MAI SENZA TE
CAPITOLO IV:
E
BAGNO FU!
/ Maniac – Michael
Sembello/
Cercare
di mantenersi casti, puri ed integri ancora un po’ oppure
rassegnarsi a farsi ‘sporcare’ ricoprendosi anche
di imbarazzo insieme a tutti quegli ormoni impazziti?
Tony
si chiese se per caso non fosse un adolescente con il testosterone alle
stelle e quindi non in grado di controllarsi… se lo chiese
seriamente ma quando cercò una risposta, senza trovarla
decise che era ora di farsene una ragione e far decidere al proprio
corpo, come faceva sempre!
A
onor del vero i suoi problemi ad avere relazioni erano con le
donne… finché si trattava di cose leggere ne era
perfettamente in grado ma quando cominciavano a chiedergli di
più si trasformava in un fantasma… e dopo Jeanne,
onestamente, la speranza che la sua donna esistesse realmente erano
cadute sullo zero. Non negava che magari da qualche parte ce ne fosse
una compatibile coi suoi gusti a cui lui stesso piacesse a costei,
negava il fatto che lui potesse dare ancora tutto sé stesso.
Ziva aveva ragione quando diceva che lui aveva paura dei legami seri
con le donne. Era così.
Ma
la domanda che gli affiorò malefica alla mente quando si
trovò in bagno alle prese con Gibbs, fu: ma la stessa paura
vale anche con gli uomini ed in special modo col tuo capo?
Non
è che magari la soluzione ai tuoi problemi con le donne
è buttarsi sugli uomini?
Queste
frasi perfide furono, tutto sommato, solo una logica conseguenza di
tutti quegli insoliti e fortissimi desideri nati dal contatto piacevole
con Gibbs e la sua parte intima.
Gli
era piaciuto fisicamente così tanto che anche la sua mente
era partita sfuggendogli totalmente dal controllo; ora stava solo da
capire come mai… era lui che ci sapeva incredibilmente fare
coi corpi altrui, sé stesso che non faceva sesso da troppo
tempo oppure la chimica deleteria che era scattata alla prima scusa?
O
c’era qualcos’altro?
Sospirò…
magari poteva giocare molto anche l’idea del proibito. Da
sempre trovarsi attratti dal proprio capo, di qualunque sesso fosse,
era sempre stata una delle idee proibite degli esseri umani…
così come diventare l’amante del presidente o
dell’imperatore del male (il che effettivamente sarebbe anche
la stessa cosa…). Insomma, i tabù erano sempre
molti e dipendeva dai punti di vista… quello di Tony al
momento non era solo desiderare il proprio capo, ma desiderare PROPRIO
Gibbs, al di là che fosse il suo capo o meno!
Pensieri
complicati, tutto sommato, per il giovane in quelle condizioni.
Troppo!
-
Doccia o bagno? – La voce al momento normale di Gibbs giunse
ad interrompere il turbine agitato dei suoi pensieri.
-
Eh? – Chiese preso alla sprovvista guardandolo arrossendo
(tanto per cambiare) per l’ovvio pensiero che gli era venuto
in mente.
-
Il fuoco ti ha bruciato anche i timpani o ci senti ancora? Non
ripeterò quel che dico per tutto il tempo, quindi vedi di
stare attento! – L’ammonizione maggiormente
seccata, però, lo riportò bruscamente alla
realtà. Effettivamente era troppo distratto ma il colpevole
era proprio lui ed i suoi modi che erano come quelli di uno…
di uno che…
“Ci sta provando con
me?”
La
domanda, quindi, gli sorse spontanea.
Forse,
tuttavia, nemmeno Gibbs stesso se ne rendeva conto. Quello andava solo
per istinto, le probabilità che sapesse cosa stesse facendo
non erano alte, ma c’erano. Non doveva dimenticarsi che Gibbs
era un killer con la licenza di indagare… un lupo-killer,
insomma. Non doveva abbassare la guardia.
“Siamo sicuri che invece non
vada bene anche se mi lascio andare? Lasciar fare a ciò che
mi sento sul momento, di solito, è la mia filosofia ma non
con lui… con lui cerco sempre di indovinare al volo i suoi
desideri per compiacerlo e sopravvivere. Ci tengo che lui sia
soddisfatto di me. Bene, se è così, ora che
sembra proprio volere ME, allora non resterebbe che DARMI e lui sarebbe
soddisfatto! Se questa è la filosofia che adotto sempre con
lui è esattamente quello che dovrei fare… certo,
perché mi piace che lui sia contento di qualcosa che faccio
io, mi manda al settimo cielo. Quindi, perché ora dovrei
fare l’opposto e farlo arrabbiare e rendere infelici tutti?
“
Questi
i suoi pensieri all’ultimo minuto quando, ricambiando il suo
sguardo penetrante, si rese conto che era anche un uomo piuttosto
affascinante persino per il suo punto di vista. Già, come se
non l’avesse mai saputo!
-
Vuoi fare un bagno o una doccia? – Ripeté quindi
maggiormente seccato l’uomo più adulto cominciando
a preparare la vasca. Probabilmente sapeva già la risposta,
anzi, sicuramente. Conoscere bene i suoi uomini significava sapere
anche cosa farebbero, direbbero o sceglierebbero in determinati casi.
Era
evidente che Tony era imbarazzato e che avrebbe scelto la soluzione
mento compromettente, quindi il bagno caldo dove immergersi
nell’acqua e stare più rilassato.
Inoltre
le uniche parti ustionate e quindi fasciate di Tony erano le mani e gli
avambracci, il resto era in perfette condizioni. Ammirevole da parte
sua, significava che era riuscito a gestire lasituazione in modo
adeguato, tutto sommato.
-
Bagno… mi ci vuole dopo la notte che ho passato…
-
Gibbs
senza farsi vedere fece un sorrisino di quelli che la sapevano lunga.
Era stato certo sin dall’inizio che avrebbe detto
così e non l’aveva deluso… sapeva
sempre cosa aspettarsi nei minimi dettagli da Tony, ecco
perché non lo deludeva mai (anche se non glielo faceva
sempre sapere per non montargli la testa).
-
Basterà che tieni le mani e le braccia fuori dalla vasca.
– Sentenziò quindi senza aggiungere altro, aprendo
invece il rubinetto regolando l’acqua.
Era
una sensazione strana quella che provava Gibbs mentre si adoperava per
Tony in quel modo, occuparsi di lui come anni addietro aveva fatto con
la figlia… riempire la vasca per un bagno caldo era un rito
di quando aveva ancora la sua famiglia e c’erano stati
momenti in cui avevano fatto il bagno tutti e tre assieme allagando
tutto il pavimento. Erano ricordi vivi in lui ma non dolorosi o
sanguinanti. Non lo bloccavano, non più.
Con
tutto quello che aveva passato in quegli anni lentamente era riuscito a
superare e chiudere quel capitolo della sua vita.
Si
era reso conto da poco che ormai riusciva di nuovo a vivere senza sensi
di colpa. Finalmente non era più andato unicamente con donne
dai capelli rossi e poi, lentamente, anche l’interesse che
aveva provato unicamente per il gentil sesso si era ridotto a sfoghi
fisici, nulla di più. Più che altro un vizio,
togliersi lo sfizio… un po’ come faceva anche Tony.
Non
andavano con le donne con la seria intenzione di trovare
l’impegno serio per la vita, non più. Lo facevano
per abitudine, perché avevano tanti istinti maschili da
sfogare, ma al momento di far diventare le cose serie, sparivano sempre.
Addirittura
avevano vissuto le medesime esperienze nel medesimo momento…
avendo i medesimi problemi!
L’aveva
fatto pensare, questo… cosa significava?
Avevano
paura dei legami seri o avevano solo problemi con le donne?
Esisteva
una persona con cui fossero disposti a stare per tutta la vita e basta?
Sarebbe
bastato andare un attimo più a fondo di ciò che
provavano l’uno per l’altro, avere tempo per
ricordarsi ciò che avevano sentito nei momenti critici
altrui e sapersi analizzare con sincerità.
L’idea
che Gibbs l’avesse abbandonato sul serio per il resto della
sua vita aveva fatto arrabbiare molto, Tony. L’aveva fatto
rimanere malissimo e questo perché non aveva mai seriamente
contemplato l’idea che un giorno si sarebbe potuto separare
da lui… erano solo capo e primo agente, lavoravano insieme,
avevano convissuto in passato per un periodo, ne avevano passate tante
ed avevano trovato una certa sintonia… ma era solo
lavoro… quando Gibbs se ne era andato Tony era andato in
crisi per questo, rendendosi conto che non solo aveva innalzato Gibbs
su un piedistallo ritenendolo il suo dio, ma soprattutto che aveva
sperato di rivederlo ogni giorno fra quelli passati separati,
l’aveva fatto star male.
Non
era tornato presto e l’idea di essere stato veramente
abbandonato in quel modo solo con un ‘sarai
adatto’, non gli era piaciuto. Si era sentito messo da parte,
trascurato e… chiuso. Chiuso di brutto fuori dalla sua vita,
senza altre possibilità di stare ancora con lui, rivederlo
ogni giorno, assorbire quanto più possibile…
ricevere i suoi sguardi da cui riusciva a catturare anche i
più piccoli ‘bravo’…
Si
era aggrappato molto a Ziva ed al direttore tanto da finire per vederle
spesso entrambe nella speranza di capire meglio Gibbs e diventare di
più come lui.
L’aveva
fatto per cercare quella forza e sicurezza che solo lui, in tutti
quegli anni, gli aveva dato.
Poi
però era tornato e con lui il risentimento…
l’aveva mollato a quel modo senza una parola e poi era
tornato di nuovo senza dire una parola, si era sentito comunque messo
da parte e trascurato ed alla fine non era riuscito a non scoppiare e
dirgli quel che aveva provato. Anche se si era trattenuto dal dirgli
OGNI cosa.
In
fondo, però, era stato così confuso che lui
stesso non aveva saputo cosa dire oltre a quanto detto.
Le
cose si erano risolte e tutto era tornato alla
normalità… di nuovo insieme, di nuovo una
squadra, una famiglia, di nuovo il suo primo agente, quello che lo
capiva meglio, il migliore fra tutti loro… di nuovo quei
suoi sguardi ed i piccoli momenti di compiacimento.
Di
nuovo…
Era
stato ovvio, per lui, rifiutare la proposta di lavoro lontano da
lì che gli avevano fatto. Lasciare Gibbs di nuovo ora che
l’aveva appena trovato?
No,
non aveva assolutamente potuto farlo.
Assolutamente.
Parlando
col direttore gli era addirittura sfuggito il nome del capo…
‘non posso lasciare solo Jethro…’. Aveva
detto così e il sopracciglio alzato di Jenny era stato molto
eloquente.
Ricordando
tutto questo mentre appoggiato al muro del bagno vedeva la vasca
riempirsi di acqua fumante, gli sembrò come essere
catapultato in quei momenti.
In
fondo era così chiaro… qualunque cosa pur di
stare insieme, ecco come la pensava.
Mai
più senza, però.
Mai
più separati.
Eppure
prima o poi sarebbe successo… erano SOLO colleghi di lavoro.
Lui
era SOLO il suo capo.
E
mentre con questa consapevolezza in testa vedeva Gibbs chiudere il
rubinetto borbottando qualcosa a voce bassa, sospirò
malinconico.
Alla
fin fine non c’era nulla che li legava veramente…
“Ed è questo il
punto, mi sa… non sono disposto a legarmi a nessuna, nemmeno
a Ziva nonostante le continue avances che mi fa… ma a Gibbs
si… o se ne sono disposto… “
Con
questa verità fra i pensieri, verità nette e
limpide come la superficie in cui a breve si sarebbe immerso, si
trovò gli occhi azzurri dell’uomo davanti a
sé a pochi centimetri a scrutarlo con attenzione ed una
certa serietà.
Non
parlò ancora, alzò solo un sopracciglio in una
muta domanda che non tendeva a fare spesso a voce ma solo con gli
occhi.
‘Che succede?’
-
No, nulla… - Disse quindi ancora soprapensiero rimanendo
appoggiato alla parete. In sé, forse, provava troppo. Troppo
in poco tempo, in un'unica volta e proprio con lui davanti, lui e
quell’espressione penetrante che sicuramente captava ogni
cosa di lui. Perché lui era l’unico a leggergli
con tanta facilità.
“…solo che penso di essere
innamorato di te… “
Continuò
quindi con smarrimento mentre l’altro parlava senza essere di
nuovo capito.
“…e chi regge il confronto con
lui? È ovvio che non ne trovo una che mi vada
bene!”
Fu
lo scappellotto sulla testa, però, a riportarlo nuovamente
alla realtà e come se avesse staccato una spina
riattaccandone un’altra, Tony si riaccese drizzandosi
all’istante in automatico dicendo poi con faccia da schiaffi:
-
Si capo! Sono pronto! –
-
Non ho intrugli strani che fanno la schiuma! – Disse quindi
di nuovo Gibbs con il suo solito modo deciso mentre la pazienza gli era
sfuggita di nuovo di mano.
-
Spero che almeno le paperelle ce le hai… non posso far
senza… -
“Eccolo tornato! Deve aver
capito e deciso qualcosa… era ora o l’avrei preso
anche a pugni. Non mi piace così silenzioso e assorto!
Comunque… figurati se te la facevo, la schiuma. E coprirti
tutto il corpo così? No, troppo facile! “
Questo,
invece, fu il pensiero lampo di Gibbs che da parte sua non ebbe nemmeno
mezza indecisione e dubbio. Lui già aveva capito che voleva
Tony perché lo stuzzicava fisicamente. Il resto non contava,
non in quel momento… il resto avrebbe avuto un suo tempo ed
una sua collocazione precisa.
Di
sicuro.
Ma
non lì.
-
Avanti! – Sbottò poi afferrandogli la maglietta e
attirandolo di più verso di sé con decisione.
-
Sono tutto tuo! – Rispose prontamente Tony ammiccandogli.
Decisamente un cambiamento repentino ed anche molto limpido.
Aveva
accettato di gran lunga il suo destino… tanto meglio, non
avrebbero perso troppo tempo.
Pensò
una cosa simile Gibbs ascoltandolo e vedendolo venirgli incontro
avvicinandosi ulteriormente. Non aveva più imbarazzi o
timori addosso. Anzi.
Aveva
una di quelle espressioni sadicamente felici per quanto stava per
accadere.
L’angolo
delle sue labbra si piegò all’insù in
maniera impercettibile ma sicuramente inequivocabile.
Le
danze erano iniziate, il lupo si stava per avventare sulla sua preda.
/
Let your body decide – The Ark /
Gibbs
con fare sicuro ma non frettoloso alzò i lembi della
maglietta di Tony sfilandogliela dalla testa e dalle braccia.
Il
silenzio che improvvisamente si fece fra loro non fu pesante ma
più d’atmosfera.
L’idea
che diedero fu quella di due amanti che si preparavano a fare un bagno
insieme.
Quando
fece cadere distrattamente l’indumento a terra, si
occupò dei pantaloni che in un attimo finirono ai piedi
scoprendo le gambe e quando le dita arrivarono ai boxer, per la seconda
volta provò una certa soddisfazione stimolante ad
abbassarglieli.
Ma
questa volta con maggior compiacimento potè toglierglieli
del tutto abbassandosi a sua volta accompagnandoli fino alle caviglie e
poi allontanandoli da lui.
Nessun
imbarazzo.
Nessun
ripensamento.
Solo
l’appagante sensazione che presto avrebbe anche potuto
appropriarsi di tutto quello espandendo il suo territorio.
Gli
sembrò strano solo per una frazione di secondo occuparsi di
lui in quel modo, spogliarlo e sentirlo docile ed arrendevole fra le
sue mani, ma subito quella sensazione fu sostituita da ben altro,
quando di nuovo in piedi l’uno davanti all’altro
Tony entrò nella vasca coi piedi e lentamente, facendo
scivolare un braccio intorno al collo di Gibbs, si calò
seduto facendosi immergere quasi del tutto dall’acqua calda
che carezzevole l’avvolse in ogni parte dandogli certamente
un sollievo impagabile.
Che
ne avesse avuto bisogno non era discutibile, ma che fosse servita
quell’espressione abbandonata al piacere…
bè, questo sì che poteva essere discutibile,
anche se non certo per il ‘lupo’ che continuava a
guardare la sua preda compiaciuto e con l’acquolina in bocca!
Un
mugolio di piacere gli uscì di proposito dalla gola mentre
mantenendo con attenzione i gomiti sui bordi della vasca immergeva la
testa bagnandosi anche i capelli.
-
Fantastico. – Aggiunse poi insieme ad un sospiro appoggiando
la nuca sul bordo dietro di sé.
Completamente
abbandonato nell’acqua davanti ai suoi occhi, Tony lo
provocava chiaramente.
Peccato
che forse si era dimenticato che a giocare col fuoco a volte ci si
scottava… del resto era una sua mania dimenticarlo e
trovarsi poi in situazioni di contropiede!
Il
sorrisino enigmatico sulle labbra di Gibbs non scemò per
nulla e rimanendo ben stampato sul suo viso, l’uomo si
sedette anche lui sul bordo della famosa vasca in modo da guardarlo
molto bene per non perdersi un solo dettaglio.
Di
logica avrebbe potuto lasciarlo un po’ lì immerso
a rilassarsi e nel frattempo andare da qualche altra parte…
certo, se non ci fossero state altre intenzioni di mezzo…
Prese
quindi un panno da bagno e immergendolo nell’acqua lo
appoggiò sul viso di Tony coprendo gli occhi e la fronte, il
sorrisino ebete rimase e stette lì per tutti i minuti
successivi durante i quali rimanendo fermo ed in silenzio, Gibbs
fissò con insistenza e sfacciataggine ogni più
piccolo centimetro della sua pelle che si vedeva bene anche attraverso
la superficie limpida dell’acqua.
Era
un bel ragazzo, anzi, ormai era un uomo anche se di qualche anno
più giovane.
Non
lo si poteva negare e poter osservare a volontà quelle sue
parti del corpo e del viso così attraenti fu una parte della
sua ricompensa per essersi scomodato durante la sua sacrosanta notte.
Gli
era venuto veramente un colpo quando aveva sentito la sua chiamata.
Ripensare a quel quarto d’ora tornò a farlo
sentire male. L’idea di averlo perso l’aveva
praticamente fatto impazzire, come le volte precedenti in cui aveva
seriamente rischiato la vita facendogli credere di essere morto.
Quando
la sua macchina era esplosa pochi mesi prima e tutti avevano creduto
d’averlo visto dentro, aveva addirittura perso
l’ira ceca che in quei momenti normalmente lo caratterizzava.
Aveva perso tutto.
Sospirò
ad alta voce senza rendersene conto.
Erano
momenti dolorosi che preferiva non ricordare.
-
Capo? – Disse Tony chiamandolo in quel modo per forza
dell’abitudine.
-
Mm? – Chiese lui ancora con la testa a quei mesi e quelle ore
allucinanti e dolorose.
-
Rischio la vita se ti chiedo a cosa pensi? Hai fatto un
sospiro… - Probabilmente l’incoscienza non gli
sarebbe mai morta, invece!
Gibbs
portò di nuovo gli occhi e lo sguardo intenso sul suo viso
semi coperto. L’aveva fatto per poterlo osservare in santa
pace ma a quanto pareva il senso del pudore di quel ragazzo se ne era
andato insieme allo scappellotto sulla nuca di poco prima.
Valutò
per un attimo se dirglielo, poi decidendo che ormai non aveva
più senso tacergli certe cose, lo disse così come
gli venne, con sincerità diretta e disarmante:
-
Che se ti permetti di morire veramente finisce che
l’aldilà non sarà un posto abbastanza
grande, per te. Non ti nasconderai da nessuna parte per evitare la mia
ira! –
-
Ti credo! – Disse di primo impatto senza muovere un muscolo
con un certo timore per la minaccia. Poi aggiunse girando leggermente
la testa verso di lui: - Vuoi dire che ti dispiacerebbe? –
Con un po’ di sorpresa per averlo sentito esprimere
così chiaramente un desiderio ed uno stato
d’animo. Sapeva che gli sarebbe dispiaciuto in ogni caso, ma
sentirlo ammettere così candidamente gli fece un certo
effetto. Era come fare un ulteriore passo in avanti.
Provò
felicità.
-
E’ ovvio. – Anche questa volta Tony si sorprese a
sentirglielo ammettere così, non l’aveva mai,
proprio mai, detto. Lui aveva sempre saputo di essere importante come
persona per lui, tutte le volte che aveva rischiato grosso anche se non
glielo avevano detto chiaramente, aveva capito che di aver messo in
agitazione tutti. Lui per primo che aveva sempre fatto in modo di non
montargli la testa facendo il cinico.
La
gelosia nei confronti di Kate perché Gibbs sembrava tenerla
più in considerazione di lui, era nata perché si
era sentito messo da parte dal suo capo e non gli era mai piaciuto, ma
poi aveva capito da tante piccole cose che invece contava molto e ne
era sempre stato contento e fiero.
Non
disse altro, dopo questa risposta Tony lo sentì muoversi
silenzioso e capì cosa stava per fare solo quando ormai la
spugna schiumata era già sul suo corpo.
Fu
una sensazione di brividi piacevole, come se mille carezze gli
corressero sulla pelle contemporaneamente.
Non
sembrava avere fretta e nemmeno problemi… non gli chiese
nulla, né proferì parola alcuna, semplicemente
Gibbs cominciò a lavarlo con calma e lentezza passando la
spugna sulla superficie del suo corpo, immergendo la mano anche dentro
l’acqua arrivando su ogni parte.
Dapprincipio
il petto, poi i fianchi e un piccolo salto sulle gambe. L'ultima parte
fu l'inguine e quando scivolò languidamente lì,
Tony non potè evitare di immaginare che al posto della
spugna ci fosse la sua mano. Poi come evocato dai suoi desideri, fu
proprio quella che sentì.
La
sua mano sostituì la spugna proprio sulle parti intime,
l’inguine, l’interno delle cosce e con una certa
padronanza, sicurezza ed esperienza giunse sul membro che
stimolò con naturalezza e lentezza.
Era
stata una tentazione troppo grande per non cedere, era stato come se
ogni sua parte avesse gridato di toccarlo di più, a partire
dalle sue gambe maggiormente divaricate per finire sulla bocca che si
mordeva per trattenere dei sospiri.
A
certe cose non si poteva dir di no.
Era
stato come se l’agnellino provocasse il lupo…
aveva tirato troppo la corda pensando chissà a cosa. Da
quando si era fatto spogliare non aveva fatto altro che tentarlo e con
l’abbandono totale del suo corpo alla sua mercè,
senza nemmeno il minimo imbarazzo o remora, non si era più
tirato indietro facendo né più né meno
quello che aveva voluto.
“Tanto sapevo che finiva
così. Potevo provarle tutte ma qualunque cosa avessi scelto
alla fine sarebbe finita così. L’aveva
già deciso quando mi aveva detto di rimanere da lui, era
inutile che opponessi resistenza… ma da qui a provocarlo in
questo modo devo ammettere che ce ne è passato…
la mia solita incoscienza!”
Fu
solo questo il pensiero del giovane mentre l’altro lo
stimolava eccitandolo in quel modo sfacciato.
Poi
sempre con gli occhi coperti quando un gemito di piacere
sfuggì nuovamente dalla bocca di Tony, questa fu coperta da
altre labbra.
E
di nuovo quella sensazione deleteria che alla ceca provò
tanto da non fargli capire più nemmeno quel po’
che era riuscito a capire.
Piacere.
Piacere
puro.
E
fuoco.
Molto
fuoco.
Come
se invece che nell’acqua facesse un bagno nella lava pura.
Aprì
subito le labbra facendosele succhiare per un po’ da quelle
del compagno, dopo un po’ di abbandono ulteriore in cui il
ritmo sembrò crescere insieme alla mano fra le sue gambe, le
loro lingue si cercarono uscendo dalle rispettive bocche, trovandosi e
allacciandosi.
Si
unirono premendosi con desiderio l’uno contro
l’altro e solo con le labbra e la mano sul suo inguine, quel
ritmo sembrò come impazzire ipnotizzandoli, impedendo ad
entrambi di separarsi minimamente o smettere.
Impossibilitati
a fermarsi.
Il
bacio fu approfondito e fu come se una volta trovati non volessero
più mollarsi probabilmente drogato da loro stessi e
ciò che sentivano, che andava ingigantendosi e che stava
proprio per esplodere.
Quando
la bocca di Gibbs scivolò sul mento e poi sul collo leccando
i punti su cui passava, trovò una parte maggiormente
invitante che batteva d’eccitazione come anche un'altra del
suo corpo, così soffermandosi lì decise di
assaggiarla con maggior impegno succhiandola e mordicchiandola, facendo
suo anche quel centimetro di pelle che pareva provocarlo ancora mentre
bolliva sotto il suo tocco.
Fu
un momento di totale piacere in mezzo all’inaspettato ma al
contempo voluto.
Fu
veramente uno di quei momenti incapaci di spiegazioni e definizioni
dove tutto quello che sai è che stai dannatamente bene, che
ti piace da impazzire e ti chiedi che diavolo aspettavi a lasciarti
andare così con lui.
Ti
chiedi anche se c’era mai stato qualcuno in grado di farti
stare così o qualcuno che avevi desiderato fino a questo
punto.
Te
lo chiedi ma non capisci bene la risposta che ti dai, vuoi solo
continuare e non separarti…
Fino
a che non si arriva al limite, non ci si tende come una corda, non
avvolgi le braccia intorno al suo collo e non tremi in modo
incontrollato per l’intensità della vampata che ti
attraversa quasi con violenza.
Fino
a che non l’hai sentito arrivare al limite, non
l’hai sentito tendersi come una corda, non ti ha avvolto le
braccia intorno al collo e non si è messo a tremare in modo
incontrollato per l’intensità della vampata che
l’ha attraversato quasi con violenza.
Fino
a che scorgendo una parte del Paradiso non si capisce che è
stato giusto, che non ci saranno rimpianti… che era ora che
succedesse.