INSOSTITUIBILE
“Il
cellulare mi suona e rispondo subito dirigendomi alla scrivania seguito
da Kate, è Tony ed il fatto che mi abbia chiamato prima
della scadenza dell'ora prestabilita per i nostri contatti, significa
che ha qualcosa di importante da dirmi. Ogni volta che mi chiama ho
sempre la certezza che gli sia successo qualcosa, anzi... che abbia
combinato qualcosa!
Anche
se so che sa cavarsela da solo e che anche se non sembra è
in gamba, questo non significa che tutti i guai che mi combina non mi
facciano stare all'erta lo stesso!
In
fondo stava seguendo un sospettato alquanto pericoloso...
- Si?
- Ho il mio solito tono deciso e non ancora seccato o impaziente ma
sono certo che subito lo diventerò.
-
Gibbs? - La sua voce è un po' affrettata ed agitata, respira
veloce, sta camminando.
- Che
succede? - Mi siedo alla scrivania senza far caso a quel che faccio,
mantenendo la mia attenzione alla sua voce. Sta succedendo qualcosa,
non mi serve che me lo dica per capirlo. Quando mi chiama con quel tono
è solo perchè ha combinato qualcosa ma voglio
capire se devo ammazzarlo o preoccuparmi!
-
Sacco ha appena lasciato il bar... ahh... - il suo tono è
sempre più incerto e lo sento decisamente strano, affannato
e confuso, assottiglio gli occhi per cercare di capire COSA stia
facendo mentre sospira confuso senza trovare le parole. Che diavolo ha?
–
Ahh...
non mi sento bene. - E questo come cavolo lo devo interpretare? Mi dice
solo così ed io dovrei capire perchè, cosa, come,
dove e quando!? Detesto quando mi prendono per un indovino anche se ci
azzecco sempre senza bisogno che parlino.
-
Tony, che hai? - Dal tono che uso sempre più brusco ed alto
non sembra tanto una domanda, la mia... potrei anche averlo spaventato
io stesso... se ancora non gli è successo nulla ora per la
paura potrebbe essere che mi combina qualcosa di peggio, ma non posso
proprio controllarmi. Si tratta di lui, mi chiede aiuto e non mi spiega
che diavolo ha. Non ho poteri magici.
Parla
dannazione!
- Ho
fatto proprio un guaio, capo... - Poi solo un tonfo sordo in cui non si
sente più la sua voce. Gli è caduto il cellulare
o è caduto anche lui? Che diavolo sta succedendo, porca
miseria?
- Ehi,
Di Nozzo, mi senti? - Quando esclamo questo sono sempre più
allarmato e scatto in piedi, mi rendo conto che sto quasi urlando ma
non mi interessa. Tony non si sente più dopo avermi detto
che non si sente bene e che ha combinato un guaio. Che dovrei fare da
qua mentre lui è la e gli succede chissà cosa?
E non
so nemmeno cosa, maledizione!
Non mi
piace, non mi piace per niente non sentirlo, non sapere
cos’ha, non ricevere nemmeno una delle sue battutacce
pesanti... lui che per farlo stare zitto devo picchiarlo, ora non mi
risponde più.
–
Tony!
Tony! Tony mi senti? - Ecco, ora sto gridando e Kate che mi fissa
spaventata capendo che gli è successo qualcosa, penso non
sappia di cosa aver timore per prima ma io non avrei dubbi al suo
posto. È di me che deve avere paura… se non trovo
Tony subito vivo e integro! - Stiamo arrivando da te! - E questo
è tutto ciò che posso dire e fare.
Se
almeno mi sentisse e bastasse veramente il mio arrivo per sistemare
tutto...
Non
c'è tempo.
Non
c'è tempo per nulla. Semplicemente rabbioso volo da lui
seguito da Kate che non osa nemmeno farmi una domanda. Non è
sciocca e soprattutto se in squadra c'è uno che non ha mai
paura di me è proprio lei.
Se ora
evita ogni modo per parlarmi significa che è abbastanza
acuta da immaginare che questa è una delle situazioni che mi
mandano in bestia.
Non
sopporto.
Non
sopporto quando mi toccano uno della mia squadra e siccome finisce
sempre lui, nei guai, non sopporto quando mi toccano Tony.
Lo
detesto, mi manda fuori di testa.
Perchè
diavolo sempre lui?
Non
possono cambiare ogni tanto e prendersela con me?
Dannazione!
Odio
dover immaginare cosa gli possono aver fatto, odio dover indagare sulla
sua scomparsa e su quello che può essergli successo.
Lui
è il mio primo agente, dovrebbe essere sempre appresso a me,
quando mi serve dovrebbe esserci, quando io chiamo lui dovrebbe
arrivare subito pronto perchè è quello che fra
tutti riesce ad indovinare meglio quel che voglio, le volte in cui mi
esaspera lo fa di proposito per alleggerire l'atmosfera e lo fa anche
se sa che mi infastidisce. Perché lui è lui e non
potrebbe essere diverso o meno pesante.
E dire
che solo ieri mattina me lo stavo trascinando dietro a forza per
impedirgli di flirtare con quella barista che se lo stava mangiando con
gli occhi... ed ora invece non c'è e lo devo cercare.
Cercare... perchè so, oh se so... so che quando
arriverò davanti a quel dannato locale lui non ci
sarà perché altrimenti sarebbe troppo facile,
certo che lo sarebbe.
Non
sarebbe lui se fosse ancora là dove mi ha lasciato al
telefono!
Arrivo
e dopo aver guidato come un pazzo mi fermo davanti al locale, sul
retro, vicino alla sua auto parcheggiata. Lascio un gran segno a terra,
però come immaginavo c'è solo ciò che
gli appartiene e non lui.
Lo
sapevo.
Con un
gesto secco della mano mando Kate nel locale a chiedere informazioni e
nel frattempo rimango un istante da solo, probabilmente entro un attimo
tutte le pattuglie della zona cercheranno di rendersi utili. Stringo le
labbra e contraggo la mascella sforzandomi di non fare espressioni
particolari, mi concentro unicamente su ciò che veramente
serve. Esplosioni inutili ora non avrebbero senso, non mi porterebbero
a nulla.
Esplosioni
con chi? Lui non c’è…
Mi
chino e prendo il suo cellulare ancora aperto sull'asfalto. Nemmeno un
minimo respiro da parte mia.
Controllo
l'ultima chiamata e risulta essere la mia.
Livido
ancora non faccio assolutamente niente se non intascarmi entrambi i
telefonini. Glielo restituirò io.
- Ho
interrogato tutti, nessuno ha visto Tony dopo che è uscito
dal locale. - Arriva Kate e mi informa subito, è molto seria
e quando vede la mia espressione tetra aggiunge con voce incerta e
titubante: - Non penserai... - Ma io la guardo all'istante e non
dev'essere un espressione tanto serena visto che si immobilizza e non
continua. È come se il mio sguardo bastasse per farle capire
una cosa. Non deve azzardarsi nemmeno a pensarlo, figurarsi ad
insinuarlo. - ...nemmeno io. - Aggiunge quindi con timore crescente.
Per un
momento cancella tutto il tempo passato con me, è come se
fosse la prima volta che mi vede e non sa più come
comportarsi nei miei confronti nonostante ci fosse sempre riuscita con
naturalezza. È la prima volta che mi dimostra di non saper
più come prendermi e come parlarmi. Come se avesse paura di
me... e non ho ancora fatto o detto nulla!
Cerco
di trattenermi ma non so per quanto ci riuscirò. Mi giro e
chiudo con violenza la portiera dell'auto di Tony, nel mentre sbotto
secco il nome del sospettato che seguiva: - Sacco! –
E’ opera di quel bastardo.
Lo
uccido se gli ha torto un capello.
Kate
dal canto suo cerca di riprendersi e mi informa che stanno perquisendo
il suo appartamento e che trovarlo è solo una questione di
tempo.
Io mi
fermo e la guardo per un attimo ma al momento mi da fastidio fare ogni
cosa... guardare le persone, parlare, spiegare cose ovvie...
Tempo,
dice lei... eh si che non è del tutto idiota, anzi. L'ho
tenuta con me perchè è in gamba, dannazione!
Questa
volta il tono è decisamente rabbioso:
-
Tempo! L'unica cosa che non abbiamo! -
Dicendo
questo la lascio allontanandomi per telefonare al direttore ed
informarlo.
Nonostante
una parte di me sappia perfettamente cosa bisogna fare e che devo
mantenere la calma e la freddezza, l'altra mi martella nella testa
facendomela quasi esplodere.
Come
si può rimanere freddi in queste situazioni?
È
sempre lui che mi fa arrabbiare, in un modo o nell'altro è
sempre colpa sua se invecchierò troppo in fretta!
Una
volta solo aspetto un istante prima di chiamare il direttore. Mi
appoggio ad un muro assicurandomi un po' di discrezione e mentre i
lampeggianti a pochi metri da me non mi permettono di dimenticarmi che
c'è un emergenza in atto e che però non abbiamo
assolutamente niente in mano, col palmo della mano do un colpo contro
il muro che mi sorregge e impreco lasciando per un istante la mia
espressione così come vorrebbe stare.
Rabbiosa
e alterata.
Esplodere
sarebbe l’unica cosa che farei se avessi quel pezzo di merda
fra le mani.
Tony
lo seguiva per vedere dove ha portato i marine rapiti e lui in risposta
ha rapito lui.
Lui!
Anthony
Di Nozzo, un agente dell’NCIS!
Ma si
rende conto di cosa ha fatto?
Di
cosa rischia?
Non la
passerà liscia.
L’ho
detto prima e lo ripeto. Per me Tony è più che
importante, è stato il primo agente che ho scelto
liberamente per formare la mia squadra e tornando indietro lo rifarei
nonostante il suo carattere ed i suoi modi esasperanti.
Lo
riprenderei con me e gli darei alloggio e aiuto come ho fatto
all’inizio, perché in lui c’è
quel qualcosa che mi ha ridato l’immagine di me stesso di
anni fa, quando volevo mollare tutto ed ero un acerbo precipitoso
combina guai con la pistola ed il distintivo. È stato Mike a
far di me quello che sono e ad aiutarmi, non mi ha voltato le spalle
nonostante fossi una piaga per lui e lo facessi dannare.
Io ora
se lascio che facciano qualcosa ad un mio agente è come se
una parte di me subisse lo stesso trattamento.
E
nello specifico è ancor peggio con lui perché
quel lato di me che ormai è sepolto, è comunque
un pezzo di quel che sono stato.
Ho
deciso che Tony diventerà grande, sarà il mio
successore e non potrei semplicemente rimpiazzarlo con un altro che mi
sembra simile.
Non ne
troverei.
Non
potrei sostituirlo.
Quindi
non c’è alternativa.
Lo
troverò e sarà vivo.
Punto
e basta.
È
solo questa l’alternativa.
O io
avrò la testa di tutti quelli che hanno contribuito a far
perdere la mia ora!
Con un
sospiro piuttosto profondo e rabbioso, detesto preoccuparmi e stare in
questo stato allucinante, apro il cellulare per chiamare il direttore.
Non
c’è tempo.
Dannazione.
Non
c’è.
Tony,
ti voglio subito qua, immediatamente!
Sono
stato io a dire a Kate, oggi, che potevamo mandarti tranquillamente da
solo a pedinare Sacco, che eri in gamba e te la saresti cavata
bene… ora tu però non devi deludermi dimostrando
che sbagliavo.
Non
devi perché so che ho ragione io.
Lo so.
Resisti
che io arrivo, qualunque cosa ti stiano facendo. “
“
Ho
una forte convinzione.
Morirò
lottando ma col sorriso sulle labbra e soprattutto guardando la faccia
di Gibbs.
Mi
immagino già la sua espressione seria che mi ordina
imperativo di non morire o mi inseguirà ovunque per farmela
pagare. Poi io concluderò con qualche frase che ha fatto la
storia del cinema, magari un “Francamente cara, me ne
infischio!” E lui sorridendo capirà che
è la mia ora e con una carezza non da lui mi dirà
sicuro ed in qualche modo dolce come lui sa essere quando vuole:
“Andrà tutto bene.”.
È
così che sarà la mia morte, ecco
perché non è ora.
Gibbs,
sbrigati a venire… intanto mi darò da fare e ti
verrò in contro, proprio come mi diresti tu…
“Di Nozzo, datti una mossa!”. Ecco cosa mi
tuoneresti e aggiungeresti anche uno schiaffo sulla mia povera nuca.
Dunque
ora non mi rimane scelta, figurati se rimango in panciolle ad attendere
l’arrivo dei rapitori che finiscano la loro opera o quella di
Gibbs che dopo avermi liberato la finisce lui, l’opera,
perché non ho mosso un dito per liberarmi!
Sono
un agente dell’NCIS, il primo suo operativo, il suo
successore… non esiste che rimanga steso coi lamenti di un
marine legato al muro e pieno di bubboni. È così
catastrofico che mi fa venire l’ansia anche a me.
Non va
bene perché l’unico che ha diritto a farmi venire
l’ansia è il mio capo e lui non
c’è, per ora.
Così
dimostrandomi proprio un bravo agente anche in una situazione critica
simile, riesco a fare proprio un bel lavoro improvvisando…
riesco a liberare il prigioniero dalla catena e ad aprire la porta che
ci rinchiudeva in questa stanza delle labirintiche fogne della
città.
Cavolo,
che puzza!
Mi
carico il sergente in spalla, è in brutte condizioni e senza
aspettare un secondo di più comincio a camminare
più veloce che posso per gli infiniti grovigli delle
condutture in cui ci troviamo.
Basta
camminare un po’ e resistere, presto incontriamo Gibbs che ci
è venuto a cercare e lui risolve tutto.
Sono
in gamba, non c’è altro da dire… il
capo mi ha addestrato bene e questa volta sarà sicuramente
contento di me, me lo dirà certamente!
Sicuramente
gli manco… è naturale che gli manco…
si vergogna ad ammetterlo ma non c’è dubbio che
sia preoccupato per me!
Con
questo pensiero sorrido fugace mentre continuo la mia evasione, nemmeno
la voce di Sacco, il rapitore, che ci insegue chiamandoci a gran voce,
mi convince a fermarmi. Solo perché lo dice lui io dovrei
obbedire?
Chi si
crede di essere? Gibbs?
Ma
dai… un rapitore grida ai fuggitivi di fermarsi e quelli
secondo lui si fermano?
È
proprio idiota!
Tanto
andrà bene… devo resistere un altro
po’, anche se faccio una fatica bestiale e non sono al
massimo delle mie forze.
Ora
arriverà lui e mi darà una mano. Andrà
tutto a posto, è questione di un attimo, basta che non mi
fermo anche se vorrei proprio perché il fiato mi manca e le
forze mi fanno qualche scherzo.
Il
sergente, poi, è un peso morto, ma non mi darò
per vinto. Mai. Proprio ora…
Dai,
dannazione, dai…
Gibbs,
sbrigati.
Io
sono qua, mi troverai di nuovo come hai sempre fatto?
Si che
mi troverai anche se qua i corridoi non finiscono più e
chissà dove mi sono cacciato.
Mi
troverai perché non esiste che non riesci ad arrivare a me e
tirarmi fuori dai guai.
Lo so.
Come
so che per te sono insostituibile e che sei rabbiosamente preoccupato
per me (non invidio Kate che sta con te in questo momento),
è così perché se sparissi tu anche io
sarei allucinato.
Anche
tu per me sei insostituibile e importante.
Ti
voglio qui.
Cavolo…
non pensavo che ce l’avrei fatta!
È
finita, è finita tutta questa incredibile storia e del tutto
imprevedibile direi… non pensavo che in realtà
Sacco fosse venuto a salvarci e che invece l’assassina fosse
la barista con cui ci avevo provato ieri mattina, quella da cui mi ha
strappato via Gibbs!
Però
chi se ne frega, ora?
Posso
permettermi di dirlo… è finita e non ne potevo
più, giuro.
Girare
tutto quel tempo per le fogne, tutto sporco, sudato,
malmesso… dopo essere stato drogato nel rapimento ed aver
salvato il sergente che era come un peso morto… dopo aver
fatto tutto quello (anche cacciarmi nei guai,
effettivamente…), posso dire che basta così.
Al
diavolo, è andata e sono vivo e vegeto… anche se
stanco, sporco e puzzone!
Non
oso nemmeno guardare i miei capelli.
Finalmente
sono in ascensore, una volta in ufficio mi prenderò i miei
cambi e mi farò una bella doccia, non vado più da
nessuna parte conciato così.
Però
prima c’è un pensiero fisso che non posso proprio
ignorare… Gibbs non mi ha detto una parola, abbiamo parlato
del caso, dei perché e dei per come, ci siamo occupati del
sergente ed abbiamo fatto un sacco di cose, tutte che a quanto pare
venivano prima.
Ma ora
nessuno me la toglie, questa.
E
girando lo sguardo direttamente verso lui accanto a me, lo chiedo
petulante ed insistente:
-
Ammettilo, eravate preoccupati per me, eh? Non devi dire nulla, lo
capisco... – Peccato che lui continui a non guardarmi e a
stare zitto. Certo, come no… ‘non devi dire
nulla’ tua nonna! Dillo, dai! Se non insisto non lo
dirà mai eppure lo pensa, so che lo pensa. È
lampante ed io ci tengo che lo dica: - Ok, dimmi qualcosa, vi importava
vero? - L'ascensore si apre proprio ora ma nessuno dice nulla e Kate
ridacchia lasciando il campo a Gibbs… sa bene che
è di lui che mi importa… cioè,
è ovvio che sono mancato a tutti ma è Gibbs che
me lo deve dire, per me è vitale che lo dica…
dai, non può non dirmelo… esce spedito ed io lo
seguo, infine preoccupato comincio a perdere la speranza:
-
Quindi... non vi importava niente? – No, non è
vero, dai, dillo che non è vero. Ti importava di me e pure
tanto.
Ma
finalmente si ferma bruscamente e imprevedibile come solo lui sa essere
torna indietro, poi davanti a me mi prende il viso fra le mani, non
sono molto pulito, anzi, ho un aspetto pietoso però mi tocca
e non l’ha mai fatto se non per prendermi a
scappellotti… oddio, questo supera le mie aspettative.
Mentre un certo batticuore comincia ad avanzare in me, peggio di quando
correvo là sotto, e una certa imprevedibile euforia mi
invade, con espressione seria e sicura dice:
-
Tony, per quanto mi riguarda sei insostituibile. – Rimango di
sasso per un attimo. Lo sapevo… lo sapevo…
l’ha detto, cavolo, l’ha detto veramente!
Non ci
speravo. Ero sicuro che avrebbe fatto finta di nulla perché
si vergognava ad ammetterlo.
Ma
l’ha detto!
- Lo
sapevo che dietro quella dura scorza da marine si nascondeva un cuore!
– Sorrido dicendolo, non si può non rispondere ad
una così bella ammissione sincera.
Anche
Gibbs ride divertito e girandosi mi molla tornando sui suoi passi,
verso le scrivanie, io lo seguo ma quando passa davanti alla mia
occupata da McGee che ancora non fa parte della squadra, gli dice come
niente fosse:
- Come
non detto McGee... è ancora vivo! – Spiazzato.
Non ci
posso credere… ma veramente mi stava rimpiazzando
già con lui?
Mi
fermo davanti a lui mentre Gibbs senza crearsi problemi si siede alla
sua. Guardo McGee e poi di nuovo il capo, sono inorridito ed incredulo.
Non
credo ai miei occhi e ai miei orecchi… non può
avermi fatto questo!
No!
Ma no,
Tony, dai… scherzava… non essere
idiota…
Sai
che è vero che ti vuole bene, perché anche tu
gliene vuoi, quindi lui non farebbe mai nulla per ferirti. Lui tiene
davvero a te, sei veramente insostituibile… suvvia, non fare
un dramma.
Tu sei
uno che scherza in continuazione con tutti e semplicemente lui ha fatto
la stessa cosa. Ne sono certo.
Si,
è così, non c’è bisogno di
preoccuparsi.
Però
quando mi sorride sbieco non so come interpretarlo.
Io non
sorrido sbieco quando faccio i miei scherzi… ma lui
è Gibbs, capire ogni suo sguardo, gesto e frase è
un impresa.
Devo
preoccuparmi?
Mah…
pensavo fosse più facile capire quel che prova per me;
meglio non sbilanciarsi troppo e studiare ancora un po’ prima
di fare mosse varie.
Decisamente
meglio così.
Andrò
a farmi una doccia per schiarirmi le idee, magari mi rendo conto che
è tutto un sogno e sono ancora sotto l’effetto
della droga!”
“Lo
sapevo che reagiva così, non mi delude mai!
So
sempre esattamente cosa aspettarmi da lui. Ne sono felice.
Lo sa
che ero preoccupato e che ho fatto fuoco e fiamme per ritrovarlo
subito, che bisogno c’era che glielo dicessi?
È
egocentrico e narcisista, adora sentirsi importante e stare sempre al
centro della scena, ecco perché è sempre
avventato e si butta nelle cose anche al posto degli altri, finendo nei
guai spesso e volentieri.
Deve
imparare a stare più tranquillo e a farmi sopravvivere un
po’ più a lungo anche se preferisce
l’azione piuttosto che i ragionamenti dietro una scrivania,
proprio come me.
Lo
guardo andarsene alle docce per lavarsi e non nascondo a me stesso un
certo disappunto. In fondo non era mica male con quel look da fondo di
magazzino.
È
un bel ragazzo ma in quei panni lo era ancora di più,
decisamente!
Ci
penserà e ripenserà ripetendosi che gli ho detto
che è insostituibile ma che poi ho anche detto quella frase
a McGee.
Un
nuovo sorrisino sbieco mi si forma sulle labbra ripensandoci.
Tony
è unico e non cambierà mai, forse, ma quel che
è importante è che effettivamente sia
insostituibile.
Ai
fatti è così, se ne dovessi cercare un altro
uguale non penso lo troverei.
Escludendo
me.
Io ero
così una decina di anni fa o poco meno, ma ormai sono
cambiato, tutto quello che ho vissuto mi ha cambiato… stare
sotto la direzione di Mike, mi ha cambiato… non so se Tony
lo cambierà stare sotto la mia direzione, non lo immagino
minimamente in un modo che non sia così, però
è presto per pensarci.
Mi
piace perché è così genuino e
spontaneo e sa come non fare annoiare le persone che ogni tanto
vorrebbero anche annoiarsi!
Starà
a crogiolarsi sotto l’acqua finché non
avrà trovato una risposta e sarà sicuramente
quella sbagliata.
Quando
entro negli spogliatoi dove sono anche le docce, mi chiedo solo un
millesimo di secondo perché io sia qua. È una
domanda che rimane proprio pochissimo, poi alzo le spalle e
semplicemente entro, non me ne importa nulla, onestamente. Sono qua e
basta.
E lo
scroscio della doccia mi fa anche capire in quale box sia.
Con un
altro di quei sorrisini di prima, fisso lo sguardo lì dove a
momenti apparirà lui e lo sento chiudere il rubinetto
dell’acqua. I miei occhi diventano attenti ed una strana luce
li illumina; successivamente, finalmente, esce e gocciolante non mi
vede subito dirigendosi in tutta tranquillità fra le sue
cose a prendere un asciugamano con cui avvolgersi.
Gli
angoli della mia bocca mostrano l’apprezzamento della visione
incurvandosi verso l’alto, forse non sarei facilmente
decifrabile in questo momento ma l’idea che mi sembra di dare
è quella di qualcuno molto affamato che ha adocchiato
qualcosa di suo gusto.
Di
molto suo gusto.
Bè,
in fondo sapevo perfettamente perché sono venuto qua, non mi
sarei perso questo panorama per nulla al mondo!
Ha un
bel corpo atletico, si vede che ha fatto molti sport e si tiene in
forma. Tutto bagnato, le gocce gli si staccano dai capelli che si
attaccano alla testa, scivolando per il resto della sua pelle esaltando
le sue linee e provocano il mio sguardo. Mi soffermo particolarmente su
quella certa parte del corpo che prima o poi avrò e nel
frattempo si passa con calma una mano fra i capelli arruffandoseli un
po’, in seguito comincia a passarsi l’asciugamano
sul corpo nudo.
È
esattamente qua che gira la testa e finalmente mi vede saltando per lo
spavento.
-
Capo! – Sbotta in un primo momento, dopo di che avvolgendosi
il panno attorno alla vita sospira cercando di placarsi e come sempre
sdrammatizzare: - Cos’è, la vendetta-parte seconda
per averti fatto dire che sono insostituibile? –
-
Perspicace! – Rispondo io a tono avvicinandomi senza fretta.
L’osservo attentamente, la sua espressione non nasconde la
titubanza e le mille domande che gli passano per la mente sul reale
motivo della mia presenza, io gliele lascio fare. Se nel frattempo
rimane così non mi da mica fastidio che perda tempo fra i
meandri della sua mente…
-
C’è qualcosa che devi dirmi? – Chiede
quindi. Se questa è la prima della raffica di quesiti, penso
che gli tapperò la bocca prima.
Alzo
le spalle e piego la bocca in un muto ‘nulla di
che’, quindi lui guardandomi avvicinarmi sempre
più inghiotte e rimanendo ancora immobile a fissarmi prova
con un'altra domanda, so che a lui imbarazza il silenzio e nemmeno
sotto tortura lo lascerebbe vagare in pace fra lui e qualcun altro, ma
spero che prima o poi riesca anche a zittirsi!
- Come
mai sei qui, allora? Eri preoccupato per me? Pensavi che mi suicidassi
perché hai cercato di rimpiazzarmi con McGee? No,
dai… so che scherzavi… sicuramente eri sincero
quando hai detto che ero insostituibile, quindi non hai di che
preoccuparti. Anche se mi fa piacere vederti in pensiero per me. Se
vuoi ripetermi quanto sono importante per te fallo pure, mi piace!
– Ecco, come se non lo sapevo. Le spara tutte in un fiato e
non respira nemmeno. La vena alla tempia comincia a pulsarmi ed il mio
respiro che si fa sempre più pesante per
l’impazienza dimostra che questo è uno di quei
momenti in cui preferisco maggiormente i fatti alle parole. Le ore in
cui ero maledettamente preoccupato per lui e fuori di me per questo,
sono molto lontane, in questo istante.
Sarà
abbastanza perspicace da capire da solo quando ci si chiude la bocca e
si passa a certi fatti?
- O
forse vuoi sapere se anche io penso le stesse cose di te? Ma
è ovvio, che domande… non devi nemmeno pensarlo.
Devi stare tranquillo, non me la sono presa per… - No, non
ci è ancora arrivato e visto che non ho tutta questa
pazienza da aspettare che lo capisca e nel frattempo sentirlo parlare a
macchinetta, decido che nonostante la bella visione e tutto il resto
è troppo presto, così prendo e me ne vado senza
sfiorarlo o fare altro. Lo pianto in asso senza mezza parola o
spiegazione.
Mica
sono uno che agisce solo con gli ormoni, so benissimo controllarmi
anche quando mi piacerebbe non farlo.
Si
trattava di sopravvivenza. O io o lui e siccome voglio entrambi vivi,
è meglio aspettare ancora un po’.
È
ancora un fastidioso beagle, anche se è decisamente un bel
beagle. Non immagina nemmeno quanto, forse…
Però
preferisco aspettare… lo prenderò quando
sarà un fedele San Bernardo.
Il
mio.”
FINE…
per ora!