Mai Senza Te

CAPITOLO III:

NELLE FAUCI DEL LUPO!

/ Give it to me – Timbaland, Timberlake & Furtado /

Quando la porta del bagno fu aperta e l'arcana stanza si rivelò ai loro occhi, a Tony parve come se fosse la nemica numero uno di tutta la sua vita.
Poi però in un attenta riflessione si corresse... era il suo bisogno di far pipì che era il suo nemico numero uno!
Perchè vogliono sempre uccidermi? Sono una persona così buona... ho dei modi di fare un po' snervanti e strafottenti ma sono comunque uno buono e bello e caro... patteggio per la giustizia... ed invece tentano sempre di fregarmi!
Porca miseria... finirà che anche io tenterò di dare precocemente le mie dimissioni per andare in pensione anticipata... una spiaggia messicana non mi dispiacerebbe, visto come me la sto cavando (anzi, NON) in questo momento!”
Questi ed altri pensieri più nervosi ed agitati gli vorticavano nella testa mentre un rivoletto di sudore freddo gli colava lungo la spina dorsale, guardò la tavoletta del water come un pericoloso cane rabbioso.
- Pensi di farcela ad arrivare fino là o ti devo trasportare? - Il tono impaziente ed ironico di Gibbs arrivò presto a distrarlo dalle sue disperazioni mentali, quindi il giovane si girò verso di proprio capo immediatamente dietro di lui e scambiandosi degli sguardi ravvicinati che dicevano tutto e niente, la preoccupazione del momentaneamente invalido aumentò paurosamente... ora le goccioline che gli colavano lungo la spina dorsale erano almeno una ventina!
- No, no... arrivo... - Però avrebbe tanto voluto avere una di quelle capacità telecinetiche e fare da solo quello che invece non sarebbe mai riuscito a fare.
- Dev'essere una pipì nervosa... spero non mi capiti di farla a letto, sarebbe decisamente più spiacevole! - Cominciò a parlare a macchinetta evidenziando il suo stato d'animo impossibile da nascondere. Gibbs aveva una visione completa ed approfondita di Tony, sapeva bene ciò che gli si agitava dentro ed il fatto che non gli ridesse in faccia sadicamente divertito, denotava che se voleva sapeva controllarsi perfettamente.
Gibbs sopirò: - Tony! - Non servì altro. Rassegnato come un condannato a morte, il castano si diresse nel luogo X seguito dall'altro che si ostinava a non dimostrare ciò che pensava e provava... era disgustato, imbarazzato, divertito, seccato? Cosa sentiva all'idea di dover fare una cosa simile?
Tony non l'avrebbe mai capito ma l'idea che aveva avuto precedentemente di trovarsi nella tana del lupo, non era sbagliata visto che quel che provava Gibbs era proprio incontaminato divertimento e compiacimento per quella situazione!
Certo vedere Tony in difficoltà era l'obiettivo di molti ma non se andava a discapito di sé stessi... eppure Gibbs non era minimamente infastidito od imbarazzato, sembrava non avere veramente problemi a fare una cosa simile. Quindi cosa significava?
Cosa c'era di così divertente nel dover abbassare i pantaloni di un altro uomo per aiutarlo nei bisogni fisiologici?
Una volta lì davanti i colori che il viso di Tony riuscì ad assumere furono un numero non trascurabile ma ancora il capo sembrava non farsene alcun problema, come se non ne venisse minimamente sfiorato.
Cosa diavolo pensa questo killer con la licenza di indagare? “
Pensò infatti tossicchiando. Lo sentiva dietro di sé mentre i suoi occhi azzurri contemplavano con difficoltà il cerchio della tazza e poi la propria cintola del pigiama in stoffa leggero, tutto ciò che era riuscito a rimediare per uscire. Sotto aveva i suoi soliti boxer ma sicuramente non sarebbe potuto rimanere così fino a guarigione completata... a dire il vero si sentiva addosso un insopportabile odore di fumo e bruciato, era allucinante, non poteva non lavarsi.
Quando la sua mente gli fece comprendere il significato di quello, il caos l'avvolse di nuovo completamente.
Doccia.
La mossa successiva sarebbe stata quella... e poi farsi vestire (non dopo essersi fatto svestire!)... e addirittura mangiare, magari!
No, non se ne parlava!
D'istinto pensò che avrebbe potuto fare a meno di mangiare ma poi immaginarsi senza doccia lo fece star peggio, così con un sospiro di rassegnazione si decise finalmente a darsi completamente e letteralmente alle mani del famoso lupo-killer travestito da buon agente dell'NCIS!
- Basta che mi tiri giù un po' i pantaloni... ehm... e il necessario... poi... - Provò a dargli delle indicazioni in modo da non lasciarlo fare di testa sua, avrebbe potuto scegliere qualche opzione più imbarazzante... ma del resto esisteva qualcosa di meno imbarazzante?
Lui era Gibbs... con McGee non si sarebbe fatto problemi e probabilmente nemmeno con Ziva!
- Poi? - Chiese quindi con un tono inquisitorio ed interessato l'altro alzando un sopracciglio e guardando il suo profilo abbassato ed imbarazzato, avrebbe voluto scoppiare a ridere ma non l'avrebbe fatto.
Era un ottima occasione, si disse.
Già, ma per cosa?
Per mettere le 'zampe' su Tony?
- Improvviserò! - Disse infine sparando la prima cosa che gli venne in mente, al che l'uomo si girò discretamente e sempre discretamente si lasciò sfuggire un sorrisino velocissimo.
Sarebbe stato un bel periodo, questa fu la sua conclusione.
Dopo di che tornò verso di lui, guardò le sue mani fasciate che alzate lateralmente a mezz'aria attendevano la probabile tortura vergognosa. Un altro sorrisino silenzioso, poi si fece serio ed andò all'attacco.
Si mise più vicino, sempre dietro a Tony, e quasi toccando interamente la sua schiena col suo petto senza però farlo realmente, intrufolò la testa sulla sua spalla a lato del viso e continuando a sfiorarlo solamente, scivolò con entrambe le mani sui suoi fianchi, infilò i pollici sotto entrambi gli elastici e abbassando la parte anteriore dove lui forse non riusciva a vedere o forse si (fu una domanda amletica, per Tony... Gibbs stava anche facendo cadere l'occhietto sui suoi gioielli di famiglia o no?), esercitò il primo contatto autentico sul suo inguine provocandogli tutti i brividi del mondo ed un... non bisogno di tenere anche QUELLA parte per impedirgli di sbagliare mira!
Appena Gibbs gli aveva messo 'le mani addosso' l'atmosfera era improvvisamente cambiata diventando non solo strana ma altamente erotica e come sentitosi catapultato in uno di quei film ben fatti a luci rosse, di quelli accurati in grado veramente di scaldarti ogni particella, Tony aveva trattenuto il respiro sentendo la sua pelle diventare improvvisamente più calda e riempirsi di brividi inspiegabili.
Brividi di piacere... non avrebbe voluto che si separasse.
Con questo lampante desiderio che gli attraversava la coscienza, il giovane dimenticò per un momento cosa doveva fare, i suoi bisogni e soprattutto ogni motivo d'imbarazzo.
Per un momento gli parve come di trovarsi nel posto giusto al momento giusto... fra le mani più giuste possibili.
- Non devi più farla? - E con questo sussurro nell'orecchio gli parve come di trasformarsi lui stesso in liquido rovente, ma il colpo di grazia avvenne quando, mentenendosi così vicino tanto da sfiorare il corpo col suo, Gibbs toccò la sua parte intima con la punta di due dita indirizzandolo nel punto giusto.
Opzione meno imbarazzante?
Perchè, c'erano veramente?
Certo che c'erano... ma se ci si fa prendere dall'emozione e si lascia fare al 'lupo-killer' come si può pensare di uscirne integri?
Dimenticanza totale.
È una sorta di inebriante caos interiore che è così violento e di enorme portata da cancellare ogni cosa in un istante.
Finchè i polpastrelli di Gibbs sarebbero rimasti in quella parte del corpo di Tony, questi sarebbe rimasto in quello stato di dimenticanza totale.
- Ehi... - Lo richiamò una seconda volta ma non in maniera seccata o sbrigativa, il tono usato rimase molto basso ed il suo respiro lieve gli carezzò l'orecchio cominciando una pericolosa eccitazione.
- Eh? - Chiese smarrito girando leggermente il viso trovando il suo vicino, anch'essi si sfiorarono e occhi negli occhi rimasero a contemplarsi per qualche istante senza aggiungere altro, poi a riprendere la gestione della situazione fu ovviamente Gibbs che mantenendosi controllato, sempre senza cambiare tono, riprese:
- Vuoi stare così ancora o preferisci fare qualcos'altro? - E poiché la mente di Tony era gettata nella confusione, fu naturale la sua risposta spontanea:
- Tu cosa vuoi fare? -
Questo però funse da alimentatore per Gibbs che rendendosi conto di averlo totalmente sotto la sua volontà e che avrebbe potuto fargli qualunque cosa senza alcuna conseguenza spiacevole, senza muoversi di un millimetro, continuando a sfiorarlo solamente col suo corpo e a creare quel minuscolo contatto con la sua parte intima, sussurrò:
- Sicuro di volerlo sapere? -
Come se la reale domanda fosse stata 'cosa vuoi farmi?'.
Per un momento a Tony parve come se l'intenzione di Gibbs fosse quella di baciarlo. Per un attimo gli parve così concreto che si trovò a muovere una delle sue mani fasciate verso qualla che lo teneva in quel modo e schiudere le labbra per facilitargli il compito. Per un istante fu proprio così ma fermò la mano con una fitta di dolore sulla pelle bruciata e come se un martello fosse arrivato a riportarlo alla realtà picchiandolo sulla testa, riprese per un attimo possesso di sé stesso rendendosi conto di cosa stava per succedere e dello stato in cui erano entrambi.
Come se di loro si fosse impossessato qualcuno dal pensiero fisso, altam,ente eccitato con l'intenzione di far sesso...
Richiuse quindi le labbra e girò di nuovo la testa dicendosi una cosa.
Una sola unica cosa mentre con fatica cercava di concentrarsi su quello che aveva interrotto per rimanere stregato da quell'uomo:
E' Gibbs, il mio capo. Voglio forse morire?”
Ripetendosi solo questo scacciando il seguito che sarebbe stato 'e che male c'è nel desiderarlo e farsi eccitare da lui?', trascurando tutto il resto della sfilza di considerazioni fino a sentirsi interiormente male.
Come si poteva far finta di nulla dopo una cosa simile?
Nemmeno l'imbarazzo era stato più potente di quel senso erotico che l'aveva eccitato tanto da...
Dio, lo stavo per baciare...”
...sconvolgerlo come mai sicuramente gli era accaduto in vita sua.
Il seguito se lo disse mentre finalmente lasciava andare i suoi famosi bisogni liquidi...
E non è mica finita... “
La doccia sarebbe stata il prossimo pericolosissimo passo.
Certo, perché non se ne parlava proprio di non farla, affumicato com'era... proprio no!
Rivoglio le mie mani!”
Pensò poi con disperazione giusto prima di una strana vocina proveniente dalla sua coscienza che gli chiedeva se ne fosse veramente sicuro di rivolerle.
Gibbs?
Seccato.
Ecco com'era il suo stato d'animo.
Altamente seccato per essere stato interrotto da cosa di non molto precisato. L'avevano voluto entrambi ed era stato lampante. Se solo gli avesse detto 'fammelo', senza ombra di dubbio l'avrebbe fatto lì e subito, qualunque cosa il suo istinto bollente gli avrebbe fatto fare.
Qualunque.
L'aveva avuto fra le mani, l'aveva avuto quasi sulle sue labbra... l'aveva desiderato eccitandolo... e poi non era stato nulla.
Solo quel piccolo contatto bruciante sotto le sue dita e la possibilità di unire i loro corpi, possibilità non colta trasformata in tortura per entrambi.
Cosa gli aveva impedito di non prendersi subito quello che aveva voluto intensamente e violentemente?
Non se l'era programmato, non gli era mai successo di sentirsi così, in quel modo, con Tony. Però era capitato in quel momento e se non si sarebbe girato ritornando in sé, lui che in sé lo era sempre stato sarebbe andato avanti fino in fondo, senza problema alcuno, senza paranoie o domande, solo perché l'aveva voluto in modo lampante ed innegabile.
Non si era mai ingannato, Gibbs. Era sempre stato abile nel capirsi al volo e ad essere onesto con sé stesso e sicuramente non era uno che fingeva di confondersi o crearsi problemi che non vedeva.
Volere qualcuno non era mai un problema, volere Tony, poi, era addirittura interessante e stimolante.
Tony non era uno qualunque.
Tony era Tony.
Tanto succederà. Se non è stato ora sarà fra cinque minuti, quando l'aiuterò a lavarsi. È qua fra le mie mani, non scappa. Lo vuole anche lui, non c'è motivo per non lasciarsi andare. Detesto solo perdere tempo dietro ad inutili seghe mentali e domande stressanti. È o non è... perchè... ma come... sono stupidaggini!
È. E questo è tutto ciò che conta.
Ciò che è e che voglio.
Che vogliamo.
L'avrò.”
Su questi pensieri decisi tipici suoi gli ritirò su i due elastici degli indumenti leggeri e con un certo fastidio per non aver preso GIA' quello che voleva, si allontanò di un passo da lui con ogni parte di sé stesso bruciante ed accaldata. Tutto di lui lo voleva.
Tutto.
E sarebbe successo lasciando i perchè per un secondo momento.
Certe cose, in fondo, sono troppo forti per non essere notate, viste, provate e vissute.
Troppo.