STORIE DI TUTTI I
GIORNI
CAPITOLO
9:
COSE
DA AMICI
/
Pretty fly – The Offspring /
Il
campetto con a lato un piccolo prato e delle sbarre che delimitavano
i due campi, era come al solito occupato da loro.
Il
pomeriggio all'insegna del disimpegno stava finendo e ognuno si
rilassava a modo proprio.
A
parte Viky che faceva da arbitro poiché non era adatta a
giocare, gli altri facevano calcio, esclusa la coppia più
strana e bella allo stesso tempo.
Andrea
e Kimberly facevano i fidanzati a modo proprio e a guardarli erano
effettivamente divertenti.
Lui
seduto sui gradini in cemento che davano l'accesso al posto e la
ragazza seduta davanti appoggiata al suo petto, non si coccolavano,
al contrario stavano inscenando una piccola lotta sul posto usando
solo le mani.
Quando
sembrò che lui fosse riuscito a bloccarla, lei con una
risorsa
in più del diavolo si liberò e si
vendicò con un
morso, il biondo, infatti, ne aveva il braccio pieno.
-
Brutto pallone gonfiato, cosa credi? Mica sono un’oca
qualunque!-
I
soliti complimenti.
-
Tesoro, non serve che mi fai i complimenti, lo so che mi ami! -
Ironica
la risposta pronta.
Tutto
sommato oltre a divertire erano anche molto carini.
Andrea
ad un certo punto stufo di ricevere morsi volle far pace con un
bacio, peccato che non dello stesso avviso fu la permalosa rossa che
non glielo permise: con le labbra sulle sue, gli lasciò il
segno dei denti.
Fu
così che lui stufo la voltò e si mise sopra di
lei con
aria sadicamente stufa, bloccandola col suo corpo come volesse
violentarla cominciarono ad insultarsi amabilmente:
-
Stronzo deficiente pezzo di merda! -
-
Un pezzo di merda che ci sa fare a letto, eh? -
-
Certo, è per questo che ora non voglio baciarti! -
-
Tu ami fare la preziosa ma dentro di te muori dalla voglia ... io lo
faccio per il tuo bene, ti voglio viva! -
-
Certo, altrimenti che buco trovi? Dovresti accontentarti di quello di
Marco che però te lo farebbe sudare! -
SBAM!
Un
pallone da calcio arrivò ad interrompere l'arguta disputa
teologica, si insaccò proprio sul volto di Andrea per poi
finire in quello di Kim, i due imprecando come scaricatori di porto
alzarono il capo per rendersi conto che era Marco: il mittente del
regalino!
-
Idiota, cosa fai? -
-
Prendo la mira per ammazzarvi! Tenetemi fuori dalle vostre schifezze
romantiche! Io non aprirò mai le gambe per quel trans
bisessuale di merda! -
Infuriato,
il moro, aveva disattivato il cervello interrompendo il gioco degli
altri.
Allora
i due fidanzati si alzarono da terra, fu Andrea ad andare davanti al
rivale cingendogli le spalle con un braccio, con l'altra mano prese
quella di Marco e portandola sotto la maglietta sui pettorali e sugli
addominali facendoglieli toccare.
-
Tesoro, io direi che non sono un transessuale, ma se non ne sei
ancora sicuro ho la prova certa! -
Così
dicendo altamente malizioso fece calare la mano di forza sui bassi
fondi attraverso i pantaloni neri attillati.
-
Dici che è una prova o vuoi proprio vedere? Ma in privato
altrimenti qua ci saltano tutti addosso! -
Tutti
gli altri si misero fortemente a ridere notando i mille colori che
prese il volto di Marco e l'espressione tragicomica che non sapeva se
squartarlo o insultarlo.
Quando
gli fece toccare a forza i gioielli di famiglia attraverso la stoffa,
diventò di pietra probabilmente schifato della cosa: questa
si
chiamava una gran bella lezione!
Fu
Kimberly gelosa ad intervenire e separarli mettendo fine a quel
gioco.
-
Ehi, quelli no, sono miei, se lo vuoi mi devi pagare ... -
Adrian
che non ci stava ad essere messa da parte in uno scherzo
così
divertente, decise di unirsi a loro attivamente e per rimanere in
tema si tuffò fra le braccia della rossa, poistritolandola
gridò divertita:
-
Amore, non essere gelosa, ci sono io a consolarti! -
Kimberly
gradì l'abbraccio ma ribatté poco convinta:
-
Si però non è la stessa cosa ... quello che ha
lui non
ce l'ha nessuno! -
Non
aveva né malizia né ironia, era semplicemente
convinta
di quel che affermava.
Andrea
che si trovò ancora una volta al centro dell'attenzione, ne
fu
più che contento e trasognato lasciò che
parlassero di
lui prendendo tutto come complimento, anche gli insulti di Marco.
Fu
una scenetta divertente dove i quattro protagonisti continuarono a
fare gli sciocchi per un po’: Adrian e Kimberly sembravano
attaccate con la colla e dal momento che Andrea non voleva essere da
meno, decise di giocare allo stesso modo appiccicandosi a Marco in un
abbraccio da sanguisuga che l’altro non si aspettava.
-
Eh no, anche io allora mi sento trascurato! -
La
povera vittima non sapeva se morire o cominciare ad uccidere!
Immobile,
rigido come un manico di scopa, Marco fu attraversato da brividi
orripilanti, non gli rimase che pregare affinché fosse
subito
mollato; non gradiva molto questo genere di cose, specie se a
fargliele era proprio Andre, un Andrea più in forma e felice
che mai.
Era
l'unico modo per farlo star zitto.
-
Vi lasciamo soli? -
Fu
la battuta di chiusura di Tom che aveva sempre la battuta giusta al
momento giusto.
Fu
uno dei soliti momenti.
Così
Marco stufo di sentire le forti braccia del biondo cingerlo in quel
modo allucinante, gli diede un calcio nel punto toccato prima
facendolo accasciare a terra dolorante; dallo sguardo assassino del
colpito si intuì che subito ci sarebbe stata l'ennesima
rissa.
Prevedendo ciò, Alessandro, il piccoletto pacifista del
gruppo, intervenne prendendo Andrea a braccetto trascinandolo
dolcemente con lui a giocare a calcio.
-
Andiamo, fammi vedere se mi batti, oggi ... -
Stimolando
i punti giusti tutti potevano fargli fare quel che volevano, solo che
non tutti erano così furbi: leggasi Marco Airoldi.
Tutto
tornò alla normalità solo che dopo il terribile
momento
passato, quest’ultimo non se la sentì di stare
nello stesso
campo da gioco con il suo assalitore nonché maniaco,
così
rimase seduto in disparte in un punto strategico per poter tenere
sotto controllo tutti, in modo da non ricevere più
spiacevoli
sorprese. Soprattutto non voleva perdere nemmeno un movimento di una
persona che gli interessava particolarmente.
Questa
persona era ancora occupata a coccolarsi la sua dea, Kimberly.
Le
due inseparabili amiche insieme dalla nascita adoravano abbracciarsi
e stare insieme spacciandosi per fidanzate.
Avevano
un rapporto esclusivo eppure fra loro erano diverse: Kimberly era
più
una super donna, bomba sexy, intransigente e mezza teppista; Adrian
era un maschiaccio, certo, ma piena di difetti ed esplosiva. Eppure
aveva quei lati dolci che riservava a persone speciali in momenti
privati, l'aveva intuito subito. Era dura e dolce insieme.
Cominciò
così a guardarla insistente dimenticando tutti gli altri.
Fra
tutti, escludendo Viky troppo distante da tutti, era Adrian quella
che lo ispirava sotto molti aspetti.
Sentiva
una fiducia istintiva verso di lei.
Non
era una ragazza facile, tanto meno fragile, gli poteva tenere testa
facilmente e sapeva cedere quando era necessario. Non era eccessiva,
inoltre aveva il talento di saper sdrammatizzare nei momenti giusti
e, ultimo ma non ultimo, era una delle poche a riuscire a fermare due
carro armati accesi in guerra.
Aveva
molti lati contrastanti, diverse facce, però lui era
convinto
che se c'era qualcuno di cui fidarsi, quella era proprio lei.
Non
si curava affatto fisicamente, ma si intuiva che messa nelle mani di
Kimberly, sarebbe potuta trasformarsi in tutta un'altra persona.
Senza
volerlo si trovò a fantasticare su come dovesse stare coi
capelli lisci o vestita in un certo modo, poi non seppe come ma
provò
addirittura a vedersela al suo fianco.
Si,
sarebbe stata adatta a lui, si disse.
Fisicamente
gli piaceva così com’era, anche senza curarsi e
farsi bella.
Ormai non aveva dubbi.
Era
spontanea e vera, una persona degna di fiducia, lo sentiva, lo
sapeva.
Sentiva
che se avrebbe avuto qualcosa di serio da dire, lei sarebbe stata
l'unica a cui l'avrebbe detto, l'unica escludendo Andrea
poiché
lui era un caso a parte. Questo non ispirava né fiducia
né
amicizia, però erano finiti per scambiarsi le proprie
confidenze ugualmente … che fosse magico?
Sentiva
che in un certo senso con Adrian le cose sarebbero andate avanti, al
di là dell’avventura momentanea o
dell’amicizia secolare.
Indicativo
era quel vago senso di insoddisfazione e gelosia ogni qualvolta che
la bionda abbracciava e baciava gli altri del gruppo per scherzo e
non lui, lui non osava nemmeno toccarlo.
Semplice
invidia, avrebbe voluto che lo facesse anche con lui.
Con
quel suo sguardo penetrante dimenticò subito gli altri
ragazzi, la scena umiliante di prima, la sua mano che aveva toccato
cose oscene e tanto più i suoi doveri.
Si
concentrò solo sulla ragazza e con l'azzurrità
indecente dei suoi occhi andò verso di lei per chiedere di
parlarle, senza perdere tempo.
Non
era proprio come Andrea che schioccava le dita e aveva due o tre
donne intorno, ma se voleva anche Marco poteva averne. Era questione
di carattere, l'amore non era stato contemplato nella vita di Marco
fino a quel momento, al contrario di Andrea, però odiava
perdere tempo una volta che capiva quel che voleva.
Quando
fu da lei che si coccolava ancora la rossa, lo chiese senza problemi:
-
Adrian, avrei bisogno di parlarti ... -
Forse
furono le antenne di Andrea che captarono il segnale dello
scansafatiche intenzionato a far nulla anche quella sera, fatto fu
che come un falco arrivò dai tre e prendendolo per dietro
per
il collo della maglia, lo strattonò.
-
Ehi tu! Dove pensi di andartene a cazzeggiare? Niente flirt
finché
non finiamo i compiti per la strega! -
Lo
sguardo risolutamente cattivo e antipatico.
-
Tu non mi dai ordini! -
-
Io gli ordini li do eccome! Non me ne importa nulla di chi ti porti a
letto, ma non negli orari di lavoro. Siamo d'accordo che tutta la
settimana ceniamo insieme per combinare qualcosa a quella ricerca del
cazzo. Non la farò da solo, anche se potrei,
perché mi
stai sulle palle, capito? -
-
Ho capito che sei un coglione! Lasciami checca! -
Intervenne
ancora una volta Kimberly questa volta divertita:
-
Bè, si può dire di tutto su di lui
fuorché che è
checca, finocchio si, ma non checca ... e poi sarebbe certamente la
parte attiva mentre tu quella passiva. Certo, proveresti a
ribellarti, ma non ci riusciresti! fidati, te lo dico io. Una gran
coppia! -
Questa
volta furono due gli sguardi assassino, anche Andrea la
guardò
male: un po' era contento di essere l’attivo, ma non di
esserlo di
Marco. Era strano come cambiasse idea ogni cinque minuti.
-
Ehi, avete una ricerca da fare insieme? Dai, vi aiuto! Su cosa? -
Marco
si illuminò a sentire che anche lei veniva con loro, forse
non
sarebbe stato così tragico. Andrea rispose schietto:
-
Vieni, ma non so nemmeno su cos'è, non abbiamo iniziato
ancora! -
-
Ma scusa, ieri non vi siete visti per farla? -
-
Eh, si, ma alla fine abbiamo fatto altro ... -
-
Tutta la sera a casa sua da soli? Cosa avete fatto? Non avete segni
di lividi … -
-
Smettila, non insinuare cose strane! Abbiamo parlato! -
Marco
capì che la cosa stava degenerando, detta così
poteva
sembrare brutta!
-
Cosa?! No! Non è possibile! Ora viene la fine del mondo,
aiuto, ai ripari ... altro che Guerra dei mondi: si parla di
Apocalisse bella e buona! -
Cominciarono
a scherzare subito divertiti vedendo offesi i due protagonisti che si
vergognavano a ricordare la sera precedente, nella quale si erano
comportati da amici.
-
Amore, vengo anche io con voi così ci sbrighiamo subito! A
casa tua, no? -
Disse
Kim felice.
Senza
che nessuno potesse ribattere e opporsi, Andrea, Marco, Kim e Adrian
si trovarono a casa del primo!
La
villa si stagliava innanzi ai loro occhi. L'unico a non guardarla con
ammirazione ed invidia era il proprietario, Andrea.
Gli
altri erano sbalorditi pur già conoscendola. Faceva
eccezione
Marco che non sapeva che la meraviglia che aveva avuto la tentazione
di rapinare un sacco di volte da quando era arrivato era proprio di
Andrea.
Le
siepi delimitavano il giardino che percorrevano con
tranquillità,
un giardino vasto completamente verde, attrezzato con qualsiasi cosa
si potesse immaginare e volere. Panche e sdraie comode, tavolino in
pietra. Alberi intorno per avere zone d'ombra, di lato la piscina e
sul retro il campo da basket fatto costruire quando Andrea era
piccolo: era stato uno dei regali dei suoi genitori per il loro
adorato unigenito!
Già
da fuori si capiva bene che anche l'interno sarebbe dovuto essere
niente male.
Arrivarono
davanti alla porta principale alta il triplo di loro e larga il
quadruplo, intarsiata di motivi artistici. L’abitante di
quella
meraviglia aprì con la chiave facendoli entrare.
Uno,
due … e l'altro dov'era?
Mancava
il terzo, Marco.
Si
voltò indietro seccato: mica era scappato per non lavorare!?
Già
con l'aria da cane da caccia pronto a sbranarlo, lo vide in mezzo al
viale che lo conduceva all'entrata, aveva la bocca aperta e gli occhi
sgranati. Non credeva esattamente a quel che vedeva, era chiara la
sua espressione di sgomento e stupore.
-
Marco? -
Lo
chiamò non più molto seccato poiché
cominciava a
capire cos'avesse e la cosa lo divertiva:
-
Mi sono perso ... -
La
risposta fu spontanea ed immediata da parte di Andrea:
-
Nei tunnel del tuo cranio vuoto senza cervello? -
Stava
ammirando ogni cosa lo circondasse, sentendosi piccolo e povero. Era
sorprendente … sia la casa che il mutismo di Marco.
Proprio
sorprendente.
La
faccia da pesce lesso del moro era encomiabile.
Un
ghigno soddisfatto apparve sul volto del biondo che gli posò
una mano sulla spalla dicendo con fare snob:
-
Bè, si ... questa casetta non è niente male, ma
nulla
confronto allo chalet in montagna o quella al mare. Quelle sono state
fatte per stare con gli amici in vacanza per cui sono più
grandi, un giorno te le farò vedere! -
Onestamente
si stava divertendo come un dannato a gonfiarsi in quel modo con
l'obiettivo di far sentire un vermicello quel rompiscatole di Marco.
Il
protagonista della presa in giro, attualmente pareva non captare
più
nulla totalmente preso dalla sua sensazione di piccolezza davanti ad
un mostro di casa simile, pensò che sarebbe stato un crimine
rovinare il bel faccino di Andrea poiché sicuramente i
genitori gli avrebbero fatto causa distruggendolo definitivamente.
Dopo
quella realizzazione, trovandosi come in trance, posò gli
occhi nel viso dell'altro, lo fissò assorto sempre con aria
da
pesce: il suo bel naso dritto, le mascelle squadrate tipiche maschili
ma non troppo evidenti, le labbra rosse naturali ben disegnate, la
pelle chiara, gli occhi ridenti e sicuri dalla luce acuta e furba,
così neri e penetranti, i capelli strategicamente sistemati
in
su col gel ma anche cadenti un po' sulla fronte.
No!
Anche lui era un opera d'arte … se ne rese conto a fondo
solo in
quel momento e capì che non poteva fargli del male e
rovinarlo; solo una faccia come la sua si poteva associare ad una
tale ricchezza e splendore. Sarebbe stato un crimine toglierlo di
mezzo!
Tutto
d'un tratto si sentì un criminale per tutti i cattivi
pensieri
avuti su di lui e sulla villa in questione, posò
così
con aria scandalizzata la mano sul volto di Andrea, gli
carezzò
la guancia e gli disse sinceramente colpito:
-
Piccolo Lord, mi perdoni per i cattivi pensieri avuti prima di questo
momento ... non avrei mai potuto privare la sua immensa famiglia e
l’abitazione della sua presenza regale e principesca ... -
Così
dicendo si inchinò a lui con la concreta sensazione di aver
rischiato la vita in quei giorni.
Andrea
dal canto suo lo guardava stranito, non credeva a quel che vedeva ...
ma possibile che dicesse quelle cose seriamente? Gli aveva fatto
così
male vedere la sua villa? Accidenti, ora così ammaestrato
non
era più divertente prenderlo per i fondelli, era pure
inutilizzabile.
-
Allora posso prendermi anche Adrian oltre alla mia ragazza? -
A
quelle parole un pugno lo colpì in pieno volto facendolo
scagliare lontano lontano, in alto, lassù sopra le nuvole.
-
Scherzavo! Ora sono tornato in me, grazie! -
Scherzi
a parte riuscirono ad entrare tutti e 4.
La
presentazione di Marco ai genitori di Andrea ebbe del comico
poiché
lui li guardò come fossero alieni, lui in fondo conosceva il
'segreto' del biondo … come stare zitto davanti ai colpevoli
di
tutto? La lingua gli tremava impaziente, voleva parlare,
sentì
irrefrenabile l’istinto di dire qualcosa, magari anche
insultarli;
la sensazione di piccolezza davanti a tanta ricchezza avuta pochi
minuti prima, era stata cancellata grazie al suo istinto di
impiccione. Stava per parlare quando Andrea, in pericolo,
capì
cosa stava per succedere e con una prontezza di riflessi encomiabile,
afferrò la pericolosa creatura chiacchierona sotto braccio
trascinandoselo su per le scale asserendo un vago:
-
Ehm, noi siamo in camera ... -
Quando
la porta si chiuse dietro di loro, salite le scale, il piccolo
principe poté tirare un respiro di sollievo. Il pericolo era
passato, per il momento. La prossima volta avrebbe messo un melone in
bocca a quell’idiota, così non avrebbe avuto
l’istinto di
parlare ma solo di mangiare!
In
camera di Andrea protagonista fu la musica, gli Offspring regnarono
fra le mura ove i quattro ragazzi si videro poco intenzionati a far
qualcosa di serio.
Una
volta rilassato diede una spinta al ragazzo-danno e buttandosi nel
proprio letto, sbottò irritato:
-
Razza di deficiente, vuoi scoprirmi? Ti ammazzo! Sapevo che non
dovevo raccontarti nulla! -
Due
paia d'occhi in più fissarono stupiti Andrea, le ragazze
dissero all'unisono:
-
Gliel'hai detto? Proprio tu a lui? -
Era
probabile che fosse ubriaco.
"E’
una sorpresa poiché Andrea da che lo conosco non l'avrebbe
mai
detto ad uno che detesta come detesta Marco. Mah ... qua non me la
raccontano giusta!"
In
realtà c'era solo un vero segreto: fra loro due stava
nascendo
qualcosa simile all’amicizia, solo che si ostinavano con
tutte le
loro forze a negarlo.
Adrian
ne fu subito contenta e anche durante gli insulti difensivi dei due
ragazzi lei continuò a sorridere felice e contenta.
Kimberly
era indecisa se essere gelosa o se vendicarsi con Adry, optò
per la seconda così si sedette a cavalcioni su di lei
abbracciandola, poi con un occhiata che la sapeva lunga, da vipera
vendicativa, mostrò la lingua al fidanzato che la
guardò
stranito.
-
Ed io mi faccio lei, così impari! -
Per
Adrian quello era solo uno dei soliti giochi e fu orgogliosa di
prestarvisi, curiosa anche lei di vedere le reazioni degli altri due.
Come
previsto Andrea divenne livido di gelosia, rabbia e quant'altro,
Marco invece lo fissò storto borbottando :
-
Non vorrai farlo anche tu, eh? Ti ammazzo! -
Erano
una coppia strana a dire il vero. Adrian si trovò a
rifletterci in quell'attimo di caos e risa. Stavano troppo bene tutti
e 4 e considerando il sentimento che già era nato da lei
verso
il moro, era facile immaginare che sperava che prima o poi la cosa si
sarebbe trasformata in qualcosa di leggermente più profondo.
Quando
poco prima gli aveva chiesto di parlare con lei stava per fare i
salti di gioia, ma poi il rompipalle aveva rovinato tutto. Almeno
così poteva stare con loro.
Erano
divertenti Kim e Andrea quando facevano i gelosi, con loro rideva
sempre molto ed ora finalmente non si sentiva il terzo incomodo.
Le
solite urla e litigate, seguite da risate e allegrie, l'unica cosa
che non seguì a tutto quello era ciò che invece
sarebbe
dovuto succedere.
I
compiti non furono guardati nemmeno quella sera!