Gli Ostacoli Del Cuore
CAPITOLO 6:
Imperdonato
/The
unforgiven - Metallica/
"Non posso perdonarlo.
Non
questa volta.
Non l'ho
mai fatto veramente ma continuerò a non farlo, non
è giusto che mi tratti così ... come se Vegeta
potesse sapere cosa è giusto o sbagliato!
Ho solo
una vaga idea di chi è quell'uomo in realtà, come
ho potuto mandare tutto a quel paese per lui? Tutto quello che avevo
con Yamcho, una vita tranquilla, sicura con una persona che mi amava
... per cosa? Per chi?
Guardami!
Mi trovo
a camminare da sola come una stupida per la città, senza una
meta, qualunque che possa portarmi lontano da casa, da lui! Il
pomeriggio sta finendo e sta per arrivare la sera, non ho voglia di
vedere nessuno, potrei andare da qualcuno dei miei amici a vedere come
se la cava eppure non ho voglia di vedere anima viva. Non saprei
nemmeno cosa raccontare, perchè sono così?
Perchè
ho litigato con Vegeta ... bella novità! Che ci sarebbe di
anormale?
Il punto
è uno, lui non sa cosa sia bene o male, per lui bene
è uccidere chi gli impedisce di raggiungere il suo scopo,
non basta metterlo fuori combattimento, lui ammazza e basta. Quando
è arrivato lui, sangue fresco ed innocente si è
sparso su questa Terra e in breve ha cercato di sottomettere tutti,
dettando le sue leggi di morte e distruzione. Quando lui
arrivò fra noi nessuno pensò che potesse un
giorno aiutarci a sconfiggere i nemici comuni, nessuno pensò
che potesse arrivare a questo punto, un punto in cui si mette
forzatamente ad imparare le nostre regole. Col tempo Vegeta sta
assorbendo ogni cosa, sta cambiando, io lo vedo, non continua a fare
stragi come appena lo conobbi. Ci sono momenti in cui penso che sia il
capro espiatorio di torti altrui privato di tutti i suoi pensieri.
Continua a lottare, non ha null'altro da fare, nato per questo,
morirà per questo. Per combattere e lo farà
sempre senza una vera motivazione nobile di fondo.
Ma
chissà, a volte ho l'impressione che lo faccia per una sorta
di giuramento a sé stesso, come se continuasse a ripetersi,
pugno dopo pugno, che mai d'ora in poi nessuno potrà
più portargli via la sua volontà. Freezer ci era
quasi riuscito, in realtà non oso chiedergli nei dettagli la
sua storia, ma da quel che sono riuscita a capire dai discorsi di tutti
e da ciò che ha detto Goku, ha passato dei gran brutti
momenti. è l'unica cosa che so e mi dispiace non poter avere
un quadro più completo e dettagliato di quel disgraziato,
vorrei sapere quello che ha provato, quello che ha conosciuto ... penso
che non sia mai brillato in quello che faceva. Certo era bravo a fare
la guerra, ad uccidere e lottare, solite cose da sayan insomma ...
però ai fatti è inferiore a Goku ed io capisco
perfettamente il motivo, non è colpa sua, nessuno gli ha
insegnato il motivo per cui combattere, il segreto della vera forza. E'
sempre stato solo, nel profondo. Lasciato a sé stesso a
tenere testa a quel folle mostro.
Ha avuto coraggio a ribellarsi ad una creatura del calibro di Freezer,
da ammirare, tutto sommato, visto che sapeva non era alla sua altezza
nemmeno per un milionesimo. Mi viene da pensare, cosa sarebbe stato di
Vegeta cresciuto nelle stesse condizioni di Goku?
Non
saprò mai ciò che avrebbe potuto essere, come non
saprò mai quello che ha provato e passato nella sua vita,
quel che lo spinge ora ad agire in questo modo crudele anche verso chi
si rivela buono nei suoi confronti.
Non me
lo meritavo di essere trattata così, sono stata disponibile
in mille modi, ho addirittura aperto una parte di me stessa a lui, ho
chiuso una relazione sicuro per gettarmi nell'incognita ... e lui ha
saputo solo umiliarmi, insultarmi e ferirmi.
Non
gliene importa nulla di me, non vede veramente nessuno, li trapassa
senza considerarli.
Nemmeno
me.
Però
è comico ... non è mai stato libero, mai stato
sé stesso, ora che può sta cadendo
nell'incertezza, è sospeso in un posto che non è
né per buoni né per cattivi. Certo, le azioni
spregevoli le fa, ferisce molto bene le persone, specie quelle che non
se lo meritano.
è imperdonabile.
Ha
dedicato la sua vita a combattere per liberarsi, ora lo è e
può occuparsi della sua, non tenta di compiacere nessuno,
non gliene importa di niente, agisce solo per sé stesso, ora
eppure non è mai felice, mai un lampo di gioia, di
soddisfazione reale, non si illumina mai in nessun modo. Credo che ora
combatti per questo, che la sua battaglia attuale interiore sia non per
rimanere in possesso di sé stesso e dei suoi pensieri, come
poteva essere in passato, ora lotta per provare reale soddisfazione in
ciò che fa, non finta, non illusoria. Ma se continua
così è persa in partenza.
Non
credo si stanchi facilmente, io al posto suo dopo aver subito tutto
ciò che ha passato non ce la farei, sarei sconsolata, mi
sentirei vecchia dentro, mi preparerei semplicemente a morire piena di
rimpianti.
So che
ora non sono così, anche prima ho lottato con tutta me
stessa, usando il cervello, però certe situazioni cambiano
le persone ed io al posto di Vegeta mi stuferei di essere sempre messa
in seconda ed umiliata per un motivo o per l'altro.
Invece
lui va avanti nonostante tutto, crede ce la farà a superare
Goku e riprendersi il suo onore, continua a ferire gli altri
affinchè questi continuino ad avere paura di lui. Continua a
voler stare da solo perchè pensa che nessuno potrebbe
volergli bene per quello che è.
O forse
certe cose le credo io.
Non so
veramente in cosa crede lui, però penso mi abbia etichettato
come una donna umana debole ed inutile, un'isterica stancante da usare
solo per il sesso. Ebbene anche io lo etichetterò come un
essere imperdonabile!
Imperdonabile
specie nel suo inserirsi costantemente nei miei pensieri ed analizzarlo
persino quando è stato bastardo nei miei confronti.
Non
merita nessuna giustificazione, merita solo insulti perchè
mi ha spodestata da casa mia.
Eppure
è più forte di me, per questo non posso
perdonarlo ma solo detestarlo."
La bella ragazza
dai capelli con la permanente vagava sovra pensiero per le vie della
grande città, senza far caso a chi le passava accanto e a
dove andasse, l'unica cosa che aveva nella mente era Vegeta e se solo
qualche ora prima aveva voluto piangere, al momento non le uscivano
più nemmeno le lacrime. In fondo si definiva 'donna
indifesa' ma lo era nel senso che fisicamente non sapeva difendersi, in
realtà aveva poco di indifeso, era più forte di
quello che non sembrasse.
L'espressione
stanca attirò l'attenzione di molte persone che come lei non
erano interessate dai nuvoloni neri carichi di pioggia che si
avvicinavano coprendo il cielo ormai al crepuscolo.
- Vegeta, hai
visto Bulma? Siamo tornati che non c'era ma non ci ha lasciato nessun
biglietto, non è da lei star fuori così tanto
senza avvertire ... sta facendo sera e sta per piovere, non ha cenato e
se è sola potrebbe succederle qualcosa. -
La madre di Bulma
andò ad interrompere il principe dei sayan che si allenava
nella sua camera gravitazionale, senza porsi problemi di alcuna natura
se non che sua figlia non era tornata!
Vegeta si
fermò seccato e lanciandole un fugace sguardo tetro,
alzò le spalle:
- Non so,
è uscita ... -
Per lui parlare
coi genitori di Bulma era un grande sforzo, lo era parlare con
chiunque, figurarsi proprio con quella creatura assurda!
- Oh, mi dispiace
disturbarti nei tuoi allenamenti ma devo gentilmente chiederti se vai a
cercarla ... -
Vegeta
alzò un sopracciglio credendo di aver capito male.
PErchè gli chiedeva una cosa simile? Bulma era grande,
poteva arrangiarsi, da quando in qua si mandava qualcuno a cercare
qualcun altro che tardava?
-
PErchè? -
- Sta per
piovere, lei sarà affamata e ti ripeto che non è
da lei uscire e stare così tanto fuori senza avvertire,
siamo preoccupati ... -
Non lo capiva
ancora.
- E
perchè io? -
-
PErchè tu puoi volare e sei velocissimo, la recupererai in
un secondo, ne sono certa! Mi dispiace interromperti ma non saprei a
chi altri chiederlo, intanto che la troviamo noi si scatena il diluvio
... -
Sembrava comunque
una scusa campata per aria, Vegeta non era convinto ma soprattutto non
voleva cercarla, proprio quella, ci aveva litigato, che diamine ...
eppure che avrebbe detto a quella donna?
'No, non ci vado,
punto e basta?'
Non voleva dare
spiegazioni però capiva anche che non poteva rifiutarsi di
fare qualcosa di apparentemente ragionevole senza spiegarne il motivo.
Per lui non aveva senso ma per la madre di Bulma si, questo lo metteva
in una posizione scomoda.
"Perchè
diavolo non riesco più a fare quel che mi pare e basta, come
ho sempre fatto? Mi sto rammollendo, che schifezza! è
perchè sto troppo in mezzo a questi terrestri inutili! "
Si
spiegò così, azzeccandoci in realtà.
Lo stare in mezzo
agli umani gli faceva capire il loro modo di agire, ragionare e vivere,
questo involontariamente cominciava a cambiarlo eppure non lo avrebbe
mai ammesso; era ovvio, certo, visto che solo in quel momento si
chiedeva quale fosse il suo ruolo nella storia, cosa che mai si era
posto, però lui era prima di ogni cosa orgoglioso e ci
teneva a mantenere una certa reputazione almeno con sé
stesso.
Come se sapesse
che presto non si sarebbe rimasto che questo.
- E va bene, ci
vado! Che seccatura! -
Non
cercò di evitare il commento finale, era suo diritto far
sapere che era un peso fare una cosa simile, già tanto se la
faceva del resto!
La madre di Bulma
sorrise grata e lo ringraziò lasciandolo andare in volo
verso il centro città.
/Chop
Suey - System of a down/
"Che
rottura, non mi va di andare a cercarla, perchè devo?
è una cosa priva di senso, proprio io, poi! L'ho fatta
andare via io! Se sapessero come stanno le cose però non mi
farebbero più allenare, posso fare a meno di loro e di tutte
le agevolazioni che mi hanno dato però quella dannata camera
gravitazionale è essenziale per il mio allenamento, Kaaroth
è diventato così forte allenandosi in questo modo
ed io non voglio imitarlo me ammetto che è una cosa utile ed
intelligente! Siccome io non faccio cose stupide, per stare qua non ho
scelta. Quello che mi ha detto quella stupida mi gira ancora nella
testa! Intanto ha osato nominare Freezer, cosa ne sa lei di quello che
ho passato e di cosa ha significato quel periodo della mia vita?
Però parla così facilmente di cose che non
conosce che mi vien voglia di uccidere anche lei! Parla e parla senza
avere idea delle baggianate che spara! Cosa c'entra il motivo di
combattere? Io combatto per me stesso, che c'è di debole in
questo? Debolezza è rendere importante qualcuno tanto da
volerlo proteggere, se questo viene a mancare fa male a chi combatte,
rende quindi deboli. Non capiscono niente questi terrestri, ecco
perchè sono un branco di perdenti! Mi fa schifo dover stare
con loro ma è solo perchè non ho altro posto in
cui stare.
Solo per
questo.
Non ho
più una casa, un pianeta, un posto ... quello che avevo mi
è stato rubato e non ho potuto nemmeno vendicarmi. Come mi
brucia.
Me la
pagherà Kaaroth!
Ed
intanto devo perdere tempo con una stupida donna che non vuole
più stare con me! Solo perchè non provo niente
per lei si è offesa! E' infantile, deve accettare la
realtà! Non me ne frega nulla di lei, non sto nemmeno
cercando di convincermi di tutto questo.
No?
è
semplicemente così e basta!
Sono
sempre dovuto stare sveglio e pronto, nascondere le mie cicatrici,
uccidere l'agitazione ed andare avanti creando una favola, la mia. Una
stupida storia di cui io sono il protagonista. Mi sono sempre sentito
un suicida e non credo che nessuno capirebbe niente di me, ecco
perchè non parlo con nessuno di me. Ci potrebbero anche
essere persone in grado di capire lontanamente quel che ho passato ma
preferisco evitare, tengo per me tutto e vado avanti, nascondo le mie
ferite, le mie cicatrici ed i miei stati d'animo, tengo solo la rabbia,
l'unica cosa utile che mi può aiutare. L'unica cosa vera di
cui sono composto.
E'
questo tutto ciò in cui devo credere, in cui vale la pena io
creda.
Altrimenti
non diventerò mai chi cerco di diventare.
Così
affido ogni giorno alla forza che mi scorre, al mio spirito e non cedo
mai, tengo in me ogni cosa che possa rendermi più forte,
ogni singolo dettaglio, ogni sciocchezza.
Lei mi
renderebbe debole, l'amore che spera io gli possa dare mi renderebbe
debole. Non sono cose utili per me, mi ucciderebbero.
Sono
solo ma non abbandonato.
Per
sentirsi abbandonati si deve aver avuto qualcuno dalla propria parte,
qualcuno che sia stato un sostegno.
Io non
ne ho mai avuto.
Ecco
perchè non sono abbandonato, sono solamente solo e quindi
forte per questo.
Devo
continuare ad esserlo."
Con un giro
veloce sopra la zona abitata giunse in centro, nessuno poteva vederlo,
volava alto ed anche se era immerso nei suoi pensieri faceva attenzione
a chiunque potesse essere Bulma.
La
trovò alle prese con un gruppo di ragazzi che volevano lei
li seguisse, non capì subito se lei era in
difficoltà o meno, cioè se per lei essere in
quella situazione fosse un problema o meno, non pensò che
era una seccatrice, stranamente cercò solo di capire se
dovesse intervenire o meno.
Il punto era
quello.
Fino a qualche
tempo fa non avrebbe avuto dubbi, se ne sarebbe andato.
Quando la vide
inveire loro contro, irata come solo lei sapeva essere facilmente, un
lampo illuminò il cielo dove lui si trovava e la sua
espressione mutò in minacciosa.
Se si fosse visto
dall'esterno non si sarebbe riconosciuto, non per l'espressione ma
perchè l'aveva per una persona e non per sé
stesso.
Un vago ricordo,
delle parole risuonarono nella sua testa insieme al rombo del fulmine,
le paroel di Bulma di poche ore prima.
La forza di Goku
stava nel non combattere per sé stesso.
Col tuono fece lo
scatto e si trovò faccia a faccia con quei ragazzi, dava la
schiena a Bulma che indietreggiò spaventata, non si era
aspettata il suo arrivo, insieme al tuono poi ...
Prime gocce.
Caddero insieme
alla voce del sayan che intimava quei deboli sconosciuti di andarsene.
- Non mi serve il
tuo aiuto!-
Lo
disse con una punto d'orgoglio Bulma, senza pensare ad altro se non che
Vegeta era l'ultimo che voleva vedere in quel momento, perfino quegli
individui erano meglio!
Lui non la
calcolò, se gli avesse chiesto perchè era
intervenuto non avrebbe saputo rispondere.
Strinse i pugni e
continuò a guardare i ragazzi che senza capire al volo la
situazione non mollarono:
- Penso che sia
tu quello che deve andarsene! -
Disse uno di
loro, eppure si erano spaventati vedendolo arrivare come un lampo, come
mai ora provavano a reagire?
- I tuoi mi hanno
chiesto di riportarti a casa, io devo riprendere i miei allenamenti!
Non seccarmi ancora e vieni! -
Si era deciso a
parlare. Guardava loro con sguardo truce eppure parlava con lei, dietro
di loro tutti a cui Vegeta dava la schiena.
Non capivano.
- Allora
tornatene pure ai tuoi insulsi allenamenti! -
Sentenziò
Bulma seccata mentre i suoi capelli cominciavano ad appesantirsi sotto
la pioggia che cadeva sempre più fitta, i vestiti le si
appicciavano addosso e notò che il medesimo fenomeno si
verificò anche su Vegeta, si morse il labbro e
imprecò mentalmente:
"In un
modo o nell'altro è sempre in vantaggio su di me! Non se ne
rende nemmeno conto, lo stupido!"
Vegeta
sbuffò chiedendosi chi glielo facesse fare, il suo umore
subì un notevole peggioramento in quell'istante
poichè cominciò a sentirsi stupida, stava facendo
cose poco da sé stesso!
Bruciava l'idea
di stare lì a difendere una persona, aveva giurato che non
l'avrebbe mai fatto eppure lo faceva.
Perchè?
Se lo sarebbe
comunque tenuto per sé.
- Non lo faccio
per te! Lo faccio perchè mi diverto! -
"Che
bugiardo!"
Ci volle poco a
Bulma per arrabbiarsi di nuovo, si era spompata con la camminata e
l'analisi di quella persona odiosa e complessa ma il riaverlo davanti
che negava l'evidenza la mandava fuori di testa.
Non voleva
cambiarlo, voleva solo che lui si accettasse perchè
così rimaneva un idiota bambino infantile.
L'afferrò
senza pensarci per il braccio bagnato teso dai muscoli e strattonandolo
senza risultato per girarlo gridò:
- Sei un
bugiardo! Non te ne frega nulla delle formiche! Lo dici tu! -
Non era riuscita
a voltarlo ma il secondo tuono arrivò poco dopo il lampo e
questo alimentò la rabbia di entrambi, lei era molto stanca
e soprattutto stufa di litigare, era arrivata all'apice eppure bastava
vedere lui per aver voglia e forza di riprendere. Però
voleva che lui la smettesse.
Non voleva che si
mettesse con lei.
Non voleva altro
che crescesse.
Pioggia sempre
più forte.
Andò
lei davanti a lui fino a guardarlo dritta negli occhi, avvicinando il
volto al suo, ignoravano ormai gli altri che si chiedevano cosa
succedesse, cominciavano a capire che avevano trovato le persone
sbagliate con cui divertirsi, uno di loro chiese a quello che doveva
essere il capo cosa dovessero fare, questi dopo un attimo di silenzio
in cui li aveva osservati con attenzione mentre si guardavano
intensamente, fece la medesima espressione seria dei due e come se
ricordasse un evento doloroso che era accaduto anche a lui, si
voltò mettendo le mani nelle tasche dei jeans attaccati alle
gambe dalla pioggia.
- Lasciamo stare,
dai. Andiamo a coprirci o ci ammaleremo! -
Gli altri due lo
guardarono sorpresi e inebetiti, come se non riconoscessero il capo
spietato che era, non si chiesero nulla, a volte capitava che finisse
in quegli stati d'animo strani in cui era meglio non chiedere.
Ecco che se ne
andarono senza aggiungere altro.
Soli.
Vegeta e Bulma
erano soli in un marciapiede della città ora disabitata per
via della forte pioggia.
Ci aveva anche
visto giusto la madre ma non fu nei pensieri di Vegeta mentre fissava
minaccioso Bulma.
Parlò
col tono basso ma udibile:
- Che diavolo
vuoi da me, si può sapere? -
Era furioso con
sé stesso ma non glielo avrebbe mostrato ed era sicuro che
lei non l'avrebbe mai capito.
Un tuono e la
voce di lei che non perdeva alcuna inclinazione di furore:
- Che la smetti
di nasconderti dietro un dito! Sei ridicolo! Mi prendi per un idiota? -
- Accetta anche
tu la realtà. Non provo nulla per te! -
Andava dritto al
punto, non capiva come proprio lui potesse dire una cosa simile, si
sentì anche stupido per cui la luce si oscurò
ulteriormente nei suoi occhi neri color tenebra.
Pensava di averla
ferita, di aver messo la parola fine e cominciava già a
chiedersi come potesse esistere qualcuno che gli chiedeva una cosa
simile; per lei non fu proprio orgoglio, solo che aveva ancora molte
cose su cui lavorare, non era una persona perfetta, anzi, era molto
egocentrica e irascibile, esagerava su tutto e ci teneva a non passare
per la debole sciocca di turno. Ecco perchè ci tenne a
puntualizzare una cosa che in realtà non era del tutto vera:
- Pensi che io
voglia che tu mi ami? Sei un illuso! Mi hai frainteso! Non mi
interessa! Voglio che tu cresca e smetta di negare l'evidenza! -
- E
cioè? Mi puoi illuminare, genio? -
Disse con ironia
rabbiosa l'altro, non gli piaceva venir preso in giro, ora si sentiva
preso in giro.
Stessa cosa
valeva per lei.
- Che non
è vero che non te ne importa nulla di nessuno, che stai
cambiando man mano che stai in mezzo a noi esseri umani, che non sei il
sayan crudele senza debolezze che cerchi e dici di essere! Che ammetti
i tuoi limiti, li accetti! Se non lo farai non potrai mai rafforzarti!
Devi accettare di essere inferiore a Goku, devi capire cosa ti ho detto
prima! Devi trovare un vero motivo per cui combattere! Devi ammettere i
tuoi sentimenti, ma non per me, non importa ... per qualunque altra
cosa esistente. Non sei solo rabbia, Vegeta! Non sei una creatura
crudele! Sei uno stupido che dice: io sono forte! Anche se in
realtà non lo è e ammazza chiunque dica il
contrario! Sei infantile! Accetta di essere un po' più
debole di altri, prendi atto che sei fatto di carne, sangue, ossa,
anima e quindi sentimenti e va' avanti! -
Era stata
un'esplosione urlata per superare lo scroscio della pioggia e il
proprio cuore che batteva troppo forte per far sentire a lei stessa
ciò che diceva, cose che pensava ed aveva maturato nel giro
di quei giorni con lui. Era così difficile avere a che fare
con lui ma perchè le importava che lui accettasse tutto
quello? Che crescesse?
- Che importa a
te tutto questo? Io posso rimanere il bambino infantile che dici e a te
non cambierebbe nulla, se è come dici. Se non vuoi nulla da
me! -
Era arrivato
anche lui dritto al punto cercando disperatamente qualcosa a cui
appigliarsi per non cadere, per non farsi vedere colpito nel segno, per
non mettersi a riflettere subito sulle sue parole. Cosa avevano di
sbagliato?
Doveva
sicuramente esserci qualcosa, si ripeteva questo ma non trovava nulla,
ecco perchè disse l'unica cosa che gli venne in mente, come
se fosse solo quello che gli premeva: farle ammettere che lei provava
qualcosa per lui.
- Io ... -
Cominciò
lei convinta di avere una ovvia risposta, dovette fermarsi rendendosi
conto di non averla. Si morse il labbro bagnato bevendo da esso
dell'acqua piovana, era una doccia utile quella fredda a cui si
sottoponeva a forza ma serviva solo ad annebbiarle i sensi, sentiva
freddo, la stanchezza fisica cominciava a sentirsi e sicuramente le
stava venendo dell'alterazione alla temperatura corporea.
Sospirò corrugando la fronte, era in difficoltà,
non sapeva rispondere per non contraddirsi ma il mal di testa e la
pioggia accompagnata dai fulmini le impediva di essere coerente. Si
mise una mano sulla fronte distogliendo lo sguardo mentre l'ira si
calmava, lui sorrise soddisfatto, uno dei suoi sorrisetti fastidiosi
che dicevano di aver trionfato.
- Quello che ho
detto rimane giusto! Non ha importanza perchè ti dico
così, lo penso. Se vuoi cambiare e crescere sono disponibile
a darti preziosi consigli, altrimenti rimani piccolo e scemo! -
Tagliò
corto così oltremodo seccata di trovarsi alle strette. Lei
non rimaneva mai senza parole.
Ma nemmeno lui.
- Bene, abbiamo
entrambi di cui pensare ... ora sua grazia vuole degnarsi di tornare a
casa che devo ... -
- Allenarmi! -
Lo
scimmiottò lei esasperata, cominciava ad odiare gli
allenamenti e quella stanza gravitazionale ... eppure se non fosse
stato per tutto quello non l'avrebbe mai potuto conoscere meglio.
- Esatto! -
Il sorrisino si
spense lasciando posto alla sua espressione di rabbia continua,
nonchè prepotenza, era lui, Vegeta. Fatto così.
Non conosceva altre espressioni.
Come non sapeva
cosa si faceva in casi simili, ecco perchè seguì
la sua logica istintiva, senza farle dire nulla, la prese velocemente
in braccio per portarla più in fretta a casa.
Lei si
trovò a volare sostenuta da lui e dalle sue forti braccia,
sotto la pioggia, aggrappata a lui per non cadere.
Stupore.
Ecco cosa
provò mentre finalmente il temporale sembrava andare via.
La pioggia aveva
reso i loro abiti quasi trasparenti, si sentivano i rispettivi corpi
premere l'uno contro l'altro, bagnati ed invitanti.
Lui non la
guardò ma lei lo fece senza crearsi problemi.
Era vicino e le
sembrava assurdamente affascinante.
Baciarlo.
Voleva baciarlo,
chissà cosa avrebbe fatto?
Lo
capì subito in modo disarmante e si disse se non avesse una
febbre alta da delirio!
LA seconda cosa
che si era chiesta, però, era stata cosa sarebbe successo a
casa, dopo tutte quelle belle prediche vicendevoli e il contatto
improvviso dei loro corpi bagnati!