SMOKE ON THE WATER


CAPITOLO 9:
GIOCO MALIGNO

/No, I don't want to fall in love. (This world is only gonna break your heart)
With you. With you
What a wicked game to play, to make me feel this way.
What a wicked thing to do, to let me dream of you.
What a wicked thing to say, you never felt this way.
What a wicked thing to do, to make me dream of you and…
I want to fall in love.

Nobody loves no one?/

- Chris Izaak --


Per la settimna di sospensione Alexis si era già organizzata tutte le giornate fra street basket e un po’ di sana visione di brake. Conosceva anche qualche mossa di quello stile di ballo, ma fra quello e il basket preferiva quest’ultimo ma quando era stanca per le partite andava nelle piazze dove ballavano o nei locali tipici frequentati da poco di buono, a bere un po’ coi soldi del suo ‘tutore’.
Non la prese molto bene, quindi, quando Alexander la costrinse cambiare i suoi piani.
- questa settimana siamo fuori…ho un concerto sabato sera fuori da sta città, quindi vista la tua sospensione geniale verrai con me. Partiamo domani mattina!-
Un grugnito in risposta seguito da:
- cos’è una punizione?-
- vedila come vuoi, non mi interessa, fai la valigia!-
Il tono perentorio del ragazzo non le piacque per nulla, non ammetteva repliche…figurarsi se lei sulla difensiva incrociando le braccia al petto non disse:
- io rimango qua da sola, non preoccuparti per me, starò bene!-
Anche se aveva un voce molto da sfida.
- No.-
Secco e semplice.
- perché? Per una settimana non mi succederà nulla!-
- non mi fido a lasciarti la casa!-
Cacciò il muso più offeso che aveva. Sembrava una bambina piccola e ad Alexander questo infastidiva…alzò gli occhi al cielo e sospirò spazientito:
- sbrigati a radunare le tue quattro cose e non rompere più!-
- è un ordine?-
Facilmente definibile sull’aggressivo andante….o provocante!
- secondo te?-
Decisamente non ce la faceva più.
- secondo me ti mando a cagare, vacci da solo al tuo concerto di merda!-
Terminando con un dito medio.
- forse non ci siamo capiti…ho detto una cosa ed è quella…vai a farti quella valigia! Domani tu parti con me!-
Non era solo sicurezza e convinzione, era proprio comando, quello che impresse alla voce normalmente freddo oppure erotica.
- ma vaffanculo, chi ti credi di essere?-
- quello sfigato che ti tiene in casa e che ti mantiene!-
La cosa stava come al solito degenerando, lei era davanti a lui furiosa che gli urlava epiteti sempre meno gentili e carini, lui invece perfettamente composto, serio e gelido che senza urlare rispondeva con altrettanti epiteti poco raffinati.
Solitamente lui eracosì ma bastava non toccargli certi tasti altrimenti diventava una bestia e spaccava tutto.continuarono come di consueto abbastanza a lungo con quei discorsi privi di senso, ormai, finchè lui di scatto si drizzò ancor di più sovrastandolo in tutta la sua altezza, le si avvicinò ulteriormente fino a toccarsi coi nasi e con sguardo tremendamente penetrante e magnetico disse:
- adesso basta. Fai quella cazzo di valigia che domani mattina partiamo. Stop!-
Un brivido freddo la percorse…un brivido di paura per quello che sembrava un minaccia oppure un brivido di piacere per quel viso da gatto randagio così vicino al suo? Qualunque esso fosse, era un brivido felino.
Non le rimase che girarsi e salire le scale in silenzio lasciando interdetto perfino Alexander che si era preparato alla seconda rata di insulti accompagnati da calci e l’ennesimo abbandono della casa! Rimase fisso a guardare imbambolato le scale dove il piccolo era sparita senza dire nulla. Era sorpreso ma non lo mostrò. Alzò le spalle e si diresse nella sua di camera per prepararsi a sua volta.
Scossa dallo scontro ravvicinato, Alexis si mise in camera a fissare lo specchio e la sua immagine ormai ambigua.
Si tolse il cappellino con la visiera e si sciolse i lunghi capelli neri, rimanendo seria e assorta si slacciò la felpa a cerniera con tanto di cappuccio e prese a spogliarsi fino a rimanere con gli abiti intimi e il corpo per gran parte scoperto. La pelle. Si vedeva su quella pelle candida cicatrici di cinghiate e ancora lividi che forse non sarebbero mai andati via.
In quel momento poteva dirsi ‘ragazza’.
Rifletteva. Sensazioni sconvolgenti e nuove aveva sentito. Indecifrabili. Le infastidivano, perché in momenti precisi della sua vita dovevano esserci questi stati incomprensibili in cui desiderava vedere se assomigliava ancora ad una donna?
E come mai queste ‘crisi’ le venivano solo dopo un incontro ravvicinato con Alexander?
Quel ragazzo aveva un potere troppo forte su di lei.
Significati…significati a cose di cui aveva paura di trovare risposte. E questo la portava ad odiarlo sempre di più.
Suo malgrado la valigia coi vestiti nuovi comprati, fu pronta in breve.
Ma ancor non aveva idea a cosa sarebbe andata incontro affrontando quel viaggio.
Il giorno dopo di prima mattina partirono senza rivolgersi la parola, entro poche ore arrivarono in albergo e ci fu solo il tempo di posare i bagagli che dovettero subito uscire per fare numerosi giretti sempre per via del concerto di sabato.
Dopo un intera giornata passata a fare mille visite, finalmente arrivarono in albergo di sera per rimanerci e riposare tutta la notte.
Fu a quel punto che Alexis ebbe tempo di realizzare il vero problema.
Per l’intera settimana avrebbero dovuto dormire nella stessa camera. La serie di situazioni pericolose partirono dai capelli di lei.
Er andata prima in bagno per sistemarsi per la notte nella speranza di passare inosservata. Pensava che se fosse uscita già in tenuta da notte(rivisitata per l’occasione…non poteva certo dormire con la solita canottiera larga e slip)lui non avrebbe notato nulla.
Era ancora presto per lasciarsi andare e mostrarsi per quello che era. Una stupida, debole, comunissima femmina…non se la sentiva ancora ma non aveva mai avuto intenzione di tenerglielo nascosto a lungo.
Si stava come di rito pettinandosi i suoi bellissimi lunghi capelli neri, con molta cura e scrupolosità. Gli unici ai quali riservava un trattamento speciale e gentile. Al momento di legarli, di malavoglia visto che la notte li teneva sempre sciolti, l’elastico si ruppe.
- OMMERDACCIA!-
Le seccava. Le seccava moltissimo e in modo spropositato non per l’elastico in se, ne aveva altri, ma perché avrebbe dovuto mostrare il suo lato più femminile e delicato. Era come scoprirsi per lei…sarebbe stato meglio spogliarsi nuda piuttosto che farsi vedere coi capelli così pettinati e lisci che le ricadevano sulla schiena fino al sedere.
Eppure non le rimase che stringere i denti, fare un muso duro e senza guardare niente e nessuno tornare di là e prendere l’elastico di riserva nel borsone.
In camera lanciò una breve occhiata al bel cantante che seduto sul suo letto singolo leggeva con gli occhiali da lettura, una montatura leggera e fine che gli donavano moltissimo, un libro mezzo sdraiato. I suoi capelli ancor spettinati ricadevano sulla fronte trovando un nuovo modo per stargli ugualmente da Dio. Avrebbe dovuto tagliarli anche lei così corti, ma non avrebbe mai avuto il coraggio. Erano l’unica cosa sua vera che le piaceva di se stessa.
Andò dritta al suo letto ove sopra vi era buttato il borsone aperto, sgarfò dentro facendo attenzione a mostrare la schiena ad Alexander. Fece finta di nulla.
Lui nel frattempo aveva alzato gli occhi dal libro per posarli sul ‘ragazzino’.
La prima reazione fu quella di togliersi gli occhiali e di drizzarsi meglio a sedere nel letto, non aveva più quella posa sensuale di prima.
Era affascinante con quell’espressione di stupore…lo era perché lui per primo era affascinato da Alexis.
Rimase a lungo a fissare a bocca semiaperta quella cascata di seta oscura. Non se ne rese conto ma fu per la prima volta spontaneo.
Era illogico che si sentisse così guardando un ragazzino dell’età del suo possibile fratello scomparso. Solo perché aveva dei capelli troppo lunghi per essere un maschio normale…oppure perché aveva un volto scorbutico ma effemminato per via della giovane età.
Ma cos’era? Cos’era quello che sentiva dentro prepotente? Non gli era mai capitata una cosa simile. Era sempre stato concentrato su tutt’altre cose. Troppo.
Attrazione. Ecco la risposta.
Cosa sentiva?
Si, attrazione bella e buona.
Ma prima di accettarlo sarebbero trascorse delle ore piuttosto da panico!
Quando Alexis si legò i capelli in quel suo modo veloce e sbrigativo accorciandoli in un nodo basso, pose fine alla magia.
Si girò e lo vide. Era strano, lo si capiva subito e la cosa la lasciò stranita lei per prima.
- be’? che vuoi? Li ho lunghi, e allora?-
Sulla difensiva di natura. Coi suoi soliti modi schietti e bruschi lo fece tornare completamente in se e riacquistando la sua calma fredda e placida, Alexander si alzò senza dir nulla, prendendo una borsa per la doccia e il suo cambio ed entrò nel bagno.
Semplice e silenzioso.
"Mah…chi lo capisce quello!”

Così liquidò la cosa alzando le spalle lei.
Fu una scena da film erotico quella che le si presentò per sbaglio davanti agli occhi azzurro cielo nei minuti seguenti.
Stava approfittando dell’assenza del compagno di stanza per sistemarsi nel letto e farsi trovare immerso sotto le coperte calde evitando così altri equivoci imbarazzanti, quando si accorse di aver lasciato parecchi suoi vestiti in bagno. Temendo che lui potesse accorgersi di qualcosa di strano(non sembrava tanto tonto come persona….ma sperava fosse solo un impressione…)riguardo la sua dubbia femminilità, decise impulsivamente di rientrare a riprendersi ciò che le apparteneva…ma si bloccò inavvertitamente innanzi alla visione che le si presentò.
Non era più quell’odioso antipatico di Alex…era quel gran figo dal corpo meraviglioso di Alex!
Lui era sotto la doccia, ma non era semplicemente sotto la doccia…era un Dio sceso in terra…l’acqua lo bagnava partendo dai capelli che gli si appiccicavano al capo e al volto coprendo gli occhi grigi chiusi e rilassati. Non si era accorto di nulla era completamente immerso in quell’atto così erotico da apparire proibito. Fino a quel momento non si era mai resa veramente conto di quanto fosse bello Alexander…ora lo capiva eccome e quell’acqua che gli colava lungo il corpo, un corpo così muscoloso che doveva essere molto forte. Chissà com’era venir stretti da quelle braccia e dormire su un petto così possente…non arrossì molto per le fantasie che aveva, non se ne rendeva nemmeno conto di averle, non le passava nemmeno per l’anticamera del cervello che doveva andarsene di lì…rimaneva solo a mangiarselo con gli occhi.
Inizialmente era di schiena e aveva notato il bellissimo e sodo fondoschiena alto, in seguito Alexis si trovò a realizzare che lui era pienamente e completamente nudo…Alexander si era voltato e l’aveva inevitabilmente trovato a squadrarlo proprio in quel punto. Non si rese subito di essere stata scoperta, stava così bene lì a guardarlo!
Lui non reagì, si limitò a ricambiare lo sguardo che lo accarezzava insistente, sfacciato e appagato.
Si cheise quindi quanto sarebbe andato avanti ma fu subito catturato dall’azzurritò acqua di fiume dei suoi occhi e dai lineamenti da ragazza.
Normalmente un ragazzino coi lineamenti femminili è bellissimo e quello era un caso.
Come sarebbe stato averlo lì con lui nella doccia, nudo e bagnato che si lasciava lavare dalle sue mani d’artista?
A pensieri così pericolosi, poco casti e carichi di erotismo, riuscì ad arrossire lievemente.
Erano giochi minacciosi, malvagi, crudeli…malefici…perché erano proibiti.
Se lo impose.
Non poteva provare attrazione per un ragazzino così piccolo. Se solo i lineamenti e il colore dei capelli sarebbero corrisposti….sarebbe potuto essere…no, non doveva provare certe cose per il piccolo.
Se lo impose e con un forte autocontrollo tornò in se.
Con espressione felina e strafottente in un certo senso alzò il manubrio del getto della doccia e aprendo il rubinetto al massimo lo puntò sull’intruso interessato così al suo corpo. Lo bagnò totalmente lasciando un lago a terra e una reazione devastante in Alexis.
L’istinto omicida si sostituì subito a quello di ‘sesso’ che aveva avuto un istante prima e cominciò subito a tirargli ogni oggetto che le venne in mano. Era un vizio!
Ovviamente non c’era bisogno di elencare gli insulti che ceca di rabbia non vide più la nudità ‘perfetta’ del ragazzo ancora sotto la doccia.
Quando Alexander tornò in camer trovò Alex già addormentato tutto sotto le coperte. Gli venne l’istinto di prenderlo a pugni per lo scompiglio che gli aveva provocato in così poco tempo, ma poi preferì lasciar perdere…si mise a letto anche lui e si preparò ad una lunga notte insonne pieno di tormenti su omosessualità, incesti e pedofilia…avrebbe mai ammesso ciò che non voleva ammettere con tutte le sue forze per principio e testardaggine?


/No, non voglio innamorarmi (Questo mondo ti spezzerà unicamente il cuore)
Di te. Di te.
Che gioco malvagio da giocare per farmi sentire così.
Che cose malvagie da fare per farmi sognare di te.
Che cose malvagie da dire non ti sei mai sentita così.
Che cose malvagie da fare per farmi sognare di te e…
Voglio innamorarmi.

Nessuno ama nessuno?/

- Chris Izaak -