SFOGHI


Frustrazione, è questo che non riesco a fare a meno di sentire dall'inizio di tutta questa storia, specie dopo la mia deposizione di oggi.
Trovo assurdo quello che sta succedendo a Mac, sembra un incubo.
Mando giù un sorso del mio alcolico sperando che serva a qualcosa ma a distrarmi dalle mie nervose elucubrazioni arriva la voce decisa di Flack che si fa largo fra la gente del locale, si siede accanto a me e ordina una birra.
Ci scambiamo uno sguardo salutandoci e immediatamente uno strano senso positivo mi invade... almeno è lui, uno che ha a cuore la sorte di Mac quanto me e che prova le mie medesime frustrazioni per questo schifo di situazione. Non avrei sopportato altri, credo. Flack può capirmi bene perché sono certo che abbiamo preso tutto questo allo stesso modo, siamo simili.
Iniziamo a parlare cercando di sdrammatizzare con ironia, come facciamo di solito, ma il nervosismo rimane sempre molto presente fra entrambi... anche se devo ammettere che un po' va meglio.
Ovviamente l'argomento della serata è il processo e quella maledettissima indagine su Mac. Flack mi prende un po' in giro sulla mia deposizione dicendo che comunque non è stata peggio di Mac che se ne è andato via dall'aula!
Ridacchio un po' immaginandomi la scena che ha fatto il giro del dipartimento e del laboratorio e ripeto quel che gli ho detto stamattina: il capo comincia a piacermi di più, avrei fatto la stessa cosa!
Però poi torno a pensare a lui e mi dispiace, ha fatto così tanto per me e per molti ed ora... qualcuno solo per fare carriera e farsi vedere vuole rovinarlo. Mi fa mandare in bestia questa ipocrisia generale e quella della gente che assiste a tutto questo.
Ognuno di quelli stronzi sa che Mac è innocente, quella schifezza è solo una farsa, dannazione!
Noi potremmo dire quello che vogliamo a favore suo ma quelli là continueranno ad additarlo come un criminale anche se il vero bastardo è quello che finalmente è morto e che ha stuprato quelle povere ragazze!
Vorrei solo poter fare di più per lui... questa storia mi sta massacrando ed ho una gran voglia di fumare... perché diavolo sto cercando di smettere?
- Ehi! Ci facciamo due tiri? - Mi chiede improvvisamente Flack indicando con la testa un tavolo da biliardo libero. Ricambio subito il suo sguardo mentre assurdamente l'idea di bere, giocare a biliardo e continuare a parlare con lui non mi dispiace affatto!
- Ti va di farti umiliare? - Rispondo quindi senza perdere la mia solita verve che comunque non è al massimo.
- Vedremo! - Ribatte con un mezzo sorriso di sfida seccando la sua birra e chiedendone un altra. Io faccio altrettanto e poi ci alziamo andando al tavolo verde. Tutto sommato può essere un buon modo per bruciare i cattivi pensieri... piuttosto che ridurre in poltiglia i visi di quei maledetti o finire solo in casa, questo non è male.
Già, è proprio questo il punto. Non è per niente male stare con Flack.
Lo sento vicino più di molte altre volte, forse dipende dal fatto che stiamo passando proprio la stessa cosa, che ci capiamo bene... che abbiamo lo stesso scazzo riguardo il nostro lavoro, il nostro ambiente.
Esprimo questi pensieri mentre gioco e lui proprio come pensavo è del mio stesso avviso. Perché diavolo ci facciamo il culo così se poi dobbiamo combattere per non essere rovinati? È questo il ringraziamento per quello che facciamo per tutti?
Potremmo anche mandare tutto al diavolo... ma poi come giustamente mi fa notare Flack, probabilmente lo facciamo solo per quei quattro o cinque che ci ringraziano di aver catturato gli assassini dei loro figli. Chissà... probabilmente è così. Conta quello più di questa merda che ogni tanto dobbiamo mangiare.
Però fa una tale rabbia...
Continuiamo a giocare spediti e spalleggiandoci verbalmente a vicenda, siamo sempre in grado di risponderci a tono e di ritrovarci sulla stessa lunghezza d'onda. È strano, così simili e vicini eppure non abbiamo mai approfondito più di tanto.
Servono queste situazioni del cavolo per capire anche che non siamo soli ad ingoiare i brutti rospi?
Tuttavia è solo dopo molte partite e bicchieri che mi rendo conto che si è fatto tardi e che fa caldo, ci siamo entrambi allentati la camicia e messi più comodi per quanto possibile in un locale. Ma non siamo stanchi, è piacevole stare insieme, potremmo andare avanti anche per tutta la notte, credo.
- Allora, che intendi fare? Ti vedo messo male... - Mi dice dopo l'ennesimo pareggio, lo fisso negli occhi cercando di capire un po' le sue intenzioni ma non lo vedo messo meglio di me.
- Parla Mr. Universo! - Non è stanchezza, forse sono solo i bicchieri che abbiamo bevuto insieme ai nostri sfoghi.
Ognuno ha i suoi, noi due siamo persone piuttosto attive ed impazienti rispetto magari a Mac che riesce a trattenersi abbastanza nonostante tutto. Non so come faccia, non sono io quello direttamente coinvolto eppure mi sembra di impazzire.
Ma lui ha Payton che sa consolarlo e calmarlo.. già, in questi casi una donna è quel che ci vuole, è l'unica medicina. Sono certo che se la stia passando bene, per il possibile, ovviamente.
Flack sorride divertito, anche per lui va molto meglio anche se credo gli ci vorrebbe la ciliegina sulla torta proprio come a me.
- Ci accontentiamo di un pareggio, per stasera? - Alzo un sopracciglio guardando l'ora al polso e spontaneamente alzo anche l'altro, è tardi e sicuramente è meglio andare anche se alla fin fine è stata una bella serata e l'idea di tornare a casa e stare solo a pensare di nuovo non mi piace. Vorrei svegliarmi solo quando tutta la storia di Mac si è risolta... e sapere che non potrà più succedere a nessun altro.
- Direi di si, per questa volta ti evito l'umiliazione. È meglio che ci muoviamo verso casa... - E magicamente non mi viene nessun'altra battutaccia migliore, così appoggio la stecca vicino alla sua e paghiamo il conto mentre commenta a sua volta col mio stesso tono:
- Come ti pare... - Ridacchio di nuovo mentre usciamo dal locale e una vampata d'aria fresca mi fa avere questo strano pensiero: è davvero bello stare con lui. Davvero.
E magari insieme a questo c'è anche l'alcool che circola in me. Non ho mai avuto problemi a reggere qualche bicchiere di troppo, figurati, però so bene gli effetti che ha ogni singolo centilitro che si ingurgita... le inibizioni sono le prime cose che partono!
- Ehi, casa mia è qua vicino, che ne dici di salire che ti offro qualcosa? -
Cosa? Cos'è che gli offri? Avanti, Danny, dillo... cosa pensi di offrirgli? Ha bevuto fino ad ora, pensi che voglia bere ancora o piuttosto che preferisca quella famosa ciliegina sulla torta che desideri tanto anche tu?
Dai, sii sincero... hai la mente un pochino confusa ma riesci a ragionare ancora, non stai veramente così fuori. Sai bene che se gli hai impulsivamente chiesto di salire c'è un motivo ben preciso dietro. Hai tutto questo calore da sfogare insieme ai nervi tesi, alle frustrazioni e al nervosismo... chi meglio di uno simile a te che ti capisce così bene e che sicuramente ha bisogno della stessa cosa?
Lo faresti se avessi a portata di mano una donna ma non c'è così ci si deve anche accontentare di quel che c'è... e ammettilo, dai... quel che c'è non è affatto male.
Per niente.
Anzi.
È così che zittendo la mia testa che parla troppo lo guardo accanto a me, fa la stessa cosa e ci scambiamo questo sguardo diretto, poi sorridendo forse incredulo lui stesso di quel che ho chiesto e di quel che sta dicendo, risponde:
- Ma si, dai... -
Bene. È tutto qua quello che riesco a dirmi ora. Tutto qua.
In fondo in notti simili non si può proprio stare soli. Non si può.”

Sono stato sorprendentemente bene con Messer stasera, non mi sarei mai aspettato una piacevole serata simile e devo dire che mi ha fatto bene, alla fine avevamo lo stesso nervoso addosso e questo sfogo ci ha fatto bene. Ci ha fatto bene parlarne e provare a risponderci a vicenda.
È vero che ci sono tante cose che non va e l'idea di cosa stia passando Mac è insopportabile. Io stesso all'inizio non ero d'accordo con lui e con il suo rigido rigore verso il poliziotto del mio dipartimento che ha fatto arrestare, però poi parlandone con lui ho capito che era giusto e che aveva ragione.
Abbiamo dei doveri e delle responsabilità in ogni momento, anche quando stacchiamo dall'orario di lavoro... continuiamo a correre se ci chiamano, continuiamo a difendere chi ne ha veramente bisogno. Continuiamo sempre anche se accadono queste cose assurde e non riusciamo a fare nulla per l'amico che passa l'inferno. Come ha detto Messer ormai hanno già deciso di incriminarlo e stoppare la sua carriera per far volare quella di altri, quindi alla fin fine a che serve questa farsa?
Noi però dovremmo sempre andare avanti per tutti, sia per gli innocenti che per quei bastardi ipocriti e corrotti.
Per tutti.
Perché questo è il nostro lavoro, ciò che ci siamo scelti.
Però fa piacere sapere che non sono l'unico ad avere questi dubbi e questi momenti di sconforto.
È bello sentire qualcun altro così vicino ed indignato.
Lui mi capisce.
E questo è tutto ciò che riesco a ragionare mentre mi avvio verso casa sua che si trova qua vicino. Anche la mia è da queste parti ecco perché ci siamo trovati nello stesso locale per caso.
È stata una serata piuttosto perfetta in cui abbiamo dato voce ai nostri pensieri catastrofici consapevoli che potevamo essere noi quelli presi di mira al posto di Mac e che forse domani non l'avremo più a lavorare con noi. Consapevoli di tutto.
Ed è stata così perfetta, inaspettatamente, che le manca qualcosa.
Non si può finire ognuno a casa propria a tornare sulle proprie disastrose elucubrazioni, no?
Non si può proprio.
E quando a bruciapelo mentre respiravamo un po' d'aria fresca mi ha chiesto di andare su da lui mi si è illuminato un campanello, ecco, così va bene. Mi sono detto che così sarebbe proprio l'ideale.
Lascio i primi bottoni della camicia slacciati ed i lembi fuori dai pantaloni mentre sprofondo le mani nelle tasche e l'affianco continuando a parlare liberamente con la nostra solita ironia.
Ormai abbiamo un po' esaurito l'argomento principale della serata, il processo... e non vorrei finire a parlare di altre cose più imbarazzanti, visto la mia immediata risposta affermativa al suo invito e questo strano modo in cui mi sento.
Credo sia dovuto solo dal fatto che non solo la serata è stata piacevole ma che è bello stare con lui.
E che manca qualcosa a questa serata per completarla, per evitare di tornare a pensare a tutta la marea di cose che non vanno.
Fra un discorso e l'altro arriviamo a casa sua e saliamo, è un appartamento semplice e disordinato. Nonostante il lavoro che fa gli imponga sempre di essere ordinato e preciso sembra che sfoghi a casa i suoi reali istinti.
Già, gli istinti...
Quelli che se rimangono repressi troppo a lungo non vanno mai bene.
- Messer, è un campo di battaglia! - Commento senza peli sulla lingua cercando un posto dove potrei sedermi... senza trovarlo!
Non sembra vergognarsi e lanciandomi un sorrisetto divertito commenta:
- Accomodati... se trovi un posto libero! Cosa ti va di bere? -
Mi guardo intorno scettico con un espressione visibilmente contrariata e mentre non trovo che un angolo del divano libero, rispondo:
- Quello che hai, è uguale. - Ma solo dopo mi rendo conto che la risposta più sensata sarebbe stata un caffè. Per smaltire quel po' d'alcool è l'ideale. Non sono ubriaco né troppo poco lucido, semplicemente i miei sensi inibitori sono un po' annebbiati. È questo e nulla di più. Basta saper quanto e cosa bere e si riesce a stare bene.
Ma che diavolo sto cercando di dire?
Che sono disinibito ma che non sono ubriaco? Cos'è, il primo stadio dell'alcolismo?
Il secondo magari sarà saltare addosso al primo che capita!
Che idiota, solo perché normalmente bevendo due o tre bicchieri si preferisce il sesso a fine serata, non significa che questo sia il nostro caso.
Un momento... ho detto nostro?
E Messer che diavolo centra ora con questi pensieri insensati?
Ho sempre bevuto e sono grande e vaccinato, non ho mai avuto di questi problemi quindi significa che l'alcool non c'entra proprio anche se mi farebbe comodo crederlo... dare la colpa a quello è sempre quanto di più semplice esista per l'essere umano. Ma bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare. Se stasera finisco col fare sesso, e ci starebbe bene per sfogare del tutto il nervosismo che c'ho addosso per Mac, sarà sicuramente voluto e non una conseguenza di qualche bicchiere!
Eh già... ma se penso che finirà così allora dovrei uscire e cercare una ragazza, non certo starmene con uno del mio stesso sesso.
No?
Non funziona così?
- Ehi! - La sua voce mi interrompe da queste assurdità che mi girano per la testa e riscuotendomi mi rendo conto che si è seduto difronte a me su un angolo del tavolino basso per le riviste.
- Che c'è? - Chiedo cercando di tornare sulla terra, poi vedo il bicchiere che mi porge con del liquido giallo ed un odore di limone e alcool familiare, così lo prendo constatando che forse vuole approfittare di me cercando di ubriacarmi.
Al pensiero mi vien da ridere ma mi trattengo, come faccio poi a spiegargli perché rido?
Mi sa che invece sto un po' andando veramente.
- Va bene? - Mi chiede non sentendo nessun commento da parte mia, io mi stringo nelle spalle poi alzo il bicchiere in segno di brindisi, aspetto che lui faccia altrettanto e bevo un primo goccio facendo scendere il liquido non molto forte e decisamente buono lungo la gola. In un primo momento sembra che bruci ed è una di quelle sensazioni piacevoli che stasera ho già provato, poi il calore si espande al resto del corpo accaldandomi ulteriormente.
Parlare.
Bisogna parlare di qualcosa o questo silenzio diventerà imbarazzante, così mi affretto prendendo un argomento a caso, qualcosa che stia a cuore anche a lui, ovviamente.
- Spero che Mac non si stia tartassando troppo. Conoscendolo non si darà mai pace... e lo capisco. - Mac. Perché Mac? Bè, che c'è di male a parlare di lui? Sta a cuore ad entrambi, no? È il motivo per cui stasera siamo frustrati e seccati.
- Lui ha Payton, sicuramente lei lo starà rilassando a dovere come in questi casi si deve fare! - Lo dice così come se l'avesse pensato per tutta la serata e non vedesse l'ora di dirlo. Però è vero, sorrido capendo cosa intende, ha ragione... ecco cosa ci vorrebbe.
- In questo caso se la starà passando meglio di noi! - Anche questa, forse, dovevo tenermela per me...
- Per ora... - Però non scherza nemmeno lui, sembra abbia il mio stesso problema, di qualunque problema si tratti!
Ci scambiamo uno sguardo diretto ma nonostante mi sforzi per cercare di capire cosa intenda, non riesco a trovare altre risposte che quella più ovvia:
- Hai intenzione di rimediare qualcuna anche tu? - Ok, ormai ho rinunciato a cercare di tenere per me quel che penso, tanto è inutile. Normalmente non lo faccio anche se mi piacerebbe riuscirci almeno quando questi miei pensieri non sono normali, perché non lo sono. Alludono in continuazione a qualcosa che non è normale trattandosi di Messer.
O il problema è solo che è un uomo?
Bè, se è solo questo è stupido... ne ho viste di cose assurde in vita mia, ormai non esiste la normalità... se esistesse Mac non sarebbe sotto inchiesta!
Allora per che cosa mi sto facendo tutte queste seghe mentali?
Mando giù un altro sorso dal bicchiere ma lo faccio mentre lui risponde con malizia più che ironia...
- Non esistono mica solo le donne! - e mi va tutto di traverso infatti comincio a tossire come un imbecille!
O questo è uno dei suoi scherzi idioti o ci sta veramente provando con me... come se non ci avevo pensato io stesso quando ho messo piede qua dentro... si, ma cosa cado dalle nuvole a fare?
Ormai sappiamo come andranno le cose, aspettate o no, strane o no... sensate o no!
Quale che sia il motivo di questo nostro stato così diverso da sempre e... disponibile... non ha importanza. C'è e basta e sono abbastanza stanco di cercare di trattenermi, ho dovuto farlo abbastanza a lavoro e in tribunale. Basta trattenersi, doveva essere solo una serata di sfogo e questo sarà.
Se abbiamo voglia di fare sesso per lo stesso motivo basta farlo, siamo entrambi grandi e sappiamo, forse, cosa stiamo facendo.
Lo sento smettere di ridere e di darmi pacche sulla schiena per farmi riprendere quando smetto di tossire e alzo lo sguardo sul suo, di nuovo.
Ha tolto gli occhiali e si vedono meglio i suoi occhi chiari, stasera in queste vesti trasandate è diverso dal solito e forse lo è anche perché è a casa sua e la luce non alta crea una piacevole atmosfera.
Improvvisamente mi faccio serio, come se questa raffica di tosse mi avesse dato il colpo di grazia o mi avesse svegliato. Qualunque cosa mi sia successa, qualunque nome abbia, andrà bene lo stesso.
Si parlava di istinti, no?
Non va bene trattenerli e noi due non siamo persone che normalmente lo fanno.
Mi faccio serio e prendo il suo bicchiere quasi vuoto ed insieme al mio li appoggio a terra, poi senza nemmeno osservare il suo viso e cercare di capire se gli vada bene, infilo il dito nel primo bottone allacciato della sua camicia mezza slacciata e l'attiro a me fino a che le nostre labbra si trovano, sono aperte e le lingue si vanno incontro unendosi e cominciando a giocare senza remore e domande.
Avrei immaginato dell'imbarazzo o qualche freno inibitore ma forse veramente un po' complice è l'lacool e un po' noi stessi e lo stress che ci ha giocato questi strani scherzi. Chi lo può decidere.
Ma ci siamo ed ora che sento quanto morbide siano le nostre labbra a contatto e quanto eccitante sia questo gioco erotico che fanno le nostre lingue, penso che non sia male proseguire, vedere cosa sa diventare questo bacio insolito, quanto profondo può essere.
E cosa sanno trasmettere le nostre mani.
Lui muove le sue su di me finendo di slacciarmi la camicia e senza perdere tempo, col calore che inizia a divampare ed espandersi frettoloso, le fa scivolare sulle mie spalle e giù lungo le braccia facendomi cadere l'indumento fino ai gomiti che allungo separandomi brevemente da lui, mi aiuta a toglierla del tutto e poi io faccio fare la stessa fine alla sua dandogli le medesime scariche di brividi per questo tocco. Ha una pelle liscia e sembra veramente appena uscito da un bagno caldissimo.
Facciamo come per separarci ma poi torniamo ad unire le nostre bocche e cambiando posizione riprendiamo il bacio, manteniamo gli occhi chiusi e con le dita cerchiamo la cintola dei pantaloni, è un bisogno impellente ma lui senza la pazienza di far fuori il resto dei vestiti che ci separa, strofina il ginocchio in mezzo alle mie gambe che divarico ulteriormente avvicinandomi.
Chi l'avrebbe detto che questo da maggiormente alla testa dell'alcool?
Chi l'avrebbe detto che funziona a tal punto che non ricordo nemmeno più perché è iniziato e cosa mi stava tartassando prima di incontrarlo stasera?
Dimentico di essere seduto sul divano di casa sua, dimentico di muovermi e al contrario mi lascio muovere da lui, quel che mi prende maggiormente è lui ed il suo corpo, sfioro le linee del suo torace e delle sue spalle, è tipo molto atletico. Lui in un istante diventa il mio centro, sentire oltre quello che sto toccando, approfondire e provare di più, molto di più.
È mentre mi sto eccitando grazie alle sue carezze sul mio inguine che prego mentalmente che si sbrighi a togliermi tutti questi impedimenti... e lui si alza facendosi scivolare via i jeans, mi spinge sul divano in modo da farmi appoggiare la schiena, poi si posiziona a cavalcioni sopra di me. Non stacchiamo le nostre labbra fino a che non mi scappa un gemito più lungo degli altri per la mano che è andata sotto i pantaloni ed i boxer, così ne approfitta per uscire dalla mia bocca e assaggiarmi il mento e poi più giù, il collo, soffermandosi lì dove la giugulare batte fornendo una chiara idea del piacere che già comincio a provare. Succhia.
È molto più violenta questa valanga di sensazioni rispetto ad altre volte in cui ho fatto l'amore, è diversa e forse lo è perché non ci sono ragionamenti grossi di mezzo o forse perché lui è dannatamente bravo e sa stimolare i punti giusti.
Non so cosa sia, non lo capisco... eppure fino a prima mi sentivo impotente rispetto a tutto quel che andava male, ed era molto, ed ora invece mi sento pieno di qualcosa che sono riuscito a provare con lui.
Non so bene... si dice che spesso si capisce cosa si prova per qualcuno solo partendo da un discorso fisico e dopo scatta tutto il resto, chissà... potrebbe essere solo un patetico modo per dire che non è solo una notte di sesso oppure potrebbe essere un illuminazione dell'ultimo momento.
Qualunque cosa sia so solo che non voglio si fermi.
E faccio scivolare le mani che dalla schiena scendono sui suoi glutei, sotto questi stretti boxer che indossa.
È l'unica cosa reale che sento: lui e il suo corpo, lui e quello che mi fa provare con questo suo tocco audace e profondo a questa mia parte di me così eccitata.
Forse è solo quanto di più malato ci sia ma probabilmente ci stiamo solo adattando a questo mondo di merda che ci circonda.
Chissà.
Però mi piace.
Da impazzire. “

“”Non credevo sarebbe successo ma quando ho cominciato a parlare da solo con la mia testa o coscienza sadica e a dirmi che ero pazzo a dirgli quelle cose e a provarci con lui, ho capito che ormai pensarci non sarebbe servito.
Gli dicevo quelle cose e mi insultavo nello stesso momento in cui invece cominciavo ad eccitarmi...
E poi, porca miseria, lui ha preso la situazione in mano baciandomi per primo, mettendo fine a questo stupido gioco forse non da noi o forse così tanto da noi da fare impressione.
Certo poi me lo sono ripreso, il gioco.
Quella sua parte di corpo così intima mi ha attratto senza nemmeno rendermene conto, quando ho capito cosa gli stavo facendo ero già seduto sopra di lui a farglielo, ma a giudicare dai suoi ansimi e dalla sua espressione abbandonata, gli piace... anche sentendo le sue mani che si stringono sui miei glutei...
Mi piace.
Mi dà alla testa tutto questo. È terribilmente meraviglioso sentirlo così disponibile ed eccitato perché sono io ad eccitarlo... e sentire che era vero, che ci voleva proprio questo anche se non siamo ancora in grado di capirne il motivo.
Per ora andrà bene così, siamo solo uomini... insensibili... che ragionano con l'organo genitale maschile... proprio quello che ora gli si è teso grazie al trattamento che gli ho riservato.
Dopo essere sceso a succhiargli altre parti del suo torace dove alcune cicatrici dell'esplosione di tempo fa mi hanno attirato, lo costringo a liberarsi del tutto dei vestiti e a stendersi, non dopo che lui ha fatto altrettanto con quello che mi rimane ancora addosso. Butto febbrilmente a terra tutto quello che stava sul divano e l'adagio con poca dolcezza coprendo il suo corpo col mio, torturandolo ancora e strofinandomi su di lui con i nostri bacini a contatto.
Geme a voce più alta ed è proprio a questo punto che mi riapproprio della sua bocca e succhio il suo labbro, pulsa come ogni altra parte dei nostri corpi che non chiedono altro di andare subito fino in fondo, siamo entrambi al limite, specie lui che l’ho lasciato nel momento di maggior godimento, credo si senta male nel non aver raggiunto l’orgasmo, l’ho lasciato così crudelmente ed ora continuo a torturarlo… però non sono molto intelligente perché sto torturando anche me, vorrei solo entrare subito, possederlo e venirgli dentro. Lo voglio insensatamente ma sto qua a fargli sentire che cosa avrà, a prepararlo, ad assaggiarlo…
È alla fine, quando sono riuscito a prepararci entrambi a dovere che alza le gambe e si lascia penetrare. Lo faccio con lentezza separandomi da lui e mettendomi nella posizione più comoda, metto le mani sui suoi fianchi e spingo con calma impaziente. È una sensazione che non si può descrivere questa di quando si entra così eccitati in uno che si ha desiderato al punto da arrivare fin qua. Non si può. E non so nemmeno che espressione fa, stringo gli occhi in un espressione di puro godimento e aspetto che si abitui, che torni a respirare, ma è mentre il mondo comincia letteralmente a sparire che inizio a muovermi e lui appoggia le sue mani sulle mie stringendo e affondando le unghie con forza. Anche solo questo semplice gesto mi trasmette tutto.
Tutto quello che mi scuote e mi spinge a perdere ulteriormente la testa per lui.
Anche se penso di fargli male mi lascio avvolgere nella parte che in me sta per esplodere e sentendolo così tanto da poterlo vedere chiaramente anche con gli occhi chiusi, prendiamo un piccolo ritmo che va in crescendo. Non mi ferma ma riprende i respiri rochi e profondi che poi arricchisce con gemiti veri e propri ed è strano e veramente incredibile come anche in questi riusciamo a fonderci, a farli nei medesimi momenti. Facciamo tutto in sincronia e mentre comincio ad annullarmi e sentire unicamente lui ed il suo piacere insieme al mio, riprendo febbrile quella sua parte intima continuando da dove avevo interrotto e perdo la ragione andando più veloce e più forte, per averne ancora, perché non ci si può fermare, perché con nessun altro sarebbe stato uguale, con nessuno.
E allora arrivo a pensare che Flack non è solo quello con cui stasera sono stato bene e mi sono sfogato. Che non è solo l'alcool che ci ha fatto arrivare a questo.
Arrivo a pensare che non vorrei stare in nessun altro luogo che dentro di lui, ora.
Così.
Così esattamente come ora arrivo al limite e piegandomi su di lui mi tendo fino allo spasmo mordendomi il labbro e dando una spinta più forte e profonda delle altre, facendomi avvolgere dalle sue braccia calde, nascondendo il viso sul suo petto, lasciandomi prendere a mia volta… donandogli anche qualcosa che non pensavo avrei lasciato andare.
Quella mia parte che sono certo ora sente anche lui e che lo emoziona.
Cosa sia questa serata io non lo so, forse un dono per la merda che stiamo passando, però riesco solo a pregare per una cosa.
Che non finisca mai, che non sia solo una notte, che si ripeta.
Perché lo vorrei ancora e ancora e ancora e non me lo so spiegare, io.
Non sono così esperto da capirlo meglio e ho la testa nel caos più completo insieme a queste emozioni e a questi miei sensi, però non mi sono mai sentito così… così… Bene…”

E’ quando inizia a muoversi lentamente che questa sensazione lacerante mi brucia a tal punto da raggiungermi il cervello e togliermi ogni capacità di ragionamento che ancora mi era rimasta.
Non è il non averlo mai fatto con un uomo ma il non averlo mai fatto con lui ed in questo modo che mi sconvolge, mi sconvolge e mi fa cercare le sue mani che mi tengono decise. Le trovo e affondo involontariamente le unghie, voglio sentirlo di più e che senta ciò che provo. Lo sente?
Certo il dolore c’è ma non è solo quello, non è solo… mi mordo le labbra e premo la testa all’indietro con sforzo e non saprei definire che tipo di sforzo è ma stringo le gambe intorno alla sua vita e gemo più rumorosamente. Non so se mi sono mai lasciato andare tanto, non lo so, onestamente, però non è facilmente descrivibile questo centro di esplosioni corporee che ci scambiamo.
È pazzesco…
Sentirlo a tal punto da non voler lasciarlo più andare nonostante mi faccia male, eppure non c’è solo dolore, c’è dell’altro dietro, altro che mi impedisce di non innamorarmi di questo momento e volerlo di nuovo e di nuovo…
Prendiamo il ritmo insieme che va in crescendo e non smettiamo fino a che entrambi non arriviamo alla cima di questa scalata iniziata insieme ed è quando si piega su di me cercando di darmi il suo stesso piacere che completa l’opera di poco prima, quando mi ha lasciato in quello stato pietoso sul più bello. È lì che non capisco più niente e forse nemmeno respiro.
È solo un turbine caotico di tutto quel che un corpo può sentire.
E oltre.
E raggiungiamo quell’apice insieme proprio come non pensavamo sarebbe mai successo.
Con scosse violente ed un tremore contemporaneo che ci smarrisce per un momento…
Dove siamo?
Ma che ne so… so che siamo insieme e mi piace. Come fa a piacermi non lo so ma so che mi piace e in maniera indecente.
Mi piace averlo fatto con lui, averlo ancora dentro mentre cerca di riprendersi, sentire finalmente il suo viso sul mio petto, il suo respiro affannato come il mio, le mie braccia che lo circondano e noi che perdiamo le forze allo stesso modo.
Ecco qua, dove siamo.
A casa sua, sul suo divano dopo aver fatto… come si poteva definire?
No, non sono per me le definizioni, non serve farlo proprio ora, così a caldo, nel caos… ora senza energie riesco solo a lasciarmi andare ancora mentre lentamente esce e si stende più comodo sopra di me, rimanendo così come siamo.
Non ha importanza ora cosa abbiamo fatto e perché, importa solo che potendo scegliere lo rifaremmo, che è stato sconvolgentemente bello e che vorrei stare così ancora un po’.
Perché, che problemi erano prima?
Quali erano i sentimenti che ci opprimevano e che ci facevano vedere tutto nero?
Cos’era che non andava al punto che ci siamo ritrovati ad aver bisogno così l’uno dell’altro?
Non saprei, ma qualunque cosa era devo dire che questo sistema ha funzionato…
Mi sento bene.”


FINE?
Mah… eppure ci starebbe così bene un’altra piccola fic di seguito a questa, no? Per vedere come prosegue la loro insolita storia, no? Che ne dite?