ferito.
Mi ha chiesto cosa volessi da lui allora ed io ho detto ‘passare il tempo noioso fra una diagnosi e l’altra’.
Lui mi disse perché per questo non andassi da Wilson, come facevo a tradirlo in quel modo, ed io non mi sono fatto problemi a dirgli che Wilson era diverso, era un tipo da casa, da cose serie e più impegnative al contrario suo.
È stato lì che ho segnato il nostro rapporto, perché è lì che ha deciso di fare la stessa cosa con Cameron andando a letto con lei e convincendosi che lei era la persona da casa, da cose serie ed impegnative al mio contrario.
Mi ha affrontato liberamente dopo che l’ho scoperto a farsi Cameron nello stanzino in ospedale, come se non chiedesse altro di essere scoperto da me. Ho fatto finta di nulla, non mi è sembrato grave, lo capivo… ammazzare il tempo in ospedale non è facile se non sei disposto a farci rimettere dei pazienti. Lui non lo era, preferiva curarli, i pazienti, per cui ha capito che le mie scelte di passatempo erano più buone di quel che avesse pensato all’inizio.
Però ci siamo affrontati di nuovo perché ho iniziato a trattarlo istintivamente in modo strano, astioso… cioè più del mio solito… e alla fine mi ha ridetto la stessa frase che gli ho detto io. Mi è piaciuto.
Mi è piaciuto tanto che quando poi mi ha detto di tornare da Wilson perché ora lui aveva un altro passatempo, sono finito per licenziarlo.
Se non mi serviva come hobby, per cosa mi serviva?
Mi sono detto questo mentre a tutti gli altri non ho detto proprio nulla.
È un caso che anche Foreman se ne sia andato e pure Cameron. Io volevo licenziare solo Chase.
E così è finita che con Wilson è diventata più seria e stretta di quel che avrei mai immaginato.
Non ho più fatto altro che lavorare, a lavoro, e non ho avuto altri hobby a parte come sempre la musica.
Wilson però non ha mai smesso di cercare di tirarmi fuori il senso di colpa verso Chase. Mi sono sempre chiesto se ci avesse mai visti e se avesse mai saputo di noi due, ma non me ne sono fatto un problema serio… credo che comunque ormai fosse tranquillo visto che ero diventato così fedele.
Sorrido mentre le ultime note di Baba o’Riley escono dalla mia chitarra elettrica.
Le ultime parole che mi ha detto Chase prima di andarsene definitivamente sono state che sono semplicemente geneticamente infedele.
Tutto qua.
Penso non abbia torto.
Il problema è che ora che sono diventato così fedele perché non trovo più passatempi abbastanza degni, mi sembra di star diventando una di quelle persone nauseanti e comuni.
Non va bene.
Ecco perché appena ho saputo che Chase lavora qua e che non avevo per nulla sensi di colpa nei suoi confronti, una certa contentezza si è fatta strada in me, anzi, più una soddisfazione.
Sono allergico alle vite monotone e siccome non sono mai riuscito a tenermi qualcuno accanto e accasarmi con una deleteria famigliola da pubblicità, mi sono sfogato a lavoro.
Non sono uno da vita sociale, Wilson è veramente un caso unico e raro… non potevo farmelo sfuggire e non lo farò andare via mai.
Lui è tutto ciò che rappresenta il resto di me stesso, quello che non è occupato a essere anormale e non comune a lavoro.
Perché la mia vita è solo questo.
Acidità a lavoro e solitudine a casa.
Fino a che non mi sono stretto a Wilson e le cose sono cambiate a casa.
Il problema appena ho rivisto Chase è stato uno.
Sto per ottenere una di quelle situazioni svenevoli da pubblicità, quelle che non vorrei mai avere… diligente a lavoro (essendo solo non avevo più tempo di combinare i miei comodi diversivi), vita privata perfetta e senza pecche, fedele e quindi senza divertimenti anomali che non vanno bene.
Stavo diventando così.
E il pericolo c’è ancora.
Quindi si ritorna a prima.
Dovrei dire: io amo Wilson. Ma non sono in grado di dire cose tanto ovvie che lui già sa, quindi non lo dico.
Semplicemente posso dire:
C’è Wilson e c’è il modo per non diventare quello contro cui lotto ogni giorno: la monotonia clonata!
Non sono fatto in serie come quegli imbecilli di pazienti che mi tocca sopportare, non posso proprio crederlo o non mi comporterei come faccio.
Quindi ero preoccupato quando mi sembrava che il mio mezzo se ne fosse andato veramente, anche se ero stato io a mandarlo via.
Però è magicamente tornato e con lui i miei passatempi di tortura a bravi ragazzi snob e perfettini.
Non serve che lavori nella mia squadra per darmi quello che voglio.
Quindi mantenendo quel sorrisino di prima, metto giù accuratamente la chitarra nel mio studio ed esco facendo un giro per i corridoi con quella di trovarlo. Posso iniziare subito prima che i nuovi soldatini che sto addestrando ricomincino a cercarmi e a stressarmi.
E’ con mia somma gioia che lo trovo mentre sta entrando in bagno, accentuo il mio sorriso.
Si torna come ai vecchi tempi!
Quando entro a mia volta faccio attenzione per sentire se ci sono altre persone ma sentendo il silenzio a parte lui che di schiena non mi vede, chiudo la porta a chiave senza il minimo problema, poi mi avvicino alla sua postazione e con naturalezza faccio come lui i miei bisogni. Per parlare aspetto che si accorga della mia presenza e non è molto. Con la sua voce fredda e saccente mi dice senza ancora alterarsi:
- Perché hai chiuso a chiave? –
Alzo impercettibilmente un sopracciglio… devo emanare un aura terribile se ha capito che ero io senza nemmeno guardarmi. Credo sia proprio così…
Alzo le spalle e lo guardo senza problemi, sfacciato, posso osservare il suo profilo perfetto e mi rendo conto che le sue labbra erano quelle più piacevoli da baciare per quella loro perfezione nell’essere disegnate. Forse l’ha scolpito uno scultore gay, visti i dettagli che solo uno innamorato di un altro uomo dipingerebbe così.
Le donne non sanno fare delle buone opere d’arte con uno scalpello in mano!
- Mi vergogno a far pipì con gli sconosciuti che entrano in continuazione a guardare il mio pisellino! – Dico quindi prontamente con un inclinazione da bimbo nella voce insieme alla solita immancabile ironia.
- Mica sei solo qua dentro… - Dice lui con la sua solita logica. Io torno a sorridere malizioso e togliendo il tono infantile, rispondo con una certa provocazione:
- Ma se me lo vedi tu non mi vergogno di certo! - Credo che non abbia più dubbi sulle mie intenzioni, ammesso che ne abbia mai avuti appena mi ha sentito entrare!
Lo vedo scuotere il capo senza ridere, penso sia ancora un po’ arrabbiato con me anche se probabilmente gli sta passando.
- Dovresti farlo vedere solo al tipo impegnativo che hai a casa! – Il riferimento a Wilson è chiaro ma come l’ha fatto mi fa sorridere, riprende le mie frasi con una tale abilità che non mi dispiace. Dopo di questo si chiude la zip dei pantaloni, con un certo rammarico da parte mia perché dovrò ritirargliela giù io perdendo tempo, e si allontana andando al lavandino per lavarsi le mani.
Già, uno comune lo definirebbe gelosia ma il discorso è sempre quello… è stupido definire qualcosa a parte che non sia una malattia!
- Perché, è così che fai con quella che hai a casa tu? Lo mostri solo a lei? – La mia domanda arriva mentre finisco a mia volta raggiungendolo e proprio quando sta per chiudere il rubinetto rispondendomi, io lo fermo arrivando dietro di lui e infilando le mani fra suoi fianchi arrivo al rubinetto in questa specie di abbraccio costretto. La sua voce si ferma sul nascere e non emette alcun suono. Credo che se lo aspettasse ma non avrebbe mai pensato veramente che l’avrei fatto.
Mi conosce da un po’ ed ancora non sa bene di cosa sono capace. Mi stupisce… forse è Cameron che gli ottenebra il cervello, cosa che non va bene perché anche se l’ho licenziato era brillante come medico (è riuscito a beccare i rari errori di diagnosi che ho fatto mentre lavoravamo insieme…)!
Mentre lui si riprende, forse, io riapro il rubinetto mettendo sotto l’acqua le mie mani con disinvoltura, appoggio il petto alla sua schiena ed il bacino contro il suo fondoschiena che ammetto mi era mancato, poi premendo con finta casualità poso il mento sulla sua spalla per guardare il suo profilo ravvicinato. Cerca di riprendersi e lo fa a fatica ma non vuole concedersi alterazioni visibili.
Mi mancava questa violenza che fa su sé stesso… è uno dei pochi a farla pur di non lasciarsi andare ad imbarazzi o cose simili!
- Cosa vuoi, House? – Mi chiede quindi cercando aria che non gli arriva molto bene. Lascia le sue mani a mezz’aria dimenticando di averle, probabilmente. Erano passatempi che mi mancavano anche se non porrei mai fine a quello che ho a casa con Wilson, di lui non potrei mai e poi mai fare a meno… come non potrei delle volte in cui sospetta delle mie infedeltà e si arrabbia litigando con me. Con Wilson è unico e perfetto ma è diverso da quello che per me rappresenta questo con Chase. Potrebbe esserci qualcun altro al suo posto e andrebbe comunque bene ma l’abitudine è comunque dura a morire. Se se ne fosse andato veramente chissà chi prenderei di mira ora!
Ma Chase mi sta più che bene.
Lui ed il suo corpo angelico e questo solito profumo non troppo forte e nemmeno troppo discreto.
- Non lo immagini? – Sussurro al suo orecchio, lo sento rabbrividire e cercare di controllare anche questo. È più forte di lui però non ce la farà a lungo. Continua a non fare espressioni e ad attendere con pazienza che io finisca, cosa che succede mentre risponde con una calma tesa:
- Dimmelo tu. – Però sussurra anche lui e non dovrebbe farlo, sa che la sua voce ha questo potere su di me, lo sa molto bene… è così che mi provoca, non se ne rende conto o forse si (non penso sia così idiota da non sapere che effetto fa sugli altri) e anche con quelle sue labbra che non piega mai in un sorriso e che quando lo fa lascia spontaneamente incantati tutti. Io stesso in quei momenti esco subito dalla stanza in cui c’è lui e la sua atmosfera straordinariamente serena.
Chiudo il rubinetto e senza preoccuparmi di asciugarmi le mani che gocciolano bagnate, le porto alla cintola dei suoi pantaloni:
- Hai fatto delle scommesse su chi licenzierò stasera di quel gruppo di inetti, vero? – Dico quindi andando alla scusa ufficiale, anzi, a ciò che sfrutterò mentre mi prendo ciò che mi va. Gli slaccio i pantaloni e lui prima di sentire le mie dita anche sotto i suoi boxer neri aderenti (vedi come provoca?) dice faticando a mantenere quel suo famoso tono controllato e freddo, continua a parlare piano:
- Se ho ragione e ti conosco bene, mi prenderò una bella somma… - Le mie mani raggiungono la sua parte intima e con esperienza e sicurezza comincio ad occuparmi di uno dei miei passatempi. Lui trattiene un sospiro serrando strette le labbra e abbassando la testa ma non mi nasconde il suo profilo, un'altra delle cose con cui secondo me mi provoca. Sa che ha un bel profilo e me lo mostra in continuazione facendo finta di ignorarmi. In realtà provoca!
- Se hai bisogno di soldi perché non vendi il tuo corpo? Ti frutterebbe ancora di più! – Sono maligno con lui, Wilson mi direbbe così ma Wilson non serve che sappia quel che sto facendo.
Gli mordo il lobo dell’orecchio attendendo la sua risposta.
- Cosa ti importa di cosa faccio nel mio tempo? Non lavoro più nemmeno per te. – Cerca di mantenere un certo contegno mentre fra i denti dice questo, trattenendo ancora il fiato ed appoggiandosi ai bordi del lavandino. Credo che gli piaccia e che questo piacere cominci a dargli certi effetti anche sulle gambe che a fatica stanno dritte… aspetta che completi il mio capolavoro, allora!
Sorrido sostituendo la lingua alle labbra.
- Sicuro? – L’allusione a quello che stiamo facendo è chiara e non mi importa di mortificarlo, fa parte del mio lavoro per non essere comune e normale. Mio malgrado aggiungo mentre le mie dita nel suo inguine ricevono appagamento a giudicare dall’eccitazione che comincia a crescergli al mio tocco: - Comunque ti devo ricordare che stai facendo scommesse su di me? –
Credo che la sua mente cerchi di contrastare questo piacere con tutte le sue forze ma il suo corpo mi riconosce e non ce la fa più a resistere.
Del resto è sempre stato così.
Questa volta un sospiro l’emette e con mia soddisfazione scendo sul suo collo cominciando a leccarlo con lentezza esasperante ma appagante per me. Freme sotto i miei tocchi.
È il suo corpo che lo tradisce anche se lui vorrebbe solo respingermi ed essere fermo nei miei confronti.
- Arriva al dunque! – Separo la mia bocca dalla sua pelle e per un istante lo guardo cercando i suoi occhi. Questa è una provocazione bella e buona!
- Bè, visto che me lo chiedi… - Dico quindi abbassando ulteriormente i suoi boxer e slacciandomi i pantaloni quel che basta per tirare fuori il mio membro. Lo faccio velocemente e con decisione ed anche se lui nel momento in cui lo faccio, capisce cosa ho intenzione di fare, non si oppone, non fa nulla se non mormorare con poca forza:
- Non intendevo questo. –
Quando sto per entrare in lui, e anche il mio corpo sembra aver memorizzato perfettamente i movimenti per l’accesso al suo, mi blocco appoggiato:
- Vuoi che mi fermi? – Non lo dico suadente, né spingendolo a dire quello che voglio. Tanto so che lo dirà comunque, quindi non serve che tenti di rigirarmelo ulteriormente. L’ho già fatto abbastanza.
Lui serra le mani con più forza sui bordi del lavandino, poi girando la testa a metà per cercare il mio sguardo, vedo che effettivamente sta combattendo contro quello che vuole la sua testa ed il suo corpo. Nel farlo, però, fa un espressione che mai mi sarei voluto perdere.
Come potevo rinunciare a questo hobby?
- Non importa cosa voglio, tanto lo farai comunque quindi sbrigati che sono in orario di lavoro! – Cerca di accampare la scusa più logica, in fondo non è del tutto fuori controllo… potrei fare di meglio per averlo completamente ma è il mio bacino a muoversi da solo, questa volta, mentre piego Chase con poca gentilezza in modo da avere un miglior accesso a lui.
Abbandona il capo in avanti e mi lascia fare mentre io riprendo con una mano il lavoro sul suo inguine e con l’altra appoggiata sul suo fianco lo tengo fermo per poter entrare in lui completamente.
È veramente strano e mentre lo penetro possedendolo come ho fatto spesso in passato, me ne rendo conto… è vero che non c’è mai stato nulla se non istinto sessuale, l’ho sempre visto come uno svago però ora che era da un po’ che non lo toccavo mi sono accorto di come i nostri corpi siano chiaramente memorizzati l’uno verso l’altro, come se avessero dei propri desideri e godessero in modo particolare nell’unirsi così, come se lo volessero loro stessi e facessero tutto da soli.
Credo che anche se non avessi avuto questa volontà sarei finito col farlo lo stesso con lui, in un modo o nell’altro.
Però è vero che non c’è sentimento fra noi. Non penso che nemmeno lui ce l’abbia per me, onestamente.
Se devo associare a qualcuno quella cosa sdolcinata ed imbarazzante la posso dare solo a Wilson. È per lui che è qualcosa di serio a cui non volterei mai le spalle e non rinuncerei per nulla. È solo per lui.
Però ora mi trovo a godere nel farlo con Chase.
Il mio corpo reagisce eccitandosi come il suo, ci vogliamo fisiologicamente e stare in lui per poi uscire per poi rientrare e cominciare a muovermi lentamente e poi velocemente in sincronia con la mano davanti sempre su di lui, assumendo questo ritmo incalzante e veloce, mi fa per un attimo dimenticare di tutto, di quel che ipoteticamente provo e dovrei fare.
Mi rendo solo conto di una cosa… che sto facendo esattamente quello che non dovrei fare ed ancora una volta l’adrenalina corre in me dandomi un piacere doppio che mi fa quasi sorridere mentre catturo quel che ricevo dai bassi istinti che sfogo.
Sono un bastardo privo di morale e senso etico, è su questo che ho sempre contato e che paradossalmente da senso alla mia vita, non posso smettere di essere così o smetto di essere me stesso e la mia vita perde quel senso.
È essenziale sporcare me stesso perché io non sono comune e nemmeno normale e non posso smettere di essere così.
Di eccitarmi anche con chi è eccitante e non solo con chi impegna i momenti importanti della mia vita.
Non si può smettere di prendersi quel che sul momento si vuole, per me non è possibile.
Forse come dice lui sono geneticamente infedele o forse sono insano di mente, ma non importa.
È qualcosa che mi trasmette il riuscire ad ottenere con mezzi sporchi quel che mi pare e mi stimola in qualche modo, a cui non riesco ad oppormi e rinunciare.
Non sono ipocrita, l’uomo vuole un sacco di cose, bisogna vedere quanto disposti si è a sacrificarsi e trattenersi.
Io non lo sono, non mi sono mai trattenuto e nemmeno sacrificato… ad eccezione del fatto che sono schiavo di una dannatissima gamba marcia e che quindi sono drogato!
Se facessi qualcosa che non vorrei non sarei io, detesto fare ciò che non voglio, nessuno è mai riuscito in questo.
Non posso controllarlo, gli istinti non si controllano.
Continuo a spingere in Chase tenendolo premuto contro di me e tendendomi maggiormente ad ogni colpo sento le sue gambe cedere sotto il piacere e lo capisco. Oh se lo capisco.
È come drogarsi, fare sesso… non riesci a smettere perché spinta dopo spinta è sempre più piacevole ed è qualcosa che si espande ad ogni cellula del corpo, anche alla testa, finché non pensi, agisci, ti muovi come un pazzo alla ricerca di maggiore felicità e sei lì a possedere il corpo che hai fra le mani che si da a te e che sai, lo senti, lo vuole quanto te.
Non lo si può controllare e soprattutto contrastare.
Come non si può non volerlo quando sai quanto è meraviglioso.
Sono le cose che non fanno pensare, che l’uomo agogna con tutto sé stesso.
E fare così, a me, mi fa perdere completamente la testa, ecco perché non posso ancora smettere.
Con un ultima spinta raggiungo il culmine del piacere insieme a lui tendendomi fino allo spasmo e fermandomi sospeso fra lui ed il nulla.
Mi sembra veramente per un momento di non esserci più e non provare nulla che non sia terribilmente piacevole.
Sentire tutto il proprio corpo che freme e che sta bene… oh, cazzo, se sta bene!
Mi piego poi su di lui appoggiandomi e reggendolo al tempo stesso, lo sento privo di forze mentre ancora in lui cerco di riprendermi e gli lascio il tempo di farlo.
È caldo e palpita sotto di me.
Potrei anche ricominciare che sarebbe ancora docile e sottomesso a me… lo farebbe senza obiettare.
Riprendo possesso del mio fiato e sorridendo con malizia per aver vinto di nuovo, esco da lui ricomponendomi, fa altrettanto e ci separiamo come se nulla fosse successo.
- Piacevole come ai vecchi tempi! Pensaci seriamente, se ti servono soldi questo è il metodo migliore! Faresti grossi affari! –
Dico quindi mentre lui torna ad ignorarmi. L’ha sempre fatto, non mi preoccupa. Alla fine mi ha sempre lasciato fare!
- Me ne sono accorto, a giudicare dal fatto che non sei riuscito a farne a meno di nuovo. – La risposta è pronta e sferzante ma al contempo fredda come suo solito, non mi lancia sguardi anche se io lo faccio. Mi piace guardare le persone con cui parlo specie se hanno un viso piacevole da guardare!
Apprezzo la battuta, se sanno rispondermi a tono è più divertente, poi cominciando a dirigermi verso la porta lui mi ferma chiedendomi maggiormente rilassato:
- Ehi… cosa c’entravano le scommesse, scusa? – Mi fermo e rimanendo di schiena giro la chiave nella toppa per poi girarmi a metà mentre apro:
- Cosa hai scommesso contro tutti? – Il mio tono non fa trasparire nulla ma lui risponde ugualmente. Potrebbe essere che lo voglio sapere per fare esattamente l’opposto, mi conosce, sa che lo farei… eppure me lo dice e la cosa mi stupisce, se devo essere sincero:
- Che a fine di questa giornata non ne licenzi nessuno. – Mi beo ancora del suo tono di voce pacato e controllato che è piacevole da ascoltare persino per uno come me, poi senza sorridere o fare cenni particolari, tendo un braccio verso di lui puntandolo col dito:
- Voglio il 50 % delle tue vincite allora! –
Così il muto accordo, muto un accidente, è stipulato e dopo avermi donato uno di quei suoi famosi rarissimi sorrisi degni di essere visti, esco prima che mi torni l’istinto di ripetere tutto.
È strano.
È come una sensazione di leggerezza ora che abbiamo fatto sesso… come se avessimo fatto pace ed anche se non lavoriamo ancora insieme le cose sono comunque come prima e procedono bene.
Sembra come se non si fosse interrotto nulla e lui non si fosse mai arrabbiato con me.
Sembra veramente tutto a posto.
Dopo averci passato un nano secondo a pensarci alzo comunque le spalle.
Qualunque cosa sia è diverso.
Chase è Chase.
Wilson è Wilson.
Su questo non ci piove.
Come non ci piove, probabilmente, sulla mia genetica infedele!
Tanto che importanza ha?
Sono solo uno che segue sé stesso ed i suoi desideri senza essere finto ed ipocrita e soprattutto esaurito.
L’importante è non metterci sentimento, non è un vero tradimento senza sentimento ed io non sono in grado di provarne così facilmente, Wilson per farmi ammettere che lo provavo per lui, ammesso che si possa definire così tutto quello che c’è fra noi (continuo ad odiare le definizioni…) ha penato non poco.
Va tutto bene, per quanto la mia vita possa andare bene…
Tanto non sono normale e nemmeno uno comune!