LUOGHI D'APPARTENENZA

CAPITOLO 8:

LUI E’ IMPORTANTE
 
C’erano molte voci su loro due, voci che la infastidivano molto specie perché non arrivavano a lui e lei non sapeva che fare. Dirglielo? Chiedere spiegazioni? A parte che tutti li credevano circa insieme, il fatto era che si diceva principalmente che lui era innamorato di lei.
Alla fine sospirava infastidita e faceva finta di nulla. Quando le voci iniziavano poteva accadere di tutto che non si riusciva a scappare!
Fu una delle ultime sere passate insieme prima di rendersi conto di una cosa importante, per Astrid.
Era una serata organizzata a casa di Martina, Francesco ormai non c’era più perché studiando a Venezia  e tornava poco.  C’era da dire che un po’  per la lontananza, un po’ per alcuni eventi particolari, la bionda aveva deciso di lasciar perdere Francesco poiché Stefano aveva avuto ragione. Lui era perfetto in amicizia ma in amore era una frana.
Tornando alla serata, avevano mangiato una pasta insieme e scelto un paio di film da guardare, aveva vinto un film di paura, anzi più che paura era suspence, ma molto lugubre per gli argomenti trattati. Si trattava di The sixth sense. Alcuni l’avevano già visto e altri No.
Ovviamente non c’era bisogno di specificare i posti.
Astrid e Stefano vicini in un divanetto giusto per due.
E poi ci si stupiva se c’erano voci sui due…
Videro il film in salotto coperti con delle coperte, i due ne avevano una insieme, al buio di sera con il fuoco acceso.
Era veramente un bel film per nulla scontato e parecchio azzardato, ma non fu questo il punto.
Il punto fu un altro e decisamente più divertente.
Era la scena di massima tensione, non proprio paura, ce n’erano molte, ma come quella No. Era proprio l’apoteosi dove tutti, nessuno escluso, era inchiodato al divano con gli occhi concentrati sullo schermo.
Stava per accadere qualcosa di terribile, il cuore palpitava, il sangue correva nelle vene e tutti impalliditi inghiottivano senza riuscire a prepararsi al sicuro peggio, quando…
- AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!-
Un urlo terribile ed agghiacciante che partiva dalle viscere per poi fuoriuscire a pieni polmoni, terrore, orrore e paura allo stato puro in un mix di malignità e cattiveria…il tutto nelle orecchie ormai morte di Astrid.
Insieme ad essi si udirono gli altri urlare, i presenti in sala…tutti tranne lei, la povera malcapitata che si beccò il grido nei timpani, lei aveva subito una sincope.
Era stato Stefano ad urlare di proposito in quel modo per spaventare tutti già spaventati di loro…poi si era messo a ridere sadico come un mostro mentre Astrid ancora non si riprendeva. Quello si che aveva attentato alla sua vita. Come dimenticarselo? Quel maledetto stronzo ancora una volta aveva colpito…e si era ovviamente beccato i pugni e le sberle della malcapitata.
- ahahaha….mi sono girato ed avevate tutti delle facce comiche…non potevo non farlo…l’ho fatto una volta con Francesco che era seduto dall’altra parte della sala ed io di qua…è stato divertente, ma non come ora che l’ho fatto nelle dolci orecchie di mia moglie!-
Altra rata di pugni.
Voleva letteralmente ucciderlo.
Come diavolo poteva solo pensare di fare prendere colpi simili? E poi gli urli che avevano seguito il suo avevano contribuito alla mazzata.
Come si faceva a vedere un film simile in quel modo? Se lo chiese fino alla fine che per fortuna non tardò ad arrivare, se ci fossero state altre scene come quelle non avrebbe retto!
Lei era una dura, pronta a tutto, molto cambiata, più socievole, che stava agli scherzi e faceva molte battute cattive ‘alla Stefano’, ma prima di tutto era umana e solo il fatto che non aveva gridato come le altre era ammirevole.
Gli diede accidenti per tutta la sera accompagnati anche da molte parolacce.
Ma Stefano era così, stronzo e sadico, amava divertirsi sulle spalle degli altri.
Lo faceva altre volte, ma avendo assaggiato quanto divertente fosse far morire e resuscitare Astrid l’aveva rifatto in un’altra occasione, stavano tornando tutti a casa e lei era ferma davanti alla macchina di un amica che la stava tirando fuori dal parcheggio, aveva lasciato gli altri indietro e pensando ai fatti suoi nel buio della sera fredda, con il suo solito sguardo poco socievole, non si era accorta dell’ombra sinistra che le era venuta dietro, lei senza pensarci si voltò avendo uno strano presentimento e quando lo fece si trovò il viso di Stefano nell’ombra a pochissimi cm dal suo che la spiazzava con un altro urlo alla ‘Scream’, per poi scappare a gambe levate mancando il calcio ma beccandosi un:
- vai a cagare, vuoi?-
Certamente aveva avuto la risposta pronta:
- mmm, dopo magari, quando ho lo stimolo!-
Lo odiava…esattamente. Non avrebbe mai potuto provare altri sentimenti per un tipo simile che si divertiva in quel modo a sue spese, come potevano tutti dire che lui le voleva bene e che stavano insieme? L’odiava!
 
Si chiedeva sempre che avrebbe dovuto fare, riguardo quelle voci,  senza sapere come!
In quelle situazioni non era molto sveglia e reattiva anche perché non voleva credere a quel che sentiva…ed era convinta che da parte sua ci fosse solo amicizia nonché odio!
Ci fu anche un’altra volta in cui lui riuscì circa a farla ‘morire’.
Lo fece in modo indiretto, in un certo senso.
Ma come sempre sapeva il modo adatto per colpirla.
Riuscì a farla pensare. Ma pensare veramente. Ad aprire gli occhi. E modo più brusco non avrebbe potuto esistere, ma ancora una volta aveva azzeccato l’unico adatto, se non avesse fatto così lei non l’avrebbe mai capito.
Eppure non lo fece ‘apposta’.
Era il compleanno di Martina e  non c’era proprio una festa, era solo una delle serate solite dove si stabilivano tutti  casa sua e facevano un po’ di casino.
Erano invitati tutti.
Nel solito salotto c’era un po’ di gente e si parlava in mille contemporaneamente.
Arrivò Francesco che finalmente era tornato per un po’ di giorni da Venezia dove studiava.
Salutò tutti, era sempre molto bello, ma da ‘tenere’ solo come amico.
Rimase un po’ con tutti loro ascoltando e partecipando…mancava solo una persona. Una persona che non si era mai separato da Astrid in quelle serate in compagnia!
Quella volta lui non c’era. Tardava ad arrivare, si poteva pure dire che mancava solo lui ed era troppo insolito!
Per quello forse, era stato tutto troppo calmo e tranquillo.
Ma era arrivato Francesco e dopo alcuni minuti che era stato con loro ad ascoltare e parlare se ne era reso conto.
Disse come se non credesse che loro non lo sapessero:
- ma voi non sapete nulla…-
Qualcuno chiese cosa…e ad Astrid tornò subito in mente quel pensiero avuto verso le nove…un pensiero insolito e lugubre, brutto…su un incidente e su Stefano…
- Stefano verso le nove ha avuto un incidente in auto, venendo qua…-
Silenzio gelido.
Lei era stravaccata in modo poco femminile nel divano dove si annoiava parecchio senza quel rumoroso tipo.
Pensò di non aver capito bene. Lenta si alzò seduta meglio e corrucciando la fronte ridusse gli occhi a due fessure verde scuro.
- si…l’hanno preso da dietro, la macchina a quanto pare è da buttare…ora è in ospedale…-
Ma perché diceva quei particolari e non quello che voleva sentire?
“dillo…dillo, dai….”
Pensò senza rendersene conto.
Tratteneva il respiro e aveva le mani serrate mentre il corpo rigido stava sul bordo del divano. E pochi riuscivano a parlare, forse molti avevano visto la sua reazione. Non parlava, non diceva nulla.
Qualcuno lo fece per lei.
- ma come sta lui?-
Francesco sembrò ricordarsene che mancava quello da specificare:
- non si sa, mi ha solo detto che non era grave, ma è in ospedale…onestamente non lo so ma ha detto che non c’era bisogno di andare…-
Lui l’avrebbe detto comunque in qualunque stato fosse stato. Farsi vedere in un certo modo da loro? Mai! Ma lei voleva crederci che non aveva nulla di grave. Anche se voleva sapere subito cosa avesse. Cosa diavolo avesse.
Come stava Stefano?
Forse prese a respirare quando ricevette lo sguardo semplice e calmo di Francesco. Se lui era così sicuramente non era da preoccuparsi.
Ma fu un colpo, una mazzata. Poi si rese conto di essere troppo tesa, troppo strana, così sarebbe stata al centro dell’attenzione, per cui tornò ad appoggiarsi facendo l’aria indifferente e annoiata…era brava in quelle cose, tutto il mondo poteva caderle addosso, ma davanti a loro riusciva a far finta di nulla…era un tipico comportamento da Stefano, lui era riuscito a cambiarla e contagiarla fino a quel punto.
Il cuore aveva ripreso a battere veloce per poi andare pianissimo e poi tornare velocissimo. Non capiva che le succedeva. Non capiva.
Tutto quel che successe in seguito fu un sogno, non si rese conto del tempo che volava, di quel che si diceva. Per lei star là e subito dopo a casa fu un tutt’uno.
Era stranissima, dentro.
Captò solo il numero di cellulare di Stefano, concordi tutti per mandargli degli sms in quei giorni.
Lei lo impresse nella memoria come non era successo in nessun caso.
In auto mandò un messaggio senza pensarci troppo, l’avevano fatto tutti, ma nessuno aveva ricevuto risposte, non si spiegò perché avesse dovuto mandarlo anche lei ma lo fece…e cercò il modo più da ‘se stessa’ possibile.
Gli scrisse una cosa tipo:
Hai trovato il modo di scappare, eh? Senza di te è stato noioso, devo ammetterlo. Comunque come stai?
Il tutto abbreviato al massimo.
Rimase nuovamente col fiato sospeso fino all’ultimo…e ci rimase tutta la notte.
A casa disse solo serafica in un tono assolutamente non da lei che Stefano aveva avuto un incidente e che non si sapeva altro che non doveva essere grave, era in ospedale…e da questo uno doveva trovare la tranquillità per passare la notte e magari anche il giorno dopo.
Era salita in camera sua senza dire altro, solitamente passava un’altra ora con la sorella e la madre a chiaccherare, ma quella volta No.
Si era messa sotto le coperte e come se volesse avere il potere di bruciare tutto il mondo, non aveva chiuso occhio nemmeno per un istante.
Si voltava e rivoltava.
Quel tipo assurdo era riuscito a farla star male veramente.
Tutta. Tutta la notte così. Occhi spalancati e un ansia nel petto che non finiva di farsi sentire prepotente.
Perché doveva essere così?
Francesco era stato tranquillo, insomma, non era grave, no?
E allora che voleva?
Perché nessuno era stato come lei?
Non aveva risposto, non sapeva nulla e normalmente non le importava nulla di sapere o no, ma quella volta lei odiava non sapere qualcosa che invece voleva sapere!
Uno sguardo che perforava il buio della sua stanza e un umore che le batteva nelle tempie senza permetterle di chiudere occhio.
Come stava?
Cosa aveva?
Che gli era successo?
Voleva sapere tutto, ogni dettaglio.
Ma soprattutto volva avere la voce per se, le battute per se, l’attenzione per se.
Tutto. Ogni cosa.
Fu semplicemente infernale passare non solo tutta la notte in quel modo, ma anche il giorno dopo. La scuola fu come nemmeno vederla. Stette nel banco e spiegò che non si sarebbe mossa da casa, non sarebbe andata via con le sue amiche. Quando avevano saputo di Stefano avevano come capito tutto e non avevano detto nulla se non che dispiaceva loro.
E il giorno passava così senza poter sapere quel che voleva sapere.
Lei voleva arrivare alle solite uscite e trovare Stefano che si voltava verso di lei e con la solita aria da stronzo la chiamava Gastrid e faceva il mona!
Lei voleva solo sapere da Stefano che stava effettivamente bene!
Lei voleva…lei non si capiva, ma stava male. Di un male che non si poteva specificare, come dire…quando sai che sei scema perché va comunque tutto bene ma irrazionalmente continui a non capire nulla finchè non arriva la causa di tutto a calmarti.
Solo quando le arrivò il suo sms si calmò, ma non perché le diceva che stava bene, che era ovvio che lei si era annoiata visto che lui non c’era, che si sarebbero visti il giorno dopo…non per questo…ma perché capì ed accettò.
Accettò che gli voleva bene e non come ad un amico.
Era troppo importante per lei.
Indispensabile, praticamente.
Lo sentì chiaramente.
Se fosse mancato lei sarebbe tornata un riccio e non sapeva che avrebbe fatto.
Ma stava bene e sarebbe tornato da lei.
 
Il giorno dopo lei arrivò fra le prime al luogo del ritrovo, era una grigliata con un bel po’ di gente, era una villa di amici.
Varcato il cancello fece qualche metro, svoltato l’angolo vide seduto di schiena un ragazzo che al centro dell’attenzione di due persone provvedeva a farle ridere.
Lei aveva rallentato, non aveva fatto rumore, ma lui si era alzato con la sedia per sedersi in modo da vederla e la vide. Lo vide.
Era Stefano e a parte qualche contusione e il collare al collo sembrava stare veramente bene…dallo sguardo solito era così.
- ciao Gas!-
Fu sentirlo chiamarla così che tornò a respirare e gli arrivò davanti.
Si controllò e rispose qualcosa che non avrebbe mai ricordato.
Passarono la giornata l’uno attaccato all’altro. Stefano l’aveva presa come la sua infermiera personale, le faceva fare tutto al posto suo, si faceva aiutare, le chiedeva di tutto e lei seppur con finto sgarbo era ben contenta, era in perfetta forma, come al solito.
Anche a sedersi si era messo spudoratamente a mangiare accanto a lei dove c’era un posto libero, lui prima seduto dall’altra parte del tavolo si era alzato dicendo apposta:
- guarda guarda…c’è un posto libero lì, dai, voglio sedermi vicino alla mia Gas…-
Lei pensò che non si vergognava a dire certe cose con certe voci che giravano, anche se effettivamente le importavano poco.
Tuttavia rispose sempre come tutto il resto della giornata, come al solito senza cambiare mai tono:
- noooo, ma perché qua? Io stavo così bene!-
Ma lui come se non avesse sentito si era seduto. L’aveva asfissiata tutto il tempo in ogni modo possibile chiedendole di prendergli questo quello e di mettergli quell’altro. Lei suo malgrado l’aveva sempre accontentato!
Fu una giornata molto particolare quella che passarono, fra le più belle, perché entrambi non si frenarono, se ne fregarono altamente di tutto e tutti facendo solo quello che meglio avevano voluto. Solo per star bene, solo per se stessi.
Solo per istinto.
Le cose erano decisamente cambiate, lei l’aveva capito e ammesso, per lui….per lui era tutto un mistero e forse lui anche se sembrava essersene già accorto…forse non era così….sicuramente c’era qualcosa di strano, di insolito…di profondo…ma decifrare Stefano….e per se stesso decifrarsi era molto difficile.
Ma lei che aveva capito avrebbe presto provato a prendere le cose nelle sue mani, era da lei, non poteva farne a meno. Capendo una data cosa non si poteva far finta di nulla.
Avrebbe cambiato e chiarito quelle voci che continuavano a girare.