MIO

/My love – Justin Timberlake/
La musica che ingigantisce intorno a noi e la folla che mi si stringe accanto ballando, è ciò che sentirei maggiormente mentre mi lascio andare anch'io sulla pista da ballo, se non avessi lo sguardo fisso su Reid seduto sui divani che sorseggia timidamente la sua bibita analcolica.
E mi guarda.
Ha uno sguardo molto incredulo per quello che sto facendo, non è la prima volta che succede. Veniamo spesso con tutta la squadra in questo locale, dopo il lavoro, e di solito cerca di distrarsi parlando con altri cervelloni come lui, ma a volte capita che non abbia nessuno che lo stimoli e... bè, ci penso io a stimolarlo, ma in modo diverso.
Decisamente qualcosa di più interessante, su questo non ho dubbi!
So l'effetto che faccio agli altri, soprattutto se voglio farlo di proposito.
Normalmente mi limito a ballare senza obiettivi particolari e nel giro di un istante mi ritrovo circondato da un sacco di ragazze che aspettano che scelga una di loro, ma questa sera siamo solo io e lui poiché sono tutti scappati in fretta come mosche... a Reid non ho permesso di fare la stessa cosa e se inizialmente si era seduto con aria annoiata nel divano a bordo pista insieme ad altre coppiette, tuttavia ora noto con piacere che lo sguardo che posa su di me è molto diverso.
È scandalizzato... no, non farebbe mai la faccia di Penelope che ogni volta vorrebbe mangiarmi, non sarebbe da Reid. Però per uno pallido come lui si nota subito la leggera spruzzata di imbarazzo.
Sta guardando qualcosa di erotico e di suo gradimento e nella fattispecie sta guardando me.
Un sorrisino mi si forma obliquo sulle labbra mentre non stacco gli occhi dai suoi.
Penso che da un lato cerchi di capire una cosa, mi studia... lo fa sempre con tutto e con tutti ma con me in modo particolare e spesso mi fa domande sui miei comportamenti o modi di fare. Quando non arriva da solo alle risposte mi chiede ed io rispondo apertamente senza imbarazzo. Sono molto frequenti le domande sulle donne e sulla mia vita sentimentale ed a volte sembra quasi un bambino che scopre innocentemente il mondo.
Mi piace quando fa così.
Ora, ad esempio, è chiaro che, conoscendolo, sta cercando di capire come faccio a muovermi in questo modo seducente, a ruotare a ritmo di musica il bacino ed il busto ma al tempo stesso lentamente e languido, senza strafare o risultare ridicolo... attirando come api col miele tutte queste persone che mi si stringono intorno mangiandomi con gli occhi.
Sta cercando proprio di comprendere come sia possibile che pochi movimenti fatti così siano altamente erotici e magnetici.
Lo so che sono così, non sono uno sciocco sprovveduto. Sono perfettamente cosciente di ogni singolo effetto che provoco negli altri. È consapevolezza di sé stessi, mi conosco perfettamente, so di cosa sono capace e so i miei limiti. E so anche che se li supero ho sempre comunque delle buone probabilità rispetto a molti altri. So che io posso rischiare, ecco perché ho deciso che stasera sarà una di quelle sere.
Ragazze, mi dispiace ma per stanotte nessuna di voi mi avrà... c'è quel biondino ordinato e timido che mi osserva in quell'angolo studiandomi. È un peccato che non sia nel suo DNA fare certi primi passi e divorare gli altri, mi piacerebbe...
In compenso io lo sono!
La musica continua mentre fisso il mio sguardo penetrante e scuro in quello chiaro e scavato.
Ora che non c'è più Gideon passa molto più tempo libero, si è legato molto ad Hotch ma sono tranquillo, non temo nulla da lui, ha già il suo gran da fare con la sua famiglia che ormai è rotta. Il tempo libero lo passa con il figlio, mi sembra giusto... e mi sembra giusto che io per distrarre il bisognoso di distrazioni di nome Reid, me lo prenda in carico e mi occupi di lui!
Riceve molti sguardi da alcune persone, qualcuno si chiede se lascerà mai il suo posto, qualcun altro semplicemente si domanda cosa ci faccia lì, è il classico pesce fuor d'acqua.
Certo, se non beve nemmeno nulla d'alcolico non è molto facile, ma io ho buone carte.
Dopo avergli riempito gli occhi di queste mie movenze sicure e, diciamolo pure, erotiche (chissà chi mi immaginavo al posto di queste ragazze...), mi avvicino a lui e mettendogli giù il bicchiere gli afferro la mano. Non proprio come farei con una ragazza ma è qualcosa che ci va vicino, a volte non si scosta molto da questa sensazione... la sensazione che mi danno le ragazze, ma non tutte, non quelle che comunemente frequento, lui somiglia più a quelle con sostanza, quelle veramente interessanti.
Così lo costringo ad alzarsi e mi fissa spaurito e terrorizzato scuotendo la testa con panico.
- Non puoi farmi questo! - Io semplicemente annuisco e lui continua sperando di convincermi a lasciarlo in pace: - Non sono capace, dai... -
- Mi hai studiato abbastanza bene per riuscire a riprodurre il mio modo di ballare, non è difficile... vieni che ti ravvivo io la serata! -
E' mio compito e dovere impedire che si annoi e che non passi il tempo seduto a guardarmi ballare. Va bene, mi piace, però mi piace di più poterlo avere qua davanti a me.
Così alla fine la spunto io, non è che abbia una gran forza per contrastare la mia tirata, quindi lo alzo in piedi conducendolo al centro della pista, in mezzo a molti sguardi che una volta vistomi in sua compagnia si deludono capendo che non è serata eterosessuale, questa.
Il mio abbigliamento attillato so che aiuta e so che lui si sente a disagio davanti a me, si sente diverso e non adeguato così gli slaccio la camicia e gliela tiro fuori dai pantaloni, si amalgama meglio. Si nota subito ugualmente, è fermo come uno stoccafisso, ma a questo porrò rimedio subito.
Non ha il coraggio di guardarmi e la molta gente in pista ci spinge a stare più attaccati... adoro questo posto!
Continuo a fissarlo e con un sorrisino sicuro gli poso due dita sul mento e con fermezza gli giro il viso verso di me.
- Non è difficile... guardami! - Come se non l'avesse fatto abbastanza!
Io so che ha memorizzato perfettamente ogni cosa di me, ogni movimento ed ogni singolo muscolo, ma so anche che la cosa più difficile è farla davanti a me e con me.
Ma non lo mollerò mai!
Reid è mio ed è arrivato il momento che anche lui lo sappia, stasera più di sempre lo voglio.
Finisce che ci guardiamo ed una spinta di qua ed una di là ci ritroviamo ancora più vicini... adoro la folla!
- Ehi, cervellone... fa un po’ questo! – Lezione di seduzione numero uno: insegnargli a ballare!
E’ rigido come uno stoccafisso quindi non lo tocco o sarebbe peggio, lo conosco, lo costringo ancora a guardarmi visto che tenta di fugare il mio sguardo e di fuggire, inizio a muovermi come facevo prima attaccandomi a lui.
Sfioro il bacino contro il suo e roteo il busto con lentezza, proprio come facevo prima, senza perdere la musica che mi prende gestendomi a suo piacimento. Mantengo sempre il controllo di base e mentre ballo in questo modo provocante lo fisso dritto negli occhi, lui ha i suoi proprio nel mio basso ventre e non li stacca da lì... ogni tanto sale per guardare il petto, poi scende sulle gambe leggermente piegate ed aperte per lasciargli il posto. Il suo sguardo è ancor più imbarazzato se possibile e mentre vorrebbe sciorinarmi la sua teoria sul perchè io sia così erotico solo facendo due semplici movimenti col corpo, rimane inebetito e nervoso a fissarmi incapace di reagire, di allontanarsi e di muoversi anche lui.
- Non è difficile, muoviti un po’, vedrai che ti diverti... lasciati andare, ascolta la musica... –
- Non mi piace questa musica! – Ribatte svelto, sta per dirmi perché e lo blocco subito mettendo una mano sul suo fianco ed avvicinandomi ulteriormente, poi abbassando ulteriormente la voce con fare apparentemente innocente ed amichevole, avvicino la bocca al suo orecchio e mormoro:
- Seguimi. – Non è una richiesta o una proposta, in un istante contro la sua volontà e senza capacitarsi di come io ci sia riuscito, eccolo lì che impacciato e goffo segue realmente i movimenti del mio bacino... certo, così appiccicati è difficile che rimanga immobile!
Il sorrisetto di malizia torna sulle mie labbra, ne sono felice, so sempre come ottenere quel che voglio. Ho i miei modi che sono diversi da quelli di uno che usa solo la testa e la conoscenza.
- Bene, vedi che non ci vuole una laurea? Basta roteare un po’ così... la musica ti porta da sola anche se non ti piace! –
Dico quindi tornando a sfiorargli l’orecchio con la bocca, lui apre la sua improvviso ed impetuoso per i brividi che gli ho trasmesso, comincia a parlare di riflesso rallentando i movimenti e gesticolando con le mani, risultando sicuramente divertente come visione d’insieme!
- Ma io normalmente non ballo sulla musica, a parte che non è questa che mi piace, però comunque questo non è proprio ballare... o si? Sai, credo che dip... – Ma lo fermo mettendogli anche l’altra mano sull’altro fianco con grande sfacciataggine e sicurezza. Vorrei tappargli la bocca con la mia ma riconosco perfino io che non posso fargli certe cose come vorrei o morirebbe... già ora sembra che stia patendo qualche pena d’inferno.
No, so che non è per COLPA mia, ma solo MERITO mio!
Premo ulteriormente il bacino contro il suo e gli faccio sentire una certa parte di me che forse fino a questo momento non aveva mai osato contemplare troppo a lungo. So cosa fare, come e perchè, non ho alcun dubbio e penso che anche lui voglia la stessa cosa, a giudicare dalle sue reazioni. Non devo certo mettermi a psicoanalizzarlo, l’ho già fatto un sacco di vole...
Reid è diverso per molti motivi e principalmente ha un grande difetto... la sua mente.
Ed è proprio da quella che va difeso. Quando l’ho compreso non sono più riuscito a fermarmi, sono finito per perdermi lentamente per lui ed ora eccomi qua a considerarlo di mia proprietà e a prendermelo.
Certe occasioni non me le faccio mai sfuggire e questo momento erotico continua poiché non riesce veramente più a togliere gli occhi azzurri dai miei neri, non facciamo altro che questo, lui molto più goffamente e lentamente di me, tenendosi le mani sul petto, io con più esperienza e sensualità; balliamo in questo modo semplice e lui docile e sorpreso si lascia gestire dalle mie mani sui suoi fianchi.
La musica esplode, una canzone dietro l’altra che aiuta questo nostro gioco, poi i colori che il suo viso normalmente pallido assume mi fa capire che sta provando un sacco di cose, ora non ha paura di non provare nulla, eh?
Aveva sempre questa paura, me ne ha parlato... però gli ho anche sempre detto che in realtà provava ma non sapeva cosa. Ora eccoci ad una dimostrazione che invece prova eccome. Certo per ora è in preda al caos perché non sa decifrare nulla, però prova e ne è perfettamente cosciente.
Presto giungerà alla conclusione ovvia che semplicemente è eccitato ed attratto da me.
Per il resto del ballo non succede altro e faccio una gran fatica a non farlo succedere. Ho avuto la sensazione che se avessi forzato oltre la mano mi sarebbe morto fra le braccia ed ho avuto, come dire, pietà!
Dopo avergli sussurrato come ho fatto prima di andare a bere qualcosa, si è quasi illuminato e con fare compulsivo ha cominciato ad annuire svelto con la testa. Sperava glielo chiedessi, è stata come una tortura per lui questo momento e la sua eccitazione era letteralmente palpabile. Per questo sono rimasto abbastanza soddisfatto.
Come prima lezione di seduzione è andata bene.
Seconda lezione: rinfrescarsi nel modo giusto.
Non devo farlo uscire di qua e fargli prendere aria, non ancora, o si riprenderà troppo e troverà il modo per scappare.
Lo conduco al bancone e ordino una birra a testa, lui oppone resistenza e dice di non voler bere alcolici, io non lo ascolto proprio e scoccandogli uno sguardo sicuro seguito da occhiolino lo lascio inebetito il tempo necessario per troncare la lezione sugli alcolici che era giusto partita.
Più è nervoso più parla, quindi è un buon segno se ora lo fa.
- Ti fa bene, vedrai! E poi siamo venuti insieme, non devi guidare! –
- Ma tu si! –
- E’ tutto sotto controllo! – Cerca di bacchettarmi, è un suo vizio specie nei miei confronti ma lo metto sempre subito a posto. Mi guarda poco convinto suo malgrado la sete ed il caldo sono tanti, ha il viso tutto sudato e qualche ciocca scomposta sul viso. È ancora più carino così, a modo suo lo è, quel carino d’angelo timido ed inconsapevole... un angelo un po’ sciupato ma che è comunque angelo.
Così alla sensazione del boccale fresco sotto le dita beve un sorso senza riuscire a trattenersi, fa una smorfia e se ne pente... forse un Mojto sarebbe stato meglio per lui!
- Non dovremmo bere una cosa così fredda in questo stato, siamo troppo accaldati! – L’hai notato, eh?
- Reid, rilassati... è una serata tranquilla, goditela! – Lo rimprovero amichevolmente, il mio tono è comunque convincente visto che sospira e smette di darmi le sue mille spiegazioni.
Non riuscirà mai a smontarmi, lo voglio da troppo tempo... e presto la birra, la sua prima birra, farà il suo dovere!
- Non è così traumatico ballare, vero? – Cerco di intavolare un discorso ma sono tranquillo poiché so come parlare con lui, riesco a gestirlo bene, a farlo sentire umano come tutti e questo è il mio modo di proteggerlo dalla sua mente.
- No, molto peggio! – Ridacchio alla sua risposta pronta mentre sorseggia con molta molta calma la sua birra, io la bevo più in fretta e nel frattempo mi asciugo un rivoletto di sudore dalla fronte con l’avambraccio, continua ad osservare ed assorbire ogni mio gesto ed io faccio altrettanto mantenendo quest’espressione leggermente maliziosa ed ironica, cerca di capire cosa mi passi per la testa ma non gliene do modo.
- C’è qualcosa di peggio... – Il mio tono è leggermente più suadente e questo perchè inizia la lezione numero tre: metterlo in un angolo!
- Tipo? – Pensa che stia per dire qualcosa che gli farà pentire d’avermelo chiesto, ma con un lampo svelto nello sguardo, rispondo come non si sarebbe aspettato:
- Non avere un posto in cui sederci! – Incurvo l’angolo delle labbra sghignazzando divertito mentre lui con un misto fra delusione e sollievo si guarda intorno cercando un tavolino oppure un divano. Per mia fortuna è tutto pieno così posso condurlo in uno di quegli angoli riservati e bui, quegli angoli perfetti dove se vuoi puoi dare quel benedetto bacio a chi vuoi!
Questo locale lo conosco troppo bene e con fare sicuro gli faccio strada verso uno di quei famosi posti, lo faccio appoggiare con la schiena al muro ed io di lato a lui, solo con la spalla sulla parete e la gamba piegata.
Potrei torturarlo ancora in pista ma è il momento della terza lezione... qua la musica si sente ma di meno, le nostre voci possono anche sussurrare senza essere alzate e noi possiamo avere tutta l’intimità che vogliamo, perchè tutte le persone che sono qua intorno vogliono la stessa cosa.
Nessuno guarda nessuno ed io mi avvicino a lui sfiorando il corpo col mio. Sussulta per l’effetto devastante che gli faccio e sorriderei se non sapessi controllarmi, ma visto che non è così mi limito a guardarlo con una certa provocazione nello sguardo, provocazione seria.
Non sto scherzando e capisce che parlando del più e del meno presto finiremo per zittirici e fare altro.
Il dialogo prosegue senza intoppi anche se sembra che stiamo parlando di proposte oscene, lui si sente più a suo agio e probabilmente la birra fa il suo effetto innocente. Uno come Reid se non si trova il modo di disinibirlo è finita, ma come ho già detto, io so come fare!
Eppure ad un certo punto è proprio lui a stupirmi e non mi sarei mai aspettato una cosa simile, alcool o no.
- Sai, pensavo a prima, quando ballavi da solo in pista... – Quasi non mi va di traverso il sorso che sto ingoiando, rimango comunque composto:
- Si? –
Lui prosegue assorto cercando di visualizzare la scena mentre io non mi perdo nemmeno un istante di questa sua aria seria e concentrata:
- Non guardavi nessuno, ti sei messo a ballare da solo e nel giro di un istante hai avuto un sacco di gente intorno, sai quante ragazze avrebbero voluto che tu ballassi con loro? – Il tono da sapiente lo mantiene sempre, penso che ormai è una cosa genetica, non riuscirà mai a toglierlo. Io non lo interrompo anche perchè non so di preciso dove vuole andare a parare: - Ti ho guardato bene e mi chiedevo come facessi solo con quei pochi movimenti, che per quanto ben fatti e seducenti fossero... – Alzo un sopracciglio con una certa malizia ma lui non lo nota perché non mi guarda in viso mentre io sembra penda dalle sue labbra. Potrei soffiare e lui sentirebbe quanto veramente sono vicino. Potrei anche solo piegarmi un po’ e... - ... di per sé erano movimenti semplici, erano in tanti a farli ma solo con te sono arrivate a fiotti le ragazze. E mi sono detto che era per la sicurezza con cui ti muovevi, al di là della seduzione che sfoderavi. Infatti a me stavano tutti lontani perché sembro un insicuro. In realtà sono solo chiuso ma sono sicuro. Sono sicuro di quel che penso e che so. Però l’apparenza che tu dai è sicurezza e la carica erotica che hai di natura, fa il resto. Pensavo che più ti studiassi più avrei assimilato qualche capacità anche io ma è una cosa innata, non potrei mai trasmettere le stesse cose che trasmetti tu, anche se vorrei. – Il monologo termina lasciandomi a dir poco senza parole per le ammissioni che con tutta tranquillità ha fatto. Non me l’aspettavo anche se lo conosco piuttosto bene. Riesce sempre a stupirmi, Reid.
Tuttavia qualcosa da dirglielo ce l’ho che scinde dal mio obiettivo di stasera.
- Reid, ognuno ha qualcosa da trasmettere, qualcosa che è unico. Noi non potremo mai trasmettere di natura la stessa cosa. Così come io do desideri di possessione sugli altri, tu dai altri tipi di desideri. Sono desideri di protezione e di intimità... – Alla mia ultima frase, dopo aver assunto un leggero rossore, tossicchiando chiede incuriosito:
- Intimità? – Non credo si sia mai visto dagli occhi di qualcun altro. Io sorrido con quel mio modo sicuro e appena accennato, poi proseguo:
- Trasmetti voglia di creare un contatto intimo con te, però spesso sono allontanati dai tuoi modi di fare e dalla tua apparenza. Bisogna conoscerti meglio... – Sembra rifletterci un attimo come se contasse molto questo discorso per lui, infine riprende senza mutare tono:
- Noi due ci conosciamo bene... è questo che trasmetto a te? – Forse era una domanda che voleva farmi da tempo ma che ha avuto coraggio di pormi solo ora. Sono felice che me l’abbia chiesto.
Allungo una mano sulla sua guancia che gli sfioro con un dito solo arrivando al mento e fermandomi lì:
- Molto di più. Però sostanzialmente è questo. Voglio intimità con te. –
Lo dico nel modo più chiaro che conosco, come faccio sempre. Lui avrebbe usato qualche parolone in più ma sostanzialmente è questo.
Lascio un attimo di tregua in cui lui pensa a quel che ho detto cercando di non farsi distrarre troppo da questo piccolo contatto che ho sul suo mento, un contatto pulsante; sembra capire completamente il senso delle mie parole ma onde evitare fraintendimenti ora metterò in atto la lezione numero cinque, poiché la quattro senza rendermene conto è appena stata fatta, creare intimità. La cinque è baciarlo.
Però me ne rendo conto mentre mi sto finalmente avvicinando del tutto al suo viso magro e concentrato, un viso che sembra capire e che continua a ponderare su troppe cose... questa sua mente illimitata ora dovrà dargli tregua...
Quel che sto facendo in realtà non è una lezione di seduzione ma bensì una per trasformare l’amicizia in ciò che desidero io.
Non mi basta più il rapporto che avevamo.
Queste sue piccole labbra ben disegnate sempre piegate in qualche modo di natura saccente, questi suoi occhi attenti e sempre seri che leggono qualunque cosa, questo suo aspetto a volte arruffato a volte ordinato ed impeccabile... sembra quasi un bambino, un bambino che deve ancora avere le esperienze giuste per diventare grande. Queste esperienze voglio dargliele io.
Lui nella sua totalità è qualcosa che mi ha attratto in ogni modo possibile, per ogni motivo, ed ora che ce l’ho fra le mani non lo lascerò più andare perché ho avuto la conferma.
Era mio già da tempo ma adesso è concretezza.
Con la musica che molte persone ballano di sottofondo, questo buio interrotto solo dalle luci della pista e l’essere lasciati in pace, mi avvicino a lui fino a che capisce che cosa sto per fare ma non mi manda via.
Non pensa che non è normale, non pensa che potrebbe succedere chissà cosa, lascia perdere le sue statistiche per una volta e, sempre per una volta, vinco io sul suo cervello... sapevo che ce l’avrei fatta.
Me ne rendo conto quando metto le labbra morbide sulle sue e lui non emette alcun lamento, non si allontana ma sta immobile e mi lascia fare.
Come fosse il primo bacio che riceve, anche se sono sicuro che non è così.
Prendo confidenza che le sue labbra, gliele accarezzo con le mie e senza fretta gliele apro, gioco a combaciarle un po’ e lui goffamente mi sta dietro, non respira nemmeno.
Potrei mangiarlo...
Gli appoggio la mano a lato del suo viso e quando infilo la mia lingua nella sua bocca mi stacco dal muro andandogli completamente davanti col mio corpo, coprendolo e tornando circa alla posizione della pista. Premo appena il bacino contro il suo mentre l’altra mano la metto sulla sua vita. Come se lo gestissi di nuovo e lui, docile, sentendosi bene e al sicuro, non avesse intenzione di ribellarsi.
Allora trovo la sua lingua che sempre timidamente mi viene incontro e con calma gli faccio assaporare questo bacio che non si sarebbe mai aspettato. Non sono serviti altri espedienti. Basta poco, veramente poco... basta trasmettere il mio desiderio, la mia sicurezza e poi istintivamente sono gli altri che mi cercano.
In questo caso io ho cercato lui ma quel che gli sto trasmettendo è abbastanza sicuro da permettermi di continuare.
Non scappa e capisco che la lezione è terminata e che ora posso dedicarmi a lui, alla sua bocca, alla lingua che intreccio con la mia ed al suo corpo.
Lo sento arrendevole contro di me, arrendevole e accaldato, trema tendendosi come fosse attraversato da tante scariche, così riprendo a muovermi lievemente contro di lui, strofinando ciò che abbiamo a contatto, gli faccio sentire l’eccitazione che ho per lui di cui non mi vergogno.
Lascia le mani impacciatamente libere lungo i fianchi, non osa toccarmi anche se probabilmente vorrebbe, così con decisione ma senza essere impetuoso per non spaventarlo, gli prendo io una mettendola sul mio fianco, sotto la maglietta.
Questo contatto con la mia pelle accaldata gli bas*Õ per innescare la sua reazione che, come capisse che c’è altro da scoprire e sturiare e avere, di sua iniziativa mette anche l’altra sotto la maglietta cominciando ad esplorare per sentire cosa c’è dove si immagina ma non si vede mai.
Ha passato gran parte della serata a guardarmi ballare senza staccarmi un attimo gli occhi di dosso, cercando di capire come facessi... ed ora forse la sua ricerca può continuare.
Sorrido un attimo a questo pensiero così lui riprende il respiro ed io scendo sulla sua guancia arrivando al suo orecchio.
- Capito tutto, cervellone? – con un po’ di ironia sussurro questa frase per poi leccargli l’orecchio e succhiargli il lobo. Continua a venir attraversato da brividi e si aggrappa istintivamente a me, quindi continuo scendendo sul collo, succhio la parte in cui la giugulare batte e aumentando il desiderio scivolo con la gamba fra le sue, la alzo e con la coscia inizio a strofinargli la parte intima attraverso i pantaloni. Appoggiato totalmente al muro e sorretto da me crollerebbe se uno dei due non ci fosse, così con forza lo sostengo mentre mi occupo di lui, geme cercando di trattenersi e sono certo che uno dei suoi pensieri è: ‘ecco perchè ha tutte le ragazze che vuole e loro ci stanno senza prendersela mai di come le tratta, anche se non sono mai relazioni durature!’
Posso metterci la mano sul fuoco visto che molte delle nostre conversazioni vertono su questo concetto.
Vorrei sorridere ancora mentre lo sento con assoluta certezza abbandonato e pieno di desiderio.
Si capisce quando una persona prova completo piacere a causa tua e la sensazione è appagante e piena, non desideri altro e staresti così per sempre, a dare piacere a quella persona.
Ecco perchè vorrei slacciargli i pantaloni ed andare oltre. Vorrei slacciare anche i miei e far andare oltre lui però capisco bene che questo, per il luogo in cui siamo, è il limite.
Ed anche il mio.
Così torno sulle sue labbra facendogli morire in gola un lamento di piacere. Sospira cercando febbrile i capezzoli con le dita, le sue delicate sembrano quasi infantili mentre esplorano per la prima volta qualcosa di studiato a lungo.
Ciò che mi da Reid nello specifico non potrei provarlo con nessuno, ed ora che ci sono me ne rendo completamente conto...
Ragazze... mi dispiace ma mi sa che non solo per stasera non sarà serata eterosessuale!
Quando arriviamo al massimo e sento che la sua eccitazione è troppo cresciuta, lo lascio prendendogli con entrambe le mani il suo viso, lui fa ricadere le sue stremato ma poi per non scivolare giù, continuo a sostenerlo con forza, si aggrappa alle mie spalle proprio perché lui non ne ha più.
Concludo il bacio ritirandomi a malincuore. È bello stringerlo fra le mani, averlo, baciarlo, guardarlo e pensare che ora anche tu sai che sei mio.
Però penso di dovertelo anche dire a voce perchè il tuo cervello potrebbe surclassarti, di nuovo... ma lui non potrebbe mai battermi.
Non se in ballo ci sei tu, mio caro.
- Mi sto innamorando e voglio stare con te, proteggerti da tutto il tuo sapere e darti tutto ciò che ancora non hai avuto. – Glielo sussurro come un soffio a fior di labbra e con entrambi il fiatone per ciò che abbiamo fatto e provato, lui apre a fatica gli occhi appoggiando la fronte contro la mia. Stanco ma pieno di desiderio.
Incapace di dare un nome a ciò che prova ma consapevole che prova, eccome... e che sta benissimo.
Cerca le parole adatte che in un attimo di panico non trova, forse ne avrebbe troppe o forse ha preso il sopravvento quella piccola parte incerta di sé stesso di cui io mi sto perdendo... e la sua testa lo lascia in pace, finalmente!
Suo malgrado riesce a balbettare a fatica:
- E-ed i-io... i-io voglio te. – L’unico frutto incisivo dei suoi studi su di me!
Piego di nuovo le labbra in un sorriso sincero, quelli che gli dedico con un pizzico di malizia ed un pizzico di ammirazione e che per il resto è solo dedizione e sentimento.
- Allora sono tuo se tu sei mio... – Come se giocassi ancora al pari con un bambino. E questo bambino è tale per la sua purezza e la sua innocenza, per lo spavento verso tutti questi sentimenti ed emozioni, per la grandezza di ciò che prova e vuole ancora.
Un bambino che per questo sta crescendo.
- Si... – L’unica risposta, una delle rare volte in cui risponde solo così. Socchiude di nuovo gli occhi per fermare il mondo che gira, probabilmente, o per ritrovare le forze di stare sulle sue gambe, però io ne approfitto e gli do la mia ultima risposta.
Di nuovo le labbra sulle sue, un bacio leggero e fugace che gli restituisce qulle energie perse e prese.
Di nuovo amo avere ragione... era mio, lo sapevo!