MAI SENZA TE

CAPITOLO IV:

E BAGNO FU!

/ Maniac – Michael Sembello/

Cercare di mantenersi casti, puri ed integri ancora un po’ oppure rassegnarsi a farsi ‘sporcare’ ricoprendosi anche di imbarazzo insieme a tutti quegli ormoni impazziti?
Tony si chiese se per caso non fosse un adolescente con il testosterone alle stelle e quindi non in grado di controllarsi… se lo chiese seriamente ma quando cercò una risposta, senza trovarla decise che era ora di farsene una ragione e far decidere al proprio corpo, come faceva sempre!
A onor del vero i suoi problemi ad avere relazioni erano con le donne… finché si trattava di cose leggere ne era perfettamente in grado ma quando cominciavano a chiedergli di più si trasformava in un fantasma… e dopo Jeanne, onestamente, la speranza che la sua donna esistesse realmente erano cadute sullo zero. Non negava che magari da qualche parte ce ne fosse una compatibile coi suoi gusti a cui lui stesso piacesse a costei, negava il fatto che lui potesse dare ancora tutto sé stesso. Ziva aveva ragione quando diceva che lui aveva paura dei legami seri con le donne. Era così.
Ma la domanda che gli affiorò malefica alla mente quando si trovò in bagno alle prese con Gibbs, fu: ma la stessa paura vale anche con gli uomini ed in special modo col tuo capo?
Non è che magari la soluzione ai tuoi problemi con le donne è buttarsi sugli uomini?
Queste frasi perfide furono, tutto sommato, solo una logica conseguenza di tutti quegli insoliti e fortissimi desideri nati dal contatto piacevole con Gibbs e la sua parte intima.
Gli era piaciuto fisicamente così tanto che anche la sua mente era partita sfuggendogli totalmente dal controllo; ora stava solo da capire come mai… era lui che ci sapeva incredibilmente fare coi corpi altrui, sé stesso che non faceva sesso da troppo tempo oppure la chimica deleteria che era scattata alla prima scusa?
O c’era qualcos’altro?
Sospirò… magari poteva giocare molto anche l’idea del proibito. Da sempre trovarsi attratti dal proprio capo, di qualunque sesso fosse, era sempre stata una delle idee proibite degli esseri umani… così come diventare l’amante del presidente o dell’imperatore del male (il che effettivamente sarebbe anche la stessa cosa…). Insomma, i tabù erano sempre molti e dipendeva dai punti di vista… quello di Tony al momento non era solo desiderare il proprio capo, ma desiderare PROPRIO Gibbs, al di là che fosse il suo capo o meno!
Pensieri complicati, tutto sommato, per il giovane in quelle condizioni.
Troppo!
- Doccia o bagno? – La voce al momento normale di Gibbs giunse ad interrompere il turbine agitato dei suoi pensieri.
- Eh? – Chiese preso alla sprovvista guardandolo arrossendo (tanto per cambiare) per l’ovvio pensiero che gli era venuto in mente.
- Il fuoco ti ha bruciato anche i timpani o ci senti ancora? Non ripeterò quel che dico per tutto il tempo, quindi vedi di stare attento! – L’ammonizione maggiormente seccata, però, lo riportò bruscamente alla realtà. Effettivamente era troppo distratto ma il colpevole era proprio lui ed i suoi modi che erano come quelli di uno… di uno che…
Ci sta provando con me?”
La domanda, quindi, gli sorse spontanea.
Forse, tuttavia, nemmeno Gibbs stesso se ne rendeva conto. Quello andava solo per istinto, le probabilità che sapesse cosa stesse facendo non erano alte, ma c’erano. Non doveva dimenticarsi che Gibbs era un killer con la licenza di indagare… un lupo-killer, insomma. Non doveva abbassare la guardia.
Siamo sicuri che invece non vada bene anche se mi lascio andare? Lasciar fare a ciò che mi sento sul momento, di solito, è la mia filosofia ma non con lui… con lui cerco sempre di indovinare al volo i suoi desideri per compiacerlo e sopravvivere. Ci tengo che lui sia soddisfatto di me. Bene, se è così, ora che sembra proprio volere ME, allora non resterebbe che DARMI e lui sarebbe soddisfatto! Se questa è la filosofia che adotto sempre con lui è esattamente quello che dovrei fare… certo, perché mi piace che lui sia contento di qualcosa che faccio io, mi manda al settimo cielo. Quindi, perché ora dovrei fare l’opposto e farlo arrabbiare e rendere infelici tutti? “
Questi i suoi pensieri all’ultimo minuto quando, ricambiando il suo sguardo penetrante, si rese conto che era anche un uomo piuttosto affascinante persino per il suo punto di vista. Già, come se non l’avesse mai saputo!
- Vuoi fare un bagno o una doccia? – Ripeté quindi maggiormente seccato l’uomo più adulto cominciando a preparare la vasca. Probabilmente sapeva già la risposta, anzi, sicuramente. Conoscere bene i suoi uomini significava sapere anche cosa farebbero, direbbero o sceglierebbero in determinati casi.
Era evidente che Tony era imbarazzato e che avrebbe scelto la soluzione mento compromettente, quindi il bagno caldo dove immergersi nell’acqua e stare più rilassato.
Inoltre le uniche parti ustionate e quindi fasciate di Tony erano le mani e gli avambracci, il resto era in perfette condizioni. Ammirevole da parte sua, significava che era riuscito a gestire lasituazione in modo adeguato, tutto sommato.
- Bagno… mi ci vuole dopo la notte che ho passato… -
Gibbs senza farsi vedere fece un sorrisino di quelli che la sapevano lunga. Era stato certo sin dall’inizio che avrebbe detto così e non l’aveva deluso… sapeva sempre cosa aspettarsi nei minimi dettagli da Tony, ecco perché non lo deludeva mai (anche se non glielo faceva sempre sapere per non montargli la testa).
- Basterà che tieni le mani e le braccia fuori dalla vasca. – Sentenziò quindi senza aggiungere altro, aprendo invece il rubinetto regolando l’acqua.
Era una sensazione strana quella che provava Gibbs mentre si adoperava per Tony in quel modo, occuparsi di lui come anni addietro aveva fatto con la figlia… riempire la vasca per un bagno caldo era un rito di quando aveva ancora la sua famiglia e c’erano stati momenti in cui avevano fatto il bagno tutti e tre assieme allagando tutto il pavimento. Erano ricordi vivi in lui ma non dolorosi o sanguinanti. Non lo bloccavano, non più.
Con tutto quello che aveva passato in quegli anni lentamente era riuscito a superare e chiudere quel capitolo della sua vita.
Si era reso conto da poco che ormai riusciva di nuovo a vivere senza sensi di colpa. Finalmente non era più andato unicamente con donne dai capelli rossi e poi, lentamente, anche l’interesse che aveva provato unicamente per il gentil sesso si era ridotto a sfoghi fisici, nulla di più. Più che altro un vizio, togliersi lo sfizio… un po’ come faceva anche Tony.
Non andavano con le donne con la seria intenzione di trovare l’impegno serio per la vita, non più. Lo facevano per abitudine, perché avevano tanti istinti maschili da sfogare, ma al momento di far diventare le cose serie, sparivano sempre.
Addirittura avevano vissuto le medesime esperienze nel medesimo momento… avendo i medesimi problemi!
L’aveva fatto pensare, questo… cosa significava?
Avevano paura dei legami seri o avevano solo problemi con le donne?
Esisteva una persona con cui fossero disposti a stare per tutta la vita e basta?
Sarebbe bastato andare un attimo più a fondo di ciò che provavano l’uno per l’altro, avere tempo per ricordarsi ciò che avevano sentito nei momenti critici altrui e sapersi analizzare con sincerità.
L’idea che Gibbs l’avesse abbandonato sul serio per il resto della sua vita aveva fatto arrabbiare molto, Tony. L’aveva fatto rimanere malissimo e questo perché non aveva mai seriamente contemplato l’idea che un giorno si sarebbe potuto separare da lui… erano solo capo e primo agente, lavoravano insieme, avevano convissuto in passato per un periodo, ne avevano passate tante ed avevano trovato una certa sintonia… ma era solo lavoro… quando Gibbs se ne era andato Tony era andato in crisi per questo, rendendosi conto che non solo aveva innalzato Gibbs su un piedistallo ritenendolo il suo dio, ma soprattutto che aveva sperato di rivederlo ogni giorno fra quelli passati separati, l’aveva fatto star male.
Non era tornato presto e l’idea di essere stato veramente abbandonato in quel modo solo con un ‘sarai adatto’, non gli era piaciuto. Si era sentito messo da parte, trascurato e… chiuso. Chiuso di brutto fuori dalla sua vita, senza altre possibilità di stare ancora con lui, rivederlo ogni giorno, assorbire quanto più possibile… ricevere i suoi sguardi da cui riusciva a catturare anche i più piccoli ‘bravo’…
Si era aggrappato molto a Ziva ed al direttore tanto da finire per vederle spesso entrambe nella speranza di capire meglio Gibbs e diventare di più come lui.
L’aveva fatto per cercare quella forza e sicurezza che solo lui, in tutti quegli anni, gli aveva dato.
Poi però era tornato e con lui il risentimento… l’aveva mollato a quel modo senza una parola e poi era tornato di nuovo senza dire una parola, si era sentito comunque messo da parte e trascurato ed alla fine non era riuscito a non scoppiare e dirgli quel che aveva provato. Anche se si era trattenuto dal dirgli OGNI cosa.
In fondo, però, era stato così confuso che lui stesso non aveva saputo cosa dire oltre a quanto detto.
Le cose si erano risolte e tutto era tornato alla normalità… di nuovo insieme, di nuovo una squadra, una famiglia, di nuovo il suo primo agente, quello che lo capiva meglio, il migliore fra tutti loro… di nuovo quei suoi sguardi ed i piccoli momenti di compiacimento.
Di nuovo…
Era stato ovvio, per lui, rifiutare la proposta di lavoro lontano da lì che gli avevano fatto. Lasciare Gibbs di nuovo ora che l’aveva appena trovato?
No, non aveva assolutamente potuto farlo.
Assolutamente.
Parlando col direttore gli era addirittura sfuggito il nome del capo… ‘non posso lasciare solo Jethro…’. Aveva detto così e il sopracciglio alzato di Jenny era stato molto eloquente.
Ricordando tutto questo mentre appoggiato al muro del bagno vedeva la vasca riempirsi di acqua fumante, gli sembrò come essere catapultato in quei momenti.
In fondo era così chiaro… qualunque cosa pur di stare insieme, ecco come la pensava.
Mai più senza, però.
Mai più separati.
Eppure prima o poi sarebbe successo… erano SOLO colleghi di lavoro.
Lui era SOLO il suo capo.
E mentre con questa consapevolezza in testa vedeva Gibbs chiudere il rubinetto borbottando qualcosa a voce bassa, sospirò malinconico.
Alla fin fine non c’era nulla che li legava veramente…
Ed è questo il punto, mi sa… non sono disposto a legarmi a nessuna, nemmeno a Ziva nonostante le continue avances che mi fa… ma a Gibbs si… o se ne sono disposto… “
Con questa verità fra i pensieri, verità nette e limpide come la superficie in cui a breve si sarebbe immerso, si trovò gli occhi azzurri dell’uomo davanti a sé a pochi centimetri a scrutarlo con attenzione ed una certa serietà.
Non parlò ancora, alzò solo un sopracciglio in una muta domanda che non tendeva a fare spesso a voce ma solo con gli occhi.
Che succede?’
- No, nulla… - Disse quindi ancora soprapensiero rimanendo appoggiato alla parete. In sé, forse, provava troppo. Troppo in poco tempo, in un'unica volta e proprio con lui davanti, lui e quell’espressione penetrante che sicuramente captava ogni cosa di lui. Perché lui era l’unico a leggergli con tanta facilità.
“…solo che penso di essere innamorato di te… “
Continuò quindi con smarrimento mentre l’altro parlava senza essere di nuovo capito.
“…e chi regge il confronto con lui? È ovvio che non ne trovo una che mi vada bene!”
Fu lo scappellotto sulla testa, però, a riportarlo nuovamente alla realtà e come se avesse staccato una spina riattaccandone un’altra, Tony si riaccese drizzandosi all’istante in automatico dicendo poi con faccia da schiaffi:
- Si capo! Sono pronto! –
- Non ho intrugli strani che fanno la schiuma! – Disse quindi di nuovo Gibbs con il suo solito modo deciso mentre la pazienza gli era sfuggita di nuovo di mano.
- Spero che almeno le paperelle ce le hai… non posso far senza… -
Eccolo tornato! Deve aver capito e deciso qualcosa… era ora o l’avrei preso anche a pugni. Non mi piace così silenzioso e assorto! Comunque… figurati se te la facevo, la schiuma. E coprirti tutto il corpo così? No, troppo facile! “
Questo, invece, fu il pensiero lampo di Gibbs che da parte sua non ebbe nemmeno mezza indecisione e dubbio. Lui già aveva capito che voleva Tony perché lo stuzzicava fisicamente. Il resto non contava, non in quel momento… il resto avrebbe avuto un suo tempo ed una sua collocazione precisa.
Di sicuro.
Ma non lì.
- Avanti! – Sbottò poi afferrandogli la maglietta e attirandolo di più verso di sé con decisione.
- Sono tutto tuo! – Rispose prontamente Tony ammiccandogli. Decisamente un cambiamento repentino ed anche molto limpido.
Aveva accettato di gran lunga il suo destino… tanto meglio, non avrebbero perso troppo tempo.
Pensò una cosa simile Gibbs ascoltandolo e vedendolo venirgli incontro avvicinandosi ulteriormente. Non aveva più imbarazzi o timori addosso. Anzi.
Aveva una di quelle espressioni sadicamente felici per quanto stava per accadere.
L’angolo delle sue labbra si piegò all’insù in maniera impercettibile ma sicuramente inequivocabile.
Le danze erano iniziate, il lupo si stava per avventare sulla sua preda.
/ Let your body decide – The Ark /

Gibbs con fare sicuro ma non frettoloso alzò i lembi della maglietta di Tony sfilandogliela dalla testa e dalle braccia.
Il silenzio che improvvisamente si fece fra loro non fu pesante ma più d’atmosfera.
L’idea che diedero fu quella di due amanti che si preparavano a fare un bagno insieme.
Quando fece cadere distrattamente l’indumento a terra, si occupò dei pantaloni che in un attimo finirono ai piedi scoprendo le gambe e quando le dita arrivarono ai boxer, per la seconda volta provò una certa soddisfazione stimolante ad abbassarglieli.
Ma questa volta con maggior compiacimento potè toglierglieli del tutto abbassandosi a sua volta accompagnandoli fino alle caviglie e poi allontanandoli da lui.
Nessun imbarazzo.
Nessun ripensamento.
Solo l’appagante sensazione che presto avrebbe anche potuto appropriarsi di tutto quello espandendo il suo territorio.
Gli sembrò strano solo per una frazione di secondo occuparsi di lui in quel modo, spogliarlo e sentirlo docile ed arrendevole fra le sue mani, ma subito quella sensazione fu sostituita da ben altro, quando di nuovo in piedi l’uno davanti all’altro Tony entrò nella vasca coi piedi e lentamente, facendo scivolare un braccio intorno al collo di Gibbs, si calò seduto facendosi immergere quasi del tutto dall’acqua calda che carezzevole l’avvolse in ogni parte dandogli certamente un sollievo impagabile.
Che ne avesse avuto bisogno non era discutibile, ma che fosse servita quell’espressione abbandonata al piacere… bè, questo sì che poteva essere discutibile, anche se non certo per il ‘lupo’ che continuava a guardare la sua preda compiaciuto e con l’acquolina in bocca!
Un mugolio di piacere gli uscì di proposito dalla gola mentre mantenendo con attenzione i gomiti sui bordi della vasca immergeva la testa bagnandosi anche i capelli.
- Fantastico. – Aggiunse poi insieme ad un sospiro appoggiando la nuca sul bordo dietro di sé.
Completamente abbandonato nell’acqua davanti ai suoi occhi, Tony lo provocava chiaramente.
Peccato che forse si era dimenticato che a giocare col fuoco a volte ci si scottava… del resto era una sua mania dimenticarlo e trovarsi poi in situazioni di contropiede!
Il sorrisino enigmatico sulle labbra di Gibbs non scemò per nulla e rimanendo ben stampato sul suo viso, l’uomo si sedette anche lui sul bordo della famosa vasca in modo da guardarlo molto bene per non perdersi un solo dettaglio.
Di logica avrebbe potuto lasciarlo un po’ lì immerso a rilassarsi e nel frattempo andare da qualche altra parte… certo, se non ci fossero state altre intenzioni di mezzo…
Prese quindi un panno da bagno e immergendolo nell’acqua lo appoggiò sul viso di Tony coprendo gli occhi e la fronte, il sorrisino ebete rimase e stette lì per tutti i minuti successivi durante i quali rimanendo fermo ed in silenzio, Gibbs fissò con insistenza e sfacciataggine ogni più piccolo centimetro della sua pelle che si vedeva bene anche attraverso la superficie limpida dell’acqua.
Era un bel ragazzo, anzi, ormai era un uomo anche se di qualche anno più giovane.
Non lo si poteva negare e poter osservare a volontà quelle sue parti del corpo e del viso così attraenti fu una parte della sua ricompensa per essersi scomodato durante la sua sacrosanta notte.
Gli era venuto veramente un colpo quando aveva sentito la sua chiamata. Ripensare a quel quarto d’ora tornò a farlo sentire male. L’idea di averlo perso l’aveva praticamente fatto impazzire, come le volte precedenti in cui aveva seriamente rischiato la vita facendogli credere di essere morto.
Quando la sua macchina era esplosa pochi mesi prima e tutti avevano creduto d’averlo visto dentro, aveva addirittura perso l’ira ceca che in quei momenti normalmente lo caratterizzava. Aveva perso tutto.
Sospirò ad alta voce senza rendersene conto.
Erano momenti dolorosi che preferiva non ricordare.
- Capo? – Disse Tony chiamandolo in quel modo per forza dell’abitudine.
- Mm? – Chiese lui ancora con la testa a quei mesi e quelle ore allucinanti e dolorose.
- Rischio la vita se ti chiedo a cosa pensi? Hai fatto un sospiro… - Probabilmente l’incoscienza non gli sarebbe mai morta, invece!
Gibbs portò di nuovo gli occhi e lo sguardo intenso sul suo viso semi coperto. L’aveva fatto per poterlo osservare in santa pace ma a quanto pareva il senso del pudore di quel ragazzo se ne era andato insieme allo scappellotto sulla nuca di poco prima.
Valutò per un attimo se dirglielo, poi decidendo che ormai non aveva più senso tacergli certe cose, lo disse così come gli venne, con sincerità diretta e disarmante:
- Che se ti permetti di morire veramente finisce che l’aldilà non sarà un posto abbastanza grande, per te. Non ti nasconderai da nessuna parte per evitare la mia ira! –
- Ti credo! – Disse di primo impatto senza muovere un muscolo con un certo timore per la minaccia. Poi aggiunse girando leggermente la testa verso di lui: - Vuoi dire che ti dispiacerebbe? – Con un po’ di sorpresa per averlo sentito esprimere così chiaramente un desiderio ed uno stato d’animo. Sapeva che gli sarebbe dispiaciuto in ogni caso, ma sentirlo ammettere così candidamente gli fece un certo effetto. Era come fare un ulteriore passo in avanti.
Provò felicità.
- E’ ovvio. – Anche questa volta Tony si sorprese a sentirglielo ammettere così, non l’aveva mai, proprio mai, detto. Lui aveva sempre saputo di essere importante come persona per lui, tutte le volte che aveva rischiato grosso anche se non glielo avevano detto chiaramente, aveva capito che di aver messo in agitazione tutti. Lui per primo che aveva sempre fatto in modo di non montargli la testa facendo il cinico.
La gelosia nei confronti di Kate perché Gibbs sembrava tenerla più in considerazione di lui, era nata perché si era sentito messo da parte dal suo capo e non gli era mai piaciuto, ma poi aveva capito da tante piccole cose che invece contava molto e ne era sempre stato contento e fiero.
Non disse altro, dopo questa risposta Tony lo sentì muoversi silenzioso e capì cosa stava per fare solo quando ormai la spugna schiumata era già sul suo corpo.
Fu una sensazione di brividi piacevole, come se mille carezze gli corressero sulla pelle contemporaneamente.
Non sembrava avere fretta e nemmeno problemi… non gli chiese nulla, né proferì parola alcuna, semplicemente Gibbs cominciò a lavarlo con calma e lentezza passando la spugna sulla superficie del suo corpo, immergendo la mano anche dentro l’acqua arrivando su ogni parte.
Dapprincipio il petto, poi i fianchi e un piccolo salto sulle gambe. L'ultima parte fu l'inguine e quando scivolò languidamente lì, Tony non potè evitare di immaginare che al posto della spugna ci fosse la sua mano. Poi come evocato dai suoi desideri, fu proprio quella che sentì.
La sua mano sostituì la spugna proprio sulle parti intime, l’inguine, l’interno delle cosce e con una certa padronanza, sicurezza ed esperienza giunse sul membro che stimolò con naturalezza e lentezza.
Era stata una tentazione troppo grande per non cedere, era stato come se ogni sua parte avesse gridato di toccarlo di più, a partire dalle sue gambe maggiormente divaricate per finire sulla bocca che si mordeva per trattenere dei sospiri.
A certe cose non si poteva dir di no.
Era stato come se l’agnellino provocasse il lupo… aveva tirato troppo la corda pensando chissà a cosa. Da quando si era fatto spogliare non aveva fatto altro che tentarlo e con l’abbandono totale del suo corpo alla sua mercè, senza nemmeno il minimo imbarazzo o remora, non si era più tirato indietro facendo né più né meno quello che aveva voluto.
Tanto sapevo che finiva così. Potevo provarle tutte ma qualunque cosa avessi scelto alla fine sarebbe finita così. L’aveva già deciso quando mi aveva detto di rimanere da lui, era inutile che opponessi resistenza… ma da qui a provocarlo in questo modo devo ammettere che ce ne è passato… la mia solita incoscienza!”
Fu solo questo il pensiero del giovane mentre l’altro lo stimolava eccitandolo in quel modo sfacciato.
Poi sempre con gli occhi coperti quando un gemito di piacere sfuggì nuovamente dalla bocca di Tony, questa fu coperta da altre labbra.
E di nuovo quella sensazione deleteria che alla ceca provò tanto da non fargli capire più nemmeno quel po’ che era riuscito a capire.
Piacere.
Piacere puro.
E fuoco.
Molto fuoco.
Come se invece che nell’acqua facesse un bagno nella lava pura.
Aprì subito le labbra facendosele succhiare per un po’ da quelle del compagno, dopo un po’ di abbandono ulteriore in cui il ritmo sembrò crescere insieme alla mano fra le sue gambe, le loro lingue si cercarono uscendo dalle rispettive bocche, trovandosi e allacciandosi.
Si unirono premendosi con desiderio l’uno contro l’altro e solo con le labbra e la mano sul suo inguine, quel ritmo sembrò come impazzire ipnotizzandoli, impedendo ad entrambi di separarsi minimamente o smettere.
Impossibilitati a fermarsi.
Il bacio fu approfondito e fu come se una volta trovati non volessero più mollarsi probabilmente drogato da loro stessi e ciò che sentivano, che andava ingigantendosi e che stava proprio per esplodere.
Quando la bocca di Gibbs scivolò sul mento e poi sul collo leccando i punti su cui passava, trovò una parte maggiormente invitante che batteva d’eccitazione come anche un'altra del suo corpo, così soffermandosi lì decise di assaggiarla con maggior impegno succhiandola e mordicchiandola, facendo suo anche quel centimetro di pelle che pareva provocarlo ancora mentre bolliva sotto il suo tocco.
Fu un momento di totale piacere in mezzo all’inaspettato ma al contempo voluto.
Fu veramente uno di quei momenti incapaci di spiegazioni e definizioni dove tutto quello che sai è che stai dannatamente bene, che ti piace da impazzire e ti chiedi che diavolo aspettavi a lasciarti andare così con lui.
Ti chiedi anche se c’era mai stato qualcuno in grado di farti stare così o qualcuno che avevi desiderato fino a questo punto.
Te lo chiedi ma non capisci bene la risposta che ti dai, vuoi solo continuare e non separarti…
Fino a che non si arriva al limite, non ci si tende come una corda, non avvolgi le braccia intorno al suo collo e non tremi in modo incontrollato per l’intensità della vampata che ti attraversa quasi con violenza.
Fino a che non l’hai sentito arrivare al limite, non l’hai sentito tendersi come una corda, non ti ha avvolto le braccia intorno al collo e non si è messo a tremare in modo incontrollato per l’intensità della vampata che l’ha attraversato quasi con violenza.
Fino a che scorgendo una parte del Paradiso non si capisce che è stato giusto, che non ci saranno rimpianti… che era ora che succedesse.