LEGEND
CAPITOLO V: “LIBERARSI”
Ero rinato.
Da quel giorno iniziò il mio percorso di inserimento e
ricerca del nuovo me stesso. Una nuova identità, persona,
essere. Ero completamente un altro. Non ero più narcisista e
concentrato su me stesso, ma semplicemente un uomo bisognoso di amare
ed essere amato, alla ricerca di se stesso ma soprattutto di amore,
quell’amore scorto in una persona in particolare.
Un lui che sembrava non esserci mai, con un peso sulle spalle
così forte e importante da essere in capibile per normali
umani quali suppongo fossero gli altri.
Ognuno aveva un compito, aveva uno scopo nella sua vita, questo scopo
dava il nome alla persona. Il mio nome era ancora Straniero ma sapevo
che non lo sarebbe stato ancora a lungo. Mi stavo liberando del vecchio
me stesso, un me stesso inutile e senza senso. Avrei trovato il mio
significato liberandomi completamente…e facendo liberare
anche lui.
Dovevo apprendere segreti e conoscenze, ascoltare, seguire, osservare,
toccare…arrivare nei profondi.
Non mi facevo più domande su chi fossi, dove,
perché, che sogno era. Ero convinto di essere nella
realtà, di vivere veramente per la prima volta, ero convinto
di aver sognato la mia vita precedente e che ora mi ero svegliato dopo
un lungo sonno.
Avevo voglia di molte cose….voglie che si riassumevano con
una unica…vivere.
Amavo tutto ciò che mi circondava, la vita,
l’isola, il mondo così come lo conoscevo ora, gli
abitanti, gli elementi naturali, i 4 Dei…non c’era
nulla che non mi piacesse. La notte non dormivo perché mi
sembrava di sprecare del tempo prezioso….perché
avevo dormito fino a quel momento e non trovavo il senso di dormire
ancora.
Parlavo con i Piccoli Angeli, parlavo con la notte, contavo le Stelle,
cercavo di trovare nuovi colori e lune in quel cielo infinito dai
colori sempre più splendidi.
Di giorno invece camminavo esplorando tutto il territorio, passavo il
dito su ogni ruga di quell’albero grande e maestoso che
corrispondeva al nome di Creatore, giocavo con la Bambina
Purificatrice, fissavo spesso e a lungo negli occhi il Protettore di
fuoco che spuntava enorme dal vulcano…finendo per ustionarmi
la retina che ogni sera puntualmente la Bambina mi
guariva…cantavo con la Guardiana…si, lei cantava
ed io sembrava che conoscessi ogni cosa di quelle canzoni.
Poi mi piaceva assistere ai piccoli spettacoli dei musicisti e dei
ballerini, chiedevo alla piccola bambina cantante di cantare anche per
me qualcosa…ed infine andavo a trovare ogni giorno il
Principe e la Principessa.
Entrambi sempre assenti pareva non mi vedessero. Nemmeno dopo quella
notte, il Principe non era cambiato…almeno così
sembrava a me.
Tutti mi amavano ed io amavo tutti…ma colui che amavo dal
profondo e maggiormente non mi vedeva…non provava nulla per
me.
Dolore?
Avrei dovuto provare dolore, ma invece sembrava che non ne fossi
più in grado di provarne!
E fu la voce della Guardiana durante i nostri canti che me lo disse,
direttamente nella mente.
“ Va’ a liberarlo come tu ti sei liberato”
Non ci volle nemmeno un secondo per capire il senso di quelle parole,
forse un po’ mi stupii perché anche io avevo udito
la voce di uno degli dei, mi avevano detto che solo il Principe poteva
udirla.
E come spinto da una forza superiore, una forza senza uguali e
corruzioni arrivai da lui. Mi stava guardando, ero appena sceso dal
monte della Guardiana, il monte di Cristallo che sembrava infinito.
E quando fui davanti a lui solo i suoi occhi poterono rivelarmi
ciò che avevo tanto atteso.
I suoi segreti…li stava liberando.
La sua anima la stava liberando.
Il suo ghiaccio la stava liberando.
La sua vita la stava liberando.
Lui stesso.
Era come se non potesse più continuare come aveva sempre
fatto.
Lui poteva leggere nel pensiero ed io no, eppure in quel momento mi
parve di essere io a leggere dentro di lui.
Era bello. Era sempre più bello con quel suo ghiaccio ora
somigliante più ad acqua, con quel suo azzurro cristallino
che lo rendeva ormai sempre più trasparente ai miei occhi.
Ora lo capivo. Ora lo sapevo. Ora sapevo cosa aveva dentro.
Un peso, una responsabilità, un amore mai dimostrato,
solitudine nonostante l’amore dei suoi abitanti, una vita mai
vissuta, dei sentimenti sempre repressi, un segreto primordiale
affidato a lui dai 4 Dei, un dolore derivato dalla sorella, un pericolo
sempre in agguato che non riusciva ad afferrare. Tanto. Tutto.
Portava su di se la storia intera di quel posto, la sua, degli
abitanti, degli spiriti.
Portava tutto.
Era un equilibrio così precario che solo del cristallo di
ghiaccio avrebbe potuto trasportare così a lungo.
Non si sarebbe mai rotto.
Mai, vero?
Ero importante ed essenziale e lo era anche per me.
Ma ora avevo compreso il mio ruolo, il mio significato, il mio senso.
Mi ero liberato del tutto del vecchio me stesso, non avevo
più ricordi della mai vuota vita passata, ma solo del
presente, un nuovo nome rivelato nella mente dalla sua voce
così chiara e profonda che ricordava le stalattiti per il
rimbombo che ogni singola sillaba portava nella mia mente. Ero libero
perché avevo capito, ero stato l’unico e il primo,
a capire il Principe.
Era questo il mio significato, il motivo della mia rinascita qui, della
mia presenza.
“Tu sei l’Amato”
Amato
Ato
To
Un eco che si ripercosse nei secoli a venire, ogni volta che ripensai a
quel momento, ogni volta che ricordai la sua voce.
I suoi occhi erano li presenti e mi stavano chiedendo di aiutarlo a
liberarsi e ad arrendersi.
Ecco il motivo della mia esistenza.
Io ero legato a lui ancora prima della creazione stessa. Io ero il suo
completamento. Io ero colui che solo avrebbe potuto salvarlo
condividendo tutto ciò che condivideva lui.
Io l’avrei amato di un amore puro e disinteressato.
Gli avrei dato ciò che nessuno sarebbe mai riuscito a dargli.
Sapevo tutto e avevo appreso ogni cosa in un secondo udendo
contemporaneamente la voce degli Dei perché io e lui avevamo
un'unica anima divisa in due. Io il fuoco lui il
ghiaccio…insieme per arrivare al vento e alla
terra…terminando in perfezione pura.
Il quinto Dio.
Dio di cosa?
Solo un bacio suggellò quell’attimo di eterno che
non c’era mai stato in nessun momento.
Solo un bacio consapevole.
Mi aveva cercato, chiamato, attirato, aperto la mente ed ora si era
arreso e reso conto di chi eravamo dandosi a me e sciogliendo solo per
me una piccola parte.
Sembrava essere passata un eternità dal mio arrivo
lì eppure solo pochi giorni, giorni intensi e
veri…dove ero tornato ed essere il vecchio me stesso, prima
della caduta nel sonno finto.
Era stato tutto così assoluto e strano perché io
non ero un semplice essere vivente, ero di più, ero della
stessa essenza del Principe e della Principessa.
Appresi tutto questo solo fissandolo negli occhi per la prima volta
veramente.
E appresi anche che il Principe sapeva tutto ancora prima di me e che
aveva semplicemente atteso il mio risveglio.
Io e lui ora eravamo tornati quelli di un tempo.
Ci eravamo liberati insieme ed eravamo il Principe e
l’Amato…l’unione che avrebbe portato
alla creazione dell’ultimo Dio mancante.
Ora sapevo di essere vivo e me stesso.