NELLA MIA MENTE
/ Numb - Evanescence (Linkin
Park cover)/
Gideon
era la mia guida, come un padre... quello che non ho mai potuto avere
perché il mio se ne è andato che ero piccolo,
lasciandomi solo con mia madre in preda alla sua malattia mentale. Ora
se ne è andato anche Gideon ma mi ha lasciato tutto quello
che poteva lasciarmi per cavarmela da solo, mi ha lasciato i mezzi per
sopravvivere in questo mondo e non andare a fondo come stava accadendo
appena mi ha conosciuto.
Ero
molto legato a lui e continuerò ad esserlo per sempre, anche
se forse non lo rivedrò più... chissà.
Sul momento sono rimasto di pietra, ho
immaginato di esserci rimasto male e di aver avuto bisogno di aiuto, di
una valvola di sfogo, ma ero cosciente del fatto che ancora non sentivo
nulla.
Ciò
che mi porterò dietro per sempre.
Gideon
ha sempre cercato di farmi capire che non sapere ciò che si
prova non significa non provare nulla, ma nonostante io me lo ripeto
sempre e mi dico che in 'questa' situazione dovrei provare 'questo'
sentimento, non lo sento. È tutto un mio ragionamento.
Però
continuerò a cercare la chiave per sentire ciò
che provo anche se il dubbio di non star provando nulla
rimarrà sempre con me.
Comunque
alla fine tutto ciò che sono stato capace di fare, leggendo
la sua lettera, è stato vagliare le reazioni di Morgan e
Hotch. Mi sono visto col carattere di Morgan, lui avrebbe dato un pugno
sul muro e si sarebbe arrabbiato in modo eclatante, lui non solo prova
e sa di provare, ma riesce anche a dimostrarlo, esattamente tutto quel
che vorrei riuscire a fare io.
Se fossi stato come Hotch invece non avrei
dimostrato nessuna reazione dal di fuori ma sicuramente avrei provato
dispiacere. Un dispiacere adulto, contenuto, comprensivo, ma non avrei
detto o fatto nulla se non rimanere fermo ed impettito a scorrere gli
occhi sulla lettera.
Però
loro stessi non erano legati a lui quanto e come lo ero io e ad ogni
modo la mia reazione è semplicemente un non saper cosa
provo. Un apparente nulla che provo e dimostro. Sarà
così?
È
vero che non provo e non sento nulla nemmeno ora?
Però
sono solo, chissà se lo rivedrò...
Sono solo.
Me lo
ripeto insieme a tutto il resto della lettera rivedendo le scene da lui
illustrate e lo faccio almeno un migliaio di volte cercando di arrivare
all'unica verità di fondo.
Gideon
non sarà più con me ma io non sarò
solo.
Vero?
Mi
diresti questo, penso...
Perché è vero che oltre
al lavoro ed ai miei colleghi e mia madre con la sua schizofrenia io
non ho nessun'altro, però è altrettanto vero che
ormai ho un importante sostegno in Hotch che, giorno dopo giorno, si
prodiga per insegnarmi tutto ciò che al lato pratico io devo
sapere per andare avanti. E non solo. Ora riesco a parlare e confidarmi
maggiormente con Morgan, anzi... diciamo che è diventato il
mio confidente, l’unico a cui sono riuscito a rivelare certe
cose di me e del mio passato..
Io non lo capisco bene, nemmeno Hotch se
è per questo, ma Morgan è diverso... lui
è tutto ciò che vorrei essere io però
non lo capisco. Non so come fa ad essere così e per questo
gli chiedo spesso le sue opinioni, gli faccio molte domande per poter
un giorno riuscire a capire come fa e ad essere più come
lui...
Così sicuro, istintivo, pieno di
sentimenti ed emozioni che esprime subito e senza paura.
Così senza paura lui stesso. Reattivo, pronto, irruente a
volte ma sempre notevole e socievole... ha parole per ogni situazione
ma sono sempre parole sue, non di chi altri si aspettano che lui sia. E
non ha problemi a relazionarsi con nessuno, specie con le donne.
È sicuro di sé e non solo con la sua bellezza, ma
ha un portamento ed un modo di fare che attira inspiegabilmente tutti
quelli che vuole e non ha mai problemi una volta che li ha intorno.
Così come il suo comportamento con
le donne. Non solo ne ha quante ne vuole perché di natura
è sexy, ma soprattutto sembra che non ci sia nulla che non
va nel cambiarne una a notte... io lo ammiro, vorrei veramente essere
così, sempre pronto nelle situazioni pratiche e di forza.
Non comprendo come fa, così mi trovo sempre a fargli domande
per capirlo.
Però...
Morgan non è solo quello che vorrei essere... a volte mi
sembra come se lui fosse proprio quello che vorrei e basta.
Mi
rendo conto che è così facile desiderarlo e che
coi suoi modi sa comunque come ottenere quello che vuole.
Anche se molti si sentono inferiori a me per il
mio cervello, sento che per lui non è così, anche
se mi diverto a bacchettarlo perché è bello
quando ha quelle reazioni scherzose ed ironiche nei miei confronti.
Ad ogni modo il punto è che sono io
quello che si sente inferiore a tutti e proprio per colpa del mio
cervello che mi dà troppe informazioni e mi isola dal mondo,
facendomi diventare parte di un universo diverso dalla
realtà che mi circonda.
Mi
sento lontano da tutto e da tutti ma quel che vorrei è solo
essere parte di quel tutto e di quei tutti.
È
esasperante e stancante.
Loro
non hanno paura nei momenti pericolosi dove richiede prontezza d'azione
e forza, io mi paralizzo perché la mia mente mi rivolge
contro tutto quel che potrebbe succedermi in quel caso, mi
dà le statistiche e finisco sempre per notare il lato
pessimista. Questo lo chiamano lucidità ma io lo chiamo
inferiorità.
Sono
utile ad analizzare, ricordare, sapere teorie ed anche se spesso queste
sono una grande arma, come diceva Gideon, guardo Hotch e Morgan e mi
rendo conto che anche loro comprendono il necessario ma hanno un modo
di fare e di muoversi e di agire che... bè, semplicemente
vorrei possedere anche io.
Ma
rimango sempre sommerso dal mio sapere e più di sparare
cento parole al minuto non so fare. O a me non sembra di saper fare
altro.
So sparare, certo, ma nonostante Hotch mi abbia
aiutato molto per prendere l'abilitazione alle armi, io sono rimasto
una mezza frana in quel settore. Le armi aiutano ma alla fine la mia
unica vera arma rimane il mio cervello, il mio sapere, e anche se
questo è ciò che ha sempre reso fiero Gideon, io
continuo a voler essere un po' di più come Morgan e ad
assimilare quanto più posso di quegli insegnamenti pratici
che Hotch tiene tanto a trasmettermi.
Lui
è come la mia guida pratica.
Si è sempre prodigato molto nei miei
confronti con l'esempio attivo, ha dimostrato molta pazienza solo verso
di me visto che sembra proprio non averne nei casi normali. Mi ha
insegnato ad usare le armi e non mi ha mai voltato le spalle nonostante
io ho sbagliato l'esame molte volte. Mi tiene sempre con sé
o mi affida a Morgan nei momenti d'azione e di pericolo, mi da sempre
dritte importanti e perde tempo a sentire le mie definizioni
discutendoci addirittura su. Non lo fa con interesse ma sempre con
freddezza e compostezza, però lo fa ed io so che se lo fa
è perché in fondo gli interessa o non lo farebbe,
non perderebbe tempo con me, mai.
Fa
molto affidamento su di me e sul mio sapere, io lo so, si fida molto o
non mi terrebbe con sé. Per me è una persona
molto importante e diversa da Morgan.
Nei
momenti in cui mi è capitato di essere maggiormente in
pericolo per districarmi ho sempre fatto perno sugli insegnamenti di
Hotch, sulle sue parole, sui suoi esempi, sulle volte in cui lui stesso
si è trovato in quello stato e ce l'ha fatta... o magari mi
sono ricordato delle dritte che mi ha dato o di qualche discorso che ho
avuto con lui. Se dovevo dar loro degli indizi senza poter comunicare
direttamente, non è stato raro che puntassi a lui dicendo
qualcosa nei suoi confronti.
Lui ha
sempre capito.
Sempre.
Quando
sono stato rapito so bene che tutti erano in profonda agitazione ma sul
momento cruciale in cui ho avuto la possibilità di far
capire loro dove ero, per non farmi capire dall'assassino ho dovuto
dire qualcosa che solo uno poteva capire. Non potevo rischiare di farmi
scoprire e provocare l'ira di quell'uomo che attento non aspettava
altro che miei errori. Così ho subito pensato ad Hotch e a
quel che ci siamo detti in uno dei nostri discorsi. Mi sono chiesto se
avrebbe capito il mio messaggio reale, solo lui avrebbe potuto
comprenderlo, è stato un azzardo. Se si era dimenticato di
quel nostro dialogo?
Invece
è arrivato e anche se era tutto finito perché ero
riuscito a sparare al mio rapitore che stava per uccidermi, la mia
attenzione si è focalizzata unic~Qente su di lui.
Aveva
capito.
Si era
ricordato del nostro dialogo precedente ed aveva capito quello che
cercavo di dirgli.
Era
arrivato a me.
Così
spinto da quell'incontenibile senso di... di gioia... l'ho abbracciato
e lui mi ha stretto a sé cercando di darmi un po' della sua
sicurezza.
Era
tutto finito, era lì con me.
Pensandoci ora quella è stata
l'unica occasione in cui ho provato qualcosa.
Era paura.
Per tutto il tempo del rapimento e delle torture. Mentre quando lui
è arrivato ho sentito gioia e sollievo.
Penso
che sia sorprendente.
Giorno
dopo giorno mi rendo conto che si tratta di questo.
Dopo
che Gideon è andato via e mi ha abbandonato, forse Hotch si
è sentito in dovere di prendere il suo posto in modo
più completo e mi si è avvicinato di
più facendo attenzione ad ogni mio atteggiamento o parola,
senza farsi sfuggire nulla, capendo al volo il significato di
ciò che nascondo.
Oltre alla mia guida pratica è
diventato la mia guida per ogni cosa.
Una sorta di figura maschile, quella che
è mancata nella mia vita. Senza di lui veramente mi sentirei
di nuovo perso, così come è successo appena
Gideon è sparito. O per lo meno immagino sia così.
Hotch
per me ormai è questo e non potrei mai rinunciare a lui.
Però Morgan è differente.
Molto.
Con Hotch parlo
tanto, certo, però
certe confidenze intime e private,
quelle che mi imbarazzano o mi
fanno maggior male, non sono riuscito mai a dirle ad altri che Morgan.
Gideon le aveva sempre sapute quindi con lui non serviva io parlassi.
Quando sono lì lì per
esplodere, quando mi sento logoro, quando proprio accumulo troppo e non
lascio andare nulla e c’è una goccia, una sola,
che mi sta per far urlare… bè, lì
trovo sempre Morgan che mi placa dicendomi a modo suo la cosa giusta,
iniziando da sé
stesso, mettendosi in gioco per
primo nonostante l’idea che da, e lui lo sa, sia quella di
uomo tutto d’un pezzo. Con me si snuda e mi racconta
particolari privati che lo toccano molto, così io mi sciolgo
e anche se con molta fatica, riesco a farlo anch’io.
Perché
penso… se ne parla lui di cose così sue ed
imbarazzanti, figurati se non lo posso fare io. Non ho certo una
reputazione da mantenere io… posso dirgli di
questo…
E
finisco per parlargli.
Non sempre lo
faccio però in quei
momenti in cui mi serve o veramente rischio di fare
l’irreparabile, lui riesce sempre ad esserci come avesse un
radar.
Mentre Hotch vede
che ho qualcosa che non va e magari alla lontana capisce anche cosa,
Morgan è l’unico con cui io stesso riesco a
parlarne.
Non mi
chiede cos’ho, mi dice solo qualcosa su di sé o il
suo punto di vista e capisco che con lui posso parlare.
Se ci scambiamo certe confidenze, forse, poi
sono più vicino a lui e magari un po’
più simile in qualcosa. Anche se non so proprio immaginare
in cosa potrei mai assomigliargli.
Il
punto però è quello che ho già detto.
Vorrei
essere come lui però ancor di più vorrei lui.
Lo
vedo come si comporta con le donne e rimango inebetito a guardare la
sua carica erotica e la sua sensualità che di natura ha, mi
trovo ad immaginarmi al posto di quelle ragazze e sono le uniche
fantasie che mi concedo poiché faccio subito qualcosa per
distrarmi, qualche giochino intellettuale o di
memorizzazione… o magari snocciolo cento parole al secondo
per riprendere possesso della mia mente.
Eppure
sono lì e spero che mi dia presto l’occasione per
punzecchiarlo, che faccia qualche battutina o che mi tratti con ironia
e malizia… o che faccia comunque qualcosa nei miei
confronti. Lo stuzzico e lui non mi delude mai.
E mi chiedo... ma Derek (il nome di Morgan.
N.d.Akane) tratterebbe in
quel modo da cardiopalma anche me?
Però
rimarranno sempre e solo quesiti nella mia mente. Quesiti senza
risposta poiché non darò mai voce a nulla di
tutto questo.
Mai.
FINE…