Gli Ostacoli Del Cuore

CAPITOLO 6:
Imperdonato

/The unforgiven - Metallica/
 
"Non posso perdonarlo.
Non questa volta.
Non l'ho mai fatto veramente ma continuerò a non farlo, non è giusto che mi tratti così ... come se Vegeta potesse sapere cosa è giusto o sbagliato!
Ho solo una vaga idea di chi è quell'uomo in realtà, come ho potuto mandare tutto a quel paese per lui? Tutto quello che avevo con Yamcho, una vita tranquilla, sicura con una persona che mi amava ... per cosa? Per chi?
Guardami!
Mi trovo a camminare da sola come una stupida per la città, senza una meta, qualunque che possa portarmi lontano da casa, da lui! Il pomeriggio sta finendo e sta per arrivare la sera, non ho voglia di vedere nessuno, potrei andare da qualcuno dei miei amici a vedere come se la cava eppure non ho voglia di vedere anima viva. Non saprei nemmeno cosa raccontare, perchè sono così?
Perchè ho litigato con Vegeta ... bella novità! Che ci sarebbe di anormale?
Il punto è uno, lui non sa cosa sia bene o male, per lui bene è uccidere chi gli impedisce di raggiungere il suo scopo, non basta metterlo fuori combattimento, lui ammazza e basta. Quando è arrivato lui, sangue fresco ed innocente si è sparso su questa Terra e in breve ha cercato di sottomettere tutti, dettando le sue leggi di morte e distruzione. Quando lui arrivò fra noi nessuno pensò che potesse un giorno aiutarci a sconfiggere i nemici comuni, nessuno pensò che potesse arrivare a questo punto, un punto in cui si mette forzatamente ad imparare le nostre regole. Col tempo Vegeta sta assorbendo ogni cosa, sta cambiando, io lo vedo, non continua a fare stragi come appena lo conobbi. Ci sono momenti in cui penso che sia il capro espiatorio di torti altrui privato di tutti i suoi pensieri.
Continua a lottare, non ha null'altro da fare, nato per questo, morirà per questo. Per combattere e lo farà sempre senza una vera motivazione nobile di fondo.
Ma chissà, a volte ho l'impressione che lo faccia per una sorta di giuramento a sé stesso, come se continuasse a ripetersi, pugno dopo pugno, che mai d'ora in poi nessuno potrà più portargli via la sua volontà. Freezer ci era quasi riuscito, in realtà non oso chiedergli nei dettagli la sua storia, ma da quel che sono riuscita a capire dai discorsi di tutti e da ciò che ha detto Goku, ha passato dei gran brutti momenti. è l'unica cosa che so e mi dispiace non poter avere un quadro più completo e dettagliato di quel disgraziato, vorrei sapere quello che ha provato, quello che ha conosciuto ... penso che non sia mai brillato in quello che faceva. Certo era bravo a fare la guerra, ad uccidere e lottare, solite cose da sayan insomma ... però ai fatti è inferiore a Goku ed io capisco perfettamente il motivo, non è colpa sua, nessuno gli ha insegnato il motivo per cui combattere, il segreto della vera forza. E' sempre stato solo, nel profondo. Lasciato a sé stesso a tenere testa a quel folle mostro.
Ha avuto coraggio a ribellarsi ad una creatura del calibro di Freezer, da ammirare, tutto sommato, visto che sapeva non era alla sua altezza nemmeno per un milionesimo. Mi viene da pensare, cosa sarebbe stato di Vegeta cresciuto nelle stesse condizioni di Goku?
Non saprò mai ciò che avrebbe potuto essere, come non saprò mai quello che ha provato e passato nella sua vita, quel che lo spinge ora ad agire in questo modo crudele anche verso chi si rivela buono nei suoi confronti.
Non me lo meritavo di essere trattata così, sono stata disponibile in mille modi, ho addirittura aperto una parte di me stessa a lui, ho chiuso una relazione sicuro per gettarmi nell'incognita ... e lui ha saputo solo umiliarmi, insultarmi e ferirmi.
Non gliene importa nulla di me, non vede veramente nessuno, li trapassa senza considerarli.
Nemmeno me.
Però è comico ... non è mai stato libero, mai stato sé stesso, ora che può sta cadendo nell'incertezza, è sospeso in un posto che non è né per buoni né per cattivi. Certo, le azioni spregevoli le fa, ferisce molto bene le persone, specie quelle che non se lo meritano.
è imperdonabile.
Ha dedicato la sua vita a combattere per liberarsi, ora lo è e può occuparsi della sua, non tenta di compiacere nessuno, non gliene importa di niente, agisce solo per sé stesso, ora eppure non è mai felice, mai un lampo di gioia, di soddisfazione reale, non si illumina mai in nessun modo. Credo che ora combatti per questo, che la sua battaglia attuale interiore sia non per rimanere in possesso di sé stesso e dei suoi pensieri, come poteva essere in passato, ora lotta per provare reale soddisfazione in ciò che fa, non finta, non illusoria. Ma se continua così è persa in partenza.
Non credo si stanchi facilmente, io al posto suo dopo aver subito tutto ciò che ha passato non ce la farei, sarei sconsolata, mi sentirei vecchia dentro, mi preparerei semplicemente a morire piena di rimpianti.
So che ora non sono così, anche prima ho lottato con tutta me stessa, usando il cervello, però certe situazioni cambiano le persone ed io al posto di Vegeta mi stuferei di essere sempre messa in seconda ed umiliata per un motivo o per l'altro.
Invece lui va avanti nonostante tutto, crede ce la farà a superare Goku e riprendersi il suo onore, continua a ferire gli altri affinchè questi continuino ad avere paura di lui. Continua a voler stare da solo perchè pensa che nessuno potrebbe volergli bene per quello che è.
O forse certe cose le credo io.
Non so veramente in cosa crede lui, però penso mi abbia etichettato come una donna umana debole ed inutile, un'isterica stancante da usare solo per il sesso. Ebbene anche io lo etichetterò come un essere imperdonabile!
Imperdonabile specie nel suo inserirsi costantemente nei miei pensieri ed analizzarlo persino quando è stato bastardo nei miei confronti.
Non merita nessuna giustificazione, merita solo insulti perchè mi ha spodestata da casa mia.
Eppure è più forte di me, per questo non posso perdonarlo ma solo detestarlo."
 
La bella ragazza dai capelli con la permanente vagava sovra pensiero per le vie della grande città, senza far caso a chi le passava accanto e a dove andasse, l'unica cosa che aveva nella mente era Vegeta e se solo qualche ora prima aveva voluto piangere, al momento non le uscivano più nemmeno le lacrime. In fondo si definiva 'donna indifesa' ma lo era nel senso che fisicamente non sapeva difendersi, in realtà aveva poco di indifeso, era più forte di quello che non sembrasse.
L'espressione stanca attirò l'attenzione di molte persone che come lei non erano interessate dai nuvoloni neri carichi di pioggia che si avvicinavano coprendo il cielo ormai al crepuscolo.
 
- Vegeta, hai visto Bulma? Siamo tornati che non c'era ma non ci ha lasciato nessun biglietto, non è da lei star fuori così tanto senza avvertire ... sta facendo sera e sta per piovere, non ha cenato e se è sola potrebbe succederle qualcosa. -
La madre di Bulma andò ad interrompere il principe dei sayan che si allenava nella sua camera gravitazionale, senza porsi problemi di alcuna natura se non che sua figlia non era tornata!
Vegeta si fermò seccato e lanciandole un fugace sguardo tetro, alzò le spalle:
- Non so, è uscita ... -
Per lui parlare coi genitori di Bulma era un grande sforzo, lo era parlare con chiunque, figurarsi proprio con quella creatura assurda!
- Oh, mi dispiace disturbarti nei tuoi allenamenti ma devo gentilmente chiederti se vai a cercarla ... -
Vegeta alzò un sopracciglio credendo di aver capito male. PErchè gli chiedeva una cosa simile? Bulma era grande, poteva arrangiarsi, da quando in qua si mandava qualcuno a cercare qualcun altro che tardava?
 - PErchè? -
- Sta per piovere, lei sarà affamata e ti ripeto che non è da lei uscire e stare così tanto fuori senza avvertire, siamo preoccupati ... -
Non lo capiva ancora.
- E perchè io? -
- PErchè tu puoi volare e sei velocissimo, la recupererai in un secondo, ne sono certa! Mi dispiace interromperti ma non saprei a chi altri chiederlo, intanto che la troviamo noi si scatena il diluvio ... -
Sembrava comunque una scusa campata per aria, Vegeta non era convinto ma soprattutto non voleva cercarla, proprio quella, ci aveva litigato, che diamine ... eppure che avrebbe detto a quella donna?
'No, non ci vado, punto e basta?'
Non voleva dare spiegazioni però capiva anche che non poteva rifiutarsi di fare qualcosa di apparentemente ragionevole senza spiegarne il motivo. Per lui non aveva senso ma per la madre di Bulma si, questo lo metteva in una posizione scomoda.
"Perchè diavolo non riesco più a fare quel che mi pare e basta, come ho sempre fatto? Mi sto rammollendo, che schifezza! è perchè sto troppo in mezzo a questi terrestri inutili! "
Si spiegò così, azzeccandoci in realtà.
Lo stare in mezzo agli umani gli faceva capire il loro modo di agire, ragionare e vivere, questo involontariamente cominciava a cambiarlo eppure non lo avrebbe mai ammesso; era ovvio, certo, visto che solo in quel momento si chiedeva quale fosse il suo ruolo nella storia, cosa che mai si era posto, però lui era prima di ogni cosa orgoglioso e ci teneva a mantenere una certa reputazione almeno con sé stesso.
Come se sapesse che presto non si sarebbe rimasto che questo.
- E va bene, ci vado! Che seccatura! -
Non cercò di evitare il commento finale, era suo diritto far sapere che era un peso fare una cosa simile, già tanto se la faceva del resto!
La madre di Bulma sorrise grata e lo ringraziò lasciandolo andare in volo verso il centro città.
 
/Chop Suey - System of a down/
 
"Che rottura, non mi va di andare a cercarla, perchè devo? è una cosa priva di senso, proprio io, poi! L'ho fatta andare via io! Se sapessero come stanno le cose però non mi farebbero più allenare, posso fare a meno di loro e di tutte le agevolazioni che mi hanno dato però quella dannata camera gravitazionale è essenziale per il mio allenamento, Kaaroth è diventato così forte allenandosi in questo modo ed io non voglio imitarlo me ammetto che è una cosa utile ed intelligente! Siccome io non faccio cose stupide, per stare qua non ho scelta. Quello che mi ha detto quella stupida mi gira ancora nella testa! Intanto ha osato nominare Freezer, cosa ne sa lei di quello che ho passato e di cosa ha significato quel periodo della mia vita? Però parla così facilmente di cose che non conosce che mi vien voglia di uccidere anche lei! Parla e parla senza avere idea delle baggianate che spara! Cosa c'entra il motivo di combattere? Io combatto per me stesso, che c'è di debole in questo? Debolezza è rendere importante qualcuno tanto da volerlo proteggere, se questo viene a mancare fa male a chi combatte, rende quindi deboli. Non capiscono niente questi terrestri, ecco perchè sono un branco di perdenti! Mi fa schifo dover stare con loro ma è solo perchè non ho altro posto in cui stare.
Solo per questo.
Non ho più una casa, un pianeta, un posto ... quello che avevo mi è stato rubato e non ho potuto nemmeno vendicarmi. Come mi brucia.
Me la pagherà Kaaroth!
Ed intanto devo perdere tempo con una stupida donna che non vuole più stare con me! Solo perchè non provo niente per lei si è offesa! E' infantile, deve accettare la realtà! Non me ne frega nulla di lei, non sto nemmeno cercando di convincermi di tutto questo.
No?
è semplicemente così e basta!
Sono sempre dovuto stare sveglio e pronto, nascondere le mie cicatrici, uccidere l'agitazione ed andare avanti creando una favola, la mia. Una stupida storia di cui io sono il protagonista. Mi sono sempre sentito un suicida e non credo che nessuno capirebbe niente di me, ecco perchè non parlo con nessuno di me. Ci potrebbero anche essere persone in grado di capire lontanamente quel che ho passato ma preferisco evitare, tengo per me tutto e vado avanti, nascondo le mie ferite, le mie cicatrici ed i miei stati d'animo, tengo solo la rabbia, l'unica cosa utile che mi può aiutare. L'unica cosa vera di cui sono composto.
E' questo tutto ciò in cui devo credere, in cui vale la pena io creda.
Altrimenti non diventerò mai chi cerco di diventare.
Così affido ogni giorno alla forza che mi scorre, al mio spirito e non cedo mai, tengo in me ogni cosa che possa rendermi più forte, ogni singolo dettaglio, ogni sciocchezza.
Lei mi renderebbe debole, l'amore che spera io gli possa dare mi renderebbe debole. Non sono cose utili per me, mi ucciderebbero.
Sono solo ma non abbandonato.
Per sentirsi abbandonati si deve aver avuto qualcuno dalla propria parte, qualcuno che sia stato un sostegno.
Io non ne ho mai avuto.
Ecco perchè non sono abbandonato, sono solamente solo e quindi forte per questo.
Devo continuare ad esserlo."
 
Con un giro veloce sopra la zona abitata giunse in centro, nessuno poteva vederlo, volava alto ed anche se era immerso nei suoi pensieri faceva attenzione a chiunque potesse essere Bulma.
La trovò alle prese con un gruppo di ragazzi che volevano lei li seguisse, non capì subito se lei era in difficoltà o meno, cioè se per lei essere in quella situazione fosse un problema o meno, non pensò che era una seccatrice, stranamente cercò solo di capire se dovesse intervenire o meno.
Il punto era quello.
Fino a qualche tempo fa non avrebbe avuto dubbi, se ne sarebbe andato.
Quando la vide inveire loro contro, irata come solo lei sapeva essere facilmente, un lampo illuminò il cielo dove lui si trovava e la sua espressione mutò in minacciosa.
Se si fosse visto dall'esterno non si sarebbe riconosciuto, non per l'espressione ma perchè l'aveva per una persona e non per sé stesso.
Un vago ricordo, delle parole risuonarono nella sua testa insieme al rombo del fulmine, le paroel di Bulma di poche ore prima.
La forza di Goku stava nel non combattere per sé stesso.
Col tuono fece lo scatto e si trovò faccia a faccia con quei ragazzi, dava la schiena a Bulma che indietreggiò spaventata, non si era aspettata il suo arrivo, insieme al tuono poi ...
Prime gocce.
Caddero insieme alla voce del sayan che intimava quei deboli sconosciuti di andarsene.
- Non mi serve il tuo aiuto!-
 Lo disse con una punto d'orgoglio Bulma, senza pensare ad altro se non che Vegeta era l'ultimo che voleva vedere in quel momento, perfino quegli individui erano meglio!
Lui non la calcolò, se gli avesse chiesto perchè era intervenuto non avrebbe saputo rispondere.
Strinse i pugni e continuò a guardare i ragazzi che senza capire al volo la situazione non mollarono:
- Penso che sia tu quello che deve andarsene! -
Disse uno di loro, eppure si erano spaventati vedendolo arrivare come un lampo, come mai ora provavano a reagire?
- I tuoi mi hanno chiesto di riportarti a casa, io devo riprendere i miei allenamenti! Non seccarmi ancora e vieni! -
Si era deciso a parlare. Guardava loro con sguardo truce eppure parlava con lei, dietro di loro tutti a cui Vegeta dava la schiena.
Non capivano.
- Allora tornatene pure ai tuoi insulsi allenamenti! -
Sentenziò Bulma seccata mentre i suoi capelli cominciavano ad appesantirsi sotto la pioggia che cadeva sempre più fitta, i vestiti le si appicciavano addosso e notò che il medesimo fenomeno si verificò anche su Vegeta, si morse il labbro e imprecò mentalmente:
"In un modo o nell'altro è sempre in vantaggio su di me! Non se ne rende nemmeno conto, lo stupido!"
Vegeta sbuffò chiedendosi chi glielo facesse fare, il suo umore subì un notevole peggioramento in quell'istante poichè cominciò a sentirsi stupida, stava facendo cose poco da sé stesso!
Bruciava l'idea di stare lì a difendere una persona, aveva giurato che non l'avrebbe mai fatto eppure lo faceva.
Perchè?
Se lo sarebbe comunque tenuto per sé.
- Non lo faccio per te! Lo faccio perchè mi diverto! -
"Che bugiardo!"
Ci volle poco a Bulma per arrabbiarsi di nuovo, si era spompata con la camminata e l'analisi di quella persona odiosa e complessa ma il riaverlo davanti che negava l'evidenza la mandava fuori di testa.
Non voleva cambiarlo, voleva solo che lui si accettasse perchè così rimaneva un idiota bambino infantile.
L'afferrò senza pensarci per il braccio bagnato teso dai muscoli e strattonandolo senza risultato per girarlo gridò:
- Sei un bugiardo! Non te ne frega nulla delle formiche! Lo dici tu! -
Non era riuscita a voltarlo ma il secondo tuono arrivò poco dopo il lampo e questo alimentò la rabbia di entrambi, lei era molto stanca e soprattutto stufa di litigare, era arrivata all'apice eppure bastava vedere lui per aver voglia e forza di riprendere. Però voleva che lui la smettesse.
Non voleva che si mettesse con lei.
Non voleva altro che crescesse.
Pioggia sempre più forte.
Andò lei davanti a lui fino a guardarlo dritta negli occhi, avvicinando il volto al suo, ignoravano ormai gli altri che si chiedevano cosa succedesse, cominciavano a capire che avevano trovato le persone sbagliate con cui divertirsi, uno di loro chiese a quello che doveva essere il capo cosa dovessero fare, questi dopo un attimo di silenzio in cui li aveva osservati con attenzione mentre si guardavano intensamente, fece la medesima espressione seria dei due e come se ricordasse un evento doloroso che era accaduto anche a lui, si voltò mettendo le mani nelle tasche dei jeans attaccati alle gambe dalla pioggia.
- Lasciamo stare, dai. Andiamo a coprirci o ci ammaleremo! -
Gli altri due lo guardarono sorpresi e inebetiti, come se non riconoscessero il capo spietato che era, non si chiesero nulla, a volte capitava che finisse in quegli stati d'animo strani in cui era meglio non chiedere.
Ecco che se ne andarono senza aggiungere altro.
Soli.
Vegeta e Bulma erano soli in un marciapiede della città ora disabitata per via della forte pioggia.
Ci aveva anche visto giusto la madre ma non fu nei pensieri di Vegeta mentre fissava minaccioso Bulma.
Parlò col tono basso ma udibile:
- Che diavolo vuoi da me, si può sapere? -
Era furioso con sé stesso ma non glielo avrebbe mostrato ed era sicuro che lei non l'avrebbe mai capito.
Un tuono e la voce di lei che non perdeva alcuna inclinazione di furore:
- Che la smetti di nasconderti dietro un dito! Sei ridicolo! Mi prendi per un idiota? -
- Accetta anche tu la realtà. Non provo nulla per te! -
Andava dritto al punto, non capiva come proprio lui potesse dire una cosa simile, si sentì anche stupido per cui la luce si oscurò ulteriormente nei suoi occhi neri color tenebra.
Pensava di averla ferita, di aver messo la parola fine e cominciava già a chiedersi come potesse esistere qualcuno che gli chiedeva una cosa simile; per lei non fu proprio orgoglio, solo che aveva ancora molte cose su cui lavorare, non era una persona perfetta, anzi, era molto egocentrica e irascibile, esagerava su tutto e ci teneva a non passare per la debole sciocca di turno. Ecco perchè ci tenne a puntualizzare una cosa che in realtà non era del tutto vera:
- Pensi che io voglia che tu mi ami? Sei un illuso! Mi hai frainteso! Non mi interessa! Voglio che tu cresca e smetta di negare l'evidenza! -
- E cioè? Mi puoi illuminare, genio? -
Disse con ironia rabbiosa l'altro, non gli piaceva venir preso in giro, ora si sentiva preso in giro.
Stessa cosa valeva per lei.
- Che non è vero che non te ne importa nulla di nessuno, che stai cambiando man mano che stai in mezzo a noi esseri umani, che non sei il sayan crudele senza debolezze che cerchi e dici di essere! Che ammetti i tuoi limiti, li accetti! Se non lo farai non potrai mai rafforzarti! Devi accettare di essere inferiore a Goku, devi capire cosa ti ho detto prima! Devi trovare un vero motivo per cui combattere! Devi ammettere i tuoi sentimenti, ma non per me, non importa ... per qualunque altra cosa esistente. Non sei solo rabbia, Vegeta! Non sei una creatura crudele! Sei uno stupido che dice: io sono forte! Anche se in realtà non lo è e ammazza chiunque dica il contrario! Sei infantile! Accetta di essere un po' più debole di altri, prendi atto che sei fatto di carne, sangue, ossa, anima e quindi sentimenti e va' avanti! -
Era stata un'esplosione urlata per superare lo scroscio della pioggia e il proprio cuore che batteva troppo forte per far sentire a lei stessa ciò che diceva, cose che pensava ed aveva maturato nel giro di quei giorni con lui. Era così difficile avere a che fare con lui ma perchè le importava che lui accettasse tutto quello? Che crescesse?
- Che importa a te tutto questo? Io posso rimanere il bambino infantile che dici e a te non cambierebbe nulla, se è come dici. Se non vuoi nulla da me! -
Era arrivato anche lui dritto al punto cercando disperatamente qualcosa a cui appigliarsi per non cadere, per non farsi vedere colpito nel segno, per non mettersi a riflettere subito sulle sue parole. Cosa avevano di sbagliato?
Doveva sicuramente esserci qualcosa, si ripeteva questo ma non trovava nulla, ecco perchè disse l'unica cosa che gli venne in mente, come se fosse solo quello che gli premeva: farle ammettere che lei provava qualcosa per lui.
- Io ... -
Cominciò lei convinta di avere una ovvia risposta, dovette fermarsi rendendosi conto di non averla. Si morse il labbro bagnato bevendo da esso dell'acqua piovana, era una doccia utile quella fredda a cui si sottoponeva a forza ma serviva solo ad annebbiarle i sensi, sentiva freddo, la stanchezza fisica cominciava a sentirsi e sicuramente le stava venendo dell'alterazione alla temperatura corporea. Sospirò corrugando la fronte, era in difficoltà, non sapeva rispondere per non contraddirsi ma il mal di testa e la pioggia accompagnata dai fulmini le impediva di essere coerente. Si mise una mano sulla fronte distogliendo lo sguardo mentre l'ira si calmava, lui sorrise soddisfatto, uno dei suoi sorrisetti fastidiosi che dicevano di aver trionfato.
- Quello che ho detto rimane giusto! Non ha importanza perchè ti dico così, lo penso. Se vuoi cambiare e crescere sono disponibile a darti preziosi consigli, altrimenti rimani piccolo e scemo! -
Tagliò corto così oltremodo seccata di trovarsi alle strette. Lei non rimaneva mai senza parole.
Ma nemmeno lui.
- Bene, abbiamo entrambi di cui pensare ... ora sua grazia vuole degnarsi di tornare a casa che devo ... -
- Allenarmi! -
Lo scimmiottò lei esasperata, cominciava ad odiare gli allenamenti e quella stanza gravitazionale ... eppure se non fosse stato per tutto quello non l'avrebbe mai potuto conoscere meglio.
- Esatto! -
Il sorrisino si spense lasciando posto alla sua espressione di rabbia continua, nonchè prepotenza, era lui, Vegeta. Fatto così. Non conosceva altre espressioni.
Come non sapeva cosa si faceva in casi simili, ecco perchè seguì la sua logica istintiva, senza farle dire nulla, la prese velocemente in braccio per portarla più in fretta a casa.
Lei si trovò a volare sostenuta da lui e dalle sue forti braccia, sotto la pioggia, aggrappata a lui per non cadere.
Stupore.
Ecco cosa provò mentre finalmente il temporale sembrava andare via.
La pioggia aveva reso i loro abiti quasi trasparenti, si sentivano i rispettivi corpi premere l'uno contro l'altro, bagnati ed invitanti.
Lui non la guardò ma lei lo fece senza crearsi problemi.
Era vicino e le sembrava assurdamente affascinante.
Baciarlo.
Voleva baciarlo, chissà cosa avrebbe fatto?
Lo capì subito in modo disarmante e si disse se non avesse una febbre alta da delirio!
LA seconda cosa che si era chiesta, però, era stata cosa sarebbe successo a casa, dopo tutte quelle belle prediche vicendevoli e il contatto improvviso dei loro corpi bagnati!