INSOSTITUIBILE


Il cellulare mi suona e rispondo subito dirigendomi alla scrivania seguito da Kate, è Tony ed il fatto che mi abbia chiamato prima della scadenza dell'ora prestabilita per i nostri contatti, significa che ha qualcosa di importante da dirmi. Ogni volta che mi chiama ho sempre la certezza che gli sia successo qualcosa, anzi... che abbia combinato qualcosa!
Anche se so che sa cavarsela da solo e che anche se non sembra è in gamba, questo non significa che tutti i guai che mi combina non mi facciano stare all'erta lo stesso!
In fondo stava seguendo un sospettato alquanto pericoloso...
- Si? - Ho il mio solito tono deciso e non ancora seccato o impaziente ma sono certo che subito lo diventerò.
- Gibbs? - La sua voce è un po' affrettata ed agitata, respira veloce, sta camminando.
- Che succede? - Mi siedo alla scrivania senza far caso a quel che faccio, mantenendo la mia attenzione alla sua voce. Sta succedendo qualcosa, non mi serve che me lo dica per capirlo. Quando mi chiama con quel tono è solo perchè ha combinato qualcosa ma voglio capire se devo ammazzarlo o preoccuparmi!
- Sacco ha appena lasciato il bar... ahh... - il suo tono è sempre più incerto e lo sento decisamente strano, affannato e confuso, assottiglio gli occhi per cercare di capire COSA stia facendo mentre sospira confuso senza trovare le parole. Che diavolo ha?
Ahh... non mi sento bene. - E questo come cavolo lo devo interpretare? Mi dice solo così ed io dovrei capire perchè, cosa, come, dove e quando!? Detesto quando mi prendono per un indovino anche se ci azzecco sempre senza bisogno che parlino.
- Tony, che hai? - Dal tono che uso sempre più brusco ed alto non sembra tanto una domanda, la mia... potrei anche averlo spaventato io stesso... se ancora non gli è successo nulla ora per la paura potrebbe essere che mi combina qualcosa di peggio, ma non posso proprio controllarmi. Si tratta di lui, mi chiede aiuto e non mi spiega che diavolo ha. Non ho poteri magici.
Parla dannazione!
- Ho fatto proprio un guaio, capo... - Poi solo un tonfo sordo in cui non si sente più la sua voce. Gli è caduto il cellulare o è caduto anche lui? Che diavolo sta succedendo, porca miseria?
- Ehi, Di Nozzo, mi senti? - Quando esclamo questo sono sempre più allarmato e scatto in piedi, mi rendo conto che sto quasi urlando ma non mi interessa. Tony non si sente più dopo avermi detto che non si sente bene e che ha combinato un guaio. Che dovrei fare da qua mentre lui è la e gli succede chissà cosa?
E non so nemmeno cosa, maledizione!
Non mi piace, non mi piace per niente non sentirlo, non sapere cos’ha, non ricevere nemmeno una delle sue battutacce pesanti... lui che per farlo stare zitto devo picchiarlo, ora non mi risponde più.
Tony! Tony! Tony mi senti? - Ecco, ora sto gridando e Kate che mi fissa spaventata capendo che gli è successo qualcosa, penso non sappia di cosa aver timore per prima ma io non avrei dubbi al suo posto. È di me che deve avere paura… se non trovo Tony subito vivo e integro! - Stiamo arrivando da te! - E questo è tutto ciò che posso dire e fare.
Se almeno mi sentisse e bastasse veramente il mio arrivo per sistemare tutto...
Non c'è tempo.
Non c'è tempo per nulla. Semplicemente rabbioso volo da lui seguito da Kate che non osa nemmeno farmi una domanda. Non è sciocca e soprattutto se in squadra c'è uno che non ha mai paura di me è proprio lei.
Se ora evita ogni modo per parlarmi significa che è abbastanza acuta da immaginare che questa è una delle situazioni che mi mandano in bestia.
Non sopporto.
Non sopporto quando mi toccano uno della mia squadra e siccome finisce sempre lui, nei guai, non sopporto quando mi toccano Tony.
Lo detesto, mi manda fuori di testa.
Perchè diavolo sempre lui?
Non possono cambiare ogni tanto e prendersela con me?
Dannazione!
Odio dover immaginare cosa gli possono aver fatto, odio dover indagare sulla sua scomparsa e su quello che può essergli successo.
Lui è il mio primo agente, dovrebbe essere sempre appresso a me, quando mi serve dovrebbe esserci, quando io chiamo lui dovrebbe arrivare subito pronto perchè è quello che fra tutti riesce ad indovinare meglio quel che voglio, le volte in cui mi esaspera lo fa di proposito per alleggerire l'atmosfera e lo fa anche se sa che mi infastidisce. Perché lui è lui e non potrebbe essere diverso o meno pesante.
E dire che solo ieri mattina me lo stavo trascinando dietro a forza per impedirgli di flirtare con quella barista che se lo stava mangiando con gli occhi... ed ora invece non c'è e lo devo cercare. Cercare... perchè so, oh se so... so che quando arriverò davanti a quel dannato locale lui non ci sarà perché altrimenti sarebbe troppo facile, certo che lo sarebbe.
Non sarebbe lui se fosse ancora là dove mi ha lasciato al telefono!

Arrivo e dopo aver guidato come un pazzo mi fermo davanti al locale, sul retro, vicino alla sua auto parcheggiata. Lascio un gran segno a terra, però come immaginavo c'è solo ciò che gli appartiene e non lui.
Lo sapevo.
Con un gesto secco della mano mando Kate nel locale a chiedere informazioni e nel frattempo rimango un istante da solo, probabilmente entro un attimo tutte le pattuglie della zona cercheranno di rendersi utili. Stringo le labbra e contraggo la mascella sforzandomi di non fare espressioni particolari, mi concentro unicamente su ciò che veramente serve. Esplosioni inutili ora non avrebbero senso, non mi porterebbero a nulla.
Esplosioni con chi? Lui non c’è…
Mi chino e prendo il suo cellulare ancora aperto sull'asfalto. Nemmeno un minimo respiro da parte mia.
Controllo l'ultima chiamata e risulta essere la mia.
Livido ancora non faccio assolutamente niente se non intascarmi entrambi i telefonini. Glielo restituirò io.
- Ho interrogato tutti, nessuno ha visto Tony dopo che è uscito dal locale. - Arriva Kate e mi informa subito, è molto seria e quando vede la mia espressione tetra aggiunge con voce incerta e titubante: - Non penserai... - Ma io la guardo all'istante e non dev'essere un espressione tanto serena visto che si immobilizza e non continua. È come se il mio sguardo bastasse per farle capire una cosa. Non deve azzardarsi nemmeno a pensarlo, figurarsi ad insinuarlo. - ...nemmeno io. - Aggiunge quindi con timore crescente.
Per un momento cancella tutto il tempo passato con me, è come se fosse la prima volta che mi vede e non sa più come comportarsi nei miei confronti nonostante ci fosse sempre riuscita con naturalezza. È la prima volta che mi dimostra di non saper più come prendermi e come parlarmi. Come se avesse paura di me... e non ho ancora fatto o detto nulla!
Cerco di trattenermi ma non so per quanto ci riuscirò. Mi giro e chiudo con violenza la portiera dell'auto di Tony, nel mentre sbotto secco il nome del sospettato che seguiva: - Sacco! – E’ opera di quel bastardo.
Lo uccido se gli ha torto un capello.
Kate dal canto suo cerca di riprendersi e mi informa che stanno perquisendo il suo appartamento e che trovarlo è solo una questione di tempo.
Io mi fermo e la guardo per un attimo ma al momento mi da fastidio fare ogni cosa... guardare le persone, parlare, spiegare cose ovvie...
Tempo, dice lei... eh si che non è del tutto idiota, anzi. L'ho tenuta con me perchè è in gamba, dannazione!
Questa volta il tono è decisamente rabbioso:
- Tempo! L'unica cosa che non abbiamo! -
Dicendo questo la lascio allontanandomi per telefonare al direttore ed informarlo.
Nonostante una parte di me sappia perfettamente cosa bisogna fare e che devo mantenere la calma e la freddezza, l'altra mi martella nella testa facendomela quasi esplodere.
Come si può rimanere freddi in queste situazioni?
È sempre lui che mi fa arrabbiare, in un modo o nell'altro è sempre colpa sua se invecchierò troppo in fretta!
Una volta solo aspetto un istante prima di chiamare il direttore. Mi appoggio ad un muro assicurandomi un po' di discrezione e mentre i lampeggianti a pochi metri da me non mi permettono di dimenticarmi che c'è un emergenza in atto e che però non abbiamo assolutamente niente in mano, col palmo della mano do un colpo contro il muro che mi sorregge e impreco lasciando per un istante la mia espressione così come vorrebbe stare.
Rabbiosa e alterata.
Esplodere sarebbe l’unica cosa che farei se avessi quel pezzo di merda fra le mani.
Tony lo seguiva per vedere dove ha portato i marine rapiti e lui in risposta ha rapito lui.
Lui!
Anthony Di Nozzo, un agente dell’NCIS!
Ma si rende conto di cosa ha fatto?
Di cosa rischia?
Non la passerà liscia.
L’ho detto prima e lo ripeto. Per me Tony è più che importante, è stato il primo agente che ho scelto liberamente per formare la mia squadra e tornando indietro lo rifarei nonostante il suo carattere ed i suoi modi esasperanti.
Lo riprenderei con me e gli darei alloggio e aiuto come ho fatto all’inizio, perché in lui c’è quel qualcosa che mi ha ridato l’immagine di me stesso di anni fa, quando volevo mollare tutto ed ero un acerbo precipitoso combina guai con la pistola ed il distintivo. È stato Mike a far di me quello che sono e ad aiutarmi, non mi ha voltato le spalle nonostante fossi una piaga per lui e lo facessi dannare.
Io ora se lascio che facciano qualcosa ad un mio agente è come se una parte di me subisse lo stesso trattamento.
E nello specifico è ancor peggio con lui perché quel lato di me che ormai è sepolto, è comunque un pezzo di quel che sono stato.
Ho deciso che Tony diventerà grande, sarà il mio successore e non potrei semplicemente rimpiazzarlo con un altro che mi sembra simile.
Non ne troverei.
Non potrei sostituirlo.
Quindi non c’è alternativa.
Lo troverò e sarà vivo.
Punto e basta.
È solo questa l’alternativa.
O io avrò la testa di tutti quelli che hanno contribuito a far perdere la mia ora!
Con un sospiro piuttosto profondo e rabbioso, detesto preoccuparmi e stare in questo stato allucinante, apro il cellulare per chiamare il direttore.
Non c’è tempo.
Dannazione.
Non c’è.
Tony, ti voglio subito qua, immediatamente!
Sono stato io a dire a Kate, oggi, che potevamo mandarti tranquillamente da solo a pedinare Sacco, che eri in gamba e te la saresti cavata bene… ora tu però non devi deludermi dimostrando che sbagliavo.
Non devi perché so che ho ragione io.
Lo so.
Resisti che io arrivo, qualunque cosa ti stiano facendo. “

Ho una forte convinzione.
Morirò lottando ma col sorriso sulle labbra e soprattutto guardando la faccia di Gibbs.
Mi immagino già la sua espressione seria che mi ordina imperativo di non morire o mi inseguirà ovunque per farmela pagare. Poi io concluderò con qualche frase che ha fatto la storia del cinema, magari un “Francamente cara, me ne infischio!” E lui sorridendo capirà che è la mia ora e con una carezza non da lui mi dirà sicuro ed in qualche modo dolce come lui sa essere quando vuole: “Andrà tutto bene.”.
È così che sarà la mia morte, ecco perché non è ora.
Gibbs, sbrigati a venire… intanto mi darò da fare e ti verrò in contro, proprio come mi diresti tu… “Di Nozzo, datti una mossa!”. Ecco cosa mi tuoneresti e aggiungeresti anche uno schiaffo sulla mia povera nuca.
Dunque ora non mi rimane scelta, figurati se rimango in panciolle ad attendere l’arrivo dei rapitori che finiscano la loro opera o quella di Gibbs che dopo avermi liberato la finisce lui, l’opera, perché non ho mosso un dito per liberarmi!
Sono un agente dell’NCIS, il primo suo operativo, il suo successore… non esiste che rimanga steso coi lamenti di un marine legato al muro e pieno di bubboni. È così catastrofico che mi fa venire l’ansia anche a me.
Non va bene perché l’unico che ha diritto a farmi venire l’ansia è il mio capo e lui non c’è, per ora.
Così dimostrandomi proprio un bravo agente anche in una situazione critica simile, riesco a fare proprio un bel lavoro improvvisando… riesco a liberare il prigioniero dalla catena e ad aprire la porta che ci rinchiudeva in questa stanza delle labirintiche fogne della città.
Cavolo, che puzza!
Mi carico il sergente in spalla, è in brutte condizioni e senza aspettare un secondo di più comincio a camminare più veloce che posso per gli infiniti grovigli delle condutture in cui ci troviamo.
Basta camminare un po’ e resistere, presto incontriamo Gibbs che ci è venuto a cercare e lui risolve tutto.
Sono in gamba, non c’è altro da dire… il capo mi ha addestrato bene e questa volta sarà sicuramente contento di me, me lo dirà certamente!
Sicuramente gli manco… è naturale che gli manco… si vergogna ad ammetterlo ma non c’è dubbio che sia preoccupato per me!
Con questo pensiero sorrido fugace mentre continuo la mia evasione, nemmeno la voce di Sacco, il rapitore, che ci insegue chiamandoci a gran voce, mi convince a fermarmi. Solo perché lo dice lui io dovrei obbedire?
Chi si crede di essere? Gibbs?
Ma dai… un rapitore grida ai fuggitivi di fermarsi e quelli secondo lui si fermano?
È proprio idiota!
Tanto andrà bene… devo resistere un altro po’, anche se faccio una fatica bestiale e non sono al massimo delle mie forze.
Ora arriverà lui e mi darà una mano. Andrà tutto a posto, è questione di un attimo, basta che non mi fermo anche se vorrei proprio perché il fiato mi manca e le forze mi fanno qualche scherzo.
Il sergente, poi, è un peso morto, ma non mi darò per vinto. Mai. Proprio ora…
Dai, dannazione, dai…
Gibbs, sbrigati.
Io sono qua, mi troverai di nuovo come hai sempre fatto?
Si che mi troverai anche se qua i corridoi non finiscono più e chissà dove mi sono cacciato.
Mi troverai perché non esiste che non riesci ad arrivare a me e tirarmi fuori dai guai.
Lo so.
Come so che per te sono insostituibile e che sei rabbiosamente preoccupato per me (non invidio Kate che sta con te in questo momento), è così perché se sparissi tu anche io sarei allucinato.
Anche tu per me sei insostituibile e importante.
Ti voglio qui.


Cavolo… non pensavo che ce l’avrei fatta!
È finita, è finita tutta questa incredibile storia e del tutto imprevedibile direi… non pensavo che in realtà Sacco fosse venuto a salvarci e che invece l’assassina fosse la barista con cui ci avevo provato ieri mattina, quella da cui mi ha strappato via Gibbs!
Però chi se ne frega, ora?
Posso permettermi di dirlo… è finita e non ne potevo più, giuro.
Girare tutto quel tempo per le fogne, tutto sporco, sudato, malmesso… dopo essere stato drogato nel rapimento ed aver salvato il sergente che era come un peso morto… dopo aver fatto tutto quello (anche cacciarmi nei guai, effettivamente…), posso dire che basta così.
Al diavolo, è andata e sono vivo e vegeto… anche se stanco, sporco e puzzone!
Non oso nemmeno guardare i miei capelli.
Finalmente sono in ascensore, una volta in ufficio mi prenderò i miei cambi e mi farò una bella doccia, non vado più da nessuna parte conciato così.
Però prima c’è un pensiero fisso che non posso proprio ignorare… Gibbs non mi ha detto una parola, abbiamo parlato del caso, dei perché e dei per come, ci siamo occupati del sergente ed abbiamo fatto un sacco di cose, tutte che a quanto pare venivano prima.
Ma ora nessuno me la toglie, questa.
E girando lo sguardo direttamente verso lui accanto a me, lo chiedo petulante ed insistente:
- Ammettilo, eravate preoccupati per me, eh? Non devi dire nulla, lo capisco... – Peccato che lui continui a non guardarmi e a stare zitto. Certo, come no… ‘non devi dire nulla’ tua nonna! Dillo, dai! Se non insisto non lo dirà mai eppure lo pensa, so che lo pensa. È lampante ed io ci tengo che lo dica: - Ok, dimmi qualcosa, vi importava vero? - L'ascensore si apre proprio ora ma nessuno dice nulla e Kate ridacchia lasciando il campo a Gibbs… sa bene che è di lui che mi importa… cioè, è ovvio che sono mancato a tutti ma è Gibbs che me lo deve dire, per me è vitale che lo dica… dai, non può non dirmelo… esce spedito ed io lo seguo, infine preoccupato comincio a perdere la speranza:
- Quindi... non vi importava niente? – No, non è vero, dai, dillo che non è vero. Ti importava di me e pure tanto.
Ma finalmente si ferma bruscamente e imprevedibile come solo lui sa essere torna indietro, poi davanti a me mi prende il viso fra le mani, non sono molto pulito, anzi, ho un aspetto pietoso però mi tocca e non l’ha mai fatto se non per prendermi a scappellotti… oddio, questo supera le mie aspettative. Mentre un certo batticuore comincia ad avanzare in me, peggio di quando correvo là sotto, e una certa imprevedibile euforia mi invade, con espressione seria e sicura dice:
- Tony, per quanto mi riguarda sei insostituibile. – Rimango di sasso per un attimo. Lo sapevo… lo sapevo… l’ha detto, cavolo, l’ha detto veramente!
Non ci speravo. Ero sicuro che avrebbe fatto finta di nulla perché si vergognava ad ammetterlo.
Ma l’ha detto!
- Lo sapevo che dietro quella dura scorza da marine si nascondeva un cuore! – Sorrido dicendolo, non si può non rispondere ad una così bella ammissione sincera.
Anche Gibbs ride divertito e girandosi mi molla tornando sui suoi passi, verso le scrivanie, io lo seguo ma quando passa davanti alla mia occupata da McGee che ancora non fa parte della squadra, gli dice come niente fosse:
- Come non detto McGee... è ancora vivo! – Spiazzato.
Non ci posso credere… ma veramente mi stava rimpiazzando già con lui?
Mi fermo davanti a lui mentre Gibbs senza crearsi problemi si siede alla sua. Guardo McGee e poi di nuovo il capo, sono inorridito ed incredulo.
Non credo ai miei occhi e ai miei orecchi… non può avermi fatto questo!
No!
Ma no, Tony, dai… scherzava… non essere idiota…
Sai che è vero che ti vuole bene, perché anche tu gliene vuoi, quindi lui non farebbe mai nulla per ferirti. Lui tiene davvero a te, sei veramente insostituibile… suvvia, non fare un dramma.
Tu sei uno che scherza in continuazione con tutti e semplicemente lui ha fatto la stessa cosa. Ne sono certo.
Si, è così, non c’è bisogno di preoccuparsi.
Però quando mi sorride sbieco non so come interpretarlo.
Io non sorrido sbieco quando faccio i miei scherzi… ma lui è Gibbs, capire ogni suo sguardo, gesto e frase è un impresa.
Devo preoccuparmi?
Mah… pensavo fosse più facile capire quel che prova per me; meglio non sbilanciarsi troppo e studiare ancora un po’ prima di fare mosse varie.
Decisamente meglio così.
Andrò a farmi una doccia per schiarirmi le idee, magari mi rendo conto che è tutto un sogno e sono ancora sotto l’effetto della droga!”

Lo sapevo che reagiva così, non mi delude mai!
So sempre esattamente cosa aspettarmi da lui. Ne sono felice.
Lo sa che ero preoccupato e che ho fatto fuoco e fiamme per ritrovarlo subito, che bisogno c’era che glielo dicessi?
È egocentrico e narcisista, adora sentirsi importante e stare sempre al centro della scena, ecco perché è sempre avventato e si butta nelle cose anche al posto degli altri, finendo nei guai spesso e volentieri.
Deve imparare a stare più tranquillo e a farmi sopravvivere un po’ più a lungo anche se preferisce l’azione piuttosto che i ragionamenti dietro una scrivania, proprio come me.
Lo guardo andarsene alle docce per lavarsi e non nascondo a me stesso un certo disappunto. In fondo non era mica male con quel look da fondo di magazzino.
È un bel ragazzo ma in quei panni lo era ancora di più, decisamente!
Ci penserà e ripenserà ripetendosi che gli ho detto che è insostituibile ma che poi ho anche detto quella frase a McGee.
Un nuovo sorrisino sbieco mi si forma sulle labbra ripensandoci.
Tony è unico e non cambierà mai, forse, ma quel che è importante è che effettivamente sia insostituibile.
Ai fatti è così, se ne dovessi cercare un altro uguale non penso lo troverei.
Escludendo me.
Io ero così una decina di anni fa o poco meno, ma ormai sono cambiato, tutto quello che ho vissuto mi ha cambiato… stare sotto la direzione di Mike, mi ha cambiato… non so se Tony lo cambierà stare sotto la mia direzione, non lo immagino minimamente in un modo che non sia così, però è presto per pensarci.
Mi piace perché è così genuino e spontaneo e sa come non fare annoiare le persone che ogni tanto vorrebbero anche annoiarsi!
Starà a crogiolarsi sotto l’acqua finché non avrà trovato una risposta e sarà sicuramente quella sbagliata.
Quando entro negli spogliatoi dove sono anche le docce, mi chiedo solo un millesimo di secondo perché io sia qua. È una domanda che rimane proprio pochissimo, poi alzo le spalle e semplicemente entro, non me ne importa nulla, onestamente. Sono qua e basta.
E lo scroscio della doccia mi fa anche capire in quale box sia.
Con un altro di quei sorrisini di prima, fisso lo sguardo lì dove a momenti apparirà lui e lo sento chiudere il rubinetto dell’acqua. I miei occhi diventano attenti ed una strana luce li illumina; successivamente, finalmente, esce e gocciolante non mi vede subito dirigendosi in tutta tranquillità fra le sue cose a prendere un asciugamano con cui avvolgersi.
Gli angoli della mia bocca mostrano l’apprezzamento della visione incurvandosi verso l’alto, forse non sarei facilmente decifrabile in questo momento ma l’idea che mi sembra di dare è quella di qualcuno molto affamato che ha adocchiato qualcosa di suo gusto.
Di molto suo gusto.
Bè, in fondo sapevo perfettamente perché sono venuto qua, non mi sarei perso questo panorama per nulla al mondo!
Ha un bel corpo atletico, si vede che ha fatto molti sport e si tiene in forma. Tutto bagnato, le gocce gli si staccano dai capelli che si attaccano alla testa, scivolando per il resto della sua pelle esaltando le sue linee e provocano il mio sguardo. Mi soffermo particolarmente su quella certa parte del corpo che prima o poi avrò e nel frattempo si passa con calma una mano fra i capelli arruffandoseli un po’, in seguito comincia a passarsi l’asciugamano sul corpo nudo.
È esattamente qua che gira la testa e finalmente mi vede saltando per lo spavento.
- Capo! – Sbotta in un primo momento, dopo di che avvolgendosi il panno attorno alla vita sospira cercando di placarsi e come sempre sdrammatizzare: - Cos’è, la vendetta-parte seconda per averti fatto dire che sono insostituibile? –
- Perspicace! – Rispondo io a tono avvicinandomi senza fretta. L’osservo attentamente, la sua espressione non nasconde la titubanza e le mille domande che gli passano per la mente sul reale motivo della mia presenza, io gliele lascio fare. Se nel frattempo rimane così non mi da mica fastidio che perda tempo fra i meandri della sua mente…
- C’è qualcosa che devi dirmi? – Chiede quindi. Se questa è la prima della raffica di quesiti, penso che gli tapperò la bocca prima.
Alzo le spalle e piego la bocca in un muto ‘nulla di che’, quindi lui guardandomi avvicinarmi sempre più inghiotte e rimanendo ancora immobile a fissarmi prova con un'altra domanda, so che a lui imbarazza il silenzio e nemmeno sotto tortura lo lascerebbe vagare in pace fra lui e qualcun altro, ma spero che prima o poi riesca anche a zittirsi!
- Come mai sei qui, allora? Eri preoccupato per me? Pensavi che mi suicidassi perché hai cercato di rimpiazzarmi con McGee? No, dai… so che scherzavi… sicuramente eri sincero quando hai detto che ero insostituibile, quindi non hai di che preoccuparti. Anche se mi fa piacere vederti in pensiero per me. Se vuoi ripetermi quanto sono importante per te fallo pure, mi piace! – Ecco, come se non lo sapevo. Le spara tutte in un fiato e non respira nemmeno. La vena alla tempia comincia a pulsarmi ed il mio respiro che si fa sempre più pesante per l’impazienza dimostra che questo è uno di quei momenti in cui preferisco maggiormente i fatti alle parole. Le ore in cui ero maledettamente preoccupato per lui e fuori di me per questo, sono molto lontane, in questo istante.
Sarà abbastanza perspicace da capire da solo quando ci si chiude la bocca e si passa a certi fatti?
- O forse vuoi sapere se anche io penso le stesse cose di te? Ma è ovvio, che domande… non devi nemmeno pensarlo. Devi stare tranquillo, non me la sono presa per… - No, non ci è ancora arrivato e visto che non ho tutta questa pazienza da aspettare che lo capisca e nel frattempo sentirlo parlare a macchinetta, decido che nonostante la bella visione e tutto il resto è troppo presto, così prendo e me ne vado senza sfiorarlo o fare altro. Lo pianto in asso senza mezza parola o spiegazione.
Mica sono uno che agisce solo con gli ormoni, so benissimo controllarmi anche quando mi piacerebbe non farlo.
Si trattava di sopravvivenza. O io o lui e siccome voglio entrambi vivi, è meglio aspettare ancora un po’.
È ancora un fastidioso beagle, anche se è decisamente un bel beagle. Non immagina nemmeno quanto, forse…
Però preferisco aspettare… lo prenderò quando sarà un fedele San Bernardo.
Il mio.”

FINE… per ora!