SPIRIT IN THE SKY
CAPITOLO
I:
PRIME
NUOVE INTENZIONI
/Spirit
in the sky –
Norman Greenbaum/
La
musica bassa e ritmata fu la prima cosa che si levò fra le
mura di casa, quella mattina.
Ancora
prima di mettere piede a terra Desirè
aveva acceso lo stereo facendo andare il cd che era nel lettore. Del
resto quell'impianto sorround
era sempre stato il suo sogno sin da bambina... ora che con la casa
nuova l'aveva, per nulla al mondo ci avrebbe rinunciato!
Lo
teneva acceso dal mattino appena aperto gli occhi fino alla sera... o
meglio quelle sarebbero state le sue intenzioni visto che si era appena
trasferita insieme ad Elena e Sonia.
Con
un profondo sospiro si girò verso il lato sinistro del letto
dove una montagnetta
ancora non si muoveva. Sembrava proprio in catalessi nonostante la
musica alta che faceva tremare i muri.
Nel
corridoio le luci si accesero ed una specie di fantasma seguito da un
gatto a pelo lungo bianco e nero, si diresse al bagno chiudendocisi.
Desirè
cronometrò... la sorella era sempre precisa d'orologio...
lunga come il passio ma sempre la stessa lunghezza!
Evitò
il sorrisino e appoggiando con fatica la mano sulla spalla dell'amica
che ancora dormiva, la scosse con modi molto bruschi e poco gentili.
-
Sveglia! - Il silenzio che arrivò le fece capire che ancora
non era tornata nell'aldiqua,
così sbuffando spazientita tornò a scuoterla con
forza borbottando con voce d'oltretomba: - Elena, sei tu che mi hai
detto di svegliarti, eh? - L'ancora non risposta la fece facilmente
stufare e alzandosi di scatto, ignorando le proprie forze che gridavano
vendetta per essere state usate in quel modo ignobile,
camminò barcollando fino al bagno. Giunta là
afferrò per la coda il batuffolo di pelo che si
lamentò rassegnato al trattamento, successivamente
tornò nell'altra stanza e mollò la bestiola
addosso all'addormentata che ancora non spuntava da sotto le lenzuola.
Il risultato fu un gran lamento e il volo del gatto che finì
per artigliarsi sull'armadio a muro.
Elena
si era svegliata!
Desirè con un
sorrisino vittorioso uscì dalla camera rimanendo in tenuta
da notte che consisteva in una canottiera nera sgualcita e gli slip
altrettanto neri. Le lunghe gambe snelle erano il suo vanto,
così come il fondoschiena ed il seno. Dirigendosi come uno
zombie in cucina, si alzò l'indumento leggero prendendosi un
pizzico di pancia non propriamente piatta... il bulbo etilico era
sempre lì!
Alzò
così le spalle ed evitando qualunque specchio o vetro per
non guardare i propri capelli da presa della corrente, mise su il caffé cercando di
ricordarsi tutti i passaggi. Non era mica facile...
Dopo
aver acceso il gas e messo su la moca, aprì lo sportello
delle tazzine che erano a sgocciolare e ne prese tre, le mise sul
tavolo complete di piattino e cucchiaino e puntò allo
zucchero, al latte ed ai biscotti.
Era
il primo giorno di convivenza ufficiale, certo, ma alla fine avevano
convissuto altre volte, specie lei e Sonia che erano sorelle. Conosceva
perfettamente tutte le abitudini delle due coinquiline.
Dopo
aver preparato tutto per la colazione si appoggiò al
lavandino, accanto al gas, ed attese con un notevole sonno che il suo
lento risveglio proseguisse... il suo corpo diceva una cosa ma la sua
mente un altra!
Contò
gli sbadigli e con le lacrime agli occhi per quanti ne aveva fatti,
spense il caffè versandolo con flemma nelle rispettive
tazzine, dopo di che, senza chiamare le altre, si sedette stancamente
nella sedia appoggiando la testa alla mano mettendo lo zucchero con
l'altra. Tutto, ovviamente, con gran lentezza.
“Quando vogliono vengono, non sono
né madre né baby sitter!”
Di
primo mattino non splendeva mai di simpatia, ma nemmeno nel resto della
giornata. Dipendeva comunque dai giorni e dai momenti ma soprattutto
dalle persone con cui stava.
Era
una persona particolare da una non fissa personalità, che
sapeva essere estremamente folle e allegra un momento e poi aggressiva
e scorbutica quello dopo.
Lunatica
era l'unica definizione adatta a lei.
Del
resto cancro ascendente gemelli non era uno scherzo, anche se la
cuspide del capricorno e acquario di Sonia e il leone di Elena non
erano da meno.
Un
assortimento d'ogni genere.
Fu
lì che il campanello di casa suonò facendola
svegliare di scatto e aprire gli occhi che le si erano già
chiusi.
-
Ma chi cazzo è a quest'ora? - Sbottò brusca fra i
denti la poco dolce e poco fine bionda dai capelli originalmente
sconvolti. Aspettò di vedere se per caso qualcuno andava ad
aprire, si rassegnò al secondo suono.
Come
lo sentiva solo lei lo sapeva visto il volume dello stereo e le canzoni
rockeggianti che
cambiavano rimanendo con una loro potenza, tuttavia con fatica si
alzò abbandonando a malincuore il caffè
rigenerante e sbuffando come una teiera, si diresse alla porta
così com'era, dimenticandosi del suo non abbigliamento!
Quando
aprì un altra espressione estremamente simile alla sua per
scorbutico via, l'accolse senza vedere subito la sua veste.
Era
un ragazzo dai castani capelli corti e ricci tutti scompigliati e gli
occhi ridotti a due fessure verdi scavate in due canyon, un aria da
letto, alto, buon fisico, vestito di una canottiera bianca intima e di
pantaloni di tuta larghi e comodi. Nell'insieme una buonissima visione,
considerando che era comunque un bel tipo e che di mattina tutti erano
meglio nonostante fossero peggio!
-
Anthony! - Sbottò Desirè
riconoscendolo solo dopo un istante. Lui sembrò ancora non
notare minimamente l'abbigliamento succinto della ragazza e, nonostante
la vedesse eccome, rimase con quell'espressione truce.
-
Tu. - Cominciò con voce roca ancora di sonno.
-
Si? - Il modo di fare della bionda non era comunque molto meglio.
Sembravano uno la versione del sesso opposto dell'altra. Poco socievoli
di natura, per lo meno in quel momento lo erano.
-
Non penserai di fare così ogni santa mattina, no? - Due cose
notò al volo: che ci aveva preso in pieno sulle sue
intenzioni e che aveva capito subito che, per l'appunto, la musica
l’aveva accesa proprio lei!
Questo
servì da ruota mento di luna e mutando immediatamente umore
un sorriso le si ampliò improvviso nella bocca, un sorriso
poco raccomandabile ed ironico, di quelli che dicono tutto e niente. Fu
lì, probabilmente, che lui notò le sue lunghe
gambe chiare scoperte, gli slip e la canottiera che copriva il seno
prosperoso senza intimo adatto.
Ma
nonostante un effetto in lui che era un uomo l'ebbe innegabilmente, la
sua espressione non cambiò e rimanendo cupa chiese
scorbutico cosa avesse da ridacchiare. Fu lì che lei si
decise a rispondere con quell'enigmatico tono da presa in giro:
-
Caro mio... vuoi dormire dalla tua ragazza anche se abiti da un altra
parte? Ebbene prendi tutto il pacchetto! - La ragazza si riferiva al
fatto che Barbara, fidanzata di Anthony e amica di Elena e Desirè, abitava
nell'appartamento accanto al loro e che lui, nonostante ancora non
abitasse lì, spesso e volentieri dormiva comunque da lei.
Ora,
i due erano la tipica coppia sole e luna... per capire bastava vedere i
differenti risvegli: lei da 'buongiorno mondo',
lui da 'fanculo tutti'!
Come
potessero stare insieme due così diversi era un mistero, ma
quel che stupiva tutti era che lui imperterrito continuava a dormire da
Barbara lo stesso.
Probabilmente
il ragazzo aveva fatto una considerevole fatica ad abituarsi al
risveglio allegro e positivo della morosa ed ora era arrivata un altra
fanatica del caos mattutino... l'odiato caos mattutino... la reazione
istintiva arrivò!
-
Porco ... - La mano che gli tappò la bocca arrivò
svelta insieme all'ammonizione severa:
-
Oltre alla musica alta devi sopportare anche l'idea di non imprecare
più in quel modo! Qua le bestemmie sono abolite, dolcezza! -
Così
dicendo salutò l'amico e spingendolo con poca gentilezza
richiuse la porta fiondandosi in cucina con una nuova inspiegabile
allegria ed energia.
Ad
accoglierla arrivò una perfettamente impostata e femminile
ragazza dai lineamenti molti simili ai suoi solo più
affusolati e, appunto, femminili.
-
E questa allegria? - Le chiese la sorella che si era vestita,
pettinata, truccata e sistemata come andasse ad una festa invece che a
lavoro.
-
Nulla! Anthony mi ha fatto ridere! - Sonia sgranò gli occhi
azzurri e con essi le arrivò spontanea la risposta mentre si
imboccava con un biscotto immerso nel latte.
-
Già che lui sia qua è una questione da sondare...
ma che ti abbia fatto ridere questo è ancora più
assurdo! -
Lo
sguardo interrogativo da 'che cavolo dici', si formò nel
viso espressivo di Desirè,
così Sonia si ricordò di tradurre le parole
difficili e spiegandole il significato di 'sondare', le disse cosa
aveva inteso. Così la bionda i cui capelli scarmigliati le
arrivavano fino a metà schiena, rise a scoppio ritardato!
-
Non commento... - Concluse quindi la castano rossa dai ricci capelli
corti fino alle spalle.
-
Cosa? – La terza voce femminile della casa, si unì
alle loro e mentre faceva contrasto con quella brusca e roca della
bionda e quella morbida e vellutata della castano rossa, un viso
sorridente incorniciato da una corta e scalata chioma spettinata di
capelli neri, risaltava gli occhi blu.
-
Niente. – Tagliò corto Desirè
spazientita per essere trattata da mentecatta.
Elena
non ci tenne molto, invece, ad essere tagliata fuori e come da copione
cominciò ad insistere su cosa fosse successo, rivolgendosi
questa volta a Sonia, decisamente più paziente e disponibile
al dialogo rispetto all’altra sorella.
Di
natura erano l’una molto diversa rispetto all’altra
anche se di fondo avevano la stessa caratteristica…
erano molto legate fra loro. In verità il punto di incontro
era stata proprio Desirè
che indecisa se accettare la proposta di convivenza di una o
dell’altra, alla fine si era tirata dentro tutte e due!
La
risata cristallina e divertita di Elena seguì la spiegazione
saccente di Sonia e a tutto questo si unì un grugnito offeso
e permaloso di quella presa di mira.
-
Dov’è finita tutta la tua allegria di poco fa?
– Chiese quindi la ragazza dai capelli castano rossi corti
tagliati da poco.
-
A cagare! – Rispose brusca l’ancora offesa bionda i
cui capelli, invece, erano lunghi e per questo decisamente
più ingarbugliati ed inguardabili.
-
Allegria? – Chiese di nuovo come un mastino la donna
più adulta d’età fra loro. Ovviamente
non le sfuggiva mai nulla, non poteva rimaner fuori da qualcosa. Era
più forte di lei, doveva sapere tutto e mettersi in mezzo in
ogni discorso. Desirè
sospirò. Anche se era abituata a questi modi di fare, appena
sveglia non li sopportava tanto bene. Del resto nessuno era perfetto ed
ognuno aveva i suoi modi stressanti di fare.
Di
nuovo fu Sonia la più disponibile alle spiegazioni:
-
E’ venuto Anthony a lamentarsi della musica poi penso abbia
tentato di imprecare e Desy
l’ha zittito divertendosi non poco. E’ venuta qua saltellando… ma ora
sembra che tutta quella vitalità sia di nuovo sparita nel
nulla! –
Dopo
aver ascoltato con un sorrisino divertito sulle labbra sottili,
immaginandosi la scena, Elena disse la sua con una certa malizia:
-
Ti è venuto in mente che ingraziandoti lui riesci ad
arrivare meglio al fratello? –
Desirè
puntò gli occhi verdi su quelli blu dell’amica che
aveva parlato e zittendosi rimase di stucco a guardarla sorpresa.
Infine con profondo stupore disse ammirata:
-
Cazzo, questa si che è un idea! Sei un genio! –
Silenzio.
Elena
alzò il sopracciglio col piercing che ormai non le doleva
più:
-
Ma non ci avevi mai pensato, scusa? –
-
No! – Rispose spontanea e senza problema alcuno. Sonia
semplicemente scosse il capo, era sua sorella da 23 anni, quasi: la
conosceva bene ed era inutile cercare di entrare nella sua insolita e
labirintica testa…
ci si perdeva!
Elena
che comunque la conosceva bene, l’avrebbe capito presto che
quando si pensava di conoscerla, quella era in realtà solo
un illusione!
Con
un nuovo sorriso che andava da orecchio ad orecchio, un bel sorriso
radioso e felice che le illuminò il viso dalle guance piene
e rese inconsapevolmente più seducente la sua bocca carnosa,
si alzò ingozzandosi di tre biscotti insieme e ingoiando il
resto del caffè volò saltellando felice e
contenta per il resto della casa, camminando sui divani e facendo un
doppio giro su sé stessa fino a chiudersi in bagno per
cercare di sistemarsi un po’ prima di andare a lavoro.
Non
era un gioco da ragazzi starle dietro ma piaceva per questo.
Di
primo impatto metteva soggezione ma se riuscivi a piacerle finivi per
scoprire un mondo così vasto e strambo e pieno di sorprese,
che mai ci si annoiava. Se lei si faceva esplorare pienamente si finiva
per instaurare un rapporto così stretto e profondo da far
invidia a chiunque che ne fosse esterno.
Elena,
più magra delle altre e decisamente sotto peso, scosse
anch’essa la testa sorridendo divertita.
-
E’ unica. – Dissero poi insieme le due rimaste.
Desirè era
certamente unica ma anche loro due erano persone da prendere con le molle… tanto una
complessata e paranoica, quanto l’altra orgogliosa ed
egocentrica. Ma comunque entrambe piene di punti positivi come la
pazienza, la solarità, la bontà di fondo e
l’essere persone alla mano che non allontanavano nessuno.
Persone estremamente socievoli con chiunque, anche il più
antipatico.
Fra
tutte la bionda era la più selettiva, in effetti. Non era un
mostro di socievolezza ma aveva altri pregi…
che venivano fuori successivamente, dopo essersi sforzati di
conoscerla.
Così
iniziò il primo giorno della bionda e quasi ventitreenne Desirè con la mora e
trentenne Elena insieme alla castano rossa e venticinquenne Sonia.
Tre ragazze diverse e simili le
cui vite, si sarebbe capito presto, erano peggio di una soap opera
americana!