SI... AMICIZIA!
andry e robbie

CAPITOLO V:

ALLA LUCE

“Inferno. Passare un inferno mentale, spirituale e fisico, sentire una mancanza tali da lasciare nella sofferente malinconia, provare il sano impulso di mollare tutto per riunirsi all’altro, credere di non farcela, non questa volta, rinunciare più e più volte interiormente, andare di testa, impazzire, star male fino a trattenere le lacrime a forza, esagerare in ogni sentimento che si prova, portare tutto all’esasperazione solo per questa lontananza, dover far travisare la cosa agli altri per personale quieto vivere, volere con tutte le forze averlo fra le braccia, sentirlo, toccarlo, vederlo, udire la sua voce, parlargli e non poter realizzare questo desiderio, sentirlo incombente come mai, ritenersi malati perché mai in vita si ha provato una cosa simile, capire che è solo un attimo di passaggio ma non riuscire ad ottenere la serenità.
E poi riuscire a passare la settimana e l’inferno, sentire l’adrenalina che va non solo per una sfida difficile, ma soprattutto perché potrai rivederlo, abbracciarlo, sentirlo, parlargli, toccarlo e dopo averlo fatto prepararti subito ad un'altra separazione più lunga, avere questa consapevolezza angosciante addosso, non poterci fare nulla m non vedere l’ora ugualmente che la serata inizi per poterlo avere davanti.
Infine vederlo. Con la gente che urla e acclama a gran voce l’entrata, migliaia di sguardi attenti che non lasciano tregua, infischiarsene di tutto e di tutti, arrivare a lui lasciando che i tuoi occhi si catapultino unicamente sui suoi che fanno altrettanto, non capire più nulla poiché hai immaginato molte volte quel momento ma mai era stato così, dimenticare ogni promessa davanti alla possibilità concreta di riaverlo fra le braccia e finalmente farlo.
Abbracciarlo dimenticando tutti, la presentatrice, i familiari fra il pubblico, il pubblico stesso, le telecamere, i compagni, l’altra sfidante. Stringerlo forte e farsi stringere da lui, chiudere gli occhi per provare a catturare e fotografare quel momento perfetto, non lasciarsi andare troppo dall’emozione ma poi mandare al diavolo quest’intenzione e abbandonarsi completamente a sentimentalismi. Sentirsi finalmente pieni di qualcosa di giusto, bello, unico, atteso. Sapere che mai si potrà dimenticare questo momento, questo attimo che forse sarà uno degli ultimi prima di un lungo periodo. Un ricongiungersi momentaneo, sfuggente, significativo, dolce, indimenticabile, voluto, desiderato, cercato.
Stare lontani a forza, desiderare di riunirsi e riuscirci alla fine di giorni grigi e pesanti.
Ogni stupidata sembra il paradiso e lì, in quel preciso istante ti ci senti, in paradiso.
Lo sai, Robbie?
L’ho capito ora che ti ho rivisto dopo così tanto per me, se posso stare con te e averti, riesco a passare qualunque sfida. Mi basta sapere che qualunque cosa accada, qualunque cosa possano dire gli altri, pensare e farci sopportare, arriverò a viverla e a portarla a termine perché tu puoi fare a meno di tutti ma non di me e viceversa, perché mi basta sapere che il tuo pensiero coincide col mio, che staremo insieme e che ci sosterremo qualunque cosa accada, qualunque cosa pensiamo, anche se sul momento diversa.
Ed ora lo voglio fare, vivere questa relazione alla luce perché non sono fatto per l’ombra, non riuscirò mai a nascondermi e vivere in segreto…e nemmeno tu, vero?
Cerco la tua mano sciogliendo l’abbraccio e ci incrociamo gli sguardi pieni di desiderio di scappare dagli studi e andarcene insieme da soli da qualche parte a sfogarci. Volevo dire qualcosa, l’avrei detto in condizioni normali, ho sempre qualcosa da dire…ma ora non mi viene nulla, così mi limito ad un sorriso sincero ricambiato da lui. Mi sento di nuovo bene. Sarà una serata indimenticabile, una sfida che rimarrà nella storia di questo programma. Me lo sento.
Nessuno potrebbe battermi finchè ce l’ho dalla mia parte e posso provare questa sensazione.
So che è così, mostruosamente egoistico, ma sarà così.”
Non si sbagliò affatto. Quella fu veramente una sfida che andò nella storia del programma, probabilmente mai in quella stessa edizione, ce ne fu mai una alla pari.
Partendo dal fatto che Deborah nonostante fosse possibile sfidante di uno dei due, non fu calcolata da nessuno specie da Robbie e non fu messa in sfida dalla commissione, se la giocarono con più serenità i due ‘amici’.
Si rivelò veramente una gara fra compagni veri e questo fu onestamente la cosa più bella, poiché poche volte vi era stata una competizione più serena e amichevole di questa, i quali sfidanti non avevano sentimenti ostili l’uno verso l’altro o cose simili. Solo sano e reciproco rispetto, stima, affetto. Fu bello vederli affrontarsi in quello stato.
Diedero il massimo perché davanti avevano una persona così importante, tutti ne furono convinti ed ammirati.
Una gara degna di una finale e non di una serata qualunque!
Le esibizioni che fecero furono di alto livello, dimostrarono di essere completi, competenti, ottimi artisti versatili capaci di stupire, emozionare, coinvolgere e commuovere. Fecero veramente arrivare dai brividi alle lacrime alle risa alle urla più forti, un mutare d’atmosfera a seconda di come loro stessi desideravano, ebbero un potere sul pubblico che pochi poterono vantarsi di aver avuto.
Fecero quel che si chiama spettacolo.
Fare spettacolo non è solo mostrare le tue capacità, balli se sai ballare, canti se sai cantare, reciti se sai recitare. No, non è questo. Fare spettacolo è intrattenere trasportando gli spettatori in una festa indimenticabile, dare delle emozioni violente, le stesse che prova chi si esibisce, far divertire, sognare, incantare, desiderare che tutto quello che fanno non abbia fine.
Fare spettacolo è rivelare ogni briciolo d’arte che si possiede, non è facile, non basta fare una esibizione e stop, devi vivere completamente qualcosa e farla vivere nello stesso identico modo a chi assiste, coinvolgendo in tutti i modi possibili.
Qualcosa di naturale, vero, sentito e spontaneo.
Andry e Robbie fecero tutto questo.
Alla fine ricevettero i complimenti più sinceri dei compagni che si ricredettero su Andry ritenendolo un grande talento da finale(come Robbie)e non un’antipatica e forte persona con cui litigare, ricevettero anche delle belle parole da parte della presentatrice che si era chiaramente fatta coinvolgere nonostante la freddezza tipica di chi fa quel mestiere, cui di norma non importa un fico secco di quel che succede, pur che faccia audience!
Disse che tutti avrebbero dovuto prendere esempio da loro due, che quella era sembrata un finale e loro dei professionisti arrivati a compiere ciò per cui i professori avevano lavorato per tutto l’anno, che loro erano quelli che più avevano reso orgogliosi gli insegnanti e che sicuramente avrebbero fatto strada perché se lo sarebbero meritati.
Cose che si dicono ma che poche volte si pensano veramente, il cambiamento sta nella luce dello sguardo di chi le dice. Leggendovi ammirazione inaspettata si poteva rimaner soddisfatti!
“Eccoci qui, io e lui davanti a queste dannate carte che devono dare l’esito della sfida! Non penso che reggerò, ma che sciocchezza, proprio ora. Lui si avvicina a me e il palco è tutto nostro, ancora una volta, ma ora siamo insieme. Ci prendiamo sotto braccio spontaneamente e quando lui mi dice che sarò io vincere lo allontano con uno spintone amichevole. Riesce ad alleggerire ogni situazione, persino questa, pur io sappia quanto invece gli pesa e sia teso. Veramente è una delle cose più strane che mi siano capitate…strane ed indispensabili. Solo quando le provi e te ne separi capisci quanto lo siano. Vorrei ingraziarlo per esserci stato, per essere diventato amico di uno come me, per non avermi mollato quando mi ero messo con una che lui non poteva sopportare, per molte cose che ha fatto con me, ammetto e so di non avere un carattere difficile ma nemmeno lui scherza, anzi!
Molte considerazioni veloci mi passano per la mente che scaccio subito.
È l’ultimo momento che ho per stare con lui, l’audio ce lo hanno tolto e nessuno saprà mai cosa ci diremo in questi attimi.
- Comunque vada…-
Inizio io e lui finisce:
- …sarà un successo!-
È una frase di rito che diciamo sempre prima di andare in scena a teatro, mi emoziona ogni volta, ora il sipario per uno di noi due sta calando ma non importa, cerco di sforzarmi ed ho come una sensazione, una morsa mi stringe lo stomaco ed il petto ed io faccio altrettanto istintivamente con la sua mano che cerco sul mio fianco, lui mi fissa stupito e butta di nuovo una frase che sdrammatizza, lo ammiro perché ci riesce, io non ce la faccio:
- Dai, tanto lo sappiamo tutti che tu sei il bello amato fra noi…-
- Porti sfiga!-
Mi sforzo anche io ma vorrei solo dirgli che comunque andranno le cose non importa…non so, penso questo e glielo dico:
- Dai, non importa….non preoccuparti!-
Non ha senso questa frase e lui mi lancia un nuovo sguardo indagatorio, non capisce di cosa parli e nemmeno io onestamente!
Lo vedo rilassato e tranquillo come se sentisse che esce lui, invece per me è diverso…mi sento così teso che…non so…però non voglio separarmi, se questo attimo potesse durare ancora un po’….ancora un attimo…
La carta che riporta la sua foto in maggioranza rispetto la mia mi fa esplodere quella sensazione che provavo prima. Ora capisco.
Lui ha vinto ed in fondo so che se lo meritava, lui mi stringe forte abbracciandomi come nemmeno prima aveva fatto, mi manca il fiato e non capisco bene cosa succede sul momento, forse ho visto male ed ha perso lui, altrimenti come si spiega che…che Andry stia piangendo?
Veramente piange?
Lo circondo con le mie braccia e gli accarezzo la schiena mentre gli altri ci lasciano ancora un attimo.
È finita, il sipario cala su di me, lui continuerà senza di me, un po’ di tristezza mi lascia però è strano…non è tragico come pensavo ed è merito di queste sue lacrime e lui che non vuole lasciarmi, mi lascia un bacio sul collo che mi da molti brividi, quello che vorrei fare ora non si può e il trattenermi in un momento simile con sentimenti così violenti e forti, è difficile.
- Dai su….me lo sentivo.-
Lui scuote la testa e sembra il sconfitto, pur volendo essere tristi per me stesso non potrei, sono occupato a consolare lui. Mi dispiace che stia così male, è strano vederlo così, di solito è sempre così forte. Gli prendo con cura il volto fra le mani e gli lascio un bacio sulla fronte, poi vedo il suo viso bagnato di lacrime e lui che si aggrappa a me disperato, questo è devastante. Lasciarlo ora, così.
- Non voglio che te ne vada…-
Mormora questo ed io sorrido perché è una delle cose più belle che ora come ora potessero dirmi.
- Ti voglio bene, Andry, ce la farai, devi vincere per me. Vinci e fa vedere a tutti chi sei…-
Non so come, non so nemmeno se ci riesco veramente o è un illusione. Fa la cosiddetta passerella tornando a sedersi fra i compagni, gli applausi per noi due scrosciano, i complimenti di tutti, parole di qualcuno, non so, non capisco, sento solo la sua mano che non vuole lasciarmi e che mi ha trascinato fino al suo posto, non vuole mollarmi e mi attira di nuovo a se abbracciandomi, penso che mi ricorderò per tutta la vita questo attimo, questo abbraccio di cui avevo bisogno. Già…io avevo bisogno di lui e lui c’è stato.
- Grazie…-
Mormoro. So che non ci separeremo per sempre, che è tutto momentaneo ma è così difficile pensare che ora la mia mano lascerà la sua per almeno un mese al massimo.
Lui mi regala i suoi occhi così grandi, neri e lucidi dai quali ancora una lacrima sfugge dal suo controllo, la confusione si impadronisce di me mentre lui torna in se, mi lascia un bacio sulla guancia all’angolo della bocca, sento gli occhi di tutti su di noi e per la prima volta non me ne importa veramente nulla…tanto ormai sono fuori!
Capisco che è tornato in se perché lui mi sussurra all’orecchio:
- Me la pagheranno….non la passeranno liscia e sai a chi mi riferisco…-
Mi fa sentire dei brividi per il tono sicuro e iroso che ha. So che sarà così.”
Inutile dire che alla finale Andry ci arrivò e che vinse sbaragliando tutti, specie chi gli premeva dare una lezione!
Nella mischia che lo invase, Andry cercò Robbie e quando riuscì a trovarlo lo strinse con disperazione piangendo come un bambino, non capendo niente e nulla cerco la sua luce dandogli un leggero bacio sulle labbra mentre tutti i compagni e familiari li sommergevano senza far capire niente a nessuno.
Il primo pensiero coerente e sensato che balenò nelle loro menti fu che finalmente era finita e potevano ricongiungersi.
Inutile provare a descrivere questa specie di rivincita, questa vittoria giusta e meritata, come inutile anche dire che in seguito Andry e Robbie andarono a vivere insieme vivendo la loro relazione alla circa luce del sole senza affannarsi troppo a smentire le voci che cominciarono facilmente a girare. Del resto era naturale, agli occhi di molti ottusi: due amici che stanno nella stessa compagnia teatrale di musical, è ovvio che abitino insieme ed abbiano un rapporto così stretto ed esclusivo, no?
Proprio degli ottimi e veri amici…già…si…amicizia…!
FINE



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