Gli Ostacoli Del Cuore
CAPITOLO 7:
ACQUA E SALE
/ Acqua e sale - Mina e
Celentano /
Volare.
Cosa significava?
Fisicamente l'avevano
fatto molte volte, lei accompagnata dagli altri suoi amici, lui da
solo. Non avevano mai dato vero significa a quel gesto, l'avevano fatto
senza pensarci. Era un gesto che indicava la completa
libertà.
Loro l'avevano, anche lei.
In quel momento,
però, sotto la pioggia che andava diminuendo, completamente
bagnati e stanchi dei litigi affrontati per tutta la giornata, assumeva
un nuovo significato.
Volare era
verità.
Su nell'aria, senza la
costrizione di avere i piedi per terra, senza la costrizione di
ragionare per non inciampare, senza la costrizione di seguire le vie
prescelte, si aveva la sensazione della libertà e al
contempo ci si sentiva sinceri. Non v'erano obblighi di finzione, di
parole, di pensiero. Si poteva star bene ed essere veri
poiché l'aria avrebbe saputo trattenere i segreti che si
svelavano solo ad essa.
L'aria era silenziosa,
non avrebbe rivelato nulla, avrebbe solo ascoltato.
Bulma si sentiva
esattamente in quel modo.
Si sentiva bene e le idee
cominciavano a schiarirsi con la brezza in faccia, si chiedeva come si
sentisse lui, come se gliene importasse, come se fosse disposta a
scendere ad un compromesso, come se ora contasse solo che in fondo era
riuscito in un modo o nell'altro a farla sentire finalmente bene. Solo
minuti prima le sarebbe parso impossibile eppure ora era in alto,
vedeva il mondo piccolo riempito di luci, una cosa gigantesca poteva
anche sparire.
Ricordò quando
era andata nello spazio per arrivare su Namecc. In quell'occasione
aveva provato il vero terrore, era stata sicura di morire. Non era
accaduto e tutti si erano chiesti come fosse possibile se persino Crili
non ce l'aveva fatta. Lei non lo sapeva ma sapeva che trovandosi
nell'universo meraviglioso si era trovata a pensare che la Terra in
realtà non era gigantesca come pensava vivendoci sopra.
Volare serviva ad avere una reale ed oggettiva visione delle cose.
Ora si rendeva conto che
i problemi che le avevano fatto esplodere la testa, insieme all'umore,
erano forse sciocchezze.
Vegeta era un uomo dal
caratteraccio ma lo sapeva sin da subito, dal principio di tutta quella
storia.
Non era forse vero che ad
attrarla era stato proprio quella personalità incisiva?
Era un uomo, in fondo era
solo un uomo e bello o brutto che fosse, alla fine ci si innamorava
sempre per uno di loro.
" Semplici e un po'
banali, io direi quasi prevedibili e sempre uguali. Sono fatti tutti
così gli uomini e l'amore.
Tanti aggettivi che si
incollano su di loro, poi fanno delle cose che ti lasciano senza parole
e ti trovi a pensare ... dai che non sono poi così cattivi.
In fin dei conti Vegeta
non è niente male, sono sicura che saprebbe anche parlar
bene oltre che sorprendermi con le sue azioni, è forte.
Vegeta è un
tipo da moto dal motore truccato, non mi direbbe mai: 'E va bene guida
tu che sei brava più di me. Guiderebbe solo lui. Ecco
perchè anche nella vita normale è
così, vuole avere il dominio di tutti, specie di
sé stesso e di ciò che usa per vivere. Quindi non
mi rimane che una cosa da fare. è veramente solo questo?
Attendere.
Attendere che sia amore.
Perchè
voglio il suo cuore? Non l'ha mai mostrato, fa di tutto per non
rivelarlo, vuole che tutti pensano che non ce l'ha, invece io so che ce
l'ha, l'ho scorto quando abbiamo fatto l'amore, sono con lui ogni
giorno ed ora comincio a capire perchè ci attraiamo e ci
respingiamo. Non è questione di caratteri, è
questione che di te io ho bisogno e tu di me. In qualche modo anche tu
hai bisogno di me.
Però voglio
più di questo.
Osservo da vicino il
suo volto, ha dei lineamenti decisi e attraenti, è un
bell'uomo e nonostante la capigliatura buffa che di primo impatto presi
in giro, come anche la sua poca altezza, mi rendo conto che i lati
forti superano quelli deboli, per me, hai miei occhi. è un
bell'uomo ed ha un corpo divino ma sopra ogni cosa ha una luce che sa
affacciarsi dentro di me.
Potrei baciarti, ne
sento il desiderio nonostante tutte le parole che ci siamo detti. Vuoi
che ammetta che ti amo eppure non te ne frega nulla di me, vuoi solo
sesso, il mio corpo. Sei una contraddizione, chissà se l'hai
capito? Chissà se ... se ora ti baciassi per ammettere che
provo qualcosa per te. Cosa faresti?
Sei vivo.
Non credo di aver mai
incontrato uno più vivo di te.
Pensavo fossi uno fra i
più morti, spenti, vuoti ... invece hai così
tanta vita da spaventare anche me, a volte. E' questo il punto.
La vita è
acqua, disseta, è vitale. Ma tu non sei solo acqua, tu sei
anche sale, ti fai assaggiare velocemente e con impeto, chi ti ingoia
vomita, fa smorfie e ti respinge, sei salato, non disseti.
Però la
verità è anche un altra ... l'acqua e il sale
porta vita, salute e benessere. Guarisce le ferite.
Tu mi fai bere la tua
acqua e sale, poi con un colpo trattieni il bicchiere che mi porgi e mi
lasci sospesa per offendermi, per non farmi credere che tu mi vuoi bene.
Godi nel provocare
tutte queste reazioni devastanti e stordenti.
Vorresti mortificarmi,
farmi piangere terrorizzata e farti odiare da me, ti sentiresti meglio,
ti sentiresti malvagio.
Passiamo ore a farci
del male in qualunque modo possibile, le riempiamo come fossero dei
laghi e se piovesse di meno sarebbero solo stagni. Le nostre ore sono
piene di insulti e offese, facciamo a gara a chi colpisce di
più per non sentirci nudi.
Eppure basterebbe dirne
di meno per non riempire troppo il lago.
Basterebbe piovesse di
meno.
Vorrei dire qualcosa, a
questo punto, scusarmi, chiederti se posso baciarti, cosa pensi, se sei
disposto a provarci perchè tutto sommato non dovrebbe essere
così male come pensiamo, stare insieme.
Eppure so che non
conviene, lo sento.
Sarei io a pagare tutte
le pene, tu vuoi solo divertirti, fai bene però ... ridere e
basta non conviene sempre, c'è qualcosa che non va e anche
se non so dirti cosa non significa che non so cosa dico.
Vorrei guidare un po'
anche io o meglio averti
qui vicino a me, veramente. Col cuore.
Ma io sono con te ogni
giorno non perché non ho scelta, bensì
perché di te ho bisogno.
Non voglio
più di quanto riusciresti a darmi.
Acqua e sale, mi sta
bene anche se a volte sarebbe solo acqua ed altre solo sale, anche se
godresti quando mi faresti soffrire, anche se riempiremmo ancora laghi
di litigi, anche se a volte pioverebbe troppo altre troppo poco.
Anche se a volte sarei
solo io a pagare tutte le pene.
In realtà
non è così, in realtà le pagheresti
anche tu a modo tuo.
Al diavolo, non me ne
importa, io ti bacio e lo faccio perchè lo voglio fare.
Pagherò le conseguenze. "
/Narcotic - Liquido/
La pioggia non cadeva più ma i loro
corpi rimanevano bagnati, il sangue scorreva veloce per il freddo che
li aveva intorpiditi ed ora sembrava si stessero scaldando in fretta,
in modo innaturale in fondo.
Accadde solo un semplice gesto.
Uno solo.
Facile da descrivere, banale anche, così
tanto da far quasi ridere.
Qualcosa di narcotizzante, che stordiva i sensi
rendendo i corpi gelatina l'uno delle braccia dell'altro.
Le mani di lei scivolarono carezzevoli dietro il
collo di lui fino a che non l'ebbe avvolto, avvicinò il viso
al suo fino a sfiorarlo e quando furono così lui
guardò lei. Notò i suoi occhi azzurri liquidi che
lo sommergevano e come una musica veloce sempre più
insinuante che partiva da lenta ed andava ritmicamente aumentando
rimanendo strisciante e calda, non poté far altro che
chiedersi che stesse per fare.
Riuscì a fare solo questo prima di
vedere le labbra posarsi sulle sue.
Fu in realtà solo quello il gesto, non
proseguì in altro modo, assaggiò le labbra con le
sue con piccoli baci che andavano approfondendosi sempre
più, cominciò poi a succhiargli quello inferiore,
come fosse un gustoso cibo prelibato. Quelle labbra sempre imbronciate,
piegate verso il basso o incurvate in qualche ghigno di sadismo. Quelle
labbra che in un modo o nell'altro avevano sempre una piega
estremamente sensuale in quel viso velenoso.
Non fu lei a spingersi oltre quella soglia, solo
lui.
Lui che aveva fermato il suo volo e rimanendo in
sospensione senza più pensarci, l'aveva stretta
più a sé aprendo maggiormente la bocca fino a far
uscire la lingue ed infilarla in quella di lei per cercare la sua,
cercare la fonte di desiderio più grande in quel momento.
Non il suo corpo, il suo seno, la sua pelle, le sue gambe ... non
altro. La sua bocca, completamente.
Trovò ciò che cercava e
quando lo trovò fu come se lo divorasse, lo divorasse senza
per nulla pensarci.
Senza pensare a litigi precedenti, a intenzioni o
riflessioni da fare, ragioni o torti. Nulla. I pensieri non erano per
lui, erano per i perdenti. Le azioni dettate dall'istinto erano le
migliori, le vincenti.
Avrebbe pensato a tempo debito, quando quel tipo di
azione gli avrebbe veramente fruttato qualcosa di utile, l'avrebbe
fatto.
Cerano momenti, rari in realtà, a quel
tempo, in cui lo faceva ed erano quelli in cui dava il meglio di
sé.
Ce n'erano altri, però, in cui si
lasciava semplicemente andare.
E diventava spettacolo.
Non si guardarono più negli occhi, non
si chiesero più cosa accadeva e perchè.
Accadeva e basta e forse l'avrebbero ammesso a voce
alta solo quando tutto quello sarebbe finito.
Si stavano innamorando.
A modo loro.
Il bacio durò a lungo e divenne sempre
più profondo, aria fresca si alzò scostando i
loro capelli, una ciocca accarezzò leggera il volto di
Vegeta, rabbrividì di piacere.
"Ce l'ho, è
mia. Può dire quello che vuole ma alla fine
l'avrò sempre nelle mie mani, potrò sempre
gestire il gioco come voglio. Lei si illuderà di avere il
mio cure, io avrò un corpo da cui tornare per avere i miei
sfoghi fisici, per divertirmi, per scaldarmi.
Per sentire il morbido
contro di me, avere il liquido che mi scorre bollente, poter scaricarlo
in un posto in cui non andrà perso.
Perché si
diventa primordiali e una volta che cedi a quegli istinti non potrai
mai più farne a meno.
Come lo è
combattere, uccidere e vincere.
Finché non
provi quella sensazione di potere fra le mani non capisci
perché lo rifaresti solo per sentirti bene.
E' sopravvivenza anche
quella, ma non nel modo in cui pensano gli altri.
E' sopravvivenza
perché se non fai ciò per cui ti senti vivo, poi
ti spegni e muori.
Il sesso. Non so
perché mi fa sentire vivo, mi sfoga in un altro senso,
sempre fisico, mi piace e diventa una droga.
Morte e sesso sono
uguali ed entrambi non hanno senso nel piacere che provocano.
Forse è il
potere, la risposta.
In entrambi
c'è potere, potere nero e rosso, potere devastante.
La voglio prendere, lei
vuole che la prenda.
Si illuderà
che lo faccio perchè la amo e cerco il suo cuore, lei cerca
il mio e anche se non è così per me non ha
importanza.
Avremo entrambi quel
che desideriamo.
Perchè siamo
uguali nell'agognare con ogni forza ciò che non possiamo
avere. "
In realtà ad illudersi erano entrambi.
/Turn the page -
Metallica/
La rigirò con facilità,
padrone di una forza che non era indifferente. Se la mise addosso in
modo da farsi allacciare alla vita dalle sue lunghe gambe, lei lo fece
docile mentre il desiderio in entrambi aumentava sempre più,
continuando a baciarsi lui lasciò a lei il compito di
tenersi aggrappato a lui, non si sarebbe staccata, si sarebbe lasciata
prendere lì sopra, in mezzo al cielo notturno che ormai
andava schiarendosi.
Senza ferocia come le altre volte, con
più padronanza di sé, le alzò fino
alla vita la gonna che portava, poi le distaccò il petto
quel po' necessario per permettergli di avere il seno contro di
sé, per sentirlo meglio addosso mentre si premeva e per poi
poterlo assaggiare di nuovo.
Scese dalla bocca fino al collo, bevve l'acqua
piovana che era rimasta sulla clavicola e continuando il percorso
arrivò al seno, lo leccò e succhiò
fino ad esserne meglio soddisfatto facendola gemere di piacere. La sua
voce si perse nel vento e fu quasi inudibile, a lui arrivò a
giudicare dal sorrisino che fece. Alzò gli occhi neri e
penetranti su di lei che continuava a tenersi aggrappata cercando anche
maggior contatto, più calore, più
intimità.
- Voglio di più ... sento freddo ... -
Queste parole furono benzina sul fuoco
già acceso, un indicazione che forse anche lei abbracciava
la sua teoria del solo sesso o forse un messaggio non appreso.
Però su una cosa si trovava d'accordo
con lei. Voleva di più.
Fu quasi malefico lo sguardo che ebbe
successivamente.
Accadde con una lentezza nauseante oppure
esageratamente veloce?
Dipendeva dai punti di vista.
Bulma lo percepì diversamente da lui,
lei lo sentì aggrapparsi a sua volta al suo stesso bisogno e
star finalmente bene solo quando riuscì a soddisfarsi.
Non lo vide come un gesto fine a sé
stesso.
Provò calore, un gran calore, si
sentì avvampare dal basso ventre e si strinse a lui
affondando le unghie nella schiena testa del moro, incurvò
la schiena premendosi quanto più poteva a lui,
cercò il suo viso senza trovarlo, senza riuscire ad averlo,
trovò la spalla e la morse, aveva bisogno della sua bocca,
della sua anima. Voleva riversasse in sé ciò che
lo teneva in vita.
Lo voleva a tal punto da urlare il suo nome senza
rendersi conto del tempo e spazio in cui si trovava.
Vegeta lo percepì come il culmine di una
giornata di fuoco, si sentiva come quando possedeva la vita delle
persone che aveva fra le mani, l'aveva a tal punto da poter decidere la
gioia o il dolore altrui. Si sentiva vivo, si sentiva bene, sentiva un
senso, finalmente sentiva di avere delle risposte alle domande che
aveva da sempre.
Perchè era venuto al mondo?
Per dominare?
Credette la risposta fosse quella ma quando era
fino in fondo, con tutto sé stesso, dentro di lei, quando i
loro movimenti andavano all'unisono e la sentiva avvolgerlo,
percepì la propria aura aumentare e violentare entrambi,
portandoli insieme in uno spazio ben più infinito di quello
in cui si trovavano.
Vide dei confini da superare, dei limiti da
spezzare, delle forze da far sue.
Vide concretizzarsi i suoi sogni, si
sentì ciò che cercava di diventare con tutti
quegli allenamenti.
Gemette anche lui insieme a lei e le voci si fusero
come i loro corpi, forza.
Sensazione di forza.
Possessione.
Benessere.
Passione.
Fuoco.
Completezza.
Ciò che cercava era
l'invincibilità e non capì, non lo
capì mai, come fu possibile che solo unendosi a lei in quel
modo vi si sentì.
Si sentì non solo invincibile.
Ma veramente forte.
Il segreto della forza era forse possedere,
assorbire, gli altri?
O forse quel che sentiva e lo rendeva
così assoluto e potente era perchè lei l'amava?
Perchè era amore, no?
Eppure ... eppure cos'era l'amore?
Sapeva che era quel che lei cercava, lo provava per
lui?
Qualunque cosa fosse quel sentimento che lei gli
donava, l'aveva reso potente.
Anima.
Dove era?
Senza saperlo Vegeta aveva raggiunto il segreto
della forza dei Sayan, eppure l'avrebbe compreso realmente solo molto
tempo dopo.
Quando l'avrebbe accettato