SMOKE ON THE WATER

CAPITOLO 10:

DURE INSINUAZIONI


/If there's a God or any kind of justice under the sky
If there's a point if there's a reason to live or die
If there's an answer to the questions we feel bound to ask
Show yourself - destroy our fears - release your mask

Surrender your ego be free be free to yourself/

- Queen -


Insinuazione.
Dura insinuazione.
Nella testa si instaura prepotente e veloce.
Per entrambi.
Inevitabile e diretta.
È una sensazione, frutto ne di un pensiero, ne di una riflessione, ma solo di istinti che provengono dal basso, istinti fra i più indomabili e primitivi.
Partono dall'inguine e come scariche si prendono tutto l'apparato sessuale indurendolo, eccitandolo. Come cancro maligno sale su, prende gli organi vitali e poi ogni singola cellula...finchè il cervello risulta atrofizzato, i neuroni non trasmettono, non connettono. Non si capisce più nulla. È pericoloso. Molto pericoloso. Per sfogarsi si fa di tutto. Di tutto cosa?
È attrazione, la causa.
Fisico.
Attrazione sessuale, figlia del bisogno primordiale dell'uomo.
Si tratta di puro e semplice senso d'accoppiamento?
O ci si può mettere vicino la parola amore e sentimento?
Incognita e dubbio.
Quesiti senza risposta.
Ecco che arriva l'insinuazione, feto di una puttana e di un bastardo.
Senza famiglia va con tutti e non risparmia nessuno, poi però veloce è pronta ad abbandonarli lasciando solo confusione e desiderio.
Come scaricare il desiderio?
Fingendo di soddisfarlo con la persona sbagliata.
Una vale l'altra, no?
Tenere la mente occupata tutto il giorno non basta. Serve il diversivo che sfoga il desiderio per finta.
Per far tacere il dubbio.
E se invece non si accetta l'insinuazione?
È così che il cerchio non si chiude più.

L'auto sportiva nera molto costosa si fermò davanti all'incrocio di una via malfamata conosciuta per le compagnie e la gente poco di buono che la frequentava.
Il finestrino si abbassò e dopo uno scambio di parole con la ragazza ferma al marciapiede, la portiera si aprì facendola salire. Buttò la cicca a terra aprendo la sua borsetta piccola contenente lo stretto necessario per una notte. Si passò nuovamente il rossetto nelle labbra carnose fissandosele allo specchietto, si sistemò i rossi capelli ricci e lunghi. Abbassò ulteriormente la cerniera del top cortissimo e stretto togliendosi la giacca. Scoprì parte del reggiseno a balconcino in pizzo rosso passione...come le sue labbra e le sue unghie laccate. Aveva un seno abbondante e sodo. Siliconato sicuramente. Ma molto invitante...come ogni cm di quel corpo da prostituta.
Anche quella sera avrebbe fatto bene il suo lavoro.
L'auto arrivò all'albergo dove alloggiava lui. Di proposito non andarono a quello dove solitamente lei consumava.
Come di proposito lui scelse una camera accanto sempre alla sua.
La fece sedere sul letto e lui si portò al bordo, davanti a lei che lo guardava...lo mangiava con gli occhi. Ora lo vedeva bene...era bello. Molto bello. Un volto noto che però lei non conosceva non intendendosi di musica. Di quella musica.
Venne catturata da quegli occhi felini taglienti color luna tenue. Venne ammaliata da quella bocca dall'inclinazione amara pennellata da un pittore omosessuale sicuramente...perché solo un omosessuale disegnerebbe una bocca maschile in quel modo. Venne subito ad eccitarsi grazie a quelle mani d'artista curate e forti. Dita lunghe e affusolate. Forse era un musicista se aveva quelle mani.
Si fissarono brevemente e lui con voce roca e seducente, ma dura e fredda allo stesso tempo, la fece quasi sciogliere. Le ordinò solamente questo:
- prendilo.-
senza inclinazioni del volto. Di quel meraviglioso volto languidamente combattuto fra l'incarnazione della bellezza o del sesso stesso.
Lei non se lo fece ripetere. Faceva il suo lavoro, ma quella notte l'avrebbe fatto molto più soddisfatta. Le era andata bene.
Gli slacciò i pantaloni stretti sopra e larghi sotto che gli stavano da Dio. Non li fece cadere, tirò solamente fuori la fonte del suo desiderio attuale e quando fu fra le sue dita calde non perse tempo, chiuse gli occhi e cominciò a leccare da esperta con la lingua. La punta, poi intorno finendo alla base. Lo prese in bocca e iniziò ad andare su e giù creando quel piacere che solo una come lei era in grado di donare.
Lui le mise una mano fra i capelli morbidi e premette la sua testa contro il bacino che spinse a sua volta.
Era brava e lo eccitava. Eccitava il suo corpo. La sua anima non provava nulla.
Nulla.
Fece una smorfia di rabbia nella levigazione del suo viso artico.
La spinse quindi con astio sul letto stendendola, si tolse la maglia a maniche lunghe stretta rimanendo a torso nudo. Mostrava i suoi pettorali in evidenza, i suoi addominali scolpiti, le sue spalle larghe e due braccia che dovevano essere molto forti. Merito di allenamenti, sport ed esercizi....merito anche di una vita che l'aveva visto in mezzo a mille strade a fare a pugni per guadagnarsi il rispetto di gente malfamata.
Lei si leccò le labbra vedendolo. Allungò le braccia e prese il suo volto fra le mani bianche. Immerse le dita nei capelli corvini che rispecchiavano la notte senza stelle e luna. Li fece ricadere sulla fronte e sugli occhi.
Da infarto.
Era da infarto.
Si morse il labbro inferiore. Lo voleva di già. Con un tipo simile la sua professionalità ed esperienza andava a farsi sfottere....proprio quello che voleva che lui facesse a lei.
Coprì il corpo femminile col suo e si occupò di scoprire totalmente quei seni pieni. Li strinse forte premendo i palmi su di essi.
La sensazione.
La sensazione di toccare due seni di donna non la sentiva.
Quella magica ed eterea scossa violenta. Non sentiva il desiderio di baciarli e venirne avvolti.
Non lo sentiva.
Che diavolo gli succedeva?
Lo sguardo una fessura argentata notturna. Penetrava con esso.
Affondò la bocca nella fonte del suo non piacere.
Che cazzo doveva fare per provarlo?
Succhiò avidamente i capezzoli facendola gemere. Lieve e delicato per poi crescere in un egoismo puro che non prestava attenzione al dolore che poteva suscitare con un gesto tanto dolce di per se.
Premette la sua virilità nuda sul bacino della donna che mugolava di piacere misto a sofferenza. Ora non era più sensuale ma troppo forte, violento...aggressivo.
Ormai li capiva subito quelli così.
Ce l'avevano con se stessi.
Voleva guardarla rimanendo cosciente di chi fosse.
Una ragazza.
Non un ragazzo.
Un'adulta.
Non un moccioso.
Aveva seni abbondanti e non era piatta. Aveva capelli ricci e rossi e non lisci e neri. Aveva bocca carnosa e un trucco pesante e non un volto acqua e sapone e labbra sottili. Era tutto l'opposto.
Le strappo quasi del tutto i vestiti di dosso. Staccò la lingua dai capezzoli percorrendo il resto del copro. Il ventre piatto e liscio, il inguine, la sua femminilità che attendeva solo di accogliere...di accoglierlo...combattuta fra la voglia e la repulsione.
Dopo aver assaggiato il sapore amaro che non gli donò null'altro se non noia, proseguì sulle gambe lasciando scie umide su tutta la pelle.
Non sentiva nulla.
Totalmente fuori di se e arrabbiato con il suo stesso essere che si rifiutava di obbedirgli, lasciò perdere ogni altra cosa e senza preparazione la penetrò. Entrò in lei duro chiudendo gli occhi. Non ce la faceva più a guardarla. Era solo una puttana che non riusciva a provocargli altri che una piccola erezione.
Fu in quell'atto di spingere ed uscire sempre più veloce, che nella sua mente arrivo un volto.
La vera fonte del suo desiderio.
Il tormento.
La negazione di ogni sanità mentale.
La maledizione.
La proibizione.
Un ragazzino dagli occhi azzurri e i lineamenti effeminati.
No, maledizione...no....non provava eccitazione ad immaginarsi di far sesso con quel tipino là...lui si eccitava a farlo con una donna vera...vero?
Lo stava facendo con una donna...
Spinse più forte, crescendo con ira ed errore quei gesti non più languidamente sognati. Era quasi insostenibile per lei che invece di gemere e lasciarsi andare strinse i pugni nel lenzuolo tirando.
- AHH...-
si lamentò debolmente senza aver scelta che sperare che finisse presto.
Lui vedeva solo il viso di quel ragazzino che aveva accolto in casa tanto assurdamente.
Lui lo vedeva nudo a prendere il suo membro dentro...e non si rese nemmeno conto di quando gli divenne duro. Riuscendo a provare quell'intenso piacere che aveva sperato di poter provare senza di 'lui'.
Venne con una spinta più forte e una smorfia che rendeva inconsapevolmente orgasmico il volto felino del giovane uomo.
"maledizione....porca puttana...Alex...vuoi lasciarmi in pace?"
si staccò tornando freddamente in se. Rimase in piedi a guardare l'estranea che si riprendeva, poi senza attendere altro entrò in bagno dicendo:
- muoviti a ripulirti.-
come se avessero semplicemente cucinato qualcosa.
Lei lo guardò stranita con tanto d'occhi. Non poteva credere a quel che le era capitato.
Bravo. Senza dubbio. Eccitante e meraviglioso. Ci sapeva fare con le donne...e col sesso in generale...l'aveva portata all'inferno e in paradiso insieme...ma...dove era stato lui in realtà?
Abituarsi al sesso vuoto ormai per lei non era nulla. Le stava bene così.
Ma nessuno era riuscito ad essere così distaccato e gelido appena fattolo.
Si alzò rinunciando a lavarsi. Non voleva stare lì un minuto di più...quel tipo...era troppo bello, maledetto...strano...
Nel frattempo Alexander mentre si lavava veloce dal sudore se lo chiedeva...
"ai fatti che diavolo sono io? Un fottutissimo gay che si eccita solo ad immaginare nudo il proprio fratello adottivo? Perché è questo che è...che dovrebbe essere...non sono eccitato dagli uomini, non mi attraggono. Ma nemmeno un corpo di donna mozzafiato ed esperto mi ha donato quel piacere intenso che volevo trovare questa notte.
Non sono gay. Mi piace il corpo di un ragazzino effeminato.
Cosa sono?
Un idiota pedofilo...sulla sessualità mi riserverò di rispondere più avanti.
Tanto alla fine è questo...mi piace dannazione...ci sono dentro come una merda....del tutto...come diavolo faccio? Non posso prendermelo, non se ne parla...cazzo...ho 25 anni e mi piace uno di 16...che ne dimostra ancora meno...al di là del fatto che sia maschio o femmina....potrebbe essere mio fratello...se solo ci somigliasse...come posso...come posso?! Sono impazzito a ridurmi in questo stato...devo togliermelo dalla testa. Non posso accettarlo perché non potrò mai averlo. Mi rifiuto io per primo.
Al diavolo Alex!"
Uscì vestito dal bagno e trovò la donna a fumare affacciata alla finestra. Lei non aveva colpa...ma non l'aveva aiutato nemmeno un po'. Rimase oci capelli bagnati e in disordine in quel modo che gli donavano tanto e con aria fredda e infastidita dissa mettendosi anche lui una sigaretta fra le labbra, anche se spenta.
- andiamo, ti riporto dove eri prima...-
lei lo seguì ed uscirono insieme dalla camera.
Fu lì che incontrò Alexis che usciva allo stesso momento dalla camera.
Aveva un volto seccato per aver sentito i gemiti e le spinte dei due vicini di stanza...con l'intenzione di dirgliene di tutti i colori stava proprio per bussare...e chi aveva trovato?
Alexander con una puttana.
Stupore puro sostituì l'espressione stufa...per poi farsi invadere dalla rabbia ceca non appena ebbe realizzato che era accaduto...
Alexander l'aveva lasciata sola tutto il giorno e tutta la notte...per poi andare a scopare con una troia di strada qualunque...e sfogarsi come un cane in calore...
Una maschera irriconoscibile...una maschera di disgusto e disprezzo che voleva nascondere il dolore assoluto, si abbattè sul volto indurito dalla situazione.
- Alex...-
aveva mormorato fra lo stupito e l'incredulo totale lui.
- Alex...?! Ma tu...altro che Alex io...Alex tu, brutto pezzo di merda, porco schifoso, maiale!-
veloce, diretto...schietto...e arrabbiato.
- oh, ma quanti complimenti...-
la donna si mise in parte ad aspettare i suoi comodi per poi decidere di andarsene da sola lasciandoli al loro litigio furioso.
Lui riusciva a rimanere una maschera di contegno e freddezza sempre, anche in quelle situazioni. Rivelandosi solo un bastardo odioso.
- ma va a farti sfottere da un uomo, forse provi più piacere, stronzo!-
- vediamo...cos'è che ti da più fastidio? Che io abbia scopato con una donna invece che con te....che io abbia scopato e basta mentre tu con ancora il latte alla bocca lo farai solo quando sembrerai più uomo...quindi molto più avanti...oppure che ti abbia mollato così senza preavviso?-
lei spalancò la bocca senza poter credere a quel che sentiva...come si permetteva di essere così maledettamente stronzo?
Aveva torto e doveva stare in silenzio a subire la sua ira!
- BRUTTO PEZZO DI MERDA! INTANTO TE NE SEI STATO TUTTO IL CAZZO DI GIORNO PER I FATTI TUOI! POI NON SEI RIENTRATO STANOTTE E L'AHI PASSATA A SCOPARE NELLA CAMERA VICINO ALLA MIA FACENDO UN RUMORE COSì FASTIDIOSO CHE STAVO PER VENIRE A DIRVI DI TUTTO...MA PER CHE CAZZO DI MOTIVO MI HAI VOLUTO PORTARE CON TE? TI SEI DIMENTICATO CHE ESISTO? E POI IL RISPETTO L'HAI SVUOTATO TUTTO DENTRO ALLA FIGA DI QUELLA PUTTANA? MA TI RENDI CONTO? MA SCOPATI PURE TUTTE LE DONNE CHE VUOI, FATTI PURE GLI UOMINI ,PER QUEL CHE MI INTERESSA! E VISTO CHE STAI COSì BENE FUORI DA QUESTA CAMERA PASSA PURE IL RESTO DELLA SETTIMANA DA SOLO FUORI DA QUESTA CAMERA DI MERDA! NON ROMPERMI Più!-
era esplosa come era immaginabile! Giustamente che poteva fare? Si era sentita prima di tutto tradita...poi usata, poi abbandonata...poi calpestata ed infine anche insultata!
Ma che diavolo voleva lui da lei?
Aveva espresso bene anche se con molte sboccate il concetto.
- ti ricordo che non siamo sposati, non dipendo da nessuno e non devo rendere conto a nessun moccioso! Vedi di fare il bravo cagnolino randagio e di non rompermi le palle!-
senza urlare e strepitare. Senza furia e rabbia. Solo freddo cinisco ed egoismo. Voleva ferirlo di proposito anche se sapeva che lui aveva ragione. Ma non si sentiva capito...e voleva al contrario esserlo da lui. Era stufo di tutta quella sua condizione. Non sapeva più dove sbattere la testa. Era totalmente cambiato in così poco tempo. Voleva provare ad allontanarsi da lui.
Questo mandò ancora più in bestia la ragazza che con un ultimo pesantissimo insulto lo colpì con un pugno sull'occhio facendolo finire contro la parete. In conclusione poi si chiuse in camera a chiave senza dargli la possibilità di rientrare.
Dentro prese a calci la porta facendo sentirgli la furia che ancora regnava sovrana in lei...avrebbero passato senz'altro la notte separati.
"è proprio un coglione! Chi si crede di essere? Il re del mondo che tutti girano intorno a lui? Cazzo! Ed io invece chi sono? Un bambolotto che mi sballotta dove vuole per poi non cagarmi se non gli va? Ma che vada a fanculo! Me ne starò chiusa qua e lui che se ne stia pure fuori! Mo' invertiamo i ruoli...io in casa e lui a girare a vuoto per la città! Chissà che diavolo vuole da me! Certo...ed io che voglio da lui?
Ok, non lo capisco, ma non capisco molto bene nemmeno me stessa...e va bene...non mi capisco per nulla! Insomma, ho un carattere difficile e vabbè, ma riconosco che A VOLTE esagero.
In fondo era andato con una puttana perché aveva voglia di fare sesso con una donna, e con ciò? Cioè, non mi deve nulla, non siamo fidanzati ne parenti...è già tanto che mi faccia da tutore e mi abbia circa adottato, anche se clandestinamente...
E allora che mi prende? Perché ce l'ho così con lui? Mi sento offesa nel profondo...nel profondo...si...di donna.
Che io mi stia riconoscendo femmina proprio ora? Così di brutto? Perché? Perché mi sono resa conto di con chi sono a vivere...mi sono resa conto di un paio di cosette...cazzo, con chi voglio giustificarmi?
Sono una donna, e mi maledico per questo, ma come ogni persona, mi da fastidio ammetterlo, ma ho un cuore, sentimenti...ed istinti...mi sono innamorata di lui, anzi semplicemente mi piace troppo, tutto lì. Ecco perché stasera mi sono incazzata tanto! Solo per questo. Una stronzata. Una cosa da nulla.
Sono solo una sfottuta donna in amore!
Ecco con chi abbiamo a che fare!
Merda...SOLO?! addirittura è la parola giusta!"
È pensando ciò che Alexis si appoggiò alla porta e scivolando giù si accovacciò ai suoi piedi, portò le ginocchia al petto e la testa abbandonata dietro di se. Che avrebbe fatto, una volta ammesso una cosa così grande per lei?


/Se c’è un Dio o qualsiasi tipo di giustizia sotto questo cielo
Se c’è qualcosa d’importante, se c’è una ragione per vivere o morire
Se c’è una risposta alle domande che siamo obbligati a porci
Mostrate voi stessi, distruggete le nostre lacrime, abbandonate le maschere

Abbandonate il vostro ego, siate liberi, siate liberi con voi stessi/

- Queen -