Luoghi D'Appartenenza
CAPITOLO 7:
ECCO
DA COSA PARTONO LE VOCI
Le
analisi mediche non dicevano nulla di fatto. Solo che fisicamente
parlando in lei c'era qualcosa che non andava, ma cosa di preciso non
si riusciva a capire.
Spiegavano
bene che i linfonodi contengono gli anticorpi, e quando si ingrossano
significa che stanno combattendo qualcosa, un virus, un intruso che
cerca di contaminare l'organismo.
I
suoi linfonodi del collo erano costantemente ingrossati, quelli del
collo, ma alle analisi per capire cosa stessero combattendo, non si
riusciva a capire. C'era solo un aumento dei globuli bianchi nel sangue
che indicava solo le solite cose che già si sapevano.
Ma
cosa stessero combattendo rimaneva una specie di mistero.
Analisi
su analisi le fecero fare, consultarono ogni reparto possibile, ottimi
medici, esami specifici e ben visionati...ma risultava tutto a posto.
Era
frustrante.
I
linfonodi ingrossati le provocavano la febbre di qualche linea, quel
tanto che bastava per infiacchirla e renderla debole, fastidiosamente
debole, era più pallida del suo solito e pareva fosse un
fantasma. Febbre costante per molti mesi. Aveva qualcosa che il suo
organismo combatteva ma non si riusciva a capire cosa.
Fece
dentro e fuori dagli ospedali per circa un anno senza ottenere
risultati, andava a scuola ma limitava le uscite il più
possibile e ad ogni modo faceva molte assenze, ma spesso si sentiva uno
straccio e non arrivava nemmeno a fare delle scale normali senza avere
il fiatone.
Fu
un pessimo periodo per lei, vivere così nell'incertezza su
cosa potesse avere. Per lei e la sua famiglia. Le pensarono tutte,
all'ultimo si arresero. Non c'erano più analisi da fare e la
febbre cominciò ad andare e venire.
Passò
un periodo veramente nero anche sentimentalmente, il ragazzo che da
secoli le piaceva, uno del suo quartiere, era come 'morto', ci stava
mettendo lentamente la croce sopra, l'altro ragazzo che le
piaciucchiava, quel Francesco, aveva capito da tempo essere ormai solo
amico, e il bisogno che aveva di 'stare' con qualcuno non veniva
colmato, tanto meno in quel tempo in cui non poteva uscire spesso.
Stette
lontano parecchi mesi dal gruppo ormai consolidato con il quale usciva
da un annetto. Le dispiaceva molto non vederli perché erano
ormai affiatati e lei stava lentamente cambiando...e poi c'era un
motivo che non riusciva a mettere a fuoco per cui lei aveva un forte
desiderio di tornare!
Ma
stette molto lontano anche da loro, non per paura di 'contagiare', non
era contagiosa, ma per prendere il meno freddo possibile e stancarsi
poco.
Tuttavia
la febbre lentamente cominciò a venire ad intermittenza e
infine ad essere sempre più rara.
Senza
spiegazioni o risultati la cosa scemò per poi sparire da
sola.
Rimase
un mistero, tutt'ora lo è.
Ma
fortuna fu che finì e questo importò maggiormente
a tutti.
Il
periodo di lunga assenza di Astrid, ribattezzata Gastrid o Gas per gli
amici intimi, fu sentito a quanto pare...specialmente da una persona
particolare.
Quando
Chiara spiegò quel che aveva sentito, ovvero dei linfonodi
del collo eccetera, tutti un po' si allarmarono ma erano convinti non
potesse essere nulla di grave...o perlomeno questo era stato detto da
Astrid l'ultima volta che si era fatta viva...dopo di quella fu buio
per circa tre o quattro mesi!
Andarono
avanti normalmente senza avere il pensiero fisso della 'povera Astrid
malata'. Considerarla malata era troppo e sapevano che anche a lei
sarebbe dato fastidio....non si è mai definita malata e
nemmeno in quel periodo si disse tale...anche perché di
fatto non fu una malattia con un nome!
Tutti,
ad ogni modo, andarono avanti...tranne uno.
Costui
andò ovviamente avanti, ma avendo un certo pensiero
fisso...un pensiero che aveva un nome, un soprannome e un immagine
buffa. Astrid, o Gastrid, il gatto selvatico che si stava trasformando
in un cane da caccia o da guardia!
Ora
aveva gli artigli nascosti, a riposo, ma sarebbe stato più
bello e divertente riaverli attivi, quegli artigli!
La
pensò molto e non lo nascose, non era tipo da vergognarsi di
certe cose, che male c'era nel mostrare le proprie preoccupazioni
riguardanti un amica?
Ma
non si spiegava, Stefano, come mai nessuno era preoccupato come lui.
Tutti
erano così tranquilli, non ne parlavano molto...come se
niente fosse, poi però arrivava lui a chiedere puntualmente
di lei, che avesse, come fosse, se c'erano notizie...ogni volta, con
quel pensiero fisso, asfissiante, lo definirono in molti. Fu una
sorpresa per tutti vederlo così, non era da tutti i
giorni...ma poi tenendo in considerazione per chi era così
in apprensione si davano ogni risposta.
-
ma perché non andate a trovare Gastrid? Se sta male magari
le fa piacere, così vediamo come sta...-
loro
rispondevano:
-
certo, possiamo anche andarci, ma mi pare che la tua domanda sia
più esatta se detta così: io vado a trovare
Gastrid, chi viene con me?'-
e
lui scherzando come sempre aveva girato la situazione in suo favore,
facendo come se non fosse quello che loro pensavano.
Illuso....credette
di convincerli, ma ormai lo conoscevano e dire che era strano era solo
una sacrosanta verità!
Poi
però effettivamente se non usciva aveva i suoi motivi e
romperle le scatole non era molto adatto...anche considerando il tipo
che era lei...così non andarono mai a trovarla...
Quando
lei tornò fece una sorpresa a tutti poiché non
aveva avvertito nessuno che era semi guarita e che tornava;
arrivò improvvisamente.
Erano
riuniti a casa di uno di loro, stavano giungendo pian piano tutti. Lei
fu fra i primi e tutti quelli che arrivavano e la vedevano
lì sorridente e silenziosa(finalmente sorrideva anche se non
era stimolata da Stefano)si stupivano di vederla e le chiedevano come
andava e mille cose che lei ripeteva paziente con sempre meno dettagli.
Stefano
arrivò con un sacchetto con spumante e torta, era il suo
compleanno.
Quando
la vide non credette ai suoi occhi, a giudicare dalla sua reazione.
Lei
era voltata e quando si girò per vedere chi era arrivato
stranamente silenzioso si vide davanti a pochissimi cm da Stefano,
aveva un viso da cretino e una notte.
Faceva
la faccia buffa per mascherare come al solito le sue vere emozioni.
Lo
stupore esagerato la fece ridere subito. Non aveva ancora parlato e
nonostante l'avesse spaventata trovarlo così vicino di colpo
si rilassò subito.
Ora
stava bene.
Tutti
la salutavano baciandola sulle guance e lei dentro di se sperava che la
smettessero con tutti quei baci, non ci andava d'accordo con quelle
manifestazioni sdolcinate.
Ovviamente
si baciò con tutti...tutti tranne un certo buffone dal viso
affascinante e due occhi profondi che si mise in file davanti a lei
come gli altri, gli occhi chiusi e la bocca a papera per ottenere un
bacio diverso...
-scemo...-
mormorò
senza tuttavia scomporsi...così si trovò a
baciare tutti tranne Stefano...cosa che notarono tutti...normalmente
è sintomo di 'speciale' se due si baciano, ma quella volta
al contrario fu 'speciale' proprio perché loro due furono
gli unici a non baciarsi.
Fu
chiaro.
Stefano
non mollò Astrid nemmeno per un secondo, come mai aveva
fatto, fu troppo spudorato...troppo esagerato...ma un esagerazione
simile ad Astrid era mancata.
Le
si sedette vicino tutta la sera, parlò solo con lei,
scherzò solo con lei, per lui esisteva solo la bionda ormai
guarita. Lei borbottava ogni cosa....e anche se nessuno la sentiva lui
aveva le orecchie lunghe e sentiva ogni cosa...specie le parolacce che
le scappavano.
-
merda!-
le
sfuggì ad un certo punto.
Si
trovò subito un paio d'occhi dal colore indefinito molto
penetranti, che sadici la inquisivano:
-
ah, Gas, Gas...cosa sento io? Ma non ti vergogni...insomma...ci sono
orecchie minorate, qua!-
non
rise come avrebbe fatto chiunque ma rispose a tono:
-
qua le uniche orecchie minorate sono le tue!-
facile
botta e risposta che però segno il grande ritorno
dell'accoppiata!
Furono
subito al centro dell'attenzione e non li fermò
più nessuno.
Mentre
c'era il solito casino in cui stranamente erano ignorati entrambi, lei
sovrapensiero si rivolse al compagno che aveva al fianco, senza
rendersi conto che era Stefano. Gli chiese un parere su una cosa che
stava componendo per passare il tempo...
-
guarda, non fa cagare?-
il
solito linguaggio fine da porre a chiunque tranne che a lui. Prese
subito la palla al balzo e avvicinando la testa quanto l'aveva
avvicinata lei si trovarono molto vicini e lui le rispose...
-
è solo una tua impressione...le tue dolci mani non potranno
mai creare qualcosa che ti somigli!-
lei
si rese conto di chi aveva rivolto la parola e indignata disse:
-
ma allora da che parte stai? Chiarisciti le idee caro che non sto molto
a divorziare da te!-
lui
spalancò gli occhi teatralmente e la fece ancora una volta
ridere:
-
no cara, ti prego, non farmi questo, io amo solo te!-
-
mm, bene...altrimenti di cornifico!-
fece
un'altra scenata delle sue e fu di nuovo protagonista.
Come
quando stavano consegnando le fette di torta, lui provvide a
consegnarle di persona a lei facendo in modo di tenere le dita che si
toccavano con le sue nel momento dello scambio del dolce. E con una
faccia demente delle sue le lanciò un bacio con gli occhini
da cucciolo innamorato!
Non
si smentiva mai, era un tornado senza fine, le pile non gli finivano e
non si stancava mai di tormentarla in ogni modo e tirare fuori nuove
cose da dire e fare.
-
senti amore, smettila di fare il deficiente-
sbottò
quindi lei ad un certo punto....lui si fermò di colpo
facendo zittire tutti, trattenne il respiro e mettendosi una mano sul
cuore sorrise di un sorriso smagliante:
-
grazie cara, come sono contento che finalmente mi riconosci come
tale....il nostro amore non avrà fine!-
-
si amore...guarda che chiedo il divorzio!-
così
fece finta di fare il bravo bambino!
Da
allora cominciarono a chiamarsi 'amore' e 'tesoro', a fare la coppietta
felice e a presentarsi a tutti(lui prevalentemente)come i fidanzati dal
rapporto d'amore molto sofferto.
-
mi ama proprio!-
era
la risposta tipo agli insulti di lei.
Un
rapporto così nessuno l'ebbe mai con Stefano e tutti se ne
accorsero...infatti le voci che girarono non furono messe a caso o
inventate...
Voci
su Stefano che specialmente quando lei era mancata, si era rivelato
così preoccupato da far pensare ad un sentimento vero e non
finto come lasciava credere.
Le
voci dicevano che i due si volevano bene non solo come amici, che
stavano insieme realmente e tutte le cose che si sarebbero potute dire
sul loro conto...ovviamente raggiunsero solo lei le cosiddette voci,
tutti si guardarono bene dal farle arrivare a lui.
Che
avrebbe fatto Astrid?