MAI SENZA TE

CAPITOLO V:

GIA' DA TEMPO


/Talk – Coldplay /

Fu poi come trovarsi in un sogno continuo dove l’atmosfera evanescente non ti permette di capire se dormi o se sei desto.
Separarsi fisicamente l’uno dall’altro non fu facile, non lo fu per il semplice fatto che una volta che riesci a congiungerti a lui capendo che lo desideravi e che tornando indietro lo rifaresti mille altre volte, non lo molleresti più.
E se poi la magia svanisce? Se poi ci si sveglia? Se poi si scopre che qualcosa non va?
Se ci sono rimpianti, se ci si pente, se… se… se…
Sono alternative che saltano in mente tutte in una volta appena hai ottenuto qualcosa che ti ha dato così tanto alla testa da mandarti nel caos più completo.
Qualcosa di così bello che non potresti aver mai desiderato di più.
Solo una volta che ce l’hai capisci cosa sei riuscito realmente ad avere fra le mani, finalmente, e quanto diverso sia da tutto il resto che hai avuto. Capisci che non solo è unico e deleterio ma anche di una portata incandescente.
Ci si trova poi a chiedersi cosa mai si avesse aspettato, come si avesse fatto a non prendersi prima tutto quello, a non provare un desiderio simile verso l’altro. Come sia possibile che solo lì, in quella situazione, le cosiddette scintille fossero scattate.
Ci si trova a farsi molte domande ma solo dopo che i fatti sono partiti e ti hanno sommerso con un tale piacere da sconnetterti il cervello.
Andare fuori controllo con delle sensazioni fisiche simili era stato così facile…
Gibbs per un momento si chiese se stringendo il loro rapporto a quel modo sarebbe riuscito a mantenere quella lucidità a lavoro essenziale per l’efficienza che i suoi giorni richiedevano vigili e severi.
Se lo chiese poiché conoscendosi così bene, non era uno da mentire a sé stesso o far finta di nulla.
Proprio perché era schietto e diretto ed affrontava tutto subito, non era mai facile avere a che fare con lui.
Era molto severo ed esigente, richiedeva il massimo da sé stesso e di conseguenza lo voleva anche da chi gli stava intorno. Sapeva che tutti i membri della sua squadra rispondevano a quel suo canone basilare, sapeva bene che tutti gli davano quel massimo ma il problema sarebbe arrivato nel momento in cui lui stesso non sarebbe riuscito a darlo totalmente.
Avere qualcuno di importante con cui condividere la propria vita a casa era una cosa ma averlo sul lavoro era un'altra.
Far coincidere questa persona con una di quelle che come lui finiva per rischiare ogni giorno la vita anche piuttosto seriamente, era decisamente tutt’altra questione.
Sarebbe stato disposto a lasciare che colui che a breve gli avrebbe preso una parte della sua anima, rischiasse così spesso la sua vita davanti ai suoi occhi?
Sarebbe riuscito a mandarlo al macello in quel modo senza battere ciglio e non coinvolgersi più del necessario?
C’erano molte clausole a cui Gibbs sarebbe dovuto essere disposto a rispondere, prima di accettare un coinvolgimento oltre che fisico anche mentale e spirituale.
Sentimentale.
Sarebbe stato veramente un passo molto complicato accettare una relazione simile, con una presa totale come già si era dimostrato, con Tony.
Complicato ma in fondo, dopo averlo assaggiato ed averlo voluto con lucidità e limpidezza, inevitabile.
Sulle prime non si dissero nulla e quando il bagno fu terminato entrambi si sentirono per un lungo attimo senza forze, come se in quell’acqua avessero lasciato tutte le loro energie. Lo scambio di sguardi che ebbero non fu di pentimento ma fu comunque molto serio e diretto, con quel colore di iridi simile. Chiaramente un attimo per riflettere con lucidità se lo sarebbero dovuti prendere, per comprendere se era stato solo il loro fisico a parlare o se avrebbero aggiunto dell’altro a voce, un completamento, un ammissione, una decisione, un apertura ulteriore.
E come ogni volta che quei due si guardavano, non ci fu bisogno di aggiungere nulla per accordarsi o capirsi.
Mancavano poche ore alla mattina, erano comunque molto stanchi e provati e soprattutto Tony aveva bisogno di dormire. Quello sarebbe stato un ottimo momento oggettivo per pensare a ciò che sarebbero stati disposti a dare e fare in quel rapporto che esigeva un chiarimento ed un cambiamento.
- Vieni. – Disse quindi Gibbs con voce bassa senza risultare seccato o quant’altro. Si alzò e a sua volta prendendo con fermezza il suo braccio facendo attenzione alle fasciature che dalle mani arrivavano fino agli avambracci, sentendo quanto ancora la loro pelle a contatto sapeva bruciare e pizzicare, l’aiutò ad alzarsi all’interno dell’acqua.
Spesso la cosa più difficile è parlare quando si sa che si dovrebbe farlo, ma altrettanto spesso lo è di più riuscire ad usare il silenzio per dire tutto quello che si vorrebbe dire ma che ancora non si sa con precisione.
Non c’era imbarazzo ma al contrario l'atmosfera d'intimità era così calda...
Tony uscì dalla vasca aiutato da Gibbs e si fece avvolgere il corpo bagnato e gocciolante da un asciugamano allacciato alla vita, però fra tutte le sensazioni che provarono, a regnare fu il dispiacere.
Coprire e farsi coprire era come mettere fine momentaneamente alla magica alchimia che li aveva cullati facendo loro scorgere quel pezzo di Paradiso di cui avevano detto che sarebbe stato loro.
- Ristoratore e meraviglioso. Mi ricorda una scena di un film… - Iniziò quindi Tony riprendendosi abbastanza in fretta col proprio corpo umido e lucido per l'acqua che glielo faceva fumare. Se c’era qualcosa che non gli sarebbe piaciuto affatto, sarebbe stato certamente il pesante silenzio e magari anche un ipotetico cambiamento di dialogo e di relazionarsi. Qualunque cosa fosse cambiato fra loro due, non doveva andare a discapito del loro modo naturale e personale di stare insieme.
Entrambi non l'avrebbero mai permesso.
Le battute esasperanti e i vortici di parole di Tony, gli scherzi cattivi e le ammonizioni severe di Gibbs, gli sguardi definiti ‘alla Tony’ e ‘alla Gibbs’, le azioni di complicità, il loro capirsi comunque al volo specie nell’attivarsi al momento giusto per qualche caso… tutto ciò che rappresentava il loro stare insieme non doveva assolutamente venir penalizzato, qualunque cosa si sarebbe ora delineata.
Lo sguardo che Gibbs gli lanciò a quella frase fece dedurre a Tony che anche lui era dello stesso avviso e capendo che come sempre non voleva sapere assolutamente quale film gli ricordasse, chiese innocente:
- Non vuoi sapere che film è? –
Bastò non distogliere lo sguardo eloquente per fargli avere la risposta.
Veramente forse non era successo nulla.
Veramente, forse, era stato solo un sogno.
Un bellissimo sogno che entrambi avrebbero voluto rifare ma dopo aver ripreso le forze e le energie.
- Non dovresti venire a lavoro, oggi. – Disse Gibbs mentre lo vestiva con una certa disinvoltura e dimestichezza.
Il flash che venen ad entrambi alla mente fu del giorno in cui Tony, dopo due settimane d'assenza per riprendersi dalla peste polmonare, Gibbs era passato a prenderlo ed in ascensore gli aveva detto che avrebbe dovuto prendersi anche l'ultima settimana di convalescenza. Tony non era stato capace di stare ancora a casa lontano da quelli che ormai erano suoi amici e non più colleghi, ma soprattutto si era sentito maggiromente stressato all'idea di stare così tanto lontano da Gibbs. Era tornato nonostante non stesse ancora bene ed effettivamente sembrasse proprio un cadavere, come il suo capo aveva affermato. Alla fine quel giorno era stato allucinante per Tony ed aveva rischiato la vita un altro paio di volte... però era sempre rimasto a lavoro con loro prendendosi tutte le attenzioni di Gibbs. Tony ci aveva tenuto in un modo sviscerale sia alla vigilanza del proprio capo che al fatto di essere tornato a lavoro proprio quel giorno, ma non se ne era spiegato pienamente il motivo a sé stesso se non il giorno dopo, quando era morta Kate.
Nonostante il sangue della sua amica che gli aveva macchiato il proprio viso e lo strazio, la sofferenza di vederla morire in quel modo brusco ed inaspettato, nonostante tutto non avrebbe mai voluto perdersi gli ultimi palpiti della donna, né quell'ultimo scambio di batutte ironico e il 'Di Nozzo questa volta ha ragione!' di Gibbs.
Nonostante il male che si fece ad assistere alla scena, potendo scegliere, non avrebbe rinunciato a viverla.
Era stato molto importante esserci anche se non aveva potuto fare nulla per impedirlo, era stato importante per poter capire a fondo Gibbs o per lo meno provarci. Per essergli vicino con tutti i mezzi a sua disposizioni ed uno di quei mezzi era stato il vivere la sua stessa tragedia, in quel momento.
Anche se veder morire Kate e venir macchiati dal suo sangue era stato straziante.
Con un sospiro di entrambi a quei ricordi, si ripresero mentre le mani dell'uomo più grande percorrevano il corpo atletico del giovane asciugandolo frettoloso e con poca attenzione. Al contrario dei suoi occhi che sembravano porre in ciò che toccavano tramite il telo, una tale concentrazione impossibile da non notare.
Siamo noi che forse siamo strani? Facciamo come se ci baciassimo ogni giorno, come se nulla di particolare fosse successo… e il bello è che non mi sembra ci sia proprio nulla di male, nel far così!”
Il pensiero fugace di Tony arrivò poco prima della sua risposta mentre gli slip (Gibbs non portava certo boxer) gli venivano infilati con un certo disappunto di colui che li infilava.
- No, sto bene. Le ore che rimangono saranno più che sufficienti per riposare. Sono forte, cosa credi… me la sono vista molto peggio di così! –
Ma forse è anche vero che non c’è nulla da dire a parole, i fatti di poco prima hanno parlato così bene che non esistono chiarimenti migliori di quelli. Forse, semplicemente, sembra che non ci sia nulla da dire e che sia tutto naturale come sempre, perché effettivamente è così. Con la differenza che ora ci vogliamo a vicenda, in ogni senso possibile.”
Dopo di ciò, senza pensare minimamente a cosa dire, parlò ugualmente proprio come era nel suo stile. Non gli piaceva stare in silenzio, non gli sembrava il caso, era sempre meglio chiacchierare e magari ironizzare per impedire che le situazioni si appesantissero, non avrebbe certo smesso ora.
Quando anche il resto della tuta arrivò a coprirgli il corpo, il desiderio di rispogliarlo arrivò prepotente in Gibbs ma seppe domarlo. Bastava guardarlo, Tony aveva decisamente bisogno di dormire e al momento farlo star bene era più importante di soddisfare sé stesso. Era sempre stato così, nonostante le apparenze di capo burbero, si preoccupava molto che i suoi uomini stessero bene e se nel caso specifico si trattava di Tony, quel desiderio diventava ancor più grande ed imperativo.
In fondo l’aveva già fatto, il suo antipasto se l’era preso, poteva aspettare… un po’.
E' davvero da così tanto tempo che stiamo insieme, allora? Se questo è il nostro modo di starci, l’unica cosa che si è aggiunta è il lato fisico perché per il resto c’eravamo già e da molto.”
- Ti serve altro? – Disse infine l’uomo più grande interrompendo bruscamente i suoi sproloqui su quella famosa trama di film e seguendolo nel corridoio, fuori dal bagno verso la camera degli ospiti. Era consapevole del fatto che ciò che passava per la testa di quel matto non era quel che stava esprimendo con la bocca e che, tanto per cambiare, non pensava mai ciò che diceva se non era lui a costringerlo a farlo. Quindi si chiese per cosa in realtà i suoi neuroni si stessero adoperando... quando faceva troppo il buffone generalmente era per mascherare qualche idea seria personale.
Tony, dal canto suo, sapeva orientarsi bene in casa del proprio capo, gli era capitato di dormire lì alcune volte per diversi motivi ed ormai conosceva alla perfezione il suo modo di vivere ed ogni angolo di casa sua.
Non gli suonò affatto strano l’attenzione che il proprio capo gli riservava, ormai ci era abituato. Non erano date nel classico modo comune, le dava a modo suo, ma bastava conoscerlo un po' per capire che quei ordini secchi ('mangia!', 'stenditi prima di svenire', sta giù', e via dicendo...), in realtà, erano attenzioni. Le prime volte che gliele aveva sentite rivolgergliele era rimasto stupito ma poi aveva imparato...
Ecco perché mentre l’aveva vestito dopo quel bagno speciale, non gli era sembrato così diverso da sempre.
Si fermò davanti alla porta della camera guardandolo entrare e preparargli il letto, piegò la testa di lato e assorto seguì un pensiero serio senza però dimenticarsi qualcuna delle sue solite frasi.
- Sai, nemmeno mio padre si è mai dato tanta pena per me, sono commosso... -
Sarebbe stato un padre meraviglioso.”
Ma non provò tristezza nel dirselo, il fatto di voler stare con lui non lo faceva sentire in colpa nonostante sapesse che Gibbs aveva un inclinazione naturale a stare coi bambini.
Anche il modo stesso in cui stava con Abby indicava la sua delicatezza con certe persone, le cosiddette pure.
- In compenso eri tu a procurargliele, le pene... farsi diseredare all'età di 12 anni non è una cosa da poco. Ne aveva eccome, di pene, per causa tua! -
Dipendeva da chi aveva davanti, probabilmente.
- Dici? -
Su queste riflessioni al volo fatte nell’osservare l’uomo che cominciava sempre più a desiderare in modo smisurato e quasi spudorato, un espressione leggermente più dolce si formò sul suo bel viso stanco dove i capelli corti cominciavano già ad asciugarsi. Un espressione che contrastava con ciò che diceva e che all'altro non sfuggì.
Gibbs è tanto, la sua superficie è dura come la buccia di un melone rosso ma il suo interno non solo è fresco e dissetante, anche dolce e morbido che si scioglie in bocca. È difficile credere che in lui ci sia qualcosa di diverso dalla severità che dimostra sempre all’esterno, ma in realtà c’è così tanto che forse non si sarebbe mai capaci di definirlo completamente e fino in fondo.
Oh mamma… “
- Tony? – Lo chiamò Gibbs senza farlo ancora riscuotere del tutto dai suoi pensieri che a ruota libera frullavano per la sua mente senza sicura, come la sua lingua che veloce snocciolava cavolate
- Capitano, mio capitano! - Disse in automatico vista la mente occupata da altro, ovviamente si trattava di una citazione di un film che Gibbs non capì e mentre questi alzava un sopracciglio non capendo cosa avesse in realtà in testa quel fenomeno da studiare, il fenomeno in questione concluse:
“… altro che bisogno di tempo per riflettere e definirci… sono proprio perso per lui e da molto!”
Non si sconvolse in modo esagerato, l’ammise più in fretta di quanto non avesse immaginato e mentre la sua testa gli dava quelle importanti informazioni, il viso ravvicinato di Gibbs tornò a farlo sussultare ributtandolo nella realtà.
- Parla. – Questa volta cominciava a seccarsi. Già la mano stava per infrangersi contro la sua nuca: - Ti serve altro, allora? –
- Si! – Non fu proprio istintivo anche se dal di fuori l’idea che la sua risposta diede, fu proprio quella. In realtà semplicemente aveva esaurito tutte le riflessioni e le cavolate capendo quanto già fosse impantanato nella storia con Gibbs ed in ciò che provava per lui, non sentì più l’ombra di un dubbio.
Non serviva più aspettare.
Aspettare cosa, poi?
Non c’era più niente da dire, da fare, da capire.
Erano stati così chiari e quel che continuava a provare istante dopo istante, non aveva bisogno di chiarimenti di nessun genere.
Si erano voluti e si volevano tuttora ma soprattutto, ormai, c’era del sentimento.
- Cosa?! – Tuonò ancora seccato Gibbs da quei suoi strani modi di fare come sempre esasperanti. Il fastidio fu presto placato e senza dargli tempo di reagire o allontanarsi, Tony non potendolo toccare con le mani si allungò verso di lui e senza esitazione, con sguardo sicuro e un lampo di malizia, posò le labbra sulle sue in un bacio leggero che sancì la sua decisione rendendola pubblica ed ufficiale.
Ecco cos’erano, cosa voleva ancora da lui e come stavano le cose dal suo punto di vista.
Ecco tutto.
L’uomo in un primo momento rimase stupito da quel gesto che probabilmente se lo sarebbe aspettato, certo, ma non così presto, successivamente, però, dopo circa un secondo solo, rispose facendo scivolare con decisione e fermezza una mano dietro al suo collo attirandolo a sé. Senza remore rispose approfondendo di gran lunga quel bacio.
Ed ecco, da parte sua, la risposta col suo punto di vista.
Non chiedeva di meglio.
Sarà un rischio, lo so bene, e forse alcune volte arriverò a pentirmene, ma non posso farne a meno. So che non basterà dare la mia vita per lui, che la sua sarà comunque un sacco di volte in pericolo e che faticherò io stesso a lasciargli gli incarichi più pericolosi, però non ne farò a meno e non solo perché è un agente essenziale ed in gamba e ormai finisco sempre per dividermi i compiti più difficili e perisolosi con lui. Semplicemente è così che andrà, che è giusto.
Del resto certe cose non si possono contrastare, specie se si provano da troppo tempo.
È arrivato quel momento, quello di rischiare non solo la mia, ma anche la sua vita.
Siamo pronti.“
Quando le loro lingue si allacciarono nuovamente ridonando ad entrambi quella piacevole sensazione di bruciore e appartenenza, capirono quanto non avessero mai avuto scelta e quanto tempo avessero perso fino a quel momento.
Nel resto delle ore rimanenti prima di andare a lavoro, riuscirono a dormire con una tale tranquillità che forse fu una delle prime volte da molto tempo.