GLI OSTACOLI DEL CUORE
CAPITOLO 8:
CREDERCI
/ My name is ... - Eminem/
- Ehi donna! -
-
Bulma! Mi chiamo Bulma! Prova a dirlo! Pronuncia ... B ... U ... dai,
su, con me! B ... -
Disse
con fare da maestrina saccente la donna avvicinandosi all'uomo che le
stava davanti guardandola seccato con un'espressione alienata. Non
l'avrebbe mai detto, per principio ... chiamarla per nome sarebbe stato
intimo, lui non aveva niente a che fare con nessuno di loro!
Certo
a volte capitava che chiamasse per nome qualcuno ma probabilmente non
pensava a quel che faceva. Preferiva mantenere le distanze. Lei
insisteva troppo con la storia del nome, era ovvio che lui per
controbilanciare quella seccante ragazza facesse l'opposto.
Bulma
gli andò davanti e gli mise le dita ai lati della bocca per
muovergliela, fu buffa la sua faccia quando fu messa in posa per la B,
tanto che lei stessa rise divertita provocando così un
ulteriore irritazione al principe dei Sayan che, tirando i muscoli del
corpo pensò giusto di colpirla con un pugno!
-
Smettila! Ti chiamo come mi pare! -
Lei
tolse le mani dal suo viso per metterle ai fianchi:
- Eh
no, mio caro! - Esordì cominciando a perdere la poca
pazienza che aveva: - In questo caso hai torto, io ho un nome e
desidero essere chiamata con quello! Che ne dici se ti chiamassi
'scimmione'? Quando c'era la luna piena e avevi la coda ti trasformavi
in scimmione, sarebbe corretto ... perchè no? Al posto di
Vegeta, 'scimmione'! Ti piacerebbe? O 'uomo'! Sei un uomo, tecnicamente
è corretto! Tanto più che Vegeta significa
vegetale ed un nome meno azzeccato per te non poteva esserci,
è troppo generico 'vegetale', tutt'al più sei un
broccolo, una testa di rapa, un cavolo ... ma 'vegetale' è
così generico che non significa nulla, non ha senso! -
L'interruppe
non potendo più ascoltare quelle che per lui erano proprio
cavolate! Fece un passo indietro per non farsi più toccare
in quel modo sciocco e sbottò truce:
-
Taci! Sarà meglio Bulma! Che diavolo
significherà? 'Stupida donna', probabilmente! -
-
Mutandine! -
Lo
disse con orgoglio, premendo a fondo su quella parola, poi si godette
l'espressione di Vegeta imbarazzata che rimase senza parole. Sembrava
fiera del significato del suo nome ... quello sì che era una
cosa da nascondere, altro che Vegeta! Si disse così
guardandola male, poi si riprese e continuò sempre scocciato:
-
Bè, puoi chiamarmi come diavolo vuoi, non me ne importa! Lo
fai comunque ... quando diventi isterica mi dici 'brutto scimmione'! Se
dovessi offendermi saresti già morta! -
Esasperata
lei alzò le braccia e gli occhi al cielo poi le fece cadere
lungo i fianchi scrollando le spalle:
-
Santo cielo, Vegeta ... andiamo a letto insieme, questo
significherà ALMENO che puoi chiamarmi per nome? O devo
riuscire a batterti in battaglia? -
Rifletté
solo dopo che, comunque, Vegeta non chiamava Gaku col suo nome
bensì con quello sayan ... bè, sempre di un nome
si trattava, perchè Goku era Kaaroth ed invece lei era
'donna'? Ok, lo diceva sprezzante uguale però era snervante!
- No,
non significa niente, te l'ho detto un sacco di volte, non hai
più diritti di altri! -
- Ma
se hai più riguardi per chi stai per uccidere! Gli dici:
'esprimi il tuo ultimo desiderio!' - Disse imitandolo alla perfezione
con una vociona grossa e dura, poi tornò normale, ovvero
femminile e irritante (per Vegeta): - A me non me lo hai mai detto,
nemmeno quando entri e rischi di uccidermi veramente ... se ti prende
qualche raptus in quei momenti io sono fregata ed ammetti che non
sarebbe così insolito un tuo raptus! -
Quando
era di buon umore parlava molto ma lo faceva anche quando era
arrabbiata. In effetti era strano se fosse stata in silenzio, una volta
ogni tanto!
Aveva
una considerazione non molto positiva di lei, del resto non erano pochi
i mal di testa che gli faceva venire ...
-
Insomma, BULMA! Possiamo andare avanti o staremo a discutere di queste
sciocchezze per sempre? -
Tagliò
corto lui, lei esultò dentro di sé, aveva vinto
una delle tante battaglie verbali ... certo, in quelle fisiche
(qualunque tipo fossero, anche quelle fatte sul letto) non spuntava mai
ma al momento si accontentava.
-
Dimmi, VEGETA, posso esserti utile? -
Disse
quindi sorridendo. Lui sbuffò ma andò avanti, era
già mentalmente stanco di parlare con lei.
- Ho
fame! Fammi qualcosa da mangiare! -
Lei
sospirò e cominciando a seccarsi di nuovo disse:
-
Quante volte te lo devo dire? Non sono la tua serva, devi chiedermi se
mi va, non 'fammi'! -
Ancora
uno sbuffo, l'ennesimo.
- Mi
fai o mi arrangio? -
Era
difficile vivere con lei ma era reciproco, alla fine lei si arrese e si
diresse al frigo della cucina, lo aprì e prese il piatto
della carne, era già pronto e sghiacciato per lui, quella
montagna di bistecche grosse gli sarebbero bastate, sperava ... certo
era costoso, Vegeta ... mangiava un sacco!
Quando
si mise a cuocere, l'odore salì profumando la stanza di
quello che normalmente sarebbe considerato buono ... normalmente, ma
non in quell'occasione specifica.
-
C'è solo quello? -
Disse
lui antipaticamente sedendosi al tavolo. Lei si voltò di
scatto guardandolo come se fosse un alieno facendogli pensare di aver
detto chissà cosa.
- Che
c'è? Ho tanta fame! -
In
realtà non fu quello a provocarle quella reazione. La
reazione dello stomaco che si stringeva sempre più
contorcendosi, fino a creare una netta nausea inspiegabile.
Impallidì
e continuando a guardarlo negli occhi, senza però vederlo
veramente, si mise la mano allo stomaco.
-
Cavolo, se non c'è nient'altro mi accontento ... -
Continuò
non capendo. Dopo di quello lei non resistette e corse al bagno a
rigettare.
Fu
decisamente sgradevole, insopportabile e prosciugante.
Non
sentì la reazione del sayan:
- Che
esagerata ... non pensavo di aver detto una cosa tanto orrenda! -
Quando
non ebbe più nulla da buttare fuori, rimase alcuni minuti
seduta nel tappeto davanti alla tazza del water mentre faceva andare lo
sciacquone. Aveva le lacrime agli occhi per lo sforzo e uno sguardo
vacuo.
"Di
nuovo ... cosa significherà? Sarà una semplice
influenza ... in fondo che dovrebbe essere?"
Liquidò
tutto così, peccato che lei aveva così tante
nozioni scientifiche in testa che rovistando fra le varie
possibilità, non riusciva proprio a scartare, come invece
avrebbe voluto, l'ipotesi della gravidanza!
- Non
diciamo idiozie! Perchè dovrei esserlo? Anche se non abbiamo
mai usato precauzioni perchè quello scemo non sa nemmeno
cosa sono, è assurdo, è troppo facile ... lo
cacciavo prima che venisse! Certo, a parte una volta ... quell'unica
volta in cielo, dopo uno dei litigi più duri ...
là ho voluto farlo fino in fondo! No, non sarà!
Ok, i tempi coinciderebbero, ho avuto un'altra nausea che isolata non
mi ha detto nulla! Oddio, no. Non può essere! -
Si
alzò di scatto impaurita, questo le provocò il
giramento di testa, si appoggiò al muro, poi col panico che
cresceva chiamò a gran voce Vegeta che accorse seccato,
quando la vide con quell'espressione sconvolta si chiese che fosse mai
successo ancora. Lei si aggrappò alle sue spalle forti e
cercando di scuoterlo, senza riuscirci, disse a voce piuttosto alta:
-
Vegeta, c'è la possibilità che io aspetti un
bambino! -
Lo
sparò così come l'aveva appreso, era un ipotesi,
un'idea probabile ma nulla di certo. Certo lui era il colpevole e
doveva penare da subito quanto lei.
Tuttavia
se avesse conosciuto la sua reazione, probabilmente, non l'avrebbe mai
detto ... probabilmente l'avrebbe tenuto nascosto o forse semplicemente
non si sarebbe mai aspettata nulla, come avrebbe dovuto fare.
-
Sarebbe mio? -
Una
reazione da uomo, in fin dei conti. Troppo. Sia terrestre sia sayan
facevano tutti la stessa cosa. Per lei uno schiaffo sarebbe stato
più gradito, fu quello che gli tirò
già arrabbiata, poi isterica gridò:
-
Brutto scimmione! Con quanti vuoi che sia andata a letto negli ultimi
tempi? Con mio nonno? -
La
reazione di Vegeta?
Shock!
/Breaking the habit - Linkin Park/
"Sono andato ad
allenarmi. Quando mi ha chiesto di dire qualcosa, l'unica a cui sono
riuscito a pensare è stato:
-
Vado ad allenarmi! -
Sapevo
che si sarebbe infuriata ma non l'ho nemmeno sentita. Sono
semplicemente andato ... del resto non ho da chiedere permessi,
io! Ho bisogno di pensare, credo che ci vada un po' di
ragionamento a questo punto. Anche se non ne ho mai avuto bisogno. Io
so già cosa voglio: diventare super sayan e battere Kaaroth,
nient'altro ... il resto è di contorno, sono sciocchezze, mi
concedo qualche divertimento con lei perchè ormai
è fisiologico e posso permettermelo, non rischio la vita se
me lo concedo.
Un
figlio è diverso, una famiglia lo è ... rischio
di non raggiungere il mio scopo, con una cosa simile.
Io
DEVO raggiungerlo. Vivo solo per questo. Non mi interessano i figli,
non so che farmene, non mi sono utili, non so nemmeno cosa significhi
averne uno, cosa devo farci se lei è incinta? Cavoli suoi,
non è colpa mia! Anche se lo fosse sono cose che capitano,
è assurdo fermarsi solo per questo!
Andrò
avanti come ho sempre fatto.
Dopo
aver dato a fondo alle mie forze nella solita stanza, dopo aver
superato ogni oggetto d'allenamento, dopo non aver più nulla
da provare perchè riesco come fosse una passeggiata in
tutto, mi fermo seccato in mezzo alla stanza, stringo i pugni e giro la
testa guardando la capsula circostante. Sono seccato.
Altamente
seccato.
Il
mio umore è terribilmente peggiorato nell'ultima ora.
E'
solo colpa sua e del fatto che non sono sudato nemmeno un po', nemmeno
affaticato!
Non
può più darmi niente questo posto.
-
Non servirà a nulla! Sto solo perdendo tempo ormai!
-
Credo
sia arrivato il momento di andarmene, è solo un fatto
psicologico ormai. La forza ce l'ho, è mia, non è
quello il problema, ho raggiunto il massimo che potevo raggiungere in
questo posto.
Niente
qua mi è più utile anzi ... comincia ad essere
peggio.
Mi
sto stufando!
Ripenso
a tutto il tempo che ho passato qua, dall'inizio fino ad ora sono
certamente migliorato, anche il mio lato di uomo lo è ... di
sayan. Ho conosciuto piaceri che era mio diritto concedermi e prendermi
ma ora è giunto il momento di andare ulteriormente avanti,
il passo successivo per raggiungere Kaaroth.
-
Basta cazzeggiare! -
I
ricordi consumano un guerriero, rischiano di aprire delle ferite chiuse
e di impedire di andare avanti nel proprio futuro. Se rimango qua solo
perchè forse sono padre e perchè voglio ancora
far sesso, non diventerò mai più forte.
Non posso rimanere fermo solo per questi motivi, se la cosa giusta
è andarmene per concentrarmi e raggiungere lo stato
psicologico giusto, è quello che faro.
Ne ho passate molte, non posso fermarmi e accontentarmi, devo agognare
ed ottenere sempre più. Una famiglia mi deteriorebbe.
Mi
lacererebbe, mi appesantirebbe come fin'ora l'hanno fatto un sacco di
cose. Io devo odiare, odiare e provare rabbia, sempre di
più, fino a che non esploderò, fino a che non mi
divorerò da solo e la forza mi ingloberà, mi
fonderò con essa. Devo concentrarmi solo su quello, qua ci
sono troppe distrazioni.
Quella
Bulma dà tutto per scontato, non sono più al
sicuro nemmeno qui dentro, ci entra quando vuole, dice che è
casa sua!
E'
convinta che rimarrò qua per sempre ma non va bene, non va
più bene, io glielo avevo detto, è lei che si
è sempre illusa, ora sono solo fatti suoi! Come ho
ricominciato appena arrivato sulla Terra, cambiando vita, lo posso
rifare di nuovo.
Non
voglio essere quello che viene scelto dalle battaglie, devo essere
sempre e solo quello che sceglie anche se capisco che dentro sono io
quello confuso.
Perchè
sono rimasto qua per troppo tempo in attesa di arrivare allo stato che
volevo ed intanto mi sono fatto mangiare momenti preziosi da questi
insulsi umani, ho fatto un sacco di cose inutili, ho ripreso a vivere
quasi come niente fosse ... mi sono rammollito. Ogni notte di sesso ora
la vedo solo come una sconfitta, la sento così
perchè alla fine anche se stavo bene in quei momenti e mi
sentivo potente, non mi ha aiutato a diventare super sayan, sono ancora
solo Vegeta.
Kaaroth
è ancora irraggiungibile, per me.
A
questo pensiero tiro un calcio potente al computer centrale di questa
stanza, comincia ad andare in corto circuito con delle scariche
elettriche che mi raggiungono, non mi fanno effetto, comincio veramente
a stufarmi, mi sento fregato e solo da una stupida donna!
Ho
perso tempo!
-
Dannazione! -
Non
so per cosa valga la pena combattere, o perché devo urlare
ed infuriarmi, non so nemmeno perché istigo, a volte so che
dico ciò che non ho intenzione di dire, ho imboccato questa
strada perchè era l'unica possibile per rafforzarmi eppure
ora, solo ora, dopo tutto mi rendo conto che non è stata
quella giusta. Mi sono liberato da alcuni vizi, mi sono anche
divertito, certo mi sono rafforzato ma ... l'odio non mi divorato,
l'odio è scemato ed è solo colpa sua.
Il
culmine l'ha raggiunto ora, con ... questa storia del bambino!
Che
sia mio figlio non ha importanza, non ha alcun significato, l'avesse se
potesse aiutarmi a raggiungere il mio scopo, non potrà,
sarà solo un peso ... così che lei faccia quel
che vuole, farò altrettanto io!
Devo
pensare a me, devo prendere la strada giusta, la vera strada giusta!
Ancora
un moto di rabbia e affondo con forza cieca il pugno in quel che ormai
è un ammasso di rottami, il fumo esce e mi avvolge,
è un istante, realizzo che in questo giorno mi
libererò di un sacco di cose inutili ed è qua che
il computer esplode coinvolgendomi.
Se
mi ferisco o mi faccio vedere malmesso per una stupidaggine simile mi
curerebbe, mi impedirebbe di andarmene e di fare quel che
devo.
Non
ho da rendere conto a nessuno!
Aggrappandomi
a quest'idea della cura che mi rallenterebbe solamente, faccio uno
scatto ed esco da quel che rimane della capsula, più
resistente della volta scorsa in cui è esplosa.
Chiudo saldamente la porta dietro di me, mi colpisce l'aria fresca e la
respiro, mentre cerco di riprendere di nuovo fiato mi rendo conto che
qua soffrirei ancor di più, perchè non
raggiungerei i miei scopi, solo per colpa sua. Starei peggio di prima.
Non mi sono rimaste altre possibilità.
Non voglio stare fermo.
Quando
diventerò un super sayan lo sapranno tutti, farò
in modo che non passerà inosservato, tutti avranno bisogno
di me e se ne accorgeranno a costo di farli fuori uno per uno. Io
sarò diventato così forte che nessuno
potrà combattermi, nessuno mi umilierà
più. Nessuno.
Questo
è l'unico modo in cui la mia storia finirà!"
Vegeta
spiccò il volo e se ne andò definitivamente da
quella casa, lontano da Bulma e da suo figlio.
/Call me when you're sober - Evanescence/
Quando Bulma andò a controllare
cos'era successo e chiedere a Vegeta cosa pensava di fare riguardo la
probabile gravidanza, non lo trovò.
Non le volle molto per capirlo.
Se ne era andato e sentire dentro di
sé che l'aveva fatto con l'intenzione di non tornare
più e scappare a quelle responsabilità, le fece
male.
Nonostante lei fosse Bulma, una donna molto
forte ed incrollabile, le fece molto male realizzare che se ne era
andato sapendo che sarebbe diventato padre.
Un male che fu subito divorato dall'ira.
"Non
venire a piangere da me, quando non riuscirai a superare Goku, quando
ti sentirai solo, quando verrai sconfitto e non saprai più
come fare per andare avanti e sentirti forte. Non venire proprio a
piangere da me rivendicando diritti su tuo figlio!
Se mi amassi saresti qui con me.
Se mi
amassi non me lo diresti, se mi amassi scapparesti come hai sempre
fatto ma solo metaforicamente.
Se mi
amassi non scapperesti realmente.
Mi vuoi questo è appurato, vieni sempre a cercarmi di notte,
però non vuoi amarmi, ti imponi di non farlo.
Non ne
sei capace?
Sciocchezze,
si ama ed è una capacità innata! Non la spieghi,
la fai e basta.
Non sai
far a meno di me ma nemmeno del cavolo di orgoglio, allora deciditi.
Ti ho
fatto molte volte questo discorso fino a litigare ... alla fine hai
deciso. Lottare da solo per essere più forte.
Perchè
non capisci che lottare per qualcuno rafforza ancor di più?
Perchè?
Devo
lasciarti andare, farti cadere, perchè così
succederà questo, così, senza amore, senza
nessuno.
Perderai tutto e forse quando sarai solo e sconfitto e ti chiederai
cosa fare, potrai ricordare tu stesso questi momenti e dirti che se
avessi fatto un'altra scelta, qualcosa sarebbe diverso.
D'altro canto a quelle condizioni non potevo io stessa continuare a
cederti. Con la tua negazione ai sentimenti, a me ormai non basta solo
il corpo, non è solo una cosa fisica.
Non
è facile nemmeno per me, quando ho appreso la
possibilità della gravidanza sono andata nel panico
perchè sapevo che a lui non sarebbe mai interessato. Con un
bambino io voglio l'amore, se lui non vuole darmelo c'era comunque
qualcosa da cambiare.
Già
... alla fine stavamo solo ingannando noi stessi e sono stanca della
menzogna.
Mi
guardo la pancia ancora piatta fasciata da uno dei miei abiti stretti e
corti e me l'accarezzo, ho un'aria non più arrabbiata,
sospiro sconfitta.
- Sei arrivato tardi, piccolo ... hai deciso le cose ma non nel meglio
che potessi sperare. -
Esco da
questo posto pieno di lui, del suo odore e della sua rabbia, lui sa
solo odiare, è convinto di questo ma sicuramente continuando
così finirà per star male, sempre più
male ... fino ad umiliarsi veramente.
Starai
male, Vegeta, e vorrei ripeterti convinta che non ti
accetterò quando verrai a piangere da me. Ma sono stufa
delle menzogne.
Non
potrà mai funzionare in questo modo fra noi ... eppure sono
riuscita a provare del sentimento lo stesso, perchè l'ho
visto e nonostante tutti i suoi mille difetti so cos'ha dentro, so che
vale, so che se mi amasse sarebbe qua con me, ora ha deciso e se ne
è andato.
E'
finita.
Va bene,
sono grande e l'accetto, non è un problema crescere questa
creatura, se ci sarà, da sola.
Va bene
così.
Non posso comunque prendermi la colpa se il nostro rapporto
è andato così, sono anche stanca di provare
vergogna per essere solo un corpo, per te.
Deve essere stancante perdere al tuo stesso gioco.
Un gioco
di odio verso tutto e tutti, in cui ciò che conta
è la sola forza, niente debolezza ed ora nemmeno
più distrazioni, tutto ciò che mi consideravi.
Si,
ormai era diventato stancante.
Non posso dire che tu sia odiato anche da me anche se mi hai logorata
fino a questo punto.
Sai,
vorrei piangere ma in fondo stare con te mi ha rafforzata ancor di
più.
In fondo
devo ringraziarti per questo, tuttavia non mi meraviglia che tu sia
sfinito, non ce la facevi più a star qui, vero?
Allenarti,
avere il piacere fisico con me, vivere come un uomo normale ... era
umiliante visto che ormai stavi dimenticando il tuo sacro odio.
Ora
è il tuo odio ad odiarti, se ti abbandona perchè
non gli piaci più non diventerai mai forte come vuoi, vero?
Ecco
perchè sei finito a rincorrere lui e a scappare dalla vita
normale, colei che ti renderebbe felice.
Non puoi recitare la parte della vittima stavolta, è stata
tutta colpa tua, ti sei cercato ogni cosa.
Come non
potrai farlo quando starai male.
Chissà allora cosa farai? Sarai in te, ragionerai da sobrio
... spero che non mi chiami, ti dirò che è finita.
Tu ti
chiederai: 'Come ho potuto bruciare il paradiso? Come ho potuto?' Ed io
potrò divertirmi a risponderti con la tua stessa
crudeltà: 'Non sei mai stato mio.'
Lo ripeto per convincermene.
Se mi amassi saresti qui con me.
Non mentirmi dicendomi, quando tornerai, che mi amavi e che sbagliavi.
Dovrò dirti:
'Prendi le tue cose. Ho deciso per te.'
Sorrido
entrando nella vasca e immergendomi nell'acqua calda, mi accarezzo il
ventre immaginando quando sarà gonfio, poi un nodo sale alla
gola, dopo aver immaginato tutta la scena che so non sarà
mai. Vado sotto l'acqua con la testa, così almeno non si
noteranno le mie lacrime.
Vorrei
dire queste cose quando lo rivedrò, ma so che non
sarà così.
So che
l'accoglierò e gli farò tenere in braccio suo
figlio.
So anche
che invece di sentirmi sciocca, umiliata e stupida, mi
sentirò felice e più forte di prima.
Però
ora mi sembra così irraggiungibile, quel giorno ... "
/We
believe - Good Charlotte/
Quella notte ci
fu una donna che pianse a lungo, come poche volte le era
capitato.
Fu una notte in
cui il mondo le parve cambiato solo per il fatto che era stata lasciata
nonostante razionalmente sapesse che quello, era un passo inevitabile.
Non era una donna di molta fede eppure chiese a Dio perché.
Perchè suo figlio sarebbe stato come morto per suo padre,
perchè sarebbe cresciuto senza di lui magari proprio nel suo
odio.
Pensò di piangere per lui, per la creaturina che sarebbe
nata, credette di non dormire nulla per questo figlio ma fu solo
illusione, poichè in realtà piangeva per
sé stessa e per aver perso l'uomo che amava.
L'indomani sarebbe stato solo un altro giorno di lavoro, i suoi amici,
presto, avrebbero solo combattuto un'altra guerra contro dei nuovi
cattivi che avrebbero dimostrato che non c'era nessun riguardo per la
vita.
Ci sarebbe stato
da chiedersi come mai tutti gli uomini ignari o consapevoli di uno dei
soliti disastri mondiali, dormivano lo stesso sereni, vivevano e
stavano bene.
In realtà lei voleva solo una cosa in quel momento.
Che le cose,
anche per lei, andassero nel modo giusto.
Ci credeva ma non
bastava che ci credesse solo lei.
Serviva che ci
credesse anche lui, l'interessato alla sua preghiera.
Per realizzare i
miracoli serviva la fede di almeno due persone.
Dovevano crederci
insieme e tutto si sarebbe sistemato.
A quel punto non
le rimaneva altro che questo.
Crederci.
Crederci
veramente, con tutta sé stessa. Credere che quelle lacrime
non erano inutili, che ogni tanto l'egoismo serviva, che si poteva star
meglio dopo uno sfogo, che certe persone stavano meglio separate, che
la vita era assurda se riusciva a far innamorare due persone di mondi
letteralmente diversi.
Credere che
nonostante la diversità fossero uguali nel modo di amare, un
modo tanto umano quanto sayan.
Credere che prima
o poi l'avrebbe lasciato andare, quell'amore represso e nascosto, che
si fossero rivisti e che lui avrebbe capito, gli sbagli sarebbero stati
perdonati e tutto sarebbe andato a posto.
Credere che
l'indomani lei sarebbe stata bene e non avrebbe sentito la sua
mancanza, avrebbe ripreso la sua forza e, nonostante sapesse
perchè lui se ne era andato visto che era ancora l'unica a
capirlo veramente, si sarebbe innamorata ancora di qualcun'altro.
Credere che anche lui l'amava.
Credere che erano
giusti l'uno per l'altro.
Credere in quel
loro strano amore fatto pieno di ostacoli, quegli ostacoli posti
proprio intorno al cuore.
Credere che un
giorno quei labirinti sarebbero stati buttati giù proprio
per quel loro amore in cui credevano ciecamente.
Bulma non leggeva nel futuro, dalla sua aveva solo la fede nei suoi
sentimenti di ragazza romantica.
Questo era
ciò che pensava.
Non considerava
che, in realtà, dalla sua aveva anche colui che, in un
futuro ormai non molto lontano, sarebbe diventato una delle persone da
Vegeta più amate.
L'altra sarebbe
stata proprio lei.
FINE