RATING: questa volta si arriva ad un serio 18+
PERSONAGGI: Astrid, Michele, Davide ed in secondo piano Stefano.
Astrid: è la stessa che in ‘Legami speciali’ (LS) era musona e selvatica e per la fine riesce ad aprirsi con gli amici! Capelli biondi, lunghi, un po' mossi un po' lisci. Occhi verdi.
Michele: nuovo personaggio, si inserisce nel gruppo dopo LS. Altissimo, moro, non propriamente bello, misterioso ed indecifrabile. Sembra un teppista pericoloso ma in realtà è buono e maturo.
Davide: l’amico di Stefano che c’era anche in LS. Semplice, musone, silenzioso, chiuso. Capelli biondi e mossi, occhi azzurri. Alla fine della scorsa serie è partito per l’Africa per un anno a ‘cercare sé stesso’.
Stefano: tutti lo conoscono, amico speciale di Astrid, se lei si è aperta è merito suo. Un tipo particolare fisicamente bello (moro occhi verde-grigi-castani) che esternamente risulta spiritoso e divertente ma in realtà è ben più incomprensibile, con un fondo di acidità. O si ama o si odia. Astrid si era innamorata di lui ma lui sembrava non ricambiarla e l’ha rifiutata. Sono rimasti molto amici.
AMBIENTAZIONE: dopo LS, circa un anno o due dopo … Astrid ha finito la scuola e lavora.
NOTE: questo seguito è parte vero e parte inventato. Alcune scene, specie le iniziali, sono accadute realmente a me, altre invece ho dovuto improvvisarle poiché la mia vita è ben più incasinata di così e se dovessi trascriverla nei dettagli sarebbe decisamente più difficile e caotico. Quindi PER SEMPLIFICARE ho apportato delle modifiche suggerite da un mio amico che segue tutto quello che scrivo in tempo reale! Diciamo che la base è mia il resto è fantasia!
Questi i due disegni che ho fatto su Astrid e Davide in questa serie, Michele non riesco a disegnarlo, mi spiace... http://www.galeonedeifolli.it/immagini4/poche%20parole.jpg , http://www.galeonedeifolli.it/disegni/davide.jpg
Dopo di che leggendo Senza Parole si capirà quante cose sono cambiate...
Detto tutto non mi resta che augurarvi buona lettura. Baci Akane
DEDICHE: a tutti i brutti anatroccoli che riescono a trasformarsi in cigni (o sottospecie).
RINGRAZIAMENTI: a chiunque leggerà e commenterà.


Parte Seconda: Senza Parole
CAPITOLO XII:
IL NON PIU’ BRUTTO ANATROCCOLO

Uno scambio di sguardi, il loro, che avrebbe giocato molte sensazioni nuove anche per il resto della serata e non solo fra loro.“

/Say it right – Nelly Furtado /

- 1 -
Era solo una delle solite stupidissime feste a cui partecipava sicuramente un sacco di gente a lei sconosciuta. Andarci solo perché chi l’aveva invitata era qualcuno del suo solito gruppo, era idiota dal suo punto di vista. Odiava ancora molto le feste anche se meno rispetto a tempo addietro. La considerava una cosa stupida andarci perché era certa che si sarebbe annoiata a passare gran parte del suo tempo in disparte in mezzo a tutta quella folla.
- Vacci, Astrid! Che te ne frega? Conosci quelli che ti hanno invitato, no? – Le parole di sua sorella erano state giuste e dirette, un ragionamento ovvio. Come ovvia era stata la sua risposta secca e brusca:
- Certo ma è da secoli che non li vedo ed è come se non li conoscessi. Fra l’altro non so nemmeno chi del vecchio gruppo viene! –
Per lei questo era più che sufficiente per non andarci.
- Ma eri affiatata con loro … sicuramente basta poco e riprendi quel rapporto! –

- 2 -
L’opera di convincimento era stata lunga ed alla fine nonostante le sue ragioni fossero non trascurabili, aveva vinto la sorella e la bionda era arrivata davanti alla casa della festa con un espressione molto contrariata sul viso dai lineamenti morbidi.
Ad ogni modo non sono cambiati affatto… hanno sempre la mania di fare continue feste invitando un sacco di gente. Bé, non sono certo loro che sono spariti ma io, perché per un motivo o per l’altro non sono più riuscita a vederli e sentirli.
Del resto ho iniziato a lavorare, ho fatto amicizia con Ilenia che si è messa in testa di essere la mia fata madrina trasformatrice e riprendendo i contatti con Manuel è stato normale vederli di meno.
Dopo che mi sono tolta dalla testa Stefano e che siamo rimasti solo molto amici ho ripreso a vedere Manuel fino a farmi perdere la testa per lui.
È snervante che succeda per i propri amici stretti e non essere mai ricambiata!
Ad ogni modo sono comunque contenta di aver vinto lo stesso… certo non l’amore ma sicuramente l’amicizia si. Posso considerare sia Manuel che Stefano i miei più cari amici, anche se quest’ultimo non lo vedo comunque da parecchio.
Penso di essere in difficoltà!
Mah, ormai che sono qua tanto vale entrare!”
Così dopo quelle veloci riflessioni la ragazza si decise a farsi avanti e suonare il campanello.
La casa era molto grande circondata da un giardino ampio delimitato da siepi e cancelli che donavano quell’intimità necessaria.
Al citofono rispose una voce sconosciuta e già questo per lei fu motivo di scappare, quando stava per farlo fu fermata da una donna alla porta giunta proprio per farla entrare:
- Ciao, sei per la festa immagino. Sono Lucia e tu? –
Faccio in tempo ad andarmene, mi invento qualche scusa e via!”
Malgrado i suoi pensieri poco felici, si trovò con profondo sforzo a sorridere alla donna dai capelli neri che le aveva aperto e le tendeva la mano per conoscerla. Chi era? Probabilmente la proprietaria della casa… sembrava abbastanza grande. Sospirò senza farsi notare e arrendendosi prese la mano, poi si presentò con dentro di sé la bandierina bianca sventolante in segno di sconfitta:
- Ciao, si sono per la festa, sono Astrid. -
Almeno a presentarmi non c’è Stefano o anche questa mi avrebbe conosciuto come ‘Gas’! “
I suoi pensieri erano uno spasso anche perché li diceva profondamente convinta nel suo modo brusco di farli e di essere, non era socievole con chi non conosceva e di primo impatto preferiva rivelarsi chiusa e musona, più acida che allegra come sapeva essere. Il sorriso che le rispose la disarmò per un attimo: lei non la conosceva però da come si poneva sembrava di si. Rimase disorientata a chiedersi perché fosse così disponibile e felice di vederla, in fondo non sapeva chi era.
- Prego sono tutti giù in taverna… vuoi darmi la giacca? –
No, se gliela do non posso più fuggire tanto facilmente! Cavolo che sfiga!”
Dopo un attimo in cui rimase a guardarla decidendo seriamente se dargli la giacca o meno, alla fine si arrese del tutto togliendosi il lungo cappotto marrone scuro che indossava: che senso aveva fare tanto la preziosa?
Tanto se ne sarebbe potuta andare comunque subito, volendo.
Cedendo, dunque, seguì la direzione da lei indicata scendendo le scale, arrivò ad una sala ampia gremita di gente e fu lì che trattenne il fiato impallidendo violentemente.
Porca miseria, più gente non potevano chiamarla? Ne conoscerò uno o due… cazzo!”
Questo fu uno degli ultimi pensieri coerenti della serata prima di buttarsi nella mischia!
Poco prima di farlo, però, si fermò sullo stipite ascoltando: non c’era musica ma solo una voce si levava fra tutte annunciando qualcosa o forse spiegando il motivo di quella festa. Quando riconobbe quella voce maschile amichevole e alla mano le uscì il primo respiro sollevato della serata: Francesco continuava a essere sempre Francesco!
Il solito … “
Con le spalle allo stipite della porta, mentre ascoltava le sue parole che spiegavano che quella era una serata a tema africano che comprendeva una cena dove tutti avrebbero contribuito a fare qualcosa, alzò un sopracciglio guardando dentro e cercando i volti conosciuti. Qualcuno c’era e via via che li trovava e che ascoltava l’amico parlare spigliato e allegro come se lo ricordava, lei stessa iniziava a rilassarsi.
Forse sarà meno tragica del previsto! In fondo Manuel in questo periodo è impegnato, Ilenia è in Piemonte, mia sorella ha il moroso … non posso mica starmene il sabato sera da sola chiusa in casa come una vecchia megera! Vediamo di tirare fuori qualcosa di buono da questa serata. Mal che vada mi nascondo in un angolo e faccio finta di essere un mobile!”
Continuava a non essere molto in sintonia con la gente ma bastava conoscerne qualcuno e approfondire per rilassarsi e trasformarsi.
Questo era merito di Stefano (assente in quella serata) poiché prima di lui e del suo trattamento, non avvicinava nemmeno la persona migliore del mondo.

- 3 -
Man mano che trovava i suoi vecchi amici l’espressione si fece più tranquilla fino a che non incrociò lo sguardo di qualcuno. Sul momento si disse di non conoscerlo quindi fece un’espressione indifferente ma in un secondo istante capì di chi si trattava e si trovò a trattenere il respiro:
Quello è Davide! Orco cane, com’è cambiato! È anche molto bello! È tornato dall’Africa … ”
Senza crearsi problemi per il fatto che anche lui la stava guardando con un certo stupore nei bellissimi occhi azzurro mare, si mise a fissarlo e a studiarlo senza ascoltare più le parole di Francesco che continuava allegramente a sproloquiare.
Fu un momento di indefinibile durata ma sicuramente ognuno fece all’altro la medesima cosa: si guardarono a fondo imprimendosi nella mente non solo la nuova immagine l’uno dell’altro ma anche la sensazione che si erano trasmessi così velocemente.
Davide in piedi nell’angolo opposto della sala si presentava con un fisico decisamente più atletico e snello dell’ultima volta che l’aveva visto, i lunghi capelli biondi e boccolosi erano tagliati corti in un taglio moderno rasato ai lati e spettinato con un po’ di cera al posto del gel nel resto dei capelli, più lunghi nella fascia centrale della testa. Un filo di barba del giorno prima che gli dava un aria più adulta e selvaggia ed abiti semplici ma che gli donavano in modo particolare, sul suo solito stile: jeans strappati, catena alla cintola e maglietta nera di un gruppo metal.
Quando in passato aveva iniziato a venire col gruppo di meno e poi era sparita del tutto, Davide era partito per l’Africa in un anno di volontariato ed alla fin fine il tempo in cui erano stati fuori dal giro era lo stesso. Lo dimostrava il cambiamento profondo entrambi.
Astrid, dal canto suo, era stata trasformata da brutto anatroccolo a cigno dalla sua nuova amica, Ilenia, che dal Piemonte si era trasferita finalmente a Udine da lei. Abitavano insieme e il buon gusto femminile condito col carattere forte dell’ormai mora amica, si era imposto sulla bionda in modo da migliorare non solo il suo aspetto ma anche i suoi modi di fare.
Come dire?
Era più femminile anche lei tanto che il giudizio sul suo aspetto non era più: ‘niente di speciale’ ma ‘decisamente niente male’!
I capelli le si erano allungati e nel farlo erano diventati più lisci, solo le lunghezze inferiori si ondulavano dolcemente, la frangetta era sparita e gli occhiali erano più eleganti rispetto alla vecchia montatura, era dimagrita qualche chilo necessario che smagriva notevolmente il viso e quelle che prima erano sopracciglia folte ora erano diventate sottili e ben modellate, anch’esse contribuivano oltre agli occhiali di quella forma strana ad evidenziare i begli occhi grandi di un verde che mutava a seconda del tempo.
I vestiti erano meno maschili, niente pantaloni neri larghi e cadenti coi tasconi e felpe di due taglie più grandi col cappuccio.
Astrid aveva passato ogni fase di stile nella sua crescita: dal periodo rosa al periodo nero, dal casual all’alternativo e fra tutti in effetti era mancato solo il momento del semplice ma elegante. Non più nero e largo, quindi, ma colori come bianco e rosso e più femminili, per l’appunto.
Per femminile non si intendevano gonne o simili ma pantaloni in jeans bianco che le fasciavano nel modo giusto le gambe e una maglia di mezza stagione rossa, semplice ma con un bello scollo a V.
Erano solo piccoli accorgimenti che le risaltavano i punti forti che aveva sempre nascosto per poco interesse verso sé stessa.
Tutto questo studio dei particolari l’aveva compiuto Davide che, appena lei era arrivata si era come catapultato con la sua attenzione su di lei. Era da un anno e forse più che non la vedeva, l’aveva lasciata che era decisamente poco attraente e con un carattere instabile e indescrivibile, ora la trovava… bé, ancora indescrivibile caratterialmente parlando, ma fisicamente praticamente un’altra.
Rimase sicuramente colpito, molto, e come inizio per uno chiuso come lui era già molto.
Per tanto tempo non avrebbe comunque fatto capire nulla di sé e di ciò che pensava.
Uno scambio di sguardi, il loro, che avrebbe giocato molte sensazioni nuove anche per il resto della serata e non solo fra loro. Sicuramente, quella sera, protagonisti sarebbero stati gli sguardi e nulla di più.
Anzi, forse probabilmente anche l’istinto di studiare certe persone invece che altre.