IRLANDA THE BEST
CAPITOLO VIII:
CERCARSI
Sono
lì.
In
fila.
I
magnifici 8.
Gli
angeli dell’apocalisse con un infiltrato visto che gli angeli
erano in 7!
Uno
di fianco all’altro, davanti all’uscita
dell’aeroporto.
Mani
sprofondate nelle tasche dei pantaloni, occhiali da sole, mento alto in
segno di sfida, espressione risoluta, vento che scuote i capelli e i
lembi degli abiti leggeri.
Come
se stessero marcando il loro territorio con poteri psichici ben sapendo
che invece di psichico hanno solo la pazzia!
È Taro a parlare per primo
senza riuscire a mantenere un tono di voce degno da Imperatore come
vogliono mostrarsi.
-
ehm…scusate, ma che stiamo facendo?-
-
gli idioti!-
è
invece Genzo a rispondere schietto e poco paziente. Cercava di capire
anche lui perché si prestasse a quelle pagliacciate.
-
non si chiedono mai certe cose….imparerete ad assecondare i
pazzi a cui si dà sempre ragione!-
Hitonari
logicamente freddo con un pizzico di ironia, riesce a far capire loro
molte cose sul gruppo.
-
hai proprio ragione!-
Mikako
rivolge al fratello una delle sue risposte che segano le gambe. Pochi
la capiscono la battuta, ma l’interessato, Genzo e Taro si.
-
se era una battuta io non l’ho capita!-
Arashi
infatti dà voce al pensiero ovvio.
Un
gocciolone sopra i capi dei tre che hanno capito perfettamente a cosa
alluda il dare ragione.
-
tesoro, non importa!-
-
NO IO VOGLIO SAPERLO!-
sospira,
la rossa, e si accinge a spiegarlo in modo semplice e conciso.
-
Hitonari ha detto che bisogna dare ragione ai pazzi, io ho dato ragione
a lui…significa così che anche lui è
pazzo!-
-
oohh!!!-
è
un esclamazione sia della bionda che di Akane, Mikael e Raphael.
-
tuttavia non mi dispiacerebbe sapere perché ci siamo messi
in questa posa da film!-
fa
ugualmente eco Genzo che non si rassegnava a fare lo stupido senza
avere una motivazione intelligente.
-
se cerchi il senso in questo, rassegnati, non esiste.-
ancora
Mikako cerca di far capire che è inutile far quella domanda.
-
te lo spiego io, amore…-
quando
Arashi prende la parola per soddisfare la curiosità stizzita
del fidanzato, viene interrotta da Mikael brusco.
-
dopo glielo spieghi….ora è il momento…-
i
due ragazzi nuovi si guardano allibiti pur rimanendo accanto agli altri
6.
Che
diavolo hanno architettato questa volta? Con un ombra di preoccupazione
li guardarono con la coda dell’occhio.
Ed
ecco. Akane per primo alza il braccio tendendolo a pugno verso il
cielo, dritto davanti a se con la medesima aria serafica ed
estremamente seria e convinta. Nel giro di subito tutti gli altri
fratelli e cugini lo imitano risultando solamente estremamente buffi.
-
fatelo!-
ordina
loro la ragazza bionda. Con un occhiata sul disperato andante anche
Genzo e Taro alzano il braccio.
Ora
sono tutti uguali, come un grido di battaglia, un motto, una
promessa…quella di divertirsi….o un
avvertimento…quello di scappare a chiunque avesse intenzione
di metter loro i bastoni fra le ruote. E molti altri significati
intrinsechi.
Senza
mutare il tono di voce estremamente deciso e signorile, da re del
mondo, Arashi iniziò a spiegare rimanendo anche in quella
posa come tutti.
-
questa cosa l’ha iniziata Akane…-
-
non avverti il nero potere di questo incantesimo?-
-
Mikael…io avverto solo la nera pazzia che alberga in
voi…-
-
non bestemmiare Genzo…queste cose sono Sacre…-
-
oh santo cielo…anche Raphael!-
-
è un importante rito satanico?-
-
più o meno si, Taro…-
-
Mikako…anche tu sei una strega, allora?-
-
sempre stata…ed ora lo siete anche voi due!-
-
siamo a posto!-
-
già…che bellezza!-
-
quindi la mente maggiormente malata è di Akane!-
-
e il GENIO non ha nulla da aggiungere a questa pagliacciata?-
-
perché pagliacciata? Così dimostriamo quanto
abbiamo dentro…-
-
un ammasso di segatura…-
-
Genzo guarda che ti rispedisco indietro!-
-
è una cosa seria!-
-
semplicemente lo facciamo all’inizio di ogni nuova fase,
periodo o vacanza…o alla chiusura di qualcosa di altrettanto
importante che ha segnato le nostre vite. Si, è un rito, una
promessa, un avvertimento. Quel che volete…un modo per
distinguerci e mostrare di cosa siamo capaci. Per esternare quanto
abbiamo dentro!-
la
rossa spiega completamente la situazione e seppur la cosa rimanga
assurda, ora è sicuramente più capibile.
L’unica ad aver mantenuto un silenzio religioso è
proprio Akane, calato in chissà quale parte!
-
possiamo andare?-
chiede
speranzoso Taro che pur condividendo in parte l’idea, si
sente terribilmente imbarazzato per il gesto
appariscente…alla domanda tutti guardano proprio Akane che
in quel momento pare il capo.
Quando
lui scioglie il movimento tornando normale, per quando normale possa
essere uno che si inventa una cosa simile, lo sciolgono anche tutti gli
altri.
Arriva
in quel momento l’autobus che li porterà in
città, così senza aggiungere altro, per fortuna,
si affrettano a salire accalcandosi nell’abitacolo grande e
spazioso…e pieno di folla fastidiosa!
Sembrano
tutti cavarsela bene, che nessun problema al mondo possa sfiorare il
gruppo così ben assortito. Ma in realtà non
è così.
Il
problema esiste eccome.
In
mezzo a tutta quella gente alta, chi è basso è
finito! È proprio questo il dilemma di Mikael che per quanto
forte e orgoglioso sia, è pur sempre il più basso
di tutti!
Così
ad un certo punto il rosso si trova sommerso da sconosciuti che non gli
permettono di vedere nulla, ne fuori dai finestrini, ne dentro le
pareti metalliche, ne gli amici e tanto meno se stesso!
Ovviamente
nessuno avverte il dramma che si sta consumando in lui e intorno a lui,
solo quando scendono alla loro fermata e il mezzo riparte, si rendono
conto che manca qualcuno, infatti c’è troppa pace!
Si
guardano e fanno insieme:
-
ops!-
Arashi
per nulla dispiaciuta dice per tutti:
-
abbiamo perso il diavoletto!-
a
questo punto Mikako ribatte controllata:
-
potresti almeno fingerti demoralizzata e distrutta dalla grave perdita!
È pur sempre tuo fratello!-
riceve
un alzata di spalle e un cinico:
-
capirai! Me ne rimane ancora uno qua e altri due a casa! Uno in
più o in meno…-
-
bè, in ogni caso dobbiamo fare qualcosa!-
taglia corto Raphael. Il biondo
si mostra piuttosto brusco, cosa non molto da lui. La cosa stupisce un
po’ i presenti che lo fissano contemporaneamente come
avessero davanti un marziano scintillante.
-
si…se fosse qualcun altro non mi preoccuperei, troverebbe
subito la strada, ma lui ha un senso dell’orientamento che fa
schifo…appena scenderà da quell’autobus
si perderà subito!-
quest’uscita
per sdrammatizzare è di Mikako, ormai conosce sia suo
fratello che il cugino.
-
secondo me non si è ancora accorto di niente.-
interviene
con uno dei suoi toni logici Hitonari.
-
bè, è ovvio che non se ne è accorto,
tonto com’è!-
maligna
ancora Arashi.
-
sottolineo…-
fa
eco Akane. Gli altri li guardano scettici e Taro da voce al pensiero di
tutti:
-
ma…mi spiegate come mai loro che sono suo fratello e sua
sorella non si penano per nulla e hanno quell’aria da
menefreghisti, mentre voi che siete solo suoi cugini vi preoccupate
così? Non dovrebbe essere il contrario?-
-
questa è proprio una bella domanda!-
esclama
la fidanzata incuriosita da quel nuovo punto di vista.
-
meglio calare un velo pietoso e concentrarci su come recuperare
quell’irrecuperabile!-
ribatte
Raphael ormai abituato a quei due.
-
già…non fare certe domande!-
conclude
Hitonari rimanendo calmo e pacato.
In
questo momento interviene Genzo che fin ora è rimasto in
silenzio a guardare la scena serio ed imperturbabile.
-
scusate, chiamatelo al cellulare, no?-
a
quell’idea tutti si illuminano per poi tornare a rabbuiarsi
immediatamente.
-
bè? Che c’è? Tutti hanno un cellulare,
oggi…al massimo può essere scarico o senza soldi
come il mio ma in tutti quelli che siamo ci sarà qualcuno
che…-
uno
sguardo alle loro facce gli fa comprendere come stanno le cose e a
confermare i suoi pensieri arriva Arashi che spiega candida e
tranquilla:
-
senti, le cose stanno così: il cellulare ce
l’abbiamo tutti ma la nostra mente geniale aveva architettato
che fosse meglio ricaricarlo di soldi qua…ora non ricordo
perché, ma fatto è che ce l’abbiamo
tutti scarico di soldi…l’unico ad avercelo pieno
era proprio Mikael…che però si è
perso…e se lo conosco bene non si è ancora
accorto di essere solo. Andando per logica ci chiamerà lui
quando si renderà conto della situazione, ma siccome
è troppo tonto viene prima la notte e poi di nuovo un altro
giorno….se ora ci dici che anche il tuo è senza
soldi dobbiamo confidare in Taro…che a giudicare dalla sua
espressione ha qualcosa che non va anche il suo. Quindi in due parole:
siamo fregati!-
finito
il monologo, Genzo ha un tono probabilmente più ovvio di
prima:
-
allora facciamola tutti adesso, la ricarica. Così il
problema non si pone! Siamo anche davanti ad un tabacchino!-
la
maggiorparte di loro lo guarda stupiti:
-
è vveeeroooooo!!!!!-
Arashi
invece si butta al suo collo gridando
vittoriosa:
-
lo sapevo che il mio ragazzo è un genio!-
-
sai che ci voleva…-
è
Genzo a borbottare fra se e se senza essere sentito.
-
lo dici come se il merito fosse tuo!-
-
ehi, Akane, cerchi rogna?-
tralasciando
la piccola litigata dei due che si inscena, le ricariche vengono
eseguite. A chiamarlo è Raphael che appena
dall’altro capo del telefono si sente un seccato:
-
pronto?-
di
Mikael, lui uscendo di se per tutta la situazione in generale, gli
grida:
-
COME OSI ESSERE SECCATO PEZZO D’IMBECILLE! LO SAI CHE CI
STIAMO DANNANDO PER TE? TI SEI ACCORDO CHE SEI SOLO E CHE TI SEI PERSO?-
a
parte le facce contrariate dei presenti, di rimando Mikael urla
assordando tutti i presenti nell’autobus:
-
E COME DIAVOLO FACEVO AD ACCORGERMENE
SE SONO IMMERSO DA TUTTA STA GENTE? NON RIESCO NEMMENO A
GUARDARMI LE SCARPE, FIGURARSI SE POTEVO VEDERE VOI! COMUNQUE IMBECILLE
LO DICI A TUA SORELLA, IDIOTA!-
Mikako,
sentitasi chiamare in causa, strappa il telefonino di mano al fratello
e pericolosamente moderata ribatte:
-
Vedi di non mettermi in mezzo, piccoletto!-
un
latrato di rabbia si leva. La parola poi viene ripresa da Raphael, che
sempre fuori di se sbotta:
-
COSA PERDI TEMPO AD INCAZZARTI, CRETINO! MUOVITI A SCENDERE DA
Lì CHE TI VENIAMO A PRENDERE, IMBRANATO!-
sono
tutti più o meno schokati da quella versione del bel biondo
sempre controllato e distante, pieno di malizia ed ironia per ogni
situazione. Non si aspettavano una reazione simile, ma del resto se di
mezzo c’è il rosso la cosa diventa
comprensibile…questa volta però è
Arashi a chiudere la conversazione prendendo il cellulare:
-
Muoviti, tonto! C’ho le palle piene di aspettare i tuoi
comodi! Fratello demente!-
Dall’altra
parte si ode un secco e limpido:
-
merda!-
e
la comunicazione viene chiusa.
La
scena che si presenza in autobus è piuttosto divertente:
Mikael
in mezzo ad una marea di spilungoni che lo squadrano come fosse un
insetto, brucia tutti con uno sguardo infuocato mollando anche un:
-
bè che cazzo guardate?-
poi
per farsi strada e scendere, spintona violentemente tutti quelli che
hanno la sfiga di trovarsi fra lui e le porte senza sforzarsi di dire
nemmeno un: ‘ scusate, devo scendere!’.
Dopo
aver spiattellato tutti i malcapitati a terra e su per i finestrini,
sbraita:
-
ehi, autista, fermati che devo scendere!-
il
povero autista, notando l’espressione lugubre e pericolosa
del ragazzo, frena di colpo aprendo immediatamente le porte, appena
Mikael scende il mezzo riparte alla velocità della luce.
“ed
ora che faccio? Hanno detto che venivano a prendermi. Li aspetto qua
come un deficiente? No, meglio andargli incontro!”
così
pensando fermamente convinto di essere nel giusto, comincia ad
incamminarsi sulla
scia dell’autobus sparito all’orizzonte della larga
strada trafficata…non c’è bisogno di
dire che ha preso appunto la direzione opposta che avrebbe dovuto
prendere!
“Maledizione,
dov’è quello scema? Gli avevo detto che saremo
venuti noi a prenderlo! Non può essere andato molto
lontano…spero solo che non si sia messo a camminare cercando
di raggiungerci andando invece nella direzione
sbagliata…cosa probabile per uno come lui!
Lo
ammetto, sarebbe proprio da lasciarlo girare per la città da
solo e andarcene a casa…ma come faccio? Mikael è
…Mikael! Io non so come fanno gli altri a fregarsene
così, ma io non ci riesco.
Ok
che potrei dimostrare meglio la mia ansia, da fuori sembro come al
solito normale, per i fatti miei, invece non è vero.
Mi
da fastidio tutto questo.
È
un insieme di cose.
Loro
che lo sfottono così acidamente, lui che non
c’è, non lo troviamo…io che sono stanco
dal viaggio…si, sicuro che sia stanchezza?
Ho
sempre avuto il dubbio ma in momenti come questo è
più chiaro.
Quando
sono con lui ho qualcosa che invece manca se gli sono separato. E la
cosa proprio non la sopporto. Essere incompleto.
È
una sensazione limpida di benessere propria di quando sono in sua
compagnia. Sto bene con tutto il gruppo, siamo inseparabili e cresciuti
insieme, ma è diverso con lui. Io sono l’unico a
capirlo subito e viceversa. Capisco anche gli altri, ma fra noi due
esiste un legame più intenso. Mi sento mancare quando non
è con me. Sento freddo e se è una caratteristica
del mio carattere, al contrario odio esserlo. Mi permetto di essere
distaccato e gelido solo perché lui mi dona quel calore
necessario per poterlo essere. Mi guardo intorno spazientito con uno
sguardo azzurro e blu che provoca disagio su chiunque si posi. Non vedo
nessuno che non sia basso e non abbia i capelli rossi.
Mi
passo una mano fra i biondi capelli lunghi che arrivano alle spalle
passando per il volto allungato. So di avere dei bei lineamenti e di
averli sicuramente ordinati anche in questo momento.
Cosa
c’entra, dannazione, ora?
Stavo
riflettendo sul fastidio che provo nel stargli lontano.
Quando
sto con lui è tutto totalmente diverso. Non so, sono
completo…felice…rilassato…mi fa essere
spontaneo, me stesso. Non fingo.
Mi
da la voglia di non lasciarlo mai. È qualcosa di inconscio
che non si può analizzare. È bello e questo forse
basta.
Fatto
sta che io non voglio separarmi da lui e pian piano ci sto arrivando
alla somma totale dei miei sentimenti per lui.
Non
sono scemo, anzi, in quel campo sono piuttosto sveglio, è
lui ad essere totalmente addormentato. So benissimo che non si tratta
solo d’amicizia o legame familiare.
Ma
prima di dichiararlo con quel nome voglio esserne sicuro. E per
esserlo, per decifrarmi e capirmi come vorrei ho bisogno di lui, senza
non arrivo a pensare bene e ad analizzarmi.
Mikael.
Fatti trovare, scemo!”
I
pensieri di Raphael crescono sempre più
d’intensità insieme al fastidio della distanza con
l’amico. Cammina veloce lasciando indietro gli altri che
più o meno scazzati cercano malamente il rosso scomparso premendo per andare a casa
senza di lui!
Con
quel suo passo fluido e sensuale perfino in un momento di totale
seccatura appare il solito angelo della bellezza sceso in terra che
spande auree fredde e profumate al suo passaggio. Non fa nulla per
esserlo, è qualcosa insito nel suo DNA.
Mentre
lui cerca di decifrare i suoi sentimenti e pensieri, da
un’altra parte, poco più avanti da loro,
c’è un altro che fa la stessa cosa seppur in modo
totalmente inconfusionato e poco carino. È il destinatario
delle riflessioni del biondo.
“
che seccatura. Tutto. Loro che non mi hanno calcolato in autobus e mi
hanno mollato là, lui che mi ha osato urlare al telefono, io
che non li trovo, anzi loro che non trovano me…e questa
impressione di star male internamente. Come se…mancasse
qualcosa all’appello. Non è l’ansia
perché forse mi sono perso, chi se ne frega, prima o poi li
troverò, ma è per qualcosa che ignoro. Cazzo, non
capisco e la cosa mi manda in bestia!
Che fastidio stare così. Mi fa proprio ruotare
i coglioni, la faccenda! E ciò che mi manda ancor
più fuori è che so benissimo che se ci fosse
Raphael qua, lui saprebbe subito cos’ho…diavolo,
quando mi trova? Aveva detto che sarebbe venuto subito! Merda! Basta
no? Mi trascino la valigia con le ruote e mi fermo grattandomi il capo.
Qua sto girando a vuoto. È inutile andare avanti!
Guardo
l’ora. Sono le sette più o
meno…all’orizzonte il sole è
già arancione e comincia ad arrivare il tramonto. Non voglio
passare la prima notte di vacanza
da solo fuori! Mi spettino i capelli con gesti totalmente
irosi. Sono ufficialmente arrabbiato con
l’umanitaà! Basta! Voglio arrivare a casa, farmi
la doccia, rilassarmi, mangiare, pisciare, dormire…e voglio
ritrovare Raphael. Quel maniaco da strapazzo. Questo è
certo! Sto ancora riflettendo sui mille atroci atti di vendetta che
potrò esercitare su quegli idioti quando una voce familiare
mi chiama squarciagola
dall’altro lato della strada. Mi fermo e mi volto con il
fuoco negli occhi. Appena li vedo l’arrabbiatura si
ingigantisce, non so perché ma è così,
come non so perché quando vedo Raphael succede tutto il
contrario. Quello che mi mancava e mi dava fastidio scema subito quando
lo vedo al ciglio del marciapiede. È lì per
me”
-
MIKAEL, FRATELLO TONTO, SIAMO QUI!!!! VIENI!-
La
voce poco melosiosa e femminile di Arashi vibra per le strade e i
marciapiedi del vicinato. Nonostante a quell’ora ci sia
normalmente più confusione del normale, lei riesce a farsi
sentire sopra tutti.
Ma
non è stata lei la prima a notarlo. Ad interrompere il
flusso strano dei pensieri del biondo Raphael infatti era arrivata la
calda testa rossa che camminava seccatamente dall’altro capo
della strada trafficata.
Dopo
l’urlo di Tarzan, si porta davanti alla strada, sul ciglio
del marciapiede, davanti alle strisce pedonali attendendo che
l’altro attraversi per raggiungerlo. Il piccolo e
impercettibile lampo che passa negli occhi da gatto è
d’impazienza, ma nessuno può leggerlo.
Mikael
sta attraversando la strada lentamente con sguardo corrucciato che
cambia repentinamente in contemporanea a quello di Raphael che lo fissa
con quel suo modo particolare, come stesse guardando una
rarità unica ed essenziale per la sua vita. Non si perde il
movimento di un muscolo del corpo in movimento.
Il
sole in piena fase di tramonto, come notato dal compagno basso, sta
sprigionando colori caldi e stupendi, si trova alle spalle di Mikael e
crea subito dei giochi di luce sulla pelle, sui capelli, sul volto e
sui vestiti che sono qualcosa di impressionante. Arte e bellezza puri.
Un pittore l’avrebbe ritratto immediatamente. Lui non ha la
caratteristica del bel ragazzo come il cugino che lo sta aspettando, ma
ha il suo lato fascinoso ed intrigante. Tuttavia di lui piace altro, i
suoi modi, la sua anima, la sua essenza. E questo Raphael
l’ha capito da tempo.
Il
rosso sembra infuocarsi e suppur sia un breve tratto che li separa a
loro sembra lunghissimo, tanto che finiscono per immergersi negli occhi
dell’altro. Speciali. Come quel momento. Si sorprende
visibilmente, ne rimane scosso ma allo stesso tempo a bocca aperta.
Lui…il compagno dall’animo normalmente splendente,
ora appare un angelo con quella luce forte dietro di se che funge da
aura di fiamme e d’oro.
È
come se tutto sparisse, e il mondo diventasse l’altro.
Anche
Raphael, quando sono vicini, fa un passo in avanti e quando sono
finalmente l’uno davanti all’altro fino a sfiorarsi
silenziosi, catturati dalla magia di quel momento strano e magico,
complice un sole rosso e suggestivo e una separazione forzata. Si sono
cercati, desiderati ed infine trovati.
Indecifrabilmente
continuano a fissarsi seri senza capire che succeda solo che stanno
bene così. Perché interrompersi? Cosa conta
veramente? Sono quegli attimi in cui l’istinto prevale e
tutto perde importanza con la persona pensata fino ad allora.
Il
biondo alza per primo la mano e posa lieve due dita sulla sua guancia,
la testa del drago blu lievemente in rilievo al tatto attento. Sussurra:
-
eccoti finalmente…ti ho trovato!-
“e
con te anche quello che mi mancava è tornato al suo
posto…ora sto bene come sempre.”
Il
momento viene spezzato dal clacson di una macchina che sfreccia veloce
alle loro spalle. Se per loro il tempo si era fermato, per il mondo No.
Si accorgono di essere ad un passo dal marciapiede, sulla strada.
Scossi ma senza darlo troppo a vedere. Non ne sarebbero comunque
capaci, più di così!
Mettono
da parte i dubbi e le emozioni per far ripartire a tutto andare i
soliti caratteri.
L’aggressività
di Mikael, ad esempio, che realizzato
solo ora quanto detto dalla sorella prima, si gira di scatto e sbraita sgarbato:
-
EHI, BIMBA! FRATELLO TONTO A CHI? STAI ATTENTA A COME PARLI, SORELLA
SCHIZOFRENICA!-
Termina
notando come tutti gli occhi siano spalancati nella sua direzione e
quella di Raphael accanto. Attenti a captare ogni più
piccolo segno anomalo ed interessante ai loro occhi.
È
semplicemente un occhiataccia da re dell’inferno che li fa desistere in men che
non si dica.
Così
tutti tornano a farsi apparentemente i fatti propri.
Apparentemente
perché in realtà si sa come sono simpaticamente
impiccioni e curiosi quelli!
Ora
finalmente possono avviarsi veramente alla villa dei nonni che li
aspettano impazienti quanto un mare ed un cielo d’Irlanda.