SEMPLICEMENTE LASCIATI ANDARE

CAPITOLO III:

AUTOCONVINZIONE
 
Gli allenamenti allo Shohoku procedevano a gonfie vele, il ritmo ed il livello si era alzato parecchio e il merito andava principalmente a Sendoh e Rukawa e ai loro continui confronti.
In partita ormai il rivale del geniale ragazzo del secondo anno, poteva essere solo il soprannominato volpino. Non era ancora alla sua altezza naturalmente, ma gli dava molto filo da torcere e non era raro vedere Sendoh in difficoltà grazie alla marcatura del suo kohai.
Era esaltante per entrambi.
Avevano trovato un compagno decisamente valido e di alto livello, non potevano che esserne contenti, anche se comunque Rukawa non riusciva a dimostrarlo nemmeno sotto tortura. C'era anche da dire che a quest'ultimo, il suo senpai  non gli piaceva un gran ché viste le mire che aveva chiaramente su Sakuragi, tuttavia riusciva a lasciare la questione privata al di fuori del basket. Come giocatore era validissimo e l'aiutava a migliorare, lo stimolava profondamente un compagno così forte, lo spingeva a fare sempre di più per poterlo battere, quindi nonostante una volta finiti gli allenamenti lo schifasse alla grande, quando erano in palestra era lui stesso a cercarlo per potersi allenare come si doveva.
Da parte di Sendoh invece non c'era astio in nessun frangente, il suo kohai gli andava decisamente a genio e il rispetto era reciproco nonostante si era accorto che al di là del basket non gli piaceva. Suo malgrado aveva addirittura voglia di instaurare un buon rapporto con lui, gli sarebbe piaciuto farselo amico. Non si trattava solo di passare il tempo in modo alternativo compiendo missioni impossibili, il suo era vero e proprio interesse, un interesse diverso da quello che nutriva per Sakuragi.
Era un discorso complesso per lui: Rukawa gli piaceva fisicamente e lo stuzzicava caratterialmente, sportivamente, poi, era l'ideale per lui visto che lo spingeva ad impegnarsi sempre di più alzando il proprio livello. Però non era la stessa cosa che provava per il rossino: pur lui non avesse lo stesso sex appeale dell'altro, lo stimolava sessualmente da morire ed inoltre aveva la personalità che più amava sopra tutte le altre. Sakuragi in poche parole gli era proprio entrato dentro e finché non avrebbe provato a prenderselo davvero, non si sarebbe messo il cuore in pace. E onestamente parlando, con lui i rapporti andavano decisamente meglio rispetto che con Rukawa il quale rimaneva sulle sue in ogni caso. Con l'esuberante ragazzo ormai si potevano definire amici visto che si allenavano spesso insieme e parlavano volentieri di ogni cosa, ma con il glaciale moro non c'era molto da fare. Per lo meno in apparenza.
Il fatto era che per Sendoh nulla era impossibile se gli permetteva di non annoiarsi e di mettere un po' di pepe nella sua solita vita scolastica.
Gli allenamenti con Rukawa procedevano anche quel giorno ad un ritmo molto alto. Ora come altre volte erano lì faccia a faccia a contendersi la palla, attualmente nelle mani del più grande. Entrambi concentrati, quest'ultimo aveva una certa scintilla di divertimento nello sguardo attento, gli piaceva davvero allenarsi e affrontare Rukawa e non erano rare le occasioni in cui mettevano a marcarlo anche il rossino, insieme all'altro. Quelli, per lui, erano i momenti migliori!
Il grido del capitano che indicava la fine degli allenamenti interruppe i due rivali sul più bello, i quali dovettero smettere di confrontarsi. Si lanciarono uno sguardo penetrante mentre lasciarono andare la palla, poi Sendoh con un largo e amichevole sorriso fu il primo a parlare:
- Migliori sempre più, ben presto diventerà impossibile gestire il gioco a modo mio. - Dopo di che aggiunse con una chiara nota di eccitazione nella voce che pareva sempre maliziosa: - Mi piace l'idea! -
Rukawa, nonostante tutto il parere che avesse di lui, gradì la sua sincerità anche se si annotò mentalmente che era in grado di capirlo anche da solo, che era migliorato!
Non disse comunque nulla, capì semplicemente che quel tipo sempre sorridente era così: aperto e diretto ed anche se non si capiva mai cosa pensava, non si poteva dire che fosse falso o ipocrita, anzi. In fondo grazie ai suoi gesti ed alla sua sincerità disarmante, non faceva mai mistero delle sue intenzioni. Solo che se si cercava di leggergli dentro era semplicemente impossibile, tutto lì.
Sendoh, dal canto suo, capì che se voleva sentire la sua voce e parlare con lui, come minimo avrebbe dovuto fargli una domanda diretta e nello specifico una domanda su una certa persona. Quindi, prima di lasciarlo ai suoi compiti di matricola, disse:
- E cosa ne pensi dei progressi di Sakuragi? Sono notevoli, non trovi? - Il moro lo guardò con più attenzione. Aveva abilmente tirato in ballo uno dei pochi argomenti in grado di stimolarlo magicamente. Non capì se l'avesse fatto per sentire la sua voce monocorde e conversare con lui, o sapere quanto libero fosse il 'campo'.
Cercando di comprendere questo punto in modo discreto, rispose imperturbabile fingendo indifferenza:
- Ne ha ancora molti da fare. -
- Si ma ne ha fatti di sorprendenti, considerando quando ha iniziato. - Lo difese l'altro. Rukawa alzò le spalle accentuando la sua apparenza di menefreghismo. Distolse lo sguardo e recuperò la palla mentre gli altri coetanei facevano altrettanto intorno a loro.
- E' merito tuo. - Volontario o meno questo fu un complimento che al senpai piacque e trasformando il sorriso amichevole in uno compiaciuto, rispose mantenendosi perfettamente tranquillo:
- Grazie ma non è esattamente così. Quel ragazzo è portato per il basket e per quanto fastidio ti possa dare, è una verità innegabile. - Lui invece non si vergognava di difendere uno come quel casinista incallito; faceva sempre quel che gli andava di fare ed il più delle volte nessuno osava cercare di fargli cambiare idea, sarebbe stato un processo perso in partenza.
Il volpino tornò a guardarlo in viso e fu così penetrante che per un momento Sendoh si sentì addirittura a disagio, cosa che non succedeva mai in nessun caso.
Aveva colpito proprio laddove aveva voluto colpire.
- E' pesante. - Concluse così il ragazzo studiando a fondo le inclinazioni pressoché impercettibili del compagno davanti a sé.  Continuava a sorridere in quel suo modo che diceva tutto e niente, sembrava totalmente sereno.
- E' divertente. - Si sorprese decisamente poco all'udire quella risposta e stranamente non se ne infastidì molto, non come le volte precedenti in cui l'aveva visto provarci spudoratamente con Sakuragi. Non se ne infastidì perché finalmente capì quello che cercava di comprendere.
Che gli piacesse quello scalmanato era chiaro come il sole, ma sui gusti di quest'ultimo ci avrebbe messo sicuramente la mano sul fuoco: era troppo fissato con le ragazze anche se era più un abitudine che altro. Nella sua mente, quindi, Sendoh fu finalmente catalogato come uno non pericoloso nonostante le apparenze.
Fu lì, dunque, che Rukawa con la sua convinzione ferrea che Sakuragi non sarebbe mai stato di nessuno, né suo né di Sendoh, si tranquillizzò facendogli un cenno generico per salutarlo, andando a compiere il suo dovere.
Ci aveva messo un po' a realizzarlo e prima di allora aveva detestato il suo senpai con tutto sé stesso, ma ora non ne valeva più la pena. Non sarebbe successo nulla, fra loro. Ne era certo. Quindi la fatica di odiarlo ancora se la sarebbe potuta risparmiare.
Rimase molto soddisfatto anche Sendoh stesso che osservandolo lavorare di schiena, si decise ad andare negli spogliatoi a cambiarsi.
Era sicuramente contento, da quando erano arrivati quei due le cose si erano in un certo modo movimentate. Di carte da giocare ce ne erano molte, avrebbe visto di volta in volta a cosa dedicarsi.
 
 
Nessuno si sarebbe aspettato un allenamento come quello, quel giorno.
L'arrivo di Mitsui lasciò il segno e l'avrebbe lasciato anche in Sendoh se questo non fosse stato già 'occupato' con Sakuragi!
Il suo arrivo in palestra insieme al suo fedele gruppo di teppisti, sarebbe stato risolto in fretta se non si fossero messi in mezzo il rossino e Rukawa. In fondo ce l'aveva solo con Ryota. Fu nel corso dei minuti passati lì dentro che si convinse che non c'era solo Ryota da 'punire', bensì ci sarebbe stata una bella lezione anche per tutti gli altri membri. Quel club avrebbe dovuto chiudere i battenti quel giorno stesso ed il moro dai capelli lunghi sembrava decisamente convinto di questo.
Il primo a reagire fu sorprendentemente Rukawa il quale non sopportava certi comportamenti per principio. Gli si potevano toccare diverse cose senza rimetterci, ma si finiva male quando invece si calpestavano alcuni tasti particolari. Ebbene Mitsui ci andò decisamente pesante, fu naturale che lui di rimando preferì agire di testa sua senza tenere conto della disciplina e delle regole. In un angolino della sua testa era stato consapevole che reagendo sarebbe stato cacciato come minimo dal club, eppure per lui, in quel momento specifico, nulla era stato più importante che difendersi e rispondere alle provocazioni di quel gruppo di idioti. Non gli interessava il motivo che avevano per fare tutta quella sceneggiata, gli importava solo che la smettessero.
Mentre lui reagì, tutti gli altri membri della squadra rimasero stoicamente immobili ad assistere alla scena non poco terrorizzati. Cercarono di far cessare tutto quel pandemonio a parole sperando che fermando Rukawa loro stessi avrebbero smesso, ma quando si comprese chiaramente che non si sarebbero bloccati tanto facilmente, cominciarono a preoccuparsi. Non c'era né l'allenatore Anzai né il capitano Akagi. Se ci fosse stato almeno lui non avrebbero avuto così paura, eppure il loro timore non era per la possibilità di farsi male loro stessi, bensì perché probabilmente dopo di quello il club si sarebbe chiuso.
Tutti a modo loro reagirono preoccupandosi e cercando di fare qualcosa sempre tenendo conto delle regole, solo Sendoh, anche lui stranamente già presente, non agì in alcun modo se non sedendosi in disparte in un angolo della palestra ad osservare ciò che accadeva con una certa curiosità. Come sarebbero finite le cose? Chi sarebbe riuscito a sistemare davvero tutto?
E lì seduto a terra con una gamba piegata contro di sé e le braccia appoggiate sopra dove stava anche il suo mento, non si perdeva un solo movimento dell'affascinante Rukawa. Si fece delle idee ancora più precise su di lui e fu contento di poter mettere nuovi tasselli sul suo puzzle contorto. Aveva un espressione molto intensa e penetrante ma nemmeno l'ombra di un sorriso aleggiava sulle sue labbra e sui suoi occhi attenti.
Normalmente tendeva ad allentare la tensione con una risata divertita ed una frase calma e placida, ma quella volta capì molto bene che se l'avrebbe fatto sarebbe finito anche lui male e siccome le risse non erano per lui, questa volta aveva ceduto il passo a chi sembrava più esperto di lui. Anche Ryota se la cavava bene, dopo tutto. Non si mosse di un millimetro e non venendo notato da nessuno dei teppisti, lì rimase senza crearsi grossi problemi, conscio, forse, che uno degli attori principali di quel pandemonio non si era ancora messo in gioco. Sapeva bene, probabilmente, che appena lui si fosse messo in mezzo le cose si sarebbero risolte subito.
E così accadde.
Quando intervenne Sakuragi, aiutato sorprendentemente da Mito e dagli altri della sua folle banda fedele, la sua luce cominciò lentamente a ravvivarsi.
Ecco fatto” pensò “Ora il gioco è finito!”
Certo, se l'era aspettata una performance simile ma non di così alto livello.
Non era portato solo per il basket, ma anche per le risse... del resto la sua fama di teppista l'aveva preceduto in quella scuola, quel genere di situazioni erano il suo pane quotidiano!
Anche se questo lui poteva solo immaginarlo visto che non lo conosceva ancora così bene. Diciamo che erano conclusioni a cui era arrivato da solo grazie al suo istinto di osservatore acuto.
Non gli staccò gli occhi di dosso durante tutto il suo intervento ed anche se Mito stesso impressionò non poco i presenti, Sakuragi nella testa di Sendoh fu la star indiscussa. Come calamite le sue pupille si erano incollate sul suo corpo possente che con tanta facilità aveva sbaragliato dei bestioni come quelli. Aveva carisma, forza ed energia da vendere. E dei principi e valori talmente solidi da commuovere. Sembrava un poco di buono, un buono a nulla, ed invece era una persona ben più profonda ed interessante di quanto già non apparisse.
Per lui era così sovrastante tutto quello, possibile che gli altri non vedessero in lui le stesse cose che vedeva lui? Che non fossero così attratti da lui?
Quando guardava Sakuragi non vedeva un ragazzo delle superiori ben piazzato poco carino, vedeva fuoco allo stato puro. Fuoco inarrestabile.
Con un angolino remoto del cervello aveva certamente ascoltato tutta la storia di Mistui, ma non con l'adeguata attenzione e quando Akagi ed Anzai erano arrivati a sistemare del tutto la situazione, le cose si erano risolte e tutto era finito.
Era stato allora che Sendoh si era alzato placidamente avvicinandosi a Rukawa svenuto grazie al brutto colpo ricevuto sulla nuca. Aveva perso molto sangue e ci erano andati giù pesanti. Certo, anche con Sakuragi, ma lui sembrava non risentirne minimamente. Questo fu un ulteriore punto che andò a suo favore.
Il moro dai capelli all'insù si accucciò accanto al volpino fuori combattimento e mettendogli delicatamente una mano sulla schiena calda e forte, gli aveva scostato leggero i capelli dalla fronte con l'altra mano per vedere il suo viso. Si chinò ulteriormente per vederlo meglio e chiamandolo un po' preoccupato, cercò di capire l'entità del danno.
- Come sta? - Chiese Akagi raggiungendoli con una certa nota d'allarme nella voce. Sembrava ridotto decisamente male.
- Mah... penso che sia da portare all'ospedale... ehi, Rukawa, mi senti? - L'aveva quindi richiamato. Era strano vedere Sendoh occuparsi di qualcuno, sembrava quasi che fosse in pensiero e la cosa era di per sé anomala.
Quando la sua bocca pronunciò la parola ospedale, gli occhi assenti di Rukawa si aprirono spiritati, cercarono contatto con la realtà e sapendo esattamente di dover dire una cosa importante, si sforzò di ricordare cosa fosse e di dirla con decisione. Non riusciva ancora a muoversi ma era sicuro di dover dire una cosa o non avrebbe mai aperto gli occhi. Stava così bene nel mondo dell'aldilà!
- Ha aperto gli occhi, direi di portarlo all'ospedale. - Disse quindi Sendoh al capitano che non sapeva se sospirare di sollievo o cosa. A questo il ferito si ricordò e spostando le iridi con le pupille ancora traballanti ed impressionanti sul compagno accanto a lui, l'aveva penetrato con alcuni raggi oscuri per poi dire con voce impastata:
- No, sto bene! - Fu a questo punto che finalmente la risata cristallina e contagiosa di Sendoh si levò nella palestra e tutti quelli che l'udirono si sentirono magicamente meglio. Quello era uno dei poteri del 'porcospino'.
- No che non stai bene, va almeno in infermeria, dai! - Aveva affermato quindi Akagi passandosi una mano in viso e poi fra i capelli corti. Quanti grattacapi che gli dava quella squadra! - Sendoh, per favore, visto che non so come ma stai bene, accompagnalo tu. Ah, e portati anche Sakuragi, ne ha prese di brutte anche lui. Sicuramente si opporrà ma tu portalo. Lo dico a te perché so che ti ascolta. - Concluse quindi girandosi a guardare gli altri membri.
Mitsui era stato portato via da Mito e gli altri 'amici' pianta grane e chi era stato picchiato stava venendo prontamente curato da Ayako. Sembrava che lentamente le cose stessero tornando sotto controllo anche se quella volta aveva sudato freddo, eccome!
Non bastava Sakuragi a togliergli anni di vita? Ci volevano anche Ryota, Mitsui e Rukawa? Se sarebbe entrato davvero anche Mitsui l'armata cerca guai sarebbe stata al completo e, ovviamente, la sua unica rovina!
Sendoh ottenuto l'ordine più bello che potessero affidargli, sorrise sornione decidendo che quella sarebbe stata l'occasione migliore; quindi prendendo il polso a Rukawa ancora steso a terra, lo alzò con decisione ma delicatezza insieme e mettendosi il braccio intorno al collo, gli cinse la schiena con il suo abbracciandolo disinvolto. In breve furono in piedi e il volpino, troppo spossato e stanco per porre resistenza, si lasciò completamente fare comprendendo che effettivamente avrebbe dovuto accettare il suo aiuto. La sua mente in confusione non capì esattamente cosa sarebbe successo, ovvero che con loro sarebbe venuto anche il casinaro per eccellenza, quindi non capì la premura di Sendoh. Lì per lì pensò addirittura che forse non era poi così male.
Forse.
Fu però solo un lampo poiché appena mossero i passi verso l'uscita della palestra, udì la voce del suo senpai chiamare proprio Sakuragi dicendogli di venire con loro in infermeria. Non aveva dovuto insistere troppo e tutti se ne stupirono, sicuramente con chiunque si sarebbe lamentato ma con Sendoh non accadde. Quel ragazzo aveva dell'incredibile!
"Ecco spiegata tanta premura nei miei confronti! Aveva calcolato tutto, di certo... ma ora ho troppo mal di testa per scocciarmi di questa situazione. Voglio solo dormire un po' e rimettermi in piedi. Che palle!" Pensò il giovane che si appoggiava completamente al corpo del ragazzo accanto che lo sosteneva con forza trasmettendogli sicurezza e calore. La mano che portava intorno al suo collo e che era trattenuta da quella dell'altro, gli faceva sentire in parte che genere di corporatura avesse e per un momento, stranamente, mentre gli girava vorticosamente la testa che gli batteva come una matta, si sentì al sicuro. Senza spiegarsene razionalmente il motivo. Al di fuori del basket Sendoh non gli piaceva ed anche se non era un pericolo nei confronti di Sakuragi, questo non significava che era degno della sua amicizia. Però in quelle condizioni il suo istinto gli suggerì che poteva stare tranquillo e fidarsi.
Durante il tragitto nessuno disse nulla e nemmeno Sakuragi esternò i suoi pensieri, straordinariamente. Ogni tanto accadeva, del resto. Si perdeva nei labirinti della sua mente a riflettere su ciò che gli stava a cuore, poi tirava fuori delle soluzioni tutte sue che il più delle volte sorprendevano gli altri. Probabilmente stava pensando a Mito ed ai suoi amici che sicuramente al momento stavano passando dei guai per colpa di quel pazzo di Mitsui. Di conseguenza pensò anche a tutta l'intera faccenda... e poi chissà a cos'altro.
Sendoh era il mistero per eccellenza e magari anche Rukawa stesso... ma Sakuragi non era certo da meno.
Una volta giunti a destinazione, Sendoh gli chiese aiuto per appoggiare Rukawa nel lettino e stenderlo in attesa dell'infermiera, ma ovviamente si oppose con forza e fervore dicendo che non avrebbe mai e poi mai aiutato quel volpino, nemmeno sotto tortura. Quindi si rassegnò a cavarsela da solo dicendosi che le cose erano sempre più chiare.
"Possibile che non se ne renda conto? E' così ingenuo? No, non credo. Penso piuttosto che sia ottuso e basta. Testardo da morire. Tutto qua. Bè, ma io ho i miei metodi e non mi arrendo di certo perché sento chiaramente che il radar di questa simpatica creatura punta verso qualcuno che non sia io! Per me mai nulla è detto se non ho provato chiaramente e fermamente a prendermela. "
Così quando il suo kohai fu steso nel lettino bianco dell'infermeria, lo sistemò con cura rendendosi conto che per lasciarsi fare a quel modo dovesse essere messo proprio male. Per un attimo lasciò da parte i suoi piani e le sue intenzioni concentrandosi sul compagno che, tanto per cambiare, non proferiva parola. Il sangue non gli usciva più dalla testa ma ne aveva ugualmente già perso tanto. Gli sistemò la testa in modo che la ferita non rimanesse schiacciata sul cuscino, poi gli mise a posto la maglia che gli si era attorcigliata attorno al busto nei traffici precedenti ed infine lo coprì col lenzuolo immaginando che per reazione il suo corpo potesse provare freddo.
Per tutto il tempo sentì lo sguardo penetrante di Sakuragi addosso, probabilmente si chiedeva perché porgergli così tante attenzioni, dal suo punto di vista alterato uno come lui non se le meritava. Però ne fu profondamente colpito e seduto distrattamente su un altro lettino a pochi metri dal suo, non gli staccò gli occhi di dosso. Un Rukawa così arrendevole e malmesso che si lasciava fare, effettivamente, poteva richiamare simili gesti di gentilezza. Era comunque strano vedere che non l'allontanava ma che anzi si lasciava fare chiudendo stancamente gli occhi. Era anche molto pallido, c'era da dirlo. Aveva una gran brutta cera. Però lasciarsi 'curare' così da qualcun altro non era da lui, per lo meno lui credeva così.
"Perché non lo manda via infastidito? Non lo liquida con un: 'non sono moribondo, lasciami in pace!'. Che stia davvero così male? Uno come Rukawa può veramente meritare tutte queste attenzioni gentili? Se fossi stato io a dovermi occupare forzatamente di lui, istintivamente l'avrei lasciato a sé stesso ma ora nemmeno si reggeva in piedi da solo. Forse anche io avrei fatto come Sendoh... chissà... mi sembra difficile crederlo, forse gli avrei dato ancora una decina di colpi per rintronarlo meglio, ma dopo tutto anche lui ha fatto a botte con quei deficenti proprio come ho fatto io. L'ha fatto per il mio stesso motivo... forse, FORSE, un po' di pietà questa volta la merita. Ma solo questa volta! "
Concluse così saltando sul posto all'arrivo dell'infermiera che, preoccupata, si precipitò prima sul volpino. Questo gli fece cambiare idea: "Altro che meritare pietà... quello merita solo più punizioni! Dannato, si prende sempre più attenzioni di me, in un modo o nell'altro! TZK! Me la pagherà anche per questo!"
Ma mentre la donna si occupava di Rukawa, Sendoh tornò da lui distraendolo dalle sue buffe arrabbiature.
Era bravo a mentire a sé stesso. Il migliore.
Quando le cure furono offerte a tutti e Rukawa si mise a dormire stravolto, gli tirarono la tenda che li separava per lasciarlo più tranquillo, quindi Sakuragi fu obbligato a stare steso anche lui a riposare un po'. Aveva subito dei gran brutti colpi, tutto sommato...
Ovviamente non era stato molto d'accordo: stare nella stessa stanza di quell'essere? No, grazie! Ma il senpai con gran maestria aveva fatto in modo di distrarlo sedendogli accanto e parlando con lui.
Sakuragi ancora una volta ci era cascato, così la conversazione si era spostata sull'accaduto di quel giorno:
- Che storia! - Commentò il più grande con una certa sorpresa nella voce.
- Mitsui? - Chiese il rosso contento di aver qualcuno con cui passare del tempo: almeno non era stato abbandonato!
- Già... non sapevo di lui! -
- Figurati io! - Fu l'illuminante risposta del giovane scarmigliato pieno di cerotti. A quel punto il moro andò all'attacco con maestria:
- Ma quello che mi ha stupito di più sei tu. Da dove la prendi tutta quella forza? Sembravi inesauribile! - Sentitosi lusingare gongolò non poco e illuminandosi si riprese tutto d'un colpo. Si mise le mani dietro la nuca, incrociò le gambe e sorridendo esperto disse:
- Eh, sai... sono abituato, ne ho fatte di peggio, in fondo! - Sendoh non stentò a crederci, del resto si era già fatto un idea simile, quindi non si spaventò all'idea di essere in compagnia di uno più pericoloso di quei teppisti di poco prima. Anzi. L'angolo della sua bocca si incurvò impercettibilmente all'insù mentre si beava di lui in quella posizione rilassata. Era un invito!
- Non ti annoi, eh? - Fece quindi con una punta di malizia che Sakuragi non colse. Si chinò svelto su di lui e appoggiando un gomito sul materasso accanto all'amico e il mento sul proprio palmo, con l'altra mano sfiorò disinvolto i cerotti che aveva sul viso.
- Trovo sempre qualcosa da fare, al contrario DI QUALCUNO che preferisce dormire così tanto! - Alluse a Rukawa con un certo astio marcato e come ogni accusa diretta al coetaneo, anche quella sembrò forzata.
Per Sendoh era sempre più chiara e limpida la situazione, ma quel delizioso 'genio' era così invitante...
Non bello, solo estremamente interessante. Come faceva a non piacere a tutti con quei suoi modi convinti e spontanei? Con quell'ingenuità e quella purezza?
E pensare che a Rukawa piaceva ma non per questi motivi che anzi detestava. Come era possibile?
Chiedendoselo non controllò bene l'espressione del suo volto che si addolcì spontaneamente e assorto soffermò un dito sul suo mento. Lì disse sincero e leggero:
- Sei uno spettacolo! - Con cui si riferì ad una miriade di cose.
Sakuragi si zittì improvvisamente, e miracolosamente, capendo che forse non era tanto normale una cosa simile. (Alla buon ora! NdAka)
Non si mosse e prima di reagire e comprendere chiaramente cosa prendesse al suo amico, lo vide alzarsi dalla sedia rimanendo chino su di lui, appoggiare un ginocchio sul proprio letto, la mano che lo sfiorava andare dall'altra parte sul cuscino al lato della sua testa, e abbassarsi sul suo viso.
Colto alla sprovvista lasciò che Sendoh posasse le labbra sulle sue.
Non fu invadente o violento, non cercò di infilarsi subito nella sua bocca, preferì lasciargli tempo di realizzare almeno un po' cosa stesse accadendo.
Trattenne il respiro e l'assaggiò, poi l'istante dopo si trovò col sedere a terra ed il compagno in piedi sul letto che con sincero stupore aveva agito d'istinto.
"Se fosse stato Rukawa a baciarti? Probabilmente ora non mi distrugge perché mi considera suo amico. In fondo sapevo che sarebbe andata così, è troppo incosciamente perso per il bel volpino, ma non esisteva che non tentassi di prendermelo. Non mi arrendo mai per partito preso. Ora però posso mettermi il cuore in pace. "
Pensò il moro rimanendo a fissarlo con la sua solita aria indecifrabile.
- A me piacciono le ragazze! - Riuscì quindi a dire l'altro rosso in viso. Era indubbiamente shockato, era stato proprio colto alla sprovvista.
- O Kaede Rukawa? - Disse insinuoso alzandosi placido dal pavimento. Non aveva il minimo timore e sapeva quel che diceva. Non smise di guardarlo fisso nei suoi bei occhi brucianti che divennero vulcanici nel giro di un istante.
- COSA?! SEI PAZZO? IO QUELLO LO ODIO! DEVI AVER SBATTUTO LA TESTA! - Divenne di altri mille colori mentre urlando si dimenava sul materasso come un matto. Per lui era un offesa pesante e se quello non fosse stato suo amico, l'avrebbe già fatto fuori!
Sendoh alzò allora le mani in segno di resa, anche se la sua espressione non sembrava molto convinta di quel che diceva:
- Era solo un impressione, evidentemente sbaglio. - Se l'asciugò comunque con abilità e furbizia.
Per Sakuragi il tentato bacio era già andato nel dimenticatoio grazie all'affronto peggiore su Rukawa.
Preso com'era dal convincere (e convincersi) che quel dannato non c'entrava con lui e che gli piaceva Haruko cara, l'episodio specifico del bacio fu davvero scordato nel giro di subito ed ogni altra cosa finì in secondo piano.
Osservando la sceneggiata, il moro si ricompose quel po' che necessitò e facendo cadere di proposito lo sguardo sulla tenda di separazione, scorse la sagoma stesa del compagno di squadra. Sorrise di nuovo con quel suo fare strano sapendo di non essere visto dal carro armato infervorato.
"So che hai sentito, Rukawa. Ma non dirmi che sei anche tu così ingenuo da crederci!"
Poi ci ripensò e non ascoltando una parola dell'altro che parlava ancora, prese la sua decisione.
"Molto bene. Vorrà dire che passerò il resto del mio tempo facendo da cupido. Non posso farci nulla. Ho un debole per gli ingenui come loro. Li adoro!"
Con questa conclusione, fece un cenno al rosso e se ne andò consapevole che ormai quello era in un altro mondo.
Le cose sarebbero state divertenti, da lì in poi!